Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per la rubrica di oggi dividiamo, uno per i manga e uno per gli anime, due titoli... "robusti": il film Ken il Guerriero - La Leggenda di Hokuto e JoJo: Diamond is Unbreakable, quarta serie della saga delle "bizzarre avventure" creata da Hirohiko Araki.
Per saperne di più continuate a leggere.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per la rubrica di oggi dividiamo, uno per i manga e uno per gli anime, due titoli... "robusti": il film Ken il Guerriero - La Leggenda di Hokuto e JoJo: Diamond is Unbreakable, quarta serie della saga delle "bizzarre avventure" creata da Hirohiko Araki.
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Intendiamoci: a me Ken piaceva quando ero un adolescente.
"Mai, mai, scorderai... l'attimo, la terra che tremò." Ve la ricordate? Bellissima sigla italiana, anime a dir poco mitico. Le puntate erano costruite in modo tale da tenerti sempre in sospeso e con la voglia di vedere come il giorno dopo (forse) andava a finire.
In questo remake i disegni per me sono bellissimi, la cura è maniacale come sempre: non c'è che dire, Ken il Guerriero - La Leggenda di Hokuto è un prodotto pregevole. Detto questo, ricordo l'ironia di un grande amico di Tesuo Hara, che fa dire a un certo suo personaggio: "Ma non lo sai? Ken il Guerriero è pieno di nemici... amici!".
Ecco, se non vi viene dal profondo del cuore un "vaffa" quando il terribile Sauzer si mette a piagnucolare, e in generale dopo tutte le scene in cui un individuo spregevole trova la sua redenzione perché Ken gli impone le mani e lo fa regredire a uno stato d'innocenza infantile - il che apparentemente vuol dire che, se sei un grande esperto di arti marziali, puoi fare ogni sorta di nefandezze, basta che ti penti in punto di morte -, beh, qualunque opera di Tetsuo Hara e di Buronson fa per voi. Se invece vivete nel mondo reale, allora no.
Va sottolineato comunque che a confronto con il vecchio anime, che se lo vedi da adulto risulta globalmente una vera schifezza - mai provato a vederne sette o otto puntate una dietro all'altra? Provare per credere il livello di noia a cui si può arrivare -, questi remake sono di gran lunga migliori.
E Ken resta un personaggio fantastico, nonostante chi ne ha narrato le gesta. Perciò, il fatto che il noiosissimo anime originale venga riassunto in una manciata di film decenti a opera di professionisti che sanno scrivere una sceneggiatura, non può che rallegrarmi. Questo in particolare non mi ha entusiasmato, ma in nome dei tempi andati gli do una valutazione lusinghiera.
"Mai, mai, scorderai... l'attimo, la terra che tremò." Ve la ricordate? Bellissima sigla italiana, anime a dir poco mitico. Le puntate erano costruite in modo tale da tenerti sempre in sospeso e con la voglia di vedere come il giorno dopo (forse) andava a finire.
In questo remake i disegni per me sono bellissimi, la cura è maniacale come sempre: non c'è che dire, Ken il Guerriero - La Leggenda di Hokuto è un prodotto pregevole. Detto questo, ricordo l'ironia di un grande amico di Tesuo Hara, che fa dire a un certo suo personaggio: "Ma non lo sai? Ken il Guerriero è pieno di nemici... amici!".
Ecco, se non vi viene dal profondo del cuore un "vaffa" quando il terribile Sauzer si mette a piagnucolare, e in generale dopo tutte le scene in cui un individuo spregevole trova la sua redenzione perché Ken gli impone le mani e lo fa regredire a uno stato d'innocenza infantile - il che apparentemente vuol dire che, se sei un grande esperto di arti marziali, puoi fare ogni sorta di nefandezze, basta che ti penti in punto di morte -, beh, qualunque opera di Tetsuo Hara e di Buronson fa per voi. Se invece vivete nel mondo reale, allora no.
Va sottolineato comunque che a confronto con il vecchio anime, che se lo vedi da adulto risulta globalmente una vera schifezza - mai provato a vederne sette o otto puntate una dietro all'altra? Provare per credere il livello di noia a cui si può arrivare -, questi remake sono di gran lunga migliori.
E Ken resta un personaggio fantastico, nonostante chi ne ha narrato le gesta. Perciò, il fatto che il noiosissimo anime originale venga riassunto in una manciata di film decenti a opera di professionisti che sanno scrivere una sceneggiatura, non può che rallegrarmi. Questo in particolare non mi ha entusiasmato, ma in nome dei tempi andati gli do una valutazione lusinghiera.
