Sono ormai passati quasi dieci anni da quando, nel lontano 2004, faceva la sua comparsa in Europa un videogioco jrpg allora pressoché sconosciuto al grande pubblico. Senza clamore e senza grandiosi annunci arrivava sui GameCube europei Tales of Symphonia, ovvero il quinto capitolo dell’ormai nota saga jrpg della Namco Bandai - iniziata nel 1995 con Tales of Phantasia - che mai prima di allora era però giunta sulle sponde del vecchio continente.
Tales of Symphonia Chronicles
Primo contatto tra i videogiocatori europei e il mondo della serie Tales of, Tales of Symphonia rappresentò soprattutto la consacrazione a livello mondiale della saga. Grazie alla magnifica storia narrata, al cast di personaggi di altissimo livello e ad un combat system ben distante dall’imperante sistema a turni dell’epoca, in poco tempo la scommessa della Namco si trasformò in un incredibile successo di vendite (1.400.000 di copie vendute in tutto il mondo) e di critica.

Tale meritata fama non era poi destinata ad esaurirsi in poco tempo, e, quasi a voler rimarcare l’importanza storica di Tales of Symphonia, al gioco presto seguirono un adattamento manga curato da Hitoshi Ichimura (edito in Italia dalla GP Publishing), diverse serie OAV realizzate dallo studio Ufotable, e infine uno spin-off per Nintendo Wii, denominato Tales of Symphonia: Dawn of the New World.

Giunti ormai in vista del quindicesimo capitolo della serie (Tales of Zestiria, che uscirà per la prima volta in contemporanea mondiale) non v’è dubbio alcuno che Tales of Symphonia abbia lasciato un segno indelebile nella storia della saga prodotta dalla Namco Bandai, e, proprio per tale ragione, il produttore nipponico ha quindi deciso di far rivivere su PlayStation 3 la grande avventura di Lloyd Irving e dei suoi amici, pubblicando Tales of Symphonia Chronicles, ovvero una raccolta contente la versione HD di Tales of Symphonia e del suo sequel Tales of Symphonia: Dawn of the New World.
 
Trama
Noto soprattutto per la stupenda trama, Tales of Symphonia rappresenta una sorta di lontano prequel di Tales of Phantasia (primo gioco della serie Tales of) ed è ambientato nel mondo immaginario di Sylvarant, una terra sofferente, afflitta dalla cronica mancanza di mana (fonte di energia essenziale per la vita stessa) e dalla costante minaccia portata dai misteriosi e crudeli Deisiani. In questo mondo avviato ad un ormai inevitabile collasso, tutta la speranza è riposta nella figura del Prescelto, un messia incaricato di risvegliare la dea Martel e di avviare così la rigenerazione del mondo, riportando il mana nella morente Sylvarant.

La storia di Sylvarant è però ciclica, e ad ogni rigenerazione si alterna un periodo di lenta decadenza cui segue la comparsa di un nuovo Prescelto. Di generazione in generazione, la storia è divenuta leggenda, e nell’oscurità seguita all’ultima rinascita fa la sua comparsa nel tranquillo villaggio di Iselia la dolce Colette Brunel, la nuova Prescelta, speranza del mondo intero. Amico di infanzia di Colette, Lloyd Irving (il protagonista impersonato dal giocatore) sarà così chiamato ad accompagnare la Prescelta nel suo lungo viaggio volto a liberare gli spiriti guardiani dormienti, acquisire i poteri angelici, e infine risvegliare la dea Martel, riportando così la luce della speranza nella sofferente Sylvarant.
 
