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"L'eternità che desideri - stagione successiva": coloro che hanno visto (e apprezzato) i quattordici episodi della prima serie possono facilmente intuire che i quattro episodi costituiscono uno scenario non successivo ma alternativo alla storia narrata nella serie precedente. Mettendo i quattro episodi della serie in recensione in coda a quelli della serie precedente, si potrebbe pensare in termini di paragone al celeberrimo film "Sliding Doors".

Tuttavia, vedere "Next Season" dopo la serie precedente consente di intuire come questo OAV sia stato costruito come contentino per chi fosse rimasto deluso dal finale sentimentale della prima serie.
L'anime del 2001, sebbene non lo ritenga un masterpiece assoluto, mi ha favorevolmente impressionato per la caratura dei contenuti e per il significato di fondo che a me non è sembrato centrato solo ed esclusivamente sul tema sentimentale, quanto su quello per cui le scelte di vita possano determinare delle situazioni di cui poi si possa provare rimorso e profondi sensi di colpa.

E "L'eternità che desideri" su questo aveva fatto pienamente "centro", proprio per il finale malinconico e triste sulla fine del rapporto di amicizia formatosi ai tempi delle superiori tra Takayuki, Mitsuki, Haruka e Shinji, e sul rimpianto delle scelte operate dai personaggi a causa delle quali non si potrà più tornare indietro.
Una serie cupa, realistica, in un crescendo di angoscia, incomprensioni, incapacità di comprendere sé stessi e gli altri, in cui i protagonisti Takayuki e Mitsuki non riescono ad emergere dal profondo senso di colpa nutrito nei confronti dell'amica Haruka.

"Next Season" prova a riprendere lo stesso concetto sviluppandolo dal punto di vista di Haruka e della sua paura di non essere all'altezza di Takayuki, per il tempo trascorso in stato di incoscienza da un lato e per il dolore e i grandi sacrifici che lui ha fatto per lei durante il coma e poi successivamente al risveglio, per pensare a un futuro assieme.
Senso di colpa "risibile" che, unitamente al finale sdolcinato ed evocativo (ricomporre la coppia e re-iniziare da dove la storia si era interrotta per Haruka), rendono questa serie composta da quattro episodi una classica romcom come altre, con l'aggravante dello stravolgimento del carattere dei protagonisti della prima serie, che non sembrano lontanamente assomigliare alla loro versione prima serie.

Le differenze sono evidenti per Takayuki e Mitsuki: diametralmente opposti ai sé stessi precedenti e molto meno attraenti come tridimensionalità e realismo. Takeyuki sembra aver raggiunto un equilibrio e una determinazione che nella prima non era lontanamente immaginabile. Mitsuki si mette tranquillamente la storia alle spalle, dopo averci investito tutta sé stessa (sacrificando le sue ambizioni sportive), per re-iniziare una nuova vita lontano dai luoghi dove ha vissuto. Ma anche Haruka sembra molto più forte e meno insicura della versione uno, dimostrando di perdere quell'approccio un po' infantile, ingenuo e candido che la contraddistingueva nella prima serie.

Così, "L'eternità che desideri" ha perso ogni venatura drammatica e seinen della prima serie, per virare verso la classica commedia sentimentale in cui gli errori vengono tutti perdonati e superati, e si giunge al solito finale in cui il destino sembra essere riuscito a riparare e restituire ciò che aveva inopinatamente tolto alla coppia Takeyuki-Haruka.

Sebbene questi quattro episodi presentino un comparto tecnico un po' più curato e dettagliato della prima serie, posso solo ammettere che la visione della "Next Season" mi ha permesso di apprezzare ancor più la prima serie, e ritenere "Next Season" un capitolo tutto sommato trascurabile.

Se "le lacrime sono alimentate dal pozzo dei desideri che non si avverano" (G. Marocco), questa serie "Next Season" è solo un tentativo di inaridire quanto di buono ho potuto apprezzare dalla serie precedente.