Recensione di Robocop XIII
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Eccoci alla quarta metamorfosi di JoJo. Ormai mi sono convinto: ogni volta che si inizia una nuova saga legata alla famiglia Joestar ci si ritrova davanti agli occhi qualcosa di innovativo e diverso, e attenzione, non intendo dire migliore, dico solo che il contorno di patate resta, è la portata principale che cambia, ma cucinata sempre dallo stesso cuoco, Hirohiko Araki.
Quando inizio a recensire una nuova serie di JoJo mi è impossibile non fare paragoni con le precedenti, in quanto si tratta di una vera e propria antologia.
Ebbene, se nella terza serie uno dei due punti cardine (oltre ai combattimenti) era il concetto di viaggio, in questa serie Araki tenta l'approccio inverso, ci catapulta in una fittizia cittadina Giapponese di fine millennio e da lì non ci fa muovere.
La città diventa vera e propria protagonista dell'opera, se in Stardust Crusaders erano i nemici a recarsi dai protagonisti per far loro la pellaccia, in questa serie nessuno si reca da nessuna parte, per il semplice fatto che sono già lì.
Araki ne approfitta, crea una vera e propria mitologia, con tanto di statue e luoghi da visitare corredati da un'ironica guida per raggiungerli. La vita urbana rende poi necessario un cambio di registro, il manga assume un'aria molto più scanzonata e leggera, si aggiungono cenni di slice of life e grazie alla mappa riprodotta più volte l'autore cerca di immergerci ancora di più nella lettura. Sicuramente l'epicità che la situazione da "fine del mondo" delle saghe precedenti dava modo di respirare viene meno in questa nuova situazione.
Ricapitolando: abbiamo una città, un nuovo protagonista con tanto di Stand nuovo di zecca da usare, e un antagonista. Anzi, quello no.
O almeno, c'è ma resta un incognita per grande parte del manga, e in confronto agli antagonisti delle vecchie serie, che richiedevano numerosi sacrifici spesso mortali, quello di questa serie è molto meno incisivo, essendo "solamente" uno spietato serial killer con a carico un grande numero di vittime.
I protagonisti si troveranno proiettati in una cittadina in cui metà della popolazione è portatrice di Stand, molti sono dei cattivissimi sicari, altri utilizzano i loro Stand per altri scopi, come Tonio, che utilizza il suo solo per cucinar - tra l'altro personaggio con cui Araki ci dà modo di vedere quanto apprezzi il nostro paese (come se non avesse già avuto modo di dimostrarlo in precedenza).
Araki si crea quindi la sua Twin Peaks, dove perfino il tuo vicino di casa potrebbe nascondere un terribile segreto, o in questo caso, uno Stand mortale.
Se da un lato abbiamo uno stampo molto leggero che contrappone la quotidianità a questi misteriosi poteri, rendendo le avventure abbastanza lineari, dall'altro abbiamo anche delle side-stories che vengono però spesso lasciate in sospeso per poi essere riprese in un secondo momento o quasi completamente dimenticate, come la storia del padre trasformato o quella della bambina invisibile; altre invece vengono portate avanti ma non spiegate con cura, come l'arco e la freccia, cosa che spero l'autore farà nelle saghe successive.
Araki continua poi con la sua nuova politica iniziata nella saga precedente, è difatti presente anche in questa serie molto humour, sebbene diminuisca quello di stampo più macabro. Continuano invece gli esperimenti di metafumetto, partendo da Rohan il mangaka per passare ad uno Stand che utilizza le onomatopee per combattere.
Quando inizio a recensire una nuova serie di JoJo mi è impossibile non fare paragoni con le precedenti, in quanto si tratta di una vera e propria antologia.
Ebbene, se nella terza serie uno dei due punti cardine (oltre ai combattimenti) era il concetto di viaggio, in questa serie Araki tenta l'approccio inverso, ci catapulta in una fittizia cittadina Giapponese di fine millennio e da lì non ci fa muovere.
La città diventa vera e propria protagonista dell'opera, se in Stardust Crusaders erano i nemici a recarsi dai protagonisti per far loro la pellaccia, in questa serie nessuno si reca da nessuna parte, per il semplice fatto che sono già lì.
