Lightning Returns: Final Fantasy XIII è l'ultima incarnazione della famosa saga jrpg di Final Fantasy nonché la conclusione della trilogia del tredicesimo capitolo. Se da una parte Square Enix cerca di rendere appetibile la saga a nuovi giocatori, dall'altra deve sempre tenere conto dello zoccolo duro dei fan old school che potrebbero non prendere troppo bene cambiamenti troppo radicali. Vediamo come è andata.

Lightning Returns

Sono passati 500 anni dai fatti narrati nel secondo capitolo. Il mondo è completamente avvolto nel caos e sta per terminare. Inoltre da 500 anni nessuno invecchia più e non ci sono più nascite. Si può ancora morire per incidente o per malattia, quindi la popolazione è in lenta ma costante diminuzione. Il Dio Bhunivelze offre a Lightning la possibilità di sacrificarsi e salvare entro 13 giorni quante più anime possibile da trasferire in un mondo creato ex-novo. In cambio Bhunivelze riporterà in vita la sorella Serah.


Ciò che non mi aveva mai convinto del secondo capitolo di Final Fantasy XIII era che in esso veniva completamente riscritto il finale del primo capitolo come se non fosse mai esistito (anche se poi il tutto veniva spiegato con i paradossi temporali). In questo nuovo capitolo non siamo sullo stesso livello, però alla fine i personaggi che abbiamo conosciuto li ritroviamo molto cambiati nel carattere e spesso la stessa Lightning si troverà anche a doverli affrontare in combattimento. La storia, d'altronde, si riduce molto spesso a un semplice risolvere una missione dopo l'altra con una trama che si rivela poco profonda e anche più semplice di quella presente nei primi due capitoli.
La primissima cosa che mi ha esaltato del gioco, e che penso piacerà anche a molti utenti di questo sito, è stata la possibilità di scaricare gratuitamente la traccia giapponese (ok, sono 4,5 GB, ma ne vale la pena). Finalmente si può giocare tutto il gioco con i dialoghi in originale giapponese e, senza volerne ai doppiatori inglesi, l'interpretazione è tutta un'altra cosa.
Per il resto, il sonoro è nella norma con i soliti motivetti classici riadattati, ma sempre orecchiabili.

Lightning

Riguardo all'aspetto grafico va detto che Lightning Returns fa ancora una volta uso del motore White Engine, sviluppato da square Enix a partire dal 2005 e già utilizzato nei precedenti capitoli. Il risultato è che il gioco non sembra graficamente al passo con i tempi né per risoluzione delle textures, né per espressioni facciali. Anzi, il numero di dettagli dello scenario sembra addirittura minore rispetto al primo capitolo, con un mondo più vasto, ma anche molto spoglio.

Due sono i fattori che caratterizzano questo capitolo di Final Fantasy: il fatto che il mondo sia disponibile quasi interamente sin dall'inizio e l'inesorabile scorrere del tempo, segnato da un orologio sempre visibile sullo schermo.


Il fattore tempo è determinante. Ogni giornata inizia alle 6 di mattina (tranne la prima che inizia alle 22) e termina alle 6 di mattina. Ogni minuto nel gioco corrisponde a due secondi di tempo reale, e questo significa che per ogni giorno ci saranno 44 minuti di gioco, che, moltiplicati per i 13 giorni (ma è anche possibile guadagnarne uno bonus), portano a circa 9 ore e mezza il tempo di gioco complessivo. Ovviamente il tempo si ferma quando entrate nel menu, durante i combattimenti (escluso un dungeon opzionale disponibile però a fine gioco e i combattimenti dell'arena che vi fanno perdere 10 minuti fissi) e se utilizzate la speciale tecnica "cronostasi" (che comunque potrete usare in maniera limitata).

Alle 6 di mattina in punto, che siate nel bel mezzo di una missione o stiate per raggiungere un boss, verrete immediatamente teletrasportati sull'arca, dove non c'è assolutamente nulla da fare. Sarebbe stata infatti auspicabile la presenza di qualche negozio o di mini-giochi, tuttavia è solo possibile aprire un tesoro al giorno e parlare di amenità inutili con Hope, riteletrasportarsi subito dopo nel mondo, partendo da punti fissi.

Lightning Returns: l'arca

Questa situazione è però molto fastidiosa. Vista la poca utilità dell'arca si poteva comunque lasciar scorrere il tempo, magari costringendo il giocatore a tornare una volta al giorno o a dormire. La gestione dell'arca, quindi, poteva essere migliore, anche perché, volendo fare un esempio, mi è capitato di arrivare al quartiere dove dovevo scontrarmi con il boss di Luxerion alle 5:30 del mattino, e, a causa di una serie di prove di salto presenti lungo il percorso, mi sono trovato a dover salvare e ricaricare a ogni salto per non perdere l'opportunità di affrontarlo.

Ciò detto, molte missioni richiedono che vi presentiate ad una certa ora in determinati posti, mentre altre hanno un tempo limite. Questo crea quindi un certo stress nel giocatore abituato a fare tutto con maggior calma ed è evidente una certa dissonanza con la totale libertà concessa dal gioco. D'altro canto, però, proprio questi due fattori costringono il giocatore a imparare presto le meccaniche di gioco, a saper distinguere quali mostri affrontare e quali evitare e a programmare gli spostamenti in modo intelligente per non perdere troppo tempo.

