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klunk

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4,5
Una storia confusionaria fa da padrona in questo "Kamisama Dolls", quasi senza capo né coda, e con molti stereotipi. Devo dire che ho visto a fatica l'intera serie, nella vana speranza che qualcosa cambiasse e desse un senso al tutto; invece, incorniciato da un comparto grafico rudimentale, brutto e affatto al passo con i tempi, questo anime ha finito per deludere su tutto, anche per quanto riguarda l'aspetto relativo alla colonna sonora, non si salvano infatti neanche le sigle.
Sconsigliato a tutti, puerile per i grandi, a tratti troppo violento per i piccoli.


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Kida_10

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
"Kamisama Dolls" è un anime composto da tredici episodi di durata canonica, prodotto nel 2011 e tratto dall'omonimo manga di Hajime Yamamura.

Kyohei Kuga è un giovane studente universitario, che conduce una normalissima vita tranquilla a Tokyo. Nonostante l'apparente pace, Kyohei è cresciuto in un misterioso villaggio nascosto fra le montagne, in cui misteriose creature, chiamate kakashi, sono venerate come divinità. Fin da bambino era stato legato con una di queste strane bambole, divenendone il possessore. Al suo villaggio natale Kyohei godeva per questo motivo di una grande fama e gli erano riservati privilegi non indifferenti, tuttavia, dopo un misterioso incidente, il giovane decise di abbandonare il villaggio e di rinunciare a tutto. La storia inizia nel momento in cui Utao, la sua sorellina, si trasferisce da lui a Tokyo portando con sé il proprio kakashi di nome Kukuri.

"Kamisama Dolls" è una serie sulla quale non avrei scommesso un soldo, e invece si è rivelata essere una vera e propria sorpresa. La trama all'apparenza non presenta nulla di così originale, eppure in pochissime puntate riesce a coinvolgere in maniera incredibile lo spettatore e creare un'atmosfera unica. Il ritmo, a parte in rarissime sequenze, è sempre veloce e i problemi non tardano a presentarsi.
Un altro punto forte della serie sono sicuramente i personaggi, tutti splendidamente caratterizzati, a partire dal protagonista principale. Purtroppo il fanservice è riuscito a crearsi un piccolo spazio persino in quest'opera, anche se in una quantità più che accettabile.

Tecnicamente, un lavoro non eccelso, ma comunque accettabile. Il design dei personaggi è sufficiente, così come la fluidità delle animazioni e gli effetti speciali. Il comparto sonoro si difende meglio, proponendo un ottimo doppiaggio, delle OST suggestive e un'opening orecchiabile ed energica. Il finale è purtroppo lasciato in sospeso. Il manga è tuttora terminato in Giappone con il dodicesimo volume, ma le possibilità per una seconda stagione sono estremamente basse.

In conclusione, "Kamisama Dolls" è un'opera che merita di essere vista, in quanto propone una storia coinvolgente, ricca di misteri e colpi di scena. Consigliata la visione se siete alla ricerca di qualcosa di breve e che si distacchi dai classici stereotipi. Con un comparto tecnico migliore, e il finale a portata di mano, forse si sarebbe potuto gridare al capolavoro.


