AnimeClick.it Top 10 Manga: I consigli di Darcia

Come presentare questa mia top10? Sinceramente mi è difficile, non sono un grande esperto di comunicazione, o di presentazioni in pubblico, e non sono bravo a parlare con gli altri di argomenti e cose che mi sono cari, per cui partirò dalle cose semplici. Pochi di voi mi conoscono (la mia attività istituzionale sul sito copre solo la sezione volumetti e di solito non intervengo molto) e non penso ci siano tanti di voi interessati a sapere quali siano i dieci titoli che ho preferito di più tra quelli letti finora, ma allora perchè sono qui? Perchè come appassionato di lungo corso mi sembrava una bella occasione potermi cimentare in questa prova e delineare per iscritto quelli che per me sono i dieci titoli la cui lettura ritengo un passo importante nella vita di ogni appassionato di manga, me compreso. Naturalmente anche se le classifico tutte come opere importanti, non ho la veillità di pensare che possano riscontrare il completo apprezzamento da parte di tutti (perchè i gusti di ciascuno sono e rimangono comunque personali), ma sicuramente si possono considerare ottimi e validi esponenti dei generi che rappresentano, utili ad avvicinare il lettore casuale e farlo innamorare dei manga e di ciò che rappresentano, e tanto mi basta.

Come ho scelto i titoli qui presenti? Personalmente leggo davvero molto e proprio di tutto, in maniera poliedrica non tralasciando particolarmente nessun genere, per cui mi è stato molto difficile scegliere quali campioni portare al vostro cospetto e presentare in questa lista. Alla fine per sfoltire un po’ le varie opzioni ho optato per eliminare le opere in corso, in modo da favorire la possibilità di far recuperare in blocco le serie a chi interessa, e fare una scelta per genere, in modo da dare ad ogni aspirante lettore la possibilità di trovare un titolo di suo interesse nella cerchia dei consigliati. Il risultato è la classifica che vedrete qui sotto. L’ordine di presentazione è casuale e per niente indicativo di una mia preferenza per l’uno o per l’altro e i titoli rimasti sono risultati vincitori dopo una lunga serie di scontri in stile torneo Tenkaichi (tra gli sconfitti ricordiamo Mushishi, Negima, Piece, The Breaker, The Five Star Stories, Fullmetal Alchemist, The Legend of Mother Sarah, Un frammento di te, Pluto, Host Club, Nausicaa della valle del vento, Detroit Metal City, Eyeshield21, Clover, Planetes, Trigun, 100% Fragola, Appleseed, Steel Ball Run e molti altri titoli che non sono riuscito a mettere nella cornice qui intorno.. ma se ne volete sapere di più venite pure ad indagare nella mia scheda chiedendomi personalmente) per cui la loro presenza è stata attentamente ponderata e ragionata dal sottoscritto per lungo tempo e spero sinceramente che il risultato vi soddisfi.

Concludo dicendo un’ultima cosa: pur essendo titoli di genere e tipologie completamente diverse tutti i titoli presenti in questa top10 son collegati da un filo conduttore abbastanza evidente dovuto alle mie vecchie abitudini di pedagogo e nel leggere i miei commenti ad ognuno (perché mi viene difficile chiamarli recensioni visto il carattere fin troppo personale che essi presentano) penso che lo scoprirete ben presto. Non ve lo scrivo subito qui per non rovinarvi il piacere di scoprire da voi la tematica comune in questione ed i titoli da me scelti continuando a leggere questa pagina, ma nel caso vi interessi a fine articolo troverete un piccolo sunto delle opere con i relativi collegamenti al tema principale, se siete curiosi dateci pure un’occhiata.

Ed ora eccoci finalmente ai titoli, buona lettura.



