Araki ne approfitta, crea una vera e propria mitologia, con tanto di statue e luoghi da visitare corredati da un'ironica guida per raggiungerli. La vita urbana rende poi necessario un cambio di registro, il manga assume un'aria molto più scanzonata e leggera, si aggiungono cenni di slice of life e grazie alla mappa riprodotta più volte l'autore cerca di immergerci ancora di più nella lettura. Sicuramente l'epicità che la situazione da "fine del mondo" delle saghe precedenti dava modo di respirare viene meno in questa nuova situazione.
Ricapitolando: abbiamo una città, un nuovo protagonista con tanto di Stand nuovo di zecca da usare, e un antagonista. Anzi, quello no.
O almeno, c'è ma resta un incognita per grande parte del manga, e in confronto agli antagonisti delle vecchie serie, che richiedevano numerosi sacrifici spesso mortali, quello di questa serie è molto meno incisivo, essendo "solamente" uno spietato serial killer con a carico un grande numero di vittime.
I protagonisti si troveranno proiettati in una cittadina in cui metà della popolazione è portatrice di Stand, molti sono dei cattivissimi sicari, altri utilizzano i loro Stand per altri scopi, come Tonio, che utilizza il suo solo per cucinar - tra l'altro personaggio con cui Araki ci dà modo di vedere quanto apprezzi il nostro paese (come se non avesse già avuto modo di dimostrarlo in precedenza).
Araki si crea quindi la sua Twin Peaks, dove perfino il tuo vicino di casa potrebbe nascondere un terribile segreto, o in questo caso, uno Stand mortale.
Se da un lato abbiamo uno stampo molto leggero che contrappone la quotidianità a questi misteriosi poteri, rendendo le avventure abbastanza lineari, dall'altro abbiamo anche delle side-stories che vengono però spesso lasciate in sospeso per poi essere riprese in un secondo momento o quasi completamente dimenticate, come la storia del padre trasformato o quella della bambina invisibile; altre invece vengono portate avanti ma non spiegate con cura, come l'arco e la freccia, cosa che spero l'autore farà nelle saghe successive.
Araki continua poi con la sua nuova politica iniziata nella saga precedente, è difatti presente anche in questa serie molto humour, sebbene diminuisca quello di stampo più macabro. Continuano invece gli esperimenti di metafumetto, partendo da Rohan il mangaka per passare ad uno Stand che utilizza le onomatopee per combattere.
Gradirei moltissimo critiche costruttive che mi permettano di migliorare in futuro come "recensore", fatevi avanti!
"Va sottolineato comunque che a confronto con il vecchio anime, che se lo vedi da adulto risulta globalmente una vera schifezza - mai provato a vederne sette o otto puntate una dietro all'altra? Provare per credere il livello di noia a cui si può arrivare -, questi remake sono di gran lunga migliori."
che questo remake sia meglio non c'è dubbio, ma dire che quello vecchio sia una vera e propria schifezza credo che sia piuttosto esagerato... si tratta pur sempre di 30 anni fa, andrebbe contestualizzato nell'epoca in cui è stato concepito...e a quel tempo non era proprio una "schifezza"...
Comunque, dal primo numero che ho letto, promette bene.
Al film di Ken io ho dato 9, poichè ho apprezzato moltissimo ogni suo aspetto (trama, colonna sonora, personaggi, doppiaggio italiano, grafica, disegni,, animazioni ecc.) e perchè, almeno con me, è riuscito nel suo intento, quello di farmi interessare (io che conoscevo il personaggio solo sommariamente, e come me le nuove generazioni) pienamente a Ken il guerriero, col quale prima di vedere il film avevo avuto solo contatti piuttosto sporadici, mentre ora, anche se grazie all'ottimo operato della D/Visual non sono riuscito a leggere tutta la storia (e dunque nè a vedere tutto l'anime, che non voglio vedere prima di finire il manga), Ken il guerriero è una delle mie serie preferite.
P.S.: Quanto ci sarebbe stata bene la recensione dell'anime di Otoko Juku, qui, peccato che sia stata messa in quell'appuntamento in cui non se la filò nessuno per via del flame del 2 a Dragon Ball Z...
JoJo quarta serie, poi, riserverà delle bellissime sorprese
la recensione di Ken, questo punto:
<i>che il noiosissimo anime originale venga riassunto in una manciata di film decenti a opera di professionisti che sanno scrivere una sceneggiatura</i>
che significa? la trama è praticamente la stessa.
che l'anime originale sia molto lento e quasi noioso è vero, ma i film non migliorano la trama che rimane quella.
Questo film in particolare sono solo i quattro episodi dell'anime messi in sequenza e ridisegnati.
