In questi ultimi anni per fortuna sta crescendo sempre di più la sensibilità verso l’ambiente e spesso si riscoprono materiali e abitudini antiche che svelano tutta la loro modernità intrinseca. Da qui il rinnovato interesse in patria e all'estero per il Furoshiki, l'arte giapponese di avvolgere, contenere, trasportare oggetti di ogni forma piegando e annodando un telo di stoffa, un’alternativa elegante e anche molto ecologica per preparare ad esempio originali pacchi dono.
Il Furoshiki sembra solo un quadrato di stoffa, ma in realtà è anche un oggetto che dimostra ancora una volta la raffinatezza e il senso estetico tipici della cultura giapponese: infatti scegliere e annodare un furoshiki è diventata un’arte da tramandare di generazione in generazione.
E' molto importante scegliere le sfumature di colore, il disegno, le dimensioni della tela e la tipologia di tessuto a seconda dell’occasione: ogni dettaglio risponde a un preciso significato e non si può improvvisare.
La sua origine risale al periodo Muromachi (1392-1573) quando era usato dai cortigiani come fagotto per trasportare gli abiti puliti al bagno pubblico, nel grande edificio termale costruito dal Generale Yoshimitsu Ashikaga. Noto all'epoca con il termine di hirazutsumi, serviva a contenere il cambio di abiti da indossare dopo il bagno.
Ma è nel periodo Edo (1683-1868) che quest'usanza va diffondendosi anche fra la gente comune che prende l’abitudine di frequentare i bagni pubblici e così nasce il termine furoshiki, combinando appunto la parola "furo" (bagno) e una forma del verbo "shiku" che significa stendere. Nelle epoche successive pur rimanendo intatta la sua funzione principale, il furoshiki cambia soprattutto le sue dimensioni adattandosi a quelle di qualunque oggetto si voglia donare o trasportare in modo pratico.
Una curiosa abitudine era quella di tenere un furoshiki con articoli di prima necessità sotto al futon, in modo da essere pronti ad una rapida fuga in caso di incendio o terremoto.
Le dimensioni del furoshiki variano dai 50 cm fino a più di due metri, per riporre i futon invernali durante l’estate. Di solito l’oggetto da avvolgere viene posto al centro del furoshiki, diagonalmente. Esistono tantissimi modi per avvolgere il nostro quadrato di stoffa: c’è una legatura per trasportare bottiglie, una per i libri, una per gli oggetti rotondi come l’anguria, una per la spesa giornaliera, per un regalo o mille altre cose.
Può essere di cotone, di seta, di tessuto sintetico, multicolore o in tinta unita, double face, dipinto a mano, stampato con le fantasie tipiche della tradizione nipponica, cucito a mano o a macchina, a buon mercato o costosissimo.
Il revival del furoshiki ha avuto anche una dimensione ufficiale, infatti nel 2012 ne è stato promosso l'uso dal Ministro per l’Ambiente giapponese, come alternativa ecologica all’utilizzo delle borse di plastica. L’iniziativa è stata denominata “Mottainai Furoshiki”, da “mottainai” che significa “non sprecare”; si tratta di un termine ripreso dal buddhismo secondo cui tutte le cose hanno un'anima, sono lo spirito (kami) del materiale di cui sono state create. Gettarle o sprecarle vuol dire non rispettare la loro anima.
Fonte consultata:
giapponeinitalia
Bell'articolo!
Mi piace l'idea di sfruttare il lato ecologico del furoshiki come contenitore multifunzionale; mi affascina ancora di più vedere le tante possibilità di uso variando le piegature (da chi ha inventato gli origasmi non mi aspettavo di meno), così come mi spaventa l'idea di dover adattare IO il furoshiki a una determinata esigenza (portare la spesa o l'anguria): conoscendomi farei qualcosa di inguardabile e - soprattutto - del tutto inutile
effettivamente non mi vederei nemmeno io a portar l aspesa l identro. più che qualcosa di inguardabile farei qualcosa di ridicolo XD ho la velocità di u nbradipo e la grazia di un elefante, un mix fantastico.
Però usati su regali o nello specifico bottiglie l'effetto è bellissimo e come regalo è un figurone!
Anche io non sarei capace di utilizzarlo in modi diversi piegandolo come serve! XD
Sono però davvero bellissimi e coloratissimi e mi piacerebbe poterne collezionare qualcuno!
Al solito, complimenti ad Hachi per questi suoi articoli che trovo sempre molto interessanti!
Con il nome dell'autore mi sono reso conto di aver scritto un'inesattezza: Hokusai aveva il pallino del monte Fuji, tant'è che ha creato le 36 vedute del monte Fuji (poi divenute 46) delle quali l'onda è forse la più famosa (ma anche le altre sono bellissime).
@LeoKage: io ricordo che Ataru Moroboshi utilizzava un furoshiki per portarsi dietro una quantità incredibile di cibo rubato...
E ora confermo che la memoria comincia a farmi brutti scherzi: nello stesso episodio, "Storie dal passato", Ataru ruba una mucca. Io ero convinto che l'avesse messa in un furoshiki, ma se l'era semplicemente appoggiata sulle spalle: se l'avesse avvolta in un furoshiki avrebbe avuto bisogno di un paracadute per "incartare" la mucca!
Grazie Hachi!
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