Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento libero con gli anime Nogizaka Haruka no Himitsu, Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster e HummingBird - Ragazze con le ali.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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Addentrarsi nei "meta anime" (ossia gli anime che parlano di anime e degli otaku in genere) non è cosa semplice, poiché spesso questo genere di produzioni si pongono con un approccio estremamente critico sulla sottocultura otaku, denunciando i pericoli e le conseguenze negative che questo fenomeno comporta. Nel caso dell'opera in questione, l'essere appassionati di fumetto ed animazione giapponese è visto da una parte come motivo di vergogna e d'imbarazzo, dall'altra parte invece come una forma positiva d'aggregazione e comunanza d'interessi. Quest'opera, in un certo senso, vuole illustrare che una sana passione può essere estremamente positiva.

Il segreto di Haruka Nogizaka è una serie della stagione estiva 2008 conclusasi nella stagione autunnale 2012 composta da 28 episodi di durata canonica. L'opera trae origine dall'omonima light novel del 2002, la quale ha dato origine ad un manga nel 2006.

Trama: Haruka Nogizaka e Yūto Ayase sono studenti della prestigiosa Hakujō Academy. Apparentemente i due ragazzi sarebbero la reciproca nemesi. Yūto è il tipico studente liceale, privo di peculiarità, Haruka è considerata l'idolo della scuola per bellezza, gentilezza, prestigio, talento ed intelletto, tanto da meritare appellativi che denotano la sua superiorità e la distanza tra lei ed il volgo. Destino volle che un giorno, Nobunaga Asakura (amico otaku di Yūto), chiedesse un favore all'amico di riconsegnare un libro all'accademia scolastica, ed è proprio in quel frangente che Yūto scorge Haruka e scopre il suo "segreto", ossia la sua grande passione per il mondo del fumetto e dell'animazione giapponese. Tale passione è ritenuta deplorevole dalla famiglia della ragazza e motivo d'imbarazzo per i suoi coetanei, perciò se ne guarda bene dal rivelarlo ad alcuno. Il ragazzo, per nulla infastidito dal suo segreto, le promette che manterrà la riservatezza, e da questa premessa/promessa nascerà un profondo legame tra i due.

Grafica: il giudizio grafico è complessivamente buono. Le ambientazioni sono piuttosto ben realizzate con un grado di dettaglio più che accettabile (nulla di incredibile, s'intende), le animazioni sono piuttosto semplici data la natura dell'opera, ciononostante non mancano di fluidità. Il character design è discretamente carino e piacevole.

Sonoro: giudizio complessivamente accettabile. La opening è la classica canzoncina da commedia romantica. La ending è leggermente più briosa. Carini gli OST (apprezzabile il pianoforte), modesti gli effetti sonori. Doppiaggio perfettamente nella media.

Personaggi: scarsini. Il comparto dei personaggi è assolutamente migliorabile. C'è troppa distinzione tra personaggi principali e secondari (questi ultimi ridotti al ruolo di macchiette o disturbatori di professione), e l'intero comparto non brilla per caratterizzazione. L'interazione ne risulta compromessa. L'introspezione è a malapena accennata ed è presente un fattore evolutivo che procede piuttosto a rilento.

Sceneggiatura: neanche qui si può parlare di buon lavoro. La gestione temporale è piuttosto semplice e lineare (sebbene vi sia un discreto quantitativo di flashback), il ritmo prosegue con ritmi medio-lenti, talvolta eccessivamente lenti. Sono presenti alcune discutibili scene di violenza (forse erano evitabili). È presente un discreto quantitativo di fanservice. I dialoghi non sono molto coinvolgenti.

Finale: sostanzialmente senza infamia e senza lode. L'opera riesce a concludersi con un finale completo e compiuto. Tutto ciò che si doveva dire e fare lo si riesce a dire e fare. Il finale presenta momenti altalenanti tra la banalità più grossolana e momenti piuttosto seri e ben realizzati.

