C’erano una volta i giochi bastardi. Erano imprese videoludiche capaci di segnare una generazione cresciuta coi calli sulle dita a furia di massacrare controller. Gamers abituati a non avere la pappina pronta, a sudarsi il traguardo di fine livello sputando lacrime e sangue.

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Poi la fruizione dei videogame è pian piano cambiata negli anni, assieme al target; questo perché un qualche genio del marketing un bel giorno ha avuto una malefica intuizione: il grande pubblico non gradisce i videogame “difficili”. Quindi per aumentare le vendite bisogna sfornare giochi più semplici, e magari neanche tanto lunghi, 'che tanto la percentuale di chi li termina è risibile.
E così fu.
Dark Soul II è però l’ultima incarnazione di una serie che ha rappresentato una piccola inversione di tendenza, un ritorno al passato in un certo senso. E sempre per fare un paragone col passato, il brand potremmo definirlo –scusate l’azzardo- il Ghosts 'n Goblins dei tempi nostri.

Innanzitutto specifichiamo che se non avete giocato mai ai capitoli precedenti (Demon’s Soul e Dark Souls) e vi state già chiedendo se è possibile buttarsi direttamente sull’ultimo capitolo (disponibile per PlayStation 3, Xbox 360 e a breve per PC) senza perdersi qualcosa di importante, la risposta è assolutamente sì: Dark Souls II è il risultato di un lavoro di rifinitura che migliora la formula originale, già ottima, sotto ogni aspetto. Inoltre, pur essendo ambientato nello stesso universo, non vi è un vero e proprio legame con la trama dei predecessori. Anche perché c’è da dire che la serie sotto questo aspetto si è essenzialmente limitata, per scelta precisa, a elargire appena degli indizi quasi sibillini, affrescando un mondo mitologico, vasto, spietato, decadente e letale, all’interno del quale siete un’anima maledetta e sperduta a cui non viene spiegato granché, e che deve ritagliarsi un suo spazio vitale combattendo con le unghie e con i denti.

L’opera dei nipponici From Software è un action rpg d’ambientazione dark fanasy che ha fatto degli scontri tosti e l’esplorazione perigliosa il suo marchio di fabbrica. Il giocatore si ritrova infatti a setacciare maestosi manieri, foreste intricate, rovine evocative, dungeon oscuri e chi più ne ha più ne metta; sempre consapevole del fatto che ad ogni metro potrebbe inaspettatamente trovare la morte per mano di una creatura demoniaca, una trappola, o un semplice passo falso.
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Il livello di sfida è sempre alto, e il gioco è decisamente punitivo con chi lo prederà sottogamba pensando di aver per le mani un rpg qualsiasi. Scordatevi di poter fare strage di eserciti con un paio di mirabolanti e spettacolari combo; in Dark Souls II è preferibile affrontare un nemico alla volta, anche il più ordinario, studiandone il comportamento e tenendo sempre d'occhio la barra della stamina che si consuma ad ogni schivata, incantesimo o attacco. E mai farsi prendere dall’impazienza o dal panico, pena la morte.
 
"La tua carne si decomporrà. La tua mente svanirà. Ma non morirai mai."

Nonostante tutta la cautela e l’abilità profusa, morirete tante, ma tante volte in questo gioco. Ed ogni volta che ripartirete dall’ultimo falò visitato, la barra dei punti vita si accorcerà di un po’. Sarà però possibile rimediare a questo status facendo ricorso ad un consumabile specifico (l'effigie umana).
Ma intanto proferirete bestemmie da scomunica papale quando, conseguentemente al trapasso, perderete centinaia o migliaia di anime (la "moneta" di questo gioco) conquistate con tanta fatica a suon di combattimenti ed esplorazioni... e soprattutto quando, poco dopo, perirete nuovamente per l'impazienza di rimediare all'errore.
E qui vi starete chiedendo: "Qual è il problema? Basta caricare l’ultimo salvataggio e ritentare". Sbagliato! Non si può. Il gioco salva in automatico ogni progresso, quindi ciò ovviamente significa che se da una lato potrete uscire dal gioco in qualsiasi momento senza perdere i progressi, dall’altro vi toccherà fare i conti con ogni errore compiuto, perché non potrete ricaricare alcunché.
 
