In Italia una delle festività più sentite, nel bene e nel male, è sicuramente il Natale, sinonimo per molti di mega riunioni familiari e grandi banchetti attentatori della linea. Anche in Giappone si festeggia il Natale, ma con un significato completamente diverso e prettamente commerciale. La vera festa per riunire la famiglia e celebrare i riti tradizionali è il Capodanno! Scopriamo quindi cosa si fa per celebrarlo al meglio!

Hatsumode o la prima visita dell'anno ai templi

Capodanno tempio

Numerose sono le persone che alla mezzanotte del 31 dicembre o nella giornata del 1 gennaio, si recano ai templi (buddisti o shintoisti) per pregare, trarre gli auspici e fare buoni propositi. In particolare, poiché i giapponesi credono che il suono delle campane possa perdonare i loro peccati compiuti nel corso dell'anno precedente, si assiste allo Joya no kane, rito per cui nei templi buddisti in tutto il paese suonano le campane per 108 volte a simboleggiare i 108 peccati originali della fede buddista, così da allontanare i 108 desideri terreni racchiusi nei cuori di ogni cittadino giapponese e permettergli di raggiungere così la felicità. Dopo questa cerimonia, i visitatori del tempio prendono dello spago e lo accendono a una lanterna dove brucia del fuoco sacro; lo spago ancora acceso dovrà essere portato a casa e usato per la cottura della zuppa del nuovo anno, come portafortuna.
Celebrare l'inizio del nuovo anno in Giappone significa anche prestare particolare attenzione alle azioni che si svolgono per la prima volta nell'anno nuovo. Hatsuhinode è la prima aurora dell'anno e per godere di questo spettacolo ci si reca in posti come spiagge o montagne dove poterla osservare per bene. Altre “prime volte” importanti sono waraizome (il primo sorriso, iniziare l'anno con un sorriso è simbolo di buon auspicio), hatsuyume (il primo sogno), hatsudayori (il primo scambio di lettere), shigoto-hajime (il primo lavoro dell'anno), hatsugama (la prima cerimonia del tè dell'anno) e hatsu-uri (le prime compere dell'anno).

Otoshidama ovvero la paghetta di Capodanno

Capodanno otoshidama

Chi ha visto Dennou Coil, l'avrà sentita citare spesso dai protagonisti che quantificavano le loro spese in base al numero di paghette necessarie. E' infatti tradizione consolidata regalare denaro ai bambini in questi giorni di festa. Le banconote sono ripiegate in tre, inserite in piccole buste decorate e consegnate ai figli di amici e parenti fino a quando non finiscono la scuola superiore, anche se non è raro che pure gli universitari ne usufruiscano. La quantità di denaro elargita dipende da diversi fattori, come l'età del bimbo, il numero di otoshidama da realizzare e, naturalmente, la disponibilità economica. Inserendo solo banconote, il minimo sono 1000 yen, il taglio più piccolo presente in Giappone. Un bambino delle scuole elementari può aspettarsi di ricevere dai 1000 ai 5000 yen (dai 10 ai 50 euro circa), mentre un ragazzino della scuole medie anche fino a 10000 yen (circa 100 euro)