MANGA BOMBER

Autore: Kazuhiko Shimamoto
Anno: 2001 - 2004
Pubblicato su: Sunday GX (Shogakukan)
Genere: Demenziale, Commedia, Slice of Life
Primo vero esponente del sottogenere Slice of Life dedicato alla rappresentazione di storia di vita quotidiana dei mangaka, prima ancora che questo sottogenere diventasse un fenomeno editoriale grazie a Bakuman, questo manga racconta in maniera divertente e dissacrante la storia autobiografica dell’autore con tutta una serie di anedotti, più o meno veritieri, legati alla sua esperienza nel settore dei manga. Perchè è presente in questa Top Ten? Perchè è divertente, tremendamente divertente, e perchè nel suo piccolo fa riflettere molto sulla vita di queste persone impegnate giorno e notte, nella dar vita a storie che vengono lette da noi e migliaia di altre persone. L’autore infatti non cerca solo di far ridere del proprio personaggio e delle insane situazioni in cui si verrà a trovare a causa della normale quotidianità, della propria indole competitiva o, più semplicemente, di qualche brutto scherzo del proprio editor, ma cerca anche di parlare in maniera alternativa di temi più seri, come le penose situazioni di lavoro in cui sono costretti ad operare molti mangaka, senza talvolta neanche rendersene conto, e di come queste tolgano pian piano loro la quotidianità rubando loro tempo ed energie in favore dell’eterno fluire del pennino sulla carta. Questa doppia visione, da una parte poetica, energica e vitale dall’altra tragicomica, pazza e divertente, ci accompagnerà naturalmente per tutta la serie fino all’inevitabile conclusione, che nel suo giungere completamente inaspettata sa essere molto commovente lasciando ad un lettore un chiarissimo messaggio finale che nella sua semplice essenza riesce ad amalgamare bene le contrapposte visioni fino a qui presentate: la vita di un mangaka non dura per sempre, le sue opere e i suoi personaggi invece sì perchè rimarranno per sempre nel cuore dei suoi lettori, il mangaka professionista questo lo sa ed in nome di questo processo di creazione, che eternalizza il proprio operato nella storia, è disposto a sacrificare tutto, anche la propria vita, nel più nobile e puro degli ideali. Qualsiasi altra parola non può che impallidire di fronte all’immensità di questo concetto per cui tanto di cappello all’autore (e la mia menzione in questa speciale Top10) per esserne riuscito a farne una storia dannatamente divertente pur mantenendo questo sottile quanto importante messaggio.




THE CLIMBER

Autore: Jiro Nitta, Yoshiro Nabeda, Shinichi Sakamoto
Anno: 2007 - 2011
Pubblicato su: Weekly Young Jump (Shueisha)
Genere: Sport, Drammatico, Slice of Life, Avventura

Serie tra le più recenti di questa lista, The Climber parlando di scalatori e alpinisti si dovrebbe collocare tra i titoli di genere sportivo, ma ritengo che una collocazione del genere sarebbe riduttiva per un titolo di tale caratura. The Climber infatti risulta essere qualcosa di più di uno sportivo: un racconto di crescita e formazione incentrato sullo sviluppo da parte di un individuo della propria consapevolezza interiore e sociale, consapevolezza che lo porta a capire di non essere solo, come inizialmente credeva, ma parte di un mondo più grande che, pur essendo duro, lo apprezza e accetta per quello che è. Certo, nella storia compariranno ovviamente pericolose montagne, irti pendii, scoscese pareti e letali ghiacciai tutti da affrontare e scalare per arrivare alla destinazione finale, la cima della parete orientale del K2, una delle scalate più pericolose e difficili di tutto il mondo, ma tutti questi sono solo puri ostacoli materiali in un mero cammino spirituale e come tali son trattati anche dall’autore che tra uno splendido paesaggio di montagna e quello successivo si soffermerà spesso ad approfondire i sentimenti del protagonista e degli altri personaggi, facendoli dialogare tra loro come se il confronto con la montagna fosse solo un’altra faccia del dialogo con se stessi. Dialogo con se stessi che nel corso del racconto prende molte forme e molte facce, articolandosi in discussioni corali, quando si effettuano scalate di gruppo e i punti di vista sono molteplici, o in lunghi monologhi interiori in cui ogni volta il protagonista esplora un ambito diverso del proprio io, cercando di capire a fondo cosa lo lega effettivamente a questo mondo e a questa strana vita che gli è stata donata. La scalata diventa così un mezzo per qualcos’altro, una viaggio alla ricerca di se stessi e del modo giusto di vivere e vedere la vita, e la destinazione finale smette di essere una semplice vetta e diventa la risposta tanto agognata e desiderata dal protagonista e, forse, anche da molti di noi. Una risposta tanto semplice, perchè già presente in lui, così come lo è in noi, quanto importante. Una risposta che ognuno deve sforzarsi di cercare per conto proprio, così come fatto dal nostro protagonista che, riuscendo dove molti altri suoi “colleghi alpinisti” hanno fallito, diventa uno splendido esempio di eroe post-moderno, di colui che in solitudine e con coraggio ha continuato a cercare se stesso nella montagna fino alla spiazzante realizzazione che quello di cui aveva bisogno non era più su quella montagna, ma bensì nel cuore delle persone a lui care. Limpido ed importante messaggio che gli fa ampiamente meritare la presenza in questa mia top10.



