Forse, fino a qualche anno fa, non tutti avrebbero creduto che i videogiochi dallo stile visual novel sarebbero riusciti ad accaparrarsi una fetta di pubblico anche in Europa, e invece, Nippon Ichi sembra essere riuscita a farsi strada anche tra il reticente pubblico del vecchio continente.
Ad un anno di distanza da The Guided Fate Paradox, la sopraccitata software house rilascia in giappone su PS3 il suo sequel, The Awakened Fate Ultimatum che, a sei mesi di distanza, giunge anche in europa.

The Awakened Fate Ultimatum non è da considerarsi un sequel diretto di Paradox, poiché personaggi, storia ed eventi sono completamente slegati. Del suo predecessore conserva lo stile tipico da visual novel e la natura di JRPG roguelike, caratterizzato quindi dai tipici dungeon generati casualmente, combattimenti a turni ecc.
 
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Trama
Shin Kamikaze è un ragazzo poco socievole: nessuno gli si avvicina, non ha amici, non ha nemici, non ha particolari interessi né obiettivi. Lui però, è contento così, vive una vita piatta e tranquilla, una specie di limbo in cui non succede mai nulla. Una compagna di classe, Eri Shiranui, è per Shin quanto di più simile ad un’ amica, l’unica persona con la quale scambia quattro chiacchiere sul tetto della scuola, ma in fondo, Eri non è una vera amica, è solo una persona che come lui, non ha voglia di socializzare. Mentre torna a casa da scuola e realizza che ciò che vuole dalla vita è semplicemente continuare a vivere in questo tranquillo vuoto esistenziale, accade l’impensabile: dal cielo arrivano a dargli battaglia dei demoni alati, intenzionati ad ucciderlo. In suo aiuto accorre una ragazza dal volto angelico ma durante la feroce battaglia, Shin muore. Dopo uno strano sogno si risveglia al cospetto della bella biondina, Jupiel, accompagnata da un’altra ragazza dai capelli rossi, Ariael. Mentre è ancora scosso da ciò che è successo, le due ragazze cercano di spiegargli cosa è successo e cosa succederà da ora in poi. Shin è stato chiamato a guidare gli angeli nella dura lotta contro i demoni, assurgendo nientemeno che al ruolo di Dio grazie al potere di uno speciale cristallo. La beffa insita nel suo stesso cognome (il kanji di Kami è lo stesso di Dio) lo ha del tutto allontanato dal sogno di una vita tranquilla e priva di emozioni, portandolo nel bel mezzo di una guerra di cui lui stesso dovrà decidere le sorti. Essere “Dio” non significa solo combattere al fianco degli angeli, ma guidarli e assumersi la responsabilità di ogni scelta relativa al mondo celeste. A complicare le cose, si aggiunge una strana ragazza che gli appare in sogno, la quale parla misteriosamente di risveglio e scelte definitive. Essere Dio è l’impegno più gravoso che potesse toccare all’attonito Shin, che come un novello Shinji Hikari, combatterà contro se stesso per non fuggire da ciò che il destino ha in serbo per lui.
 
Gameplay
Il gameplay di The Awakened Fate Ultimatum si compone di due parti: quella “visual novel”, dedicata ai dialoghi e alle interazioni tra i personaggi, e quella dell’esplorazione dei dungeon. Il vero focus del gioco però, possiamo trovarlo nella prima delle due parti, poiché i corposi dialoghi danno vita a storia e personaggi, ma soprattutto, è in questo momento che viene fuori la caratteristica peculiare del gioco, ossia, la possibilità di scegliere delle risposte che porteranno a determinati eventi nella narrazione e quindi nel finale. Shin trascorre la maggior parte del suo tempo assieme a Jupiel e Ariael, le quali, ognuna a modo loro, lo guidano, lo sostengono ma al contempo lo mettono davanti a scelte irrevocabili. Si passa del decidere con chi delle due dividere la stanza alla scelta della strategia di battaglia, creando spesso nel povero Shin, e quindi nel giocatore, un conflitto etico e morale di non sempre facile risoluzione. A seconda che diate delle risposte a favore dell’una o l’altra ragazza riceverete dei punti da spendere nella “Crystal customization”, una sorta di sfereografia in stile Final Fantasy X che si divide in due parti, quella “angelica” per assegnare i punti ottenuti da Jupiel e quella “diabolica” per i punti di Ariael, permettendo così di scegliere skill e parametri differenti per ognuno dei due lati. Potrebbe sembrare che le scelte ragionevolmente giuste siano quelle che portano al risultato migliore per la storia, ma l’esito di una decisione non è mai scontato e la scelta eticamente corretta non è sempre la migliore. Dalla parte di chi schierarsi dunque? Quella dell’angelica Jupiel o della diabolica Ariael? Questa possibilità di scelta così intrigante è uno dei punti forti del gameplay, che proprio nello stile visual novel, permette di decidere quale “route” seguire.
 