Poi c'è anche quell'inutile personaggio filler, a me non pare granchè 'sto film
Mi dissocio completamente da tale frase.
Sono un adulto e la saga di Hokuto no Ken rientra tra le poche serie che riguardo annualmente con rinnovato interesse, pur conoscendo quasi ogni battuta a memoria ormai. Noiosa? Schifezza? ma per carità! Se dovessi citare un solo anime come migliore in assoluto citerei proprio la saga di Hokuto no Ken!
Parliamo dei film?
Questi si che sono abbastanza noiosi e decisamente delle schifezze se paragonate alla serie vera e propria...le hanno lustrate graficamente ma a parte questo? PUAH!
Per quanto riguarda Jojo non so nulla e non m'interessa nulla.
Vero...ci stava bene una rece su Otoko Juku tra queste....solo due tra l'altro.
La frase del giorno è:
ATATATATATATATATATATATAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!
Ken Shiro- Hokuto No Ken
<i>Ecco, se non vi viene dal profondo del cuore un "vaffa" quando il terribile Sauzer si mette a piagnucolare, e in generale dopo tutte le scene in cui un individuo spregevole trova la sua redenzione perché Ken gli impone le mani e lo fa regredire a uno stato d'innocenza infantile - il che apparentemente vuol dire che, se sei un grande esperto di arti marziali, puoi fare ogni sorta di nefandezze, basta che ti penti in punto di morte -, beh, qualunque opera di Tetsuo Hara e di Buronson fa per voi. </i>
Io dovrei iniziare a leggere <i>Sanctuary</i> fra poco, non è che mi becco anche lì un guerriero che redime i cattivi tramite l'imposizione delle mani, vero?
{O in alternativa qualche <i>deus ex machina</i>...}
<i>JoJo</i> mi incuriosisce, soprattutto a livello narrativo, quindi può darsi che un giorno mi faccia coraggio e lo inizi
A me la quarta serie è piaciuta molto, antagonista in particolare, sicuramente non meno macabro di Dio Brando e per certi versi, più innovativo.
Souther era talmente pazzo che non mi ha mai stupito che fosse in realtà un adolescente mai cresciuto... non c'è mai stata redenzione in Souther, non si è mai veramente pentito, era solo un pazzo ed è morto da pazzo.
Nessuno si è mai pentito in Ken. NESSUNO. Hanno chiesto perdono all'avversario per non aver compreso le sue ragioni tutt'al più, ma mai si sono pentiti delle loro nefandezze. Nè Roul nè Kaioh... hanno tutti agito in nome di un copione già scritto, è l'inevitabilità del destino che spinge i personaggi di Hokuto no Ken... non c'è nessun pentimento!
"Se invece vivete nel mondo reale, allora no."
Già perchè nel mondo reale i più grandi aguzzini erano terribili demoni e non splendidi e squisiti padri di famiglia...
Ps: ah non solo mi sono rivista 7-8 puntate consecutive dell'anime da adulta... ma mi sono comprata pure i cofanetti...
Idem con JoJo che è universalmente riconosciuto come il capolavoro del genera action d'azione dei manga anni'80, può non piacere ma bisogna riconoscerne la grandezza e l'innovazione
Poi si danno 10 a manga e/o anime sfigatissimi,sconosciuti,ultra-psicologici senza senso...ma va va....
Per quanto riguarda il film di HnK,sono d'accordo con Akeiron sul voto e sulla questione Souther (il cui "pentimento" e' sembrato un po tirato anche a me,al contrario di altri momenti della serie).Dissento invece sul giudizio dato all'anime visto che secondo me non ha assolutamente perso il suo smalto nonostante gli anni e i limiti di certa animazione seriale.
(non sono un gran chè come recensore quindi sentiti libero di ingorare il mio commento ^^)
Beh se si contestualizza il manga ci si accorgerà che non è per nulla banalotto e comunque rientra nel genere shounen che di sicuro segue certi schemi prestabiliti.
Non sono d'accordo, o perlomeno non completamente.
Se dobbiamo criticare la trama di Ken perchè banale, allora non è che Dragon Ball, Capitan Tsubasa, Saint Seiya, Otoko Juku, Stardust Crusaders, La grande avventura di Dai o altri innumerevoli manga di successo del Jump del periodo fossero tanto più complessi o originali. Sempre di manga per ragazzi dove ci si picchia/scontra si tratta, ricordiamo.