Lightning Returns: missioni

Dato che per raggiungere tutti gli obiettivi è necessario finire il gioco tre volte, forse è consigliabile non utilizzare un walkthrough per la prima partita, questo aiuterà sicuramente a familiarizzare con il gioco e a capirne le meccaniche e a godere della totale libertà di movimento concessa al giocatore. Alla fine, se è vero che la storia è molto corta, per gli enthusiast che vogliono scoprire tutti i segreti del gioco, le solite centinaia di ore di gioco sono assicurate.


Anche dal punto di vista dei combattimenti, i cambiamenti sono stati tanti. Innanzi tutto scordatevi la progressione di punti esperienza. Le statistiche del giocatore aumentano risolvendo le missioni, sia quelle principali obbligate dalla trama, sia quelle opzionali. Può bastare quindi portare un oggetto da un posto all'altro per diventare più forti. Tuttavia il giocatore è costretto ad affrontare regolarmente i mostri per due motivi: innanzitutto perché è l'unico modo per guadagnare punti energia fondamentali per teletrasportarsi, per bloccare il tempo o per aprire tesori chiusi; e secondo, perché nel bottino dei mostri possono esserci le abilità da equipaggiare. Le abilità quali Ignis, Crio, Attacco, ecc... infatti vanno equipaggiate per essere utilizzate. Inoltre per aumentarle di livello è necessario sintetizzarle, unendole con altre abilità dello stesso tipo. Per questo motivo se volete essere efficaci e sconfiggere i boss più potenti è ancora necessario fermarsi spesso e farmare le abilità necessarie in gran quantità.

Lightning Returns: combattimenti

Non all'infinito però. Il blocco delle nascite e la diminuzione della popolazione vengono applicati anche ai mostri. Infatti, è possibile far estinguere praticamente tutte le specie uccidendone un numero fissato ma sconosciuto per ogni specie. Quando tutti i mostri di una determinata specie vengono sconfitti, l'ultimo esemplare diventa fortissimo e rappresenta una vera sfida per il giocatore. Sconfiggere tutti questi potenti boss è forse la missione più difficile di tutto il gioco e quella per la quale impiegherete molte ore.

Il combattimento vero e proprio presenta molte differenze dai vecchi Final Fantasy. Non esiste il party, Lightning è sola, a volte degli alleati si uniscono a lei per aiutarla, ma non avete alcun controllo su di loro. Nel menu potrete definire tre assetti (con tre vestiti differenti) e switchare tra loro liberamente. Ogni assetto ha la sua barra ATB e le sue azioni, e, mentre siete in un certo assetto, le altre barre ATB si ricaricano in modo che possiate utilizzarle quando effettuate il cambio. In pratica è come se ci fosse un party di tre personaggi, che si danno il cambio sul campo di battaglia.

Lightning Returns: combattimenti

Quello che invece si discosta molto, è il sistema di combattimento vero e proprio, molto poco strategico e ruolistico. Attacchi e incantesimi sono più efficaci con il giusto tempismo e anche le "parate" sono fondamentali. Con una "parata" fatta con il giusto timing è addirittura possibile mettere in crisi l'avversario e contro alcuni boss è addirittura fondamentale "parare" in tempo. Insomma non è un picchiaduro, ma in questo modo non è neanche troppo "rpg".

Conta sempre prepararsi le giuste abilità prima dello scontro, ma anche durante è necessario avere buoni riflessi. Un mix che farà storcere la bocca ai puristi e che personalmente non mi è piaciuta troppo (anche se ammetto di essere un giocatore old-School: per me il miglior sistema di combattimento è quello di Final Fantasy X che era a turni puro).

Lightning Returns: combattimenti
In definitiva, da come era stato presentato, ero convinto che Lightning Returns: Final Fantasy XIII fosse decisamente peggio di quello che è. Niente party, salti, struttura a tempo, sembrava che la componente ruolistica fosse stata completamente messa da parte. In parte lo è, ma non del tutto. Square Enix ha rischiato e questo è in un certo senso positivo, ma su alcuni aspetti ha sbilanciato troppo. Il sistema di avanzamento del personaggio è diventato troppo semplificato rispetto alla tradizione e i combattimenti sono troppo action oriented. D'altra parte la struttura a tempo, seppur con qualche grosso difetto, non è da buttare e il fatto che non si sia costretti a seguire un percorso lineare, ma che si possa esplorare il mondo in piena libertà è un grosso punto a favore.
Lightning Returns
Quello che mi incuriosisce però sarà la reazione del videogiocatore medio. Gli afficionados troveranno tantissimi motivi di lamentela nel gioco, chi vorrà avvicinarsi al mondo invece non vedo perché dovrebbe essere contento delle caratteristiche mirate maggiormente all'azione quando ci sono action e stealth game di gran lunga migliori. Forse Square Enix ha voluto testare le reazioni dei giocatori per capire da che parte andare per il prossimo capitolo single player, però di certo non so quanto questo capitolo possa rimanere nel cuore dei giocatori. Forse se il settimo è il capitolo più amato e se dopo il decimo non ci sono stati più capitoli che siano rimasti nel cuore dei giocatori un motivo ci sarà.

Il gioco nel complesso è comunque sufficiente e potenzialmente può regalare molte ore di divertimento se decidete di affrontare le missioni e i boss più difficili, ma difficilmente rimarrà impresso nella memoria, e, se non siete dei fan della saga, forse lo rimetterete presto nella scatola.