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Kemondori

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Sottovalutai tremendamente "Kamisama Dolls" a causa della poca fama che si era fatto e per lo scoraggiante voto nelle classifiche annuali di diversi portali legati all'animazione giapponese, probabilmente svalutato e sbattuto vicino a grandi opere quali "Ben-to" e "Freezing" a causa di un fandom che, vedendo l'anime catalogato come "azione/drammatico", si aspettava forse un carismatico leader che guida un'armata di demoni verso epiche battaglie, mirabolanti avventure fra linee temporali che lasciano ogni episodio lo spettatore senza fiato, qualche vago riferimento shounen-ai per scrivere delle fanfict (cosa che va di moda nelle ultime opere) o una serie costruita ad hoc solo per far commuovere lo spettatore. Fandom deluso dal fatto che nessuno di questi elementi fosse presente all'interno della serie e che il protagonista non combatte per tutti gli episodi, criticandola poiché troppo prolissa viste la poca quantità di combattimenti presenti e la possibilità di riassumere grossomodo gli eventi in circa 3-4 episodi. L'errore più grande che si può commettere visionando "Kamisama Dolls" è appunto la possibilità di confondere l'analisi dei rapporti fra i personaggi e delle loro caratteristiche con delle semplici gag utilizzate per allungare il brodo e fare cassa.
Solo l'opening e l'ending di Chiaki Ishikawa sono riuscite a convincermi a dargli una possibilità.
"Kamisama Dolls" non è quindi uno shounen, non è uno strappalacrime, e nemmeno un seinen psicologico (dato che osservando qualche screen potrebbe ricondurre vagamente a "Narutaru"), ma un anime sentimentale, modestamente profondo e senza troppe pretese, che si concentra sulla presentazione della trama, dei personaggi e del rapporto che hanno con il villaggio; probabile quindi una seconda serie concentrata sugli scontri.

Un piccolo villaggio immerso nella natura tramanda da generazioni un misterioso potere: delle bambole chiamate "Dei" in grado di sprigionare un enorme potere possono essere controllate dagli umani connettendoli all'animo di un individuo, prescelto al loro controllo dal villaggio, scelto in base a una pura discriminazione genealogica che ne fa un luogo pieno di disagi e contrasti fra le varie famiglie, ricordando quasi un piccolo feudo indipendente che non ha risentito del progresso tecnologico e culturale. Questi individui sono chiamati Seki e rappresentano uno dei ranghi più alti della gerarchia del villaggio. Il protagonista, un seki, decide però di andarsene dal villaggio e di tagliare ogni legame con esso, spaventato dal potere che queste bambole possono sprigionare e dal proprio animo ormai ricco di odio, temendo la reazione del Dio, a causa dei disagi che il comportamento barbaro e antico del villaggio ha portato a lui e alle persone a cui era legato. La bambola viene quindi affidata alla sua sorellina, Utao, bambina costretta a sostituire il fratello come seki e incaricata al completamento di una missione decisamente pericolosa: catturare Aki, un assassino precedente amico del protagonista che ha sterminato innumerevoli membri del villaggio ed è fuggito di prigione. La situazione corrente finisce inevitabile per coinvolgere nuovamente il fratello di Utao, accorgendosi che il villaggio non permette a nessuno che sia nato lì di fuggire dalle proprie responsabilità, facendo diventare le aspirazioni del protagonista di farsi una nuova vita e di trovare un nuovo amore ardue a realizzarsi.

Da questo punto sono presenti alcuni spoiler!
Un punto a favore di questa serie va a mio parere ai personaggi. Anche se a prima vista possono sembrare ordinari e già visti, con l'aumentare degli episodi ci si accorge di come siano diversi rispetto a quelli che solitamente si incontrano: un protagonista che originariamente era il più forte e che non vuole più utilizzare le proprie capacità, fuggendo dal proprio passato e dai propri sentimenti; un falso antagonista arrogante e sicuro di sé che in realtà ha delle capacità di combattimento nella media e che mantiene un tale atteggiamento per l'isolamento a cui è stato sottoposto; una sorella definibile "loli" particolarmente emotiva e impacciata, che si sforza di apparire forte e sicura di sé agli occhi degli altri, personaggio che stranamente non ho trovato irritante; a differenza di diverse altre serie mi è sembrato che fosse nella scena per essere una bambina sul campo di battaglia, e non una loli messa tanto per far vedere qualche mutandina come nella stragrande maggioranza delle serie recenti.