Ken però non è soltanto la storia di uno che va in giro a pestare teppisti, ma è una riflessione sul destino e sull'amore, vissuta da personaggi che sono tutto sommato abbastanza profondi (naturalmente non parlo del teppista X o di Uighur, ma di Ken, Raoh, Toki, Fudo, Julia, Rei e via dicendo). Inoltre la trama presenta ambientazioni e temi che potevano nascere solo negli anni '80 (senza il wrestling e i film americani di quegli anni non avremmo avuto Ken) e solo in Giappone (paese segnato dalla tragedia di Hiroshima e Nagasaki, oltre che da sempre avente un legame travagliato con l'Occidente e segnato dalla dicotomia fra il voler aprirsi ed emulare l'Occidente e mantenere salde le proprie tradizioni autoctone, cosa che in Ken il guerriero si vede benissimo).
Ken il guerriero, come tutto del resto, va analizzato storicamente e contestualizzato, e allora si capisce che non è solo una storia di botte e violenza ma il riflesso di un'epoca, che ha dato più di quanto si immagini ai manga, anime e videogiochi che sono giunti dopo di lui.
come detto lo ritengo importantissimo, ma dopo averlo letto non posso dire che mi sia piaciuto, ma non nego l'importanza storica o che bisogna porla nel contesto di quegli anni, nella recensione l'ho scritto, adesso la stessa storia non potrebbe avere successo
Ho sempre pensato che Ken prendesse l'ambientazione da Interceptor, Il guerriero della strada (Mad Max per gli amici) che, sia detto per completezza e per amore di precisione, e' film australiano, non americano. Recentemente invece mi sono reso conto che Ken prende moltissimo da Violence Jack di Go Nagai, che e' di molti anni precedente a Mad Max ma ha le stesse ambientazioni.
Dipende, se i personaggi sono cool, col fisico asciutto, sogghignanti, yaoiabili, si trasformano e sparano parolacce e tamarrate ogni pagina potrà averlo
Va detto che, sempre grazie alla D/Visual, io non ho letto la parte finale dato che son fermo al volume 20 da un anno circa, ma quello che ho letto sinora mi è piaciuto moltissimo e trovo che meriti tutto il suo successo. Magari poi cambierò idea (spero di no).
@ Micheles
Non dirmi queste cose che mi tenti e mi fai venir voglia di leggere Violence Jack nonostante la mia repulsione per le storie molto violente
Mad Max credevo che fosse americano, mea culpa, (tra l'altro lo vidi da bambino e devo rivederlo) ma comunque non cambia il fatto che sia "occidentale" rispetto al Giappone.
Eh, ma questo è un problema della nuova generazione, non di Ken...
Quotone per Kotaro Comunque ti sconsiglio vivamente di guardare Violence Jack, e' violento in maniera assurda, con stupri in quantita' industriale. Ken al confronto e' all'acqua di rose.
Logico che storie come queste, che i fruitori dell'epoca guardavano con interesse poichè questi eroi adulti, robusti, impavidi, sicuri, incrollabili li asservivano a loro miti, a esempi da seguire (del resto erano anche i tempi in cui noi tutti si adoravano i film di Bud Spencer o Terence Hill, di Stallone e Schwarzenegger, cartoni animati come He-Man o si idolatravano i lottatori di wrestling, siano essi in carne ed ossa o digitali come il buon Mike Haggar), al giorno d'oggi non possano più attrarre i nuovi giovani, che invece si identificano di più in storie con protagonisti bambini come loro o ragazzini fighetti/truzzetti col pellicciotto alla moda, il fisico longilineo o i capelli a punta colorati, perchè magari è questo il modello imperante per le giovani generazioni di oggi, piuttosto che l'eroe muscoloso, gigantesco, silenzioso e virile.
Tuttavia, le storie per ragazzi dell'epoca, avendo protagonisti più grandi, penso possano essere apprezzate anche e soprattutto dagli adulti di oggi, che magari hanno vissuto in gioventù quell'atmosfera anche se non hanno mai letto o visto quelle storie specifiche.
Revil-Rosa, grazie per il consiglio.
L'affermazione: "E Ken resta un personaggio fantastico, nonostante chi ne ha narrato le gesta" (che non vuol dire assolutamente nulla) dimostra solo che Hara e Buronson gli stanno sui cosiddetti (non è molto dissimile dalle tante ciance su Kurumada)... è una critica? Boh... io non ho capito realmente cosa non gli piace del film...
Inoltre non è tanto chiaro, escludendo il voto, il parere sul film: è un "prodotto pregevole" o "non ha entusiasmato" e il voto è solo un omaggio ai vecchi tempi?