 
Tales of Symphonia Chronicles
 
Dal punto di vista narrativo, Tales of Symphonia è oggettivamente un’opera di straordinaria qualità, con una storia coinvolgente, piena di risvolti, e, soprattutto, in grado di trascinare il giocatore nell’avventura di Lloyd e dei suoi amici, trasmettendo con forza i loro sentimenti (in questo senso è opportuno sottolineare che il manga di Tales of Symphonia  non è esattamente all'altezza dell'originale). Mai banale o scontata, la trama di Tales of Symphonia è arricchita da un cast di protagonisti di altissimo livello, su cui spicca la figura della fragile e, allo stesso tempo, tenace Colette - forse una delle protagoniste femminili meglio riuscite nella serie Tales of - che con la sua dolcezza e ingenuità è chiamata a reggere sulle sue piccole spalle la sorte del mondo intero. Più in generale, grazie anche ai numerosi dialoghi presenti nel gioco (le skits), ogni personaggio ha un carattere ben delineato ed un solido background alle spalle, e nel giro di poco riesce alquanto naturale affenzionarsi ai volti sapientemente creati dal Namco Tales Studio, a partire dall'impetuoso Lloyd per finire con la 'piccola' e forzuta Presea (come non citare poi l'eccentrica Raine e la sua passione smodata per le rovine).

Meno incisivo dal punto di vista narrativo è invece Tales of Symphonia: Dawn of the New World, che, illustrando gli eventi successivi al gran finale di Tales of Symphonia dalla prospettiva del protagonista Emil Castagnier, pur risultando piacevole da giocare, paga inevitabilmente il confronto con il suo predecessore, rivelando una trama più leggera e una caratterizzazione dei personaggi meno marcata, cui rimedia, anche se solo parzialmente, la progressiva entrata in scena dei protagonisti del primo capitolo.
 
Gameplay
Per quanto riguarda il gameplay, comunque la si voglia vedere Tales of Symphonia è un gioco di dieci anni fa e di conseguenza esso è ben distante dall'eccellenza raggiunta con Tales of Xillia. Il sistema di combattimento, in particolare, presenta lo stile action tipico della serie, con un gruppo formato da quattro personaggi (di cui uno solo direttamente controllato dal giocatore), che si muovono liberamente sul campo di battaglia, alternando colpi normali, arti, e attacchi unisoni. I combattimenti, tuttavia, risultano un po' troppo lineari, e se ciò è meno visibile duranti gli scontri con i nemici ordinari, tale difetto diventa particolarmente evidente durante i boss fight, che si dimostrano poco interessanti e, pur non risultando difficili (non ci sono dinamiche particolari), quasi frustranti. La situazione in ogni caso tende a migliorare dal livello 30 in poi, quando, grazie ad una rosa più ampia di abilità a disposizione del giocatore e dei suoi alleati, i combattimenti diventano più coinvolgenti e quindi più divertenti da affrontare.

Non esente da difetti è poi anche il sistema di crescita dei personaggi che, basato sulla meccanica delle exosfere (ovvero sfere che conferiscono particolari bonus, determinando la abilità acquisite dai vari personaggi), tende ad essere un po' troppo statico, con un grado di personalizzazione alquanto limitato, che di fatto porta il giocatore a vivere un po' troppo passivamente tale aspetto.

In senso opposto, invece, va detto che il design dei dungeon presenti nel gioco risulta essere decisamente ispirato, con un'attenzione rivolta non tanto ai combattimenti, quanto all'esplorazione e alla soluzione di vari enigmi e rompicapi. Allo stesso modo, pur essendo nato in un periodo storico in cui spesso i jrpg imponevano delle vere e proprie sessioni di livellaggio, Tales of Symphonia non si rivela particolarmente stressante da questo di vista, con una curva di exp normalissima e affrontabile senza troppi problemi combattendo unicamente con i nemici presenti lungo il percorso seguito (n.b. come tradizione della serie gli scontri non sono casuali, giacché i nemici sono visibili sulla mappa).
 
Tales of Symphonia Chronicles Tales of Symphonia Chronicles

A differenza del prequel, Tales of Symphonia: Dawn of the New World utilizza un combat system più moderno e simile a quello visto in Tales of Grace e Tales of Vesperia, e per tale ragione, anche grazie alla possibilità di addestrate mostri da far combattere al proprio fianco (idea poi ripresa in tempi più recenti da Final Fantasy XIII-2), sotto questo punto di vista si dimostra più godibile del suo predecessore. Decisamente particolare poi è il sistema di crescita dei personaggi, che, nel caso dei vecchi protagonisti di Symphonia, segue una logica tutta sua legata alla trama.

