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MartinoMystero

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Se dovessi fare una sintesi di questo anime direi: eccezionali il comparto tecnico e la regia, non all’altezza la sceneggiatura.

E’ un’opera il cui perno centrale ruota intorno ai personaggi e quello sul “Bepop”, è un viaggio che lo spettatore fa per conoscere i protagonisti: la loro storia, il loro passato, i loro affetti, ma che per certi versi rimane incompleto o, se volete, superficiale.

E’ decisamente l’animazione meno “loquace” che abbia mai visto, perché alle parole preferisce la musica: che sia il Jazz, “Bepop” è proprio un tipo di Jazz, il Blues o il Metal. L’azione c’è, ma spesso è relegata nel finale degli episodi, mentre per gran parte del racconto a farla da padrone, sono i fondali, le pose dei personaggi e i loro silenzi, che creano un’atmosfera malinconica e introspettiva.

Il comparto tecnico è semplicemente eccezionale: le musiche sono sempre azzeccate e la componente visiva, parliamo del 1998, spesso risulta vincente anche nei confronti delle più recenti creazioni nipponiche. In alcuni momenti sembra che sia utilizzata la CGI, tuttavia, non è mai riscontrabile un forte contrasto fra il fondale e il soggetto in azione, che sia un’astronave o un personaggio. Il movimento delle automobili inoltre, non presenta mai quell'orrendo effetto scivolamento, tipico della computer grafica, che si può vedere anche nei più moderni anime ad alto budget.

Se la scoperta dei protagonisti è sicuramente il fulcro della creazione, l’obbiettivo dal mio punto di vista non viene centrato in pieno: di quasi trenta episodi, troppi di questi, sono dei filler autoconclusivi, e non sempre con una trama originale, uno ad esempio richiama “2001 odissea dello spazio” , un altro “Alien” e un altro ancora ricorda una puntata qualsiasi di “Batman”.
Alcuni episodi poi, introducono dei personaggi piuttosto interessanti, che però hanno una “vita” che copre l’arco di una puntata, mentre sarebbe stato interessante rivederli anche nel corso della serie. Altre storie meritavano di essere sviluppate in più puntate, penso a quella della setta connessa a una realtà virtuale, la quale anticipa il film “Matrix” che è del 1999. Altri episodi, inoltre, prendono una piega comico/demenziale, penso a quello del “cowboy”, o “quello dei funghi allucinogeni”. Questo per certi versi potrebbe avere un senso nello sdrammatizzare un’opera a tratti cupa però, tale scelta creativa, va purtroppo a discapito dell’approfondimento della vita dei personaggi, perché tanti sono gli avvenimenti che non vengono raccontanti, e che invece sarebbe stato interessante conoscere: l’incontro tra Spike e Jet, le scelte che hanno portato Spike ad abbandonare la sua vecchia vita, la sua storia con Julia, il rapporto con Vicious…

C’è però una mancanza ancora più grave e fragorosa in questo racconto, ed è la vita di Spike durante la sua permanenza nella “Triade”: se Jet può essere considerato un “duro e puro”, visto che era poliziotto e che rimane gravemente ferito compiendo il suo dovere, di contro, tale appellativo non si può assegnare a Spike, il quale facendo parte di un’organizzazione criminale, deve inevitabilmente aver compiuto delle nefandezze, tra l’altro, da quello che si capisce, il suo rango nella triade era piuttosto alto. Questi eventi, tuttavia, vengono totalmente accantonati dall’autore, facendo apparire il ragazzo come un eroe romantico tutto di un pezzo, la cui unica macchia è l’appartenenza a quell’organizzazione, mentre si soprassiede totalmente su quello che tale confraternita compiva e, soprattutto, faceva compiere ai suoi affiliati.

Come scrivevo all’inizio, questo racconto rappresenta un’anomalia, rispetto a tutte le animazioni giapponesi precedenti e successive perché, se è vero che si erano già visti eroi solitari e taciturni, penso a “Ken il guerriero”, è anche vero che quel protagonista era sempre circondato da personaggi logorroici, e che anche i suoi combattimenti erano infarciti di spiegazioni tecniche per quanto strampalate, ma è la parola “Cowboy”, qui, a far capire che, non è verso l’animazione orientale che bisogna guardare, per trovare la sua fonte di ispirazione, ma è verso la filmografia in generale, e quella occidentale in particolare, a cui bisogna volgere lo sguardo, perché tutti quei paesaggi, quei silenzi riempiti dalle musiche, tutti quei regolamenti di conti, rimandano proprio all’epopea degli western americani. Questa scelta, se da un lato crea un manto di fascino e mistero intorno all’intera storia, dall’altro ne diviene anche un limite narrativo, poiché non permette di far emergere i sentimenti che legano i componenti dell’equipaggio, e soprattutto la loro evoluzione: Faye, ad esempio, da ragazza smaliziata ed egoista, con il tempo comincia a manifestare affetto verso l’intero equipaggio, ma le emozioni che esterna verso la fine della serie, risultano un fulmine a ciel sereno, o se volete “uno sparo dentro un’astronave” e se le scelte finali di Spike sono in qualche modo comprensibili, non lo sono altrettanto quelle di Jet.

La vita sulla “Bepop”, poi, incarna perfettamente questo stato di incomunicabilità tra i protagonisti, perché ognuno di loro, piuttosto che interagire con gli altri, preferisce starsene per fatti suoi: chi sdraiato sul divano a fumare una sigaretta, penso a Spike; chi a riparare la nave, Jet; chi a prendersi cura del proprio corpo, Faye; chi invece a lavorare sul computer, come Edward, tra l’altro non penso che sia un caso che, questo personaggio, abbia dei grandi problemi a comporre anche le frasi più elementari.

La nave risulta così abitata da un gruppo eterogeneo di persone, che non riesce mai ad amalgamarsi, per diventare qualcosa che possa chiamarsi “famiglia”. Non solo, per alcuni di loro sembra addirittura, un mero mezzo di trasporto atto a condurli verso la propria destinazione finale mentre, il paradosso di tutto questo, è che alla fine sarà proprio “la fuggitiva” Faye, ad essere l’unica a lottare per quei legami.

Considero gli ultimi due episodi un film a sé stante, e che in alcuni momenti rasenta il capolavoro registico ma, la sensazione finale che mi ha lasciato "Cowboy Bepop", è quella di un’ opera solo parzialmente compiuta che, per qualche motivo, non riesce a fare quell’ultimo passo, per poter essere considerata, non solo una buona serie, ma un vero e proprio film d’autore animato.


 2
Alaniks

Episodi visti: 26/26 --- Voto 5
La cosa che ricordo di più di questo anime è la noia mortale che mi ha assalito nel procedere, ad un certo punto forzatamente, alla sua completa visione. Che dire: dal punto di vista tecnico siamo all'apice assoluto per una serie TV di fine anni '90, superiore persino a "Neon Genesis Evangelion", tuttavia il fatto che ogni episodio abbia una trama autoconclusiva (ricordo al massimo un paio di casi nella quale la trama si dipanava su due episodi), alla lunga stanca lo spettatore desideroso di assaporare il culmine degli eventi nel procedere al finale.

Alla fine mi sarebbe bastato vedere il primo episodio.
Per carità, nulla da eccepire nella descrizione e caratterizzazione dei personaggi, sia principali che secondari, veramente ben fatta; e nulla da dire nemmeno alla qualità di sceneggiatura, regia e scenografie, impostate veramente sul "cinematografico serio", così come l'uso di CG perfettamente integrata con l'animazione tradizionale... tuttavia, per me il risultato finale è stato qualcosa di morto, un puro esercizio di stile fine a se stesso.
Il messaggio dell'anime? Eccolo: un giorno per caso ci si incontra, si fanno cose e, dopo un po', ognuno riprende la sua strada, e chi s'è visto s'è visto.
Amen.


 6
Felpato12

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9,5
La tradizione letteraria italiana è tra le più fiorenti al mondo, includendo al suo interno autori come Dante, Boccaccio, Pascoli e via dicendo il cui magistero ha influenzato le generazioni future, fino ad arrivare ai giorni nostri. Questi autori hanno avuto un ruolo talmente importante per la nostra storia, che tutt'oggi influenzano le opere letterarie e cinematografiche. Però spesso e volentieri, ad essere ancora più determinanti sono quegli autori minori di cui nessuno parla, come Jacopo Sannazzaro, poeta napoletano conosciuto nel mondo grazie alla sua opera maggiore "L'Arcadia" del 1504. Il poema è ambientato in un mondo distopico lontano nello spazio e nel tempo, dove i pastori vivono in totale armonia tra di loro e con la natura. Il protagonista della storia è Sincero, un arcade di origine napoletane che si è rifugiato in questo luogo per sfuggire all'inferno di Napoli, dove aveva amato una donna che lo aveva tradito. Ed è qui, conducendo una vita tranquilla e solitaria che capisce che questo non è ciò che vuole, di fatti nel finale dell'opera, Sincero mosso dall'impossibilità di lasciar andare il proprio passato torna a Napoli, dove viene a sapere che la donna da lui tanto amata è morta. Con questa parabola discendente si conclude il capolavoro di Sannazzaro che ci mostra quanto possa essere difficile sganciarsi definitivamente da un passato difficile e come l'unico modo per sconfiggerlo sia affrontarlo "vis à vis". Da queste considerazioni finali, inizia l'opera capolavoro di Sin'ichiro Watanabe, "Cowboy Bebop" andata in onda tra il 1998 e il 1999.

La storia ci proietta in un mondo futuristico, non troppo lontano dal nostro dove la Terra non è più abitabile e l'essere umano ha cominciato a colonizzare altri pianeti, rendendo possibile i viaggi tra i corpi celesti grazie allo spazio a differenza di fase. Nonostante il notevole progresso fatto dall'umanità però continuano ad esistere organizzazioni mafiose e criminali, che la polizia cerca di tenere a bada anche grazie al lavoro dei cacciatori di taglie, uomini e donne pronti a tutto pur di ottenere la propria ricompensa, come Spike Spiegel e Jet Black. I due al comando della loro astronave il Bebop, si spostano di pianeta in pianeta per acciuffare i più pericolosi criminali della galassia e guadagnarsi da vivere. La loro è una vita monotona vissuta alla giornata, che viene colpita da una ventata di aria fresca quando al gruppo si aggiungono il Welsh Corgi Pembroke iper-intelligente Ein, la sensuale truffatrice indebitata fino al collo Faye Valentine e la geniale hacker Radical Edward. La brigata si troverà dunque ad affrontare un gran numero di casi, spesso dall'esito deludente, ma che inizieranno a far riemergere il loro passato oscuro e pieno di ombre. Ed è proprio il passato dei protagonisti, che riaffiora a poco a poco, a tessere il filo conduttore di un'opera dalla forte impronta filosofica, che ci introduce a temi delicati vissuti diversamente dai nostri protagonisti.

Attenzione: questa parte contiene spoiler

Primo su tutti Jet Black, il comandante del Bebop e il primo a fare i conti con il proprio passato. Ex-poliziotto, che ha finito per diventare cacciatore di taglie in seguito ad un "incidente" che gli ha procurato una vistosa cicatrice sull'occhio destro e la perdita del braccio sinistro che ha sostituito con uno metallico. Un uomo che credeva nell'amore e nell'amicizia e che è stato brutalmente tradito, prima dal collega di lavoro e poi dalla compagna, che lo ha abbandonato lasciandogli come unico ricordo di sé un orologio da tasca. Jet conserva con affetto l'oggetto nonostante non funzioni più, forse con la speranza che le lancette inizino a girare in senso antiorario in modo da potergli restituire i giorni perduti, ma questa altro non è che una vana speranza. Eppure, durante uno dei suoi casi finalmente la incontra di nuovo e solamente dopo averla rivista per un’ultima volta e aver capito il motivo per cui lei lo aveva lasciato, Jet riesce a liberarsi da queste catene che da troppo tempo lo tenevano legato. Il lancio a mare dell'orologio è la scena che sancisce il superamento del passato.

Poi c'è Faye Valentine, la sensuale giocatrice d'azzardo che, per motivi inizialmente a noi sconosciuti, è indebitata fino all'osso e perseguitata dai creditori. Faye è esuberante e presuntuosa, nonché egoista fino al midollo e questo la porta a scontrarsi sul piano caratteriale con Spike e Jet. Abituata ad abbandonare prima di essere abbandonata, si rende conto ben presto di essersi affezionata a questi due, che in questo mondo rappresentano l'unica famiglia che abbia mai avuto o meglio di cui abbia ricordo. Sul passato di Faye, infatti, aleggia un aria di mistero molto fitta, perché di quando era adolescente non ricorda nulla. Il passato comincerà a riaffiorare alla mente, nel momento in cui le viene recapitata una videocassetta di cui, la lei negli anni dell'adolescenza è il soggetto il principale. Questo le provoca un forte turbamento interiore, tant'è che decide di abbandonare il Bebop per andare alla ricerca del suo passato, che una volta ritrovato risulta essere più doloroso del previsto. Di quel poco che ricorda, non è rimasto nulla, e la speranza di poter sapere di più sul passato, fa posto ad una forte sensazione di solitudine e tristezza. A questo punto però dopo avercela messa tutta per perseguire il proprio obiettivo, Faye è pronta a lasciar andare il passato per poter tornare con la mente al presente e all'unica famiglia che riconosce come tale, la brigata del Bebop.

Infine, Spike Spiegel, ex-affiliato del Red Dragon che ha deciso di abbandonare il mondo della criminalità organizzata, per dedicarsi alla nobile arte del cacciatore di taglie. Un uomo che ha tagliato i ponti con il proprio passato dopo esser stato tradito dalla donna amata. Spike è la figura perfetta dell'antieroe solo e rassegnato, che vive alla giornata senza preoccuparsi del suo futuro e che ritiene di essere già morto e di star vivendo un sogno. Ma come per gli altri compagni di brigata il passato torna a galla e quando quest'ultimo bussa alla sua porta, lui non può far altro che aprirgli. Gli incontri con Vicious prima e Julia poi, lo invitano ad una definitiva resa dei conti, conscio che solo dopo essersi divincolato da questa morsa che lo tiene stretto potrà sentirsi veramente libero. L'incontro con Julia è di grande impatto emotivo per i due e la confessione del tradimento e del suo motivo da parte di lei, nonché la sua dichiarazione d’amore rappresentano per Spike una grande liberazione e allo stesso tempo motivazione per lo scontro decisivo con Vicious. Lo scontro è la dimostrazione lampante di come egli sia ancora vivo e alla fine con quel sorriso beffardo stampato in volto finalmente giunge per Spike la tanto agognata libertà.

Fine parte contenente spoiler

Cowboy Bebop è un capolavoro assoluto, per i temi trattati e la forte nota filosofica, matura, psicologica ed esistenzialista che riflette sia gli attimi migliori che quelli peggiori della vita di cinque individui sperduti. Tecnicamente è perfetto sia per le animazioni sublimi di Toshihiro Kawamoto che riescono a rendere quest'opera perfettamente al pari degli anime d'azione dei giorni nostri, se non addirittura superiore, sia per le musiche favolose, di stampo prettamente jazz e blues, che accompagnano sia le scene action che quelle introspettive dell'anime. Tutto ciò, contribuisce a rendere Cowboy Bebop un capolavoro dell'animazione giapponese.

Insomma, se non lo avete ancora visto, recuperatelo al più presto possibile.


 1
Greenhouse

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9,5
Partiamo da un presupposto deciso, che potrebbe affossare sul nascere l'opera di Watanabe: non sono un amante delle serie ad episodi autoconclusivi. Perché allora "Cowboy Bebop" mi è piaciuto così tanto? I motivi sono molteplici. Andiamo con ordine.

Essendo per la maggior parte, come detto, episodi autoconclusivi, la trama non è chissà quanto intrecciata o ricca di colpi di scena nel vero senso del termine. "Cowboy Bebop" racconta la storia di due (poi tre, poi quattro) cacciatori di taglie, entrambi con un passato misterioso agli occhi dello spettatore, che rivelerà la sua tragicità nei (pochi) episodi che sviluppano la trama orizzontale. La magnificenza di quest'opera risiede qui: la scrittura dei personaggi, semplicemente perfetta. Il protagonista, Spike, non è un eroe, non è un cattivo, non è nemmeno un antieroe: è semplicemente una persona che, con i suoi pregi e i suoi difetti, si guadagna da vivere. Nessuno è come Spike, nessuno lo sarà mai. Il suo passato ha un forte legame con quello dell'antagonista della storia, se così si può chiamare; legame che crea un dualismo nitido e distinguibile pur rimanendo nell'ombra per quasi tutti i 26 episodi.

Ma la maestria del regista sta anche nella scrittura dei personaggi ultrasecondari (quelli che si vedranno per un solo episodio). Intendiamoci: non tutti gli episodi sono della stessa fattura. Alcuni sono abbastanza monotoni, altri belli ma non eccelsi. Tuttavia la qualità media è di livello altissimo, a cui hanno contribuito anche gli scenari mozzafiato che si scorgono in ogni puntata.

Forse, un difetto riscontrabile è quello di aver dato poco spazio alle spiegazioni scientifiche: ad esempio, il fatto che sui satelliti di Giove si possa girare tranquillamente senza protezioni e che addirittura si possa prendere il sole potrebbe far storcere il naso a qualcuno, o comunque che ciò venga mostrato senza il minimo accenno di spiegazione che renda la cosa plausibile. Queste sono, sostanzialmente, bazzecole in confronto all'immensità emotiva che l'opera farà provare allo spettatore. "Cowboy Bebop" fonde con successo fantascienza, western, noir, romanticismo, esistenzialismo e tanti altri temi senza rendere la cosa mai, neanche lontanamente, forzata.

Tutti, anche chi non è appassionato di anime, dovrebbero vedere "Cowboy Bebop".

See you, space cowboys. You're gonna carry that weight.


 2
Alboomoffamily

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Anime geniale. Shinichiro Watanabe sforna un'opera d'arte che acquista valore di anno in anno, risulta più attuale adesso rispetto al 1998.
"Cowboy Bebop" racconta la società odierna attraverso un opera futuristica. Mischia egregiamente diversi stili di regia. Fonde episodi esilaranti caratterizzati da un'ironia tagliente, ad altri malinconici, drammatici, thriller... e tanto altro ancora, il tutto con un'infinita tecnica di base. Abbina citazionismo cinematografico a riflessioni profonde, che spingono lo spettatore ad analizzarsi e analizzare la realtà che lo circonda.
Il sonoro è in sintonia con il disegno estremamente espressivo dei personaggi.

Il protagonista è Spike, la sua evoluzione si percepisce a piccole e giuste dosi in ogni puntata. Tutti i componenti del Bebop hanno in comune un legame con il passato ed il suo peso, affrontato in modo diverso da ognuno di essi.
I personaggi secondari, che secondari non sono, vengono sviluppati magistralmente e con il giusto spazio all'interno della serie.

Le ultime tre puntate inseriscono obbligatoriamente la serie nell'olimpo dell'animazione nipponica.
Appena finita, vi mancheranno come se fosse stati parte del Bebop, e il giorno dopo ancora di più...

See you space cowboy!


 1
Franzisko

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
L'anime è un potenziale pieno di promesse... solo che non sono state mantenute e sfruttate. È formato da 26 episodi, ma potevano essere la metà poiché è strutturato in accadimenti auto-conclusivi.

I personaggi Spike, Jet, il cane Ein, Faye e Ed, sono "cowboy" a bordo sull'astronave Bebop e cacciatori di taglie, sono ben caratterizzati e funzionano molto bene, solo che il loro conflitto è di natura interiore e riguarda il loro passato.

È troppo sottile la linea di demarcazione e gli sceneggiatori si sono persi in tante avventure dove in pratica non hanno raccontato nulla dei personaggi protagonisti, concettualizzando le tematiche che potenzialmente potevano scaturire se davano un filo conduttore più netto. Per carità le puntate scorrono (non sono noiose), il comparto grafico è gradevole e le musiche sono meravigliose, ma la storia zoppica, dopo un po' ti chiedi: "ma dove andranno a parare?"
Fin dal mito una buona struttura narrativa ha degli elementi caratteristici, tra cui un obiettivo ed un conflitto, magari incarnato da un'antagonista, che rendono il racconto avvincente ed incollano lo spettatore rendendolo curioso con un "e poi cosa succede?"

Purtroppo mancano dei pezzi che dovevano affiancare il conflitto interiore dei protagonisti: manca l'antagonista reale contro cui lottare per poter dare più profondità alle "questioni irrisolte" del passato. Peccato perché potenzialmente c'è tutto (anche troppo), comunque sia risulta gradevole da vedere e se la sceneggiatura non è tra le vostre priorità potrà anche piacere.


 2
Shura94

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7,5
Ho cominciato la visione di questo anime spinto dalle ottime valutazioni complessive. Dal punto di vista tecnico lo trovo sicuramente un ottimo anime: specialmente il comparto sonoro è tra i punti di forza di quest'anime. Dal punto di vista grafico, inoltre, considerando che è un prodotto di fine anni '90, lo trovo ben realizzato. Ma il vero punto debole di questa serie è la trama.
Infatti, seppur i personaggi presentati sono ben caratterizzati e iconici, il procedere degli eventi in alcuni episodi risulta molto noioso. Diversi episodi possono considerarsi filler, nel senso che non aggiungono niente alla trama ma servono esclusivamente a caratterizzare i personaggi. Il risultato è una trama debole che presenta personaggi ben caratterizzati, che sputano fuori belle sentenze, ma che non mi hanno lasciato più di tanto. A tratti, il modo di narrare le vicende mi ha ricordato vari episodi de "Le Avventure di Lupin", dove quasi ogni episodio risulta auto-conclusivo e non fa altro che caratterizzare i personaggi. Entrambe le serie sono di genere azione e poliziesco, ed entrambe alternano contenuti comici e a tratti drammatici. Consiglio la visione a chi apprezza quegli anime in cui la trama passa in secondo piano e si punta esclusivamente a personaggi ben caratterizzati in episodi per lo più auto-conclusivi.
Voto Complessivo: 7,5 (il comparto sonoro è da 9).


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Law2003

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
Ho appena finito di guardare Cowboy Bepop, onestamente mi aspettavo di meglio visto il gran numero di recensioni con voti molto alti.
Purtroppo i primi 22 episodi scorrono, a tratti, molto lentamente e sembrano essere presenti varie scene "filler", invece negli ultimi quattro vengono rappresentati momenti più malinconici, riflessivi e interessanti.
Un'altra pecca dell'anime sta nel non aver raccontato la storia in modo più dettagliato, vengono solo inseriti dei piccoli flashback che ti fanno capire leggermente cosa stia accadendo realmente. Però ha anche dei punti forti, come la caratterizzazione dei personaggi, è davvero ottima, poi c'è anche da dire che le OST sono belle, sono ben elaborate.

Utente28606

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Utente28606

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
Shin'ichirō Watanabe, nel 1998, per la Sunrise dirige "Cowboy Bebop". Ventisei episodi, come da consuetudine, più un film. È probabilmente una delle serie di più successo degli anni Novanta. Come è noto la serie ha sofferto però del clima di censura post-"Evangelion", perciò non tutti gli episodi sono andati in onda nella trasmissione televisiva originale. Una situazione parodiata dallo stesso Jet della serie nelle anticipazioni di varie puntate.

La trama quindi non ha bisogno di presentazioni. Tutti sanno dei cacciatori di taglie e della ciurma del Bebop. La ciurma riprende ovviamente "Lupin III". Spike è un personaggio, se proprio vogliamo chiamarlo così, molto simpatico. Forse uno dei miei preferiti. È molto affascinante. Sciatto, sì, ma elegante, annoiato, nichilista, a suo modo fedele e affezionato, testardo e cosciente di quello che fa. In molti episodi si lancia in missioni pericolose mostrando sprezzo per il pericolo. Julia risulta simpatica e funzionante, perché mero simbolo di una Anima junghiana in rotta di collisione con se stessa. È stata una gran mossa quella di non darle grande spazio, visto che le sue battute si contano sulle dita di una mano. Ovviamente non si può comprendere Spike senza Julia. Mi piace molto il tocco filosofico, o forse semplicemente rassegnato, di Spike. Con un occhio vede verso il passato. Una sorta di James Bond esistenzialista, che ha fatto il proprio corso ed è cosciente della propria metaforica o letterale collisione. Spike è uno Shinji che ha trascinato troppo la decisione del Perfezionamento. Mi ricorda, anche se solo un po', quello che Nietzsche definì l'ultimo uomo: la specie più insidiosa e astutamente nichilista di essere umano. Spike è all'insegna della rinuncia, della negazione e della rassegnazione. Non è affatto un superuomo, né aspira ad esserlo. Ma non credo sia alienato. Il finale sembra concludere magistralmente il suo percorso e quello di Vicious. Un finale che ricorda, se mi è concessa una analogia, quello di una grande tragedia. In Spike, a differenza degli altri eroi rassegnati e stanchi di fine millennio, non c'è introspezione. Anche nella famosa scena della cattedrale non si parla di introspezione. Dare tridimensionalità a Spike significherebbe tradirlo – esattamente come la sua Anima Julia, che, semplicemente, non nasconde niente. Il fascino del suo personaggio sta proprio in questo: è una sottiletta, una pozzanghera. Come ogni pozzanghera sembra profonda, soltanto perché sporca e opaca. Spike è, in altri termini, un non-personaggio. Mi piace paragonarlo, più che a un protagonista, a Rei Ayanami. Naturalmente le differenze sono tantissime. Ma in loro c'è la stessa, chiamiamola così, consapevolezza. Non so se possa essere considerata amara, sinceramente. Non sono nella testa di Watanabe. Ma è come uno straniero in terra straniera, per citare il titolo di un romanzo di Heinlein. O, semplicemente, lo straniero. Che sia di Camus o di Twain. Spike è straniero rispetto a se stesso, certo. Ma è straniero rispetto al concetto stesso di coscienza. Nonostante sembri sempre rompere la quarta parete, in realtà non parla mai al pubblico ed è una splendida cassa vuota. Quella di una chitarra magari, in una serie in cui è così importante il comparto sonoro. In altre parole è incosciente, nel vero senso della parola. Non ha coscienza. Egli è strumento di un bebop che, semplicemente, lo divora. Sembra distaccato. Ma non credo sia la definizione adatta. Lo fa apparire in qualche modo senza necessità di profondità. Ma, e parafraso le parole di Hayashibara per Rei Ayanami, in realtà Spike ha sentimenti.
Ci vuole molto coraggio per creare un non-personaggio, ancora di più di un personaggio. Watanabe e gli altri sono stati dei maestri in questo. Credo che l'essenza di Spike sia racchiusa nella scena in cui, con il suo solito sorriso sprezzante, dice di non apprezzare le donne e i gatti. E neanche i cani, in verità. Il suo è il sorriso tipico del non-personaggio. Lo stesso di Rei del sesto episodio. Forse anche in questo vedo qualcosa di Nietzsche. Misoginia e ailurofobia a parte, in quel frangente Spike dice chiaramente di non apprezzare gli altri personaggi della serie: Jet, il Black Dog, ed Ein sono i cani, mentre Faye è la gatta ed Ed è la donna. Con questa frase Watanabe fa capire che Spike, se proprio ha radici, non le ha nella narrazione. Lui ha gli occhi fissi su un obiettivo che non è la narrazione, come Kaji di "Evangelion". In tutta la serie lui sembra al di sopra degli eventi. Gli altri membri della ciurma del Bebop sono indiscutibilmente presenti, a partire da Jet. Spike non è incomunicabilità. Parafrasando il nichilismo ontologico di Gorgia, il punto non è l'Incomunicabilità di Spike, ma la sua Assenza. E ho detto che il finale sembra concludere il suo percorso, sottintendendo che non è realmente così. Sia perché in Spike non c'è un vero percorso, almeno nel senso tradizionale del termine, e sia perché il suo pseudo-percorso, come Rei, è concluso già da molto tempo. Certo, c’è l'elemento della profezia dell'indiano e della metafora della sabbia, che sembra dargli l'aria di un Edipo o un Oreste giapponese, ma neanche questo centra in nuce il cuore di Spike e la sua essenza. Come dicevo, la coscienza è una prigione, come in tutte le grandi opere degli anni Novanta. Mi verrebbe da dire in un primo momento che il non-percorso di Spike si concluda proprio nella scena della vetrata. Chiunque lo penserebbe. Ma in realtà il suo percorso si conclude nel primo episodio, quando vede Katerina morire nel silenzio dello spazio aperto. Quasi due nuovi Amuro e Lalah Sune.
Dico questo perché altrimenti non si riesce a capire tutto il fascino della dicotomia Spike e Jet. Che in realtà è dicotomia fra Spike e Ed, Spike e Vicious, Spike e Faye, perfino Spike e Ein e Spike e "Cowboy Bebop". Non è semplice Io e non-Io. Qui c’è in gioco qualcosa di più profondo. In un certo senso Spike è, più che antieroe, il vero antagonista di "Cowboy Bebop" e della propria interiorità. Molto meglio di Vicious, che ho trovato sinceramente un brutto personaggio dal pessimo design. E credo che, riprendendo questa volta un triste pensiero di Hideaki Anno su Rei, con la morte di Katerina nel primo episodio finisca anche "Cowboy Bebop", almeno in quanto storia. "Coyboy Bebop", come narrazione, finisce quando l'Assenza di Spike diventa palese. "Cowboy Bebop" e Spike sono Assenza, e fanno del "nulla esiste" un arte: e non è facile. Katerina che si dissolve nello spazio è la narrazione di "Cowboy Bebop" che si disintegra sotto il peso della propria stessa gravità, anche qui in rotta di collisione con se stessa. Credo che il viso di Spike in quella scena sia, in un certo senso, la prigione della coscienza, come direbbe Manabu Tsuribe, e la sua liberazione. In tal senso il rosone rotto del quinto episodio è già un orpello inutile.

Jet è molto simpatico. La sua voce è quella della Grand Narrative. E in lui vedo degli ideali ormai al tramonto. Da grande fanatico dei cani non potevo non apprezzare Ein, che per di più è di razza Corgi. Ed mi sta simpatica. La sua personalità autistica però, devo dire, stona con la serie. Non tanto perché lei è completamente innocente in un mondo, se non spietato, cinico. Ma perché, più semplicemente, troppo personaggio. In lei c'è troppo, per "Cowboy Bebop", o qualunque serie. La vedo sprecata, ma la vedrei sprecata in qualunque serie probabilmente, tanto è grandiosa come personaggio e persona. Faye, a tratti simile a Misato Katsuragi, alla perenne ricerca di una memoria cancellata, è la Tarō Urashima di fine millennio. Memorabile la scena in cui si separa da Spike. Una scena che però soffre di troppa melodrammaticità e lunghezza, per i miei gusti. Rompe il sacro silenzio dello scontato, per me. Simpaticissima VT, fanatica dell'heavy metal. Carina ma non memorabile la storia di Rocco Bonnaro.

Passiamo ora all'aspeto puramente fantascientifico. Discrete le descrizioni dei vari pianeti. Ho apprezzato, in particolare, la rappresentazione dei satelliti di Giove: freddi come la Siberia e con figure androgine dalla dubbia professione che ammiccano per strada. Sul comparto tecnico, come dicevo, abbiamo una buona regia e, soprattutto, splendide animazioni. Un lavoro ben fatto, che non sarebbe stato possibile senza l'apporto e la collaborazione di diverse società. Non ho apprezzato molto, diversamente da altri, il comparto sonoro. Personalmente trovo il blues, i Led Zeppelin e gli altri gruppi citati molto sopravvalutati e datati rispetto ad altre band andate molto, molto avanti. Piuttosto ironico che ritrovi la stessa cosa per la serie e i suoi coevi parenti.

Per quanto riguarda gli episodi però, ecco che il cavallo casca. La trama poteva essere gestita molto meglio, e più di un frangente ho sentito della noia. Ho fatto molta fatica a vedere la serie. Non c'è una puntata memorabile, una scena particolare, un episodio che spicca rispetto agli altri. Trascurabili molte sottotrame che si vengono a creare. Incluso il confronto fra Vicious e Spike, che solo negli episodi finali assume tinte veramente drammatiche e serie. C'è l'episodio con una ciurma del Bebop alle prese con dei fughi allucinogeni. L'episodio con il Cowoby e il suo cavallo pazzo, con tanto di lotta finale su un grattacielo. Oltre al banale Vicious poi abiamo Pierrot le Fou, un serial killer psicopatico a metà fra Joker e il Pinguino di "Batman", in un episodio splendidamente girato ma banalissimo. Riflessioni degne di nota invece sono presenti nel ventitreesimo episodio. In questa puntata appare una setta religiosa chiamata Scratch. C'è chi ha visto nella setta e nel suo fantomatico fondatore, il dottor Londes, una parodia della religione e, più in generale, dei grandi sistemi del passato che tentano di dare una risposta a una vita insensata di suo. Certo, questo è vero. La stessa serie lo suggerisce. Ci vedo però io, se mi è concesso, una parodia di Aum Shinrikyō. Forse anche degli otaku in generale.

Un anime che mi ha lasciato con l'amaro in bocca, onestamente, che non mi ha fatto né caldo e né freddo e mi ha lasciato una spiacevole sensazione di neutralità. Un vero peccato. Ma il comparto tecnico, lo spirito anni Novanta e una certa dose di cinismo gli danno giusto qualche spallata in più. Alla fine, mi pare, "Cowboy Bebop" è come il suo non-protagonista Spike. E il suo destino è lo stesso: l'anonimato. Ma lo voglio premiare comunque per quella memorabile scena del primo episodio e, appunto, per essere comunque il frutto di una splendida e florida annata per l'animazione nipponica. Di cui, a conti fatti, non è il titolo più illustre.

DarkSoulRead

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8,5
“Non devi temere la morte, è un'insonne compagna che non tradisce. Nel momento in cui si avvicina, quando al suo cospetto il sangue gela nelle vene, sappi che essa non fa altro che proteggerti dolcemente”.

Dagli anni '80 agli anni '90 l’animazione giapponese ha subito un’importante mutazione, sia a livello strutturale che narrativo, soprattutto per quanto riguarda le numerose opere di fantascienza. Perché se i robot stanno agli anni '80 come i Pokemon stanno ai 2000, e se a quei tempi tutto (o quasi) ciò che di fantascientifico usciva aveva a che fare con i mecha, nella decade successiva le cose iniziarono a cambiare. Nei primi anni novanta (già verso la fine degli '80 in realtà) i soliti robottoni cominciarono pian piano a lasciar spazio all’introspezione di personaggi dalla profonda demarcazione psicologica, più congrui a trame complesse che spaziavano dal mistery al fantapolitico, in scenari postapocalittici decisamente più futuribili rispetto a quelli a cui eravamo stati abituati.
Opere come «Akira» (1988), «Ghost in the Shell» (1995), e soprattutto «Neon Genesis Evangelion» (1995) opera simbolo ibrido tra “il vecchio” e “il nuovo”, possono ritenersi cruciali per questo sviluppo.
Nel pieno fiorire di uno dei più interessanti rami evolutivi della storia dell’animazione giapponese, dal fervido estro di un ispiratissimo Shin'ichirō Watanabe, precisamente nel 1998, nasce «Cowboy Bepop».

Nel 2021 l’esplosione di un gate sperimentale danneggia la Luna, causando la caduta di enormi meteoriti che rendono inabitabile il pianeta Terra. L’uomo colonizza il sistema solare migrando sugli altri pianeti: Marte, Venere, Ganimede. Spike Siegel, ex membro di una spietata organizzazione criminale di Marte denominata Red Dragon, e il suo socio Jet Black, un austero omone senza un braccio, viaggiano per lo spazio alla ricerca di criminali come cacciatori di taglie a bordo della loro astronave: il Bepop. Ai due si aggiungono il cane Ein (un Welsh Corgi iper-intelligente), la prosperosa Faye Valentine di "fujikiana" memoria, e Radical Edward “Ed” ingegnosa ragazzina hacker.
Durante le loro avventure i protagonisti dovranno fare i conti con le eco di un passato infausto e doloroso, le cui porte ancora aperte rendono colmo di rassegnazione il presente e denso d’oscurità il futuro.

Lo stile narrativo a struttura episodica aiuta a mantener sempre in ritmo una storia altrimenti snella e poco elaborata, con la trama che preserva una certa densità nel proseguire degli episodi seppur venga svelata a piccole dosi e principalmente da onirici flashback, grazie anche alla brevità complessiva della serie (26 episodi).
D’altro canto alcune puntate, seppur figlie di una brillante idea di base, restano esercizi di stile fine a se stessi, slegati da quello che l’opera vuole essere nel suo disegno finale (come l’episodio 11). A supportare la struttura narrativa è un cast di personaggi di tutto rispetto, il cui misterioso passato diventa il “fil rouge” che li unisce.
Spike Siegel, le cui malconce sigarette ricordano quelle di Jigen, è un protagonista atipico magnificamente tratteggiato. Il trascorso tormentato, e il nobile e incessante amore che nutre per la donna della sua vita Julia, di cui ha ormai perso le tracce, vanno in armonica antitesi con una personalità spesso cinica e opportunista, facendolo oscillare in un sottile filo tra eroe ed antieroe. “Guardami gli occhi: il destro è artificiale, quello vero l'ho perso in un incidente. Da allora con l'occhio sinistro registro il presente, mentre con il destro ricordo il passato; mi ha insegnato che non sempre ciò che è visibile corrisponde alla realtà”.
Se Spike il passato non riesce a dimenticarlo, l’incallita fumatrice (anche lei) col pallino del gioco d’azzardo Faye Valentine, ha perso la memoria dopo un terribile incidente a seguito del quale è rimasta ibernata per oltre 50 anni.
Evento che l’ha resa particolarmente fragile, tanto da portarla a nascondere le sue debolezze dietro ad un’imperscrutabile maschera di arroganza. Dimenticare e ricordare, altra antinomia simmetrica, stavolta narrativa.
Meritevoli di menzione anche i comprimari, studiati ad hoc per esprimere al meglio il proprio potenziale all’interno di una composizione autoconclusiva. Come l’eccentrico Andy Von De Oniyate, cowboy casinista che utilizza un improbabile slang americanizzato, la cui maturazione dopo l’incontro con Spike è rappresentata dalla mutazione del suo gimmick a fine puntata, da cowboy a samurai. Che nell’indecifrabile mente di Watanabe balenasse già l’idea di «Samurai Champloo»?
Meno convincente il main villain Vicious, il cui chara ha ispirato a Sephiroth di «Final Fantasy VII», il quale entra in scena troppo poco per riuscire a bucare lo schermo.

Nonostante la storia aneli a una certa maturità fornendo a tratti ottimi spunti di riflessione, l’intreccio risulta di per sé piuttosto sterile, non portando di fatto nulla di particolarmente innovativo.
Non sono stati infatti fattori come la trama o il background dell’universo narrativo a rendere «Cowboy Bepop» un anime di incommensurabile valore, ma piuttosto il suo “stile”.

Un “western” spaziale jazzato, amalgama insolita di abbacinante bellezza.
L’ambientazione sci-fi è bagnata da un alone noir, a metà tra «City Hunter» e «Blade Runner»; il mood, che a tratti richiama l’humour di «Lupin III», va in perfetto contrasto con una sottotrama cupa e violenta, permeando la serie di un'atmosfera piuttosto singolare, capace di affascinare da subito lo spettatore. Le scene d’azione intrise di brio e teatralità si susseguono a dialoghi brillanti e nichilisti “Non è stato Dio a creare l’uomo, ma l’uomo a creare Dio”. Passando da momenti riflessivi a sequenze di puro e grottesco pulp tarantiniano, in cui densità e rarefazione si alternano armoniosamente, rendendo «Cowboy Bepop» un prodotto estremamente trasversale, catalogabile in più generi, dal poliziesco alla fantascienza.

