Conferenza Milano locandinaRiportiamo l’interessante articolo pubblicato su Web 2.0 Open Lab che ripercorre la conferenza “L’animazione Giapponese” del Professor Takamasa Sakurai, docente e preside di Facoltà alla Digital Hollywood University di Tokyo. L'incontro si è tenuto lo scorso 18 maggio presso l'Aula Magna dell’Istituto Europeo del Design:


È stato un evento molto interessante e divertente, grazie all'esperienza e alle capacità del Professor Takamasa Sakurai, vero esperto del settore dell'animazione, e alla partecipazione del pubblico molto preso dall’argomento.

Si è cominciato con un’analisi di mercato, con la conferma del dato che l’Italia resta uno dei Paesi maggiormente fruitori di anime e manga, insieme a Francia, Spagna e Germania per quanto riguarda l’Europa. In aumento l’interesse anche negli Stati Uniti, Paese tradizionalmente più chiuso alle produzioni straniere. Si parla di dati legati anche al settore della vendita di dvd e fumetti e non solo alla trasmissione televisiva, la quale - anche in Italia - ha subito un forte ridimensionamento rispetto agli anni Ottanta e Novanta. Oltre alla diffusione dei contenuti, in costante aumento anche il numero degli eventi organizzati da tutti i fan delle serie, che raggiungono, in alcuni casi, partecipazioni che contano alcune migliaia di persone. In particolare va segnalato il successo del cosplay.



World Cosplay Summit 2009: Italy Selection



Dopo alcuni divertenti scambi di battute fra Takamasa Sakurai e i ragazzi del pubblico su quali fossero i personaggi o le serie preferite, si è arrivati alla domanda fondamentale: perché il sostegno agli anime da parte dei giovani di tutto il mondo?

Sono stati concessi cinque minuti di pausa per riflettere sulle risposte da dare ma, a giudicare dal vociferare concitato scatenatosi in aula, sarebbero bastati cinque secondi.

Da una prima risposta di un ragazzo che ha esclamato: “Per la bellezza delle protagoniste!” (ok, era una battuta, ma non si può comunque dargli torto!), si è passati a varie risposte, che concordavano tutte su quella che poi è stata la riflessione conclusiva di Sakurai (cerco di riassumere al meglio): certamente è importantissimo il fatto che gli anime non hanno età.
O, meglio, sono fruibili a tutte le età per il modo in cui vengono trattati i contenuti (e qui entra in gioco una fondamentale differenza culturale tra Giappone e altri Paesi del mondo, ovvero che l’animazione, i cartoni animati, non è considerata un prodotto unicamente per bambini, ma ha la stessa rilevanza di tutte le forme audiovisive rivolte ad ogni età). Quindi la molteplicità di letture e fruizioni possibili da parte di pubblici di generazioni diverse. Inoltre (e strettamente connesso a quanto detto sopra) va sottolineato il lavoro di sviluppo dei personaggi, che viene fatto con estrema cura, tale da definirli psicologicamente così bene da far sì che sia inevitabile l’immedesimazione da parte degli spettatori. Questa resa porta a provare quello che col tempo diventa vero e proprio affetto nei confronti dei protagonisti, anche perché le loro avventure fanno riferimento all’immaginario giovanile e i protagonisti hanno sempre dei problemi personali, dei conflitti interiori, coi quali devono confrontarsi durante le loro storie e che devono affrontare per poterli superare. Inoltre c’è un approccio molto sincero alle cose, ad esempio nei confini fra i “buoni” e i “cattivi”, che non sono mai netti, ma anzi si sottolineano molto le sfumature che ci sono in ogni tipo di personalità.
Tutto riporta a una dimensione del quotidiano simile alla vita reale, quindi molto vicina a noi stessi, ulteriore motivo di immedesimazione nei personaggi e nei loro conflitti, al di là di quale sia il loro mondo narrativo (lo spazio, un paesino di montagna o una grande metropoli).




Questa analisi aiuta a capire il successo degli anime in tutto il mondo e non solo in Giappone.

È importante anche a fronte del fatto che i cartoni giapponesi (lo stesso vale per i manga) portano con sè, sia nell’estetica che nei contenuti, i tratti fondamentali della cultura del Giappone.

E nonostante ciò riescono a catturare e appassionare milioni di giovani (e adulti) in tutto il mondo, in culture nettamente differenti. Ciò significa che le risposte date sopra sono veramente convincenti a fronte di questi dati. Va sottolineato che in Giappone vengono prodotte serie in due modi differenti per quanto riguarda lo sviluppo narrativo dei contenuti:

1) a forte carattere giapponese;
2) a carattere più internazionale.

Resta comunque evidente come anche le opere a carattere internazionale portino sempre con sè delle caratteristiche culturali indistinguibili, cosa che (a mio modesto parere) dà ulteriore valore alla loro qualità (di concept prima, di sviluppo poi) e rende ancor più interessante la loro diffusione.

La conferenza è proseguita poi con una panoramica generale sul sistema di produzione di un'animazione, dal concept alle varie fasi di lavorazione.
Interessanti i dati sulla produzione di una puntata della durata di 20 minuti: occorre un team di circa 300 persone per un costo medio di 66 mila euro. Data la domanda sempre crescente di nuove produzioni, per abbattere i costi anche il Giappone ha allacciato collaborazioni con studi con sede in Cina, Corea, Thailandia per le fasi di lavorazione intermedie.

Questo perché, se da un lato gli anime da sempre hanno sfruttato le innovazioni tecnologiche, dai primi computer alla più recente CG (computer graphics), dall’altro resta imprescindibile la caratteristica del disegno a mano delle animazioni.
Motivo per cui le fasi più importanti della lavorazione continuano a essere fatte in casa nipponica, e la precedenza viene data a questa qualità piuttosto che all’abbassamento dei costi.

Conferenza Milano ConanE proprio sulla CG il Professor Takamasa Sakurai ha concentrato l’ultima parte della conferenza, con l’analisi delle sue potenzialità, di come dia l’opportunità a tutti di esprimersi con pochi mezzi e potersi facilmente gettare sul mercato per farsi notare. Dopo aver mostrato un proprio lavoro, Fairlife, ne ha fatto visionare un paio di altri in CG per dimostrare cosa si può riuscire a fare anche da soli.

A chi, infine, chiedeva quale futuro e quali opportunità per tutti quegli italiani che amano questo mondo e non vorrebbero esserne sempre e solo spettatori, la risposta più o meno indiretta è stata di dare appunto un’occhiata ai lavori di cui sopra e tentare di farsi notare seguendo quella direzione.

Per concludere, Sakurai ha preso il suo cellulare e lo ha avvicinato al microfono, annunciando una sorpresa per tutti. E la voce registrata del doppiatore originale del Detective Conan ha salutato tutti i presenti (in giapponese) e invitato la platea a posare per una foto di gruppo. Un divertente saluto per quella che è stata una conferenza davvero brillante
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