Fresh Pretty Cure 1Quando il mondo viene minacciato dalle oscure trame dei malvagi provenienti da Labyrinth, l'anziano saggio del Regno dei Dolci invia Tarte, un folletto simile ad un furetto, e la piccola Chiffon, dotata di poteri extrasensoriali, nel mondo umano, alla ricerca delle Pretty Cure, le quattro guerriere della leggenda che potranno fronteggiare questa crisi.
Il destino dei folletti si incrocerà con quello di Love Momozono, una ragazza allegra e spensierata che sarà scelta per diventare Cure Peach, la guerriera dell'amore.
A lei si uniranno le sue migliori amiche sin dall'infanzia: l'affascinante e modaiola Miki Aono, che diventerà Cure Berry, la guerriera della speranza, e la dolce amante degli animali Inori Yamabuki, che diventerà Cure Pine, la guerriera della preghiera. Ma una quarta guerriera, ideale quarto petalo del leggendario quadrifoglio sulla cui simbologia si basa tutta la serie, attende di fare la sua comparsa...
La missione delle guerriere sarà quello di fermare i piani degli emissari di Labyrinth, giunti nel mondo umano allo scopo di raccogliere l'energia scaturita dal terrore degli esseri umani.
Quando il livello d'energia sarà al suo culmine, infatti, si rivelerà l'arcano potere chiamato Infinity, la memoria infinita e illimitata che permetterà a Lord Moebius, il malvagio sovrano di Labyrinth, di controllare ogni dimensione.

Chiusa com'è fra lo strabordante successo della doppia serie Yes Pretty Cure 5 / Yes Pretty Cure 5 Go Go e quello di Heartcatch Pretty Cure, che ha tanto fatto parlare di sé per via dell'originale stile grafico, Fresh Pretty Cure, sesta incarnazione delle guerriere Toei trasmessa in patria fra il 2009 e il 2010, si tende quasi a non calcolarla.
Molto poco se ne parla in giro, sebbene abbia anche lei la sua nutrita schiera di affezionati che gli hanno dedicato numerose fanart sulle art community nipponiche, e quasi ci si fa l'idea che fosse un mezzo flop, in confronto ad altri capitoli della saga che suscitarono più clamore all'epoca della trasmissione.
Fortunatamente, così non è stato, e Fresh Pretty Cure si è dimostrata essere un'inaspettata sorpresa, decisamente ben più gradevole rispetto ad altre serie Pretty Cure più blasonate e di cui maggiormente si discute.
C'è una cosa che salta immediatamente all'occhio, per uno spettatore più grandicello, non appena questi comincerà la visione della serie. Ancor più che con le Pretty Cure precedenti, si sentirà immediatamente a casa, come se non fossero passati quindici anni ma solo un attimo, dagli anni '90 di Sailor Moon, Rayearth e Wedding Peach.
Tantissimi, infatti, i punti di contatto, specialmente con quest'ultimo, a cominciare dallo strategico nome della protagonista, Cure Peach, la quale contiene la parola "momo" ("pesca", ma anche il colore rosa, in giapponese) nel suo nome completo, come Momoko Hanasaki alias appunto Wedding Peach.
Come nella serie ideata da Sukehiro Tomita, anche le protagoniste di questa storia sono inizialmente tre giovani amiche d'infanzia che ottengono più o meno tutte insieme il potere di trasformarsi in eroine magiche. Curiosamente, anche in questo caso una quarta eroina si aggiungerà al gruppo più avanti nella storia, e il suo nome avrà diversi elementi in comune con l'analogo quarto Angelo dell'amore della suddetta serie.
Le citazioni agli anni '90 e ai due capisaldi del majokko sentai di quegli anni, Sailor Moon e Wedding Peach, non si limitano alla parte buona della barricata, ma anche quella cattiva ne sarà impregnata fino al midollo. I malvagi emissari di Labyrinth saranno infatti dei ragazzi di bell'aspetto o delle ragazze dal grande sex appeal, esattamente come avveniva nelle suddette serie. Saranno, inoltre, dei "cattivi con l'anima", tormentati, capaci di amare, di avere degli obbiettivi da perseguire a costo di grandi sacrifici, di fidarsi ciecamente del loro oscuro leader al punto da essere pronti a dare la vita per la sua causa o per ottenere un riconoscimento del loro valore da parte sua, di interrogarsi su ciò che li differenzia dagli umani che vogliono soggiogare.
Il loro scopo, stavolta (almeno inizialmente), sarà non tanto quello di impossessarsi del folletto o dell'oggetto magico del caso legato alle protagoniste, ma quello di rendere infelici gli umani per rubare l'energia scaturita dal loro terrore.
Se, leggendo queste righe, vi hanno risuonato nella testa diversi campanelli, è perché, indubbiamente, Fresh Pretty Cure strizza continuamente gli occhi ai majokko sentai degli anni '90, a livello di sviluppo della trama e dei personaggi, così come nel disegno e in tante piccole chicche sparse qua e là lungo gli episodi. Non ultimo, il fatto che nel ruolo della madre di Love sia stata scelta Kyoko Hikami, proprio la doppiatrice di Momoko Hanasaki / Wedding Peach, in un'ideale passaggio di consegne quindici anni dopo.

