Ramen inizio

Quando dico che sono stata in Giappone quasi tutti mi dicono (invidiosi o inorriditi, dipende dai gusti): "Chissà quanto sushi avrai mangiato!" E restano piuttosto allibiti o perplessi quando rispondo che no, non ho mangiato sushi, chiedendomi quindi come io abbia fatto a sopravvivere. Come se nel Sol Levante si mangiasse solo quello.
In realtà voglio svelare solo a voi un segreto: il sushi è esportatissimo ma in patria non è il piatto più popolare. Pensandoci bene non ricordo di aver visto molti ristoranti di sushi, forse si fanno notare poco perchè è qualcosa per palati fini, da mangiare magari in occasioni speciali.
Il vero piatto nazionale che sta spopolando anche sul web è Sua Maestà, il Ramen! E' una sorta di confort food, soprattutto per salaryman che hanno poco tempo, perchè è buono, è caldo, è soprattutto è facile da trovare, perchè ci sono moltissimi ristoranti sparsi ovunque e aperti anche fino a notte fonda, se non addirittura 24 ore su 24. Ma scopriamo un po' di più sulla storia di questo piatto.

Storia del Ramen

Ramen 02

Il Ramen in realtà è cinese! Ebbene sì è stato importato dalla vicina Cina, anche se non è chiaro quando e gli esperti non sono nemmeno d'accordo sull'etimologia del nome. Di sicuro c'è che agli inizi del secolo scorso erano molto diffusi i ristoranti gestiti da cinesi (originari soprattutto di Canton e Shanghai), che offrivano ramen di tagliatelle con un po' di guarnizioni in un brodo insaporito con sale e ossa di maiale. Molti invece avevano solo chioschi che vendevano ramen e gyoza (ravioli di carne al vapore o alla piastra) ai lavoratori e che si facevano pubblicità usando un corno musicale (detto charumera dal portoghese charamela).
Fu dopo la Seconda Guerra Mondiale, con il rientro in patria di milioni di soldati giapponesi dalla Cina e dall'Estremo oriente continentale, dove erano diventati pratici di cucina cinese, che in tutto il Giappone si diffusero ristoranti cinesi.
Nel 1958 ci fu però la vera rivoluzione: Momofuku Ando inventa il ramen istantaneo! Scelta come la più grande invenzione giapponese del XX secolo in un sondaggio, il ramen istantaneo permise a tutti di preparare questo piatto con la semplice aggiunta di acqua bollente, favorendone la diffusione in tutti gli strati della società, conquistando una popolarità crescente, tanto che dagli anni Ottanta, il Ramen è diventato un'icona culturale giapponese, studiato in tutto il mondo e dando origine a numerosissime varietà locali.
Inoltre a Yokohama c'è addirittura il Museo del Ramen Istantaneo: è il Cup Noodles Museum in cui viene raccontato lo sviluppo e la storia di questo piatto pronto ma non solo: infatti c’è una sezione particolare dell’edificio in cui i visitatori possono creare la propria tazza unica di ramen istantaneo usando le oltre 5.000 possibili combinazioni di sapori disponibili!

Uno, nessuno e centomila!

Ramen quartetto

Una delle particolarità del Ramen è l'incredibile varietà di odori, colori e sapori racchiusi in un solo piatto.
Dici Ramen, ma in realtà non dici niente perchè ogni regione ha la sua specialità e ogni cuoco vanta una sua ricetta segreta.
Qualche pilastro però c'è. Tre sono gli ingredienti base per il Ramen: il brodo, le tagliatelle e le guarnizioni; ma anche qui le combinazioni sono molteplici.
Per semplificare e darvi giusto un'idea di quello a cui potreste andare incontro iniziamo con l'elencare i principali tipi di brodo:

1) Shio (che vuol dire sale): è probabilmente il più antico ed è pallido, chiaro, color paglierino, molto salato e fatto con una combinazione di pollo, verdure, pesce e alghe marine.

2) Shoyu (che vuol dire salsa di soia): è chiaro, fatto da un brodo ristretto di pollo e verdure (ma a volte anche pesce o manzo) con aggiunta di molta salsa di soia, che gli conferisce il caratteristico color marrone e un sapore intenso, salato, ma ancora leggero.

