Kotaro Giappone 1Vivo in Giappone da poco più di un mese, ma questo paese non smette di stupirmi ogni giorno e di regalarmi esperienze che sicuramente ricorderò.
Continuo compulsivamente a fotografare ogni cosa che vedo e a perdermi nelle librerie cercando di decifrare i titoli delle migliaia di manga esposti alla ricerca di quei fumetti che hanno rappresentato per tanto tempo i miei sogni proibiti e che ho fatto prima a recuperare in lingua originale piuttosto che aspettare invano di leggerli nella mia.

Nonostante le difficoltà linguistiche, ho stretto un buon rapporto con i miei compagni di scuola, provenienti da varie parti del mondo, con cui condivido lezioni, test ed esercizi ma anche pasti a base di ramen, crocchette, riso e hamburger, partite ai videogiochi tanto stancanti quanto divertenti e picnic al parco sotto gli alberi in fiore (per i ciliegi è ancora presto, ma, nonostante il freddo, son già fioriti i pruni) mangiando dango e patatine fritte dolci.
Ogni tanto il cervello mi va in pappa per il continuo alternarsi di italiano, inglese e giapponese nella mia testa, al punto che guardare gli anime in lingua originale mi fa uno strano effetto ma mi viene poi quasi naturale e il mio orecchio capta come un radar le espressioni studiate durante le lezioni. Ho trovato il canale tv che trasmette i programmi della domenica mattina (Tribe Cool Crew, le Pretty Cure, i Super Sentai e Kamen Rider) e mi alzo alle sette del mattino, in barba al fatto che potrei dormire e risparmiarmi la fatica, per immergermi in un mondo fatto di colori, eroi e spot pubblicitari tanto martellanti quanto bizzarri, quasi sempre dedicati alle succitate serie.
Rimpiango che nessuno si sia preso la briga di sottotitolare gli stacchetti di Tribe Cool Crew in cui i cantanti della sigla presentano sfide di ballo hip hop tra ragazzini che avranno un terzo dei miei anni ma si muovono con una scioltezza e una bravura che io non riuscirei mai ad avere nemmeno se le chiedessi al drago di Dragon Ball. Per tacere dei ragazzini in sala giochi che giocano a Taiko no tatsujin, Groove Coaster o MaiMai come posseduti dal demonio... o da Kenshiro!

Se Obelix, il buon vecchio gigante dei fumetti francesi, venisse qui in Giappone, non ci penserebbe su due volte ad adattare il suo ormai consolidato motto agli abitanti di questo strambo paese: "Sono Pazzi Questi Giapponesi!".
Perché è vero, sono pazzi, contraddittori, strambi, ambigui, ma forse è per questa loro pazzia che ci affascinano tanto.
E' un paese totalmente fuori dai nostri schemi, il Giappone.
Un paese dove San Valentino , che da noi è praticamente un giorno come un altro (almeno per noi poveri single impenitenti!), diventa una ricorrenza importantissima che fa riempire i supermercati di banconi immensi stracolmi di cioccolatini di tutti i tipi (volevo tanto comprare quelli di Sailor Moon Crystal, ma mi è passato di mente fra una cosa e l'altra). Al contrario di quel che succede da noi, qui a San Valentino sono le ragazze a dover regalare il cioccolato ai ragazzi, cosa che per quanto mi riguarda è decisamente più allettante. Tra l'altro, tempo una settimana, e quei banconi di cioccolatini sono ancora lì, anzi aumentano di numero, cambia solo l'insegna da "Valentine Day" a "White Day".

Un paese dove, contrariamente a quel che si penserebbe, la primavera non è accolta da un clima mite, da ciliegi in fiore e da picnic all'aria aperta, ma inizia ben prima che da noi, i primi di febbraio, quando ancora ufficialmente è inverno, fa freddo e nevica persino (qui a Okazaki abbiamo avuto solo un capriccioso nevischio, ma a Sapporo c'è stato il festival della neve). In concomitanza con l'arrivo della primavera, c'è il tradizionale "setsubun", il lancio dei fagioli agli oni (i demoni della tradizione giapponese), che rappresenta un'occasione per lasciarsi alle spalle le cose brutte e far spazio a quelle belle.
Ho avuto modo di partecipare al setsubun organizzato dalla scuola che frequento: una maschera, una parrucca, una mazza da baseball, un paio di pantaloncini leopardati e, per un pomeriggio, sono stato un oni che ha fatto il giro delle classi per beccarsi in faccia sacchetti di fagioli tirati da studenti e professori!
 