SAMIDARE – LUCIFER & BISCUIT HAMMER

Autore: Mizukami Satoshi
Anno: 2005 - 2010
Pubblicato su: Young King (Shonen Gahosha)
Genere: Azione, Commedia, Fantasy, Drammatico, Slice of Life, Sentimentale, Psicologico

Samidare è la semplice storia di una ragazzina chiamata a proteggere il mondo dalle mire di un potente “mago” malvagio che vuole distruggerlo. In tale compito sarà aiutata da altri dodici persone, chiamati “cavalieri animali” perchè ognuno di esso si ritrova come partner un simpatico animale parlante (e no i segni dello zodiaco cinese non centrano niente), il cui scopo sarà di proteggerla dagli attacchi dei golem creati del suddetto malvagio fino all’inevitabile confronto finale. Storia semplice quindi, ma che viene subito stravolta nelle sue basi fin dai primi capitoli: l’unico fine della nostra Samidare è infatti distruggere il mondo dopo averlo salvato, in un egoistico modo di proteggere il proprio futuro distruggendo tutto personalmente. Ed in tale frangente non sarà sola, visto che riuscirà a convincere ben presto Yu, giovane studente universitario e cavaliere animale della lucertola, ad affiancarla nella sua ambivalente lotta contro tutto e tutti. Riusciranno i nostri eroi ad ottenere ciò che vogliono? Lo saprete solo leggendo tutta la serie fino alla fine perchè io per ora mi fermo qui a raccontare la storia.. è infatti giunto il momento di spiegare perchè questa strana serie si trova in questa classifica. Sarò sincero infatti: al posto del qui presente Samidare come miglior shonen ci sarebbe potuto tranquillamente essere Fullmetal Alchemist, che ritengo un fumetto decisamente più appassionante e avvincente, con un cast molto ben nutrito ed una storia che nell’arco di tutti i 27 volumi non cala mai rimanendo sempre ottimamente disegnata e sceneggiata.. ma perchè allora ho scelto Samidare? Perchè Samidare presenta in modo più significativo e profondo quello che ho sempre cercato nei manga e che alla lunga me li ha fatti preferire alle altre forme di fumetto: la crescita dei personaggi. In Samidare infatti tutto il cast cresce nel tempo durante il corso della storia partendo ognuno dalle sue basi ed evolvendosi pian piano, facendosi ognuno carico delle proprie domande e dandosi ognuno risposte sincere e personali in base al contesto e agli esempi altrui, diventando così non solo un manga di combattimenti molto originale ma anche un belissimo racconto di crescita corale nel cui corso tutti i personaggi principali riescono a farsi un’idea più chiara di cosa vuol dire veramente “essere adulti”, trovando da soli la propria strada nel mondo. Un racconto orchestrato magistrialmente dall’autore che riesce ad amalgamare tutto in una storia divertente, appassionante e ben confezionata e che proprio per questo motivo merita di stare in questa Top10.