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La parte relativa all’esplorazione dei dungeon è invece quella più spiccatamente rpg, con oggetti, equipaggiamenti, status alterati e nemici da affrontare in combattimenti a turni. I dungeon a scacchiera si compongono di diversi piani e nonostante l’apparenza pucciosa dei nemici e del vostro chibi-Shin, il livello di sfida è sufficientemente impegnativo, poiché morire significa non solo dover ricominciare dal primo piano ma anche perdere tutto l’equipaggiamento e gli oggetti ottenuti. I nemici non sono particolarmente ostici ma è impossibile andare avanti senza aumentare di livello ripetendo più volte i dungeon già fatti, il che alla lunga rende l’esperienza di gioco noiosa e ripetitiva. Altra nota dolente in tal senso sono i monotoni pattern di attacco dei memici che si limitano a ricambiare ogni vostro colpo in una costante sequenza “turno di Shin-turno del nemico-turno di Shin-turno del nemico” e così via. A compensare però vi è una seconda caratteristica peculiare del gioco, ovvero, la possibilità di “Deizzarsi”, cioè passare dallo status di Dio a quello di Demone con un semplice click sui tasti L2 ed R2, permettendo così a Shin di usare le varie skill angeliche e diaboliche apprese nella sfereografia. I nemici sono deboli a questa o quella forma e sarà importante switchare da una all’altra per ottenere il massimo risultato. Non è possibile però rimanere costantemente in forma divina, poiché oltre che alla barra dell’energia, dovrete prestare attenzione a quella degli SP, che controlla appunto la durata della deizzazione e diminuisce con il passare del tempo e l’uso delle tecniche speciali. Allo stesso tempo, bisogna tenere in conto la barra AC che diminuisce camminando. Insomma, i movimenti, gli attacchi, i posizionamenti e l’uso degli oggetti vanno distribuiti con attenzione, per tanto non è possibile in The Awakened Fate Ultimatum avventurarsi con furia cieca all’interno dei dungeon.
 
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Grafica e Audio
La prima cosa che salta all’occhio in The Awakened Fate Ultimatum è il bel chara design dei personaggi, ancor più evidenziato dalle splendide illustrazioni che accompagnano le fasi visual novel del gioco. Il chara, ad opera di Noiji Itou, già designer delle illustrazioni per le novel di Harui Suzumiya e Shakugan no Shana, si concentra soprattutto sui personaggi femminili, bellissimi e curati in ogni dettaglio, mentre Shin risulta un po’ troppo anonimo. Molto belle anche le illustrazioni di background alle fasi dialogate, ciò che forse si può rimproverare è la scarsità di espressioni facciali dei personaggi, che ricicla giusto un paio di animazioni per ogni occasione. Come già accennato, i dungeon presentano personaggi in stile chibi, sono tridimensionali, esteticamente semplici ma ben diversificati, così come i nemici sono abbastanza vari per colori e forme.
 
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Il comparto sonoro si comporta invece in maniera modesta, offrendo delle tracce audio di qualità altalenante, difatti, alcune sono molto belle ed evocative, altre sono monotone e così brevi che finiscono per ripetersi in uno stancante loop infinito. È possibile selezionare il doppiaggio giapponese o inglese, e se il primo risulta (come quasi sempre) superiore al secondo, non è comunque particolarmente esaltante; ottimo lavoro sulle due protagoniste femminili ma decisamente meno apprezzabile il doppiaggio di Shin, nonché quello di Shiranui. A compensare ci pensa Takehito Koyasu (attuale voce di Dio Brando della serie JoJo) su uno dei villain. Nonostante la colonna sonora poco esaltante, la canzone di apertura del gruppo Yousei Teikoku (ricordate le prima opening di Mirai Nikki?) è molto bella, energica ed esaltante.
 
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Conclusioni
 
The Awakened Fate Ultimatum è un gioco molto peculiare che si indirizza fondamentalmente agli amanti delle visual novel, chi si lascia ingannare dagli elementi rpg potrebbe restarne deluso, poiché la mole di dialoghi, a volte anche inutili e futili, e l’immobilità che questo stile comporta, potrebbero cozzare con le aspettative di chi immagina di avere a che fare con un nuovo Final Fantasy. Se da un lato abbiamo una storia che appassiona pur nella sua classicità e un intrigante sistema di scelte e route, in quello dell’esplorazione dei dungeon troviamo un pizzico di noia e frustrazione. Da considerare inoltre che il gioco non è sottotitolato in italiano ma solo in inglese, e nonostante la semplicità dei dialoghi, bisogna avere una certa dimestichezza con la lingua per seguirne la corposa mole. La longevità è buona, la possibilità di scelta induce a rigiocarlo ma soprattutto appassiona moltissimo alla storia e alle vicende dei personaggi.
The Awakened Fate Ultimatum sembra quasi un classico anime tratto da una light novel, che affianca ad un protagonista un po’ sfigato e a tratti smidollato e insopportabile, un gruppo di belle ragazze che nella loro caratterizzazione seguono dei cliché abbastanza abusati ma comunque gradevoli nel loro contesto.
Consigliato quindi agli amanti degli anime, delle visual novel, delle belle ragazze bidimensionali e a chi ha pazienza per affrontare in modo oculato i dungeon, ma se non fate parte di questa cerchia, non è il gioco che fa per voi.