Kotaro Giappone 2


Un'esperienza apparentemente sciocca, ma abbastanza rappresentativa di questo paese folle e bellissimo che è il Giappone e dei suoi abitanti, tutti gentilissimi, rispettosi e tranquilli, che tirano fuori un lato strambo ed energico quando meno te lo aspetti.
Come il gruppo di suonatori che ogni domenica mattina si riunisce in un tempio per esercitarsi: donne, bambine, ragazzi, uomini, madri, un gruppo di persone apparentemente tranquillissime e insospettabili che, sotto la guida di un maestro tanto esperto quanto simpatico, si mettono a suonare tamburi, piatti e flauti con un'energia incredibile, ballando, saltando, agitando enormi bandiere e lanciando urla degne dei migliori lottatori di arti marziali. Si esercitano in vista del matsuri primaverile (che, ahimè, cade il giorno del mio rientro in Italia e quindi non potrò assistervi) in cui, pare, più di trenta gruppi diversi di suonatori si riuniranno al castello di Okazaki per creare uno spettacolo unico al mondo.
Già solo a vederle, queste esercitazioni sono uno spettacolo straordinario, ma ringrazio di avere avuto la fortuna di potervi addirittura partecipare, dato che, mentre guardavo, il maestro mi ha chiesto se volevo provare, ed è finita che ogni domenica son lì a (cercare di) suonare un tamburo tradizionale... con risultati, ovviamente, scarsissimi, ma ne sono molto contento.
E' un'esperienza molto particolare di cui noi occidentali possiamo forse cogliere il significato solo in minima parte. Per noi, probabilmente, un gruppo di persone di vario tipo che si riunisce per suonare in un tempio sarà qualcosa di strambo. Ha, però, un fascino tutto suo, e, in breve tempo, finisci per essere rapito dalle note di questi tamburi, scandite con un ritmo quasi sacrale, ed è quasi come se ti astraessi da ogni tempo e luogo, restando faccia a faccia con te stesso, il tuo passato e il tuo futuro.
All'interno di una sala col pavimento di legno che ti ricorda tanto la palestra che frequentavi da ragazzino, mentre tu facevi ginnastica e nella sala accanto, con una grossa bandiera giapponese alle pareti, c'era il corso di karate, quasi ti senti perso. Quasi non ci credi, che sei in Giappone, dentro un tempio che pare quello dello stage di Ryu del tuo amato Street Fighter II, dopo anni passati a guardarlo attraverso i cartoni animati, i fumetti, i videogiochi, i libri dell'università. Ma poi i suonatori gridano, interrompendo la litania dei tamburi e riportandoti alla realtà. Sì, sei in Giappone. E, devi ammetterlo, ti piace.
 
