Vota quali sono stati secondo te i migliori film di animazione non giapponesi del 2013


Frozen vince anche qui, pur dovendo contrastare il giudizio difficile e ostile dei molti che disprezzano l'animazione non giapponese e di quelli che in realtà la ignorano e basta.
Stupisce poco quindi che l'opzione "Non ne ho visto neanche uno"sia stata a lungo al primo posto e risulti seconda per soli sei vot. Il fatto che in effetti, a livello di film distribuiti nei cinema, il 2013 non abbia offerto una grande scelta di titoli di valore spiega solo in parte quanto si evince da questi risultati, specie se si guarda ai 104 voti di "A me mi gusta solo giappo!".
Questo non è il luogo più adatto per approfondire l'argomento e per sfatare certi "miti" classici degli anime fan duri e pur ma ci ripromettiamo di farlo in futuro.
Oggi festeggiamo la vittoria di Frozen, che segue quella di Ralph Spaccatutto dell'anno scorso.
Una recensione di Kotaro in questi casi ci sta tutta!

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"Frozen", l'ultima fatica della casa di Topolino in programmazione nelle sale cinematografiche in questo Natale del 2013, è una vicenda dal sapore epico che rimanda alle produzioni Disney del passato, quelle belle storie fantastiche d'altri tempi che calano lo spettatore in ambientazioni da fiaba promettendogli avventure, battaglie, magie, principi e principesse, grandi amori ed emozioni, sulle note di una colonna sonora evocativa e brani cantati da musical teatrale.
"Frozen" queste caratteristiche le mette in mostra sin dall'incipit, da quella cascata di fiocchi di neve che cade sul logo Disney, accompagnata dal canto solenne di un coro tradizionale norvegese, geograficamente all'opposto eppure emotivamente così vicino agli splendidi cori africani di Lebo M che aprivano "Il Re Leone".
Ancor più epica è la prima scena vera e propria del film, uno spettacolo di grande potenza che rivela dentro di sé numerosi simbolismi. Un'ode al ghiaccio, elemento simbolo del film, cantata da un gruppo di possenti e serissimi minatori con un trascinante ritmo da ballata piratesca e un testo affascinante e profetico: il ghiaccio è duro, eterno, imperscrutabile, freddo, ed è molto difficile per l'uomo comprendere i suoi misteri e la sua potenza, ma provarci val decisamente lo sforzo, in quanto dietro la sua gelida e durissima scorza si nasconde un cuore nobile e di grande energia. Si tratta di una scena di un paio di minuti scarsi, che non ha alcuna ripercussione sulla trama, ma che riesce ad imbrigliarne e presagirne l'essenza e il significato a partire dal titolo del brano, "Frozen Heart", quel "Cuore di ghiaccio" che ricorre lungo tutto il film facendosi concetto cardine del finale e della storia tutta.

"Frozen" è una grande avventura ricca d'incanti, intrighi (i colpi di scena non mancano), magie e paesaggi fantastici, ma la sua anima è più intima, profondamente umana. Attraverso le metafore del ghiaccio e delle porte, che ricorrono nei numerosi brani cantati d'accompagnamento alla storia, il tema principale del film si evince essere quello dei rapporti umani, dell'aprirsi agli altri sfondando le metaforiche porte/barriere di ghiaccio che ne chiudono il cuore.
La toccante storia del film offre numerosi spunti di riflessione su questo tema, affrontato nel corso del film nelle sue più varie accezioni: c'è la tormentata Elsa, regina che vive come una maledizione il suo potere innato di dominare il ghiaccio e che si rinchiude, prima nel castello della sua famiglia e poi nella sua "fortezza della solitudine" di ghiaccio, ripudiando ogni contatto umano, e c'è la dolce principessa Anna, che vede il mondo e la gente al di fuori dal portone del suo castello, scopre gioie e dolori dell'amore e lotta a rischio della vita per sciogliere il ghiaccio che la separa dal cuore e dall'affetto della sorella.
Due protagoniste invece di una sola, stavolta. Due protagoniste diametralmente opposte, eppure entrambe bisognose dell'altrui affetto e magnificamente caratterizzate. Facilissimo empatizzare con l'allegria, l'ingenuità e le romanticherie di Anna, così come altrettanto facile è rispecchiarsi nei tormenti e nella condizione di "outcast" di Elsa, una condizione senza dubbio comune a molti adolescenti, che magari non congelano ciò che toccano, ma si sentono inadeguati, non hanno un buon rapporto col proprio corpo o vengono esclusi dai loro coetanei per questo o quel motivo.
Le due sorelle sono i personaggi principali del film e spiccano su tutti gli altri, svolgendo per buona parte della trama il ruolo di eroina e di una cattiva sui generis, una regina dei ghiacci che non congela il mondo per vendicarsi dei torti subiti, ma per errore, e soffre della situazione che ha creato e a cui non sa porre rimedio, invece che bearsene.
Anche quando, a sorpresa, il vero e proprio villain del film viene rivelato, viene naturale continuare a pensare che il cattivo della storia non sia un personaggio fisico, quanto proprio quel metaforico cuore di ghiaccio che simboleggia l'insicurezza, le paure, la chiusura in se stessi, la solitudine, i tormenti dei personaggi.