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Come se non bastasse, tanto per farvi capire quanto è bastardo il gioco, non è neanche possibile mettere in pausa. Infatti prima di aprire i menù o l’inventario, conviene guardarsi bene attorno ed essere certi di trovarsi in un’area sicura; ad esempio nei pressi dei falò che vi permettono di tirare un po’ il fiato, ristorarvi, e riorganizzarvi un attimo. L’unico problema è che, utilizzandoli, vi sarà il respawn automatico di tutti i nemici dell’area... Da qui quella tipica atmosfera, quel perenne senso di allerta che vi accompagnerà per tutto il gioco.

Proprio sui falò e il respawn dei nemici, vi sono due delle modifiche più importanti apportate in questo capitolo della saga. Innanzitutto la ricomparsa dei nemici è limitata: dopo aver infatti ucciso un determinato nemico una dozzina di volte, questi non comparirà più in quell’area neanche utilizzando i falò (anche se in realtà poi c'è una procedura particolare per ripopolare le aree con nemici... potenziati). Questo introduce un elemento strategico non indifferente: da un lato non sarà possibile stazionare in una determinata area ed uccidere nemici ad oltranza per fare esperienza. Dall’altro invece è possibile sfruttare questo elemento per, ad esempio, fare volutamente piazza pulita di un’area che fa da anticamera ad uno scontro particolarmente impegnativo. È inoltre possibile “teletrasportarsi” liberamente tra tutti i falò visitati durante il procedere dell’avventura; opzione questa che nel precedente capitolo era utilizzabile solo ad uno stadio avanzato del gioco, e non dall’inizio. Questo, più che facilitare il gioco, diciamo che lo rende più comodo evitandoci lunghe scarpinate, e quindi migliorando l'esperienza di gioco visto che in Dark Souls II il backtracking è una componente importante, e si torna molto spesso sui propri passi per esplorare nuove vie e bivi.
 
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Soprattutto si tornerà di frequente al villaggio di Majula, unico posto dov'è possibile salire di livello, potenziare equipaggiamento ed armi spendendo le anime conquistate con tanta fatica; ed è qui che si trasferiranno i vari npc incontranti durante l’esplorazione di altre aree.
 
"Che l'oscurità possa illuminare la tua via."

Altra peculiarità di Dark Souls II sta nelle classi iniziali e nella crescita, in quanto all’inizio dell’avventura, assieme alle fattezze del proprio personaggio (l’editor è abbastanza vario e personalizzabile), è possibile scegliere tra varie classi: Guerriero (buona forza e destrezza, abile con le armi), Cavaliere (buoni PV e adattabilità), Maestro di spada (lotta agilmente con armi in entrambe le mani), Bandito (agile, specializzato nell’uso dell’arco e combatte a varie distanze), Chierico (buona fede e miracoli), Stregone (lancia stregonerie utilizzando intelligenza e volontà), Esploratore (non incredibilmente potente, ma possiede molti oggetti) ed il Discriminato (è in mutande e non possiede alcun equipaggiamento o abilità particolari).
Ognuna di queste classi parte con una certa ridistribuzione iniziale delle statistiche ed un relativo equipaggiamento base (discriminato escluso). Però questa prima scelta va ad influenzare essenzialmente le prime ore di gioco, e con l'accumularsi dell'esperienza è possibile accrescere in tutta libertà le caratteristiche che più si ritengono adatte al proprio stile di combattimento.
Ad esempio iniziare il gioco puntando più sulla forza bruta e la difesa, in principio facilita le cose; viceversa, abbracciando la via della magia, i frutti migliori arriveranno più avanti, e sarà decisamente più semplice abbattere i nemici dalla distanza, in tutta sicurezza, con potenti incantesimi.
Ma, indipendentemente dall’approccio combattivo preferito e la progressione del vostro personaggio, il gioco è fatto apposta per mettervi prima o poi di fronte a sfide apparentemente insormontabili, che vi faranno sudare le proverbiali sette camicie.
 