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3) Tonkotsu (che vuol dire osso di maiale): è preparato con ossa di maiale grasso e collagene bolliti a fuoco alto molto a lungo, dando al brodo un aspetto spesso, quasi cremoso, dal color bianco nuvola. Questo tipo è una specialità del Kyushu, in particolare del quartiere Hakata-ku della città di Fukuoka, per cui a volte è denominato anche "ramen Hakata".

4) Miso: la ricetta più recente, visto che ha raggiunto la popolarità nazionale intorno al 1965, ma anche quella con origini unicamente giapponesi. E' nato infatti in Hokkaido e combina una gran quantità di miso (soia fermentata) con brodo animale (sia carne che pesce) dando una zuppa dal sapore robusto, fragrante, leggermente dolce, che ben si abbina ai climi rigidi della regione.

Le Tagliatelle invece sono fatte con farina di frumento, sale, acqua e kansui, un tipo di acqua minerale alcalina, che contiene carbonato di sodio e di solito carbonato di potassio, e a volte una piccola quantità di acido fosforico e che rende la pasta giallognola e dura. Numerose possono essere le forme e le lunghezze: grosse, sottili, come dei nastri oppure dritte o arricciate.

Le Guarnizioni standard sono scalogno tritato, menma (germogli di bambù fermentati), maiale a fette, kamaboko (rollè di pesce azzurro e surimi frullato insieme e colorato), uova, nori (alghe) e spinaci.

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Da qui in poi le variazioni sul tema sono infinite, a seconda dei prodotti tipici della regione, della stagione dell'anno ma anche della fantasia del cuoco.
Se vi approcciate per la prima volta a questo piatto e non volete strane sorprese, se siete a Tokyo potete affidarvi a due catene molto famose (e viste le dimensioni della capitale quasi tutti i ristoranti di successo hanno più sedi e in genere questo è un segno positivo).
Una è Tonchin e l'altra è Hakata Tenjin (il cui logo è un sorridente porcellino che gusta soddisfatto la sua scodellona). Entrambe sono specializzate nel Tonkotsu, il ramen tipico della regione del Kyushu, che a detta di molti è il vero Ramen.
Se doveste capitare in uno di quei locali in cui, per velocizzare il processo, si ordina e si paga a una macchinetta automatica all’ingresso e poi si consegna il bigliettino al banco e non fosse previsto un menù in inglese, per non sbagliare pigiate sempre il primo pulsante in alto a sinistra: in questo modo sceglierete il piatto base, il più semplice e allo stesso tempo quello che si potrebbe definire la specialità della casa.

Il Ramen sul web

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Ovviamente come ogni mania che si rispetti, il web è pieno di siti dedicati, con foto, ricette e soprattutto blog. Sono nati dei veri e propri Ramen Hunters, un esercito di blogger, devoti appassionati che provano ristoranti su ristoranti alla ricerca della ciotola perfetta, accendendo quella che è diventata quasi un'ossessione nazionale e facendo diventare alcuni di loro delle vere e proprie star.

Uno dei siti di riferimento è Ramenadventures, che raccoglie le spedizioni di molti di loro, ma tanti hanno anche un loro blog personale.
Fra i più noti c'è Hiroshi Shimakage, 35enne operaio edile che dichiara il suo amore attraverso No Reason!, ricco di foto e recensioni.
Tra i suoi seguaci Abram Plaut, un 31enne nativo di San Francisco che ora vive in Giappone e che si è innamorato del Ramen durante uno scambio culturale a Hiratsuka nella Prefettura di Kanagawa quando era studente e che lo ha portato ad aprire il suo blog in Yo!Giappone, attirando addirittura l'attenzione dei media nazionali, che lo hanno intervistato più volte invitandolo in vari programmi.

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Ma la vera star resta Hideyuki Ishigami, critico gastronomico 40enne che è diventato famoso a metà degli anni 2000 con il suo programma "Champion TV" e che ora è soprannominato "La lingua di Dio", tanto è tenuto in considerazione il suo palato sopraffino e infallibile.
Insomma è difficile immaginare un altro piatto che potrebbe suscitare una tale devozione.
Come dice Abram Plaut: "La bellezza del ramen è che ci sono infinite possibilità." Sottoscrivo in pieno.

Fonti consultate:
www.japantimes.co.jp
patrickcolgan.wordpress.com
it.wikipedia.org