Qualche tempo fa pensavo che fosse impressionante che autori come, per esempio, Mitsuru Adachi, Rumiko Takahashi o Hiroshi Motomiya disegnino ininterrottamente dagli anni '70; ancor più impressionante è la loro passione, loro che hanno iniziato quando c'era ancora l'Unione sovietica, Giovanni Paolo II ancora non era stato eletto Papa, l'Italia del calcio aveva "solo" due titoli mondiali e magari i vostri genitori ancora non si erano conosciuti.

Il diario di Shouzou Takenami

Non molto diversa dev'essere la passione di Shouzou Takenami della prefettura di Aomori, il quale ha iniziato il suo diario nel 1955. La particolarità del manoscritto? A fianco della cronaca della vita di tutti i giorni il signor Takenami spesso affiancava delle vere e proprie vignette, una serie di immagini lunga 56 anni!

Inizialmente nel diario sono stati riportati episodi di vita familiare, soprattutto sugli scherzi dei figli. Ma a lungo andare sono stati appuntati anche fatti di cronaca: attraverso i suoi schizzi possiamo vedere lo sviluppo economico del Giappone post-bellico in una folla di persone che, nel 1957, vedono per la prima volta la televisione in un negozio o quando, nel 1960, si è iniziato ad avere l'acqua corrente in casa. Takenami registra anche quando, nel 2010, alla veneranda età di 92 anni, entra in quella televisione che cinquant'anni prima aveva visto attraverso un vetro, e che adesso si interessa a lui per un servizio giornalistico.

Ormai “il diario” è in realtà una serie di scatoloni pieni di quaderni appuntati e disegnati (più che egregiamente direi) che il signor Takenami ha redatto ogni giorno e che, sostiene lui, l'ha aiutato a mantenere la mente sveglia. Per noi, ma ancor più per i giapponesi, i suoi scritti potrebbero rappresentare non solo una fonte storica insolita, ma soprattutto preziosa.


Servizio televisivo sul diario di Shouzou Takenami



Fonte consultata: Japan Probe