Fresh Pretty Cure - Cure BerryFresh Pretty Cure - Cure PeachFresh Pretty Cure - Cure Pine

La trama, ottimamente congegnata e dal buon ritmo ricco di colpi di scena, lascia spazio a numerose sequenze d'azione ricche di effetti speciali, scettri magici, calcioni, mostri giganti, potenziamenti. Fra i tanti piani dei malvagi emissari di Labyrinth per aver ragione della razza umana, alcuni saranno una spassosissima fonte di divertenti gags (come quello di inchiodare di default una ridicola parrucca sulle teste della gente o quello di invertire i corpi di umani ed animali), altri saranno più subdoli e cattivi, generando episodi leggermente dark e anche un po' forti per i piccoli spettatori (come quello in cui i malvagi cancellano dalla faccia della Terra tutte le cose che piacciono ai bambini, come i dolci, i giocattoli o addirittura le mamme).
La storia di Fresh Pretty Cure lascerà dunque spazio a numerosissime sottotrame, ora divertenti ora simboliche, ora riflessive, profonde e commoventi. Ci sarà spazio per l'amore, rappresentato da un gruppo di amici di Love e compagne che cercano in tutti i modi di conquistarle e dal tenerissimo rapporto intercorrente fra Love e il suo impacciatissimo amico d'infanzia Daisuke. Ci sarà spazio per la vita sociale delle ragazze, i loro sogni e i loro hobby: la moda per Miki, gli animali per Inori e il ballo per Love. Proprio l'elemento del ballo giocherà un ruolo fondamentale e simbolico lungo tutta la storia, con le lezioni di ballo che le ragazze prendono dalla bella ballerina Miyuki, in vista dell'esibizione che chiuderà la serie. Questo si intreccerà con un altro tipo di ballo, quel "Beat Up!" che, battendo il piede nudo sul terreno, dà il via all'ideale balletto che permette alle ragazze di trasformarsi nelle eroine Pretty Cure, in un'escalation di ritmo che va via via crescendo man mano che le quattro ragazze scoprono i propri poteri e danno più colore alla splendida coreografia delle metamorfosi.

Fresh Pretty Cure - KaoruFresh Pretty Cure - MiyukiFresh Pretty Cure - Daisuke

Personaggi vivi, simpatici, tutti, quelli di Fresh Pretty Cure. Imparata la lezione delle due spoglie serie immediatamente precedenti, gli autori ricostruiscono ancora una volta un mondo vivo, aperto, una bella cittadina ricca di negozianti, veterinari, pasticcieri, idol, uomini e donne in carriera, studenti, amici e parenti. Le tre protagoniste, già di loro splendidamente caratterizzate, non ci nasconderanno nulla delle loro vite. Conosceremo gli amici con cui vanno al luna park, le loro famiglie (le quali svolgeranno un ruolo importantissimo nella storia, essendo presenti a giro in tutti gli episodi) e i numerosi "personaggi non giocanti" che abitano nella ridente cittadina di Clover Town Street, donandole colore. L'universo di Fresh Pretty Cure amplia dunque quello già ottimo delle prime tre serie e ci regala numerosi personaggi di contorno parecchio indovinati, come la madre di Miki, parrucchiera modaiola, il padre di Love, sorridente salaryman, o quello di Inori, un veterinario enorme e gentile, ma soprattutto lui, Kaoru, enigmatico, folle e spassosissimo venditore di ciambelle su cui gli autori puntano molto e che meriterebbe una serie tutta per lui.
In un universo narrativo così fresco e vivo, si innesta con inaspettata facilità una storia di malvagi e di supereroine, rendendo Fresh Pretty Cure una serie profonda e ben narrata, ricca di simbologie (il ballo, il numero quattro, i frutti, i petali del quadrifoglio, i colori, i semi delle carte, i punti cardinali) e di sottotrame che si intersecano, nonché di personaggi che interagiscono splendidamente fra loro, in maniera divertente ma anche appassionante e riflessiva.
Per la prima volta nella saga Pretty Cure, infatti, viene introdotta una sottotrama tipica dei fumetti supereroistici americani che non era mai stata presa in considerazione: quella della doppia identità dell'eroe (eroina, in questo caso) e della problematica sullo svelarla o tenerla nascosta ai propri cari o alle persone che salva. Lo stesso problema, mai toccato dalle Pretty Cure precedenti, sarà affrontato da Cure Peach e compagne, per la prima volta personaggi pubblici conosciuti e ammirati dalla gente comune, con risultati sorprendentemente interessanti.
Non ultima, Fresh Pretty Cure pone gran parte della sua trama sulla tematica del cattivo redento, che ha sempre trovato uno spazio più o meno grande all'interno della saga e che qui viene portata ai suoi eccessi, trattata in maniera profonda e intelligente, in maniera diversa, più ampia e più toccante rispetto a quanto visto nelle serie precedenti, con numerosi colpi di scena e un ottimo approfondimento psicologico di ambo le parti e dando vita ad un gruppo di episodi finali dalle tinte fantascientifiche alla Digimon Tamers e dal grandissimo impatto emotivo.