In sintesi: Il segreto di Haruka Nogizaka è un'opera che riesce a strappare la sufficienza e non va oltre. Complice la sostanziale lentezza con cui si svolgono gli eventi, un comparto di personaggi piuttosto scialbo ed una contenutistica altalenante. Ciononostante potrebbe essere visto come un prodotto relativamente gradevole in cui il fumetto e l'animazione non svolgono quel ruolo di plagio mentale e svuotamento della personalità. Consigliato a coloro che amano le commedie sentimentali e cercano opere che riscattano l'animazioni, gli altri sanno che possono trovare di meglio in giro.



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"Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è uno di quegli anime che lascia un fortissimo amaro in bocca, in quanto, pur rivelandosi un ottimo anime, riesce a perdere per strada la possibilità di essere qualcosa di più di questo, ossia un qualcosa di veramente memorabile. I fattori per diventarlo c'erano tutti: personaggi dotati di carisma e profondità psicologica, una trama non banale e abbastanza originale, una serie di enigmi risolvibili usando la logica, un apparato grafico all'altezza e una colonna sonora gradevole. Ma, come accade spesso agli anime in cui la sceneggiatura viene spaccata in due tronconi, la seconda parte perde gran parte del fascino esercitata dalla prima e, pur consentendo all'autore, tale Kyo Shirodaira, di mettere comunque nel suo curriculum la creazione di un buon anime, non gli consente di essere celebrato per aver creato un titolo degno di essere ricordato per la sua eccellenza.

Sconvolto dalla morte per motivi ignoti di sua sorella Aika (con la quale però non condivide alcun legame di sangue), il giovane Mahiro Fuwa decide di dedicare la sua vita alla ricerca degli assassini al fine di potersi vendicare. Passeggiando sulla spiaggia, un bel giorno si imbatte in una bottiglia contenente un messaggio; il mittente è una potente maga, Hakaze Kusaribe, che era stata abbandonata dal suo clan su un'isola deserta all'interno di una botte. I due stringono un patto: Mahiro, con l'ausilio di alcuni talismani magici che la maga aveva lasciato in giro per il Giappone, avrebbe dovuto mandare a monte i piani del clan Kusaribe e "salvare il mondo"; in cambio, Hakaze avrebbe svelato con la sua magia l'identità degli assassini di Aika. A questo strano duo si unirà il migliore, anche perché unico, amico di Mahiro, e cioè Yoshino Takigawa, un ragazzo dal carattere per certi vesti opposto rispetto a quello dell'irascibile e impulsivo compagno. Pur non nutrendo gli stessi sentimenti di vendetta, anch'egli si rivelerà essere stato strettamente legato ad Aika: era, infatti, il suo misterioso ragazzo.
Per il resto, "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è la storia di due alberi mitologici in lotta fra loro; inutile aggiungere che dall'esito di questa battaglia dipenderà il destino del mondo.

Ero rimasto positivamente colpito e decisamente affascinato dalla prima parte di questo anime, in cui il procedimento logico aveva un ruolo essenziale, risultando determinante sia per guidare le scelte dei personaggi sia per consentire allo spettatore di comprendere l'evoluzione degli eventi. Io stesso mi son ritrovato spessissimo a scervellarmi e ad avanzare ipotesi su quelli che erano i principali enigmi della storia, a volte intuendo la verità e a volte prendendo sonore cantonate. Ma tutto questo, legato al particolare carisma di tutti i protagonisti, mi ha fatto amare moltissimo questa parte, con momenti di vera adorazione.
Nella seconda parte, però, la trama perde in gran parte questa sua connotazione; e ad eccezione di alcuni episodi davvero superbi il tutto si riduceva a una serie di discussioni che io definirei "botaniche", che non mi sono piaciute molto. In più, dopo aver fatto una tremenda fatica per creare un sistema logico che non prevedesse contraddizioni, proprio sul finale l'assurdo temporale ci scappa, e questo, anche se può essere perdonato, non può non essere rilevato. Non lo cito solo per non fare spoiler, dato che accade proprio verso la fine.

