chupresenta

L'irreale è piu' potente del reale perché' la realtà non arriva mai al grado di perfezione cui puo' spingersi l'immaginazione”.

Amo questa citazione da “Soffocare”, il romanzo di Chuck Palahniuk (l’autore di “Fight Club”) perché in appena due righe riesce a sintetizzare l’incontenibile potenza della fantasia umana. Valvola di sfogo dell’animo di ogni individuo, il più delle volte limitato nei rigidi confini imposti dalle regole del cosiddetto “vivere civile”. Via di fuga cui ricorrere in determinati momenti, come quelli odierni di crisi economica e di valori, in cui la realtà risulta essere piuttosto deludente se non addirittura oppressiva, a maggior ragione se ci si trova nell’età dei sogni per antonomasia, l’adolescenza, e si vive in uno dei sistemi scolastici più rigidi del mondo, quello giapponese.

Cosa c’entra tutto questo con l’ultima commedia scolastica prodotta dallo studio Kyoto Animation? In effetti “Chūnibyō Demo Koi ga Shitai! ” (che letteralmente dovrebbe significare “Ho errate illusioni adolescenziali, ma desidero amare!”) a prima vista sembrerebbe non avere nulla di differente da quello a cui da anni questo ormai celebre studio di animazione ci ha abituato, dividendo gli appassionati in chi l’adora e chi invece non ne sopporta il successo. Non bisogna, però, farsi ingannare! Questo titolo ha una sua specificità e, come per tutto ciò che ha un certo valore, bisogna avere la costanza e anche l’intelligenza di non limitarsi a giudicarlo da un trailer o da una sola puntata né tantomeno dal design dei personaggi.
La storia comincia con il più ordinario degli studenti alle prese con il primo giorno di liceo della sua vita. Yuuta Togashi però, a dispetto delle apparenze, non è per nulla ordinario o almeno non lo era in precedenza. Il ragazzo ha sofferto, infatti, di “Chuunibyou”, un disagio psico-sociale traducibile nella nostra lingua come “la sindrome della seconda media”, perché ne sono principalmente affetti i giovani di quell’età scolare. L’individuo in questa condizione vive in un continuo stato a metà tra realtà e fantasia, convincendosi di avere abilità e poteri soprannaturali che ovviamente non possiede, ritrovandosi giocoforza in una situazione che si ripercuote sulla vita sociale, determinando, il più delle volte, un poco piacevole isolamento dagli altri coetanei.

Al pari di “Welcome to the N.H.K” anche Chu 2, come viene abbreviato dai fans, è tratto da una light novel ancora in corso che cerca di affrontare con il sorriso quelli che sono gli odierni fenomeni di alienazione giovanile in Giappone (e non solo). La “Chuunibyou” infatti non esiste. È un artificio letterario di Toriko, l’autore della novel, per mettere sotto i riflettori la generazione giapponese post-Internet, cresciuta ad anime e videogiochi. Generazione che, incalzata dalle grandi aspettative delle famiglie e dalla ipercompetitività imposta dalla società nipponica, non può che porre proprio su quelli che dovrebbero essere solo passatempi le fondamenta del proprio “mondo ideale”. Tutto questo affrontato però in chiave tipicamente KyoAni, vale a dire tra frizzanti gag e personaggi strampalati a cui sarà difficile non affezionarsi. Il buon Yuuta, infatti, pensa di essere ormai fuori dall’imbarazzo che in passato i suoi atteggiamenti gli avevano causato, quando si faceva passare per l’oscuro padrone della Fiamma Oscura. Inizia il liceo: nuova scuola, nuovi amici, quindi nuova vita. E invece no! Proprio mentre sta per buttare via tutto ciò che poteva anche solo ricordargli magie, incantesimi e altri deliri, ecco il classico incontro/scontro con la ragazza del piano di sopra. Benda sull’occhio, frasi che sembrano uscite da un gioco di ruolo e vestito da gothic lolita: non ci sono dubbi, la ragazza, Rikka Takanashi, è nel pieno della sindrome. Non c’è scampo per il povero Yuuta, perché lei non solo vive nel suo stesso palazzo e finisce nella sua classe, ma inizia anche a legarsi in maniera sempre più forte a lui, coinvolgendolo nelle sue stramberie fino alla fondazione di un’associazione scolastica che a molti ricorderà la “Brigata Sos” di Haruhi Suzumiya. Il buon cuore del ragazzo lo porterà ad aiutare sulle prime la ragazza, cercando di farle capire l’assurdità della sua situazione e di ricondurla ad una vita sociale giudicata “normale”, ma, con l’inizio di un legame più profondo, venendo a conoscenza del passato dell’amica, Yuuta comincerà a comprendere le reali cause della sua fuga dalla realtà e a nutrire dei dubbi: sarà poi davvero grave questa Chuunibyou, come vogliono far credere parenti e insegnanti?