Fresh Pretty Cure - TartFresh Pretty Cure - WesterFresh Pretty Cure - SoularFresh Pretty Cure - Chiffon

Nella migliore tradizione della saga Pretty Cure, anche questa sesta serie è una festa ricca di colori, di luci e di animazioni, sempre vividi, spettacolari e coinvolgenti. Il character design, invece, cambia rispetto alle serie precedenti, facendosi più spigoloso e mostrando delle Pretty Cure visibilmente più adulte, nello stile delle guerriere Sailor e degli Angeli dell'amore, che, con l'eccezione della sola Inori dall'aspetto leggermente più giovane rispetto alle compagne, risultano essere più affascinanti e mature fisicamente delle ragazzine che le hanno precedute.
Cambia anche la colonna sonora. Dopo essersi affidato all'abile Naoki Satou per cinque serie, il lato musicale della saga Pretty Cure passa nelle mani di Yasuharu Takanashi (curatore anche delle musiche per Heartcatch, Suite e per l'attuale Smile), che non fa rimpiangere il suo predecessore e ci regala degli accompagnamenti orchestrati molto coinvolgenti, capaci di spaziare da sonorità rock abbastanza dure e inusuali per un majokko a un leggero e piacevolissimo retrogusto eurobeat.
Fanno il loro lavoro, risultando orecchiabili e simpatiche ma non troppo incisive, la sigla d'apertura (in doppia versione) e le due di chiusura, queste ultime accompagnate dai primi di una lunga serie di videoclip che mostrano le Pretty Cure in computer grafica che ballano.
Molto buono il doppiaggio giapponese, che schiera nuovi e vecchi (come Taiki Matsuno, l'ex Helios/Pegasus di Sailor Moon SuperS, qui nei panni dello spassosissimo furetto Tarte, che parla con l'accento del Kansai e un'inflessione da signore di mezza età) talenti, come di consueto per la saga Pretty Cure, con l'unico difetto di un linguaggio un po' troppo giovanilistico usato nei dialoghi e nei nomi dei personaggi (per quanto la spiegazione che viene data all'interno della serie sia molto convincente e poetica, fa un po' strano trovare una ragazza giapponese che ha "Love" in katakana come nome proprio ed è abbastanza fastidioso l'uso del suffisso "-tan" piuttosto che il consueto "-chan"). La cosa fa un po' storcere il naso, ma ci si passa sopra, tenendo conto del target giovane a cui è diretta la serie.
La versione italiana, invece, pur non essendo perfetta a livello di scelta delle voci e con diversi errori nell'adattamento dei dialoghi, riesce a far bene il suo lavoro, risultando divertente e/o drammatica al punto giusto dove necessario.
Sono state anche ricantate in italiano, in stile Virtua Fighter, le sigle d'apertura e chiusura, ma con risultati, purtroppo, tutt'altro che esaltanti.

Fresh Pretty Cure - ClineFresh Pretty Cure - MoebiusFresh Pretty Cure - Northa

Fresh Pretty Cure è un compendio del meglio di quindici anni di majokko sentai, l'ideale punto di arrivo di una saga che avrebbe potuto benissimo fermarsi qui raggiungendo il suo culmine (ma la saga Pretty Cure è ancora in corso, e potrebbe ancora superarsi e migliorarsi, chissà) e l'ideale punto di partenza di uno spettatore che non ha dimestichezza col genere. Una serie capace di dare tanto ai suoi spettatori, di divertirli, emozionarli, donargli dei personaggi indimenticabili e farli riflettere sull'amicizia, sul primo amore, sui legami familiari, sui sogni, sulla ricerca di se stessi e della propria felicità, sulla fiducia nel prossimo in maniera intelligente e toccante. Un'ottima serie televisiva che ha l'unico difetto di possedere uno stile di disegno un po' troppo spigoloso e di non brillare per originalità, presentando una storia già scritta, in maniera differente, da altri. Chi l'ha già sentita, dunque, potrebbe annoiarsi. O, magari, com'è successo a me, ritrovare antiche sensazioni e tornare a sognare. Un sogno differente, ma sicuramente non meno intenso, rispetto a quelli dei nuovi, giovani spettatori, che queste eroine dal costumino colorato e dal cuore gentile le adoreranno e seguiranno con grandissimo entusiasmo e che, si spera, riusciranno a portare nel cuore il loro esempio di giustizia, bontà e fiducia.
In fondo, come si saranno accorti gli esperti del genere majokko sentai all'ascolto, una Love di oggi, tanto impacciata nella vita di tutti giorni quanto decisa nelle sue magiche vesti e sempre dotata di una grandissima gentilezza che la aiuta a farsi amici anche fra i suoi avversari, non è poi così diversa da una Usagi Tsukino o da una Momoko Hanasaki di ieri. Quell'archetipo di eroina forte ma dal cuore d'oro, che lo spettatore può amare e supportare perché sente simile a sé, è ancora oggi vincente, e Fresh Pretty Cure ce lo dimostra in maniera magistrale.