Potrei dilungarmi analizzando episodio per episodio "Kamisama Dolls" per smentire la diceria degli episodi pompati in modo da mostrare che al contrario 13 episodi non potevano calzare meglio che così, per quanto sia vera la presenza di alcune scene ironiche o gag, ma come si sa è un elemento presente in qualsiasi anime, per alcuni un flagello e per altri un'occasione per rendere la visione più scorrevole, dove solo alcuni seinen psicologici non ne sono colpiti.

Ho parlato fin troppo bene di quest'anime per dargli un 8, uno dei voti più alti che in genere do a una serie, ma bisogna ammettere che la serie ha una grandissima emotività dei personaggi. Per quanto ciò sia giustificabile con quelli più piccoli, può risultare ridicolo vedere scontri fra una ragazzina e tutti i principali Seki del villaggio per il solo fatto che lei è gelosa e si sente ignorata. Posso capire quindi se i puristi dello shounen si siano messi le mani dei capelli scoprendo che gli unici scontri presenti sono fra "alleati" un po' troppo sensibili.


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OMEGA_BAHAMUT

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Sfuggito in un modo o nell'altro al suo ingombrante passato, rinunciando con tale atto a tutti i privilegi che la sua condizione gli avrebbe donato rimanendo al villaggio, Kyohei durante una serata con gli amici in un locale a Tokyo, scopre per caso il cadavere di un uomo nell'ascensore. Chiamata la polizia e fatti i dovuti accertamenti il ragazzo rientra dunque nel proprio appartamento, dove trova ad attenderlo la sua giovane sorella minore Utao, attuale padrona di Kukuri (un kakashi, ovvero una grossa marionetta semovente in legno, una volta controllata dallo stesso Kyohei), la quale gli riferisce della fuga dal villaggio di Aki, vecchia conoscenza del protagonista nonché pericoloso assassino "marionettista".
Che il tanto odiato rapporto con il paese d'origine non sia stato ancora rotto del tutto?

Avventura senz'altro interessante, quella proposta in "Kamisama Dolls", ma che purtroppo, complici il lento scorrimento della vicenda e la conseguente mancanza di una vera e propria conclusione della stessa nell'arco temporale coperto dai tredici episodi di cui la serie è composta, non riesce a convincere pienamente, sebbene tutte le ottime premesse abilmente disseminate lungo la narrazione. La sensazione è dunque, per dirla in parole povere, che "Kamisama Dolls" sia un'opera attualmente giudicabile solo in minima parte e che faccia della sua principale colpa proprio forse l'eccessiva volontà degli sceneggiatori di concentrarsi sulla costituzione di una solida base per le vicende che verranno, piuttosto che per quelle esposte al momento, mancando così l'obbiettivo di alzare il ritmo e colpire lo spettatore.

Voto sospeso sino a visione ultimata della storia dunque? Non totalmente, anche perché per fortuna, come già accennato, anche così vi sono degli ottimi punti a favore dell'opera, uno su tutti il fattore personaggi, in definitiva ben curato. Pienamente esplicativi in tal senso sono gli esempi costituiti da Aki e dal protagonista, i quali, testimoni e allo stesso tempo partecipi di una realtà locale assai turbolenta, attraverso i loro ricordi di gioventù riescono a esporre efficacemente tutti i perché dei loro atteggiamenti e azioni senza sembrare eccessivamente forzati o peggio ancora irrazionali.
Un po' meno bene esce invece dall'analisi l'atmosfera che accompagna la narrazione, molte volte forse troppo serena rispetto a quanto dovrebbe essere, visto il continuo riferirsi della trama agli intrighi tra fazioni del villaggio.

Graficamente la serie, pur mostrando un character design dal tratto a mio parere piuttosto grezzo, si presenta molto bene, favorendo tendenzialmente l'uso di tonalità calde rispetto a giochi di luci e ombre. Le animazioni dei combattimenti sono senz'altro fluide, a cui però in parte contribuiscono le forme per nulla complicate da rappresentare dei Kakashi, non proprio il top quanto a design.
Buona è la colonna sonora, a partire dall'ending.

