Ghost Trick è un’avventura grafica/visual novel per Nintendo DS uscita in Giappone nel 2010 e in Europa ad inizio 2011, anche in lingua italiana. Il produttore, Shu Takumi, è noto per essere l’ideatore della splendida saga di Ace Attorney, in occidente Phoenix Wright. Molti si sono avvicinati a Ghost Trick proprio per questo motivo, ma nel mio caso sono stato spinto dalle molte opinioni positive trovate sul web, sia a proposito del gioco che – soprattutto – del creatore. Non solo non sono rimasto deluso, ma il gioco ha superato ogni mia più rosea aspettativa.

Ecco il motivo per cui he pensato di scrivere questa recensione, ma procediamo con ordine.


Devo aver perso i sensi per un po’… mi sento confuso, come se nuotassi nell’oscurità Al risveglio, ecco che mi ritrovo di fronte una ragazza sconosciuta. O che non ricordo. Ma ecco un altro tizio con un fucile. Non l’ho mai visto. O almeno credo… Non sono il tipo che se ne sta a guardare mentre sparano ad una povera ragazza… ma… ho solo un piccolo problema… sono morto.


Trama e personaggi

Così comincia questa particolarissima storia. Vi ritrovate ad impersonare l’anima di un morto che in una sola notte deve scoprire tutto il mistero che si cela dietro la sua morte e dietro gli strani eventi che vi sono collegati. Per come è impostato il gioco è incredibilmente avvincente visto che svela la trama lentamente, un passo alla volta: come “fantasma” possiamo spostarci da una locazione all’altra “origliando” i discorsi degli altri, essendo uno spirito non possiamo essere visti. L’intreccio è così coinvolgente da creare un effetto dipendenza - almeno a me è successo - finché non si raggiungono i titoli coda. Non c’è mai un momento di stanca, l’attenzione del giocatore è sempre massima, ci sono quasi solo alti che, più che essere intervallati da bassi, sono intervallati da altissimi. Parlando di videogiochi l’intreccio della storia è quanto di più complesso ci sia in circolazione e i frequenti colpi di scena ve la faranno apprezzare ancora di più. Nonostante i frequenti e lunghi dialoghi, la narrazione è sempre scorrevole e mai pesante, anche grazie a un onnipresente e piuttosto acuto senso dell’umorismo, che accompagna il giocatore dall’inizio alla fine dell’avventura.
Tornando ai personaggi, sono quasi tutti caratterizzati in maniera ottima: non solo si dimostrano molto particolari nel modo di parlare o di atteggiarsi, ma offrono un solido background che giustifica le loro ambizioni e la loro personalità.


Gameplay

Il gioco propone lunghi dialoghi in cui vi troverete, come in un fumetto o in un romanzo, a seguire a le vicende dei protagonisti fino all’epilogo della scena, in cui un personaggio in genere muore. A quel punto inizia la parte veramente interattiva: il tempo viene riavvolto fino a 4 minuti e voi, con le vostre azioni da fantasma, dovrete modificare al tragico destino del personaggio in questione. Come fantasmi avete la possibilità di entrare a contatto con il “nucleo” di diversi oggetti e fare in modo che si muovano o che si attivino. Nulla di particolarmente complesso, essendo soltanto uno spirito avete una interazione molto limitata e tra l’altro potrete muovervi di nucleo in nucleo solo se questi sono vicini, pertanto non sarà nemmeno semplice arrivare dove vorreste andare. Per chi ha letto “La fine dell’eternità” di Asimov il concetto è abbastanza semplice, ossia si tratta di scaturire il “minimo mutamento necessario” per impedire il verificarsi di un evento.
Tutto questo meccanismo, ovvero il manipolare gli oggetti e l’attendere la reazione del personaggio, l’ho trovato veramente gratificante, tanto che non è raro fare azioni non utili al conseguimento dell’obiettivo finale semplicemente perché è bello vedere le reazioni dei personaggi.
Ma non basta solo capire cosa fare, serve avere il giusto tempismo: quasi sempre è necessario spostare un certo oggetto mentre un personaggio compie un determinato movimento, oppure subito dopo un altro, oppure nella giusta combinazione, ecc… insomma, le possibilità e le sfaccettature sono molte, ed il risultato è sempre molto piacevole.


Grafica e Sonoro

Ci troviamo con buone probabilità di fronte alla miglior grafica 2D del Nintendo DS: i fondali sono splendidi, coloratissimi e puliti, le animazioni sono fluidissime e realistiche, una vera gioia per gli occhi. Questa qualità grafica si è potuta ottenere grazie ad una particolare tecnica impiegata dagli sviluppatori: hanno creato per ogni personaggio od oggetto un modello poligonale isolato da qualsiasi altro elemento, in modo da poter spremere al massimo le potenzialità del DS. A questo punto hanno messo in movimento questi poligoni e li hanno “fotografati”, riproponendo queste “fotografie” in sequenza nel gioco, alleggerendo in questo modo calcoli che il DS non sarebbe riuscito a gestire.
Le musiche accompagnano bene le varie sezioni di gioco, enfatizzando ogni situazione. Sono sempre gradevoli e orecchiabili, mai ridondanti o fastidiose. Molto realistici e ben pensati anche gli effetti sonori, proposti sempre con un tempismo eccezionale e utili anche loro nel rendere l’atmosfera ancora più coinvolgente e divertente.


Longevità e Difficoltà

Qui entriamo nell’unico ambito dove il gioco non raggiunge l’eccellenza: il gioco non è cortissimo, c’è di peggio sul mercato, ma probabilmente lo terminerete in circa 10 o 15 ore. Molto varia dalla velocità con cui leggerete i testi, che sono davvero molti,e da quanto impiegherete a venire a capo dei vari enigmi. Questi in se non sono facili, ma difficilmente rimarrete bloccati, visto che dopo qualche fallimento vi verrà dato qualche consiglio, a volte anche troppo generoso, che vi semplificherà di molto le cose. Se non vi piacessero i suggerimenti, comunque, vi basterà non leggerli, visto che compariranno come balloon bianco che si apre solo se voi ci cliccate sopra col pennino. Se a volte i consigli si dimostrano generosi, altre invece dovrete comunque usare un po’ la testa per trovare la soluzione del problema.
Per quanto riguarda il fattore rigiocabilità infine, la questione è molto soggettiva. Il gioco di suo non offre alcun motivo per rigiocarlo, ma la trama è così bella e coinvolgente, i dettagli così tanti, che personalmente l’ho ripreso in mano per rifinirlo e godermi in modo più fluido la storia.
 
 

 

 
Non esagero quando vi dico che Ghost Trick ha la miglior trama che abbia mai visto in un videogioco: un bellissimo intreccio, una complessità e – non meno importante – una solidità eccezionale, senza contare il coinvolgimento/dipendenza che trasmette al giocatore fin dal primo minuto di gioco. Si sente spesso parlare di grandi storie e grandi trame, ma capita altrettanto spesso di rimanerne poi delusi. Non credo proprio sarà questo il caso.
Sconsiglio il gioco unicamente a quelli che cercano un titolo di azione: si tratta di una visual novel, troverete tanto testo e tanti enigmi, azione non ce n’è. Tutti gli altri non dovrebbero lasciarsi scappare la possibilità di giocare a questa perla di rara bellezza, posso assicurarvi che non la dimenticherete facilmente.