chumezzo


Lo spettatore percepirà un senso di déjà vu nei confronti della trama e dei personaggi di questa serie, e questo non deve sorprendere. Dietro le quinte c’è Tatsuya Ishihara, il regista di alcuni dei maggiori successi targati Kyoto Animation degli ultimi anni, quali, per l’appunto, le serie di Haruhi Suzumiya e gli adattamenti da visual novel Key (Ait Tv, Kanon 2006, Clannad). La struttura narrativa di Chu2, come già detto in precedenza, in un primo momento sembrerebbe non discostarsi da queste ultime, ma in realtà l’approccio è esattamente l’opposto: i personaggi non vivono realtà fantastiche, ma credono di farlo!
L’aspetto registico più divertente e caratterizzante della serie è, infatti, il contrasto che viene a crearsi tra i due mondi a confronto, indulgendo più volte nei deliri epico-fantastici creati dalla mente di Rikka, fatti di battaglie e armi favolose, per poi mostrarci la realtà, con una resa comica immediata, fatta di combattimenti a suon di ombrelli e mestoli da cucina.
Questo mix di serio e faceto è la base anche per la caratterizzazione dei personaggi. La goffa Rikka non può non generare una gran simpatia nello spettatore, che riderà dei suoi folli pasticci e finirà per innamorarsi della sua tenerezza e fragilità, frutto di un passato non certo felice. Non può resisterle, infatti, Yuuta, personaggio che non potrà non ricordare il Kyon delle serie di Haruhi Suzumiya, nel suo continuo resistere alla deriva di follia che lo circonda per poi accettarla pian piano. Le figure di contorno risultano piuttosto stereotipate anche se funzionali alla storia. La brevità della serie non rende giustizia infatti a personaggi che avevano degli ottimi potenziali come la prorompente Shinka, la ragazza più popolare della scuola, che nasconde anch’essa un passato imbarazzante, o la piccola Sanae studentessa delle elementari in piena sindrome e per questo legatissima a Rikka. Due figure che a mio avviso avevano molto di più da offrirci, al contrario di Kumin Senpai, tipica macchietta kawaii di questo genere di anime, la cui unica funzione e schiacciare pisolini.

Niente da eccepire invece sul lato tecnico, come sempre di altissimo livello, come ormai da tempo nelle corde della KyoAni, e che, in questo caso particolare, riunisce davvero quanto di meglio possa offrire questo studio, da Kazumi Ikeda (Clannad, La Malinconia di Haruhi Suzumiya) alle animazioni, fino a Yota Tsuruoka (Clannad, K-On!). Un gruppo che ha lavorato spesso insieme e che ha dimostrato tutto il suo valore puntando ancora una volta sulla cura certosina degli sfondi, delle luci e dei colori, unita ad animazioni caratterizzate da un elevato uso di fotogrammi.
Davvero indovinate, infine, le musiche della colonna sonora, che realizzano lo stesso mix della controparte animata, accompagnando prima in maniera delicata le scene di slice of life, per poi virare in maniera energica, quasi epica, durante i combattimenti immaginati dalle ragazze.
Il chara design è ovviamente quanto di più kawaii possa arrivarci dal Sol Levante. Il moe, la tendenza a rendere tutto carino tipica dei giapponesi, regna sovrano con il prevalere dello stile già visto in K-On!, senza tradire mai quella che è ormai è una vera e propria filosofia per lo studio in questione. La serie infatti scorre piacevole senza nessuna volgarità o concessione al fanservice di cui è ormai infarcita buona parte dell’animazione giapponese odierna.

In appena 12 puntate Chu2 riesce a regalarci una favola dai due volti, prima comica e frizzante, poi seria e romantica, con il risultato di farci anche pensare un po’. Come un moderno Don Chisciotte, come un Don Juan De Marco (lo splendido film del '95 ispirato ai poemi di Byron), la piccola Rikka rappresenta un po’ tutti noi sognatori, noi che più di una volta ci siamo ritrovati a dire come lei: “Al diavolo la realtà!
Chūnibyō Demo Koi ga Shitai! è quindi un ottimo titolo per chi è stufo della solita commedia scolastica, senza voler rinunciare al lato comico tipico di questo genere e a un pizzico di romanticismo poco invadente. Una storia fresca, ma al tempo stesso riflessiva e attenta al lato umano, incorniciata da un apparato tecnico che è pura gioia per gli occhi.
Lati negativi? La serie dura poco e certi passaggi potevano essere meno frettolosi.