Il contesto inscenato è abbastanza realistico, non vi sono alieni o armi ai raggi laser, in linea con “l’umanità” dei personaggi. Gli idiomi di «Cowboy Bepop» si specchiano nei dettami tipici del cinema, grazie ad una semantica autoriale che spesso ricorda più i film d’essai che non le serie animate; lo si vede dai dettagli, come quando Spike girato di spalle, tra lo stupore di una Faye armata, le consiglia di abbassare l’arma avendo visto la pistola della donna dal riflesso di un bicchiere. L’avanguardista veste grafica avvalora combattimenti che mirano all’estremizzazione della spettacolarità visiva e immortala magistralmente sequenze sbalorditive, come lo scontro con Vicious nella cattedrale.
Numerose le influenze e i riferimenti: da Kurosawa a Sergio Leone, da «Star Wars» a «Sin City», da «The Crow» a «Daredevil», da «Blade runner» a «Lupin III» appunto. E poi le infinite citazioni musicali, si omaggiano dai Rolling Stones ai Guns N’ Roses, sfumando dai rockeggianti combattimenti al blues della malinconia.
Proprio la musica gioca un ruolo fondamentale, il titolo di ogni puntata è un portmanteau tra un genere musicale e un termine astronomico, spesso richiamante il nome di qualche brano occidentale. Encomiabile il lavoro svolto dai The Seatbelts, band creata sul momento da Yoko Kanno esclusivamente per lavorare alla colonna sonora della serie, che ci delizia con delle OST (tra cui «Green Bird» e «The Real Folk Blues») da hall of hame; si passa dal pop al metal, dal jazz al blues, per far sì che ogni momento abbia la giusta cromatura nella vasta gamma di sfumature che «Cowboy Bepop» vuole proporre.
Il tutto cucito in uno sfarzoso arazzo di musica e immagini dalla visionaria regia di Watanabe, per una coesione artistica che va oltre l’eccellenza di un comparto tecnico sontuoso.
Menzione d’onore per il doppiaggio italiano, che si mantiene su livelli altissimi.

Il finale, istrionico e struggente, cala magnificamente il sipario su un’opera tanto pop quanto lirica, innalzando la serie al pantheon dei masterpieces. Purtroppo manca un collante alle puntate “filler” e l’effettivo canovaccio narrativo copre soltanto 6-7 episodi, rendendo i restanti soltanto riempitivi, seppur di pregevolissima fattura; «Cowboy Bepop» non è un prodotto esente da difetti e se la fusione tecnica tra musica e immagini ha dell’incredibile la sceneggiatura non è altrettanto miracolosa; un po’ per scelta dell’autore un po’ per tangibili buchi di trama vi sono alcuni “Black Hole” narrativi che lasciano spazio speculativo allo spettatore.

Watanabe al suo primo lavoro da solista alla regia mostra un naturale talento indomito e narcisista, così sfavillante da farlo imporre tra gli autori giapponesi che maggiormente hanno segnato l’era post-moderna.
Il regista prende gli stilemi di «Lupin III» li raffina imborghesendoli con un velo di filosofia, ci mischia «2001: Odissea nello spazio» con una grattata di Sergio Leone e, in un processo di rielaborazione quanto mai arcano, ne cava un prodotto originale come «Cowboy Bepop».
Una serie cult, uno dei capolavori degli anni '90, da vedere e rivedere, possibilmente in momenti di vita e stati d’animo diversi, così da comprenderne a pieno tutte le sfaccettature.

“See you space cowboy”

Utente109323
Utente109323

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9,5
Shinichiro Watanabe e lo studio Sunrise confezionano una delle serie più belle e importanti della storia moderna dell'animazione giapponese. "C'era una volta un gatto, un po' speciale" racconta il cacciatore di taglie Spike Spiegel alla ladra Faye, in uno dei momenti più toccanti dell'intero anime, racchiudendo in una sola frase tutto lo spirito dell'opera. Watanabe la costruisce esattamente così: con l'andamento di una fiaba noir fantascientifica, che alterna momenti di pura poesia ad altri action di violenza spietata, ma sempre con l'intenzione di raccontare una storia, alla quale se ne affiancano tante altre con altrettanti protagonisti, che, episodio dopo episodio, costruiscono un micro-universo narrativo fatto di regole ben precise.
A tenere unite le varie trame, il "gatto" Spike, alla costante ricerca di un qualcosa che dia senso alla sua vita, ma che si svelerà allo spettatore passo dopo passo e solo nel potentissimo e indimenticabile epilogo che tutt'oggi resta capace di commuovere i nuovi spettatori. A ben vedere tutti i personaggi sono caratterizzati dal tema della ricerca, che sia la memoria perduta, una donna amata nel passato o più semplicemente un posto nel mondo; Watanabe ha l'accortezza e la sensibilità di sottolineare quella che è in fondo l'ambizione di tutti gli esseri umani: il costante inseguimento di uno scopo, di un obiettivo, che sappia risvegliare in noi una volontà di rivalsa, nei confronti di un'esistenza che troppo spesso ci mette in ginocchio con i suoi imprevisti.
Anche in questo generale sconforto però, i personaggi del Bebop sanno essere esemplari: le avversità si affrontano a testa alta e forse persino un destino già scritto può nascondere ancora delle sorprese inaspettate. In fondo, sotto la patina occidentale, batte sempre un cuore che affonda le proprie radici in una morale tutta orientale.

In un momento storico come la metà degli anni '90, in cui la serialità orizzontale, rappresentata dal seminale "Evangelion", iniziava a mandare definitivamente in pensione la struttura episodica caratteristica delle produzioni animate del decennio precedente, "Cowboy Bebop" si pone in netta controtendenza: pochi e sporadici episodi collegati fra di loro che portano avanti la trama, per tutto il resto brevi puntate autoconclusive. Se ad una prima rapida occhiata tutto questo genera profonde perplessità, una volta visionata l’opera per intero è impossibile non accondiscendere con la scelta del regista: Watanabe dimostra di essere un grandissimo conoscitore dei tempi narrativi e di come questi si possano interfacciare con l’altro cardine di tutta la produzione Bebop, la musica. Non solo i titoli degli episodi rimandano a brani celeberrimi di pezzi occidentali, ma l’intera struttura dell’anime rispecchia quella che è una partitura musicale. Densità e rarefazione sono le parole d’ordine per la comprensione di un canovaccio narrativo che alterna momenti di concentrazione della trama principale ad altri ben più rilassati di distensione del racconto, in un ritmo (parola quanto mai appropriata) che incede a volte frenetico, a volte solenne.
Da regista con grande gusto cinematografico a maestro di un’orchestra di immagini che ha il compito di tenere sempre lo spettatore attento a ciò che scorre di fronte ai suoi occhi, Watanabe ha maniacalmente curato ogni aspetto della sua creazione, con il prezioso contributo della compositrice Yoko Kanno e dei suoi Seatbelts, artefici di una colonna sonora memorabile, la migliore mai ascoltata in un anime, che spazia dal jazz al rock al soul: una sequenza di brani già classici (dalla frenetica opening “Tank” fino a “The real folk blues”, amara e graffiante) che si integrano alla perfezione con le sequenze cui sono abbinate, creando in certi casi dei sorprendenti videoclip musicali.
A sostenere l’immane lavoro registico ci pensa anche un comparto artistico di tutto rispetto, che non cede mai il passo ad animazioni scadenti: il character design, debitore di un certo tipo di estetica che rimanda a “Lupin III”, propone personaggi tutti diversificati fra loro seppur con tratti simili. Vette di assoluta eccellenza riguardano anche gli elementi di contorno come sfondi e velivoli, tutti realizzati con la massima cura per creare un effetto di tangibilità percepibile.
E tangibili sono anche gli stessi personaggi, caratterizzati in maniera superba, che altrettanto come la trama principale si disvelano agli occhi dello spettatore nelle loro sfaccettature puntata dopo puntata; con una menzione particolare ovviamente per l’equipaggio del Bebop, i cui membri sono ormai tra i più iconici della cultura pop: il taciturno Spike, Il burbero Jet, Faye bella e letale, l’hacker Ed sono tutti figli di un recupero di alcuni cliché tipici non solo delle produzioni giapponesi ma anche di opere occidentali che Watanabe ricicla e reinterpreta, donandogli nuovo appeal e fascino, perfetti per una storia che fa del sapiente riutilizzo di situazioni narrative uno dei suoi punti di forza, in pieno stile post-moderno.

Qualunque sia il vostro gusto in fatto di animazione, sarà impossibile non apprezzare l’assoluto livello di pregio che “Cowboy Bebop” raggiunge e che lo pone di diritto fra le serie più importanti di sempre, un vero unicum irripetibile all’interno della sua categoria, frutto di uno sforzo congiunto e di una sinergia fra le varie parti che ha dell’incredibile.
Se siete ancora fra i pochi a non averlo visto, fatevi un favore.


 1
Ilmaji

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8,5
E' un western spaziale: credo non serva aggiungere altro. I personaggi sono costruiti benissimo, con personalità molto diverse e molte sfaccettature che li rendono unici. Le navi spaziali usate sono molto belle e con un lieve senso di decadenza che apprezzo moltissimo. La storia in sè è abbastanza bella e ben costruita, non ci sono colossali buchi di trama e eccessive cose che fanno storcere il naso. La parte di costruzione delle città e delle spazio è realizzata molto bene così come sono costruiti benissimo tutti i combattimenti e le parti di viaggio "interstellare".
Se si amano i western non è possibile non amare questo anime.


 1
lutteb

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Questa recensione contiene spoiler
Partiamo già dal presupposto che il genere trattato in "CowBoy Bebop" è uno dei miei preferiti, infatti adoro molto gli anime che parlano di cacciatori di taglie, delle loro avventure cercando di catturare i criminali in continue sparatorie; e non mancano le similitudini con "Lupin".
"Cowboy Bebop" ti fa immergere già dal primo episodio in mondo sci-fi, dove non mancano le ambientazioni anni 70/80, ìn cui ci si può immergere in un'atmosfera blues.
"Cowboy Bebop" è un anime che racconta le avventure di 4 personaggi (più un cane), riuscendo a narrare la storia di ogni personaggio approfondendo il loro passato (in modo drammatico).

La storia all'inizio non sembra avere un filo narrativo ben preciso ma episodio su episodio si incastra perfettamente riuscendo a creare un opera che è di sicuro una delle migliori di sempre, che anche dopo vent'anni non sembra minimamente invecchiata.
La serie ti fa riflettere su vari argomenti, tra i più importanti l'amore e l'odio, infatti questi due regolano le relazioni tra i vari personaggi.


 5
Ataru Moroboshii

Episodi visti: 26/26 --- Voto 5
Dare 5 a "Cowboy Bebop"?! Ma è legale?! Non so se sia legale, ma proprio non riesco a dargli la sufficienza: lo vidi la prima volta nel '99, qualche puntata, e devo dire che non mi prese affatto, anzi me lo dimenticai completamente, poi, vista l'esaltazione della critica, l'ho riguardato ultimamente, e subito mi sono ricordato perché non mi aveva mai preso. Certo, la grafica è ottima, l'ambientazione suggestiva e i protagonisti ben caratterizzati, ma questo anime ha secondo me due grandissimi difetti. La totale mancanza della trama: non solo l'anime non è dotato di una trama orizzontale, ma anche le trame delle puntate singole sono in realtà quasi tutte solo appena accennate. I villain: se i protagonisti sono caratterizzati al meglio, non si può certo dire la stessa cosa degli antagonisti, scialbi, spesso appena abbozzati, e il "main villain", Vicious, è forse il più stereotipato cattivo mai visto in un anime. Un mafioso insensibile e cinico armato di spada, dai capelli bianchi e dalla voce grossa e roca. Wow, che personaggione, che fascinazione, che trasporto!


 4
doctor Octopus

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Prima di "Cowboy Bebop" c'erano solo i Cosmo Ranger Jota 9 di "Bryger" e gli "Sceriffi delle Stelle" a fare i cacciatori di taglie dello spazio, ed entrambi i gruppi per farlo avevano bisogno di un robottone gigante armato di spade laser e/o infuocate. Spike, Jet, Faye, Ed ed Ein viaggiano invece con un'astronave scassata, la Bebop del titolo, hanno problemi personali e di cibo, e campano dando la caccia ai criminali più variegati: dai mafiosi cinesi ai più scassati lestofanti della galassia. Eppure, sono i migliori - sarà per l'atmosfera che ricorda il primo "Lupin III" animato o il fatto che certe storie sembrano così assurde da risultare comunque mitiche. E' un indiscusso capolavoro dell'animazione giapponese, un'opera completa di ventisei episodi, che spazia dalle citazioni rock dei titoli a "Blade Runner", non disprezzando il grottesco, il noir e nemmeno il genere blaxploitation degli anni'70. Shinichiro Watanabe dirige la drammatica storia di Spike Spiegel, ex-killer della mafia cinese innamorato di una ragazza che crede perduta, inserendoci i siparietti infantili della hacker Ed, le sfuriate della sexy Faye Valentine, le paternali del duro Jet Black... ed Ein, il cane, forse il più intelligente del gruppo. Si sogna, si ride e si piange... e c'è pure un bel doppiaggio italiano. Storie collegate, ma anche scollegate assieme, eppure tutte di buon livello. Un prodotto valido ancora oggi, a quasi vent'anni della sua prima messa in onda giapponese. Da avere, amare, guardare e riguardare, da soli o assieme ad amici.


 1
edgofglory

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Cowboy Bebop è forse il miglior esempio dello stile anni '90: una storia che si sviluppa a tratti, con un'attenzione molto ampia verso i personaggi e con la presenza di storie intermedie utili all'approfondimento del contesto. Non è un anime adatto a chi cerca ottimismo e risate o a chi vuole continui stravolgimenti di trama, mentre chi cerca azione e un po' di sana malinconia si troverà molto a suo agio. Le musiche strizzeranno un occhio a chi adora il jazz e il blues, e sicuramente saranno tra i maggiori punti di forza dell'opera, visto che sono ideali per l'ambientazione. Eccellenti sia il comparto grafico (a tratti sembra sia del 2008, piuttosto che del '98) e sonoro. Il doppiaggio è d'alta scuola e aiuta senz'altro a fare amare i personaggi principali (sulla cui caratterizzazione non si possono che spendere parole di elogio). Forse ci poteva stare un po' più di spazio per qualche storia sul passato dei protagonisti (l'inizio del sodalizio tra Jet e Spike, ad esempio) e qualche focus in meno sulle guest degli episodi, ma non sono elementi tali da far pensare che ci siano stati errori grossolani. Voto finale: 9.


 2
Sguaida

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Quando per la prima volta in Italia veniva trasmesso "Cowboy Bebop", io andavo per i nove. Ero un bimbetto che aveva pochissima dimestichezza col mondo dell'animazione giapponese e che forse non capiva neanche la differenza tra questo genere di prodotto ed uno di fattura americana. Erano tutti cartoni animati, per la gaia mente di un neanche decenne, roba con cui svagarti, perdere una mezz'oretta, magari trasgredire a mamma che non voleva guardassi MTV perché controcorrente e ribelle. Erano cartoni animati e basta, senza nessun tipo di ricercatezza dietro, senza nessuna pretesa, qualcosa appunto fatta per divertire, per intrattenere, e basta.
A distanza di diciassette anni, ho ripreso in mano "Cowboy Bebop" e, come è normale in questi casi, mi sono accorto di come la mente di un adulto, oramai sulla soglia dei trenta, sia radicalmente differente da quella di un bambino (e per fortuna, direte voi).

"Cowboy Bebop" per me è un vino che, con anni di invecchiamento, ha saputo acquisire aromi e sapori che al primissimo sorso sarebbero stati impensabili. E' un prodotto per palati fini ed esercitati, capaci di riconoscere e comprendere la malinconia e la tristezza nascoste in ogni puntata, dalla più carica alla più banale; caratteristica questa che mi ha colpito parecchio, appunto, perché immemore di averla incontrata oltre tre lustri fa, e che oggi penso sia la vera e propria carta vincente dell'anime, capace di essere filo conduttore per tutte le ventisei puntate senza però essere affliggente ed ingombrante oltre modo.
Malinconia sicuramente amplificata dallo stile grafico, che nel mio inconscio associo agli anni della mia infanzia e che per forza di cose mi riporta indietro nel tempo, facendomi quindi pesare un bagaglio anagrafico che inizia ad essere ingombrante.
Altro elemento piuttosto riuscito è la caratterizzazione dei personaggi, che per forza di cose beneficia della malinconia sopracitata per imbastire una ricerca introspettiva nei singoli davvero ben curata. Non solo ogni personaggio ha il suo carattere distinto, ma è accompagnato da un differente tipo di mestizia associata al passato del singolo personaggio ed alle sue proprie convinzioni. Ecco, altro elemento importante nella caratterizzazione dei personaggi è proprio il passato, la storia personale. Elemento importantissimo della serie, tenuto abbastanza soffuso e poco sviluppato per gran parte del prodotto per tutti e quattro gli elementi principali, che riesce a dare una profondità ulteriore ai personaggi senza appesantirli ma anzi facendo incuriosire lo spettatore.
A questo proposito, un rimando momentaneo agli episodi 18 e 23, a mio parere i migliori. Il primo mostra tutta l'intensità del dolore di Faye, troppo spesso vista solo come la bellona con occhi solo per il denaro ma che invece nasconde una delusione morale di grandi dimensioni; il secondo, invece, ha tutte le caratteristiche degli anime di fini anni '90, buio, angoscioso, con quel riferimento al mondo telematico che fa pensare subito a "Serial Experiment Lain", capace di mostrare i limiti dello sviluppo tecnologico a discapito dell'universo delle emozioni e dei contatti umani.

Infine, i comparti tecnici. Come dicevo poc'anzi, sicuramente la veste grafica si è ritagliata un posto di tutto rispetto nel mio cuore. Mi accorgo non sia particolarmente bella, anzi in diversi casi assistiamo ad un effettivo calo, eppure è più forte di me trovarla valida e riuscita. Sulle colonne sonore, direi che non ci dovrebbe essere nulla da obiettare: altro reparto in cui lo sforzo è andato a buon fine, musiche piacevolissime sempre e comunque.

Tirando le somme, "Cowboy Bebop" è stata una piacevolissima riscoperta, e probabilmente uno dei migliori anime che abbia mai visto

Hinako Ninomiya

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
<b>Attenzione: la seguente recensione contiene spoiler</b>

In America la chiamano “eternal summer”, l’estate eterna.
È quella condizione di tempo immobile, cristallizzato, in cui vivono molti personaggi delle serie episodiche a lungo decorso. Le avventure si susseguono innumerevoli, qualche volta si festeggiano pure compleanni e feste comandate, eppure il tempo non passa mai. È la condizione in cui, ad esempio, vivono Lupin e i suoi compagni, che hanno lo stesso aspetto e la stessa età da cinquant’anni.

Non ho nominato Lupin a caso, perché l’anime di cui mi accingo a parlare gli assomiglia sotto molti aspetti. Ho avuto quest’impressione fin dalla primissima puntata e poi ho avuto conferma, leggendo in giro, che effettivamente Lupin è stato una delle (tantissime) fonti di ispirazione per creare "Cowboy Bebop".

In "Cowboy Bebop", abbiamo un Lupin (Spike), un Jigen (Jet) e una Fujiko (Faye), che invece di fare i ladri, fanno i cacciatori di taglie. Nello spazio. Mancano Goemon e Zenigata, mentre invece ci sono Ed e Ein, un’irritante ragazzina hacker e un cane super-intelligente. In ogni episodio, devono catturare un criminale diverso, proprio come Lupin e compagni dovevano preparare un colpo diverso e, proprio come Lupin, spesso rimangono con un palmo di naso (catturano il criminale, ma per un motivo o per l’altro, non riescono a riscuotere il compenso).

Naturalmente, non sono proprio uguali ai loro modelli di riferimento. Ad esempio, in "Cowboy Bebop", è Fujiko/Faye a prendersi una cotta per Lupin/Spike, che non la degna di uno sguardo perché troppo preso da un amore perduto (che si chiama Julia, come quella di "Ken il guerriero". Chissà perché gli amori perduti giapponesi si chiamano sempre Julia. Ma non divaghiamo).

Le differenze, però, non si fermano qui. Fin dal primo episodio, si intravede una nota malinconica, triste, che si accompagna a quella più scanzonata e spesso prende il sopravvento. A episodi del tutto assurdi e demenziali (come quello del blob nel frigorifero o quello dei funghi allucinogeni) si alternano altri che colpiscono corde ben più profonde e persino inquietanti (come quello di Pierrot le Fou o della setta religiosa). Gli episodi a impatto emotivo più forte sono comunque quelli che approfondiscono il passato dei personaggi, rivelando lati nascosti della loro personalità che li allontanano sempre più dai modelli di riferimento, rendendoli personaggi a tutto tondo, complessi e unici.

Ho detto “approfondire”, ma è una parola grossa. In realtà, il passato dei personaggi, più che approfondito, viene suggerito, insinuato, mostrato in piccoli flash frammentari che toccherà a noi ricomporre, senza però mai riuscire a formare un quadro completo. Conoscere Spike, Jet, Faye e in parte anche Ed sarà come conoscere e affezionarsi a persone reali, di cui ogni giorno ci viene rivelato un nuovo aspetto, ma che non potremo mai dire di capire completamente. "Cowboy Bebop" vive di suggestioni, intuizioni, più che di pensieri coerenti.

"Cowboy Bebop" fa dannatamente bene il suo lavoro, sia quando vuole divertire che quando vuole emozionare o far riflettere. L’episodio del blob nel frigorifero, con la sua esilarante “morale” finale, mi rimarrà impresso nella memoria allo stesso modo dello splendido “Ballata degli angeli caduti”, in cui immagini e musica si uniscono in un’alchimia che onestamente non ricordo di aver mai visto prima in un’anime. La musica. Si può parlare di "Cowboy Bebop" senza nominarla? Una volta, Massimo Troisi disse scherzando che Pino Daniele scriveva le canzoni e poi andava da lui e diceva: “Ho scritto questo pezzo, ci fai un film sopra?” Ecco, non mi stupirei se si scoprisse che Yoko Kanno è andata da Watanabe e gli abbia detto: “Ho scritto questi pezzi, ci fai un anime sopra?”. Il connubio fra musica e immagini è così forte che davvero non si capisce quale dei due sia stato costruito intorno all’altro.

"Cowboy Bebop" sarebbe potuto essere solo questo e sarebbe stato ugualmente un capolavoro. Sarebbe potuto durare all’infinito, essere una delle tante serie da “estate eterna”, e avrebbe comunque avuto una sua originalità, con la sua vena malinconica, il citazionismo spinto e la splendida colonna sonora. Avrebbe potuto, ma non l’ha fatto. È andato oltre.

A un certo punto, il meccanismo dell’eternal summer si inceppa. I personaggi non riescono più a restare in quella bolla sospesa nel tempo e nello spazio, che permetteva loro di vivere avventure su avventure senza che cambiasse mai niente. Le ombre del passato si fanno sempre più grosse, la vita, il mondo reale, pretendono attenzione e la pseudo-famiglia del Bebop (il nome dell’astronave che porta in giro i nostri protagonisti) si sfalda. Il tempo passa. Le cose cambiano. Le azioni hanno delle conseguenze. Il peso di queste conseguenze si abbatterà sui protagonisti e, in un’interpretazione meta-narrativa, anche su di noi.

L’anime è finito. Fuori, c’è la vita reale, che pretende attenzione e fatica. Toccherà a te portarne il peso.


 6
ryo79

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Cowboy Bebop è una serie di fantascienza diretta da Shinichiro Watanabe e scritta da Keiko Nobumoto. E' composta da 26 episodi ed è stata prodotta dalla Sunrise. L'anime segue le avventure di un gruppo di cacciatori di taglie che viaggiano sulla loro nave spaziale chiamata Bebop. Dopo l'enorme successo che ha riscontrato in tutto il mondo, nel 2001, la Sony Pictures decise di produrre anche un film intitolato Cowboy Bebop: Knockin' on Heaven's Door che si colloca cronologicamente tra gli episodi 22 e 23. In Italia è stato distribuito in dvd dalla Shin Vision nel 2008 e poi rimasterizzata dalla Dynit nel 2010.

BACKGROUND
Nell'anno 2021, furono costruiti dei gateway iperspaziali (comunemente chiamati "gate") in tutto il Sistema Solare in modo da consentire i viaggi interplanetari. Sfortunatamente la rete dei gate conteneva una fatale instabilità, trascurata dai progettisti del sistema. Fu proprio questa instabilità la causa scatenante dell'esplosione del gate vicino alla Terra. Questo disastro, conosciuto come "L'incidente del gate", causò la spaccatura della Luna provocando una pioggia di meteoriti che colpì la maggior parte della superficie terrestre, causando più di quattro miliardi di vittime. Decenni dopo, la Terra viene ancora colpita da queste piogge di meteoriti, anche se meno frequenti, costringendo gli abitanti a vivere sottoterra. Dopo quell'incidente, gran parte della popolazione terrestre lasciò la Terra per trasferirsi su altri pianeti. Nel Sistema Solare sono nate diverse colonie come Marte, Venere, le lune di Giove e Titano (una delle lune di Saturno), oltre a diversi asteroidi abitabili e stazioni spaziali. Nonostante questa espansione, la popolazione totale del Sistema Solare nel 2071, il periodo in cui è ambientata la storia, si aggira intorno al miliardo e mezzo.
Molti dei crateri di Marte sono stati trasformati in aree metropolitane con un sistema ambientale controllato artificialmente. Su una delle lune di Marte (Phobos se non sbaglio) è stata costruita una colonia chiamata Tijuana. Venere è stato terraformato, grazie a delle speciali piante che forniscono l'atmosfera di ossigeno. Molte delle lune di Giove, in particolar modo Callisto, Io, Europa e Ganimede, sono state terraformate e colonizzate. Callisto è un pianeta freddo con un perenne clima invernale. Ganimede è per la maggior parte coperto d'acqua e la sua industria si basa principalmente sulla pesca. Europa, come Titano, sono dei mondi prevalentemente desertici. Plutone è stato trasformato in un penitenziario.
A causa dell'aumento della criminalità, il governo ha ristabilito il sistema delle taglie sui criminali, come nel vecchio west. I cacciatori di taglie, comunemente chiamati "Cowboys", sono incoraggiati a catturare i criminali (vivi e relativamente incolumi) e portarli alle autorità per ricevere la ricompensa per la cattura. Le taglie sono segnalate anche tramite "Big Shots" un programma televisivo trasmesso in tutto il Sistema Solare. Anche la criminalità organizzata si è estesa su tutte le colonie. La moneta universale è il Woolong e le transazioni vengono effettuate quasi tutte in maniera digitale, la moneta cartacea è meno comune e difficile da trovare.
La tecnologia nell'universo di Cowboy Bebop ha fatto degli enormi passi in avanti rispetto al XXI secolo. Progressi in campo medico come gli organi artificiali e le camere criogeniche sono usate comunemente (anche se sono molto costose). Dispositivi chiamati "Alpha Catch" sono in grado di interfacciare il cervello umano con i computer catturando e proiettando video dalla memoria. I giochi sono quasi tutti in realtà virtuale ed i videoregistratori sono ormai considerati antiquariato. Il World Wide Web si è evoluto diventando il Solar System Web (SSW) arrivando a coprire l'intero Sistema Solare. Anche le tecnologie di hacking si sono evolute ed i nuovi hacker sono comunemente chiamati "Net Divers". I viaggi spaziali sono diventati relativamente facili e le piccole astronavi sono utilizzate alla stregua delle macchine. Sulle navi più grandi la gravità artificiale viene creata grazie a dei meccanismi che sfruttano la forza centrifuga. Sono anche state realizzate delle armi ad energia ma, dato il loro costo elevato, le armi più usate sono ancora quelle tradizionali (dalle pistole ai missili).

COMMENTO
Si può dire che Cowboy Bebop è unico nel suo genere, partiamo dall'inizio..........le malinconiche note di un'armonica risuonano nello spazio mentre delle astronavi sfrecciano attraverso un varco iperspaziale nell'orbita di Marte. In questo contesto facciamo la conoscenza di una coppia di cacciatori di taglie squattrinati a bordo della nave più scassata del sistema solare: il Bebop. E' a questo punto che, per cercare informazioni, i nostri protagonisti vanno da uno sciamano (eh sì proprio uno sciamano, con tanto di piuma sulla testa per giunta ^^) per poi finire in una città che sembra appena uscita dal vecchio west. Questo è Cowboy Bebop, una serie che è un perfetto mix di western e fantascienza. L'anime è caratterizzato dall'ottima regia di Shinichiro Watanabe (regista anche del più recente Samurai Champloo), una buona sceneggiatura, bellissimi disegni e una colonna sonora superlativa ad opera di Yoko Kanno; tutte queste caratteristiche messe assieme fanno di questo anime un capolavoro. La serie è strutturata in episodi indipendenti che spaziano in una gamma di ambientazioni e situazioni decisamente vasta, facendo entrare in scena i personaggi più strani. Ciononostante, questi episodi così variegati tra loro, vanno ad incastrarsi come pezzi di un puzzle fino a formare il capolavoro che è Cowboy Bebop.
Per quanto riguarda la parte tecnica, disegni e animazioni sono di altissimo livello con un moderato uso della computer grafica; si nota soprattutto nelle scene ambientate nello spazio, che hanno come protagoniste assolute le astronavi. L'ottimo lavoro svolto sulla parte grafica è messo in risalto da una grandissima regia, che ci regala scene d'azione davvero coinvolgenti che vanno da frenetiche battaglie spaziali a sparatorie degne dei vecchi film di John Woo (non posso fare a meno di citare Ballad of Fallen Angels) così come scene drammatiche e panorami mozzafiato (la vista di Giove da Ganimede in testa a tutti). Il mecha design è davvero molto accurato, cosa che si può notare nei dettagli di tutte le navi spaziali, in particolar modo nel Bebop che viene ripreso da tutte le angolazioni possibili e immaginabili. Lo stesso livello di accuratezza lo si nota nella ricostruzione degli ambienti, dagli spazi sconfinati delle colonie ai sotterranei della Terra, dai vicoli delle città fino al più malfamato bar di periferia.
Il character design è ottimo e riesce ad esprimere al meglio ogni personaggio. Spike ricorda in qualche modo Lupin III, perennemente in giacca e cravatta ma, nonostante tutto, con un'aria trasandata e caratterizzato dal suo incedere dinoccolato a mani in tasca. Jet, forse il più serio del gruppo, è un uomo pratico e molto duro, specialmente con se stesso. Una cosa che si può notare sulla figura di Jet è un gesto che ha l'abitudine di fare......passarsi la mano cibernetica sulla testa.....questo è un piccolo esempio della rappresentazione quasi maniacale dei personaggi che porta gli autori a riprodurre perfino i loro gesti abituali. Faye, nonostante la sua giovane età, ne ha viste di tutti i colori.....da qualche parte ho letto un commento che trovo le calzi a pennello "una donna capace di sistemarsi il rossetto mentre fa saltare in aria un edificio".....all'apparenza bella e pericolosa, ma sotto questa facciata c'è qualcosa di più di quel che sembra. Ed è il personaggio più strano che potete aspettarvi.......al computer è un genio ma nella vita normale sembra una specie di animale selvatico.......a volte è perfino più selvatico di Ein che, nonostante sia un cane è molto più "responsabile" della sua compagna di giochi (parlo di Ed ovviamente ^^). In alcuni frangenti sembra che sia proprio lui a badare a Ed e non il contrario. Julia e Vicious sono tipiche icone del dramma nero, figure indispensabili per dare quel tocco drammatico alla vita e al passato di Spike. Il rapporto che c'era fra loro non viene mai chiarito completamente ma Vicious era il partner di Spike nell'organizzazione e Julia la donna di cui entrambi erano innamorati. La caratteristica più evidente di Vicious è la spietatezza, è disposto a qualunque cosa pur di conquistare il potere. Il personaggio di Julia invece resta avvolto nel mistero per quasi tutta la serie, la si vede spesso nei flashback del passato di Spike ed appare personalmente solo verso la fine. Durante la serie, entrano in scena anche un gran numero di comparse, tutte più o meno protagoniste di uno o più episodi. Anche se si tratta solo di personaggi secondari, nessuno di loro viene sviluppato in maniera superficiale.

MUSICA
L'uso della musica è forse la cosa che maggiormente contraddistingue questa serie animata. La musica è sempre presente e accompagna ogni scena con uno stile che ne valorizza l'atmosfera.....in realtà non si limita a fornire un accompagnamento alle scene, ma ne scandisce il ritmo. La maggior parte delle sequenze d'azione, dalle battaglie spaziali ai combattimenti di arti marziali, sono realizzate a tempo di musica. I temi musicali sono tra i più vari e ricalcano lo stile dell'episodio; si passa da brani lenti a pezzi ritmati, da ballate malinconiche a singoli più veloci e orecchiabili. I cambi di tempo e stile nella narrazione sono accompagnati dal ritmo della musica, che copre diversi generi: jazz, blues, country, pop, funk, e r'n'b, sfociando nella musica lirica e perfino nell'heavy metal. L'anime ricorda sempre e comunque la musica, a cominciare dal titolo stesso della serie, che riprende il nome di uno stile jazzistico, il "Bebop", che ha tra i suoi maggiori esponenti Charlie Parker (citato da Jet in Honky Tonk Women). Gli episodi sono chiamati "Sessions" (come riferimento alle "jam session" dei musicisti).
I titoli sono presi da album o canzoni: "Honky Tonk Women", "Sympathy for the Devil" e "Wild Horses" sono pezzi rock-blues dei Rolling Stones mentre "Jamming with Edward" è un loro disco di blues. Gli altri titoli spaziano dagli Aerosmith di "Toys in the Attic" al jazz di Herbie Hancock in "Speak like a Child", dai Queen di "Bohemien Rhapsody" alla classica "My Funny Valentine" di Chet Baker fino alla famosa "Hard Luck Woman" dei Kiss. Alcuni titoli, invece, usano nomi che indicano il tema musicale dell'episodio come Asteroid Blues, Jupiter Jazz e Mushroom Samba. Un'altra citazione musicale, meno nota alla maggior parte delle persone, è rappresentata dai tre vecchietti (Antonio, Carlos e Jobim) che fanno da comparse in tutta la serie....mettendo assieme i loro nomi, si va a comporre il nome del musicista e compositore brasiliano Antonio Carlos Jobim. I pezzi sono composti e arrangiati da Yoko Kanno (Macross Plus, Escaflowne, Wolf's Rain), ed eseguiti dai Seatbelts (di cui la Kanno è produttrice, arrangiatrice e tastierista). I Seatbelts sono una jazz-band dalla line-up variabile, composta da musicisti di vari paesi, che spaziano sui vari stili del Jazz. L'interprete che canta la maggior parte delle canzoni è Mai Yamane mentre la voce maschile è quella di Steve Conte.


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Federurico kun

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Da dove iniziare per scrivere una recensione di "Cowboy Bebop"? Sì, tutti dicono che è un capolavoro, ma non è solo questo. Quando vidi la copertina pensai subito: "Ecco un emulo di Lupin III"

E non è che mi sbagliassi molto, a parte il fatto che non è né una copia né ispirato a... più che altro è un anime d'autore, citazionista come un film di Godard (a proposito di Pierrot le Fou), con dei personaggi tanto stereotipati (la Faye Fujiko, il Jet Black Jigen, e lo Spike commistione tra Lupin, Goemon, Jigen e Bruce Lee) quanto caratterizzati e originali allo stesso tempo.

Appena inizia la sigla ti rendi conto che non è un anime che vuole essere cool, ma piuttosto che ha stile da offrire piuttosto che aver preso. Ad un mio caro amico è sembrato un'accozzaglia di generi incongruente e imprecisa nel suo essere inverosimile.
Io trovo che sia un racconto di fantasia che parla di temi importanti in modo sia esplicito e superficiale che profondo e introspettivo. Ha molti livelli di significato, pur potendo essere fruibile guardandolo solo come un anime di cacciatori di taglie.

Tuttavia la cosa che mi fa impazzire è la quantità di citazioni, riferimenti e fan service presenti. Uno dei miei episodi preferiti è "Toys in the Attic", come il terzo album degli Aerosmith, e che in inglese indica la pazzia insita nel cervello umano,dove si parla degli imperativi morali di ogni personaggio (quello di Spike è sicuramente il migliore, vedendoci una citazione indiretta del finale di balle spaziali che a sua volta citava alien), e dove viene più volte citato Alien, uno dei miei film preferiti, e le citazioni di "Cowboy Bebop" non somo mai per dare un tono di colto o elevato all'opera, o per arricchirla di significato, sono più che altro un riutilizzo parodistico, come il frigo espulso dalla nave dopo una lotta all'ultimo morso(1) e lanciafiamme(2) con una creatura sconosciuta(3), pericolosa ma tutto sommato digeribile da una ragazzina che viene cercata con strumenti molto celebri(4)... e potrei andare avanti con altre citazioni di "Alien"...

Ma come altri hanno già detto, essendo un capolavoro a tutto tondo, non si può parlare di "Cowboy Bebop" senza parlare di musica. Perché tutta l'opera è pervasa da essa e quasi si vede una rappresentazione di questa in racconti di eventi e personaggi. Potrebbe essere considerato l'elemento portante come se tutto fosse costruito per essa, infatti proprio i titoli degli episodi sono nomi di brani o generi musicali e ad un musicista o un appassionato di musica non può restare indifferente dopo aver sentito la gigantesca colonna sonora di Yoko Kanno, che ho descritto a molti come il Mozart dei nostri tempi. Lei appartiene a quella categoria di Musicisti che non solo conoscono alla perfezione qualunque cosa della Musica, ma ci giocano creando composizioni divertenti e bellissime, non c'è un solo brano che non mi piaccia ma quelli con i Seatbelt in stile NY rush fanno davvero impazzire anche un "agnostico del jazz".

Portare sempre appresso questa colonna sonora con me, è uno dei miei "imperativi morali", potrei fare a meno di Mozart ma non di Yoko Kanno.

Una delle prime cose che mi ha fatto piacere subito questo titolo (essendo un appassionato di armi) è la presenza di pistole della nostra epoca, e l'assenza di armi portatili più avanzate di queste, l'ho trovata una scelta molto azzeccata e trovo che le personalità dei protagonisti siano anche rispecchiate nelle loro armi esattamente com'era in Lupin. Feye che usa una Glock 30 in.45ACP piccola e giocattolosa ma di calibro importante e che può inaspettatamente tradirti, Shin con la Sig p226 che non lascia nulla al caso, e Spike con la Jericho 941 R, un'arma piuttosto particolare, Jet con una Walther P99 che nel 1998 doveva sembrare avveneristica come il braccio cibernetico dell'ex poliziotto.

Avendolo in BR multilanguage l'ho visto sia in italiano che giapponese che inglese, e il nostro doppiaggio sembra essere il migliore (soprattutto rispetto a quello inglese... Faye non se po' senti')
Tra i personaggi ho lasciato apposta per ultima Ed, che a me piace tantissimo, pur essendo il personaggio meno cool della ciurma, è quello più esterno e che ci porta all'interno di essa come se fosse la nostra voglia di tornare giovani e spenzierati, partendo con la più sgangerata e strana commistione di personaggi. E' indubbiamente divertente e scema quanto un genio, e forse è quella che meno fa pesare i propri difetti al resto del gruppo.