La rece di Robocop è molto più chiara e coerente e fa venire voglia di leggere questo manga. Non ho nessuna critica da muovere, la rece è ben scritta e non mi esprimo sull'opera perchè non la conoscevo, fino ad oggi!
Complimenti agli autori per la pubblicazione in rubrica!
micheles anch'io ero convinto che l'ispirazione dell'ambientazione di Ken fosse da attribuire a quella di Mad Max/Interceptor.
Nota per i moderatori: sulla rece di Robocop manca il pollice o è un problema del mio monitor?
No, in realtà c'è, ma se vedi sta fuori la recensione di lato...
LTheFirst interessante anche il tuo commento, sebbene devo ammettere che Stardust Crusaders è, per ora, la saga che preferisco.
Ok, allora mi identifico XD
Piccola nota, Stallone conosce ed apprezza Ken tantè che propose a Swarzenegger (fisicamente un Raoul perfetto!) di interpretare insieme a lui in live-action … però il tutto successe tardi quando i due ormai erano anzianotti. Da adolescente chiaccherando con gli amici pensavamo che sarebbe stato grandioso vedere un film con quei due attori, ora invece ritengo che sia stato assolutamente meglio che il progetto non sia mai andato in porto … anche se magari questo avrebbe potuto evitare l'aborto assoluto che è stato fatto nella seconda metà degli anni novanta, Fist of the north star … il peggio live-action della storia … che shifo! (cit.)
p.s. Violence Jack non lo conosco, so chè è di Go Nagai ma non l'ho mai cercato.
Sai che ho fatto piu' o meno gli stessi tuoi pensieri una volta che stavo leggendo Vinland Saga?
Comunque la "devirilizzazione" non colpisce tutti i rami dell'entertainment,specie in occidente di opere con omaccioni protagonisti ne trovi abbastanza facilmente.
Le operazioni (commerciali) nostalgia non mi entusiasmano, il primo film di Ken l'ho guardato volentieri, essendo un vecchio fan della serie, ma personalmente non mi ha colpito … anzi. Sono d'accordo sul fatto che i disegni e le musiche siano molto belli, ma per contro a mio avviso le animazioni sono scarse, a tratti di legno, mancano spesso di fluidibilità e credibilità. Il pregio maggiore, anche se può sembrare strano dirlo considerato che quasi tutti la conosciamo, è la storia, perchè questo film, così come per altre opere della nuova pentalogia, riempe i vuoti (che a volte erano errori grossolani) che anime e manga avevano lasciato, dandoci una trama più fluida e “regolare”. Un buon prodotto nel complesso, ma niente più, meglio dei tre oav, peggio dell'anime: sette e mezzo che in cifra intera diventa 7 e non otto.
Jojo … io sono stato un grande appassionato di questa saga generazionale fin dal 1993, però a differenza del 90% delle persone (di allora, oggi mi sembra diverso) io ho apprezzato molto di più i primi 2 Jojo (in particolare il secondo, ora chiamato Battle Tendency) … gli stand non mi hanno mai entusiasmato, ho sempre preferito le onde concentriche! ^^ il duello tra Joseph e Wamoo è uno sei più belli che abbia mai letto in tanti anni. Una lunga premessa per dire che io interruppi la lettura di Jojo proprio con la quarta serie …. la storia degli stand tirata troppo per lunghe (invenzione dell'arcano della freccia e dell'arco), stile di disegno che è cambiato troppo (di personaggi sembrano perdere 20 kg di muscoli e 15 cm di altezza!) e che gradivo mooolto meno, un girare in tondo a Moryo che mi rompeva le balle ... insomma, dopo la terza serie che non finiva più ma aveva dato un finale grandioso il quarto Jojo mi è sembrato quantomeno scialbo … insomma, bocciato: cinque e mezzo, che diventa un 6 politico per la fantasia dell'autore di inventare nuove, incredibili e bizzarre cose.
Esistono ancora opere del genere e io non lo so? Necessito di informarmi al riguardo
Comunque non si tratta solo di omaccioni, quanto proprio di mentalità, perchè ad esempio protagonisti come Tsubasa Oozora, Dai o Gin omaccioni non lo sono, ma nelle loro vene scorre lo stesso, identico eroismo di un Ken, di un Jojo o di un Momotaro. Eroismo che invece nei protagonisti degli shonen di oggi non c'è, o meglio vorrebbe esserci, ma un lettore venuto su a pane e Jump anni '80 non riesce a dar credito ad un Naruto, ad un Ichigo o ad un Natsu, quando ha riposto la sua fiducia infantile in gente come Ken.