Voto: 7. "Kamisama Dolls" è una buona serie, ricca di spunti senz'altro interessanti per un ipotetico seguito, ma la cui mancanza di un finale vero e proprio lega indissolubilmente la valutazione completa al futuro stesso della serie. Magra consolazione, la scelta perlomeno questa volta è stata palese, considerazioni sull'effettivo successo dell'anime permettendo.


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Disillusion

Episodi visti: 12/13 --- Voto 10
Anime decisamente sfortunato, questo 'Kamisama Dolls', sfortunato poiché è capitato in un momento molto sfavorevole in quanto trasmesso in Giappone nello stesso periodo di opere molto acclamate, come 'Usagi Drop' e 'No.6' - giusto per citarne un paio tra le tante -, che hanno attirato molte persone e hanno forse involontariamente contribuito a impedire un possibile eventuale successo che avrebbe potuto ottenere 'Kamisama Dolls'.

'Kamisama Dolls' ripropone l'abusatissimo genere di entità non umane controllate da esseri umani 'prescelti' e dotati dell'abilità di controllare tali entità in maniera più o meno efficace a seconda del soggetto specifico. Talvolta l'umano controllante è anche in grado di poter vedere attraverso gli occhi di tale entità. Tuttavia 'Kamisama Dolls' si discosta un attimo dai tanti e banali anime di questo tipo, offrendo una trama molto interessante e proposta con una veste completamente nuova.

È molto ben visibile la preferenza dell'autore di 'Kamisama Dolls' nei riguardi delle serie di 'Higurashi', dal momento che sono presenti alcune particolarità che sono facilmente riconducibili a quell'opera per quanto riguarda qualche scena e qualche coincidenza di base. Tuttavia 'Kamisama Dolls' ha poco a che vedere con le serie di 'Higurashi': lo stile è comunque differente, e fortunatamente sceglie di non copiare, ma al massimo di accennare qualche sfumatura minore in comune con essa.
Piuttosto, l'anime con cui noto più somiglianze è il vecchio e controverso 'Narutaru': con esso 'Kamisama Dolls' condivide il luogo comune degli umani che controllano entità non umane; inoltre in entrambi gli anime sono presenti scene di violenza e morte, alternate con scene di vita quotidiana divertenti e "soft"; il tipo di mistero di base è abbastanza simile e facilmente confrontabile e riconducibile a 'Narutaru'.

Devo dire che prima di visionare la serie non avevo grandi aspettative; mi stavano simpatici il nome e la locandina più che altro, ma mi aspettavo uno show solare, banale e scontato.
E invece, 'Kamisama Dolls' si è rivelato un anime strabiliante ed eccezionale, positivamente oscuro e impressionante ma senza esagerazioni inutili, classificabile come uno di quegli anime che tendono a passare abbastanza inosservati, ma che meriterebbero davvero molta più attenzione.

Il disegno è nuovo, intendo dire che il disegnatore è un novello (oltre a 'Kamisama Dolls' ha collaborato solo per gli OAV di 'Seto no Hanayome' e di 'Carnival Phantasm'), un principiante, e si vede: i disegni sono abbastanza semplici e senza troppe pretese, tuttavia a me piacciono veramente un sacco, devo ammetterlo. Da notare: nella sigla d'apertura, i "raggi bianchi" mostrano una colorazione diversa e "strana" dei personaggi: quei colori sono quelli originali del manga omonimo risalente al 2007.
L'animazione è eccellente, e penso di averla individuata: è un sistema di animazione mista tra manuale e computerizzata - quest'ultima utile per muovere le comparse e i passanti -, la stessa utilizzata per 'Tokyo Magnitude 8.0'. Ciò rende l'anime estremamente eterogeneo e ben fatto per quanto riguarda tutta l'animazione che propone, l'ho trovata davvero ottima.
Anche le musiche mi sono interessate molto. Sia la sigla d'apertura sia quella di chiusura sono, secondo me, veramente originali e molto orecchiabili.