Insomma non c'è alcun motivo perché non si debba vedere questo Anime, che è oggettivamente sotto ogni punto di vista bellissimo... se non fosse che è di sole 26 puntate e lascia un amaro in bocca ogni volta che rivedo il finale, ma si sà, un capolavoro non ha bisogno di un finale scontato per essere apprezzato.
See You Space Cowboy...

Naxios

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Naxios

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Anime avvolgente, disegnato benissimo e ricco di alcune scene veramente divertenti e carine. Il protagonista è un tipo veramente cool e il resto della "ciurma" è veramente simpatico.
Se proprio devo trovargli un difetto, secondo me non c'è una progressione proporzionata della storia; indendo dire che tra introduzione, svolgimento e fine, c'è un disequilibrio. Quando ci si trova a due-tre puntate dal finale nulla lascia intendere che la storia stà volgendo al termine e questo fa sì che quando arriva l'ultima puntata essa "stoni" leggermente.
A parte questa piccola nota, consiglio vivamente.


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lollodef22

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Finalmente mi appresto a scrivere la recensione del mio anime preferito: "Cowboy Bebop". Era da tanto tempo che volevo farlo, ma solo ora che ho appena finito di vederlo per l'ennesima volta mi sono deciso a muovermi.
Cowboy Bebop è nato dalla geniale mente di Shinichiro Watanabe, regista allora inesperto e alla prima vera regia della sua carriera. Trovo importante sottolineare fin da subito chi ha realizzato la serie perchè bene o male tutti i registi hanno il proprio 'tocco'. Quello che intendo dire è che Cowboy Bebop non sarebbe stato "Cowboy Bebop" se a dirigerlo fosse stato, per esempio, Makoto Shinkai con il suo stile molto fiabesco comletamente agli antipodi con lo stile pop di Watanabe.
Forse però non è giusto parlare di stile pop perche "Cowboy Bebop" è un vero e proprio mix di generi. Spazia dal fantascientifico, al western passado per la commedia, il noir, l'azione e il thriller, tutti coperti però da un alone di retrò. Impressionante trovare tutti questi generi in una sola opera. Potrebbe stranire chiunque, ma non è quello che succede. Perchè? Perchè ad accompagnare il tutto vi è una colonna sonora che ha fatto la storia dell'animazione giapponese, composta dalla geniale Yoko Kanno. Ogni momento è scandito alla perfezione dall'accompagnamento musicale che letteralmente ti trasferisce le stesse emozioni che stanno provando i protagonisti. Secondo me questo è il vero punto di forza dell'anime.
Dopo questo preambolo tecnico, giungo finalmente alla trama. Semplice e chiara, la narrazione procede per episodi autoconclusivi, tranne che per alcuni casi. I protagonisti sono il membri dell'equipaggio della navicella spaziale Bebop: l'ex gangster Spike, il poliziotto ormai ritirato Jet, la sensuale e opportunista Faye, l'hacker Ed e il cagnolino Ein. Essi formano una squadra di cacciatori di taglie, uniti, più che dall'amicizia, da interessi in comune. Ogni personaggio infatti è tormentato da un passato oscuro e tenebroso e nel corso delle loro avventure ognuno cercherà di trovare una soluzione ai problemi irrisolti.
Non voglio dilungarmi oltre sulla trama perchè rischierei di rivelare fin troppo mentre la mia intenzione è quella di stuzzicare l'attenzione degli utenti di Animeclick.it che ancora non hanno avuto il piacere di approcciare "Cowboy Bebop". Per questo ora parlerò un po' piu nel dettaglio dei personaggi. Spike è sicuramente il mio preferito: l'eroe tormentato, alla spasmodica ricerca della sua amata (cit). Un eroe che poi tanto eroe non è perchè agisce solo per interesse personale e che anzi ricorda quasi un giustiziere. Appare freddo e disinteressato nei confronti dei suoi compagni di viaggio ma puntualmente sarà lì per sostenerli nel momento del bisogno. Un personaggio affascinante e cool sotto ogni punto di vista.
Ma anche Faye non è un personaggio da sottovalutare, che dopo Spike è la mia preferita. Arrivista e pronta a tutto pur di fare soldi, ma in certe occasioni dolce e sicera. Sono chiare fin da subito le sue simpatie per la ciurma però lei cerca di nasconderle perche ha troppa paura di poterli perdere. Il suo rapporto con Spike è assai travagliato, spesso litigano e anche pesantemente, ma alla fine entrambi provano affetto reciproco.
Personaggio forse un po' meno simpatico ma comunque congeniale alla trama è Jet. Cinico fino al midollo, non sono rare le volte che abbandonerà Spike al proprio destino. Però anche lui ha un cuore (che però batte solo per le signorine ahah) e lo vedremo a volte sacrificarsi per il bene degli altri.
Infine troviamo Ed, il personaggio forse meno caratterizzato della serie ma comunque con una sua dignità e dotato di grande simpatia: a volte servono i suoi interventi schiocchi per spezzare un po' la trama e alleggerire i discorsi.
Sono ormai quasi giunto alla conclusione della mia recensione. La mia intenzione era fin dall'inizio quella di dare indicazioni in linea di massima sulla trama, sui personaggi e sul comparto tecnico (che non è il mio forte e che quindi ho appena accennato, riferendo soltanto quanto so e penso a riguardo).Volutamente mi sono soffermato solo sui protagonisti, lasciando la possibilità al futuro spettatore di conoscere per gradi gli altri personaggi, senza anticipare niente. Una recensione sicuramente particolare che vuole invogliare quante più persone possibile a guardare la serie perchè per me ha significato davvero qualcosa vederla e spero che per voi altri sarà lo stesso. Vi invito soprattutto a soffermarvi sugli episodi 3-5-12-13-20-25-26 davvero uno spettacolo di episodi, chi più chi meno, e che per me sono l'essenza di "Cowboy Bebop" (in particolare il finale: spettacolare!)
Il mio voto è un 10 pieno!!


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Metal_Movie90

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Finalmente, dopo anni che me lo ripetevo, sono riuscito a completare la visione di questa serie: devo dire che ne è valsa davvero la pena! Inoltre a conti fatti sono contento di averla vista solo adesso perché probabilmente, se lo avessi fatto qualche anno fa, non avrei saputo cogliere le numerose citazioni musicali/cinematografiche e non avrei apprezzato la colonna sonora come si deve.

E proprio quest'ultima è una delle ragioni che valgono da sole la visione dell'anime. Stupenda è dire poco, non esagero quando affermo che un buon 50% del voto finale è legato proprio alla colonna sonora. Ce n'è per tutti i gusti: jazz, pop, rock, heavy metal, blues, funk, musica tribale... Quello che ne risulta è un mix esplosivo di note e melodie che è impossibile non amare. Non dimentichiamoci poi delle sigle di apertura (memorabile, una delle migliori di sempre) e chiusura!

Un altro punto di forza è sicuramente legato al setting e all'atmosfera generale. "Cowboy Bebop" è un fantawestern sospeso tra presente e futuro, tra progresso e decadenza; alcuni aspetti affascinanti potevano essere approfonditi un po' di più (lo spazio a differenza di fase, la rovina della Terra, la colonizzazione dei pianeti e dei satelliti) ma non fa nulla. Perché non è sul realismo e sull'attenzione ai dettagli che la storia si concentra, bensì sul coinvolgimento dello spettatore nelle disavventure di Spike e compagnia bella, la ciurma del Bebop.

"Cowboy Bebop" è proprio questo: il racconto di un gruppo di cacciatori di taglie sbandati, reietti, senza più una casa o un luogo che simboleggia le proprie radici (il tema del legame con il passato sarà una presenza costante ed è uno dei più riusciti). Proprio per questo trovo molto azzeccata la struttura a episodi isolati, in stile "Lupin III" (opera con cui ci sono parecchie somiglianze): all'inizio può risultare spiazzante, ed io stesso ne riconosco alcuni limiti, ma una volta entrato nel mood non ne esci più e non puoi più farne a meno. Alcuni episodi sono ispirati, altri meno, ma bene o male sono tutti riusciti e non ci sono cali di ritmo, il rischio noia è scongiurato grazie anche a numerosi colpi di genio ed invenzioni brillanti che non vi svelo.

Per quanto mi riguarda, i miei episodi preferiti sono il 18 ("Speak Like a Child") e il 20 ("Pierrot Le Fou"), il primo per le emozioni che ha saputo suscitarmi (soprattutto nel finale), il secondo perché è il più surreale e frenetico. Non ho apprezzato invece i due episodi finali, rispetto a tutti gli altri li ho trovati scontati, prevedibili e frettolosi, salvo solo il dialogo tra Faye e Spike (molto bello). E' un finale che ci sta tutto e di sicuro impatto, ma potevano gestirlo meglio e non risulta per niente memorabile.

Infine i personaggi, non posso dimenticarmi di loro. E' impossibile non adorare la ciurma del Bebop: Spike, Jet, Faye e Ed diventeranno ben presto come una famiglia. Personalmente trovo Spike e Faye una spanna sopra agli altri due, per via del loro carisma e del loro background più sviluppato. Ottimi anche tutti i personaggi di contorno che accompagneranno i protagonisti nelle loro avventure!

Sul fronte tecnico nulla da dire, le animazioni e i disegni, pur risalenti a diciassette anni fa, sono efficaci e svolgono il loro dovere, peccato solo per i pianeti realizzati in CG che stonano terribilmente con tutto il resto. In definitiva, se cercate un anime di altissimo livello, ad alto tasso di adrenalina, con personaggi riuscitissimi ed una delle migliori colonne sonore di sempre, "Cowboy Bebop" è quello che fa per voi!


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Corvo

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Hajime Yatate, Shinichiro Watanabe e Yoko Kanno sono solo alcuni dei nomi messi insieme per la realizzazione di un progetto ambizioso: "Cowboy Bebop". Yatate è uno dei nomi legati alle mitiche serie "Mobile Suit Gundam" (dal 1981), a "Escaflowne" (1996), fino ad approdare a "Cowboy Bebop" e a "Cowboy Bebop: Il Film" (2001). Yoko Kanno è un'ottima compositrice e le sue musiche sono il complemento perfetto per ogni storia. Di Watanabe è superfluo ogni commento. Ecco dunque la nascita di Spike, Jet, Faye, Ed e Ein.

I ventisei episodi della serie girano intorno ad una storia di fondo apparentemente semplice, che inizia con l'incontro di tutti i personaggi e prosegue con il racconto delle loro avventure. Ma ogni episodio racconta una storia a sé stante e solo poche proseguono per due episodi. Jet è un ex poliziotto tradito da altri colleghi mentre Spike è un ex affiliato alla mafia di Marte. Insieme si ritrovano sulla Bebop nella nuova veste di cacciatori di taglie. Nei primi episodi entrano in scena, e si trasferiscono in pianta stabile sull'astronave Bebop Faye, Ed e Ein, il tutto per la gioia del padrone di casa: Jet.
Faye è anche lei cacciatrice di taglie (ingorda di soldi); Ed invece è una giovanissima (sì, è una femminuccia con comportamenti che lasciano il segno!) hacker, in grado di scovare e introdursi in qualsiasi aggeggio funzioni tramite energia elettrica; Ein un cane dotato di una insospettabile intelligenza umana, che decidono di adottare come animale da compagnia. Ecco così il quartetto più uno; aggiungete viaggi interstellari, arti marziali, belle donne, pallottole, e condite il tutto con sottofondi jazz (la colonna sonora crea un climax che non ha eguali).

Come accennato prima, tutti gli episodi (o quasi) sono fini a sé stessi ma portano, dall'inizio alla fine, verso il fulcro della storia: il passato che aleggia sulle teste dei singoli personaggi. Alle storie si aggiungono anche i cattivi, crudeli e impassibili personaggi che compaiono per un solo episodio o la cui presenza persiste fino alla fine della serie. La scrittura è geniale, un mix di azione e avventura su sottofondo jazz, il tutto proiettato su un futuro molto lontano in cui si ritrovano tracce di umanità in giro per l'universo, senza alcuna traccia di quella vita aliena tanto estremizzata in altre storie. Lo script di ogni episodio scorre liscio, ma si intensifica in quelli in cui vengono fuori ricordi legati al passato dei personaggi principali. La direzione è spettacolare: qui bisogna specificare che Watanabe è un maestro davanti e dietro ogni disegno. La camera porta lo spettatore all'interno dell'azione, all'inseguimento di ogni proiettile, ma descrive minuziosamente anche ogni stato d'animo dei personaggi presenti sullo schermo.

Il disegno è estremamente preciso, dai personaggi, sempre ben disegnati anche se inquadrati in lontananza, fino ai fondali sempre ricchi di particolari, il tutto visto sotto una fotografia molto attenta. Le animazioni sono fluide a livelli altissimi per una serie animata, sia quelle che vedono protagonisti i personaggi sia quelle delle macchine, le astronavi e tutti gli altri mezzi (nota a parte: lo Swordfish II mi ha sempre ricordato il Laguna Rock di "Final Fantasy 8"). Un occhio particolare viene rivolto ai personaggi. Spike ha spunti riconducibili a Bruce Lee nelle movenze (le mosse di Jeet Kune Do, arte nella quale eccelle) e ad Arsenio Lupin III per il disegno (giacca, gambe e piedi, mentre le sigarette sono un omaggio a Jigen). Tra l'altro, l'incontro con Abdul Hakim nel secondo episodio è un omaggio all'indimenticabile sfida tra Bruce Lee e Kareem Abdul-Jabar ("Game of Death/L'ultimo Combattimento di Chen"). Ultimo ma non meno importante il reparto sonoro: Yoko Kanno crea delle splendide musiche e porta con le sue note intrise di jazz, ma anche di rock, ballate lente e ritmi elettronici sostenuti, un notevole apporto alle storie.

Ma "Cowboy Bebop" omaggia il mondo musicale già a partire dai nomi di ogni singolo episodio: tra i maggiori possiamo ricordare "Honky Tonk Women" e "Sympathy for the Devil" dei Rolling Stone, "Toys in the Attic" degli Aerosmith, "Bohemian Rhapsody" dei Queen, "My Funny Valentine" di Frank Sinatra, "Hard Luck Woman" dei Kiss e tanti altri. Ma troviamo anche omaggi al mondo del cinema, come nell'episodio 11 ("Toys in the Attic"), chiaramente ispirato ad "Aliens" (1986), o al numero di capsula criogenica da cui si è risvegliata Faye (NCC-1701-B) ispirata alla nave Enterprise di Star Trek, fino al personaggio Decker dell'episodio 7 (Heavy Metal Queen) tratto dal film "Blade Runner" (1982). Lupin III, già prima nominato, ha anche avuto un piccolo cameo nella serie: l'episodio è il numero 15 ("My Funny Valentine") in cui è possibile notare il celebre ladro passare con la sua 500 gialla.

Personalmente ho soltanto giudizi positivi sull'intero progetto (qualcuno potrà dire che i personaggi sono un po' stereotipati... forse, ma comunque profondi e non banali).
Un ottimo connubio tra script, regia e musiche, e anche un lato visivo molto ben realizzato hanno dato vita a questo anime. Ma basta già l'originalità del concept a sbaragliare la concorrenza.
Visione consigliata? Assolutamente sì! Enjoy!


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Eoin

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
"Cowboy Bebop" è un anime del 1998 composto da 26 episodi di durata canonica, prodotto dalla Sunrise e diretto da Shin'ichirō Watanabe. E' stato portato in Italia dalla Dynit.

La vicenda ruota attorno all'equipaggio dell'astronave Bebop, costituito inizialmente dai due cacciatori di taglie Spike Spiegel, uno spilungone temerario e irriverente, e Jet Black, un omone dall'aspetto rude, ma dagli atteggiamenti ben più riflessivi e composti, rispetto al suo partner. Al duo si uniscono poi un adorabile Welsh Corgi Pembroke di nome Ein, la conturbante truffatrice e giocatrice d'azzardo incallita Faye Valentine e una ragazzetta snodabile, nonché geniale hacker: l'autoproclamatasi Edward Wong Hau Pepelu Tivrusky IV (Ed, per gli amici).
La serie segue questo eterogeneo gruppo nei suoi viaggi da un estremo del sistema solare all'altro, nel tentativo di catturare pericolosi ricercati e incassare laute ricompense, cercando di lasciarsi alle spalle le frequenti e gravissime ristrettezze economiche. Nel corso degli episodi, perlopiù relativi a casi singoli autoconclusivi, verranno affrontate tematiche estremamente diversificate e verranno alla luce importanti dettagli sulle vite passate dei protagonisti.

Ambientato in un futuro prossimo, in cui gli uomini hanno abbandonato in massa la Terra per colonizzare gli altri pianeti più prossimi, grazie anche all'ausilio di gate per viaggi iperspaziali che velocizzano gli spostamenti, "Cowboy Bebop" presenta un fortissimo contrasto tra le navi futuristiche e le stazioni orbitanti nel cosmo, decisamente fantascientifiche, e una dimensione urbana ancora legata ai canoni del passato, con edifici dall'aspetto sì moderno e splendenti di luce artificiale, ma sempre plausibili, e altri che, invece, si rifanno esplicitamente all'architettura tradizionale delle più svariate culture terrestri.
Dall'epopea del vecchio West, la serie prende in prestito molti dei luoghi visitati dai protagonisti, i quali consistono spesso in sterminate lande aride e spoglie, intervallate da piccoli centri abitati che si sviluppano attorno ad una strada principale, contrapposti a caotiche megalopoli, e la figura del cacciatore di taglie, un individuo sprezzante del pericolo e talvolta cinico.
Spike e i suoi compagni non fanno eccezione: spinti dalla propria precarietà economica e, non di rado, dalla fame, si lanciano, senza pensarci due volte, all'inseguimento del ricercato con la taglia più succulenta, dando vita a inseguimenti, sparatorie e combattimenti mozzafiato, animati in maniera eccellente e in cui non è insolito vedere scorrere copioso il sangue.
Nonostante l'apparente avidità (a volte si mettono i bastoni tra le ruote per incassare singolarmente il compenso), il carattere disilluso e la vena ironica che li connota, Spike, Jet e Faye si dimostrano dei personaggi ben più complessi e profondi di quanto non possa apparire in superficie. Tutti sopportano il peso di un passato difficile, quando non tragico, il quale, nel corso delle puntate, tornerà a perseguitarli, mettendo a dura prova la loro risoluzione e le armature comportamentali all'interno delle quali si sono rifugiati per sopravvivere allo sconforto e alla sofferenza. Ho trovato ottimamente realizzati e inseriti alla perfezione i flashback che li vedono protagonisti.
Persino, Ed, un'anima libera e spensierata, i cui pensieri sono spesso rivolti allo svago personale e al cibo, nasconde una personalità più articolata e un bisogno di affetto e compagnia spesso indecifrabili.
Particolarmente intriganti sono le caratterizzazioni di Spike e Faye: lui è uno spaccone, sarcastico e avventato, eppure, in alcuni momenti significativi, mostra un lato di sé ben più malinconico e oppresso dalla nostalgia; lei, al di là dell'egoismo, rivela una toccante fragilità interiore, oltre al timore di affezionarsi a coloro che la circondano.
Anche i personaggi secondari sono ben studiati, credibili nelle loro motivazioni e nel loro modo di agire, creando così un cast di supporto di tutto rispetto, variegato e interessante, ricco di personaggi divertenti, crudeli, inquietanti o surreali. Vicious, l'antagonista principale, è la nemesi di Spike, di cui rappresenta il perfetto opposto anche dal punto di vista estetico. Egli è astuto, spietato e carismatico e riesce, con la sua perfidia e le espressioni magniloquenti, a conquistare rapidamente lo spettatore, sebbene abbia a propria disposizione uno spazio (forse troppo) limitato.

Graficamente è eccellente. Il design dei personaggi è originale e curato, molto gradevole e proporzionato, nonostante Spike e pochi altri soggetti sfoggino delle gambe innaturalmente lunghe. Ogni membro del cast è diverso dagli altri e ben riconoscibile, dotato di segni particolari distintivi. In particolare, le donne sono quasi sempre rappresentate come affascinanti e sensuali, con Faye in testa, mentre gli uomini oscillano tra lineamenti delicati ad altri ben più truci.
Gli sfondi sono sempre molto suggestivi e dettagliati, oltre che discretamente vari: si passa da grandi agglomerati urbani, affollati e congestionati dal traffico, a casinò scintillanti, dalle rovine delle epoche passate a piccoli villaggi nel deserto o sulla costa, dalle oasi verdeggianti allo sconfinato cosmo.
Anche il mecha-design fa la sua parte, grazie a navi spaziali di ogni forma, dimensione e destinazione d'uso. C'è una grande attenzione ai particolari sia per gli interni di suddetti mezzi di trasporto, che per i loro connotati esteriori. La CG è molto evidente in poche occasioni ed è sempre realizzata con cura.
Impossibile non menzionare la straordinaria ed eclettica colonna sonora, composta da un'ispiratissima Yoko Kanno, la quale propone una vastissima gamma di musiche originali e rivisitazioni di celebri brani preesistenti, che spaziano dal jazz all'heavy metal, dal blues al country, fornendo una caratterizzazione unica ad ogni episodio e contribuendo a rendere "Cowboy Bebop" ancora più memorabile. L'importanza dell'influenza musicale su questa serie è lampante già dal suo stesso titolo, senza considerare la denominazione di ogni puntata.
Colpisce in particolar modo l'estrema cura del doppiaggio italiano che, a parte un piccolo errore di traduzione facilmente intuibile, risulta impeccabile anche per quanto riguarda i personaggi di minor rilievo.

La serie affronta un gran numero di temi, alcuni dei quali di grande complessità, sia di carattere intimo ed esistenzialista che collettivo: il rapporto con il proprio passato e il modo in cui approcciarsi al futuro, la solitudine, la corruzione imperante nelle istituzioni pubbliche e la collusione di queste con le multinazionali e le organizzazioni criminali, l'unione tra uomo e macchine e la dipendenza che le persone hanno sviluppato nei confronti della tecnologia, il capitalismo sfrenato che porta a dimenticarsi della dimensione più umana e individualistica della società, la religione, la manipolazione dell'informazione da parte dei media, gli esperimenti genetici su cavie umane.

In conclusione, questo anime è più di una semplice serie televisiva da guardare per puro intrattenimento, è un'esperienza di vita, un viaggio fin troppo breve in compagnia di personaggi incredibili, a cui è impossibile non affezionarsi. Ogni argomento è trattato con sagace ironia, dando vita a momenti a dir poco esilaranti, ma senza rinunciare a scene commoventi e fortemente drammatiche, struggenti e che stringono il cuore in una morsa di ghiaccio.
"Cowboy Bebop" è il geniale risultato di un mix di generi differenti: un western fantascientifico a tinte noir, ricco di azione rocambolesca, con qualche accenno di misticismo e qualche breve incursione nel genere horror, che non si nega citazioni di anime, autori e film precedenti, anche occidentali. Ci si trova di fronte ad un'opera completa e poliedrica, coadiuvata da una regia eccellente, e a cui è facile perdonare la presenza di episodi non prettamente legati alla trama principale, poiché utili a comprendere meglio la psicologia dei protagonisti o semplicemente perché ci permette di vederli al lavoro e di prolungare il tempo in loro compagnia.
Sinceramente, una serie indimenticabile.


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Rygar

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Un nome riecheggia nella storia delle grandi opere d'animazione giapponese. Tale nome è Shin'ichirō Watanabe, responsabile di autentici gioielli d'animazione come Samurai Champloo o Sakamichi no Apollon. Parlare di Cowboy Bebop significa innanzitutto parlare della sua prima grande opera in cui egli offre tutto il suo talento, realizzando di fatto un prodotto memorabile.

"Cowboy Bebop" è una serie della stagione primaverile 1998 composta da ventisei episodi di durata canonica. L'opera nasce come prodotto d'animazione, il quale ha dato origine a due omonimi manga nel medesimo periodo e ad un lungometraggio nel 2001.

Trama: l'opera è ambientata nello spazio: l'anno è il 2071, periodo nel quale l'umanità sopravvissuta all'incidente del gate spaziale del 2022 che distrusse la luna provocando una pioggia di meteore che devastò il pianeta Terra, colonizzò il sistema solare, insediandosi presso la cintura di asteroidi, Marte, Venere e i satelliti di Giove. In questo contesto entra in scena Spike Spiegel, un cacciatore di taglie nonché ex affiliato dell'organizzazione mafiosa denominata "Red Dragon", poiché tale organizzazione esercita forti pressioni sulla polizia galattica affinché la caccia ai criminali risulti meno efficace. Spike e il suo socio Jet Black, ex ispettore di polizia, daranno la caccia ai criminali per intascare le rispettive taglie. Da questa coppia si svilupperà ben presto una squadra strampalata composta da cinque elementi. Le forti connotazioni esistenzialistiche, filosofiche, sentimentali e psicologici caratterizzano l'intera opera.

Grafica: nonostante sia un prodotto del 1998, il comparto grafico di "Cowboy Bebop" risulta tuttora gradevole. Le ambientazioni sono estremamente varie, ben curate e con un grado di dettaglio apprezzabile. Le animazioni sono rapide, fluidissime, perfette. Il character design è splendido, maturo e ben curato, ottimo mecha design.

Sonoro: la bellezza musicale di quest'opera ha raggiunto livelli di fama tali che alcune radio hanno trasmesso alcuni dei brani più famosi, come "Tank" e "Rush" (che sia un caso quest'assonanza di nomi?). In quest'opera si avverte la grandezza e la maestosità di una certa Yoko Kanno. Le profonde sonorità jazz mai abbandonano la serie, producendo opening ed ending leggendari per bellezza, così come OST assolutamente memorabili. Gli effetti sonori sono realistici e appropriati. L'adattamento italiano è magnifico per resa.

Personaggi: l'universo (è il caso di dirlo) di "Cowboy Bebop" è costellato da un notevole quantitativo di personaggi, chi è presente durante tutta la saga (o gran parte di essa), e chi soltanto per qualche episodio. La caratterizzazione globale rasenta la perfezione, con un notevole fattore evolutivo e introspettivo. Splendida l'interazione.

Sceneggiatura: l'opera è composta da una struttura mista, a tratti da episodi autoconclusivi (talvolta fine a se sessi), in altri frangenti presenta uno sviluppo di trama più lineare e progressivo. La gestione temporale risulta frammentaria ma non per questo manca di fruibilità, nonostante l'ampio uso di flashback. Il ritmo si mantiene spesso su livelli piuttosto veloci, talvolta frenetici. Sono presenti notevoli quantitativi di scene d'azione d'altissima qualità, cui non si fa economia di violenza, crudeltà e morte, mantenendosi però a notevoli livelli di stile. È presente un modesto quantitativo di fanservice. I dialoghi sono semplicemente eccelsi.

Finale: chi si aspettava un trionfo di buonismo con annesso lieto fine incorporato si sbaglia di grosso. La serie si conclude in maniera spettacolare e commovente, senza lasciare nulla di incompiuto. L'opera saluta gli spettatori con ultimi istanti di pura commozione, superlativo.

In sintesi: "Cowboy Bebop" è una serie che è entrata nella storia dell'animazione giapponese, conquistandosi meritatamente gloria e fama. L'opera è semplicemente splendida e profondamente attuale a distanza di decenni, pertanto è consigliabile agli estimatori dei classici d'autore e a chi ricerca una storia adulta, matura, che non concede sconti alla crudeltà, alla violenza e alla tristezza.


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lena

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Ringrazierò per tutta la mia vita l'Mtv anime night che mi ha fatto scoprire questo meraviglioso anime, che in seguito mi sarò rivista almeno un paio di volte!!!
Cowboy Bebop è magistralmente diretto dal maestro Shin'ichirō Watanabe, (celebre grazie ai suoi numerosi successi tra cui: Samurai Champloo, Sakmamichi no Apollon, Space Dandy e Zankyō no terror.) dove mescola meravigliosamente il genere Wester (che io a dirla tutta odio profondamente), a quello poliziesco e Noir.

26 episodi dove la ciurma del bebop, (Spike Spiegel ex mafioso e Jet Black ex poliziotto, successivamente arriveranno anche la bella ladra incallita Faye Valentine, il piccolo e geniale hacker Edward Wong Hau Pepelu Tivrusky IV e il simpatico e intelligente Ein naturalemte), vagheranno da un pianeta all'altro, in un futuro dove ormai la Terra rimarrà disabitata e gli umani avranno colonizzato altre galassie, guadagnandosi da vivere come cacciatori di taglie dello spazio!

Cowboy Bebop è per me uno di quegli anime dove non è tanto la trama di fondo a fare la differenza ma sono i personaggi che monopolizzano lo spettatore. Infatti la maggior parte degli episodi sono autoconclusivi durante i quali i nostri protagonisti affronteranno spesso i fantasmi del loro passato e le loro vite si mescoleranno ad altrettanti individui vittime dei loro peccati e dei loro sentimenti.

Watanabe per i personaggi si è ispirato al mondo di Lupin, infatti sono evidentissime le somiglianze del chara, ma a differenza del ladro gentiluomo i nostri cacciatori di taglie sono psicologicamente molto più complessi e carismatici, in constante conflitto con propri turbamenti interiori, dove si alternano scene ironiche a momenti di pura azione fino a toccare i toni del noir.
Ognuno dei personaggi principali ha il suo fardello da portare, la rinuncia del proprio amore, la perdita di fiducia nei propri ideali, la paura dell'abbandono e la solitudine, maschere che nascondono una realtà lacerante che li porta a vagare sul ciglio dell'azione del pericolo.

Le ambientazioni variano, come variano le note musicali che fanno da sfondo ai viaggi del bebop, si passa dal jazz, al country al blues fino ad arrivare all' heavy metal. La meravigliosa e indimenticabile colonna sonora è stata realizzata dalla celebre Yoko Kanno, che per l'occasione ha formato il gruppo musicale jazz/blues The Seatbelts, di cui lei stessa è tastierista! La compositrice ha creato personalmente i pezzi, senza tenere conto della commissioni fatte da Watanabe, che ha dovuto riconoscere le sue meravigliose ispirazioni!

Uno dei migliori anime degli anni 90 che io abbia mai visto, capace di farti provare qualsiasi emozione.
Una storia che ti svuota dentro, un mix di musica azione e animazione davvero incredibile, un sogno dal quale non volersi mai svegliare.


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AnTei

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Cowboy Bebop è un anime del 1998 prodotto dallo studio Sunrise e diretto da Shin'ichiro Watanabe, conosciuto per i successivi Samurai Champloo(2004), i più recenti Sakamichi no Apollon(2012), Space Dandy(2014) e, purtroppo, Zankyou no terror(2014).
Riconosciamo le opere di Watanabe per la sua Bizzarra tecnica della fusione dei generi, e in Bebop ne abbiamo un esempio lampante.
Siamo nel 2071 e la razza umana è riuscita ad espandere i suoi territori in tutto il sistema solare, in particolar modo su Marte, dato la ormai inospitalità della terra dovuta ad un incidente avvenuto in precedenza. I nostri protagonisti sono un gruppo di cacciatori di taglie che viaggiano per il sistema solare guadagnandosi da vivere catturando i criminali.
La trama non è complessa o particolarmente affascinante, ma viene accompagnata da personaggi unici, ambientazioni sempre varie, e da una quantità assurda di ost assolutamente fantastiche e sempre varie: Variano di genere, si passa dall'Heavy Metal al Jazz giusto per fare un esempio.

Le puntate sono per 3/4 dell'anime autoconclusive, quindi ogni vicenda inizia e finisce con la puntata stessa, ma non è assolutamente un difetto o una limitazione. Ogni puntata infatti servirà a darci elementi in più sui singoli personaggi, ci permetterà di conoscerli meglio e di capirne le loro azioni.Non si hanno dei personaggi stereotipati, non basta individuare la categoria di appartenenza di uno di loro per capirne le future azioni, sono imprevedibili e interessanti, ed è questo uno dei motivi per cui, nonostante la trama decisamente semplice, ci troviamo davanti ad un capolavoro.
Anche nelle puntate in cui non si hanno vere e proprie informazioni sui personaggi, troviamo comunque vicende che si fanno seguire, che riescono ad intrigare lo spettatore, a coinvolgerlo.In una sola puntata ci affezioniamo ai personaggi presentati, anche quelli che appaiono per pochi minuti, tuttavia ci troviamo in un mondo in cui ogni uomo o donna, per quanto buoni e giusti che siano, possono morire e soffrire, e non è certo questa loro bontà a salvarli dalla realtà della vita.
Gli stessi protagonisti non sono i "bravi ragazzi" che ci si potrebbe aspettare, ognuno di loro ha commesso errori in passato, errori che ritornano, che li perseguitano, e tutti quanti si ritrovano a fare i conti con loro stessi, smettendo di fuggire dal proprio passato e affrontandolo.

Le ambientazioni sono anch'esse condizionate dalla fusione dei generi tipica di Watanabe, si passa da ambientazioni in stile Western alle battaglie spaziali, Ma nulla di questo stona con il resto, è tutto in armonia. Non sembrerà strano allo spettatore vedere un'astronave vicino ad un locale in stile vecchio west, dato che viene reso tutto in maniera coerente ed impeccabile.

Oltre alle ambientazione abbiamo le già citate ost che variano di genere esattamente come le ambientazioni.Ci ritroviamo musica Jazz, Heavy metal, Blues e chi più ne ha piu ne metta.

Rimane il comprato tecnico: Abbiamo animazioni davvero fantastiche e stiamo parlando di un prodotto del 1998, sono fluide sia nei combattimenti corpo a corpo che in quelli con le armi da fuoco, e non sono da meno nelle scene più varie e stravaganti.
I disegni sono molto belli e hanno il loro stile, potete dirmi quello che volete, motivare come vi pare, ma Ein è il miglior cane di sempre, sia nell'aspetto che nella "caratterizzazione".
La regia è impeccabile, del resto stiamo parlando di Watanabe, non sbaglia nulla, riesce a farci emozionare con ogni combattimento. Ogni inquadratura è fatta nel modo in cui deve essere fatta(ovviamente il mio giudizio sulla regia è molto più soggettivo che oggettivo, non essendo io un aspirante regista, non posso darvi un giudizio professionale).

Ci sarebbe ancora da parlare del doppiaggio, ma non c'è molto da dire. I nostri doppiatori se la sono cavata egregiamente, sono riusciti a dare enfasi ad ogni scena e ad adattarsi alla drammaticità, o alla "felicità" dei momenti.

Detto ciò è un must che tutti coloro che guardano cartoni giapponesi e non dovrebbero guardare, sicuramente uno dei padri dell'animazione giapponese. Consigliatissimo!!


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SpikexShinji

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Per me, il capolavoro assoluto dell'animazione giapponese, l'anime definitivo. Ventisei episodi di pura emozione, qualcosa di veramente maturo: ogni episodio di quest'anime ha il potere di condizionare le tue sensazioni e il tuo stato mentale nel momento in cui lo guardi. E' in grado di farti passare dalla gioia alla tristezza e viceversa in ventiquattro minuti.
I personaggi sono fantastici, tutti ben caratterizzati e folli al punto giusto. Ogni episodio è come un film a parte con la propria trama e la propria colonna sonora. Ah, la colonna sonora... semplicemente fantastica, composta da Yoko Kanno, si inserisce perfettamente in quella che è la riflessione generale dell'anime.
Si sono sentite critiche nei confronti dell'opera di Watanabe (genio assoluto) perché "Cowboy Bebop" sarebbe "noioso" e "privo di trama". A parte il fatto che non è vero, ma è proprio questo che lo rende un capolavoro: "Cowboy Bebop" è qualcosa che va oltre alla semplice trama, è un'opera completa, a 360 gradi.
La frase che compare negli eyecatch: "The work which becomes a new genre itself will be called Cowboy Bebop" è più che veritiera e appropriata per descrivere questo capolavoro. Se non l'avete fatto, guardatelo!


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Stairway90

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Di solito la bellezza di un'opera (che sia un romanzo, un film o un anime) è data anche da una buona trama, originale e complessa; ma ci sono casi in cui, partendo da una trama semplice e scontata, si può creare un'opera ben riuscita. Certo, bisogna puntare su altri elementi (i personaggi, l'ambientazione, la colonna sonora, la regia, il ritmo dell'azione) ed è proprio questo ciò che Shinichiro Watanabe fa nel 1998 con Cowboy Bebop, sua opera di debutto come regista.

La trama, si diceva, non è nulla di complesso: in un futuro neanche troppo lontano l'umanità ha colonizzato il Sistema Solare, forzata da un incidente che ha distrutto parte della Luna facendo piovere meteoriti sulla Terra, e per combattere la criminalità dilagante fra pianeti e asteroidi si ricorre al vecchio sistema delle taglie sulla testa dei criminali. Gli episodi sono quasi tutti, tranne un paio di eccezioni (gli episodi 12-13 e 25-26), autoconclusivi e ispirati ai generi più diversi (pulp, gangster movie, western, cyberpunk). Sull'astronave Bebop, in realtà un peschereccio convertito in veicolo spaziale, si ritrova a convivere un quintetto piuttosto improbabile: Spike Spiegel, ex-membro di un'organizzazione mafiosa chiamata Red Dragon Syndicate, tormentato dal suo passato e alla ricerca della misteriosa Julia; Jet Black, un tempo poliziotto su Ganimede; Faye Valentine, regina della truffa e Urashima Taro in gonnella che non ricorda nulla del proprio passato ed è costantemente perseguitata dai debiti; Ed, una giovane e bizzarra hacker (anche se a prima vista sembrerebbe un maschietto) con una grande intelligenza ed evidenti segni di autismo; infine l'immancabile mascotte animale, il cane Ein, un Welsh Corgi Pembroke super-intelligente frutto di vari esperimenti. Ognuno di questi personaggi (tranne il cane) dovrà, nel corso della storia, fare i conti col proprio passato ed affrontare vecchi fantasmi o risolvere conti in sospeso; è chiaro che una struttura a episodi autoconclusivi impedisca invece l'approfondimento dei personaggi secondari, anche se alcuni di loro, come Mad Pierrot o Vicious, non hanno bisogno di molto spazio sullo schermo per lasciare il segno e magari conquistare lo spettatore.

Un elemento che balza subito all'occhio è l'immane mole di citazioni che compaiono nell'arco dei 26 episodi e provengono dagli ambiti più disparati, a cominciare dagli stessi personaggi: Spike Spiegal ha un po' di Lupin III e un po' di Keanu Reeves, Vicious ricorda il samurai Goemon Ishikawa per la sua katana e Capitan Harlock per il corvo nero che porta sempre con sé, Faye Valentine è bella e spregiudicata come Fujiko e altrettanto pronta a imbrogliare i suoi stessi compagni (benché questo atteggiamento muti nel corso del tempo), Jet Black ha molto di Daisuke Jigen, nel primo episodio compare un ricercato di nome Asimov come il noto scrittore di fantascienza, e così via. Cowboy Bebop pesca anche dal mondo della musica a piene mani, non solo per il titolo di vari episodi (Sympathy for the Devil, Bohemian Rhapsody, My Funny Valentine solo per citare alcuni esempi) ma anche per altri particolari: non è un caso, per esempio, che Spike e Vicious abbiano 27 anni come tante rockstar "maledette" (da Jim Morrison a Kurt Cobain).

La colonna sonora, opera per lo più della famosa e talentuosa Yoko Kanno, mescola jazz (il bebop, del resto, è uno stile jazz degli anni '40) e blues, rock e metal (non a caso un episodio si intitola Heavy Metal Queen), persino musica classica (nel quinto episodio si sente l'Ave Maria di Schubert). In verità, la musica diventa talmente parte integrante della storia che sarebbe difficile immaginare Spike che si reca alla cattedrale per affrontare Vicious senza le note di Rain o la sequenza finale dell'ultimo episodio priva della splendida Blue, per non parlare di brani come Space Lion e The Real Folk Blues che impreziosiscono ulteriormente i bei momenti dell'anime in cui sono inseriti. L'opening, Tank!, un brano in stile jazz eseguito dai Seatbelts, si segnala anche per il bizzarro ed azzeccato montaggio delle immagini.