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Proprio per questo, Dark Souls II è un gioco che dona grandi soddisfazioni, e riuscire finalmente a venire a capo di uno dei tanti magnifici boss, costituisce una delle più appaganti esperienze che un videogiocatore possa vivere. Questo avviene soprattutto perché, quando si muore, non è mai “colpa del gioco”, o di un combat system fallace. Allo stesso modo, quando si trionfa, il merito è solo del giocatore che si è sudato il successo con la propria dedizione; tentando e ritentando con caparbietà, sangue freddo e tanta tattica.
 
"L'oscurità che tutti dobbiamo affrontare."

Riguardo il multiplayer (per il quale From Software fa ricorso a server dedicati) tornano i messaggi lasciati a terra da altri giocatori per segnalare trappole, segreti, nemici... o per trollare. Idem per le macchie di sangue che, se toccate, vi mostreranno gli ultimi istanti di vita di un altro player sotto forma di spettro (e qui spesso c'è da farsi due risate).
Non mancano neanche le covenant, i patti. Infatti in determinate occasioni è possibile battersi con altri player, invadere i loro mondi o essere invasi; ma anche evocarne altri per farsi aiutare nelle sfide più dure o difendersi dagli invasori. Soprattutto qui son state apportate migliorie, facilitando l'interazione con giocatori geograficamente più prossimi a noi, o che venerano una nostra stessa divinità. Tutti aspetti questi che sicuramente son destinati ad acquistare sempre più importanza con l'allargarsi della comunità online, e che vi costringeranno a tenere gli occhi costantemente aperti; a meno di non voler tagliare la testa al toro giocando offline, cosa di sicuro sconsigliabile.

Il comparto grafico invece si è rivelato in parte al di sotto delle aspettative.
La risoluzione fissa a 720p fa il suo dovere, ma per il resto siamo decisamente qualche gradino sotto altri giochi usciti al termine di questa generazione: quanto a numero di poligoni, il livello non è altissimo, ed anche col framerate è un evento sporadico viaggiare a 60 fotogrammi, questo sia su PlayStation 3 che Xbox 360. Probabilmente qualcosa in più potremo aspettarcela dall’imminente versione per PC di Dark Souls II.
Ma la cosa è giustificata dal fatto che stiamo parlando di un gioco che ha sicuramente chiesto un grosso lavoro di ottimizzazione vista la sua vastità (come dichiarato di recente anche dalla stessa software house), per non parlare poi del sistema di ombre dinamico. Inoltre la magnifica direzione artistica, l’uso sapiente della tavolozza, delle rifrazioni e alcuni scorci a dir poco evocativi, certamente vi faranno dimenticare presto le trascurabili lacune tecniche.
 
 
Dark Souls II, come i capitoli precedenti, non è un titolo impossibile, ma “solo” molto impegnativo, e a dirla tutta forse un po’ più facile del precedente. Ma si tratta comunque di un gioco che vi temprerà, pretenderà dedizione spingendovi oltre, dandovi in cambio tante soddisfazioni ma, soprattutto, contribuendo ad arricchire il vostro lessico di tante bestemmie che neanche credevate di conoscere.
Anche se non avete mai giocato ad alcun capitolo della saga, questo è un titolo da provare assolutamente se vi stuzzica anche solo un po’ l’idea di cimentarvi nell’esplorazione di un mondo vastissimo ed evocativo, pieno di nemici e boss da urlo, con location da lasciare a bocca aperta, un level design sempre ben studiato, un gameplay solidissimo, combattimenti e crescita del personaggio assai strategici.