I personaggi nel complesso non sono nulla di nuovo, ma è proprio l'anime che ha una struttura solida, chiara, e ben realizzata. Probabilmente se avesse lavorato meglio sui personaggi, 'Kamisama Dolls' sarebbe diventata un'opera di grande successo, poiché trovo che l'anime in sé sia davvero grandioso e sopra le righe.
Obbiettivamente 'Kamisama Dolls' non può essere definito un capolavoro, ma ho trovato grandiosa l'opera a tal punto da assegnarle un 10, in quanto riesce a completare ciò che buona parte degli anime simili non sono riusciti a completare, restando eterogenea sia nella grafica sia in trama e storia, pur mantenendo un forte controllo, rimanendo rivolta sui generi specifici che propone e senza mai divagare più di tanto.

Bilanciato ed equilibrato, 'Kamisama Dolls' non esagera come tendono a fare quasi tutti gli anime che propongono storie simili. Questo gli consentirebbe di venir pienamente apprezzato. Inoltre l'anime fa onore alla versione cartacea, e questo non è affatto scontato.
L'andamento di godibilità dell'anime è progressivo, cresce di puntata in puntata, e tende a farsi apprezzare veramente verso le battute finali.
Una seconda serie è necessaria. Purtroppo l'opera non ha ottenuto il successo sperato, sebbene sia stata apprezzata, e, con i soliti problemi di budget basso, c'è il rischio che una seconda serie non veda la luce, perciò la situazione a riguardo è incerta e non so se sia consigliabile farsi troppe illusioni. Si continua a sperare pur restando con i piedi per terra.


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Mits-chan

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Ammetto di essere stato alquanto scettico all'inizio: le prime puntate non mi dicevano nulla e "Kamisama Dolls" sembrava un classico "trito e ritrito" di vecchie serie, ma ho voluto comunque dargli una possibilità e ora devo dire che non mi pento affatto della scelta!
Dopo questa premessa, passiamo alla recensione dell'anime:
"Kamisama Dolls", serie composta da 13 episodi (per ora), opera di Hajime Yamamura (manga) e regia animata affidata a Seiji Kishi.

La storia ruota intorno a Kyohei Kuga, un ragazzo "fuggito" da un piccolo villaggio alla ricerca di una serenità mentale a Tokyo. Anche se può sembrare assurdo, il villaggio in questione non è un classico piccolo centro abitato come altri; esso infatti si trova immerso in una foresta e la gente che vi abita non è affatto comune, in quanto venera degli dèi chiamati "kakashi".
Il trasferimento in città, purtroppo, non renderà facile la disperata ricerca della serenità per Kyohei; infatti, a causa del proprio passato, tutto gli ritorna indietro come un boomerang.

Il passato sia di Kyohei sia di Aki (un suo amico), è un qualcosa di incredibile, di maturo e di impensabile per come si stava svolgendo l'anime. Colpisce proprio il fatto che si crede di avere davanti una classica storia di combattimento tra pseudo-robot, mentre quando non te l'aspetti, i toni cominciano a diventare più profondi e tutto si trasforma.
La cosa che colpisce in questa serie è soprattutto la caratterizzazione dei protagonisti, raccontata in sole 13 puntate, impresa generalmente non semplice, difatti si presuppone ci sarà una seconda serie.

La realizzazione grafica è abbastanza sufficiente, anche se a metà serie comincia a un po' a peccare di precisione, trovandosi davanti volti deformati e particolari lasciati sulle bozze preliminari.
Fastidiosissimo è il suono dei kakashi quando vengono pilotati, ma per il resto la colonna sonora è all'altezza dell'opera, soprattutto con la bellissima opening di Ishikawa Chiaki, "Kukazen Nenshou".
Nel complesso, l'anime merita un 7, ma non mi sbilancio oltre perché la realizzazione grafica poteva essere sicuramente migliore, nettamente migliore.