A prima vista, Cowboy Bebop può sembrare scanzonato e leggero, ma spesso quella che vediamo è amara ironia e a picchi di demenzialità di alcuni episodi (come Mushroom Samba) si alternano momenti di intensa drammaticità. E non sono soltanto i protagonisti a nascondere, dietro l'apparente spensieratezza, un rapporto conflittuale con un passato che li perseguita, da cui non possono sfuggire (sia che lo inseguano, come Faye, sia che cerchino invano di lasciarselo alle spalle, come Spike) e con cui presto o tardi dovranno scontrarsi, ma anche i personaggi secondari, i ricercati, hanno spesso alle loro spalle storie tormentate e sono vittime della società, piuttosto che carnefici: abbiamo così il bambino costretto a rimanere eternamente giovane, il clown killer frutto di esperimenti militari che hanno distrutto la sua psiche, il ladruncolo che ruba per pagare le cure della sorella, il dinamitardo che causa esplosioni per protestare contro il capitalismo sfrenato… molte sono storie già trite e ritrite, apparentemente scontate, banali, ma la bravura di regia e sceneggiatura è proprio quello di renderle così interessanti e struggenti. Il finale della serie, poi, è forse uno dei più belli mai realizzati finora in una serie animata giapponese, concludendo degnamente non solo l'anime ma soprattutto il cammino di Spike, quasi una sorta di vera e propria catarsi dopo aver fatto finalmente i conti col proprio tormentato passato.


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Tofone8

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Vista da ragazzino quando la trasmettavano su MTV (i bei tempi delle Anime Night) l'ho ripresa in mano giusto qualche settimana fa, cercando qualcosa di interessante e rivangando questo prodotto di cui tuttavia non avaveo un ricordo eccezzionale. Cosa ho trovato?
Ho trovato che è comprensibile che ad un ragazzino non piaccia troppo: è una serie d'azione dove l'azione non è così predominante. Contando la prima e l'ultima puntata, sono al massimo una decina le puntate in cui si spara veramente. Roba strana per un titolo su dei cacciatori di taglie.

Spike e Jet sono appunto due famosi e temuti cacciatori di taglie professionisti (Cowboy) in un futuro relativamente prossimo, in cui l'uomo sta colonizzando tutto il sistema solare. Viaggiano a bordo della loro astronave, il Bebop, vagando di pianeta in pianeta, cercando taglie succulente su cui affondare le zanne. Detta così sembrerebbe la premessa di un anime in cui volano proiettili come se piovesse: invece Spike e Jet prima di essere cowboy sono prima di tutto degli esseri umani falliti. Jet faceva parte della polizia ed a seguito di un inseguimento che gli è costato il braccio - anche spinto dalla fuga della sua donna - si è ritirato; di Spike si sa poco, se non che è un tiratore infallibile "già morto una volta", che lavorava per la mafia e che cerca disperatamente una donna che lo lasciò anni prima. Nel loro vagabondare per lo spazio incontreranno altri personaggi: Ein - un cane intelligentissimo -, Ed - un geniale hacker - e soprattutto Faye, femme fatale che non ricorda il suo passato. Anche loro anime sole ed in pena, caricate sul Bebop spesso contro il volere dei proprietari stessi.
E' quindi chiaro come questo sia un anime incentrato molto più sui personaggi che sulla storia (spesso ogni puntata è un episodio autoconclusivo): in genere il tema più esplorato è quello della perdita, del sacrificio e della follia umana, oltre a varie e ovvie escursioni nell'ambito della tecnologia.
L'animazione e il deign, che rendono i personaggi tendenzialmente piuttosto magri e filiformi, contribuiscono in maniera perfetta alla creazione di un'atmosfera vuota, così come i personaggi sono vuoti o siano destinati a diventarlo a breve finché resteranno sul Bebop.
In linea con il tono della serie è il finale, degna conclusione della storyline di Spike e di quella di Faye, che pur toccandosi più volte, mai entrano davvero in contatto. Un finale amaro che non lascia spazio a seri dubbi, ma che allo stesso tempo lascia una sensazione di pace e compiutezza, sebbene nulla sia detto e molto si potrebbe ancora dire.
Una nota a se stante la meritano le musiche, che oltre a dare il nome ad ogni episodio (un genere musicale a puntata, in genere), lo accompagnano in maniera eccezionale, spesso andando a ripescare dalla tradizione jazz e blues, soprattutto quando l'anime assume riconoscibili tinte noire. Un egregio lavoro per il comparto sonoro.

Un'avventura senza avventura: questo è Cowboy Bebop, uno strano ibrido tra un anime d'azione e un dramma psicologico, in cui anche i siparietti demenziali tipici di ogni prodotto giapponese sono pregni di tristezza e solitudine, di disperazione ed impotenza, di abbandono ad un'entità chiamata destino. Un'odissea intrapresa per fuggire e che si conclude con un ritorno, svelando il volto da falliti che i nostri personaggi amano nascondere; che mette di fronte i nostri con i loro fantasmi e i loro errori, da cui possono si fuggire ma mai abbandonare del tutto. Un must per chi ama la fantascienza anni '90 e chi la odia.

SEE YOU, SPACE COWBOY...


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Vincent_89

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
"Cowboy Bebop" è un western con elementi fantascienfici, personaggi molto caratteristici e per nulla semplici o banali, colonne sonore meravigliose e un'animazione (con disegni, ovviamente) come se ne vedono poche in giro: tutto questo rende l'anime uno dei più belli mai visti su MTV.
Lo scorso anno ho trovato il cofanetto a soli 10,00 € a una fiera e mi ci sono fiondato subito (neanche il tempo di fare lo scontrino che l'ho subito intascato).

Come già detto i protagonisti sono molto ben caratterizzati, ognuno con una storia personale che si rivelerà nel corso della serie e che presenta un elemento che adoro in un anime: quasi tutte le storie iniziano e finiscono in uno, massimo due episodi.
Forse a qualcuno questo genere non piace, ma io lo adoro, perché, specialmente per anime brevi, ti dà la possibilità di conoscere i personaggi mettendoli in situazioni sempre diverse; inoltre, grazie a questo espediente, l'autore riesce a raccontare tante storie che svelano un po' del passato di ciascun protagonista (cosa fondamentale ai fini della storia).

Particolare attenzione meritano la colonna sonora e le sigle scritte da Yoko Kanno, che praticamente è una big nel campo musicale a livello di anime, e che è riuscita a esaltare tutti gli episodi con musiche che vanno dal jazz, al blues, al folk (insomma, ce n'è per tutti i gusti).

vash

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vash

Episodi visti: 26/26 --- Voto 6
Un anime ottimo a livello audio-visivo, con una trama di fondo eccezionale ma sviluppata poco e male per via della scelta incomprensibile degli autori di limitarla a 5-6 episodi nel corso dell'opera. Il resto è interamente composto da filler di qualità altalenante, si va da episodi ben scritti, divertenti e poetici ad altri noiosi e fondamentalmente inutili. Tuttavia è proprio negli episodi di trama che l'anime brilla, ma sono troppo pochi e distanziati da troppi filler brutti e inutili perché l'anime possa ambire a voti superiori alla sufficienza. Con almeno metà degli episodi al livello di quei 5-6 in cui si sviluppa il plot staremmo parlando forse del migliore di tutti i tempi o giù di lì e proprio per questo motivo il senso di "occasione sprecata" va ad incidere (ancor più) negativamente sulla percezione dell'opera. Peccato.


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Piotre

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Un antica ballata Jazz.

Si cresce in molti modi. Cowboy Bebop è uno dei molti. L'opera si struttura in molte saghe, che apparentemente non hanno punti di contatto fra di loro, solo i protagonisti che rimangano, apparentemente sempre gli stessi, ma lentamente, come un fiore che sboccia, si apre a noi la vera ed intensa trama dell'anime.
Il dolore e l'amore, possono davvero svanire col tempo?
E' questa la domanda su cui si svolge l'intera trama. Un amore fallito ed un dolore mai risanato, mai veramente curato.
Un personaggio che rischia sempre la morte, cercandola in modo violento, chiamandola, ma sempre qualcosa lo costringe a rimanere in vita. Un amore non corrisposto, un amore forte, tanto forte da far piangere una donna forte. Mi spiace di non essere chiaro nella trama, anzi potrei sembrare frammentario e sconclusionato, frasi vaghe che significano tutto e niente, ma per la trama penso basti leggere qualcosa da Wikipedia. Cowboy Bebop è un anime che non si può definire, si impone sullo spettatore con violenza e freddezza, è un prodotto di qualità che difficilmente si può trovare in altri anime, anzi è praticamente impossibile. Non è facile dire o catalogare questo grande capolavoro, anzi è praticamente impossibile, se si vuole catalogare si dovrebbe creare una nuova categoria : " Vita", ma in questa categoria sono pochi gli anime che vi possono entrare, ben pochi anime che possono vantare tanta qualità, tanta sorpresa, tanta forza impressiva.
Insomma l'unico consiglio che vi posso dare è guardatelo e allora capirete, i sentimenti che l'autore intendeva trasmettere vi entreranno all'interno con forza, e alla fine vi sembrerà di aver compiuto un viaggio. Un viaggio di crescita, anche se seduti, all'interno vi sentirete un po' cambiati, un po' diversi.
Inoltre se questa immensa bellezza viene unita al Blues e al Jazz, beh dubito che possa esistere qualche cosa che riesca anche ad andargli vicino.
Quindi vi ripeto cosa state aspettando?


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kaio1982

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
Fin dalla sua lontana uscita italiana, ho sempre ritenuto quest'anime dannatamente noioso, privo di una trama coinvolgente e, soprattutto, colpevole di creare un grande minestrone di generi con ambientazione spaziale. Incuriosito dai numerosi giudizi positivi e dal fatto di aver visto all'epoca solo pochi episodi, ho recentemente visionato in DVD l'intero anime con la dovuta cura. Sfortunatamente, le sensazioni che avevo quasi quindici anni fa me le sono ritrovate adesso usando un metodo di valutazione ovviamente più approfondito rispetto al 1999.

"Cowboy Bebop" è una cocente delusione, non perché non sia un buon anime, ma perché con quella realizzazione tecnica, quello stile tagliente e quelle ambientazioni sempre piene di ottima musica multigenere, l'anime risulta nientemeno che un agglomerato ben riuscito di tanti generi, ma che ha l'enorme colpa di non avere una trama solida, dei personaggi ben caratterizzati e nemmeno una regia che lo renda godibile. In questo modo, tutte le grandi qualità di "Cowboy Bebop" vengono disperse in episodi autoconclusivi, a volte superbi, molte altre noiosi o addirittura filler, che vanno letteralmente a sbriciolare la già faticosissima coerenza narrativa.
I protagonisti, Spike Spiegel, Jet Black e Faye Valentine, dovevano essere meglio caratterizzati, (specialmente Spike) e inseriti un contesto narrativo a respiro nettamente più ampio e profondo. Paradossalmente, se l'anime non fosse stato ambientato nel futuro e nello spazio, sarebbe potuto essere un ottimo mix brillante di generi, ma l'anime doveva essere ambientato coerentemente sulla Terra e nel presente, evitando così di scimmiottare qua e là sia gli anime di fantascienza che i film a cui si ispira. Devo dire che a questa serie, fino allo splendido dodicesimo episodio, era riuscita nell'impresa titanica di mescolare generi e film in maniera ottima, salvo poi sgretolarsi lentamente dall'episodio quindici in poi, e salvandosi (non del tutto) nell'ottima parte finale.
Dal punto di vista strettamente tecnico, "Cowboy Bebop" è invece un autentico capolavoro di grafica. Il character design risulta ottimo e realistico, con una definizione dei volti e delle luci che caratterizza Spike e Jet, mentre Faye e le altre donne decisamente meno, a causa del tipico difetto di quel periodo, che nei vestiti e capelli femminili semplificava troppo i dettagli, in favore di riflessi ingannevoli, ma d'effetto. I fondali e le astronavi sono realizzate in maniera superba, sia nei dettagli che nel design, creando innumerevoli scene futuristiche splendide. Le animazioni e gli effetti sonori sono sempre al massimo, donando alle scene d'azione sempre grande qualità. Magistrale anche il comparto sonoro, con musiche multigenere di grande qualità, anche se non rientrano nei miei gusti.

In definitiva, considero "Cowboy Bebop" un anime di grande qualità, ma che risulta nel complesso poco sfruttato nelle sue grandi potenzialità.


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AkiraSakura

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
L'anime di cui mi accingo a scrivere è una space opera postmoderna, in cui gli spunti creativi di base mutuati dall'illustre "Space Adventure Cobra" di Osamu Dezaki vengono coadiuvati da molteplici incursioni in generi differenti - commedia, hard boiled, noir, action, psicologico, senza disdegnare sfumature cyberpunk - e amplificati dal notevole bagaglio culturale degli autori, una vera e propria enciclopedia del cinema e della musica occidentale. Nasce così un mosaico citazionistico di grande successo e carisma, nonché una delle opere cardine dell'animazione giapponese degli anni novanta: il celeberrimo "Cowboy Bebop".
E' molto interessante osservare che esiste una ricorrenza comune nella grande architettura dalle molteplici sfaccettature che costituisce il lavoro della vita di Shinichiro Watanabe, giacché nel profondo attinge direttamente dal folklore giapponese; infatti, tolti i vari strati di citazionismo e postmodernismo, in "Cowboy Bebop" si osservano delle marcate analogie tra le storie e le psicologie dei vari personaggi ed il celebre racconto di "Urashima Tarou", che per completezza riporto di seguito.

Durante un giorno di lavoro, il giovane pescatore di nome Tarou nota un gruppo di bambini torturare una piccola tartaruga; egli la salva e la lascia tornare al mare. Il giorno seguente, una nuova, enorme tartaruga gli si avvicina, e gli dice che la piccola tartaruga che aveva salvato è in realtà la figlia dell'imperatore del Mare Ryujin, il quale desidera vederlo per ringraziarlo. Una volta accettato l'invito, la tartaruga, magicamente, fornisce a Taro un paio di branchie, e lo porta sul fondo del mare, al Palazzo del Dio Drago (Ryugu-jo). Lì egli incontra l'imperatore e la piccola tartaruga, la quale si manifesta sotto le sembianze di una bella principessa di nome Otohime. Tarou rimane nel palazzo con lei per un paio di giorni; ma presto vuole tornare al suo villaggio per vedere la sua anziana madre, per cui chiede alla principessa il permesso di andarsene. Otohime è molto dispiaciuta dalla scelta di Tarou e, dopo avergli concesso di ritornare al suo mondo, gli dà una scatola misteriosa che lo proteggerà dai danni, la quale, ciononostante, non deve mai essere aperta per nessun motivo. Tarou afferra la scatola, salta sul retro della stessa tartaruga che lo aveva portato in quel luogo, e ben presto si trova in riva al mare.
Quando Tarou torna a casa, tutto è cambiato. La sua casa è sparita, sua madre è scomparsa, e la gente che conosceva non c'è più. Egli chiede se qualcuno conosce un uomo chiamato Urashima Tarou; e la risposta è che una persona con quel nome era scomparsa in mare molto tempo fa. Dopodiché il pescatore scopre che sono passati ormai trecento anni dal giorno della sua partenza verso il fondo del mare. Colpito dal dolore, egli apre la scatola che la principessa gli aveva dato, da cui esce una nuvola di fumo bianco. Improvvisamente, Tarou si ritrova invecchiato, con la barba lunga e bianca, la schiena curva. Ed ecco che dal mare si sente la triste, dolce voce della principessa: "Ti avevo detto di non aprire quella scatola: in essa vi era la tua vecchiaia...".


La condizione di Urashima Tarou, come si deduce dal racconto, è un allegorico congelamento della propria esistenza nella giovinezza; la beatitudine eterna vissuta dal pescatore nel Palazzo del Dio Drago è una specie di sogno onirico, il quale può essere interpretato come un rifugio inconsapevole dalla triste realtà dell'impermanenza. Tralasciando le interessanti osservazioni che si potrebbero fare in altra sede sull'origine del mito, il quale presenta molte analogie con altri miti occidentali (si pensi al mito greco del Vaso di Pandora) e con il Taoismo (esiste un'antica credenza taoista secondo la quale in mezzo all'oceano sarebbero presenti le dimore degli immortali), la scatola, nella sua simbologia, può assumere differenti significati, e il racconto può essere interpretato con più livelli di lettura. Nel caso di "Cowboy Bebop", l'oggetto indica una vera e propria presa di coscienza di sé stessi e del proprio passato; da un punto di vista psicologico, invece, è l'inconscio che diventa conscio; in altri termini, utilizzando una metafora calzante, è l'uscita dal protettivo utero materno con conseguente apertura degli occhi al mondo (non a caso in molte culture antiche la tartaruga è un simbolo associato alla fertilità e alla Madre Terra).

I personaggi di "Cowboy Bebop", antagonisti inclusi, sono in gran parte degli Urashima nel palazzo del Dio Drago, ovvero degli individui che vivono in uno stato di "sospensione" della propria esistenza; individui i quali posseggono soltanto nebulosi frammenti di dei trascorsi tristi, confusi e dolorosi che devono essere dimenticati: un passato perturbato dalla sofferenza derivante da antichi traumi, il quale non può essere affrontato, altrimenti sarebbe come aprire la scatola di Otohime. Detto ciò, la grandezza dell'opera risiede nel fatto che ogni personaggio sarà obbligato dalle circostanze ad aprire la sua rispettiva "scatola", seguendo un percorso di ricerca interiore che culminerà in un annichilente "scongelamento" della propria regressione nella giovinezza. La bella Faye Valentine, ad esempio - una truffatrice un po' svampita la quale passa la maggior parte del suo tempo a curare il proprio aspetto esteriore - è sessualmente inattiva, nonostante il suo innato sex appeal, e l'oggetto principale delle sue attenzioni non è una persona a lei vicina, ma un vecchio nastro in cui sono presenti pochi fotogrammi dei suoi ricordi infantili. In una delle puntate più intense dell'anime, Faye ritornerà nei luoghi della sua infanzia, rivivendo la medesima grande, gelida solitudine provata dal mitologico pescatore. Uno degli antagonisti, un inquietante bluesman di giovanissima età, è stato reso immortale dalle radiazioni; ciononostante, nel momento in cui Spike lo spingerà ad affrontare il passato, lo farà vaporizzare istantaneamente, allo stesso modo di Urashima Tarou. Continuando con gli esempi, lo psicopatico antagonista "Pierrot le fou" manifesta una pura regressione allo stadio infantile: un "congelamento" necessario a sfuggire a un passato frammentario e venefico il quale, una volta riaffiorato in superficie, porterà alla dolorosa coscienza di sé stessi e della propria reale condizione, con conseguente annullamento del proprio essere. E' molto affascinante notare come quest'opera riesca a utilizzare una commistione molto complessa di elementi culturali appartenenti ai campi più disparati al fine di lanciare un chiaro messaggio esistenzialista allo spettatore, facendo convergere il tutto con grande maestria stilistica.

Sono quindi i personaggi il grande punto forte di "Cowboy Bebop". A una confezione di ottima fattura si aggiunge un ricorrente dramma umano che trova compimento nel destino ultimo del carismatico protagonista Spike, il quale, allo stesso modo di Cobra, è un ex malvivente che per sfuggire all'organizzazione in cui lavorava in passato è stato costretto a cambiare identità, e a iniziare una nuova vita sotto diverse spoglie. Nonostante il suo temperamento introverso e apparentemente superficiale, egli si ritroverà in breve tempo circondato da un sincero calore umano: si pensi al burbero ex poliziotto Jet Black, ovviamente anch'egli novello cacciatore di taglie con un passato da riscoprire e una condizione di "congelamento" da superare; alla scimmiesca e geniale Hacker Ed; alla già citata Faye Valentine.

La lotta di Spike contro l'organizzazione - e, in un certo senso, contro sé stesso - costituisce la trama principale dell'anime, un soggetto che si risolve in pochi episodi ed è coadiuvato da molte vicende autoconclusive in pieno stile Shinichiro Watanabe. Si passa da episodi leggeri e scanzonati a vere e proprie prese in giro dello spettatore (il buffo episodio dell'aragosta nel frigorifero); e ovviamente non mancano all'appello molte storie tragiche in cui è presente una marcata introspezione psicologica dei personaggi.

Le splendide musiche dell'opera, composte da una Yoko Kanno nel suo periodo più artisticamente fecondo, meritano un paragrafo a parte. L'alchimia suono/immagine di "Cowboy Bebop" è perfetta, ed è ben evidente che il regista e la compositrice si siano ispirati a vicenda durante la realizzazione dell'anime: tra una scena e l'altra si passa da brani spiccatamente jazz al blues del Texas suonato con l'armonica a bocca, sino ad arrivare a delle sonorità reminiscenti del rock progressivo anni settanta (si pensi al brano che compare nell'episodio "Pierrot le fou", il quale è molto simile al celebre "On the Run" dei Pink Floyd). Le sigle di apertura e di chiusura sono anch'esse di grande qualità, iconiche e perfettamente adatte a rendere istantaneamente lo spirito spiccatamente postmoderno dell'opera.

In conclusione, volendo riallacciarsi un'ultima volta al substrato filosofico di "Cowboy Bebop", si osserva che esso è consistente con i mutamenti sociali in corso nel Giappone degli anni novanta. L'opera contiene numerosi riferimenti alla nascente informatizzazione delle comunicazioni, e ovviamente non manca all'appello un cyberspazio rappresentativo di internet; in una puntata, in particolare, si assiste al confronto dei protagonisti con una folle setta religiosa che intende trasferire le coscienze di tutta l'umanità nella rete, in modo tale da elevarla a un piano superiore di esistenza. Allo stesso modo del contemporaneo "serial experiments lain", in "Cowboy Bebop" è presente un vero e proprio monito contro l'abuso di tecnologia: tali messaggi all'epoca erano i sintomi dei cambiamenti che stavano avvenendo nella società giapponese appena entrata nella postmodernità, e delle paure che tale transizione, congiunta al rapidissimo sviluppo del settore terziario, induceva nei Giapponesi dell'epoca. Gli anime più rappresentativi degli anni novanta, in un certo senso, erano dei prodotti di consumo che tendevano a "prendere coscienza di sé stessi", sfociando nell'analisi dei problemi esistenziali dei giovani spettatori, i quali si sentivano disorientati e senza spunti di autorealizzazione in un tessuto sociale diventato sin troppo velocemente frammentario e tendente alla stagnazione. Non si tratta quindi di un anime superficiale e, nonostante i vari rimandi alla cultura occidentale in esso presenti, la sua sostanza rimane comunque tipicamente giapponese. Ed ecco che la condizione di Urashima Tarou analizzata in precedenza diventa un artificio metaforico il cui scopo è parlare a delle persone "congelate" nei ricordi della loro giovinezza e incapaci di crescere, forse a causa della durezza, della frenesia e della piattezza della loro stessa società. Volendo usare le parole di Hideaki Anno: In Giappone ci sono solo bambini. Questo è un paese di bambini.


 8
Izaya_Orihara

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Capolavoro. Non c'è parola più semplice per definire Cowboy Bebop e che racchiude tutta la sua perfezione nel complesso. Un anime che ha fatto la storia e che è considerato da tutti un gioiello dell'animazione giapponese e uno degli anime più importanti degli anni '90 insieme a Neon Genesis Evangelion (se non il più importante), non poteva deludermi.

Vi chiederete:"Ma cos'ha di così speciale per essere definito un capolavoro?", e troverete risposta da soli:"Ah, una trama complessa". Nulla di più sbagliato. Cowboy Bebop ha una trama così chiara e piena di azione che la potrebbe capire pure un bambino. Per rendervi meglio l'idea vi dirò che ha pure puntate autoconclusive; niente di più semplice. Non vi spaventate, non siete smarriti! Anche io credevo che un'opera che ha riscosso così tanto successo avesse una trama complessa, un susseguirsi della trama non forzato e pieno di colpi di scena, e un finale capolavoro, condita da personaggi caratterizzati alla perfezione. Invece, la trama di Cowboy Bebop è speciale perché si ispira ai film polizieschi, includendo un po' tutto, anche un genere fantascientifico che non è mai forzato ma rende meglio l'idea della serie per i vari scenari possibili o per la lotta con le navicelle nello spazio. Anche i personaggi sono ispirati ai più celebri film polizieschi e hanno una caratterizzazione molto semplice ma sono quest'ultimi, in primis, a rendere speciale la serie. Non c'è affermazione più azzeccata nel dire "l'opera la fanno i personaggi".

Nonostante le puntate autoconclusive, ci saranno puntate in cui verrà dato spazio alla spiegazione della storia e alla caratterizzazione dei personaggi. Nonostante ciò, non sono mica le puntate autoconclusive a danneggiare la serie, anzi, tutti i fattori sono talmente perfetti da far piacere agli spettatori persino queste puntate (che da sempre sono state odiate un po' da tutti, almeno credo). Come ho già detto, sono i personaggi ad abbellire il quadro per primi, ma non dimentichiamoci delle situazioni: ogni puntata avrà qualcosa di particolare ed originale ma soprattutto di speciale (la serie riesce a rendere speciale persino, per esempio, una corsa per acchiappare un cane), troviamo anche puntate con un velo di malinconia e tristezza, pur trattandosi di personaggi che non rivedremo più nel corso della serie, faranno commuovere le loro storie, oppure dell'abbandono della ciurma da parte di due personaggi, oppure ancora del passato dei nostri protagonisti, nulla sarà forzato (semplice, semplice) e filerà liscio come l'olio, ma nonostante ciò tutto sarà commuovente o triste; e del sonoro: praticamente perfetto (troviamo varie musiche di vari generi, oltretutto) e che si addice sempre alla situazione in cui si trovano i nostri protagonisti. L'opening ti fa entrare già nel climax della serie con una bella musica a base di jazz, mentre l'ending ha un tono malinconico e triste.

Oltretutto troviamo un gran finale. Perfetto per chiudere alla perfezione questa magnifica opera. Non vorrei fare spoiler, vi lascio solo con una parola riportata dal protagonista sul finale ,"Bang", e lì scappano i pianti. Chi l'ha visto capirà, chi non l'ha visto, beh, starà a voi scoprirlo. Sicuramente uno degli epiloghi più belli (se non il più bello) che abbia mai visto.

Concludendo, Cowboy Bebop è degno delle lodi ricevute e sicuramente uno degli anime più belli che mi sia mai visto. Riesce a rendere tutto perfetto. Consigliato - che ve lo dico a fa?


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Evangelion0189

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Cowboy Bebop, celebre per essere considerato uno dei migliori anime degli Anni Novanta, è una serie in soli ventisei episodi, uscita nel 1998 e diretta da Shinichirō Watanabe. Per quanto mi riguarda è uno degli unici quattro anime a cui abbia mai dato il dieci pieno e farne una recensione costituisce per me un tuffo nei ricordi della mia adolescenza e nelle bellissime sensazioni che praticamente ogni singola puntata mi ha trasmesso. Ma procediamo con ordine.

A differenza della stragrande maggioranza dei casi, in Cowboy Bebop non c'è un vero e proprio intreccio narrativo con un inizio e una conclusione ben definiti: fondamentalmente la trama consiste in una sequela di episodi autoconclusivi in cui un gruppetto ben assortito di cacciatori di taglie - l'ex gangster Spike, il poliziotto "in pensione" Jet, la sensuale arrivista Faye, l'hacker adolescente Ed e l'intelligentissimo cagnolino Ein, sottile quanto astuta abbreviazione per "Einstein" - viaggia a bordo della nave semi-spaziale "Bebop" di pianeta in pianeta e in un futuro neanche troppo lontano: l'anno è il 2071. Che i detrattori delle storie autoconclusive non si spaventino: personalmente nemmeno io vado particolarmente pazzo per il suddetto genere, ma Cowboy Bebop è davvero un caso a parte e a mio avviso sarebbe un peccato evitarne la visione a priori solo per questo motivo. Ad ogni modo, l'unica eccezione a questo schema molto semplice sono soltanto cinque indimenticabili episodi, tra l'altro sparsi lungo tutta la serie, che focalizzano più o meno organicamente sul passato di Spike e i suoi conti in sospeso col misterioso e carismatico antagonista, l'efferato Vicious, e l'affascinante quanto enigmatica vecchia fiamma Julia. Le avventure/disavventure che i cinque vivono di volta in volta sono sempre diverse e non mi hanno mai annoiato (tranne per due o tre casi che mi sono piaciuti meno degli altri). Gli episodi, ognuno dei quali è come un piccolo film tanto è curato da un punto di vista narrativo, grafico e registico, spaziano da un genere all'altro: l'horror, il noir, l'hard boiled, il demenziale, il fantascientifico, il thriller, il sentimentale, il western e chi più ne ha più ne metta. La struttura intrinseca della serie, così apparentemente frammentaria e basata su casi singoli, ha come unico, potente collante la storia e la psicologia dei protagonisti e del loro relazionarsi con gli altri membri dell'equipaggio, nonché con le taglie in cui di volta in volta si imbattono e le situazioni di crisi che si trovano a dover affrontare. Si giunge agli episodi conclusivi della serie con una forte empatia verso tali personaggi così ben delineati, profondi, sfaccettati e complessi al punto tale che, quando le loro vicende vengono via via dipanate, si ha l'impressione di averli conosciuti per davvero, con i loro pregi e difetti, le loro gioie e le loro paure, i loro amori e le loro sofferenze. A mio avviso, pochissime altre serie vantano personaggi con una caratterizzazione così ben definita, pulsante e vera.

Tuttavia, Cowboy Bebop non è solo questo: è anche un originale e sempre efficace coacervo di citazioni e riferimenti al mondo degli anime (Vicious fa l'occhiolino ai fan di Capitan Harlock; vedere per credere), del cinema (giusto per fare qualche esempio: la cassa da morto trascinata con una corda dell'Episodio 17 è un palese omaggio al personaggio di Django dell'omonimo e celebre film di Corbucci, datato 1966; l'Episodio 11 per scene, tematica e atmosfera è una chiara citazione al capolavoro dell'horror fantascientifico Alien, del 1979; il titolo dell'Episodio 20, Pierrot Le Fou fa riferimento al film della Nouvelle Vague francese di Jean-Luc Godard, del 1965) e infine della musica: quasi ogni episodio infatti prende il titolo di una celebre canzone (Ep.14 "Bohemian Rhapsody" dei Queen, Ep.6 "Sympathy for the Devil" dei Rolling Stones, tanto per menzionarne un paio) e il nome stesso della nave su cui i protagonisti viaggiano si riferisce a un sottogenere del jazz. Proprio il jazz, insieme all'hard rock, al blues, alla lirica, all'etnica, insomma praticamente a quasi ogni genere musicale, costituisce la splendida colonna sonora scritta e suonata dalla poliedrica Yoko Kanno e la sua jazz band, i Seatbelts.

In definitiva, il cuore pulsante di Cowboy Bebop, caratterizzato in generale da un variopinto spirito citazionistico, risiede nello specifico sia nei suoi personaggi, così umani nei loro tormenti e nella loro semplicità, che nella sua colonna sonora unica nel suo essere così varia e brillante. Un anime imperdibile.


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falcus92

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
"Cowboy Bebop" avevo in programma di vederlo da tempo. Solo un miracoloso regalo mi ha concesso questo grande piacere. Probabilmente, lette le varie recensioni, non potevo immaginare tutto quello che è stato scritto. Ora invece mi sento, non solo in dovere di confermarlo, ma anche di sottoscriverlo. "Cowboy Bebop" è un capolavoro. Probabilmente insieme a "Neon Genesis Evangelion" è da considerare una delle colonne dell'animazione giapponese negli anni '90. La cosa interessante di questa'opera non è tanto la trama o l'originalità o i temi trattati (vedremo dopo che non ha quasi niente di differente da altre opere), quello che lo contraddistingue sono i personaggi: persone umane, vere, che sanno scherzare, ridere e gioire nei momenti di svago, e piangere, soffrire e riflettere nei momenti cupi. I personaggi rendono il mondo di "Cowboy Bebop" unico.

Analizzando la trama, come per quasi tutti i capolavori che ho visto finora, possiamo notare che non è per niente complessa. Spike e Jet sono due cacciatori di taglie, ma il loro territorio non è la Terra, bensì l'universo. Infatti ci troviamo intorno al 2048 in un ipotetico futuro in cui la razza umana ha cominciato a popolare vari pianeti. L'ambientazione è tipica dei film western: paesaggi desertici compariranno spesso, le armi utilizzate sono le pistole e ogni bandito ha una taglia che si può riscuotere solo se catturato vivo - quindi nessun cartello: "Wanted, dead or alive!".
Insieme ai due pian piano l'equipaggio si andrà riempiendo e comincerà così la ricerca dei vari banditi.

Proprio per la struttura della trama non ci dobbiamo meravigliare se gli episodi sono quasi tutti autoconclusivi. Ma quello che ci lascia scombussolati è il carisma di tutti i personaggi. Anche se compaiono per qualche minuto loro riescono a trasmettere tantissime emozioni. Sarà il caso di Rocco e sua sorella, che in un solo episodio sono riusciti a farmi versare lacrime di emozione e commozione. Come già dicevo prima, i personaggi sono dei veri esseri umani. Siamo ben lungi dagli stereotipati protagonisti degli anime: stupidi, rimbambiti, forti, fighi e potenti. Nel mondo di "Cowboy Bebop" si muore senza avere scappatoie o sotterfugi che ti permettono di sopravvivere. "Mors tua vita mea": non esiste pietà neanche per le persone vicine o che un tempo si amavano.

Inoltre ogni personaggio ha un carattere eccentrico, anche per questo li reputo unici. Spike è un mix tra Vash the stampede e Brandon Heat (probabilmente "Gungrave" prende molto da "Cowboy Bebop"). Valentine sembra tantissimo Fujiko di "Lupin III". Ma nonostante queste somiglianze saranno così ben caratterizzati da non far percepire minimamente la loro natura animata.
Personaggio che ho amato, invece, è Ed. In questo mondo crudele in cui "al posto del cuore c'è una pietra" compare questa ragazzina. Non ha niente, ha perso tutto, ma con una voglia di vivere e di conoscere che la rendono, probabilmente, il miglior personaggio dopo Spike.

Può non sembrare, ma si tratta di temi anche interessanti. Non mi soffermo molto su questo punto, anche perché non ci discostiamo troppo dai temi degli anni '90: vendetta, voglia di riscattarsi e il creare un nuovo io. Quello su cui punterò un piccolo riflettore è il tema del viaggio. Il continuo girovagare nell'universo è un simbolo abbastanza chiaro. I personaggi riescono a portare a termine e a chiudere il cerchio cominciato nel loro passato. Il loro è un viaggio che li accresce e li rende maturi, li cambia. Questo tema è ostentato dai continui flashback che accompagnano le varie avventure, tutto è collegato e tutto avrà una sua fine più o meno maliconica.

Tutto questo splendore è sostenuto da un apparato tecnico fantastico. Animazioni, disegni e regia sono stupendi, non sbagliano un colpo. Anche le "noiose" battaglie alla "Star Trek" sono superbe. Ma questo non è niente paragonato alle OST che possiede quest'anime, le più belle di sempre e soprattutto varie. Agevolati dal fatto che essendo nello spazio ci sono vari pianeti diversi (e ambientazioni diverse) si passa tranquillamente da musiche jazz a quelle heavy metal. Inutile dire quanto il sottofondo in un anime non ricchissimo di discorsi ma di molte sparatorie sia fondamentale.

In conclusione "Cowboy Bebop" è un must da vedere assolutamente. Nessun appassionato di animazione giapponese può non vederlo.

Utente24334

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Utente24334

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
C'è qualcosa che affascina nel mondo del vecchio western: la libertà dalle leggi, dalla società, la possibilità di iniziare da capo una nuova vita, la possibilità di vivere nuove avventure. "Cowboy Bepop" riesce a ricreare l'atmosfera di quel mondo lontano in una visione e con dei temi vicini alla nostra epoca.

Spesso si rimane dispiaciuti quando si legge un libro, un fumetto, oppure quando si vede un film o un anime. Si pensa che se l'opera fosse stata trasposta in altro modo essa sarebbe stata di tutt'altro spessore. Con "Cowboy Bepop" questo pensiero non si pone neanche nella testa dello spettatore. La trama è perfetta per il mondo anime: una storia lineare, dove ogni episodio racconta un'avventura dei personaggi, personaggi oscuri e divertenti allo stesso tempo. Gli effetti speciali non vengono esagerati, ma si mantengono sullo stretto necessario per un'opera che racchiude in sé astronavi, mondi sconosciuti e combattimenti spaziali. "Cowboy Bepop" doveva necessariamente essere trasposto in questo modo ed è questo che affascina prima di tutto.

La trama non è spettacolare. E' formata da episodi che sono quasi sempre autoconclusivi, con una trama di fondo lenta e che si fa attendere. La fantasia dell'autore, però, ci lascia sbalorditi. E' difficile trovare un'altra opera in cui in ogni episodio ci siano così tante novità e colpi di scena. Niente è scontato nell'anime.
I personaggi sono unici. Rimangono avvolti da un costante alone di mistero. Custodiscono gelosamente i loro segreti e difficilmente ce li comunicano. Se lo fanno è perché devono. Eppure, anche senza dircelo chiaramente, si evince che sono tutti segnati dal proprio passato e ne sono in costante fuga. Affascinanti.

Sul reparto musicale bisognerebbe fare una recensione a parte. E' semplicemente perfetto. I brani vanno dagli spaghetti-western a quelli di John Wayne, dalla classica alla heavy-metal. Eppure tutto è studiato nei minimi particolari, ogni nota ci fa entrare nel mondo dell'anime con una semplicità disarmante. Ma ciò che colpisce in quest'opera è l'uso del silenzio, caratteristica che sembra mancare in tante opere odierne. E' sensato mettere in sottofondo qualsiasi brano quando avviene un decesso? Gli autori di Cowboy sembrano pensare di no e rimarcano i momenti più sconvolgenti con un silenzio che impone allo spettatore di rimanere mente e corpo sullo schermo.

Parlando di un anime anni '90, paragonare la grafica a quella degli anime odierni è superfluo. Però la grafica era innovativa al tempo e rimane apprezzabile tutt'ora.
"Cowboy Bepop" è un Lupin post-moderno, prende importanti elementi da Desperado, attinge da Tarantino e dal genere noir, ruba le musiche dei western e spicca per l'abbondante fantasia. Ma prima di tutto è un dramma umano, dai toni realistici, con dialoghi sorprendentemente intelligenti ed estremamente "entertaining". Un must-watch per chiunque.


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Gokuonathan

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Un anime dove la trama viene sviluppata solo nel 10% degli episodi totali, dove il 90% di essi sono solo meri episodi autoconclusivi, può diventare mai un caposaldo dell'animazione moderna? Sì, e Shinichiro Watanabe,regista della serie, ci è riuscito alla grande. Come? E' semplice: prendete il genere western, ambientatelo in un contesto fantascientifico e conditelo con delle atmosfere da film noir statunitense degli anni '50. Ma non basta: aggiungeteci pure una realizzazione tecnica strabiliante e una colonna sonora irresistibilmente jazz, et voilà. Questi elementi bastano a fare di 'Cowboy Bebop' un capolavoro.
Ma andiamo a esaminare meglio questo capolavoro giapponese degli anni '90.