No, penso un problema del tuo monitor. Da me si vede perfettamente.
Intanto complimenti ai due recensori.
<i>"E Ken resta un personaggio fantastico, nonostante chi ne ha narrato le gesta"</i>
Akeiron parla della caratterizzazione e del "tipo" del personaggio che, a prescindere dal modo in cui è stato "agito" nella trama, ha fatto la storia e ha costituito il modello di tanti altri prodotti dello stesso genere. Non penso ci sia nulla di male in un'affermazione del genere.
@abcb: io ho cominciato Jojo in tempi recenti e ho letto soltanto le prime tre serie,ma anch'io per ora ritengo Battle Tendency la piu' riuscita.
Chiaro che nei film d'azione il protagonista deve essere di un certo tipo
Per quanto riguarda i videogiochi occidentali, poi, il protagonista omone d'azione c'è sempre stato (pensiamo a Duke Nukem, a God of war, ad esempio), ma in Giappone invece ho visto seguire un pò la linea dei manga (anche perchè si creano tipologie di gioco differenti) e allora ecco i tremila rpg dove i protagonisti sono ragazzi bellocci o complessati o pupazzetti moe, oppure i picchiaduro fighetti come King of fighters.
I tre media (manga, film e videogiochi) comunque sono ben diversi, fortunatamente, quindi un certo tipo di varietà c'è. Tra l'altro anche nei manga, di recente, ad esempio c'è Toriko, che pare uscito dagli anni '80.
Sulle vecchie serie carenti... Beh. Non potrebbe essere altrimenti, visto che veniva sviluppate sempre di corsa, con scadenze strettissime e budget ridottissimi. Quindi bassa qualità. Non c'è scampo. Ci possono solo essere eccezioni, e quelli per me son capolavori (Ranma).
Mi son fatto l'idea che molti sceneggiatori non sapessero nemmeno raccontare una storia, perché certi errori sono proprio grossolani. Dite: è una questione culturale. Nah.
L'anno scorso mi è capitato di leggere una raccolta di lettere autentiche di una concubina imperiale giapponese del XII secolo: era raccontato meglio di Ken, e parlava di vestiti, pettegolezzi, giochi di potere, cattiverie, un po' di sesso e di politica!
Oggi i giapponesi hanno imparato TANTO dalla Disney e da Hollywood. A volte troppo. Altre non abbastanza.
Mi pare che abbiano rifatto Holly e Benji e Dragonball, e in entrambi i casi sono stati accorciati. Secondo voi, perché? Perché fanno i remake di Ken e tutta la storia ci sta in una manciata di film (qualche ora contro decine decine)? TUTTA!
@Zenobia
L'hai vista la faccia di Sauzer quando piagnucola e va ad abbracciare il suo vecchio maestro, nel quale evidentemente vede un padre, ecc. ecc.? Regressione infantile e pentimento: lui ha fatto quello che ha fatto perché in realtà nessuno gli voleva bene, e si rende conto di avere sbagliato, chiede perdono!
Siccome da bambino ha sofferto, devono soffrire tutti i bambini, che lui odia. Questa non è pazzia, è sadismo. Si rende conto benissimo di quello che fa e delle conseguenze.
Può essere che per i giapponesi chiedere perdono sia diverso dal pentirsi. Ma non lo credo. Se tu sei convinto di quanto hai fatto, non chiedi perdono PER NIENTE. Abbassi il capo e sostieni la tua sconfitta, come hanno fatto i giapponesi per la guerra. Diverso è il caso se hai ammazzato innocenti durante l'occupazione della Cina: in quel caso dovresti chiedere perdono. E infatti i giapponesi si vergognano tanto da non parlarne. Oppure sono convinti che andava fatto, oppure credono sia falso. Non esiste chiedere perdono per qualcosa aderente al tuo onore.
Pentirsi, perdonare e redenzione (come li intendiamo noi) sono sentimenti cristiani... anche il pianto per un giapponese è diverso da come lo intendiamo noi.
Per te Souther piagnucola, ma in realtà piange di brutto e lo fa Roul, lo fa Shin e lo fanno tutti, non perchè si pentono ma perchè vengono sconfitti dal nemico e vedono infrangersi tutta la loro ambizione e tutto il loro potere. E' un pianto di uomini feriti nell'orgoglio dal loro stesso fallimento. Hanno perso e piangono. Se Souther avesse vinto, avrebbe continuato a ghignar e a torturar bambini...