In definitiva, "Zetsuen no Tempest: The Civilization Blaster" è un buonissimo anime che consiglio vivamente a tutti, perché merita davvero di essere guardato. La prima parte, a mio avviso, merita addirittura un dieci pieno. Poi, però, la qualità della sceneggiatura è peggiorata e la visione diventa, in alcuni tratti, addirittura pedante. Ed ecco perché il mio voto complessivo è diventato più basso. Lo ripeto: un vero peccato.



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Quando qualche mese fa ho guardato la serie anime "Girls und Panzer", una serie anime che propone battaglie tra carri armati pilotati da fragili ragazzine liceali, non sapevo che già nel 1993 era stato creato un anime con delle premesse abbastanza simili.
Sto parlando di "Idol Defense Force Hummingbird", una serie di quattro OAV usciti tra il 1993 e il 1995, che ha per protagoniste delle giovani idol che per secondo lavoro pilotano aerei militari.

La trama alla base dell'anime è molto semplice: ad un certo punto in futuro il Governo Giapponese decide di affidare la difesa dello spazio aereo giapponese non più alle Forze di Autodifesa ma ad alcune aziende civili private. Queste aziende private, per ottenere più visibilità e contratti, "lottano" tra loro a colpi di idol. Nasce così un nuovo fenomeno di massa: quello delle idol pilote. Gruppi di cantanti che vengono messe a bordo degli aerei militari, o più semplicemente delle pilote provette che devono dimostrarsi brave anche a cantare e ballare.
Protagoniste dell'anime sono un gruppo di cinque sorelle che insieme formano le "Hummingbird", cioè "Le Colibrì". Le cinque sorelle sono di diverse età e sono abbastanza stereotipate per aspetto e carattere (si va dalla più adulta e matura, nonché più femminile, a quella imbranata e con la testa tra le nuvole, al maschiaccio, alla bambina), e devono farsi un nome sia come idol che come pilote.

L'anime alterna dunque delle discrete scene d'azione con battaglie aeree ben animate e disegnate a scene in cui le ragazze cantano e ballano. In verità, la parte con gli aerei è piuttosto secondaria, mentre è maggiore la quantità di canti e balli. Del resto, credo si possa dire che l'anime era una semplice operazione commerciale, infarcito come era di canzoni, e anche per il fatto che le doppiatrici delle cinque protagoniste hanno riproposto il gruppo dal vivo esibendosi in diversi concerti cantando le varie canzoni.

Tornando all'anime, la trama è molto leggera e parecchio superficiale, e, a parte le premesse iniziali, come dicevo di scene di battaglia se ne vedono poche, i personaggi sono caratterizzati solo quel tanto che basta, e anche il finale è piuttosto inconcludente. Discorso diverso per i disegni, che sono invece di buona qualità, grazie all'ottimo character design decisamente in linea con gli standard del periodo, dove era abitudine disegnare delle ragazze dall'aspetto adulto e femminile, rendendole tutte belle e sexy. Le scene più curate degli episodi sono sicuramente quelle dei vari concerti, proposte alla fine dello stesso.

So che ne esiste una versione doppiata in italiano da parte di Yamato Video, ma io ho visto la versione in DVD giapponese con i sottotitoli, che presenta un ottimo doppiaggio e la traduzione dei testi di tutte le canzoni.

Tirando un po' le somme: "Idol Defense Force Hummingbird" ha una trama con delle premesse un po' stupide e nel corso dei suoi quattro episodi si rivela essere solo una sorta di spot pubblicitario per le idol in carne e ossa che doppiano le eroine dell'anime. Le canzoni sono belle e orecchiabili e l'anime è comunque ben animato e disegnato, ma privo di sostanza.