Riguardo alla storia, appena si vedrà il primo episodio si rimarrà completamente spiazzati, dato che non si avrà la minima idea di dove voglia andare a parare il regista. Però man mano che si va avanti vengono introdotti nuovi personaggi (tutti con situazioni che vi terranno incollati allo schermo fino alla fine dell'episodio) e fin qui nulla di che, ma, a partire dal 5° episodio, qualcosa comincia a muoversi: si comincia a scoprire un po' il passato del protagonista, la sua storia. Si sarà quindi molto curiosi riguardo al personaggio di Spike, uno dei migliori personaggi mai creati in un anime, e continuando la visione, dopo avventure di ogni tipo, verrà introdotto un ultimo personaggio, Ed.
Il team è al completo e si continua senza problemi con le rivelazioni del passato dei vari personaggi, quindi assisteremo al passato di Spike, di Jet, e, verso gli ultimi episodi, anche di Faye ed Ed. Poi, sempre dopo numerose avventure appassionanti, arriva il Gran Finale con la G e la F maiuscole, uno dei più tragici e poetici mai visti nell'intera storia dell'animazione - non solo giapponese. Quindi, come per tutte le serie, arriva il doloroso momento di dire addio ai propri personaggi preferiti.

Ma che hanno di tanto speciale questi personaggi? Il fatto di essere caratterizzati benissimo. Ognuno ha la propria personalità, il proprio carattere, il proprio passato. In pratica sono caratterizzati alla perfezione. Non vi potrà non affascinare Spike Spiegel, con la sua perfezione e l'apparente malavoglia e disinvoltura, quando invece lui sa già tutto della situazione. Come si dice dalle parti di Napoli: "Fa lo scemo per non andare in guerra!". Oppure Jet Black, con la sua maturità e la sua saggezza, che si impegna sempre fino all'ultimo per catturare un criminale ogni qual volta ci sia una buona taglia su di esso. Ma anche la sexy e seducente Faye Valentine non scherza, con il suo essere pigra e arrogante con tutti, quando invece nasconde un passato di cui neanche lei è a conoscenza. Infine c'è Edward, bambina un po' fuori di testa, ma abilissima con il computer.

Per quanto riguarda il reparto tecnico, esso vanta animazioni di altissima qualità, curate e prodotte dallo studio Sunrise ('Mobile Suit Gundam', 'I Cieli di Escaflowne'). L'anime può vantare inoltre il character design di Toshihiro Kawamoto, che già si era fatto notare in "Mobile Suit Gundam 0083" e che sarà futuro co-fondatore dello studio Bones ('Fullmetal Alchemist', 'Wolf's Rain'), delle stupende sequenze d'azione - Shinichiro Watanabe è abilissimo nel dirigere scene d'azione, come farà notare anche nel futuro "Samurai Champloo" - e la colonna sonora di Yoko Kanno, che ci regala numerosi pezzi jazz che si adattano benissimo alle atmosfere dell'anime. Si vocifera anche che abbia composto 8 dischi per la sola colonna sonora dell'anime (!), se si esclude la colonna sonora del film d'animazione del 2001, perché se si includesse sarebbero 9.
In pratica: "Cowboy Bebop" è un capolavoro che nessun appassionato di animazione giapponese deve farsi assolutamente scappare! Consigliatissimo.

Piccola curiosità: "Cowboy Bebop" ha avuto l'onore di essere il primo anime a essere stato trasmesso nell'Anime Night di MTV.


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Hachi194

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Più di dieci anni fa vidi per la prima volta 'Cowboy Bebop' grazie all'Anime Night di MTV. Era se non ricordo male già una replica. Fu amore a prima vista. E' grazie a CB che ho (ri)scoperto l'animazione giapponese.
Molto di 'Blade Runner', un po' di '2001 Odissea nello spazio', la serie è un piccolo gioiello, sia dal punto di vista stilistico sia per la sua trama. Tre cacciatori di taglie, un cane un po' speciale, un piccolo genio del computer, questi sono i protagonisti. Ogni episodio è un'avventura a sé stante, tranne che per quattro o cinque puntate che hanno un filo conduttore nel passato dei protagonisti.
Favolose le musiche di Yoko Kanno che riempono ben tre CD di soundtrack. Oltre alle sigle di testa e di coda, molte sono le canzoni, sia strumentali sia non, da ricordare; una su tutte Green bird. (Non posso citare la scena perché potrebbe essere spoiler).
Il doppiaggio è valido anche se nel successivo film a Jet Black verrà cambiata la voce, purtroppo.
Non ho dato il massimo dei voti perché a mio giudizio non tutti gli episodi sono sullo stesso livello: ad alcuni avrei dato anche la lode, ad altri solo la sufficienza.
Comunque 'Cowboy Bebop' è imperdibile, una colonna dell'animazione.


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Locke Cole

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
"I think it's time we blow this scene, get everybody and the stuff together... Okay, three, two, one, let's jam!"

Tra sfondi sui quali scorrono rapide frasi di pagine di giornale, un'atmosfera carica e un po' retrò, il tutto accompagnato dal martellare lievemente sincopato di un basso al cui contrattempo si aggiungeranno a breve le percussioni, tra tutto ciò inizia quest'opera, con la conclusione della frase sopra citata a segnare il battere per l'entrata di trombe e tromboni, cui a seguire si aggiungerà un accattivante sassofono.
Così prende avvio una delle più eccellenti produzioni del secolo scorso, un titolo che si pone a conclusione degli anni '90 e che pare farsi carico di tutta la tradizione a lui precedente, ottenendo un'eclettica fusione di generi che porta al massimo potenziale ognuno degli elementi citati in causa.
Lo stesso titolo è un evocativo accostamento che evidenzia questo carattere miscellaneo, dove "Cowboy" evoca reminiscenze di nostalgici scenari western, figure vaganti in perenne viaggio a caccia delle proprie prede, spietati scontri in luoghi dimenticati dalla legge mentre il termine "Bebop" ci ricorda la scena jazz degli anni '40, la "Beat Generation" come pure, anche per la sua assonanza, quella breve frase di due suoni posta a subitanea conclusione di un discorso musicale e si può ben considerare quest'opera come la degna chiusura della vasta produzione animata del secolo scorso.
Seguendo analogie e decostruzioni degli elementi ora citati, "Cowboy Bebop" vede la propria realizzazione.

Non a caso ho iniziato considerando l'aspetto musicale dell'opera, perché tale è parte dell'essenza della stessa. L'accompagnamento sonoro, sempre di grande valore in tutte le sue variazioni e dal gusto, salvo rare eccezioni, fortemente novecentesco, si rivela fin dalle prime sequenze una componente fondamentale ed estremamente evocativa, che va subito a caratterizzare il tenore e le atmosfere che si presenteranno nei diversi episodi.
Questa mutevolezza di genere e suoni si riflette nella struttura stessa della serie, che viene saggiamente resa episodica, così da permettere da un lato lo sviluppo di parecchie vicende senza gravare sul carico d'attenzione dovuto dal pubblico, ma al contempo, stante il piccolo numero dei protagonisti, non va a privare questi ultimi della propria caratterizzazione, che risulta perfetta per delinearli e sviluppare verso di loro una forte empatia da parte dello spettatore, senza comunque eccedere nella loro analisi più interiore, che avrebbe sviato la serie su tematiche maggiormente psicologiche.
I personaggi sono infatti curati in ogni loro aspetto e, passo per passo, si giungerà ad acquisire il giusto numero di informazioni su di loro, lasciando allo spettatore una buona dose di nozioni non rilevate ma senza mancare di completezza nel computo del finale.
Questi personaggi, in particolare i protagonisti titolari, il gruppo del Bebop, risultano inoltre molto realistici nella loro umanità e nella loro moralità grigia: non abbiamo dinnanzi dei paladini della giustizia, ci troviamo con persone che fanno i cacciatori di taglie per procurarsi la paga, che si trovano a contatto con il lato più vero e crudo dell'umanità, in un mondo dove, seppur in mezzo a un buon livello di fantascienza prossima, la gente continua a rubare, uccidere e mentire e dove al bene comune viene grandemente anteposto quello personale.

Cosa rende dunque "Cowboy Bebop" un'opera eccezionale, eccettuato l'elevato livello raggiunto sia dalla regia sia dalla scenografia, senza dimenticare il notevole comparto tecnico d'accompagnamento? Tutto e niente potrei dire, per essere sincero.
Nessun elemento è veramente innovativo se preso singolarmente, possiamo considerare ad esempio l'uso del genere noir, la componente fantascientifica, la lieve venatura di cyberpunk, le atmosfere hard-boiled, i caratteri accattivanti dei personaggi che tuttavia non si svincolano troppo da altri cliché già portati dalla letteratura e dalla cinematografia; tuttavia la commistione di tutti questi elementi, la loro perfetta armonia giustifica la perfezione di quest'opera.
Non si tratta di una serie particolarmente sperimentale, né psicologica né complessa, che fa perno sulla propria trama, tuttavia è splendida e in grado di coinvolgere massimamente lo spettatore, di condurlo con il proprio ritmo alternato senza mai stancarlo, di commuoverlo e di farlo sorridere nei momenti giusti, senza mai liberarsi della propria intrinseca malinconia.
E tutti questi elogi li rivolgo da estimatore delle serie complesse e psicologiche, verso un'opera che di questi due elementi condivide poco o nulla, tanto che, seppure anche per motivi affettivi, considero "Cowboy Bebop" uno degli anime che raggiungono l'apice delle mie preferenze.

Anche coloro che maggiormente preferiscono una trama continua e che si concluda non rimarranno insoddisfatti, poiché verso la fine della serie ogni personaggio troverà la propria strada e pure Spike, tramite i due episodi centrali e i due finali, arriverà alla conclusione della propria vicenda, inscenando così quello che considero il miglior finale mai raggiunto per una serie che si basa unicamente sulla trama.

"Cowboy Bebop" è un'opera di altissimo valore, tanto che, pur non discutendo sul fatto che la trama possa o meno soddisfare, riguardo alla realizzazione e all'aspetto tecnico risulta ineccepibile, un gioiello di sintesi che si pone a perfetto stendardo della produzione del secolo scorso come sua degna conclusione, più che meritevole rappresentante degli anni '90 e di quel periodo che considero il più prolifico per la storia dell'animazione. In una parola: imperdibile.

"See you, space cowboy..."


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SpikeSpiegel86

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
"Cowboy Bebop" è una serie televisiva del 1998 dello studio Sunrise, diretta da Shinchiro Watanabe, ideata da Hajime Yatate e scritta da Keiko Nobuto. Il character design è a cura di Toshiro Kawamoto, il mecha design è di Kimitoshi Yamane.
In un'intervista allo staff di produzione Watanabe rivela che l'idea di base era quella di creare qualcosa con le navi spaziali, da questo semplice dettaglio nasce Cowboy Bebop, un anime che negli anni è diventato un cult del genere fantascientifico e non solo.

"Ok, 3, 2, 1 Let's jam!"

L' azione si svolge all'interno del Sistema Solare, imponenti portali chiamati Gate permettono di viaggiare nell'iperspazio, una specie di faglia spaziale dove gli spostamenti sono in scala 1:240, ci si muove di 1 e si viaggia di 240. Questo permette alle astronavi di ricoprire grandi distanze in minor tempo.
In seguito all'incidente del Gate della Terra, un pezzo della Luna si stacca e una pioggia di meteoriti si abbatte sul pianeta azzurro. I superstiti sono così costretti ad abbandonare il pianeta e a spostarsi verso altri lidi, nella fattispecie Venere, alcuni satelliti di Giove (Ganimede, Europa, Callisto) e Marte, quest'ultimo diventerà il pianeta più popolato.

Questo universo fa da background alla serie che lungo un arco narrativo di 26 episodi ci racconterà le avventure interstellari della ciurma del Bebop, l'astronave di Jet Black e del suo socio in affari Spike Spiegel; la loro occupazione? Beh, sono due cacciatori di taglie, due space cowboy; cosi viene chiamato chi fa questo mestiere nel 2071.
Jet è un ex poliziotto dell'ISSP mentre Spike un ex-militante del Red Dragon, la più potente organizzazione mafiosa del Sistema Solare, con sede su Marte.
Entrambi si sono lasciati alle spalle una vita di rimorsi e rimpianti e cercano di racimolare qualche uron (la moneta usata nell'anime) dando la caccia ai criminali.
Nel corso degli episodi a questo dinamico duo si aggiungeranno il cane Ein, la cacciatrice con il vizio del gioco d'azzardo Faye Valentine e la piccola hacker Ed. Le situazioni più disparate attendo questo gruppo che con il passare degli episodi diverrà una piccola famiglia, si passera da gag divertenti a situazioni serie, malinconiche, il tutto condito da scene d'azione magistralmente dirette sia di combattimento corpo a corpo sia di sparatorie a bordo di navicelle spaziali, con un mecha design che si distingue per la sua originalità.

Il comparto tecnico è di prim'ordine, le animazioni sono fluide e credibili e sebbene i colori non siano così brillanti come quelli delle produzioni odierne l'aspetto generale rimane ancora oggi di alto livello.
L'uso della musica è sicuramente il fiore all'occhiello dell'intera produzione, i temi musicali non sono dei banali accompagnamenti, ma concorrono in maniera dirompente alla capacità espressiva degli episodi. I pezzi sono composti e arrangiati da Yoko Kanno ed eseguiti dai Seatbels, una jazz-band composta da musicisti di vari paesi. La stessa Kanno ne è la produttrice, arrangiatrice e tastierista.
L'interprete che canta la maggior parte delle canzoni è Mai Yamane, fantastica la sua interpretazione nel pezzo "Blue" una canzone veramente da brividi. Da segnalare anche alcune voci maschili di rilievo, Steve Conte su tutti nel pezzo "Call me Call me".
A ribadire il ruolo centrale della musica ci sono inoltre varie citazioni più o meno nascoste all'interno degli episodi, a cominciare dalle più palesi ovvero i titoli degli episodi stessi, sempre ispirati dal mondo musicale.
Altro punto di forza della serie è il character design, in particolare la figura di Faye risulta particolarmente riuscita, sempre sensuale e provocante nonostante il fanservice pari a zero. Spike riprende in qualche modo la figura di Lupin III, ma il più riuscito di tutti è senza dubbio Vicious, l'antagonista per eccellenza. Personaggio perennemente avvolto nel mistero, spietato e dalle ambizioni sfrenate, non si farà scrupoli a sacrificare tutto pur di raggiungere i suoi scopi; ricorda da lontano Grifis di Berserk, Sephiroth di FFVII per l'uso della katana, il Corvo per il suo essere tenebroso e insondabile e per il pennuto che poggia sulla sua spalla.

Sebbene la struttura degli episodi sia di natura autoconclusiva, c'è un mosaico nascosto alla base e ogni episodio andrà ad aggiungere un tassello. Alla fine della serie ci si presenterà dinanzi un meraviglioso quadro completo della vicenda.
Il tema generale è il passato dei protagonisti, in particolare quello di Spike, che gradualmente viene scoperto con l'andare degli episodi, e del suo karma; Spike ha un appuntamento con il destino che non può mancare. Figura centrale del passato di Spike è Julia, donna misteriosa di cui si sa poco e niente se non l'importanza che ricopre nella vita di Spike.
A mio avviso Julia è il punto debole della produzione, il suo personaggio viene approfondito troppo poco e liquidato in fretta, si sarebbe potuto sacrificare un episodio di quelli con pochi elementi di arricchimento della trama per concentrarsi un po' di più sulla sua figura e sul suo rapporto con Spike. Probabilmente la cosa è voluta, Julia porta con sé un forte significato allegorico, rappresenta il sogno di Spike, un sogno dal quale non riesce a destarsi. Così come i personaggi dei sogni sono sbiaditi e avvolti dal mistero, allo stesso modo è Julia, e nel momento della sua scomparsa il sogno non ha più senso di esistere…

In Italia la serie è stata pubblicata in varie versioni a cura della Dynit, il doppiaggio è ottimo, le voci sono tutte appropriate e calzano a pennello sui vari personaggi, unica nota dolente i pesanti errori di traduzione nell'episodio 15 "My funny Valentine"; errori davvero grossolani che potevano essere evitati. Consiglio di vedere quest'episodio in lingua originale con i sottotitoli. Nella fattispecie gli errori riguardano gli anni di ibernazione di Faye che sono 54 e non 514, l'ammontare dei suoi debiti (300 milioni di uron e non 2 miliardi) e l'anno del risveglio di Feye (2068 e non 2048).

Concludendo, "Cowboy Bebop" è un anime che è entrato prepotentemente nell'immaginario collettivo ponendosi come termine di paragone per tutte le opere fantascientifiche che sono seguite, seguono e seguiranno. "Cowboy Bebop" fa scuola per la sua unicità e originalità, la grande forza creativa che è stata profusa per creare quest'anime si avverte in ogni singolo dettaglio, la sua forza espressiva si avverte nella colonna sonora, nei dialoghi, nelle innumerevoli citazioni, nelle gag divertenti, nelle atmosfere struggenti e malinconiche, nell'introspezione dei personaggi, nei loro rimorsi, nei loro rimpianti e nel loro destino… "You're gonna carry that weight".
Tutto questo fa di "Cowboy Bebop" un capolavoro senza tempo, un cult intramontabile, che tutti, amanti della fantascienza e non, dovrebbero vedere e assaporare almeno una volta.

"See you space cowboy."


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ShonenKatta

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
"Cowboy Bebop" per me è il più bell'anime ambientato nello spazio prodotto fino ad oggi.
Più che la storia (una trama ben definita non c'è, ma si tratta più che altro di episodi autoconclusivi che servono a conoscere sempre meglio i protagonisti) quello che colpisce sono l'ambientazione e i personaggi che raggiungono un livello di solidità e caratterizzazione difficilmente riscontrabili in altre serie. A questo vanno aggiunte un'animazione che regge il confronto con anime molto più recenti e delle musiche splendide. Io non ci do mai troppo peso, ma per Cowboy Bebop non si può fare a meno di elogiare la colonna sonora.
Il finale è tra i più belli che ho visto in assoluto. Poco da dire: capolavoro Imperdibile!


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__Nergal__

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
"Cowboy Bebop" è un anime ambientato in un futuro prossimo che però assomiglia di più al Far West, in cui la civiltà umana ha colonizzato praticamente tutti i pianeti e i satelliti del sistema solare; esattamente come agli inizi della colonizzazione americana le città sono piuttosto fatiscenti e la criminalità dilaga.
Il titolo è azzeccatissimo, il bebop infatti è un particolare tipo di jazz degli nato negli anni'40 e ci accompagnerà in gran parte della colonna sonora a partire dall'opening. Il bebop è, inoltre, la nave su cui viaggiano Jet e Spike, due cacciatori di taglie.
Ai due si aggiungeranno presto un simpatico cagnolino di nome Ein, la ladra Faye Valentine, e la piccola Ed, un genio dei computer.

I personaggi, che dovrebbero essere uno dei punti di forza della serie, sono, purtroppo, poco approfonditi. Ognuno di loro ha un passato curioso e interessante a cui però non è dato il risalto che spetterebbe.
Di Jet si sa solo che era un ex-poliziotto e durante lo svolgersi degli episodi capiremo perché ha un braccio robotico, ma niente di più, egli resterà piuttosto anonimo.
Anche Faye, sui cui segreti e misteri ci si sarebbe potuti soffermare per molto, è lasciata da parte a misera comparsa, salvo poi risolvere tutti i dilemmi in pochi minuti.
Passando a Ed, beh, che dire, non ho capito a cosa serva, è inutile e fastidiosa con i suo modi che, a mio avviso, servono solo a fare ridacchiare un bambino, svilendo la maturità di questa serie. Il suo passato non è nemmeno accennato salvo poi inventarne uno e risolvere il tutto in una semplice puntata.
Questi tre personaggi sono mere comparse sul palcoscenico di Spike, il carismatico cacciatore di taglie con il passato da mafioso.
Proprio questo passato sarebbe potuto essere la base di un'ottima trama (simil "Gungrave", per chi l'avesse visto) ma, come succede con gli altri, ci si riduce a pochi episodi per spiegare questa sua ricerca della sua bella, Giulia, contro il suo ex-amico e ora sua nemesi, Viscious.
I personaggi risultano divertenti, simpatici e a volte anche riflessivi ma, dal mio punto di vista, poteva essere fatto molto di più su questo lato.

Proprio il fatto che l'anime non abbia una trama ma solamente puntate stand-alone mi ha lasciato un po' perplesso. Le potenzialità, come ho già detto, c'erano e mi sorprende che siano state così poco sviluppate lasciando il posto a una miriade di "caccia al criminale" che, seppure sempre belle e divertenti, risultano monotone in quanto i finali sono piuttosto intuibili e banali.
Certe puntate spiccano sulle altre: mi è piaciuta molto la scena in cui si vede "ritornare in vita" lo shuttle salvo poi leggere sul suo fianco "Columbia", noto per il disastro del 2003, ma non può considerarsi come una gaffe in quanto l'anime è stato prodotto molto prima.
Innumerevoli sono le citazioni, a partire dai titoli. Vedremo così delle puntate intitolate "Sympathy for the devil", nota canzone dei Rolling Stones, "Bohemian Rapshody" dei Queen, "My funny Valentine", di Miles Davis, "Wild Horses", ancora degli Stones, e "Hard Luck Woman" dei Kiss, fino ad arrivare a "Pierrot le Fau" citazione al film di Jean Luc Godard: "Il bandito delle ore undici". Proprio quest'ultima sarà una delle puntate più adrenaliniche della serie e anche una delle più surreali.

Se dal punto di vista della trama ho trovato molte pecche, non posso dire lo stesso del comparto sonoro, tra i migliori che io abbia mai ascoltato. Si parte con "Tank", la stupenda opening che unisce immagini molto belle a una musica coinvolgente, nella top ten delle più belle opening.
Si continua poi con una colonna sonora ricca e varia, che spazia dal jazz e dal blues per passare al rock più classico o anche all'heavy metal, nella puntata "Heavy Metal Queen".
Altro punto d'eccellenza di questa serie sono le animazioni e i disegni che non risentono quasi minimamente degli oltre 10 anni.
Le città sono realizzate molto bene, rendono perfettamente l'idea di "space far west". Vedremo navicelle che, più che ultra tecnologiche, sembreranno delle carrette, un po' come le carrozze del Far West.
I personaggi, di cui ho già parlato prima dal punto di vista caratteriale, sono disegnati molto bene. Faye è bella quanto stressante per il povero Jet. I tre protagonisti sono realizzati con così tanta cura che vedere Ed realizzata in modo da risultare ancora più stupida e "divertente" mi ha fatto storcere un po' il naso.
Le voci dei nostri doppiatori sono state scelte in modo accurato, calzano a pennello per il singolo personaggio, rendendo la visione ancora più piacevole.

Parlando un attimo del finale, senza spoilerare nulla, posso solo dire che le ultime due puntate risultano come una corsa verso il termine della serie, come se non ci fossero state più idee per creare nuove puntate stand-alone e si fosse deciso di terminare in tronco. Infatti l'anime si conclude in modo piuttosto classico e drammatico come ci si potrebbe benissimo aspettare, creando pochi suspense e mistero.

Concludendo, "Cowboy Bebop" può essere considerato uno dei migliori anime da molti punti di vista, salvo poi peccare nella parte che io ritengo più importante per creare un vero capolavoro, la trama. Le possibilità c'erano tutte e forse, levando qualcuna delle missioni più noiose, si sarebbe potuto utilizzare quel tempo per approfondire la vita passate di Spike, veramente interessante.
Purtroppo per questo e per gli altri difetti già citati non posso dargli più di 8 anche se, dentro di me, rimarrà sempre un bel ricordo di questa serie. Nonostante tutte le critiche che le ho mosso contro non esitate, è assolutamente da guardare.


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TheYangShi

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
La prima cosa che mi ha incuriosito è il significato del titolo, composto da due parole molto semplici ma determinanti all'interno della serie.
"Cowboy" è riferito ai famosi personaggi western che hanno invaso la vita reale americana e poi il cinema con le loro strabilianti imprese. La scelta di riprendere queste figure pare un modo nostalgico di ricordare i pistoleri del far west in un'ambientazione solo in parte futuristica. Si parla del 2071 ma i paesaggi ricordano gli anni trenta del novecento. Soltanto le navicelle spaziali aiutano a focalizzare di più il futuro e meno la polvere del passato.
"Bebop" è un'onomatopea che imita una brevissima frase di due note, segnala la fine di un brano musicale. Da qui il nome di uno stile jazz diffuso in America negli anni '40, non solo musica ma anche stile di vita per i giovani della "beat generation". Per l'appunto l'anime in questione è sfumato da soundtrack jazz, blues, electronic music, realizzate dalla compositrice giapponese Yoko Kanno; inoltre il titolo di ogni episodio è riferito a una canzone o a un genere musicale. Il Bebop, in questo caso la nave spaziale dei protagonisti, vaga da un pianeta all'altro sostenuto da sublimi temi musicali.

Durante la visione della serie la prima impressione è quella di vedere tanti episodi autoconclusivi, mini avventure senza un apparente sviluppo narrativo. Impercettibile è la caratterizzazione dei personaggi che mano a mano aggiunge un tassello alla personalità del singolo che non fa mai gruppo. I cinque membri dell'equipaggio del Bebop sono i personaggi principali: anche se collaborano per incassare le taglie di delinquenti ricercati, in realtà ognuno di loro ha un mondo a sé. Spike, Jet, Faye, Ed e anche il piccolo Ein sono individui separati, con un passato diverso e travagliato che devono risolvere da soli. Sono una squadra esclusivamente per lavoro, ma quello che disarma è la sensazione di solitudine che provano. In loro però risiede la ricerca di affetto, di ritrovare la propria casa, una famiglia... la ricerca della felicità che non è sempre gratuita e scontata, anzi richiede sacrificio e soprattutto il rischio. La scelta di Spike di affrontare la sua vita senza coinvolgere i compagni di viaggio ne è la prova più evidente, come anche Faye che è tormentata da un passato che non riesce a ricordare e cerca, con numerose fughe solitarie, il suo luogo d' origine.

Quello che mi ha lasciato Watanabe è una malinconia esistenziale, attraverso un seguendo di momenti divertenti ma anche tristi. La gioia e la vera felicità, benché si ricerchino disperatamente, non sempre sono realizzabili nel concreto, ma sono più sensazioni di finto appagamento, come l'esperienza di vivere in un sogno.

hallymay

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Di solito sto sempre lontana un miglio dagli anime la cui trama ha la lunghezza di un rigo. Se poi il plot puzza di trito e ritrito scateno gli anatemi.
"Cowboy Bebop" quindi sulla carta ha tutti gli elementi per farmi schifo. Quest'anime infatti parla di un ex poliziotto, un'ex truffatrice e un ex mafioso che fanno i cacciatori di taglie. Nello spazio. Cowboy Bebop, fine.
Nonostante le cattive premesse, questo è l'anime che più amo citare quando voglio dimostrare che è una falsità dire che l'animazione anni novanta sia di più scarsa qualità rispetto a quella dei decenni precedenti. Perché Cowboy Bebop è un capolavoro, sotto ogni punto di vista.
Ma cos'è che ha reso grande una serie del genere, perché dare dieci a un anime dalla trama così banale e per giunta formata al 90% da episodi stand alone? Semplice: perché questo è un anime che gioca a fare il film di genere, e ci riesce alla grande. Gangster movies, noir, hard boiled, polizieschi, spaghetti western... c'è tutto questo universo in Cowboy Bebop, perfettamente riprodotto e mischiato in ogni puntata.

Si può notare quanto questa serie abbia un enorme debito nei confronti del cinema a partire dalle svariate citazioni, come l'indimenticabile sarabanda di animatroni nell'episodio Pierrot le Fou, che sembra stare a metà tra "8 e 1/2" e un film della Disney. Ciò però è reso ancora più evidente dai personaggi, i quali sembrano tutti presi di peso da un film pulp. Sono infatti tutti eroi negativi, hanno perennemente una sigaretta accesa tra le labbra, modi di fare estremamente cool, e hanno ovviamente un controverso e misterioso passato, ma non aspettatevi voli pindarici narrativi. I luoghi comuni narrativi si sprecano: per esempio Spike, l'ex mafioso, è in cerca della sua donna Julia, la cui persona è legata all'abbandono dell'organizzazione mafiosa di cui era membro; Jet, l'ex poliziotto, ha mollato la polizia disgustato dalla corruzione del suo distretto. Ma ciò non è un difetto, anzi, è perfetto per rendere credibile l'atmosfera da B movie di cui è intrisa tutta la serie, atmosfera che si esplica ancor più magnificamente grazie a dialoghi imbevuti di cinismo e sarcasmo. Non aspettatevi infatti pistolotti morali sul bene e sul male da parte di nessuno: Spike e compagnia spesso sono peggio dei criminali che arrestano. Tuttavia l'amara ironia di fondo riesce in alcuni episodi a tramutarsi in maniera eccellente in malinconia allo stato puro, regalandoci così momenti dall'intensità drammatica memorabile.

La domanda però sorge legittima ancora una volta: perché ambientare questa serie nello spazio? Che c'entra l'elemento fantascientifico? Niente. O per dirla meglio, è un geniale espediente narrativo per ampliare al massimo la gamma di ambientazioni delle varie puntate, senza nessuna forzatura alla sceneggiatura. Spike, Jet e Faye vanno a caccia di taglie per tutto il Sistema Solare, ma certo non incontrano insetti giganteschi o mostri macrocefali. Anche in questo caso le citazioni si sprecano. I pianeti su cui in ogni puntata atterrano i nostri eroi sono perfette riproduzioni di location tipiche dei film, come saloon, deserti, periferie desolate, fumosi caffè anni trenta, casinò, le casbah arabe... potrei continuare all'infinito.

Dal punto di vista tecnico, prima di parlare d'altro, non si può non dedicare il giusto spazio alla colonna sonora, forse l'elemento di maggior risalto dell'anime. Se Cowboy Bebop è tutto una carrellata di spunti grafici e narrativi tanto è forte la commistione di generi e ambientazioni cinematografiche e non, la colonna sonora non è da meno: una varietà enorme di brani jazz, blues, ma anche rock, funk e chi più ne ha ne metta.
A completare il quadro, poi, ci sono disegni e animazioni di così alta qualità che, nonostante siano passati ormai quasi tre lustri dalla sua realizzazione, è ancora difficile trovare qualcosa di più ben fatto.
Per concludere: se l'idea che Neon Genesis Evangelion sia considerato la migliore serie animata degli anni novanta vi fa accapponare la pelle, prendete in considerazione Cowboy Bebop. Perché questo anime o piace o piace.


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Rieper

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Si può creare un buon anime d'azione/poliziesco partendo da una base fantascientifica, magari con ambientazione futuristica, e da un sound dalle splendide sfaccettature jazz/blues? La risposta risiede in Cowboy Bebop, uno degli anime che ha dato vita a schiere di appassionati dell'animazione giapponese, ponendosi tra i migliori di sempre in questo campo.

In una galassia lontana lontan... No, ok, sto esagerando. In un lontano futuro i viaggi stellari e la colonizzazione di nuovi pianeti sono una realtà oramai da molto tempo, ma il problema economico della popolazione umana non si è fermato. Quale miglior scelta se non quella di mettersi in proprio con una piccola organizzazione di cacciatori di taglie pronti a tutto pur di guadagnare un bel gruzzolo?

Questa l'idea di fondo del gruppo di cacciatori di taglie composto da Spike Spiegel, uomo dalla capigliatura poco curata, esperto nel combattimento corpo a corpo e con armi da fuoco e dal passato misterioso; Jet Black, uomo dalla capigliatura... Beh, diciamo forse un tempo maestosa, capo della Bebop (nave del gruppo), anche lui con un passato burrascoso che porta i ricordi sulla pelle, letteralmente; Faye Valentine giovane (ne siamo sicuri?) e affascinante donna disposta a tutto pur di fare cassa; Ed, se preferite Edward Wong Hau Pepelu Tivrusky IV, ragazzina - anche se non sembra - hacker dalle incredibili capacità in campo informatico, ma dal carattere che definire infantile è un eufemismo; e infine Ein, un cagnolino dotato di grande intelligenza, conseguenza di esperimenti genetici.

Gli episodi varieranno da semplici incarichi di recupero a veri e propri faccia a faccia con il passato dei protagonisti. Non vi saranno questioni in sospeso, nessun dubbio né incertezza, ogni domanda sul passato dei protagonisti, sull'universo in cui vivono e sul modo stesso di vivere avrà una spiegazione valida, e ciò dona allo spettatore un'opera completa, senza inutili filler, OAV, o altro, tralasciando un film di relativa importanza.

Tecnicamente Cowboy Bebop è un anime vecchia scuola, non c'è traccia o quasi di CG, ogni aspetto dell'anime è stato disegnato "a mano", e nonostante gli anni dà il meglio di sé nelle animazioni, regalandoci degli stupendi combattimenti stellari e delle concitate sparatorie degne del miglior film d'azione. Ogni ambiente, oggetto e personaggio è ricreato con il giusto livello di dettaglio senza alcun calo di stile.
La colonna sonora è semplicemente stupenda con i suoi ritmi jazz, decisamente originali e mai visti resi così bene in un anime, così come gli effetti di mezzi e armi da fuoco. Nota di merito va all'opening dei The Seatbelts "Tank", sigla che canticchieremo all'infinito.

E' naturalmente ovvio che quando si parla di anime la questione dei gusti è innegabile, ma anche volendola mettere sotto la migliore ottica imparziale bisogna essere sinceri. Cowboy Bebop ha segnato un'epoca, ha dato un nuovo volto all'animazione giapponese regalandoci una storia originale sotto ogni punto di vista, riuscendo ad appassionare persino coloro che non hanno mai masticato il genere d'animazione giapponese. E' un capolavoro come pochi, consigliatissimo.


 2
The Accolade

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Cowboy Bebop è tra i miei anime preferiti assolutamente, non ci penso nemmeno due volte a dare un dieci. Per me è pfetto, un capolavoro. Sono veramente ma veramente pochi gli anime con lo stile di Cowboy Bebop, credo di contarli sulle dita di una mano. E' un opera decisamente pensata bene, originale, e sopratutto caratterizzata da: cacciatori di taglie in giro per lo spazio, "aria da far-west", fantascienza naif che condisce le tecnologie dell'epoca con gli anni caratteristici del novecento. Nell'anime l'uomo ha colonizzato quasi tutti i pianeti del sistema solare, tramite terra-formazione (processo per rendere abitabile un pianeta, renderlo quindi simile alla Terra) vi costruisce città tra le quali alcune sembrano piccole New York, altre richiamano la Russia ecc. Insomma, è presente una diversità di scenario davvero notevole.

La storia principale è concentrata solo in alcuni episodi, mentre negli altri assistiamo a piccole storie davvero entusiasmanti, che esaltano e tengono appiccicati allo schermo.
Che dire delle musiche? Sono fantastiche. Jazz, blues, rock, heavy metal: la grande Yōko Kanno e il suo gruppo The Seatbels non si sono smentiti.
Cowboy Bebop è un grande capolavoro animato degli anni '90, senza dubbio.


 5
Turboo Stefo

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
E’ il 1998 quando vede la luce un anime destinato a rimanere negli annali della storia: si tratta di Cowboy Bebop, una serie di 26 episodi prodotto dallo studio Sunrise che vede alla regia Shinichiro Watanabe, che proprio grazie a quest’opera verrà ricordato a lungo dai fan.

Nel futuro, con una Terra devastata dall’uomo e dalla natura, lo spazio è stato colonizzato in ogni anfratto e questa esponenziale crescita ha ovviamente implicato un maggior numero di criminali, la quale ha riportato così alla luce un lavoro quasi scomparso, quello del cacciatore di taglie, lo stesso dei nostri protagonisti.
Inizialmente vengono presentati i fumosi Spike e Jet, mentre la prima manciata di episodi serve a riunire i nuovi membri (se così si possono definire) della squadra. Dopo questa fase iniziale l’anime comincia a mostrare i muscoli e, nonostante la natura autoconclusiva degli episodi, si rimane ammaliati saltando da storie malinconiche e drammatiche ad altre decisamente più comiche. Il tutto lascia intravedere solo piccole informazioni sui misteriosi passati dei protagonisti, che vengono fatte accumulare, esclusione fatta per la storia di Jet, che viene “raccontato” prima degli altri; solo nei tre episodi finali ci verranno svelati completamente, quando ci sarà bisogno di scegliere cosa inseguire, se il passato o il futuro.

Lo studio Sunrise non sbaglia un colpo e anche in un periodo dove si cominciava a parlare di animazione digitale si affida ancora all’abilità manuale degli animatori e il risultato è eccellente: i disegni sono sempre definiti e curati mentre le animazioni sono fluide e morbide.
La regia di Watanabe regala scene epiche che sottolineano perfettamente alcuni momenti drammatici dove i profondi dialoghi sfociano in conclusioni malinconiche. Ma il regista non risulta meno incisivo nei combattimenti, anche se forse presenti meno del previsto; sia in veloci scambi di colpi nei corpo a corpo sia nelle furiose sparatorie, o negli scontri aerei, Watanabe riesce a regalare movimenti coreografici ben ideati uniti a inquadrature che valorizzano sia i movimenti sia la velocità d’esecuzione.

Il comparto audio è il fiore all’occhiello dell’opera, si apre con la sigla che unisce uno stile pulp a una musica jazz, creando così l’impressione di trovarsi in un film gangster d’altri tempi; poi si continua su tracce blues con un pizzico di folk che ricordano perfettamente i vecchi “cowboy” e il far west, risultando perfette per l’atmosfera e lo stile dell’opera, creando così una cornice perfetta che esalta e sottolinea lo spirito con il quale va compreso l’episodio. Ci sono alcune piccole eccezioni dove delle vere e proprie canzoni subentrano alla classica soundtrack, soprattutto nel finale, oppure alcuni episodi dove la musica è parte integrante della trama, come la presenza di una camionista appassionata di Heavy Metal.
Il doppiaggio italiano risulta all’altezza del compito, tutti i personaggi hanno un doppiatore capace ed esperto che riesce ad adattarsi a ogni tipo di situazione.

Nel bel paese l’opera è arrivata sul mercato in varie forme, dopo le VHS, i primi DVD ed eventuali cofanetti, la Dynit nel 2010 riesce a ottenere le tracce video con nuovi master ridigitalizzati ad hoc con risultati sorprendenti: i video sono puliti, senza difetti, con colori vividi e immagini eccellentemente definite. Cowboy Bebop non ha nulla da invidiare a produzioni più recenti, mentre nel comparto audio sono presenti sia l’italiano sia il giapponese in traccia multicanale 5.1.
Per i più appassionati inoltre trovano posto numerosi extra, nel primo box trova posto un corposo booklet infarcito di approfondimenti, schizzi preparatori e d'interviste, mentre il secondo box contiene un DVD extra con un’interessante intervista al cast, tracce tratte dalla colonna sonora e gallerie.
I due cofanetti, rinominati Ultimate Edition, che raccolgono i 7 DVD sono gradevoli alla vista anche esteticamente, la grafica elegante e minimalista abbraccia perfettamente lo stile della sigla d’apertura.