SLAM DUNK

Autore: Takehiko Inoue
Anno: 1990 - 1996
Pubblicato su: Weekly Shounen Jump (Shueisha)
Genere: Sport, Scolastico

Slam Dunk è il rappresentante per eccellenza del genere sportivo e non penso che la sua storia abbia bisogno di presentazioni, nè di ulteriore pubblicità, perciò approfondirò un lato del discorso diverso spiegandovi perchè l’ho inserito in questa top10 ritenendolo, a torto o a ragione, il miglior seinen sportivo in circolazione. Seinen? Sì, perchè in barba alla classificazione su rivista il modo particolare in cui viene è trattato il gioco del Basket all’interno di questo fumetto rasenta molto di più lo stile adulto dei seinen che lo stile spigliato degli shonen sportivi, dimostrando una cura per la rappresentazione e realisticità delle partite che rasenta il maniacale, cura che è presente solo in titoli tipo Giant Killing, che proprio per questo vengono pubblicati su riveste seinen. Certo in Slam Dunk sono presenti all’interno anche le classiche scene per ragazzi, come le sempiterne battute di Hanamichi nei confronti del suo acerrimo rivale Rukawa e i vari siparietti comico/amorosi più o meno imbarazzanti per il nostro protagonista, ma tutti questi sono solo dei semplici intercalare tra una partita e l’altra, e sono queste ultime la vera essenza del fumetto. Ma torniamo a noi.. perchè prefirlo ad altri brillanti esponenti dello stesso genere sportivo come Eyeshield21, Touch, il suddetto Giant Killing e compagnia bella? Perchè è l’unico fumetto sportivo che tutto le volte che rileggo mi fa venire una dannatissima voglia di prendere una palla ed iniziare a giocare. Le basi del gioco sono spiegate veramente bene, con il simpatico Dottor T a spiegare il regolamento e i vari falli ed infrazioni che si devono evitare di commettere, e le dinamiche di gioco all’interno delle varie partite sono qualcosa di più approfondito e realistico ci sia. Così si gioca a basket e così è raccontato. Il campo non è lungo millemila metri come in Capitan Tsubasa, non ci sono abilitià speciali dei giocatori come in “Kuroko’s Basket”, non ci sono mosse speciali come ne “Il principe del tennis”, tutto corrisponde semplicemente alla realtà e di fronte al lettore non ci sono superuomini, ma solo comuni ragazzi che si scontrano con altri ragazzi con tutto quello che hanno: energia, resistenza, forza fisica e passione, tanta passione. Se a questo aggiungiamo che ogni punto viene sudato e raccontato dall’autore come se fosse l’ultimo, in un crescendo di intensità competitiva e di accumulo di tensione, e che i punti nel basket, al contrario di altre discipline sportive, sono moltissimi e potrete ben capire perchè la lettura di questo manga per uno sportivo sia adrenalina pura o quasi e perchè questa serie necessiti di una menzione obbligatoria nella mia personale top10.





BLADE OF THE PHANTOM MASTER

Autore: In-Wan Youn, Kyung-Il Yang
Anno: 2001 - 2007
Pubblicato su: Monthly Sunday Gene-X (Shogakukan), Young Champ (Daewon C.I.)
Genere: Fantasy, Azione, Drammatico, Storico, Sovrannaturale

Titolo dark fantasy per eccellenza, Shin Angyo Onshi rappresenta la perfetta incarnazione del genere, dimostrando di essere in sè una piccola gemma che tutte le bibilioteche degli appassionati di manga dovrebbero possedere. Come faccio ad essere così convinto di ciò? Perchè Shin Angyo Onshi è un titolo di spessore che intrattenendo il lettore fino alla fine non lascia mai nulla di scontato, rivelando una belissima evoluzione della figura del protagonista e del mondo che lo circonda, fino all’inevitabile e commovente finale che solo per la sua epica risoluzione fa meritare l’acquisto di tutti i diciassette volumi che compongono l’opera. Ma andiamo con ordine e spieghiamo qualcosa di più su questa serie. Nei più classici stilemi del genere il protagonista, Munsu, è il classico anti-eroe, un uomo maledetto completamente concentrato sulla propria sopravvivenza a discapito di quella altrui, e la storia si svolge in un regno disastrato, una Korea che ha perso il suo re ed è ormai abbandonata a se stessa, vittima di feroci mostri e signorotti locali avidi di potere, dove il nostro eroe sembra essere l’unica possibile fonte di “giustizia”. Le cose però non sono sempre come sembrano e ben presto il lettore scoprirà che è stato lo stesso Munsu ad uccidere il precedente re e a far crollare il regno e che per tale motivo tutta una serie di persone del suo passato lo sta cercando per fargli più o meno la pelle. Ma come è potuto accadere tutto ciò? E perchè il protagonista in questo scenario sembra essere rassegnato a tutto tranne che concedere la propria vita ai suoi vendicativi inseguitori? Con queste domande bene in mente, la nostra sapiente coppia di autori crea un formidabile intreccio narrativo basato su scene del presente e flashback del passato che appassiona il lettore fornendogli pian piano, pezzo dopo pezzo, tutti gli elementi necessari a rispondere alle proprie domande ed avere finalmente, con sua grande soddisfazione, un quadro completo della storia. Durante tutto questo il personaggio di Munsu si approfondisce, guadagnando un suo proprio spessore ed una sua dimensione eroica, tragica e condivisibile, che finisce con il creare un solido legame empatico con il lettore che si ritroverà spesso a condividerne le scelte e i sentimenti, in un crescendo di emozioni che lo porterà verso quel tanto decantato finale di cui parlavo all’inizio. Shin Angyo Onshi si dimostra quindi non essere un racconto di formazione, come molti di quelli presenti in questa top10, ma un romanzo di scoperta, dove il lettore è invitato a scoprire la mente ed il passato del protagonista e a vivere con esso la sue splendide avventure, in un’avvincente epopea che merita sicuramente di essere letta almeno una volta nella vita.