Da questo punto di vista, "Frozen" è un film molto intelligente e arguto, che gioca a sovvertire la classica fiaba di principi e principesse e scontri tra l'eroe e il cattivo, usandola come sfondo per raccontare una storia che parla del cuore umano e del modo in cui gli uomini si rapportano fra loro e col diverso.
Una fiaba insieme classica e moderna, in cui la principessa Anna, romantica e sognatrice, si rimbocca le maniche e parte per un viaggio avventuroso e salvifico lasciando indietro il suo innamorato, e la figura del partner-principe delle favole senza macchia e senza paura viene completamente riscritta, separata in un principe più fuori di testa della sua amata e in un bizzarro minatore rozzo e coi piedi per terra che si accompagna ad una renna a cui fa da ventriloquo.
Fra tanti personaggi dai tratti moderni, non mancano però echi della tradizione Disney nella creazione di personaggi di contorno di gran simpatia che vengono resi funzionali alla storia, anche solo per potersi rendere protagonisti di gags memorabili. Olaf, il buffo pupazzo di neve scelto come mascotte del film e protagonista dei vari teaser e trailer, è un personaggio tutt'altro che sciocco, decisamente tenero e toccante nel suo strampalato sogno di rincorrere il sole e l'estate e in quel suo "amare i caldi abbracci" che si fa, neanche troppo velatamente, riflesso dei sentimenti che la sua creatrice Elsa prova nel profondo. Divertenti anche la renna Sven, silenziosa ma estremamente vivace ed espressiva, il gigantesco e buffo mercante Oaken dall'accento scandinavo, il velenoso duca di Weselton (praticamente Stan Lee che, dopo l'acquisizione della Marvel da parte della Disney, ha trovato il modo di fare un cameo in un film d'animazione) o i simpatici troll, anche se rimangono comunque personaggi di secondo piano rispetto al duo delle protagoniste.

Oltre al ritorno alle fiabe e alle principesse, c'è anche un ritorno al formato del musical, che ogni tanto scompariva nei film Disney più recenti e che invece fa buona mostra di sé in "Frozen", che contiene più di una mezza dozzina di canzoni e siparietti musicali, di sottofondo alle scene o eseguiti direttamente dai personaggi. L'effetto, in alcuni casi, è un po' spaesante, poiché ogni tanto cantato e dialogo si alternano all'interno della stessa scena in maniera non sempre ottimale, ma la colonna sonora è molto ricca, ci sono canzoni per tutti i gusti e persino dei veri e propri gioiellini, come la già citata "Frozen Heart" o la splendida (e già famosissima) "Let it go" ("All'alba sorgerò" in italiano), canzone in solitario di Elsa che parte lenta e tormentata per poi accrescere via via il ritmo ed esplodere nella parte finale, insieme al coinvolgimento dello spettatore.
I testi delle canzoni, in lingua originale, nascondono spesso e volentieri indizi per inquadrare il carattere dei personaggi o alcuni passi della trama, una caratteristica che un po' si perde nella resa italiana, che rimane comunque abbastanza d'effetto.
I "talent" ingaggiati in sala di doppiaggio italiano (Serena Autieri/Elsa, Serena Rossi/Anna, Enrico Brignano/Olaf, Ralph Palka/Oaken) sono inaspettatamente bravi, privi di segni particolari che possano farli ricordare in maniera positiva o negativa, ma svolgono bene il loro lavoro insieme agli altri doppiatori di professione, sia nel parlato che nel cantato, per quanto l'interpretazione originale di Idina Menzel/Elsa sia di tutt'altro livello rispetto alla nostra pur pregevole versione.
Estremamente lodevole è, invece, il comparto tecnico, che si avvale di una computer grafica che, per una volta, non fa rimpiangere il disegno a mano: donare un aspetto più realistico alle lande ghiacciate di Arendelle, alle aurore boreali e ai mille e più giochi di luce e ghiaccio ha contribuito a rendere il tutto ben più spettacolare e magico di quanto non sarebbe stato possibile con un disegno a mano, coinvolgendo lo spettatore in un viaggio verso un luogo sì fiabesco e di fantasia, ma che non nasconde il suo debito verso i fiordi e le lande innevate norvegesi.

"Frozen" è una bella fiaba, che coniuga diverse caratteristiche dei film Disney vecchio stile con una narrazione più moderna, spigliata e introspettiva. Vien messo in secondo piano, staccandosi dalla tradizione, l'elemento romantico, preferendogli l'affetto e il rapporto fra le due sorelle, ma si tratta di un tipo di sentimento non meno coinvolgente, e in ogni caso d'amore si parla, anche se in maniera poco convenzionale, anche qui.
Una storia incalzante e sicuramente vittima di diversi rimaneggiamenti nel corso della sua produzione (in Disney devono essersi interrogati parecchio sul ruolo del villain e del partner della protagonista), ma che tutto sommato risulta poi essere avvincente, commovente, ricca di colpi di scena intriganti, di personaggi a cui facilmente ci si affeziona.
Fra i recenti film Disney dedicati a fantasy e principesse, risulta essere più originale di "Rapunzel" e più avvincente di "Brave", con una trama complessa e ricca di ottimi spunti di riflessione, piena di momenti epici, emozionanti e splendidi momenti musicali, la cui presenza potrebbe disorientare un po' chi si è formato con i film Disney post-2000 e con film d'animazione non Disney, ma sicuramente farà la gioia di chi, invece, dei film Disney ha amato anche l'aspetto sonoro.
Un film che, grazie anche alla sua ambientazione tutta bianca e innevata, si fa degno erede della tradizione del "film di Natale Disney", regalando a grandi e piccini una bella fiaba che saprà emozionarli, divertirli e farli riflettere. Sicuramente un bel colpo da parte di Disney, che spero saprà mettere a frutto l'esperienza accumulata con questa bella avventura fra fiabeschi fiordi norvegesi, regine dei ghiacci, troll e solenni canti dei minatori per regalarci prossimamente altre storie, magari un po' meno principesche, ma altrettanto epiche, argute e ricche di emozioni.



Ringraziando tutti per la partecipazione, vi ricordo ancora una volta che per info, suggerimenti o mandarmi a quel paese potete scrivere a:

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