Cowboy Bebop è un'opera unica e appassionante che racchiude in sé molti generi e risulta gradita a una vasta fetta di pubblico: che si cerchino semplice intrattenimento, storie toccanti, momenti di riflessione , azione o qualche risata, Cowboy Bebop contiene tutto e di più. Unite questa poliedricità al comparto audio curato e ricco, alla eccellente caratterizzazione e all’elevata qualità tecnica, e comprenderete così l’importanza di quest'opera.

garet jax

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garet jax

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
A mio giudizio Cowboy Bebop occupa un posto di rilievo tra gli anime degli anni '90. L'uso della musica è forse la cosa che maggiormente contraddistingue questa serie animata e che mi ha molto appassionato: i temi musicali non sono dei banali accompagnamenti, ma concorrono alla capacità espressiva degli episodi tanto quanto i colori, o i dialoghi.
Cowboy Bebop si muove con un ritmo accattivante, la trama è talmente ben delineata da tenervi incollati allo schermo con il desiderio di sapere assolutamente come i protagonisti affronteranno le situazioni nel prossimo episodio.
Non per la regia, per la sceneggiatura, per la colonna sonora o per i disegni, oppure per la molteplicità delle mai banali citazioni, ma quanto piuttosto per l'insieme formato da tutti questi elementi, per il gioco di incastri e accostamenti che formano un'atmosfera unica nel suo genere, considero Cowboy Bebop uno degli anime più belli di sempre.


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Nyx

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Se mi dovessero chiedere quale opera consigliare a chi cerca di avvicinarsi agli anime, o comunque in generale quale opera valga veramente la pena vedere, anche per un pubblico più maturo, beh, tra le prime che menzionerei ci sarebbe senza ombra di dubbio Cowboy Bebop.

Cowboy Bebop fa parte del genere "noir".
Per chi non lo sapesse il noir è un sottogenere del "giallo", diciamo che si differenzia da esso per la particolarità di dovere fare riflettere maggiormente sulla realtà che gli ruota attorno e potremmo affermare, senza paura di smentite, che è rappresentato, praticamente sempre, da una visione realistica e pessimistica dei finali non propriamente felici che caratterizzano queste opere. Cowboy Bebop più di ogni altro anime-manga rappresenta, secondo me, questo genere in modo ottimale.

L'ambientazione di Cowboy Bebop è futuristica, ha a che fare con spazio e astronavi in un imprecisato futuro dove l'umanità è andata a colonizzare l'universo e gli altri pianeti; la Terra (il pianeta azzurro) è ormai un deserto abbandonato. Ci si sposta da una parte all'altra dell'universo grazie al Bebop e a una serie di Gate, cioè tunnel, una specie di autostrade spaziali realizzate su aree che si potrebbe definire simili a dei "buchi neri".
I protagonisti dell'anime sono due cacciatori di taglie ai quali si andranno ad aggiungere altri due componenti con il progredire dell'opera stessa. Ognuno di essi ha alle spalle una propria storia profonda da scoprire piano piano avanzando verso il commovente finale.

Già per via del tipo di ambientazione, a suo tempo, stavo per scartarlo a priori, non avendo molta simpatia per questo genere di opere. Avrei commesso uno sbaglio madornale perché si tratta di un anime a dir poco imperdibile. Non credo vi sia una sola puntata considerabile noiosa o superflua. La mia preferita è senz'altro lo scontro con Pierrot le Fou, uno specie di serial killer psicopatico uscito fuori controllo dopo una serie di esperimenti genetici che lo hanno reso una perfetta macchina di morte. La puntata più divertente è forse quella nella quale devono combattere la "cosa" proveniente dal freezer dimenticato nella stiva!

Insomma, in Cowboy Bebop ci sono tanta sostanza e profondità da fare riflettere a lungo sul carattere dei personaggi e sul loro travagliatissimo passato, ma c'è anche modo di trovarsi di fronte a situazioni ai limiti dell'assurdo e a dir poco esilaranti.
La colonna sonora che accompagna questa splendida opera è d'antologia, ed è contenuta in diversi CD; presenta tutti brani di un certo spessore che si fondono perfettamente con le scene enfatizzandole notevolmente.

Se non l'avete già visto il mio consiglio è di rimediate il prima possibile a questa grave lacuna, Cowboy Bebop è onnivalente.
Potrebbe davvero essere definito un "must have" per qualsiasi appassionato di anime, o altrimenti l'opera che comincerà a farvi appassionare all'animazione giapponese.
Non perdetevelo.

Trasmesso per la prima volta nel 1998, comprende anche due manga (decisamente inferiori rispetto alla versione animata) e un film intitolato Knocking on Heaven's Door.


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Kats33

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Secondo me Cowboy Bebop è uno degli anime più belli mai creati. La trama è molto bella e i disegni mi sono piaciuti molto. Il protagonista Spike è un gran bel personaggio.
Già dal primo episodio si capisce con cosa abbiamo a che fare, con un capolavoro! E poi vogliamo parlare delle musiche di Yoko Kanno? Bellissime. Per me l'unico difetto è che gli episodi sono solo 26, me ne aspettavo almeno 40 visto il successo che ha avuto. L'anime è prodotto dalla Sunrise, la casa di Gundam, che è quindi garanzia di qualità!


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ryujimihira

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Cowboy Bebop è una serie cult tra gli anime. Unisce aspetti drammatici ad altri divertenti. E' ben congegnata e unisce il genere noir all'azione e alla comicità.
In un ipotetico futuro, l'uomo si è spinto oltre i confini della Terra. Con ciò però ha portato il suo genio criminale e autodistruttivo per la galassia rendendo necessaria e accettata la figura dei cacciatori di taglie. Spike Spiegel è uno di loro, un cowboy dello spazio. E' socio con Jet Black, un ex poliziotto, e i due viaggiano a bordo della Bebop. Essi si ritroveranno a passare da un sistema a un altro a caccia di criminali dalla remunerativa taglia. Si aggiungeranno nel corso dell'avventura, Faye Valentine, Edward e il cane Ein.

Tutti loro hanno una storia da raccontare sulla loro attuale condizione, risultato di vicissitudini passate. Tutte sono saggiamente raccontante, rendendo ogni personaggio di un certo spessore emotivo. Inoltre il background jazz dell'opera crea un connubio perfetto con alcune scene noir, lo stile Bebop appunto.
La trama tutto sommato non si evolve continuamente, ma soprattutto all'inizio e alla fine, lasciando all'interno dei 26 episodi della serie una gran quantità di approfondimenti sui personaggi e sulla condizione umana. Non mancano scene esilaranti, che comunque fanno da contorno allo spirito dell'opera.

Cowboy Bebop è un anime imperdibile, adatto a tutti i gusti, dotato di un ottimo comparto tecnico e di una succitata colonna sonora a dir poco superba. A tratti è violento, ma non così esageratamente esplicito da disturbare. Epocale.


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Pan Daemonium

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
A prima vista Cowboy Bebop può apparire un anime molto semplice che semplicemente verte sulle vicende di due cacciatori di taglie in chiave post-moderna, futuristica e ubicata non solo sul pianeta Terra, ma in tutto il Sistema Solare. Questa, perlomeno, è l'idea che traspare guardando i primi episodi. Successivamente la trama comincia ad infittirsi, sia per l'aggiunta di nuovi personaggi, sia per l'analisi più dettagliata del passato dei protagonisti e della storia del Sistema Solare e della Terra.
Queste ultime due cose, in particolare, non vengono narrate con dei flashback dell'estensione di intere puntate: non esistono puntate intere dedicate, ad esempio, al passato di Spike, ma vengono adoperate diverse puntate, perché in ognuna viene posto un piccolo pezzo del suo passato.
L'unico modo, quindi, per poter comprendere gli avvenimenti del passato, che, c'è da dirlo, rimangono comunque ugualmente abbastanza ombrosi e poco chiari riguardo ad alcune cose, è guardare l'intera serie.

La caratterizzazione e la psicologia dei personaggi è abbastanza dettagliata e particolareggiata per non essere un vero e proprio seinen. Ai personaggi ci si affeziona molto e ci si affeziona soprattutto alla idea di loro come gruppo, quando invece il gruppo non nasce così dall'inizio, ma si forma pian piano. E' quindi quasi prestabilito dall'inizio che si sfalderà.

Graficamente l'anime non eccelle, è più che buono, ma sicuramente ciò che più colpisce di quest'opera è la parte musicale: innumerevoli brani prevalentemente blueseggianti accompagnano le varie gag (moltissime e molte divertenti), i vari flashback e le varie vicende del presente. Non mancano comunque anche brani più rock, oppure più tendenti verso l'elettro. Davvero notevole è la parte musicale: si rimane davvero ammaliati.
Il blues, infatti, è sostanzialmente un genere musicale triste, struggente, che si adatta benissimo con Cowboy Bebop, che in sostanza è un anime piuttosto triste.

Oltre alle varie vicende vengono anche trattati temi importanti, come quello della morte, del consumismo, della potenza ipnotica della televisione, ecc., soprattutto nelle ultime puntate, quando l'atmosfera si fa piuttosto seria, dato lo sconvolgimento finale.
Il finale è eccellente, anche se davvero struggente. Tutto crolla, anche se, come dice Ed nell'ultimo episodio, accade semplicemente perché ognuno deve perseguire i propri sogni.

Utente5795

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Utente5795

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Cowboy Bebop è uno degli anime più famosi di sempre, e allo stesso tempo uno dei più discussi: c'è chi grida al capolavoro, e chi critica l'opera per via della scarsità della trama, visto il carattere quasi sempre autoconclusivo degli episodi. Su questo argomento si è già discusso abbastanza, e non intendo sviscerarlo inutilmente: preferisco piuttosto esporre quello che mi pare un effettivo punto debole della serie, tanto da non poterla considerare un capolavoro, nonché tutte quelle caratteristiche che invece la rendono un lavoro degno di attenzione.

Il difetto a cui ho accennato sta negli episodi stessi. Non è un problema per me se la trama effettiva è condensata in poche puntate mentre tutto il resto è fine a se stesso (comunque è fuori luogo parlare di filler), ma ho avuto l'impressione che le vicende descritte in ogni puntata siano condotte in maniera un po' troppo sbrigativa e con molti punti oscuri. Ciò deriva probabilmente dalla difficoltà di dover racchiudere in 25 minuti una storia in cui sono presenti diversi personaggi e con sviluppi complessi. Il regista Shinichiro Watanabe ha fatto del suo meglio, purtroppo adottando una struttura un po' ripetitiva e in certi frangenti inverosimile, siccome i protagonisti se la cavano, quasi, sempre in quattro e quattr'otto e morta lì. Altro problemuccio è rappresentato dai personaggi stessi, caratterizzati in maniera abbastanza superficiale e incompleta, nonostante le loro particolarissime caratteristiche su cui sarebbe stato meglio indagare più a fondo.

Ma ora passiamo ai pro: se c'è qualcosa che rende Cowboy Bebop veramente interessante sono le atmosfere. In ogni episodio c'è un'alchimia raffinatissima tra immagini, suoni e sceneggiatura, in grado di catturare anche lo spettatore più disattento. Con molta disinvoltura si passa da sparatorie in pieno stile noir, a fantascienza post-apocalittica, steampunk, cyberpunk e anche thriller psicologico, in uno spettacolo sempre vario e attraente. La parte visiva gode dell'ottimo charcater desing di Toshihiro Kawamoto, lo stesso di Golden Boy, e di un mecha desing avveniristico e molto preciso; l'unica pecca sono le sporadiche animazioni 3D, assai datate. Ma la vera chicca della serie è la colonna sonora, veramente eccezionale: un crogiolo di generi ispiratissimo, tra blues, R'n'B, jazz, opera ed elettronica - a proposito, uno dei brani dell'episodio "Pierrot le Fou" è stato palesemente scopiazzato da "On the run" dei Pink Floyd.
Parlando invece di sceneggiatura, i dialoghi sono serrati e ben congegnati, sempre adeguati alle situazioni, anche se a volte sgradevolmente criptici, sempre per via della struttura della serie.

Direi che Cowboy Bebop non è quel capolavoro che tutti dicono, e neppure un prodotto che da solo inaugura un nuovo genere (come è scherzosamente scritto nell'intermezzo di alcuni episodi), ma rimane una buonissima serie che ogni amante della fantascienza nipponica non dovrebbe trascurare.


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demone dell'oscurità

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Questa è una serie che ben gestisce tante epoche storiche che messe a caso creerebbero confusione, e qui sta una grande abilità del suo autore, che ha creato un genere assolutamente invidiabile, un mix tra "ritorno al futuro", "gli intoccabili" e altre opere similari, che compongono questo anime davvero ben fatto. Troviamo atmosfere incredibili, simili a volte anche al video di "Smooth criminal" del film Moonwalker di Michael Jackson, dove fantascienza e azioni vecchio stile si combinano in un'unica emozione mediatica.

La trama rende perfettamente l'idea di una serie che si interseca su vari temi, la sete di giustizia, il farsi giustizia da sé, la voglia di un mondo migliore purgato dal male della società attuale sempre puttana e corrotta, piena di compromessi e di situazioni abnormi in cui i protagonisti dell'opera preferiscono starsene da parte.
E questo è il mondo di Cowboy Bebop, un'opera davvero alternativa, capace di richiamare atmosfere fantascientifiche anche in un retrò, di vedere un mondo migliore e senza problemi di criminalità con l'intero universo. Quindi abbiamo anche la cultura del diverso, dell'interplanetarietà dei rapporti, in un mondo in continua evoluzione ma con sempre presente l'istinto primordiale di conservazione del passato immutato e granitico nel tempo.

Dalle pistole ad armi incredibili, dal futuro al passato e viceversa, gli scontri sono continui, gli amori addirittura impossibili per certi casi, ma veri per quel po' di solitudine che riescono ad allontanare i protagonisti, in cui la legge che conoscono difficilmente dà spazio alle speranze a grande respiro.
L'autore vuol farci capire in quest'opera quanto sia difficile prevedere cosa sarà in futuro la nostra umanità, il pianeta in cui viviamo e le sorti che tutto questo comporterà. Una cosa però la possiamo fare: ovvero quello di non dimenticare mai ciò che è stato sia in positivo che in negativo.
Il gusto retrò dell'opera ci permette di tenere radicati i nostri piedi e le nostre menti verso il passato per fare bene, se non meglio, nell'immediato futuro. Se va bene vuol dire che si è fatto bene, se va male significa che tanti errori mai corretti sono andati avanti e hanno preso vita quando invece avrebbero dovuto essere mali estirpati dalla radice.

Ma l'uomo in tutto questo riesce a conservarsi grazie all'esperienza e ad andare avanti in base al coraggio, due doti immancabili in ognuno di noi per far prevalere ciò che è giusto e realizzare anche dei sogni per troppo tempo sopiti. E questo lo vediamo riflettere in alcuni dei protagonisti presenti in questa grande opera.


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Bramoki

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Come spesso faccio, inizio a guardare un anime solo dopo aver setacciato il web (in particolare Animeclick) in cerca di recensioni. Cominciai così a guardare Cowboy Bebop dopo aver letto praticamente solo recensioni entusiaste: c'era chi lo definiva il re degli anime, ma su quel trono ci sta ancora un certo Evangelion...
Partiamo dalla trama; essa narra le peripezie della Bebop, una nave spaziale il cui l'equipaggio è formato inizialmente solo da Spike Spiegel e Jet Black, due cacciatori di taglie dal passato oscuro. Poi si aggiungeranno a loro Ein, un cane dall'intelligenza quasi umana, Faye Valentine, una ladra con il vizio del gioco d'azzardo, ed Edward, un giovanissimo (giovanissima?) hacker di smisurata bravura.

Partendo dalla trama, però, si parte da quello che a mio parere è l' elemento più discutibile dell'intero anime; difatti 21 dei 26 episodi di Cowboy Bebop sono autoconclusivi e solo pochi di essi hanno influenza sulla trama principale. Essa invece, nonostante non abbia tantissimi colpi di scena a effetto, regala momenti di grande intensità, in particolare nell'episodio "Ballad of fallen angel", anche se tale intensità è troppo spezzettata dagli episodi autoconclusivi.
Passando nell'area tecnica invece il voto sale a picco, difatti la colonna sonora è sempre azzeccata e in alcuni brani sfiora la perfezione, mentre il disegno offre un buon character design e delle animazioni semplicemente perfette.
Il fiore all'occhiello di Cowboy Bebop è però la caratterizzazione dei personaggi, profonda e ben delineata, con anche numerosi episodi incentrati solo su un personaggio.
In definitiva si può dire che Cowboy Bebop sia un anime tecnicamente eccellente ma con un ritmo fin troppo lento, che toglie spazio alla trama principale, ma che permette ai personaggi di avere una profondità psicologica approfondita man mano che passano gli episodi.

PAGELLA FINALE
DISEGNO: 9
TRAMA: 6
SONORO: 9
CARATTERIZZAZIONE PERSONAGGI: 9.5
GLOBALE: 8


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Franzelion

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Mah, sentendolo osannato da tutti chissà che mi aspettavo da questo Bebop, e invece non è stato un granché: episodi su episodi autoconclusivi non possono che annoiare, e non si trova un incentivo per proseguire la visione. Tutto sommato è stata una delusione.

O meglio, questo è ciò che credevo avrei scritto a serie completata dopo aver visto i primi 2-3 episodi.
Fortunatamente sono stato smentito: ho adorato Cowboy Bebop in ogni singolo episodio dal 5° circa in avanti, appartenenti alla trama o autoconclusivi che siano, e non vedevo l'ora di vedere il seguente, per il semplice motivo di vedere una nuova avventura di questi personaggi fantastici.
Ma non è solo questo, in Cowboy Bebop abbondano le ambientazioni e le tipologie di racconto, sempre diversissime l'una dall'altra - nonostante ve ne siano molte - e ognuna dotata di forte originalità e di una vita propria.
Come ho già detto quindi, gli episodi ti tengono incollato allo schermo (anche se a qualcuno che non ama il genere potrebbero annoiare, leggendo diversi commenti di chi non li ha graditi al massimo)... Ma perché? Cos'ha di speciale Cowboy Bebop? Tutto e niente oserei dire.
"Niente" perché a prima vista sono solo delle storielle buttate lì a caso.
Ma "tutto" perché invece c'è ben altro, ma andiamo con ordine.

Regia: Watanabe svolge un lavoro superlativo, praticamente ogni scena è inquadrata nel migliore dei modi, soprattutto il finale, che senza questa regia immensa non sarebbe stato granché. Infatti anche da questo mi aspettavo qualcosina di più, forse perché fin da inizio serie mi aspettavo un finale del genere.
Colonna sonora: impeccabile. Accompagna perfettamente ogni sequenza, molto varia e originale, anche se salvo un paio di canzoni veramente belle mi aspettavo di più, sentendo gridare, in riferimento a essa, al miracolo da chiunque
Animazioni: le più curate che abbia mai visto in una serie animata insieme a Xam'd: Lost Memories, rendono molti movimenti fluidi come l'acqua, proprio come il caro Spike Spiegel definisce il suo modo di muoversi.
Disegni: chara design eccezionalmente espressivo, pulito e accattivante, in una parola curatissimo; lo stesso vale per i fondali, sempre ricchi di dettagli, una gioia per gli occhi. Anche la computer grafica viene usata perfettamente quando serve.
Personaggi: è questo il vero punto forte di Cowboy Bebop secondo me. Non mi ero mai affezionato tanto a dei personaggi, i più carismatici che abbia mai visto. Caratterizzati alla perfezione e coerenti con se stessi in ogni momento, e in diversi episodi spuntano fuori diversi tratti della loro personalità, che magari non ci aspettavamo. Spesso ci regalano anche diverse scene comiche, ma di qualità, nel senso che è un umorismo che emerge fuori grazie alla regia e ai dialoghi molto maturi, non è il solito umorismo (seppur gradevole) di scarso livello a cui siamo abituati negli anime, con sempre le stesse gag, situazioni ecc.
Trama: questo è l'unico punto dove l'anime incespica un po', perché essa avanza a tratti, ogni tot episodi, ma alla fine non tutto è chiaro alla perfezione e rimangono degli interrogativi, ma non si capisce se questo sia voluto dall'autore (capirete perché, visti i temi trattati nel finale) o sia causato da semplice distrazione o da superficialità.
Alla fine della serie la tristezza è grande, per il solo fatto che sono finiti gli episodi da passare in compagnia con questi idoli; peccato che duri solo 26 episodi...

Il mio consiglio è di assaporare al meglio ogni scena per non perdersi neanche il minimo dettaglio, sia al livello grafico che di sceneggiatura e dialoghi, di questo capolavoro d'animazione.
Beh, non rimane molto altro da dire. Cowboy Bebop è giustamente entrato nella storia, e rimarrà nel cuore di tutti - me compreso ovviamente - finché camperemo.
Non è un 9 pieno comunque, per via della trama, che ho già spiegato, e di qualche episodio sotto la media.
Ah dimenticavo: Shin'ichiro Watanabe è un genio, ora lo so anch'io.

SEE YOU SPACE COWBOY.


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starbucky

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Siamo nel 2071 e i viaggi spaziali sono quasi una gita fuori porta. I protagonisti sono quattro eccentrici cacciatori di taglie, più un bizzarro cane, i quali a bordo dell'astronave Bebop aspettano il momento giusto per entrare in azione e risanare un bilancio costantemente in rosso. Qui Spike e la sua allegra brigata dovranno vedersela con una micidiale arma biologica e con un pazzo senza scrupoli pronto a usarla senza rimorsi. Ma la situazione è ben più complicata; infatti, loschi traffici s’intrecciano mentre l'ignara popolazione si appresta a festeggiare la festa di Halloween.

Questo lungometraggio, oltre a essere un ottimo tributo alla serie e uno splendido esempio di animazione, è un film a tutti gli effetti, con una solida sceneggiatura e uno sviluppo degli eventi degno di una produzione hollywoodiana. Come nella serie, non poteva mancare un contorno musicale di rilievo con accattivanti pezzi jazz, blues, soul e rock.
A me il film è piaciuto molto, avvincente in ogni aspetto, è una miscela perfetta di componenti quali lo spessore dei personaggi tratteggiati, la cura dei dettagli visivi e la potente ed efficace colonna sonora. Se a questo aggiungiamo dosi massicce di azione, non posso che consigliarvelo per passare un paio di ore con un ottimo film.
L'adattamento e le voci dei protagonisti sono ottime, i disegni sono di eccellente fattura.


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kitaniano

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Partiamo dal finale: è uno dei più belli di sempre. Senza voler anticipare troppo a chi non lo ha ancora visto, la serie si conclude con una resa dei conti fantastica che regala alcune scene d’azione degne del miglior cinema hongkongese e la meravigliosa canzone dal titolo “Blue”. E la musica in quest'anime ha davvero una parte notevole grazie all’apporto dei Seatbelts, band guidata dalla grande compositrice Yoko Kanno che spazia tra diversi generi. Anche i titoli degli episodi sono molte volte ispirati al mondo della musica. Due soli esempi: “Bohemian Rhapsody” e “My Funny Valentine”.

Protagonista della serie è Spike, cacciatore di taglie spaziale dal passato oscuro, che viaggia da un pianeta all'altro a bordo dell'astronave Bebop insieme al compagno Jet, un ex poliziotto. Ai due si uniscono un cane, la bella Faye e la piccola Ed, maga del computer.
Punto di forza della serie (oltre alla già menzionata colonna sonora) sono anche alcune interessanti citazioni sparse in qualche episodio: facilmente riconoscibili quelle riferite ai film “Alien”, “2001 Odissea nello spazio” e “The Killer” di Jonh Woo nella puntata numero cinque, una delle più belle in assoluto.

Ma a fare la differenza è soprattutto la caratterizzazione dei personaggi: soprattutto il terzetto formato da Spike-Jet-Faye che richiama alla mente quello di una serie storica come “Rupan Sansei” composto da Lupin, Jigen e Fujiko. E’ in particolar modo grazie all’uso di flashback che fanno riemergere il loro passato, all’interno di un serie di episodi per lo più indipendenti, che si rimane colpiti dai personaggi: disillusi, in fondo perdenti, o già morti come dice a un certo punto Spike, che alla fine sembra un eroe melvilliano.


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NeoSephiroth92

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Cowboy Bebop è forse l'unico anime che si caratterizza per cotanta qualità musicale. La storia procede lenta ma ogni episodio nasconde sempre un messaggio da capire. Anche l'evoluzione dei caratteri dei personaggi procede lenta ma alla fine si giunge alla verità. La comicità non manca ed è alternata da momenti drammatici, la fraseologia poi è sublime. Basti ricordare le parole di Faye Valentine: "<i>Le promesse esistono solo per non essere mantenute</i>". Questo è più che sufficiente per notare lo spessore di Cowboy Bebop.
Do un 9, un 10 mi sembra troppo e un 8 troppo poco.


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Manuel

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
E pensare che se non lo avessi rivisto avrei detto che è un anime spicciolo.
Sfortunatamente lo vidi la prima volta a spezzoni su Mtv, seguendo la storia a tratti e senza vederne il finale.
Poi iniziai a chiedermi: "Ma alcune puntate non le ho viste? Mmm...", e sono semplicemente andato a cercarlo per guardarmelo in tranquillità.
Ok, non è interessante, ma è per farvi capire che se non ci fosse stato quel minimo interesse da parte mia nel rivederlo, me ne sarei pentito amaramente perché è una vera opera d'arte che va vista nel modo giusto.
Ogni puntata si concentra su momenti o particolari personaggi, soprattutto le prime puntate possono lasciare un po' spaesati e far chiedere "Ma dov'è un filo logico in tutto questo?".
E io lo capii soltanto all'ultima puntata: quando riguardai l'anime non ne rimasi molto colpito, ma una volta vista la fine lo amai tutto, in ogni singolo momento.
Ve lo consiglio perché racconta una storia magnifica e strappalacrime e vi prego di guardarlo fino all'ultimo secondo ascoltando la magnifica canzone finale - mi dà i brividi di piacere ogni volta che la ascolto ancora oggi dopo anni.


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Apachai

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Questo capolavoro si basa tutto sull’alone di mistero che avvolge Spike, il quale mi ricorda molto Lupin III in quanto a carisma.
La storia si svolge in un futuro non meglio definito dove il livello tecnologico raggiunto dall’essere umano fa si che si possa tranquillamente viaggiare per lo spazio grazie ai "gate". Tuttavia, proprio a causa di un incidente ad uno di questi gate vicino alla terra avviene una terribile catastrofe. Si viene a creare cosi una situazione molto simile, a mio parere, al selvaggio West, dove gli esseri umani devono colonizzare altri pianeti e dove vengono a formarsi figure “professionali” come quelle dei cacciatori di taglie.
A volte la storia presenta delle incongruenze che non sto qui a svelare per non rovinare ai lettori la visione dell'opera. Graficamente l'anime è molto curato nei dettagli e le colonne sonore sono davvero belle. Ogni episodio, tra l’altro, ha il titolo di una famosa canzone.
Questo anime all’inizio non volevo vederlo poiché il genere fantascienza non è tra i miei preferiti, tuttavia dopo essere stato assillato da molti miei amici che me ne consigliavano la visione ho ceduto e, devo ammettere, che avevano ragione.
Sicuramente è un anime da vedere, a prescindere dai gusti, perché secondo me non può essere è un capolavoro.
Buona visione.

simona

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simona

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Ho sempre adorato questo cartone pieno di avventure affascinanti che ti trascinano in un mondo dal sapore futuristico occidentale. La struttura degli episodi è articolata in modo lineare e ogni episodio presenta sempre nuove avventure dove il protagonista ha sempre a che fare con un nuovo fuorilegge di cui deve riscuotere la taglia.
Anche tutti i personaggi sono caratterizzati in maniera eccellente con bellissime animazioni e colonne sonore che fanno della serie una visione unica e coinvolgente. Bellissimo!


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Kaiji90

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Spesso avevo sentito parlare di Cowboy Bebop, ma nessun commento mi aveva particolarmente spinto a guardarlo. Finchè, pochi giorni fa, sono capitato proprio sul primo episodio, quindi mi sono detto: tanto vale iniziare a guardarlo, dato che comunque il genere "fantascienza" mi appassiona molto. In questo preciso momento sto per guardarmi l'episodio 26. Eh già il nostro caro cacciatore di taglie Spike e la squadra del Bebop è riuscita a coinvolgermi parecchio. L'unica pecca e che sia stato doppiato in Italiano, mi sarebbe piaciuto sentire le voci originali. Ma comunque merita tantissimo come anime, dato che, pur essendo del 1998, tratta tematiche che tutt'ora ci coinvolgono. Inoltre non perde di un umorismo non eccessivo che permette di rilassare la mente dopo una lunga riflessione su determinati argomenti, posti nel corso della serie.


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ianusdeum

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Anime stupendo!!! il più grande capolavoro di Shinichiro Watanabe!!!
Le animazioni sono di un livello molto alto per gli anni in cui è uscito, e il character design è "nuovo", nel senso che non è qualcosa di già visto.
Le musiche sono, forse, il pezzo forte dell'opera: musiche jazz che si adattano perfettamente ad ogni tipo si situazioni, da quelle "leggere" a quelle di riflessione o azione.
I personaggi sono molto caratterizzati, ed ognuno di loro ha una diverso modo di agire e pensare; Spike (il protagonista) è forse uno dei personaggi più carismatici degli ultimi tempi; mi è piaciuta molto la storia del suo passato e di Julia.
Le puntate sono per la maggior parte auto conclusive, ad eccezione delle ultime e qualcuna nel mezzo.
Il finale non è per niente scontato, ed ha molti colpi di scena.
Una cosa bella di quest'anime è che ha saputo legare la musica jazz degli anni '60-'70 con un'epoca futuristica.
In sostanza, se vi piacciono gli anime di azione con un pizzico di fantascienza, questo fa per voi, ma lo consiglio anche a chi non piace il genere, in quanto questo è un "MUST" dell'animazione ed un capolavoro in tutti i sensi.


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kiriyama87

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Allora provate a mettere insieme queste due serie di elementi: da un lato blues, bourbon, jazz, cowboy, west, pistole, gioco d'azzardo, mafia; dall'altro: futuro, colonie spaziale, gates che le collegano, navicelle, scontri spaziali. Bene, avete fatto? Cosa ne risulterebbe secondo voi? Confusione totale direi io, come credo tutti voi... ma Watanabe non la pensava così (per fortuna) quando ha dato vita a quest'opera monumentale. Infatti è riuscito a creare un mix elettrizzante e irripetibile di tutti questi elementi che restano perfettamente coesi e tenuti insieme da una sottile linea invisibile che non si spezza mai perché è sottile il limite tra genialità e follia; limite che quasi non si nota perchè è un futuro molto asciutto, dove regnano paura, indifferenza e crimine, dove il lavoro sporco lo fa chiunque abbia il coraggio di prendere in mano una pistola e di riempire di piombo un altro essere umano per guadagnare qualche spicciolo, perchè la polizia è troppo occupata a prendere "mazzette". E quindi non importa se ti trovi sulla terra o su Marte, la popolazione umana avrà sempre gli stessi istinti.
Ma Cowboy Bebop non è solo questo imprevedibile mix di culture e situazioni; è anche spettacolarità nei duelli (Spike vs Vicious su tutti), prorompenza e aggressività nell'azione, mistero e fascino nelle storie dei protagonisti, densità dei dialoghi che nonostante siano ridotti all'osso, non risultano mai banali e riescono a portare con sè un'ineguagliabile carica di stile. per rendere il tutto perfetto; poi il genio ci ha voluto mettere una colonna sonora che definirei a dir poco favolosa, riuscendo a trarre il massimo da qualunque situazione. Allora volete di più? Accontentati; Perché i personaggi della Bebop sono irripetibili: Spike ex-mafioso dal passato sporco di sangue ora cacciatore di taglie, fumatore incallito, nevrotico e istintivo, sangue caldo e mente fredda, accompagnato in ogni sua azione da uno stile che ti fa venir voglia di dire "vorrei essere lui"; Jet, abbandona la polizia corrotta e viaggia a caccia di taglie prima solo, poi con Spike di cui è l'esatto opposto in quanto calmo e razionale, ogni suo piano è puntualmente mandato a monte dalla feroce istintività di Spike; Faye giocatrice d'azzardo tanto scaltra quanto bella sempre un passo avanti agli altri, si unisce alla bebop senza grandi acclami (Spike e Jet non la sopportano); e infine ed folle e stramba hacker di bordo accompagnata dal cane Ain. La storia è composta x la maggiore da episodi autoconclusivi, in cui si inseriscono spesso puntate che narrano l'affascinante passato di ognuno dei protagonisti e che lo compongono come un lungo puzzle, pezzo dopo pezzo, e ciò dà all'opera quel tocco di classe e mistero che porta poi all'apoteosi del piacere. Metteteci pure un finale tanto sconvolgente quanto commovente e allora sì, si può dire "è questo quello che voglio è tutto perfetto non chiedo altro". Quindi cosa dire se non grazie infinite Watanabe e a voi che ancora non avete avuto il piacere di condividere con me questa fantastica esperienza dico solo: "accendetevi una sigaretta, riempite il vostro bicchiere di vino, fate partire Cowboy Bebop e.......see you space cowboy!!


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hideki20

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Cosa si può dire di quest'anime che è una colonna portante dell'animazione gapponese??solamente THE BESTONE!!!!!
L'ho visto sempre a salto di episodi,quando lo trasmettevano su MTV,così,parlando con degli amici mi è venuta la curiosità di vedermelo tutto in ordine cronologico.La trama penso che la sappiate tutti..quindi evito di dilungarmi riguardo a ciò.
La cosa più bella di Cowboy Bebop,sono le musiche messe nello sfondo delle azioni...la migliore è quella del 5° episodio,mi ha commosso veramente.
La caratterizzione dei personaggi è massimo dei livelli.La trama in generale mi ricorda abbastanza Trigunt,altro fantastico anime.E che dire del finale..?Fantastico uno dei migliori che abbia mai visto,sia come musica che come illustrazione.
L'unico difetto che sono riuscito a trovargli è il fatto che alcuni episodi si discostano troppo dalla trama principale;certamente in ogni serie ci devono essre degli episodi che fanno rilasssare lo spettatore con scene comiche,ma qui in Cowboy Bebop avrei preferito più episodi tragici e crudi.

Quindi non vi aspetta che vedervelo tutto di un fiato--NON VE NE PENTIRETE :)

erdemol

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erdemol

Episodi visti: 24/26 --- Voto 5
Che delusione ragazzi, che delusione.
Me lo ricordavo dai tempi di mtv, con il suo eccezionale dolby, le sigle iperdinamiche e le atmosfere fascinose.
Siccome ai tempi vidi solo qualche puntata, me lo sono rivisto completamente.
Devo dire che ci sono rimasto male: a parte il pacchetto tecnico(eccellenti animazioni e colonna sonora), la storia e la caratterizzazione dei personaggi è parsa decisamente meno interessante di quanto ricordassi, l'anime diventa ad un certo punto persino noioso e quello che spereresti accada, cioè un bel crescendo e la risoluzione dei misteri rimane solo nella teoria.
Ad un certo punto le puntate diventano addirittura un po' noiose, e le gag infastidiscono invece di far ridere.
Ci sono rimasto davvero male.

In conclusione, un anime che promette e non mantiene.


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bob71

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Science fiction post-moderna in salsa blues

La serie sci-fi "Cowboy bebop", diretta da Shinichiro Watanabe e realizzata dallo Studio Sunrise nel 1998 narra le gesta di un gruppetto di bounty hunters su e giù per il sistema solare.
Già dalla frizzante sigla di apertura, a base di una elegante grafica pop stilizzata e di una energica track acid jazz, si qualifica subito il carattere spensierato e ibrido di Cowboy Bebop.
La serie è sviluppata in uno stile eterogeneo, ricco di contaminazioni e reminiscenze, e fa del citazionismo una cifra identificativa attingendo a piene mani da un'infinità di fonti.
Nell'arco dei 26 episodi si passa con estrema disinvoltura dalla fantascienza "old fashion" al cyberpunk, dall'hard-boiled ai telefilm "poliziotteschi" anni '70, dalla new-age allo spaghetti western, il tutto condito con arti marziali e una spruzzatina di horror movie, in un mix di atmosfere e situazioni sempre nuove e accattivanti che non smettono mai di stimolare la fantasia e la memoria filmica dello spettatore con una valanga di riferimenti ai generi più disparati. I rimandi ad altre opere sono così abbondanti da fare pensare ingenuamente a una scarsa fantasia degli autori, ma l'originalità sta proprio nel mettere insieme una tale varietà di temi e nell'orchestrarli magistralmente a tavolino in una miscela post-moderna unica ed esplosiva.

La realizzazione tecnica mostra un po' gli anni ma è del tutto trascurabile di fronte all'enorme fascino che disegni e animazioni riescono ancora a trasmettere. Gli scenari sono molto curati e variano in linea con l'ambientazione dei diversi episodi. Il character design è stilisticamente elegante ed essenziale con sparuti sconfinamenti nel deformed; i costumi sono "cool" e ricercati. L'uso minimizzato della computer grafica va a tutto vantaggio dei brillanti dialoghi, delle sceneggiature (ognuna delle quali porta l'impronta e la "firma" dei diversi autori che via via si avvicendano) e della musica, che ha una componente fondamentale, arrivando ad assurgere a ruolo da protagonista in episodi dove la trama è un po' traballante. Lungo l'arco della serie la compositrice Yoko Kanno distribuisce generosamente una tale varietà di suggestioni musicali da abbracciare quasi tutti i generi che siamo abituati ad associare al cinema; la band che la supporta, The Seatbelts, si muove tra una song e l'altra con mimetismo camaleontico e acrobazie funamboliche su improbabili accostamenti. La fa da padrona tutta la tradizione musicale statunitense dal blues al funky passando per il bebop e il cool jazz.

I protagonisti sono caratterizzati magnificamente, e gli ottimi dialoghi ne fanno emergere il carisma e la sottile ironia. Nel corso della serie non mancano approfondimenti psicologici né spunti di comicità irresistibile. Anche i vari comprimari che di volta in volta si succedono sono fortemente connotati e danno un sapore deciso a ogni singolo episodio come se si trattasse di un piccolo film a sé stante concentrato in venti minuti - strana sensazione dopo avere visto il film da centodieci minuti, tratto dalla serie, che appare come un lungo episodio dilatato.

Spike Spiegel, esperto in arti marziali ed ex membro di un'organizzazione criminale, è il personaggio attorno al quale ruota il plot di base. Controverso e romantico antieroe è la figura più carismatica e fascinosa del gruppo. Gli fa da sponda il classico antagonista, il cinico e spietato Vicious. Sullo sfondo, una struggente storia d'amore con Julia, la dark-lady di turno.
Il personaggio di Ed è uno dei più riusciti ed originali, ci s'innamora subito di questa giovane e scaltrissima hacker dai modi bizzarri e stravaganti. Jet Black, una sorta di fratello maggiore, funge un po' da guida con la sua esperienza, ma non viene quasi mai preso sul serio. L'affascinante Faye Valentine, autoironica e maldestra "femme fatale" con il vizio del gioco d'azzardo, ha anche lei un passato misterioso e oscuro con cui fare i conti. Infine Ein, un cane dall'intelligenza al di là di ogni immaginazione.

La storia di base su cui poggia l'intera serie è una violenta gangster-story a tinte "noir" con al centro il protagonista Spike alle prese con i fantasmi del proprio passato. Questa si esplica in pochi episodi topici e fa da struttura che sostiene l'intera serie, mentre la maggioranza delle variegate puntate ha una trama a sé stante con qualche studiato flash sulla storia principale. In questo modo gli sceneggiatori hanno spazio per approfondire la psicologia dei personaggi con chiarificatori episodi monografici. Le puntate volano via letteralmente, lasciandoci l'amaro in bocca a ogni finale sulle note malinconiche della sigla di chiusura.