GHOST IN THE SHELL

Autore: Masamune Shirow
Anno: 1989 - 1997
Pubblicato su: Young Magazine (Kodansha)
Genere: Fantascienza, Psicologico, Azione

Devo ammettere che scegliere il titolo da inserire come mio preferito del genere fantascientifico è stata una della cose più difficili da fare per la creazione di questa mia top10. Di titoli in lizza infatti ce n’erano tanti e ho dovuto eliminare serie del calibro di Planetes, con la sua ricca profondità sentimentale e forte vena di spinta alla crescita individuale, The Legend of Mother Sarah, con la sua avvincente drammaticità e forte vena catartica , e Clover, con la sua tenera poesia e la sua dolce tematica affettiva, solo per poter far spazio a questo titolo. Cosa ha quindi Ghost in The Shell di così particolare da dover per forza entrare in questa top10 a scapito di tutti questi altri titoloni? L’autentica originalità fantascientifica, quella dove l’autore, un po’ in stile Verne, si inventa tutto di sana pianta staccando completamente la spina dal mondo attuale e pensando idealisticamente a come sarà il futuro nel prossimo secolo grazie agli avanzamenti della scienza. Questa processo di creazione di un futuro non troppo lontano basato sull’innovazione permette al lettore di viaggiare mentalmente nel tempo immergendosi in questa nuova epoca in maniera completa ed efficace ed è uno dei motivi per cui il genere fantascientifico è caro a tanti appassionati. E Ghost in the Shell in tale ambito è un piccolo capolavoro: Shirow con quest’opera mette tutta la sua maestria per rappresentare un futuro cyberpunk credibile e molto dettagliato in cui ogni particolare, dagli sviluppi tecnologici ai cambiamenti sociologici e geopolitici, non è lasciato all’immaginazione del lettore grazie a spiegazioni interne alla storia o a note esplicative create ad hoc dell’autore. Durante lo svolgersi delle vicende principali inoltre l’autore si diverte ad introdurre temi importanti di riflessione molto legati al mondo da lui stesso creato ( come la convivenza uomo-macchina, la vera essenza della natura umana in un mondo di cyborg o gli effetti della virtualizzazione sulle persone) dando così al lettore degli ulteriori spunti su cui riflettere ed interrogarsi, proprio come fanno i personaggi della sua stessa storia. Buona ambientazione quindi, forte immedesimazione ed una storia che risulta dinamica ed avvincente oltre che abbastanza memorabile per i temi trattati.. insomma per un’amante della fantascienza non si può proprio volere qualcosa di più e questo gli fa meritare ampiamente la presenza in questa mia top10.