Susuharai ovvero fare le pulizie di fino

Capodanno Kadomatsu

Per iniziare al meglio l’anno nuovo, nei giorni precedenti all’evento, le case sono pulite da cima a fondo per eliminare tutte le impurità del passato e prepararsi all’arrivo delle novità. La porta d'ingresso è addobbata con il Kadomatsu, tradizionale decorazione di Capodanno per dare il benvenuto agli spiriti benevoli o ai kami del raccolto. In genere sono fatti di pino (che rappresenta la longevità), bambù (la forza e la crescita) e rami di susino (la prosperità). Spesso si aggiunge lo Shimenawa, una fune di paglia con striscioline di carta per evitare che gli spiriti malvagi entrino in casa. Tutti i preparativi devono essere fatti entro l’ultimo dell’anno, poiché dopo seguono i tre giorni di vacanza conosciuti con il nome di Shogatsu Sanganichi, in cui per lo più si sta in casa a poltrire e a guardare la TV, in particolare il Kohaku Uta Gassen, tradizionale festival musicale che va in onda ogni anno dal 1951 sull'emittente nipponica NHK e che vede contrapporsi, divisi in due squadre (bianca e rossa), i più famosi cantanti giapponesi, giudicati da giudici altrettanto popolari. L'obiettivo principale del contest è concentrarsi sulla parata di star presente allo spettacolo esaltando l'atmosfera familiare del programma. E’ una vecchia tradizione, che risale a quando, in questo periodo, negozi, ristoranti e ogni altra attività era chiusa e non c’era niente da fare. Ora le cose sono ben diverse, ristoranti e negozi sono aperti anche per Capodanno, ma la tradizione, per quanto mostri i primi segni di affievolimento, regge bene.

Nengajo ovvero le cartoline d’auguri

Capodanno nengajo

La fine di dicembre e l'inizio di gennaio sono i periodi più impegnativi per gli uffici postali giapponesi. Infatti vige l'abitudine di inviare cartoline d'auguri di Buon Anno, denominate appunto Nengajo, ad amici e parenti, nata allo scopo di contattare familiari lontani attraverso le lettere, in modo da rassicurarli riguardo alla propria salute. I giapponesi inviano queste cartoline in modo che arrivino ai destinatari proprio il 1º gennaio e l'ufficio postale garantisce ciò se queste sono inviate entro un limite di tempo stabilito, di solito da metà dicembre fino alla fine del mese e se contrassegnate con la parola nengajo. Per questo, l'ufficio postale assume di solito studenti part-time. È consuetudine ed educazione non inviare queste cartoline a chi ha avuto un lutto in famiglia durante l'anno, in segno di rispetto per i defunti, anche perché sono solitamente molto colorate e divertenti e tipicamente giapponesi.

Osechi-Ryori ovvero il menù di Capodanno

Capodanno cena

Come nelle migliori tradizioni, anche il cibo riveste un’enorme importanza e c’è una particolare selezione di piatti che sono consumati in questo giorno. Questo anche perché, fino a qualche anno fa, i supermercati e le botteghe alimentari erano chiusi e non vi era quindi possibilità di acquistare prodotti freschi. Quindi si preparavano tutta una serie di alimenti che potevano durare anche per diversi giorni, permettendo inoltre a tutti, anche alle casalinghe, di non doversi preoccupare di cucinare e di potersi godere la famiglia e le feste! Una cena tipica dell’ultimo dell’anno perciò deve prevedere la presenza di:
Konbu: è un tipo di alga, fondamentale soprattutto per la preparazione della base dei brodi. Viene bollito, a volte glassato e insaporito in modi vari. La parola konbu o kobu è associata al verbo yorokobu, ossia essere felice.
Kamaboko : pesce triturato (per lo più merluzzo), ridotto in crema, addensato e cotto a vapore o arrostito, in modo da ottenere la forma di un panetto che può essere affettato e messo nelle zuppe o mangiato con salse.
Kurikinton: purea di patate dolci con castagne
Kinpira gobo: radice di cardo cotto
Kuromame: un dolce fatto con i fagioli di soia neri stufati in acqua e zucchero.
Kazunoko: uova d’aringa. Hanno una consistenza particolarissima, elastica e scrocchiante, dal sapore molto delicato. Letteralmente kazunoko in giapponese significa anche “gran numero di bambini”, da cui l’auspicio di fertilità per il nuovo anno.
Tai: orata. Quella consumata in questa occasione, solitamente grigliata, è la varietà rossa, colore che assieme al bianco simboleggia la festività.
Ebi: gamberi, perché sono auspicio di lunga vita.
Gobo: radice di bardana o scorzonera. E’ usata per preparare degli involtini con carne o pancetta arrotolata.
Renkon: tubero di loto. E’ un ingrediente tra i più tipici della cucina giapponese, caratterizzato da una serie di fori radiali molto caratteristici, attraverso cui vedere il futuro del nuovo anno.
Take no ko: germogli di bambù, perché il bambù è simbolo di forza e salute.
Gomame: piccoli pesciolini seccati e cotti in brodo e zucchero fino a farli caramellare e serviti con semi di sesamo.
Kuwai: tuberi di sagittaria, una pianta acquatica. Grandi come un piccolo uovo, hanno un germoglio lungo e stretto. Il sapore è dolciastro e farinoso.
Tutti questi ingredienti sono di solito sistemati in scatole laccate dette jubako, ora per lo più sostituite da più pratici ed economici contenitori di plastica, tondi o quadrati e impilabili l’uno sull’altro. Anche la loro disposizione all’interno dei vari piani del jubako non è affatto casuale e dovrebbe seguire tutta una serie di regole e modalità. Essendo un lavoro piuttosto lungo e complicato ed avendo al giorno d’oggi sempre meno tempo, tutti i supermercati vendono ormai l’Osechi-Ryori già pronto per essere consumato.