Si tratta di una gran bella serie che non dimostra affatto il peso degli anni e può essere apprezzata tranquillamente anche oggi. Non si rivolge a nessun tipo di pubblico in particolare e il suo linguaggio universale, pescando nel mare magnum della cultura cinematografica e musicale, lo rende un prodotto appetibile a qualsiasi latitudine e longitudine, il che spiega il successo planetario di quest'originale titolo che diverte e intrattiene con classe da vendere. Complimenti al regista e alla sua squadra di artisti... abbiamo a che fare con dei veri maestri!


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S.O.S Brigate

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Secondo Coeboy Bebop me è il miglior anime di sempre.
Basterebbe solo questa affermazione per far capire di cosa si stia parlando.
Le musiche sono sublimi, le animazioni ottime, i personaggi ottimamente caratterizzati (Spike è un figo!), le scene d'azione sono sublimi e mai superflue.
Certo forse non ha una trama di fondo vera è propria, in quanto ci sono tre saghe in tutto e qualche flashback, ma anche così l'anime è piacevolissimo da guardare, ogni puntata - fine a se stessa - potrebbe racchiudere un film se non fosse per la durata.
Il finale toccante, il migliore che io abbia mai visto, ho pianto come non mi era mai successo per un anime, e mi commuovo ancora tuttora ogni volta che rivedo l'ultima puntata, vista tantissime volte.
Insomma, che dire? Veramente da vedere, consigliatissimo a tutti.


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deathmetalsoul

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Questo anime è un capolavoro assoluto secondo me, secondo solo a pochi altri nella storia dell'animazione giapponese (e quindi di tutta l' animazione) . Anche se può sembrare che la trama faccia fatica a decollare non è così, visto che anche negli episodi iniziali autoconclusivi poco inerenti con la trama vera e propria si può già notare la straordinaria freschezza e l' accuratezza dalla quale solo i grandi capolavori sono caratterizzati, non dimentichiamo che stiamo parlando di un prodotto di Watanabe quindi non si scherza. Comunque secondo me la storia e la trama che già non si discutono devono dare però credito ai protagonisti dell' opera che sono un punto di forza assoluto del prodotto, tutti senza tralasciare nessuno protagonisti e antagonisti principali compreso AIN sono caratterizzati davvero magnificamente e da soli potevano mandare avanti anche una storiella di poco conto, le loro personalità sono di ferro e non faccio fatica ad inserirli tutti tra i migliori personaggi di sempre comparsi in un 'anime. Anche i luoghi dove si svolge la storia sono davvero molto belli e ben curati e da soli fanno venire voglia di guardare l'anime. A questo punto è di dovere parlare della colonna sonora che di per se è un altro pezzo forte del prodotto, stupenda e illimitata unisce a se tutti i generi nelle varie puntate (ricordiamo che sono tutte canzoni reali che danno pure il titolo alle puntate), senza tralasciare neanche uno, ciò ci fa già notare la bellezza e la larga visione che l' autore ha del mondo. Infine c'è da dire che la realizzazione tecnica è davvero superba e lascia gli altri anime del suo periodo un passo indietro sia come disegni sia come animazione. Insomma se le parole che ho detto non bastassero a farvi seguire questo capolavoro non so più cosa dire, intanto lo consiglio a tutti anzi dico che è un vero peccato perdere una cosa del genere e penso che non si possa definire fan dell'animazione giapponese chi non lo voglia vedere da queste mie parole. IL voto da dare a questo capolavoro (non mi scoccerò mai di definirlo così) è sicuramente 10. GUARDATELO.


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Swordman

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Avventure in giro per il sistema solare per un eterogeneo gruppo di cacciatori di taglie a bordo dell'astronave Bebop. Compongono l'equipaggio Spike Spiegel esperto di arti marziali dall'oscuro passato, Faye Valentine squattrinata arrivista tanto bella quanto infida, Jet Black ex-poliziotto ombroso e disilluso. Completano la ciurma la stramba hacker Ed (diminutivo di un nome ben più lungo) e il cane Ein reso più intelligente dei suoi simili per via di alcuni esperimenti.

Da un anime di sfondo fantascientifico potremmo aspettarci un pullulare di astronavi, stazioni spaziali e spazio-porti con ambienti freddi e metallici ma con Cowoboy Bebop sbaglieremmo di grosso.
Una buona parte della storia si svolge sui vari pianeti in cui entro speciali cupole sono state create città e ambienti del tutto analoghi a quelli terrestri. Avremo dunque assolati paesaggi western, pulsanti chinatown ricche di negozietti colmi di merce, bassifondi da gangster-movie e cittadine dall'atmosfera latino-americana.
Ci saranno combattimenti, sparatorie, inseguimenti per mare, aria e nello spazio ma non mancheranno momenti divertenti, romantici o commoventi. Mai un momento noioso o di stanca.
Il tutto perfettamente mostrato attraverso una sapiente regia affidata niente popò di meno che al maestro Shinichi Watanabe e raffigurato sia da un characther che da un mecha design decisamente ottimi.
I personaggi non sono per niente banali sono ben caratterizzati e ottimamente sviluppati nel corso della storia.
Eccellente la colonna sonora, forse il lato migliore della serie. I brani sono stati composti da Yoko Kanno. Il primo impatto è con “Tank” opening strumentale dallo stile jazz abbastanza movimentato.
Ogni episodio avrà il suo tema musicale: si va dal jazz al blues, dai ritmi della samba a quelli distorti dell'heavy metal per una varietà musicale mai sentita in un anime.
Non posso esprimermi sul doppiaggio originale ma quello italiano è ottimo con voci molto calzanti e bravi doppiatori come ad esempio Massimo de Ambrosis su Spike e Barbara de Bortoli su Faye.

Semmai si dovesse formare un olimpo degli anime Cowboy Bebop meriterebbe di avere il posto di una delle divinità principali. Si ride, si ammirano le belle sequenze d'azione, a pieno si è coinvolti nei momenti drammatici, ci si commuove.

Capolavoro.


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Aioria2

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
I think is time to blow this thing, get everybody the stuff together.
Okay 3, 2, 1 Let's Jam!!

Le prime note di "Tank" di Yoko Kanno ci accompagnano mentre saliamo a bordo della macchina del tempo costruita da Shinichiro Watanabe nel 1998. La macchina si chiama Bebop e la nostra meta è l'anno 2071, pianeta Marte. L'ambiente è ostile intorno a noi, mafia, trafficanti di droga, killer; il futuro non è come ce lo aspettavamo. Il paesaggio è triste, si passa da zone desertificate a squallide e grigie metropoli. Trigun ci aveva preparati, ma non abbastanza. Lo spazio è troppo grande e buio, nemmeno i gates creati dall'uomo sono riusciti ad annullare del tutto l'impressione di immenso che ci circonda; apprendiamo anzi che è stata proprio l'esplosione di uno di questi a danneggiare irreparabilmente la superficie del nostro pianeta spingendo l'uomo a colonizzare altri mondi. La musica è la nostra sola amica.
Gli uomini hanno trovato nuove frontiere per cercare di sfuggire dai fantasmi del passato, invano. Gli occhi spenti e tristi dei nostri compagni di viaggio ce lo confermano e dicono molto di più delle parole pronunciate stringendo in bocca una sigaretta. Jet Black è un jazz/blues malinconico alto, duro a vedersi, con un braccio meccanico, ma con una passione per i bonsai e Charlie Parker. Edward è un synth pop stile Daft Punk, una hacker inarrestabile e completamente fusa. Faye Valentine è hard rock, incontrollabile e pericolosa. Rimane da inquadrare l'ultimo compagno, sempre se si può parlare di compagni fra spietati cacciatori di taglie spaziali. Si chiama Spike, parla poco e spara tanto, odia parecchie cose ma morirebbe per quelle che ama. A volte però il suo vero animo si mostra e in quei pochi, infiniti istanti possiamo provare a immaginare la sofferenza che si cela dietro quei due occhi di colore diverso. Si alza una musica, Green Bird, la sua musica.

See you, space cowboy.


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Horus

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Cowboy Bepop è una serie di 26 episodi diretta dal grande maestro Shinichirō Watanabe risalente al lontano ( fa un po’ impressione dirlo ) 1998, la serie in Italia è stata pubblicata dall’allora Dynamic Italia mentre se non sbaglio la Planet Manga ha pubblicato il relativo manga ( tratto dall’anime ). Alla serie è possibile anche aggiunge un film ambientato circa a metà della stessa.

Fare il punto sulla trama di Cowboy Bebop non è facile, se dovessi descrivere la struttura ci troviamo di fronte ad un’opera fatta di più capitoli autoconclusivi collegati tra di loro che portano lentamente agli episodi finali in cui è possibile trovare una trama unica. Comunque partendo da questo assunto nella prima puntata si fa la conoscenza Spike Spiegel, un cacciatore di taglie del futuro con un modo di fare tutto suo, e del suo “collega” Jet Black, i vari episodi, autoconclusivi come detto, non fanno altro che illustrare i vari tentativi dei due di racimolare del denaro catturando i ricercarti in giro per il sistema solare. Proprio durante queste “avventure” al gruppo si aggregheranno il cagnolino Ein, la bellissima Fey e la geniale Ed. I vari episodi oltre a mostrarci il presente introducono lentamente il passato dei vari personaggi fino al momento in cui, verso la fine, gli incubi e i ricordi smarriti dello stesso riaffiorano prepotentemente nel presente.

I vari personaggi sono realizzati stupendamente, così ad esempio Spike durante la serie ha un modo tutto suo di parlare e agire cosa che lo rende incredibilmente carismatico, nel finale poi raggiunge la totale perfezione. Fey a prima vista ricorda molto le varie compagne di Lupin, però anche nel suo caso il personaggio viene tratteggiato in modo molto profondo, soprattutto quando si trova ad affrontare il suo passato. Tornando ad un discorso generale però ogni personaggio viene reso con cura, chiaramente sempre tenendo conto dei ruoli rivestiti.

Passando al lato tecnico la realizzazione è stupenda, pur essendo passati 10 anni il peso degli stessi non si avverte minimamente e poi il tutto è abbinato ad un colonna sonora senza eguali, caratteristica per altro delle opere di Shinichirō Watanabe. Il doppiaggio della Dynamic mi è parso molto buono, tutte le voci sono aderenti ai personaggi e i DVD hanno extra interessanti.

Concludendo questo anime è da vedere, per me non solo è un capolavoro ma è un pezzo di storia dell’animazione giapponese, per come è realizzato, per la sua storia, per i suoi personaggi e per un finale di rara bellezza.


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silvered.dragon

Episodi visti: 26/26 --- Voto 5
Magico il finale e la colonna sonora,anche se secondo me spesso troppo forzata... Non so, ho avuto la sensazione che l'autore abbia voluto a tutti i costi inserire grandiosi pezzi musicali ma che non si relazionano in maniera coerente con le situazioni e l'ambientazione, giusto per rimanere contro corrente con gli anime dell'epoca, un po' come si è fatto con Kill Bill ma li il risultato è stato decisamente gradevole. Per il resto credevo fossero tutti filler poiché gli episodi sono strutturati in maniera autoconclusiva,ho addirittura avuto la sensazione che non fosse sempre lo stesso autore a scrivere gli episodi, come succede nelle saghe dei filler affidate agli studi di animazione più disparati. Sinceramente tutti questi dieci messi probabilmente per corrente non ce li vedo proprio, o meglio, non riesco decisamente a capacitarmi di come un prodotto del genere riesca a sfondare e diventare addirittura un culto più di altri capolavori lasciati a se stessi e persi nell'universo giapponese. Voto 5 giusto per il finale, ho decisamente fatto fatica a non addormentarmi per i primi 20 episodi!

Alexander

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Alexander

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
La perfezione fatta anime? Forse è un po' esagerato, ma per quanto ci si sforzi, è davvero difficile trovare un difetto in Cowboy Bebop.
A livello tecnico la grafica è semplicemente il massimo assoluto a cui si potesse aspirare a quel tempo, e la CG si integra così bene da non accorgersi neanche se ci sia.
La colonna sonora è forse l'aspetto migliore dell'anime, una delle migliori mai sentite.
Bisogna dire però che chi si aspetta una storia complessa e appassionante, probabilmente rimarrà deluso, poiché (anche se una storia di fondo c'è) C.B. è composto principalmente da una serie di puntate autoconclusive (un po' come Aria), ma davvero ben fatte, alcune delle quali già da sole basterebbero a guardare l'anime (basti pensare a Pierrot le Fou, o all'incidente del "frigorifero", tanto per fare qualche esempio).

FredJoker

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FredJoker

Episodi visti: 19/26 --- Voto 5
Sotto il profilo tecnico e sonoro è stupendo... ma giuro non ho mai visto un anime piu noioso... non sono riuscito ad arrivare alla fine... credevo che andando avanti la storia sarebbe migliorata, ma niente tutte puntate autoconclusive e neanche entusiasmanti... volete un consiglio: al posto di questo vedetevi un anime con una storia e un briciolo di emozioni...

Spike Spiegel

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Spike Spiegel

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Che dire... la più grande serie animata di sempre. Bellissima, geniale, romantica, commovente, divertente, imperdibile. Colonna sonora da brivido, una delle più belle di sempre a mio giudizio, alcuni brani della quale, sono autentici capolavori.
Sfido chiunque a guardare tutti e 26 gli eposidi senza piangere a dirotto almeno una volta. Difficilmente ripetibile e nostalgica oltre ogni misura. Resterai sempre nei nostri cuori. SEE YOU... SPACE COWBOY.

deckard

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deckard

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Che dire ... Se si tralasciano quei 4 o 5 episodi non all'altezza della situazione la serie di Cowboy bebop è uno dei migliori omaggi mai fatti dal mondo anime al passato della science fiction, non disdegnando un tratto comunque originale e tipicamente nippo. Per quanto mi riguarda la storia che si dipana nell'arco dei 26 episodi, poteva essere quantomeno tenuta in considerazione negli episodi fini a sè stessi, ma in fondo anch'essi concorrono al dare un tono così particolare alla serie. Ogni cosa è stata studiata in modo dettagliato per portare in primo piano il carattere dei protagonisti ed in quest'ottica assumono un rilevo findamentale i numerosi flashback che li riguardano: in questo sta il vero spessore di Cowboy bebop e grazie a cìò, al potere evocativo della storia, alle musiche sempre puntuali, alla malinconia che si manifesta anche nelle scene più spassose ed alla cura nei disegni è possibile comprendere il perchè questa serie sia una delle meglio riuscite di sempre.
Un consiglio: non fermatevi ai primi episodi, pur se non vi convincono del tutto: il racconto si impennerà e non ne resterete delusi.


 1
SuperFra

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
Cowboy Bebop è la storia di Spike, un cacciatore di taglie, e dei suoi amici che viaggiando attraverso tutto l'universo accettano commissioni a destra e a manca per guadagnare soldi. Durante la trama vengono delineati i tratti caratteristici del passato di ogni membro del gruppo protagonista. Ognuna di queste storie finisce ineluttabilmente per intrecciarsi con il loro lavoro e con le persone con le quali hanno a che fare. La trama a tratti da l'impressione di essere di una semplicità e linearità disarmante, purtroppo accade spesso che quest'ultima diventi invece molto contorta e rischia di confondere oltremodo lo spettatore. Le storie singole in compenso sono molto affascinanti, riuscendo spesso a far emergere lati dei protagonisti che spesso non sono facilmente rintracciabili nelle loro azioni; oltretutto ogni storia riesce ad amalgamarsi benissimo con i contesti in cui viene messa. Questo mix fra passato e presente che scorre fra le varie missioni non disturba affatto, anzi spesso coinvolge ancora di più l'utente che spesso risulta essere più affascinato dal passato che dal presente delle vite dei protagonisti. Le tematiche trattate sono di tantissimi tipi; esse svariano dall'amore sempiterno, alla crudeltà dell'essere umano, dalla potenza di una "femme fatal" alla potenza delle armi create dall'uomo. Tutti questi argomenti hanno il pro di amalgamarsi perfettamente sia agli ambienti che alle storie trattate, di contro tutte queste tematiche sono spesso appena accennate e mai trattate nel tempo con serietà. L'aspetto tecnico dell'anime è una nota lieta.
Infatti la grafica è di ottimo livello, sia le animazioni che i colori e i ratti sono di ottima fattura. L'audio al contrario non sempre riesce ad emozionare e a coinvolgere come dovrebbe, di fatti ne la colonna sonora ne il doppiaggio possono considerarsi rilevanti, essi sono spesso e volentieri un elemento sterile della serie.
La psicologia dei personaggi è oltremodo essenziale, e come tale essa sempre curatissima in ogni sfumatura. Questo aspetto è fondamentale in un anime come Cowboy Bebop, che fa del suo punto forte i retroscena e le vite passate dei suoi personaggi. Si vuole infatti evidenziare la crescita psicologica che ogni personaggio compie nell'arco della sua vita, vivendo esperienze sempre diverse con persone diverse.
In definitiva Cowboy Bebop è una buona serie, che non riesce ad esprimere a pieno il suo vero potenziale, a causa di piccoli accorgimenti tecnici e di una trama a volte troppo ingarbugliata. Un grandissimo anime ... in potenza.


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Shinmen

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
La prima volta che vidi Cowboy bebop, durante i passaggi televisivi su Mtv, rimasi da subito colpito dalla incredibile fluidità delle animazioni e dalla qualità indubbia della colonna sonora. Il giudizio sulla trama invece non poté allora che essere approssimativo, giacché visionai solo alcuni episodi e seguii in modo discontinuo la messa in onda. In ogni caso la storia mi sembrò matura ed originale. Dovetti aspettare l'edizione DVD per poter esprimere al meglio un giudizio su tale anime. Devo dire che con il senno di poi e ad un più attento esame, molte delle valutazioni da me in passato fatte hanno trovato conferma. Sul piano grafico l'opera è infatti inappuntabile: animazioni di altissimo livello, sapiente uso della CG, sempre perfettamente impiegata, character design decisamente buono (ricorda molto, in alcuni frangenti, Lupin-gambe sottili e storte, terminanti con grossi piedoni, per gli uomini, corpi generosi e prorompenti per le donne-). La colonna sonora si conferma davvero notevole e le songs tali da poterne estrarre un vero e proprio "greatest hits".
Gli episodi si susseguono senza incertezze andando a costruire tassello dopo tassello un più vasto mosaico. Le storie sono infatti tendenzialmente autoconclusive, e disseminano qua e là indizi sul passato dei protagonisti, avvalendosi spesso del flashback. La curiosità sarà infatti il principale motivo che spingerà lo spettatore a seguire l'opera. Purtroppo, sebbene l'anime possegga un comparto tecnico ineccepibile, una sceneggiatura attenta e una regia pionieristica, presenta tuttavia una serie di difetti che ne minano sensibilmente il giudizio finale.
Primo fra tutti il ritmo. La storia è decisamente lenta, nel suo svolgersi. Non che l'azione manchi, ma anche in quei casi lo spettatore è poco partecipe, vittima forse di una apatia contagiosa dei personaggi principali (fanno i cacciatori di taglie e sono di rado emotivamente coinvolti nelle avventure che affrontano). Nelle scene abbondano i silenzi, talvolta rotti da uno sbadiglio o da un borborigmo, dei sempre affamati e spesso sonnecchianti protagonisti. Riprendere la quotidianità dei personaggi conferisce loro sicuramente una maggiore tridimensionalità a scapito però del mero intrattenimento. Altro difetto non trascurabile sta nel finale. Girato in maniera esemplare e altamente spettacolare ma purtroppo decisamente inconcludente. Capite bene che sorbirsi 26 episodi per poi trovarsi di fronte il nulla è decisamente frustrante.
La sensazione è che al di là della forma (che si tratti dell'aspetto audio-visivo, della sceneggiatura, o della regia), l'opera difetti di un soggetto ben delineato. Voglio dire, di cosa parla Cowboy Bebop?
Non di amore. Gli episodi dedicati al rapporto Spike-amata saranno forse 4 e neanche troppo esaltanti.
Non di amicizia. Alla fine gli unici che rimangono insieme oltre a Faye e Jet (la prima torna al Bebop solo dopo aver scoperto che non c'è nessuno ad aspettarla-un bel ripiego alla faccia dell'amicizia), sono Edward e il cane (eh si che il cane è il miglior amico dell'uomo...o donna?).
Non di coraggio. I protagonisti sono sempre troppo disillusi, quasi svogliati. Sembrano agire più per rassegnazione che per convinzione o per un più grande ideale. Insomma forse il più grande pregio di Cowboy Bebop è anche il suo più grande difetto. Una descrizione maniacale della vita nei suoi colori più grigi senza slanci emotivi, realistica al punto da non lasciar spazio al sogno e all'evasione. Consigliato solo a chi ama la buona animazione (per lo più sul piano tecnico), e le "mezze tinte".

abcb

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abcb

Episodi visti: 10/26 --- Voto 6
I gusti son gusti, è evidente che molti stravedono per questo anime, io però mi dissocio. Il mio parere è criticabile in quanto basato solo su 10 dei 26 episodi ma proprio non riesco e non ho voglia di andare avanti, ci sono molte cose che preferisco vedere al posto di Cowboy Bebop. Sarà il genere, sarà la già citata frammentazione della storia in episodi auto conclusivi che faticano a delineare un vero filone narrativo ma non mi ha preso quasi per niente. Indubbio l'alto livello tecnico di animazioni e musiche e la buona caratterizzazione dei personaggi, ma per un “attempato” come me la scatola è appunto solo una confezione da scartare che aumenta il pregio dell'oggetto ma che non ne determina il valore intrinseco. Probabilmente sarò esagerato e provocatorio ma direi solo fumo e niente arrosto. Giusto un 6 per l'ottimo lavoro tecnico.


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Aduskiev

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
<b>Attenzione contiene spoiler!</b>

Perché parlando di Cowboy Bebop si deve per forza dire che è sicuramente uno degli anime che ha fatto storia? I motivi sono più di uno. In primo luogo perchè si può tranquillamente affermare che Cowboy Bebop abbia "ammazzato" gli anni 90, proiettando questi prodotti nel nuovo millennio. Poi perchè l'originalità della storia, l'ambientazione fantascientifica non eccessivamente fantastica e il disegno innovativo l'hanno consacrato a uno degli anime migliori mai prodotti. Parliamo di Shinichirō Watanabe. Uno scrittore e regista giapponese che, oltre ad essere il papà di questa fortunata serie è anche l'autore di Samurai Champloo. Un uomo che, quasi per magia, ogni cosa tocchi la trasforma in successo. Tra gli sceneggiatori poi si parla di nomi del calibro di Keiko Nobumoto (direttore alla fotografia di Akira) e Michiko Yokote (scripter di serie immortali quali Ranma 1/2, Blood+ e Bleach). Insomma uno staff davvero importante. Cowboy Bebop è ambientato in un futuro non troppo lontano nel quale si intrecciano le vite di tre personaggi : Spike Spiegel, Jet Black e Faye Valentine, tutti con un passato da dimenticare o da riguadagnare ma, comunque, da affrontare. La sceneggiatura amalgama sapientemente un'ambientazione western a un action movie orientale, fondendo stili americani anni '50 con la fantascienza. Il tutto cullato da note jazz e blues. A dire il vero di fantascienza in questo anime ce n'è davvero poca. Forse molta fanta-tecnologia ma senza eccessi come robot senzienti o alieni. La storia si divincola tra il passato di Spike e quello di Fay, con l'aggiunta di qualche ricordo di Jet. Simpatica la presenza di Edward Wong (ED), che da un tono comico a certe scene.
Nel complesso la trama è davvero ottima, ogni puntata è autoconclusiva ma sviluppa un tema centrale, legato appunto ai passati dei protagonisti. Scorrevole, divertente e carica di suspense sa tenere legato lo spettatore allo schermo in ogni puntata fino al finale (davvero a sorpresa).
Il disegno è innovativo al massimo (si parla del 1998), i personaggi sono ben disegnati, sia dal punto di vista grafico che da quello caratteriale, gli sfondi e i paesaggi sono di ottima fattura, come del resto lo è la luce, dosata in modo molto intelligente. Ed è stata proprio la luce a colpirmi quando lo vidi per la prima volta. Gli anime degli anni 90 non davano molto peso a luci e ombre. Quindi le sfumature erano spesso monotone e la notte non era altro che un giorno scurito. In Cowboy Bebop si parla di tutt'altro spessore. I giochi di luce presenti all'interno dell'astronave sono ben diversi da quelli utilizzati su un pianeta durante il giorno. Credo (ma questa è solo un'ipotesi) che con questo gli autori abbiano cercato di enfatizzare il contrasto tra la vita a bordo di un'astronave immersa in una notte eterna e l'arrivo su un pianeta che dona finalmente la vera luce. Alcune scene sono così ben realizzate da divenire memorabili. La grafica e la musica della scena in cui Spike, colpito da Vicious, cade dal rosone della chiesa è qualcosa di sublime, che difficilmente ci si può scordare. In definitiva un per un lavoro del genere non si può far altro che dare un 10.

baliel91

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baliel91

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Quest'anime è davvero stupefacente: ogni episodio lascia gli spettatori con una sensazione diversa, dalla serenità alla tristezza, al divertimento. Colonna sonora divina, personaggi magnifici e animazioni mozzafiato.

Secondo me la serie vale 9.5, ma sfortunatamente non si possono mettere i mezzi voti in queste recensioni.

In ogni caso, questa è assolutamente una serie da non perdere!


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babiloniaviola

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
E' già la terza volta che rivedo quest'anime e devo ammettere che è davvero stupendo.
La trama affascina, i personaggi sono ben delineati e, anche se ad un primo sguardo sembrano totalmente differenti l'uno dall'altro, sono legati da un passato che vorrebbero scordare, ma che ritorna a bussare al loro presente con prepotenza, fantasmi che portano il loro nome.
L'adattamento musicale è tra i migliori, creando una perfetta armonia con il susseguirsi della storia.
Nebbia, blues, locali fumosi; questo è Cowboy Bebop.


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Gackt

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
<b>ATTENZIONE, CONTIENE SPOILER</b>

Cosa si può dire di Cowboy Bebop? Uno degli anime più belli che abbia mai visto. Andiamo con ordine. Dal punto di vista tecnico non si possono muovere critiche. Il character design è stupendo, dinamico e slanciato: come non rimanere estasiati di fronte al portamento di Spike o alla figura di Vicious? Le animazioni sono ben realizzate, alcuni combattimenti (come quello del primo episodio a mani nude tra Spike e Asimov) sono tra i più belli che abbia mai visto. La colonna sonora è realizzata da quel genio di Yoko Kanno e si sente tutto il lavoro che c'è dietro. L'opening "Tank" fa percepire l'atmosfera di tutto la serie, alcuni pezzi strumentali non possono essere dimenticati (per esempio "Piano bar" e "Goodnight Julia"), alcuni cori aumentano il pathos di scene insuperabili: si pensi a "Green Bird" (durante la caduta di Spike del quinto episodio), a "Space Lion" (alla morte di Glen), a "Blue" (nel bellissimo finale). La trama è composta quasi completamente da episodi autoconclusivi: in ogni episodio una preda diversa per il gruppo di cacciatori di taglie dell'astronave Bebop. La trama principale trova solo qualche accenno fugace (e questo rende tutto ancora più intrigante) durante la serie e viene approfondita solo in un numero limitatissimo di episodi. Mi riferisco quindi al quinto episodio (che ho guardato e riguardato un'infinità di volte): gli ultimi minuti dell'episodio sono imperdibili, come l'entrata di Spike (introdotta dalla bellisima "Rain"), il dialogo tra lui e Vicious, il combattimento superlativo e la conclusione. L'incontro tra i due viene ripreso (marginalmente direi) nei due episodi di Jupiter jazz, in cui si accenna alla figura di Julia. L'ultimo scontro ("ultimo" nel vero senso della parola) avviene nell'ultimo episodio, in cui la scena d'azione insuperabile avviene sulle note prima di "The real folk blues" e poi di "Blue". La trama (come accade spesso nelle opere di BONES, in particolare Wolf's Rain) lascia molti punti oscuri e il finale può risultare difficilmente comprensibile, ma tutto ciò rende l'atmosfera ancora più misteriosa e intrigante, e comunque con un po' di riflessione si riesce a capire cosa sia successo nel passato che durante la visione non viene mai chiarito esplicitamente. A parte i 5 episodi in cui compare Vicious, nei restanti 21 ci si trova davanti a episodi autoconclusivi che stupiscono per l'altissima qualità grafica, tecnica e narrativa, in cui si possono approfondire gli altri personaggi (io mi sono commosso di fronte a "Speak like a child").
Un anime assolutamente da guardare. Bellissimo.

RyoSaeba

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RyoSaeba

Episodi visti: 26/26 --- Voto 4
Si, è fatto molto bene: bei disegni, colonna sonora curata. Però cosa ha di tanto eccezionale questo anime?? Non fa ridere, non fa piangere. Ogni episodio è a se stante e non ha una trama particolarmente curata, anzi a volte persino ripetitiva. A tratti è lento e noioso. Sinceramente ho fatto fatica ad arrivare all'ultimo episodio che forse è l'unica trovata davvero di rilievo. Delusione.

Dante son of sparda

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Dante son of sparda

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Si potrebbe dire che di cose da dire su questo Cowboy Bebop ce ne sono tantissime e tutti pregi per quanto mi riguarda. Vi darò diversi motivi per seguirlo sta poi a voi scegliere se farlo o meno. Partiamo dal presupposto che è un dannatissimo capolavoro, Regia a dir poco geniale, psicologia dei personaggi caratterizzata al meglio e un character design che va oltre ogni dire. Passiamo poi alla colonna sonora, intensa, emozionante e sfarzosa ed un plot che rende il mondo di Watanabe ancora più fantastico e al contempo realistico in maniera sopraffine. Io sono uno di quelli che ad ogni episodio restava un emozione diversa, provatelo ma ne resterete sicuramente affascinati.

Master Chief

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Master Chief

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Secondo il mio modesto parere, questo anime può essere considerato l'unità di misura dell'animazione universale!
Grafica, animazioni, colori, regia sono a dir poco eccezionali. Per non parlare poi della colonna sonora, qualcosa di sublime, da leccarsi i baffi per chi, come me, venera la buona musica! La regia di Watanabe è impeccabile, la storia dei cacciatori di taglie dello spazio, Spike e Jet, ai quali poi si unisce Faye, Ed e Ein (simpaticissimo -quanto intelligente- cagnolino!).

Gli episodi raccontano di varie avventure capitate a questi "bizzarri" cacciatori di taglie, facendo sembrare ogni episodio a se stante. Invece concludendo la serie si può notare che ogni episodio è collegato agli altri ed è importante per capire il background della storia e dell'evoluzione dei personaggi. Che dire, semplicemente fantastico! La colonna sonora composta da Yoko Kanno (dove c'è lei vuol dire che l'anime è sicuramente bello) è la più bella e varia che abbia mai ascoltato. Riesce a mescolare il jazz con la classica per poi passare al funky e addirittura al metal! Da far accapponare la pelle!

Ricordo questo anime da quando che lo trasmettevano su MTV e lo avrò visto almeno 7-8 volte (non sto scherzando) e ogni volta mi vengono le lacrime dalla sua magnificenza. Il suo vero voto non è 10 bensì 110 e lode con encomio! Chiunque osi definirsi appassionato di animazione giapponese non può non essere d'accordo con me, inoltre lo consiglio a tutti, sia a chi è da tempo appassionato che a chi è alle "prime armi". Semplicemente stupendo!

Melany

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Melany

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
È un capolavoro dell'animazione giapponese! Tutto è fatto in maniera geniale a partire dalla opening così insolita ma adeguata all'ambientazione di Cowboy bebop. I personaggi sono caratterizzati benissimo con un approfondimento del loro passato, ma una considerazione va fatta anche per le musiche stupende che ci sono all'interno. Anche se alcuni episodi sono spezzati dalla storia principale sono ugualmente belli e interessanti da seguire.
E che dire del finale straordinario?
Se non conoscete ancora le avventure di Spike e il suo equipaggio, dovete correre subito a guardarlo!

HaL9000

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HaL9000

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Confesso che la prima volta che ho sentito parlate di questo anime ero un po' perplesso: un gruppo di cacciatori spaziali di taglie che gira il sistema solare in cerca di criminali, non mi sembrava il massimo dell'originalità; detta così sembra uno dei tanti anime di fantascienza. Sbagliavo alla grande. Mi sono trovato di fronte una serie in cui vi è un amalgama perfetto (quasi miracoloso) di pathos ed humour, di tensione e leggerezza, di generi tra di loro anche molto diversi.

In questa serie si possono trovare elementi noir, elementi polizieschi alla Marlow, combattimenti degni dei migliori movie Hong Kong anni '70, atmosfere retro stile anni 30-40, caratterizzazioni psicologiche degne del miglior Hitchcock ed altro ancora... L'anime è colmo di citazioni di generi, ma anche di film entrati nella storia del cinema (chi conosce Kubrick, ad es, può notare nell'episodio 9 delle somiglianze con "2001 odissea nello spazio", ma questo è solo uno dei tanti). Però si vedono anche situazioni molto simili al mondo odierno: ci sono le astronavi, sì, ma anche paesini sperduti stile far west, stazioni spaziali, ma piene di neon e di pubblicità luminose come nei drive in, oppure città high tech circondate da quartieri che assomigliano più a dei suk arabi, astronauti e vecchietti che giocano a carte con il sombrero... per non parlare dei cargo spaziali, pilotati da persone che tanto assomigliano ai nostri camionisti (con calendario sexy appeso in cabina).

In tutto questo bailamme di fonti e di idee, la possibilità di fare confusione e creare un pasticcio era dietro l'angolo; tutto merito della regia e della sceneggiatura se invece tutto si mescola sapientemente.
I personaggi sono ben tratteggiati nella loro personalità, nelle loro piccole abitudini e manie; non vengono neanche nascosti i difetti, anzi. La combriccola è sicuramente mal assortita, e questo crea problemi, ma ognuno dei protagonisti ha alle spalle un passato che li ha segnati (anche fisicamente), che emerge piano piano nel corso della serie.
Per quanto riguarda i disegni, sono molto belli, in particolare il mecha-design, che è riuscito, a parer mio, a creare oggetti e mezzi che abbiano un minimo di verosimiglianza. I fondali sono bellissimi, perché suggestivi ed evocativi, soprattutto quelli che illustrano lo spazio profondo ed i pianeti.
Ultima nota, la colonna sonora: e qui non so veramente come descriverla a parole; per me la più bella che abbia mai ascoltato in un cartone animato; è perfetta per un genere di animazione di questo tipo, e mescola blues, jazz, e in un'occasione, anche metal.
Spero di aver reso, almeno in parte, l'idea della speciale atmosfera che questo anime possiede... buona visione!

Davinelulinvega74

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Davinelulinvega74

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Frizzante, struggente, esilarante, malinconico, avvincente. Non ho mai amato le serie incentrate sull'azione e ancor meno quelle che ruotano attorno alla criminalità, ma in questo caso, grazie ai personaggi, alle musiche, alla regia, a TUTTO, sono stato anch'io sopraffatto. Raramente nelle vostre brevi vite incontrerete prodotti televisivi altrettanto accattivanti e ben congegnati... Un 10 credo d'averlo dato solo a "Mushishi", un 9 ai pochi anime che avessero davvero qualcosa di nuovo da dire, senza sbiadire di fronte a, chessò, un Kubrick o un Lynch. Cowboy Bebop 8, perchè pur non dicendo nulla di nuovo, riesce a resuscitare i grandi classici e a farli rivivere in un travolgente frullato di tutto e di niente... Ovvero, tutto quel che potreste chiedere (e anche molto di più) all'intrattenimento televisivo... Ve ne innamorerete, chiunque voi siate... Ci scommetto!
PS: per i voti bassini: la serie prende quota dalla 12a puntata, non fermatevi prima per alcuna ragione!

Ai

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Ai

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Cosa aggiungere che non sia già stato detto?
A mio modesto parere, un capolavoro. Curatissimo nel disegno, nelle musiche, nel tratteggio dei personaggi. Protagonisti non banali, dialoghi mai scialbi. Un mosaico di episodi che tuttavia possono, per la maggior parte, essere assaporati in ordine sparso.
Pervaso da una vena malinconica, conosce tuttavia momenti esilaranti. Originale nei contenuti, nelle pensate, nell'ambientazione.
Non sono ancora riuscita a riguardare l'ultimo episodio. Blocco psicologico.

Johnny Ryuko

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Johnny Ryuko

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Una trama che esposta in due righe può risultare non il massimo dell'originalità, per chi non conoscesse la serie: Spike e Jet sono due cacciatori di taglie, il primo giovane e impulsivo, l'altro un po' più navigato e quindi più accorto. L'accoppiata vincente vive sul Bebop, astronave che si sposta nel sistema solare attraverso i Gate, i cancelli per lo spazio a differenza di fase, una sorta di iperspazio. I due, tra una caccia e l'altra, ben presto saranno costretti, loro malgrado, a caricare a bordo nuovi componenti del team: Ein, un cane dall'aria piuttosto sveglia; Faye, un'opportunista che non si lascia sfuggire l'occasione di far parte del gruppo per racimolare un po' di soldi facili da scialaquare nel gioco d'azzardo; Edward, una stralunata maga del computer, che sale a forza sul Bebop dopo averlo dirottato a distanza. Il contesto è lo spazio, nel limite del sistema solare, che l'uomo ha colonizzato dopo un terribile cataclisma provocato dal non meglio precisato "incidente del Gate", e che ha reso la Terra quasi inabitabile per la continua caduta di meteoriti. Tra una cattura e l'altra, Spike si scontrerà più volte col suo nemico giurato, Vicious, e sarà alla costante ricerca di una misteriosa ragazza, Giulia.

A mio avviso Cowboy Bebop è una serie che va vista tutta, o non va vista affatto. Un numero esiguo di episodi non possono dare la visione d'insieme della trama principale, poichè l'identità dei protagonisti, le cause che li hanno portati ad essere quello che sono nel presente, sono svelati col contagocce. Molti episodi sono fini a se stessi, situazioni drammatiche, scene d'azione, siparietti comici, si intersecano alla perfezione, e qui e li, con sapiente maestria, vengono gettati una rivelazione, uno sviluppo, seppur parziale, della trama principale, della storia che c'è dietro, una sfaccettatura della vera personalità di Spike e soci. Altri episodi, naturalmente e soprattutto quelli finali, sono risolutivi, totalmente incentrati sui personaggi principali, e sono evidentemente i più coinvolgenti.

Il finale lascia un retrogusto dolce e amaro allo stesso tempo. Molti interrogativi restano aperti, parti del passato dei protagonisti sono veri e propri buchi neri, che lo spettatore può interpretare a sua discrezione. E forse è questo quello che più è apprezzabile a posteriori, a mente fredda. I personaggi poi sono talmente ben caratterizzati da risultare incredibilmente affascinanti, e se si fosse scoperto tutto su di loro, avrebbero perso di certo il loro appeal. Ed anche alcune problematiche legate al funzionamento dei Gate sono solo vagamente accennate.

Superfluo incensare i meravigliosi fondali spaziali, le città che sorgono come isole su satelliti inospitali o circondate dai paesaggi mutati dall'uomo, e l'originale ed eccellente character design. Colonna sonora ad hoc, prevalentemente jazz. In conclusione un mix perfetto di situazioni adrenaliniche e drammatiche dove non manca nulla: sentimenti, umorismo quanto basta, risvolti morali e psicologici, furiosi e spettacolari duelli aerei, sparatorie e qualche spruzzata di arti marziali.

A pieno titolo nell'Olimpo dei più grandi.