HELLSING

Autore: Kouta Hirano
Anno: 1997 - 2008
Pubblicato su: Young King OURs (Shonen Gahosha)
Genere: Horror, Azione, Violenza

Titolo che non ha bisogno di inutili presentazioni Hellsing è una di quelle serie che hanno fatto la storia e la fortuna dei manga qui in Italia attirando a sè una cospicua fetta di appassionati, amanti del genere horror o meno, grazie all’immenso carisma dei suoi personaggi ed alla sua storia, di stampo decisamente adulto e violento, che presenta in modo diverso la figura del vampiro. Qui egli non è più la figura bella e dannata presente come protagonista in molte altre storie per ragazzi, nè la figura grottesca del mostro succhiasangue presentata come semplice e spietata nemesi dell’eroico protagonista di turno, qui il vampiro è magnificato nel suo ruolo di essere sovrannaturale e onnipotente, unico e vero signore dei mostri. Insomma un “Dracula” di Bram Stoker moltiplicato all’ennesima potenza dove carisma, potenza ed essenza orrorifica rasentano i massimi livelli immaginabili incantando il lettore in una magica e ipnotica spirale di morte e violenza che lo accompagnerà, in un autentico ed illimitato crescendo, fino all’epico finale dell’opera. Hellsing però non è solo questo, è anche un chiaro e potente tuffo nell’oscurità più totale della mente umana. Hirano infatti presenta fin da subito un’interessante comprimario: Seras Victoria, una povera polizziotta umana che viene vampirizzata dal nostro protagonista, quasi per gioco, all’inizio della serie. Questo personaggio non viene usato semplicemente per descrivere gli avvenimenti da un punto di vista “umano”, come molti altri personaggi femminili presenti nelle ambientazioni horror-gotiche di molti libri, ma dimostra nel corso dell’opera una chiara evoluzione personale tendente alla piena e completa accettazione della propria condizione vampirica portando il lettore a condividere questo percorso e ad immergersi assieme a lei in quell’antro oscuro del mondo dove violenza, morte e disperazione sono all’ordine del giorno. Il lettore così si ritrova non solo a vivere una ricca avventura alla scoperta del “male originale”, ma anche a compiere un cammino di personale accettazione di quanto cupo e crudo accade all’interno del mondo della storia finendo con il considerare ineluttabile e giustificata la violenza ed efferatezza in essa presenti. Un traguardo mentale che per un non amante degli horror come me è una cosa veramente difficile da realizzare, ma che Hellsing con tutto il suo carisma e forza narrativa riesce tranquillamente a superare portandomi ad inserirlo a pieno merito in questa mia personale top10.




HONEY AND CLOVER

Autore: Chica Umino
Anno: 2000 - 2006
Pubblicato su: CUTiEcomic, Young You, Cocohana (Shueisha)
Genere: Commedia, Sentimentale, Scolastico, Slice of Life

Ed eccoci qui a parlare dell’esponente da me scelto per presentare la categoria delle storie sentimentali di stampo più adulto: Honey & Clover. Personalmente sono molto legato a questa serie, che ho letto quasi per caso ai tempi della sua prima pubblicazione qui in Italia grazie all’ottima prima stagione dell’anime, così legato che anche dopo molto tempo questa storia continua a far vibrare nel mio profondo corde legate a vecchi ricordi e dolciamare emozioni tutte le volte che la rileggo. Sarà che la Umino con le sue opere riesce sempre a scuotere quella parte di me giovane e vitale, che pur girovagando sofferente in questo triste e aspro mondo si dimostra sempre desiderosa di vita, crescita e, soprattutto, speranza nel futuro. Sarà che il ricco cast di personaggi di Honey & Clover mi è particolarmente caro perchè ognuno porta in se una piccola parte di me stesso in cui riconoscermi ed accettarmi. Sarà che le atmosfere dolci ed equilibrate della serie mi entrano sempre nel profondo riscaldandomi un po’ il cuore, come se nell’eterno ciclo di amore e amicizia che compone la nostra vita ci sia spazio solo per una sana e onesta competizione tra le parti e non per tutte le brutture che solitamente avvengono (e sì lo so che è solo una dolce illusione, ma nella sua gentile e romantica rappresentazione delle persone mi fa voler credere un po’ di più nel cuore della gente). Sarà perchè il periodo raccontato nella storia, ovvero il periodo della nostra vita a metà tra l’università e la ricerca del lavoro, è un periodo per me molto importante e delicato che tuttora ricordo con una certa dolce nostalgia. Sarà perchè il vecchietto che c’è in me non può far a meno di apprezzare la vivace esaltazione della gioventù proposta dall’autrice, condividendo i simpatici siparietti fatti dai personaggi e talvolta desiderando di poter assistere dal vivo ad alcuni di essi, magari ad opera di qualche giovane collega o di qualche spensierato kohai. Sarà perchè il disegno personale e delicato dell’autrice pur inizialmente stridendo con la normale aspettativa stilistica di un manga, piano piano si fa accettare diventando uno dei pregi della serie e regalando tavole delicate e toccanti che rimangono facilmente impresse nel cuore del lettore. Sarà che potrei andare avanti ancora per molto a raccontarvi i pregi di questa serie (dalle divertenti trovate stilistiche alle ricche tavole che da sole raccontano quello che in altri manga occupa interi episodi, dai bei approfondimenti delle vicende di tutti i personaggi al finale per nulla scontato dato alle storia personale di ognuno di essi, dagli importanti temi affrontati alle interessanti soluzioni proposte per molti di essi.. e così via ) e che mi fermerò qui nella convinzione di essere già stato anche fin troppo esaustivo nel dirvi cosa ho trovato di buono in questa serie. Il resto lo scoprirete da soli una volta che l’avrete recuperata e provata a leggere, scoprendo di persona come essa si insinuerà in un piccolo angolo del vostro cuore per non lasciarvi mai più.