Kotaro Giappone 3


Fra le tante esperienze che ricorderò di questo mio soggiorno giapponese c'è senza dubbio il pomeriggio passato a chiacchierare con studenti delle scuole medie a proposito di manga, anime e videogiochi, per un progetto organizzato dalla scuola che voleva aiutarli a fare conversazione in inglese (ma poi è finita in un pasticcio mezzo inglese e mezzo giapponese, che coi giapponesi si fa sempre questa fine!).
Probabilmente il gruppo di ragazzini con cui ho parlato si aspettava di trovare una persona più tranquilla, invece si son ritrovati con occidentale che scrive di manga e anime per un sito Internet, raccoglie le fotocopie dei compiti in una cartellina di Sailor Moon, gira col Nintendo 3DS in cui è inserita la cassettina del programma per fare gli esercizi di ginnastica con Nobuaki Kakuda e i volumetti di Hotman in giapponese nello zaino, disegna i Pokemon e tiene sul cellulare le sue foto in cosplay da Gyumao di Dragon Ball!
Ciò che i ragazzi mi hanno detto non era troppo diverso da quello che mi aspettavo, ossia che gli studenti (maschi) delle medie giapponesi sono ancora un po' bambini e adorano le serie di fumetti, cartoni e giochi dirette ad un target di giovani, vanno pazzi per i Pokemon, per Dragon Ball, per One Piece e Naruto, giocano a Touhou e con le carte collezionabili. gli piacciono Super Mario, Youkai Watch, Denpa Ningen, Dragon Quest, Kamen Rider, Magi. Mi ha sorpreso che uno dei ragazzi mi abbia detto: "Il mio manga preferito è Koe no katachi, perché mi ha emozionato molto nel profondo".
Non vedono l'ora di compiere sedici anni per poter leggere i manga seinen e fremono dalla voglia di leggere Le bizzarre avventure di JoJo.
Più "mature" e spigliate le ragazze con cui ha parlato una mia compagna di classe, che hanno timidamente ammesso di leggere doujinshi di Kuroko no basket dove "otoko to otoko...".
Evidentemente, tutto il mondo è paese, e le scuole medie giapponesi del 2015 non sono tanto diverse da quelle che ho frequentato io a Palermo a fine anni '90, quando le ragazze sbavavano su Leonardo Di Caprio e Nick Carter dei Backstreet Boys (a proposito, sapete che qua a Okazaki è come se ci si fosse fermati al 1999, che giri nei negozi e alla radio ti mandano "I want it that way", "Baby one more time", "You got what you give", fra una canzone delle Perfume e la sigla di Magic Kaito 1412?), si truccavano e avevano intrallazzi con gli studenti più grandi, mentre i ragazzi non concepivano minimamente amore o rapporti sessuali e gli interessava solo giocare a Tekken 2 sulla Playstation.
Quanto all'infinita diatriba fra vecchio e nuovo, i ragazzi delle medie di Okazaki non sono poi così ignoranti in materia di manga "vintage": se da un lato, comprensibilmente, non conoscono Otoko Juku (ma probabilmente i loro papà sì, visto che la terza serie del manga campeggia ogni settimana sulle pagine di Manga Goraku), dall'altro conoscono sia Kinnikuman che Mazinga Z e anzi mi ha stupito constatare come non sapessero cosa fosse Death Note, ben più recente di entrambi e ancora molto popolare all'estero.
Meno fortunati gli amanti degli shoujo di una volta: sia i maschi che le ragazze han definito Sailor Moon "quello che guardava mia madre da giovane"!
 
Kotaro Giappone 4


Non sono ancora andato al karaoke, e questo è parecchio strano conoscendomi, ma sono diventato un assiduo frequentatore delle sale giochi, che traboccano di giochi deliranti e Ufo catcher che mettono in palio gadget di praticamente qualsiasi cosa (da Love Live all'Attacco dei giganti, da Frozen a Dragon Ball Z, da One Piece a Natsume Yuujinchou, da Monsters University a Pretty Cure, da Sailor Moon a Hoozuki no reitetsu, da Digimon a Persona). Mi fa piacere ritrovare ancora una volta il mio amatissimo Dance Dance Revolution (chi di voi ha giocato con me a Just Dance può ben immaginare cosa succede se mi si piazza su un videogioco di ballo che ha nella tracklist perle come la sigla di Uta no prince-sama Maji Love 1000%), ma soprattutto tantissimi picchiaduro, il mio genere preferito che nelle sale giochi italiane è un po' morto: Blazblue, Guilty Gear, Tekken Tag 2, Ultra Street Fighter IV, Virtua Fighter 5, Chaos Code, Dead or alive 5, il picchiaduro di Ken il guerriero e l'inossidabile Street Fighter II, che praticamente da sempre campeggia nella triade dei miei videogiochi preferiti e che è un'emozione indescrivibile giocare su cabinato nella sua terra natale. Le sale giochi giapponesi sono organizzatissime e ti vendono persino le card dove salvare i tuoi progressi nei giochi e sbloccare costumi alternativi per i personaggi o canzoni per i giochi musicali.
Ci si trova veramente di tutto. A seconda del locale ci si può anche trovare un karaoke, un Internet point, biliardo e freccette.
Ho ancora un po' di tempo da passare in questo paese, in cui sto pensando di tornare in futuro per seguire altri corsi, e molte esperienze mancano ancora all'appello. Non riuscirò, purtroppo, a vedere il film di Gundam Origini al cinema come avevo preventivato, ma sono andato a vedere Chef (in lingua originale - inglese - con sottotitoli in giapponese, un'esperienza!), vedrò sicuramente il nuovo film delle Pretty Cure e ho ancora un bel po' di cose da fare.
Ho avuto modo di fare una scappata a Tokyo per un weekend e ci sono diverse cose da raccontare e mostrare di questa città che, ahimé, causa lontananza, costi dei treni e mancanza di tempo libero ho potuto girare solo sommariamente ma ho ugualmente amato.
Vi lascio con qualche scatto della mia già grandissima galleria fotografica, destinata ad aumentare in maniera esponenziale nei prossimi giorni.