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"Il mondo in bottiglia" è la prima di una serie di opere mature che sono state pubblicate su Big Comic della Shogakukan da parte di Osamu Tezuka: si tratta di opere da molti considerati capolavori quali "Kirihito", "Ayako" e "Barbara". Certo ce ne sono anche altre in seguito come ad esempio "Il bisturi e la spada" ma questa arriva moto più tardi mentre quelle citate all’inizio della mia recensione sono invece vicine, sono uscite in 5 anni e hanno cose simili come sfondo: la vendetta, l’abuso sulle donne, l’alcool.Eppure sono opere diversissime.

Ne "Il mondo in una bottiglia" troviamo il Tezuka di "Lost World" che passa di palo in frasca, rimodellato dalle invenzioni del gruppo del gekiga, ma ci troviamo ancora nel mondo pre Shonen Jump in cui gli autori potevano sbizzarrrirsi senza la paura di essere tagliati al decimo capitolo. Questo manga dura infatti solo venti capitoli, ma così è l’opera come la vuole il Maestro che la disegna.
L’ho paragonata a "Lost World" perché nasce in un modo e poi fa dei voli pindarici in cui tutto cambia, all’inizio non sappiamo dove andremo, non sapremo che si parla di vendetta.

Attenzione: questa parte contiene spoiler

Né di un piano che prevede la distruzione della civiltà umana inondando il mondo con due cose: la possibilità di vestire l’immagine di un altro e riempiendo il mercato con l’oro cosa che farà andare le banche e le attività umane in rovina. Certo la seconda cosa qualche economista avrebbe detto non rovina l’economia in quanto la mano invisibile avrebbe trovato una soluzione...

Fine parte contenente spoiler

Certo vediamo nel manga molti personaggi i quali si muovo in modo sempre logico per quello che rappresentano: sarebbe stato un problema d'altronde che in soli due volumi si facessero errori di psicologia dei protagonisti e delle spalle. Per quanto riguarda poi il disegno è quello solito di Tezuka: ha accettato infatti la lezione del gekiga senza far suo un tratto diverso che in minimissima parte.
In definitiva il mio voto è un sette e mezzo.