FRUITS BASKET

Autore: Natsuki Takaya
Anno: 1999 - 2006
Pubblicato su: Hana to Yume (Hakusensha)
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale, Slice of Life, Soprannaturale

Presente in molte altre top10 redazionali e nella top10 dei migliori manga di sempre presente sul sito, tanto da essere quasi ridondante nella sua presenza in questa sede, non me la sono comunque sentita di togliere questa serie dal mio podio personale come migliore storia d’amore. Fruits Basket infatti è una storia che mi è entrata pian piano nel cuore, così come la straordinaria dolcezza della sua protagonista, per rimanerci in maniera stabile ed è impossibile per me potermene separare. Tooru infatti incarna troppo i miei ideali, non di donna, come si potrebbe facilmente fraintendere dalle mie parole, ma proprio di persona, e tutte le volte che rileggo questa serie la sento sempre molto vicina, ritrovandomi nelle sue azioni altruistiche, nei suoi semplici gesti quotidiani di cortesia e apertura verso gli altri, nei suoi atteggiamenti mentali verso la vita, nel suo voler credere nel prossimo, non in maniera sciocca e cieca, ma proprio come scelta personale e razionale di credere nei buoni sentimenti che muovono ognuno di noi. Ed in questo cammino virtuoso non è sola perchè anche gli altri personaggi, principali o secondari, non sono da meno. I due personaggi maschili principali, Kyo e Yuki, infatti pur partendo da una situazione iniziale cupa e difficile, che li spinge spesso al diverbio e alla solitudine, grazie alla spinta della nostra protagonista trovano in sè la forza di reagire, accettarsi per quello che sono e andare avanti aprendosi al mondo, affrontando pian piano le sfide che gli si porranno davanti cercando di emanciparsi dalla forza amorevole di Tooru e di camminare nel mondo con le proprie gambe. E lo stesso accadde anche per gli altri comprimari: ognuno nel suo piccolo sarà aiutato e ognuno nel suo piccolo grazie a questo riuscirà ad afferrare una parte della verità sulla propria esistenza, accettandola, venendo a compromessi con essa e crescendo come persona. Nessuno rimane indietro, nemmeno il “cattivo”, e questo è il bello dell’opera. Il problema è la situazione, non le persone che ci sono all’interno ed è proprio con questa constatazione che si muovono tutti, in un lungo ed avvincente balletto che porta lentamente ed inesorabilmente alla commovente e splendida conclusione. Un viaggio lungo, sia nel tempo della storia che in quello reale, ma che scorre veloce e lascia molti cari ricordi al lettore, nella speranza che oltre ad essersi divertito, entusiasmato, commosso e rattristato possa anche aver tratto qualche buon insegnamento per far crescere in sè quella piccola e calda luce che rappresenta il buon cuore di ognuno di noi. Un viaggio che vale tutto il prezzo del biglietto e che consiglio ad ogni buon appassionato di fare almeno una volta nella propria vita... vedrete che non ve ne pentirete.