L'analisi del gameplay, infine, non può non tener conto del fattore esplorazione. Tales of Symphonia, infatti, sfrutta ancora una world map percorribile liberamente dal giocatore (l'ultimo titolo della serie ad utilizzarla è stato Tales of Vesperia), e, pur con tutti i limiti del caso - spesso la telecamera è posizionata in modo tale da ostruire la visuale -, dopo tanto tempo è sicuramente piacevole esplorare ogni anfrantto del mondo alla ricerca di tesori o di posti sconosciuti.
 
Grafica e Audio
Dal punto di vista tecnico,  Tales of Symphonia  è un rielaborazione della versione del gioco uscita per PlayStation 2 nel 2005, e anche se il motore grafico si dimostra alquanto datato, il lavoro fatto dalla Namco Bandai è senza dubbio notevole e, pur non essendoci esattamente delle textures HD, il risultato finale è comunque apprezzabile (diciamo che alcuni titoli nativi per PlayStation 3 hanno una grafica peggiore). Il lato grafico, d'altronde, non è mai stato il cavallo di battaglia della serie Tales of (lo stesso Xillia tecnicamente non era un gioco avanzatissimo), la quale però ha sempre supplito a questa carenza con uno stile anime (in questo caso deformed) che in Tales of Symphonia viene esaltato dallo stupendo character design ideato da Kōsuke 'Oh, mia dea!' Fujishima (visibile soprattutto nelle skits) e dalle varie sequenze anime presenti, in particolare dalla bellissima opening.

Come nel caso del gameplay, anche dal punto di vista grafico Tales of Symphonia: Dawn of the New World supera ovviamente il suo precedessore, presentando un comparto visivo fondamentalmente simile a quello originale elaborato per Wii, tanto da apparire più un porting che un'effettiva rielaborazione in alta definizione.
 
Tales of Symphonia Chronicles
 
Il comporto audio del gioco, invece, presenta una pecca piuttosto grave, perché il doppiaggio inglese, non solo non è minimamente paragonabile all'ottimo doppiaggio degli ultimi titoli della serie Tales of, ma risulta essere anche parziale, perché del tutto assente nel caso delle skits (e insomma non è mancanza da poco, vista l'importanza di tale scene). Fortunamente è però possibile selezionale il doppiaggio originale giapponese (con sottotitoli in italiano), che oltre ad essere completo in ogni suo aspetto, è, come lecito aspettarsi, di ottima qualità, con voci espressive ed in linea con le caratteristiche dei vari personaggi.

La colonna sonora è nel complesso apprezzabile e raggiunge il suo massimo con la bellissima opening "Starry Heavens", realizzata dalla band giapponese Day After Tomorrow e utilizzata nella versione originale del gioco per GameCube (come noto la versione per PlayStation 2 invece presentava la canzone "Soshite Boku ni Dekiru Koto" sempre cantata dai Day After Tomorrow). Non da meno è l'opening di Tales of Symphonia: Dawn of the New World, intitolata Nininsankyaku, che, cantata da misono (Misono Koda), è abbinata a quella che sostanzialmente è l'unica sequenza anime dell'intero gioco.
 
 
Conclusioni
L'impatto iniziale con Tales of Symphonia Chronicles può non esser facile, soprattutto per chi non ha molta dimestichezza con il retrogaming, ma, dietro l'apparenza di un gioco dalla grafica non eccezionale e con un gameplay un po' datato, si celano una storia meravigliosa e dei personaggi staordinari, che rendono lo stesso un'esperienza memorabile. Bello ed incredibilmente longevo (di fatto parliamo di due giochi che raggiungono tranquillamente una durata complessiva di oltre 60 ore), Tales of Symphonia Chronicles è quindi un'occasione unica per vivere (o rivivere) l'appassionante avventura di Lloyd Irving e dei suoi amici.