MatteRove

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MatteRove

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Ho ovviamente visto anche il film e il mio giudizio altrettanto ovviamente è: bello, davvero bello. Uno degli anime più famosi e giustamente riconosciuti in assoluto. La mancanza sostanziale di una vera e propria trama comunque mi rimane indigesta e non riesce a coinvolgere in pieno. Comunque il perchè di queste mini-storie ha una spiegazione che si capirà solamente nelle ultime 2 puntate, che sono davvero, davvero geniali. Non mi soffermo sulla colonna sonora come fanno tutti, ma preferisco virare su argomenti più complessi, come l'introspezione psicologica dei protagonisti o temi morali e "filosofici". Ci sono parti davvero tragiche e altre decisamente più divertenti e rilassanti, ma tutto si svolge per una funzione ben precisa, c'è sempre un motivo dietro ogni singola azione o comportamento dei personaggi. Il passato e le scelte fatte un tempo condizionano il loro presente e le scelte attuali.Il finale poi è la parte migliore:è scritto,si sa che deve finir cosi, ma nonostante ciò ti sorprende, ti angoscia, ti sbalordisce. Per concludere Spike Jet sono dei protagonisti 5 stelle extra lusso, non eroi, ma uomini. L'assenza di una vera trama come ho già detto in altre recensioni non mi piace e ciò mi impedisce di dare un voto più alto. Comunque non bene, ma Benissimo! Da vedere!

LordSyron

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LordSyron

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Non sono un particolare amante degli anime che non hanno una trama centrale (e per questo non e' particolarmente impegnativo da seguire), e che ogni puntata e' fine a se stessa pero' nonostante cio' questo anime mi e' davvero piaciuto: la capacita' di usare sempre scenari, musiche e atmosfere adatte al personaggio trattato nell'episodio; episodi mai noiosi che riesco ad esaurirsi a pieno nei 20 minuti senza lasciare punti in sospeso sulla vicenda accaduta (a parte cio che riguarda i protagonisti in quanto il loro passato viene svelato a poco a poco con il proseguire della serie); mi hanno colpito i vari escamotage per la conclusione degli episodi, senza la solita inquadratura finale e musichetta trionfale; la capacita' di trasmettere nel momento opportuno e in modo chiaro messaggi importanti (vedi episodio 23).
L'unico punto interrogativo che mi e' rimasto e' (vuoi perche non ho segiuto bene o perche non lo fa capire bene) il motivo per il quale Faye entra in societa' con Spyke e Jet.
Per concludere se volete un anime non troppo impegnativo ma strutturato magnificamente, Cowboy Bebop e' cio che fa per voi.

Gionuein

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Gionuein

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Assolutamente perfetto! Credo che Cowboy Bebop sia in assoluto il miglior anime che abbia mai visto. Perfetto in ogni dettaglio: trama, personaggi, grafica, musiche. I personaggi soprattutto sono quelli che ti fanno innamorare di questa serie. Il quartetto (ops, volevo dire quinquetto, dimenticavo il mitico cane Ein) di cacciatori di taglie sono quanto di meglio incontrerete mai in una serie animata. Personaggi dalle caratteristiche forti e marcate, tutti così diversi fra loro eppure così complementari uno con l'altro. Tutti cercano una casa dove tornare e tutti dovranno, in un modo o nell'altro dovranno fare i conti con il loro passato.
Unica pecca di questa fantastica opera è forse che la trama non lineare costituita spesso da episodi autoconclusivi non appassiona fin da subito. Vedo che ci sono alcune recensioni non positive ma guardacaso sono tutte di gente che non ha visto tutta la serie. Se ricordo bene è dagli episodi 12-13 che il passato di Spike e degli altri personaggi comincia a venire fuori e la serie si fa più avvincente. Insomma consiglio a tutti di guardare Cowboy Bebop e guardarlo dall'inizio alla fine.

Grahf

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Grahf

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
L'ho finito di vedere ieri sera, perchè su MTV non ero riuscito a vederlo con costanza, e devo dire che è davvero bellissimo.
All'inizio non mi ha catturato molto, non prendendo una direzione significativa la trama, forse per farti conoscere per bene il carattere di Jet, Spike e Fei. Poi dall'incontro con Vitious l'interesse è salito alle stelle.

I disegni sono molto belli, rimangono sempre ad un ottimo livello, sia come animazione che come luci e colori. La CG è usata solo nello ''Spazio a differenza di fase'' e in pochissimi altri pezzi.

La caratterizzazione dei personaggi è ottima, ti affezioni lentamente quasi a tutti scoprendo lentamente la loro storia. La storia già, è incredibile che mi sia piaciuto così tanto, perchè se devo trovare un difetto è proprio la storia, che di per se potrebbe essere un grosso difetto...
Non che sia brutta, tutt'altro, il fatto è che la sua semplicità ne limita lo sviluppo, tant'è che sono 4-5 puntate su 26 in cui procede, il resto viene giostrato tra puntate dove si scopre il passato dei personaggi a semplici avventure (che riescono a coinvolgerti sempre, non c'è stato un momento di noia nella sua visione per me); ma la storia, se volessi, potrei raccontarla in 2 righe. E qua che secondo me si capisce che è un capolavoro, non si abbassa mai la tensione, e tutte le puntate si lasciano godere lasciandoti soddisfatto per ciò che hai visto, ne avrebbero potute fare 40 che per me sarebbe stato lo stesso.

La musica è semplicemente bellissima, jazz, R'n'B', ambient, classica e qualche pezzo rock si fondono perfettamente con i disegni e le storie dei personaggi. Una delle migliori OST (se non la migliore) che abbia mai sentito in un'Anime! Riesce ad infondere emozioni e a coinvolgerti, e si lega perfettamente ad una regia coinvolgente ed esperta, quasi da film in certi casi. Un MUST per tutti gli amanti dell'animazione.
DISEGNI: 9; CARATTERIZZAZIONE: 9,5; MUSICHE: 10; TRAMA: 9; ATMOSFERA: 10

Fabriziobadux

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Fabriziobadux

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Ottimo anime, forse il migliore di sempre. La serie è composta di episodi quasi sempre autoconclusivi, o al massimo di ministorie in due episodi, con un sussiguersi di emozioni e sentimenti alterni.
Solo pochi episodi seguono un filo che sarà poi ripreso in seguito. Per seguire la storia si potrebbero guardare non più di 8 episodi, ma visti quegli otto non si potrà fare a meno di guardare i rimanenti.
Un cast d'eccezione: superba regia di Watanabe, ottima animazione e cura dei dettagli, colonna sonora di grande importanza per un anime che non nasconde l'importanza data alla musica. Ogni episodio infatti ha il titolo di una canzone, da Asteroid Blues, a Bohemian Rhapsody, fino a The Real Folk Blues.
Da segnalare anche il doppiaggio italiano, eseguito da doppiatori di talento come Massimo de Ambrosis (per chi non lo sapesse è il doppiatore principale di Edward Norton in Italia).
Unica pecca da segnalare qualche incongruenza nella storia, dovuta forse alla grande quantità di dettagli sui personaggi.
Ottima anche l'integrazione con la computer grafica che è poi diventata troppo pesante negli anime degli anni successivi.

Tiberius

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Tiberius

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Non mi giuggiolerei troppo nel decantarlo da appassionato di anime. Perchè si sà, la massa ama Tiziano Ferro e non Bruce Dickinson. Ma a tutti gli "addetti ai lavori" che sono su questo sito io do il mio voto. CowBoy Bebop è uno dei grandi vanti dell'animazione giapponese, e nel settore ancora non è stato eguagliato! Evangelion è stato un prodotto destinato a tanto, ma tagliato di fondi e voglia di fare, quindi inadatto. CowBoy è la perfezione! Tutto. La regia: geniale! Il sonoro: fantastico! Il montaggio: divino! Le animazioni! La Gainax dovrebbe imparare, e non utilizzare gli animatori migliori solo per 5 minuti di episodi da 25. Rimane il migliore, e tutto ciò che è stato prodotto in seguito, anche se ispirato a manga di enorme successo, non può ancora eguagliarlo.

Nobunaga

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Nobunaga

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Se mi fosse chiesto di stilare una lista di anime da presentare a dei "non addetti ai lavori", che riescano ad andare oltre agli stilemi del genere, dando dei contenuti superiori alla media, includerei Cowboy Bebop fra questi. Infatti, è stato possibile aggiungere ad un comparto tecnico degno di nota (in particolare le musiche) una personalità unica, obbiettivo che a mio parere qualsiasi opera, qualunque sia la forma e l'arte che si usa, dovrebbe raggiungere. In questo caso (ma anche in altri), qualunque scupolo ad assegnare un 10 sarebbe superfluo, nonostante l'eccessiva proliferazione di questo voto nelle recensioni.

TheGreatSephiroth

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TheGreatSephiroth

Episodi visti: 10/26 --- Voto 6
So di andare controcorrente, ma questo Cowboy Bebop a me non è proprio piaciuto... per carità nulla da dire sulla realizzazione tecnica e scelta delle musiche, entrambe di ottima qualità, ma la storia non mi è sembrata coinvolgente abbastanza da permettermi di andare avanti. O è estremamente lento a partire o non parte proprio. 6. Nulla di più

Shiva87

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Shiva87

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Non do il 10 solo per la presenza di puntate che non ho molto amato(un pò lente)... però che dire... questo anime mi ha emozionata, divertita, commossa. Ci sono scene che rimarranno nella mia mente per sempre, come nel caso dei film capolavoro, il tutto poi accompagnato da una colonna sonora che mi ha davvero impressionata. E' un anime intenso, dove ogni personaggio ha una propria storia e un proprio passato; un anime che ti cattura per storia e regia. Davvero una bella esperienza, il finale poi è bellissimo...

ALUCARD

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ALUCARD

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
Condivido appieno la stragrande maggior parte delle recensioni, delle idee espresse da parte di molti fan della serie, eppure sono proprio alcuni aspetti pluri citati di Cowboy bebop che non mi convincono a fondo. Forse la serie sarebbe stata ancora più bella se invece di molti episodi spezzettati avesse avuto un filo logico contiinuo, che solitamente trascina lo spettatore in una serie di eventi incalzanti. Si definisce CB come una serie al di fuori degli schemi, e sono d'accordo, ma definirla la migliore di quel periodo è secondo me un grosso azzardo, visto che a quel tempo era già in circolazione Neon genesis Evangelion, o insomma stava per spopolare (non ricordo di preciso). Apprezzato da molti per i suoi scenari atipici, la colonna sonora jazz/rock e la meticolosità con cui i personaggi sono presentati agli occhi di chi guarda, è davvero un anime che si esula da ogni categoria generale. A parer mio però non è certo il più sorprendente o appassionante. lo posso dire col senno di poi, è facile, certo, ma dopo aver visto Death Note, o addirittura l'ormai nuovo gioiello Gainax Tengen Toppa Gurren Lagann (fidatevi, dovete guardarlo in tutti i modi!), Cowboy Bebop rimane si un titolo interessante, ma solo per certi appassionati del genere futuristic-investigativo, con venature da film giallo anni 60/70. Rimane un capolavoro, ma forse sopravvalutato.

kkiller

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kkiller

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Ooohhh... la mia prima recensione!
Beh se qualcuno mi chiedesse di descrivere Cowboy Bebop in una parola credo proprio che risponderei "STILOSO". Ragazzi 'sta serie c'ha veramente una gran classe! Partiamo dalla grafica: i disegni sono veramente molto belli per tutte le puntate (e da metà in poi anche mejo!), le animazioni idem, registicamente parlando, beh Watanabe è un grande!
Parliamo dei personaggi: veramente ben caratterizzati e complementari (sò davvero 'na forza tutti insieme... Ein compreso!).
Oooohh ma veniamo alla vera chicca dell'anime... la colonna sonora. Che dire della sigla iniziale?! SPETTACOLO, che dire delle musiche di accompagnamento?! SPETTACOLO, che dire della sigla di chiusura?! beh m'è piaciuta un po de meno:) però è carina. In sostanza la Kanno è una grande! Questo mix di blues e jazz è azzeccatissimo per il tipo di ambientazioni e situazioni (un far west futuristico!). Vabbè dai in buona sostanza è il più bell'anime che io abbia mai visto, e il voto si riferisce proprio a questo, 10 lo do perchè al momento è il mio must. EPICO

DarkPunk

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DarkPunk

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Locali malfamati, avventori dallo sguardo cupo che si guardano intorno con fare sospetto, un bicchiere di whisky quasi vuoto, una pistola appoggiata sul bancone del bar, fumo di sigaretta che sale fino al soffitto a creare una coltre malsana e grigiastra...
in sottofondo musica jazz, un contrabbasso, un sax, un pianoforte appena sfiorato...
Quando penso a Cowboy Bebop subito mi vengono in mente i film noir americani del secolo scorso, immagino pupe dalle curve mozzafiato, un Humprey Bogart in impermeabile che dice: suonala ancora Sam.
Tutto questo e molto, molto altro...

Cowboy Bebop. Classe. Qualità. Disegni superbi. Ottime animazioni. Computer grafica integrata perfettamente nelle immagini. Una colonna sonora strepitosa. Personaggi indimenticabili. Una sceneggiatura che non ha niente da invidiare ai grandi film che hanno fatto la storia del cinema. E una regia eccellente, adulta, studiata nei minimi particolari, in ogni singola inquadratura che è una lezione su come si dovrebbe fare grande cinema. Decine sono le citazioni e i richiami cinematografici nascosti nelle pieghe della trama. Anime adulto, duro, entrato di diritto nella storia dell animazione giapponese. Una pietra miliare. Ogni singolo episodio è un piccolo capolavoro, un tassello che comporrà alla fine un opera sublime, ancor oggi a mio parere ineguagliata.

Micene

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Micene

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Cowboy Bebop... come definirlo? "Uno degli anime più importanti degli anni novanta" come lo chiama Wikipedia? Troppo poco, è il punto di riferimento ineguagliabile per l'intera generazione degli anime anni '90. Ecco così va bene.

Partiamo dalla grafica. Sublime, un capolavoro in termini di colori, dettagli, movimenti dei personaggi, scelta delle ambientazioni.

Colonna sonora? Beh qui stiamo di fronte ad una perfezione inarrivabile... musiche di ogni tipo - jazz prima di tutto ma anche rock classica folk tutte miscelate - ma mai in maniera casuale: ogni musica riesce perfettamente a descrivere quella particolare situazione amplificando esponenzialmente i sentimenti dei personaggi.

I protagonisti? Ogni personaggio anche quello più insignificante ha un qualcosa che lo rende particolare e unico...o gnuno ha un profilo psicologico cosi ben delineato e così caratteristico che si rimane quasi affascinati dalle movenze di Faye o dal mistero di Spike.

Ora tutti questi elementi sarebbero inutile senza un'ambientazione epica! Cacciatori di taglie in uno spazio profondo avanzato tecnologicamente, ma anche pianeti che assomigliano alla ben più terrena Turchia o Cina... ancora si rimane affascinati.

Ed infine la trama: Cowboy Bebop sono degli episodi autoconclusivi stand alone ma ognuno di essi è un piccolo tassello che crea piano piano, quasi senza che tu te ne accorga, una storia globale che racchiude tutte le vite dei quattro personaggi e che quando finisce... beh si rimane sotto shock per due tre giorni.
Probabilmente l'unico difetto è questo: la storia finisce quando ti sembra che tutto stia per iniziare lasciandoti letteralmente di sasso!

In ogni caso è inutile parlarne, lo si deve vedere e basta indipendentemente se uno è appassionato o meno di anime (io non lo sono granchè ad esempio) indipendentemente dall'età dello spettatore... è un'opera d'arte universale!

noodles

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noodles

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Non c’è niente da fare, i prodotti dell’animazione giapponese si dividono in due categorie, ci sono da una parte tutti gli anime dagli anni ’50 ad oggi e dall’altra c’è Cowboy Bebop!
Chiariamoci, parlare di originalità riguardo al mondo degli anime dove tutto è già stato detto almeno una decina di volte è, nella maggior parte dei casi, superfluo. Ma qui ci troviamo al cospetto di un cocktail sublime fatto miscelando nel migliore dei modi classici senza tempo. Eseguito con un ritmo incalzante e coolness come se piovesse, immerso in una colonna sonora la cui perfezione è tale da rendere quasi imbarazzante parlarne, popolato da personaggi indimenticabili ( comprimari compresi…. Andy!!!!!!:D) e da un protagonista “larger than life”. E come non citare poi il finale… EPICO… non sono certo uno dalla lacrima facile, ricordo di aver pianto non più di tre volte guardando film, anime o leggendo libri. Le prime due volte prima che compissi 13 anni (e ne è passato di tempo….), la terza dopo quello che è senza dubbio il miglior duello della storia dell’animazione.
p.s.: questo è l’unico 10 che ho mai dato in una recensione… e per ora non prevedo di darne altri.

Al3x4nd3r!!!

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Al3x4nd3r!!!

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Non ci sono parole per descrivere Cowboy Bebop.
Nonostante ciò, tenterò comunque di rendere ciò che c'è dietro questa fantastica produzione.

Cowboy Bebop è un anime futuristico che dosa sapientemente tutti gli ingredienti del capolavoro: personaggi veri, humor, sentimento, una bella trama, una realizzazione tecnica fantastica e una musica a dir poco spettacolare (non per nulla è firmata Yoko Kanno).
I personaggi sono realizzati benissimo, con i loro punti di forza per i quali si fanno amare e i loro punti deboli, per i quali si rendono umani, palpabili, mortali.
La trama si snoda lentamente ma costantemente, riuscendo a penetrare nello spirito senza rendersi pesante, accompagnata dall'ottimo humor che non è mai fuori posto e da tematiche interessanti, immerse nel noir e nell'azione sporca dei cacciatori di taglie protagonisti. Il tutto però non sarebbe perfetto senza il tocco di Yoko Kanno, che ha scritto la colonna sonora azzeccando in pieno lo stile dell'anime, facendo in modo che fosse la musica stessa a completare il capolavoro, a unire insieme tutti gli ingredienti.

Ovviamente lo consiglio a tutti, appassionati e non, sarebbe un peccato perdersi un'opera così spettacolare!

Danteale83

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Danteale83

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Che dire di questo anime... Capolavoro? Straordinario? Meraviglioso? Non credo che nessuna di queste parole sia abbastanza per poter rendere la magnificenza di quest'opera, ineccepibile sotto ogni aspetto tecnico e narrativo. Cowboy Bebop racconta le vicende di due cacciatori di taglie (tre... anzi... quattro a dir la verità) ambientate in un futuro tecnologicamente avanzato ma che non da troppo l'impressione di essere così lontano dai giorni nostri, dato che tutto ciò che è ipertecnologico è integrato nella storia così bene da essere quasi naturale per chi guarda. Ogni personaggio, buono o cattivo che sia, protagonista o co-protagonista che sia, è caratterizzato meravigliosamente, cosa che gli permette di farsi amare (o odiare, perché no) dal pubblico. Le puntate di questo anime, pur essendo auto conclusive, non si distaccano mai troppo dalla trama principale ma anzi, la aiutano ad evolversi in maniera eccellente, e il risultato è quello di venir trascinati inevitabilmente verso un finale che può solo far scaturire un applauso o lasciare a bocca aperta.
Per ciò che concerne disegni e animazioni siamo su livelli eccezionali. Tutto è colorato splendidamente ed avvolge l'ambiente in un'atmosfera assolutamente incredibile. Anche la computer grafica, nelle sue comunque rare apparizioni, è ben realizzata e non è mai eccessiva o fastidiosa.
Cowboy Bebop, insomma, è uno di quegli anime in grado di rapire lo spettatore senza lasciargli via di scampo, dato che rappresenta davvero uno dei pochi capolavori assoluti a cui l'animazione giapponese degli ultimi dieci anni ci ha messo di fronte.
EPICO!

Mauro

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Mauro

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Che dire di questa serie: una serie matura e non la solita banale storia con un protagonista tutto bravo e bello. La serie è incentrata sulle vicende di un trio di cacciotori di taglie del futuro, quando una catastrofe ha costretto molti abitanti della terra a colonizzare gli altri pianeti del sistema solare. Bello la psicologia dei personaggi (a cui si aggiunge una ragazzina genio e un cane ) con una caratterizzazione che sfiora la perfezione e che non sfigurerebbe per un bel film.

joseph1111

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joseph1111

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Come tutti i prodotti che si svolgono a puntate e non ad episodi Cowboy Bebop deve riuscire a trovare un inizio ed una fine in 20 25 minuti per volta, e devo dire che ci riesce splendidamente. La trama viene a galla poco a poco e senza lunghi flash-back o noiose ore di racconto. I personaggi vengono delineati con poche ma precise "pennellate" psicologiche, e il loro carattere e passato viene trattato in specifico in almeno un episodio.
Spike è un pò Lupin III ma meglio assomigliare ad un gran personaggio che essere originale ma scarso.
Per quanto riguarda le musiche penso non si debba aggiungere altro: Yoko Kanno è un genio, e sebbene alcuni pezzi possano dare l'impressione di un già sentito, la musicista riesce a dare un quid in più che aggiunge molta atmosfera a tutta la serie.
Animazioni perfette e uso di CG nella norma, ed io storco il naso ogni volta che ne vedo negli anime.
In definitiva direi un anime imperdibile e anche commovente.

Mister.Ryo

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Mister.Ryo

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Sicuramente una delle più belle seire che il sol levante ci ha regalato. Sono amante dell'azione, sono amante del Jazz, sono amante del Noir e di tutto ciò che c'è dentro quest'anime. La trama bellissima non è altro che una piccolissima parte di questo "puzzle" capollavoro, il mecha futuristico ma retrò, l'animazione computerizzata che però non sporca il tratto tipico degli anime, il chara che è fenomenale (anche se alcuni personaggi sembrano citazioni) e soprattutto la musica che penso sia davvero la migliore Colonna sonora mai creata per un anime che non ha niente da invidiare alle grandi produzioni hollywoodiane, anzi, direi che è di un livello superiore. Do un 10 spassionato e meritatissimo. Capolavoro.

LeoNick85

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LeoNick85

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Semplicemente la migliore serie che abbia mai visto! Sotto ogni aspetto per cui lo si giudica Cowboy Bebop è perfetto: una storia brillante perfettamente narrata, personaggi fantastici altamente caratterizzati, un'ambientazione magnifica perfettamente studiata che si adatta perfettamente al contesto. Come poi non citare la strepitosa colonna sonora di Kanno, con melodie magnifiche che spaziano dal blues al jazz, passando per la lirica. Un'attenzione per i dettagli strepitosa (si noti la playstation nell'ultima puntata). Che dire? Se non lo avete ancora visto, allora siete dei pazzi!

Lyla

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Lyla

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Un anime a cui mi sono appassionata due anni fa e che considero un autentico capolavoro sotto ogni aspetto. Le musiche sono a dir poco splendide, i personaggi straordinari, e ogni puntata è un piccolo gioiello che potrebbe costituire un "film" a sè date le atmosfere che vi troviamo e l'estremo realismo delle animazioni e dei modi di fare dei personaggi... se ci fossero degli attori in carne e ossa a interpretare Spike, Faye e gli altri, il risultato sarebbe quello... bello, commovente e appassionante, anche ironico in alcuni punti... malinconico e spettacolare, un anime immortale da avere assolutamente!

Faina / Mo

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Faina / Mo

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Sicuramente un anime che ha fatto la storia.
Realizzato in maniera eccelsa e credo di poter dire senza troppi problemi che sia l'anime con la miglior colonna sonora mai realizzato. Non credo di dover aggiungere altro alle precedenti recensioni, vi faccio comunque presente che il mio metro di giudizio non è troppo generoso, su circa una decina di recensioni di anime che mi sono piaciuti questo credo sia il secondo 10 che attribuisco.

Da vedere.

kayyam

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kayyam

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Questo anime ha "rotto" con la regia classica mischiando svagatamente comico, tragico, drammatico senza mai prendersi troppo sul serio, anche se fondalmente nichilista (o almeno: Spike lo è)... una specie di Pulp Fiction dell'animazione. Musica e animazione favolosi, da antologia alcune irruzioni di demenza come il personaggio di Ed e l'episodio del freezer, ma la trama andava serrata maggiormente: a perderci è proprio la consistenza di Spike e Vicious... non bastano pochi flashback per creare un sufficiente coinvolgimento emotivo nello spettatore.

Riou

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Riou

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Uno dei migliori anime che abbia mai visto, se non il migliore. La storia di quattro cacciatori di taglie, nel sistema solare del 22° secolo.
Nonostante la trama si sviluppi in cinque puntate la narrazione non annoia mai. Ogni puntata (o quasi) serve a caratterizzare i personaggi, a scoprire il loro passato e a sapere cosa pensano. Ed è impossibile cominciare a non apprezzare l'equipaggio della Bebop (l'astronave con cui si muovano i protagonisit) Spike Spiegel, il protagonista cacciatore di taglie, Jet Black, il suo collega, Faye Valentine, la "Fujiko" della situazione e Ed, un'abilissima (anche se un po' svampita) hacker e il loro cane Ein.
Le musiche sono tra le migliori che abbia mai sentito in un anime, uno dei lavori più riusciti di Yoko Kanno indubbiamente; musiche che variano dal Jazz al Blues fino all'Heavy Metal.
Aggiungiamoci un ottimo stile grafico e non e un doppiaggio italiano con i controcazzi e il capolavoro è servito.
Penso che Cowboy Bebop sia l'unico anime a cui possa dare un 9. Difficilmente ci saranno altri prodotti, altri personaggi capaci di colpirmi come hanno fatto Spike, Jet, Faye, Ed...

Sephiroth

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Sephiroth

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Cowboy Bebop è senza alcuna ombra di dubbio uno degli anime migliori della storia. Non è ne troppo drammatico ne troppo comico, e le scene sono accompagnate dalle favolose musiche di Yoko Kanno (in stile jazz-blues) che si addicono perfettamente ad esse.
Inoltre i personaggi sono simpatici e ben caratterizzati. Assolutamente imperdibile.

Yaz

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Yaz

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Che dire:
ambienatazione: sistema solare, tutti i pianeti colonizzati... magistrale caratterizzazione dei luoghi.
Si puo arrivare a dire che ogni pianeta abbia una sua personalita' una sua musica e un suo personaggio chiave; i "nostri eroi" si muovono qui... questo e' il loro territorio di caccia, il tutto scandito da una colonna sonora che ci fa viaggiare dal funk al jazz all'hard rock.

Personaggi: forse la parte piu' bella e complessa dell'anime, sembre in bilico tra un passato e un presente. Sono non morti, alienati, congelati insomma dei "disaddattati" molto particolari... meriterebbero trattazione a parte e personalizzata... il carattere comune e' che sembra che vivano in vite parallele alla ricerca di se stessi avendo perduto se stessi (forse la parte piu ricca di spunti filosofici e attuali).

Nel complesso guardando le puntate non sembra di avere a che fare con una serie anime, ma con dei piccoli film (colpa anche delle numerose citazioni... dallo spaghetti western alla Sergio Leone... al cinema blaxploitation a numerosi altri sub-generi cinematografici).
Un grande tributo di Watanabe al cinema che lo ha svezzato con uno splendido tocco personale che da al tutto un atmosfera davvero contemporanea.
Dal futuro-presente al passato-presente... da non perdere quindi anche samurai champloo.
Questo REGISTA fara' parlar di se.

Davide

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Davide

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Mi piace come anime trovo le musiche davvero uniche, ma gli episodi sono altalenanti passando da un ritmo a volte troppo lento a delle scene veloci e ben curate penso che indefinitiva sia un buon prodotto da vedere e da gustarsi senza però doversi aspettare troppo. Comunque, imho, un otto se lo merita tutto.

pera

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pera

Episodi visti: 26/26 --- Voto 7
Tuttora non riesco a capire il notevole successo di quest'anime. A parte la grafica e le musiche (quest'ultime a dir poco stupende) rimane un prodotto normalissimo. La trama si sviluppa molto lentamente e, a mio avviso, non è molto originale. Sinceramente non mi ha appasionato molto. Per capirci, anche Trigun all'inizio è abbastanza monotono e scanzanato, per poi farsi alla fine coinvolgente. In Cowboy Bebop la sensazione di ripetitività non abbandona sino alla fine. Comunque ripeto, la grafica e le musiche sono eccezzionali, e per questo l'anime merita un bel 7.

Rafghost2

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Rafghost2

Episodi visti: 19/26 --- Voto 8
Se si parla un anime non eccezionale ma decisamente sopra la media, state pur certi che l'argomento non puo che essere cowboy bebop. Bello il disegno e l'idea dei cacciatori di taglie, ma la caratteristica di spicco che lo rende molto accattivante e senza dubbio l'ambientazione futuristico-anarchica, fra città allo sbando e macchine volanti. Personaggi ben caratterizzati e un complimento anche per le musiche!!

Zooropa

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Zooropa

Episodi visti: 26/26 --- Voto 9
Si può adorare un anime anche solo per la cura dei dettagli? Ad esempio, il modo in cui un personaggio accende una sigaretta? Oppure la citazione di Lupin III nel Character design? Oppure la gestione delle pause nella narrazione di ogni episodio (un po' alla Evangelion)? La risposta è sì se l'anime in questione è CowboyBeBop. Un vero classico. Ho trovato gli standard di regia secondi solo a quelli di Paranoia Agent. Non gli ho dato 10 per un semplice motivo: non mi è piaciuto come la trama si è dipanata durante la serie. E'stata una scelta precisa del regista quella di diluire in molti episodi "stand alone" e quindi annacquare parecchio la meravigliosa trama di fondo sul passato di ognuno dei protagonisti. Tutto il resto è E-C-C-E-L-L-E-N-T-E. Menzione speciale alle musiche/canzoni originali (Yoko Kanno rulez!) che sono spesso la spina dorsale del prodotto. Potrei scrivere pagine e pagine degli altri piccoli-grandi tocchi di classe di questa serie. Il mio consiglio è di vederlo assolutamente. Ottimo tra l'altro il doppiaggio italiano (veramente di prim'ordine i doppiatori... de Ambrosis, Chevalier etc.)

necross666

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necross666

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Perfetto!!! Ci vorranno pochi episodi per affezionarsi alla serie (il tempo di accocchiare tutto l'equipaggio), che propone oltre alla tristissima storia del protagonista(usata perfettamente come sfondo in alcuni episodi) una serie di vicende davvero stupende, nella quale si alternano episodi divertenti con alcuni a sfondo davvero drammatico; unico nel suo genere l'accostamento della musica con alcune scene (colonne sonore presenti in 3 bellissimi cd musicali). Un'opera che rimarrà nella storia per l'effetto che ha avuto sul pubblico; consiglio a chi non l'ha ancora fatto di procurarsi i DVD di questo intrmontabile titolo.

gibbo

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gibbo

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Se non fosse che il mio metro di giudizio ha già assegnato in precedenti recensioni il voto 10,a quest'ora lo meriterebbe a pieno titolo da solo (e non in comproprietà con altri valutati da me)... Purtroppo 11 non lo posso dare quindi consideratelo,cari utenti, come un'anime da 10 e lode!
Ciò che colpisce sin dall'inizio,esattamente dal quinto episodio,è l'aria di mistero e di curiosità che si aggira attorno a Spike. Si può dire infatti che la storia si concentra su pochi episodi (5/6) mentre gli altri sono puro contorno. Forse è questo che magari fa perdere il senso della storia,in quanto sono separati gli uni dagli altri gli episodi cardine. Ancora di salvezza sono comunque alto interesse che si manifesta anche nei riguardi degli altri personaggi (Fayne in primis).
Riguardo ai disegni sono ottimi e pure ottimamente integrati dalla computer grafica la quale partecipa senza opprimere lo spettatore (bella la scena di Marte nell'ep.25). I personaggi sono ben caratterizzati (anche se sembra disegnata con sufficienza Ed,nonostante abbia un ruolo particolare e sia in effetti"strana"). Le musiche sono poi insuperabili,sia come sigle che come intermezzi (basta leggere il nome dell'autore)!Altro fattore positivo che mi ha colpito è l'impostazione"adulta"che ne hanno fatto:da notare scene esplicite di omosessualità (ep.8 credo),parolacce dette sinceramente quando si sta in pericolo,e caratteri più adatti alla scocietà attuale (arroganti,menefreghisti,approfittatori,pratici,) che ovviamente alla fine si trasformano in sentimenti da eroi!
Che dire?Da vedere,rivedere e conservare per forza!

XxGoDLiKexX

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XxGoDLiKexX

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Meraviglioso. Divino. anzi, di più...
Non credo esista un aggettivo adatto a descrivere questa opera d'arte.
Semplicemente perfetto sotto i punti di vista, regia tra le migliori che si siano mai viste, e non solo in un anime, occhi che gioiscono ad ogni frame, colonna sonora che potrebbe tranquillamente entrare tra i più grandi classici della musica, chara caratterizzati da Dio (chi non ha amato alla follia il mitico Spike? *__*)...
Un susseguirsi incredibile di emozioni fino ad un finale che non può che lasciarti lì, attonito, a pensare alla maestosità di ciò che hai appena visto. Veramente, non mi stupirei se sentissi che qualcuno ha avuto un attacco di cuore mentre guardava questo Capolavoro.
Dieci perchè non si può dare di più, ed un colpo basso agli ignoranti che dicono che gli anime sono porcherie per bambini...

Predator

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Predator

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Cowboy bebop, una serie televisiva realizzata magistralmente, un anime che sicuramente ha fatto discutere di sè.
quando l'anime comincia gli avvenimenti si susseguono, e scorrono davanti agli occhi mai stanchi di guardare cosa combinano questi cacciatori di taglie, così spavaldi, affamati e determinati, un'azione piena di humor, che si racconta a colpi di pistola, arti marziali, colpi di scena, qualche volta con un pizzico di masano umorismo.
Avanti nella serie vengono alla luce le storie dei personaggi, ossessionati da ciò che erano o che hanno fatto, e dal prezzo che hanno pagato per ricominciare da capo.
Comunque questa serie riesce ad esprimere sensazioni che solo la serie stessa può dare, infatti è un genere unico, a parte, che si distingue dagli altri anime.
Saranno i personaggi, gli ambienti, l'animazione, i casi che ci ritroviamo a vedere con un mix di situazioni talvolta più surreali che vere, accompagnate da una colonna sonora che è delle migliori e l'indiscussa abilità degli autori di fondere sentimento, azione , musica, in stile retrò,infatti quasi tutta la serie è caraterrizzata da un misto di jazz e blues; per tutto il tempo si ha l'impressione che il gruppo sia indissolubile, ma continui sguardi sul passato fanno riflettere suli motivi che spingono questi caccatori ad andare avanti, cercando di dimenticare, di accantonare i momenti più tristi della loro esistenza, tranne uno dei protagonisti che non riesce a svegliarsi da quell'incubo che è la sua vita, ed alla fine il passato ritorna, cos'i, allìmprovviso e tuto quello che ci si era preparati a vedere nel finale della serie viene stravolto, ma credo che sia stato il finale più logico possibile, non svelo niente per lascarvi il gusto di vedere questo capolavoro dell'animazione che ha saputo distinguersi ed è diventato un genere a parte, indiscusso campione di ascolti (su MTV è andato in onda almeno 3 volte negli ultimi 5 anni) e sicuramente un manga che sarà impossibile da copiare perchè unico.
Questo è COWBOY BEBOP!!!!!

mityllo

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mityllo

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
la migliore serie che ho mai visto dai tempi dei grandi anime 70 , la forza data ai personaggi riporta in vita anche nelle movenze i personaggi del primo lupin III che sotto molti aspetti ha molte paternità nei confronti di questo capolavoro : il tono scherzoso ,avventuroso mischiato in molti episodi da un finale malinconico inaspettato , a volte adirittura trgico, che dà il senso roboante della fine dopo il fragore del tutto, ogni episodio con passo avventuroso insegna un passaggio della vita.
Gli episodi hanno una sceneggiatura magistrale che paragonarla a quella dei migliori film d'azione è riduttivo .. qui il paragone si può fare solo con rari registi o i più grandi sceneggiatori di comics al mondo !
Diffronte a una perla simile ogni recensione è riduttiva ( soprattutto la mia ) : prendetela solo come un doveroso omaggio !

Zelgadis

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Zelgadis

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
Bellissimo! Pur non essendo un fan di serie fantascientifiche è impossibile non farsi coinvolgere da questa serie. La caratterizzazione dei personaggi è assolutamente fantastica, animazioni ottime e musiche stupende. Unico difetto è che la trama principale è ridotta a pochi episodi, per cui la serie soffre di qualche alto e basso, ma rimane comunque da vedere.

Rem

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Rem

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Anime stupendo e non posso che dargli il voto massimo e consigliarlo a tutti. Musiche eccelse, atmosfere che riescono a variare dalle più malinconiche (vedi "Waltz for Venus") alle più comiche (Andy ed il suo "Cowboy Funk" sono mitici!), animazione e CG che non risentono degli anni passati..e personaggi ai quali è impossibile non affezionarsi (ho letteralmente amato Spike, ma anche i personaggi secondari hanno un loro perchè...come dimenticarsi Roco Bonaro e Glen?!)!! Un anime che un otaku DEVE guardare ed amare!
(ed a titolo informativo "la musica di quando va via Ed" è la bellissima "Call Me" cantata dal bravissimo Steve Conte!!)

Per ultimo, ma non per ultimo, è d'obbligo recuperare e vedere anche il relativo movie, "Knockin' on Heaven's Door", uscito anche nelle sale italiane..un po' sottotono rispetto ad alcuni episodi della serie (beh, eguagliare episodi del calibro di "Ballad of Fallen Angels", "Jupiter Jazz" o "The Real Folk Blues" è impresa quasi impossibile, in fondo!), ma sempre una SPLENDIDA visione!

capitano tylor

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capitano tylor

Episodi visti: 26/26 --- Voto 8
le avventure del bebop sono quanto di meglio ci si potesse aspettare dalle case di animazione alla fine dello scorso millennio. gode di un chara e di una animazione che a 6 anni di distanza risulta superiore di molto a produzioni piu' freche,una colonna sonora jazz che calza a pennello quasi sempre-e credetemi,non è una cosa semplice-e dei personaggi caratterizzati molto bene. la struttura ad episodi inoltre procura un senso di diversificazione di situazioni quasi costante che rende sempre godibili sino in fondo visioni ripetute quasi tutte le puntate ( magari un paio possono risultare meno avvincenti,ma se lo fossero sarebbe stato un anime perfetto)
una serie da vedere e collezionare senza alcun indugio,compreso l'ottimo lungometraggio dedicato

alucard

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alucard

Episodi visti: 26/26 --- Voto 10
Strano che non ci sia ancora una recensione per questo anime. Mi presento: sono il miglior critico di animazione giapponese con residenza in italia. Il mio nome è ALUCARD e questa sarà la prima di una serie lunghissima di recensioni che vi onorerò di fare. INIZIAMO: il character design, l'animazione,la musica e la sceneggiatura sono in perfetta comunione fra di loro senza scordare la cg non invadente e la scenografia a dir poco eclatante! Quando si incontra un raro prodotto come questo, si deve urlarlo ai quattro venti!! Le cose sono 2: o io sono particolarmente AMANTE dell'animazione giapponese o il resto delle persone che guardano film di questo genere non ne capiscono assolutamente niente!!!(nessuna recensione per cowboy bebop-INCREDIBILE-mi fate ridere e piangere allo stesso tempo),non sentite per niente le emozioni che vi può dare un anime. Mi riferisco a tutti coloro che gurdano un film così tanto per vedere!!IMPARATE AD AMARE GLI ANIME OPPURE LASCIATE PERDERE E DEDICATEVI A QUALCOSA A VOI PIU' CONSONO!!!