Giochi di società e curiosità

Capodanno giochi

Durante i festeggiamenti per il nuovo anno è tradizione in Giappone partecipare a numerosi giochi di società. Uno è lo hanetsuki, simile al badminton ma senza rete, giocato con una racchetta di legno chiamata hagoita e un volano chiamato hane. Nonostante la popolarità del gioco sia diminuita, gli hagoita decorati sono ancora un elemento importante della cultura popolare. Poi c’è il Takoage, cioè l’aquilone di varie forme, colori e decorazioni a seconda della località, che viene fatto volare dai bambini soprattutto in queste giornate di festa. Altri giochi popolari sono la koma, cioè la trottola diffusa in Giappone sin dal X secolo, il sugoroku, gioco di dadi simile al backgammon o in una versione più moderna al gioco dell'oca, il fukuwarai che consiste nel ricomporre bendati il disegno stilizzato di un viso con dei ritagli a forma di occhi, bocca e naso e il karuta, famoso gioco di carte giapponese.
E come da noi non si scappa al concerto di Capodanno trasmesso su Rai Uno la mattina del 1 Gennaio, in Giappone è tradizione che si suoni in quest’occasione festiva la Nona sinfonia di Beethoven. Introdotta in Giappone dai tedeschi prigionieri durante la prima guerra mondiale, iniziò ad essere eseguita da diverse orchestre e in particolare dalla NHK Symphony Orchestra nel 1925. Poi durante la seconda guerra mondiale, il governo imperiale promosse l'esecuzione della sinfonia anche nel periodo di Capodanno, per incoraggiare la fedeltà al nazionalismo giapponese. Anche dopo la guerra, nonostante la ricostruzione del Giappone rendesse difficili i rapporti con i Paesi stranieri, la sinfonia continuò ad essere popolare grazie all'apprezzamento e alla simpatia del pubblico verso di essa. Nel 1960, la sua esecuzione è diventata una tradizione che continua ancora oggi.
Inoltre anche in Giappone è abitudine, soprattutto tra i giovani, festeggiare in strada in luoghi di ritrovo come la zona dell’incrocio di Shibuya ad esempio, con miriadi di luci colorate, aspettando la fine del countdown per augurarsi buon anno e magari bere fino a tarda notte. A Tokyo uno spettacolo imperdibile è la Tokyo Tower tutta illuminata per l’occasione! E non mancano anche meravigliosi spettacoli pirotecnici!

Quindi che siate qui o dall’altra parte del mondo….Auguri di Buon Anno!!

Fonti consultate:
www.wikipedia.it
www.sulgiappone.it
www.sakuramagazine.com
www.cucinagiapponese.net
www.sognandoilgiappone.com