IL CAMPO DELL’ARCOBALENO

Autore: Inio Asano
Anno: 2003 - 2005
Pubblicato su: Quick Japan (Ohta Shuppan)
Genere: Drammatico, Psicologico

Come spiegare perchè ho scelto questa strana opera per rappresentare il genere più adulto e alto dei manga? Difficile farlo, soprattutto quando gli altri candidati erano opere come 20th century boys, Monster e Eden, ma cercherò di provarci lo stesso. Partiamo dall’inizio: il campo dell’arcobaleno è una lettura particolare, al metà tra l’onirico ed il surreale, prodotta da quel genio pazzoide di Inio Asano. Il volume è un susseguirsi di flashback e flashforward che coinvolgono tutto un’ampio e variegato cast di personaggi in lotta con il mondo e con sè stessi, tutti in qualche modo legati ad una triste vicenda avvenuta una decina di anni prima. Una premessa semplice quanto ben sviluppata che piano piano nel corso dei capitoli si sviluppa portandoci a scoprire i legami effettivi che intercorrono tra i vari personaggi in un arazzo dolorosamente vivido, completo e particolarmente dettagliato di un’umanità viva ma sofferente. Ognuno nel racconto infatti sembra essere immerso nella propria sofferenza personale, quasi a sposare il concetto Schopenhaueriano della sofferenza come condizione base dell’uomo, e nella propria battaglia per superarla e cercare la felicità. Questa “ricerca della felicità nella triste quotidianità” è un tema caro ad Asano, che compare in questo volume in maniera più permeante ma meno evidente rispetto ad altre sue opere, e condurrà il lettore nel lungo e tortuoso percorso della storia in una conclusione che a suo modo risulterà salvifica e portatrice di una rara speranza. Un bel racconto insomma, che reca un messaggio non così negativo come può sembrare a prima vista.. ma perchè sceglierlo rispetto ad altre produzioni dell’autore? La risposta è semplice e sta nella sua essenza di opera onirica e surreale, in cui nulla è dato per scontato e tutto è dubbio. Asano infatti non solo si diverte per tutto il corso dell’opera a lasciare velati indizi, delicate allusioni o leggeri accenni agli avvenimenti, futuri o passati, e alle relazioni che legano alcuni personaggi, ma introduce anche un forte elemento simbolico inserendo nella storia alcuni elementi tipicamente orientali ( come le onnipresenti farfalle, la scatola di latta o il vecchio Amahiko) lasciando al lettore l’arduo compito di decifrarli correttamente. Questa presenza di simbolismo implicito è una caratteristica squisitamente giapponese e Asano in questo volume la utilizza a pieno regime complicando non poco le cose per il lettore occasionale, ma magnificando di molto l’esperienza del lettore più esperto garantendo un livello multiplo di lettura che molte altre storie non sono mai riuscite ad eguagliare. Ed è questa profondità di lettura ed interpretazione quella che gli fa guadagnare il suo posto a pieno diritto in questa top10.. Perchè il bello di quest’opera è che ogni qual volta la si legge si scava un pochettino più in profondità portando man mano alla luce nuovi frammenti della storia, nuovi significati degli avvenimenti e nuove chiavi di lettura dei simboli, dando ogni volta al lettore la possibilità di interpretarla in modo diverso e personale. La ricerca del significato dell’opera diventa così uno dei piaceri stessi della lettura per l’appassionato che continua a dilettarsi con essa in un impetuoso vortice di passione fino ad aver bene in mente un quadro completo della trama e del suo significato, in quella che si può dire essere l’ultima e più sublime soddisfazione data dall’autore al lettore: la gioia del rileggerlo e controllare che tutti i pezzi vadano al posto giusto come dovrebbero avendo infine conferma delle proprie supposizioni. Un piacere che rende “il campo dell’arcobaleno” memoribile e unico tra tutte le opere in mio possesso e che me lo fa preferire a titoli più blasonati o famosi, facendomelo consigliare di cuore a tutti gli amanti del fumetto che son disposti a sopportare un po’ di atmosfere cupe in cambio di un meraviglioso e onirico viaggio alla ricerca del “giusto significato”.