Che si redime Roul? Muore puntando il dito al cielo rivendicando di essere il Re di Hokuto.
Souther è pazzo... se il sadismo non è una forma di mania allora dimmi cos'è...
Comunque, non pensare che ti stia parlando da "fan", perchè se vogliamo parlare veramente dei difetti di Hokuto no Ken sono pronta a farlo... non difendo Ken per partito preso.
@ Catulla
Quella frase messa lì così significa tutto e non significa niente...
Quindi presumi che io mi sia inventata tutto quello che ho detto per spiegarla.
Ma ci mancherebbe... è una frase altamente interpretabile, ma dato che Akeiron ti ha dato ragione (non avevo letto)... finisce qui ^^
Ps: trovo un sacco fastidiosi i pollici rossi... non li sopporto proprio... trovo più interessante motivare se in disaccordo che spolliciare... lo dico perchè sono un'antispolliciata rossa convinta.
appunto, ciò che volevo dire nel mio intervento inaspettatamente apprezzato, è che chiaramente mi dissocio da un concetto simile. anche io mi ricordo quanto all'epoca fosse interessante e se vogliamo dirla tutta notevole l'insieme tecnico di Hokuto no Ken. magari non sarà il migliore e non è certo il mio preferito, ma definirlo una schifezza a mio parere è sintomo di "scarsa conoscenza", per dirla elegantemente.... e come già detto, decontestualizzazione del soggetto nell'epoca in cui è sbocciato
Non sono d'accordo, per me resta mitica nonostante le lungaggini.
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Scherzi a parte, se un prodotto è buono, resta buono sempre, casomai sono i gusti personali a cambiare.
La nota di merito della 4° serie è sopratutto il miglioramento dei disegni, secondo me in questa serie tocca proprio l'apice, dopo il suo stile diverrà troppo femminile; infine c'è da ricordare anche del miglioramento dello stile narrativo, decisamente superiore alla serie precedente, Stardust Crusaders.
Sì, ciò che dici su pentimento e redenzione è vero. Se non fosse che a me Ken è sempre puzzato di cristianesimo taglia e incolla con un po' di bushido... Sarà per quello che mi sembra proprio che Sauzer si penta dei suoi peccati e recuperi l'innocenza. Se non è così, allora i disegnatori hanno fatto scelte MOLTO discutibili.
E colui che rigetta le cose che gli eran piaciute da bambino per definirsi adulto normalmente è l'adolescente che deve rigettare tutta l'infanzia per dire che "è adulto"...
Poi
Devo ammettere che non ho visto l'anime
Ho letto il manga. Ho provato a vedermi lo scontro di Sauzer versione anime. E devo dire che nella versione film è immensamente meglio. E non solo per l'animazione o per la colonna sonora (lightseeker è a dir poco eccezionale) o per disegni più fedeli al tratto di Tetsuo Hara... ma anche per il feeling... nell'anime manca completamente la grandine... il tutto è alla luce del sole...
ma da qui a definirlo brutto...
Anche per me in HnK c'e' qualche riferimento alla chiesa cattolica,specie in "personaggi martire" come Toki e Shu.
La versione "cristiana" di Ken è dovuto a un retaggio di un cattivo adattamento della serie animata, dove Ken veniva presentato sin dalla sigla iniziale come il Salvatore.
In realtà Ken non è un salvatore... è semplicemente il Predestinato ad essere l'erede della divina scuola di Hokuto con tutto ciò che ne consegue.
A questa scelta del destino si fronteggiano gli altri candidati ad essere eredi e sono tutti guidati dalle stelle.
Quindi, se ragionate bene non c'è nulla di "cristiano" in senso stretto.
Per quanto riguarda il tema del "martire", mi sento di escludere tale figura sia in Shu che in Toki. Il "martire" muore essendo testimone di una verità assoluta e irrinunciabile, Toki e Shu si sacrificano per proteggere ciò che più amano all'interno di un destino già scritto (Shu è guidato dalla stella della benevolenza non lo scordiamo).
In questo sono molto più simili agli eroi greci (tragici) che combattono, sebbene a conoscenza del destino inevitabile che gli attende. Sono attori di una tragedia già annunciata.
Ken il Guerriero - La Leggenda di Hokuto concordo con il voto7- la storia di qeusto oav sicuramente non è al livello della serie anime
Le bizzarre avventure di JoJo: Diamond is Unbreakable
ancora non sono arrivato a questa serie, ma devo dire che se è come la prima è quasi un capolavoro u.u
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