Questo video farà felici gli amanti dei puzzle, i risolutori di enigmi, chi ama l'artigianato e chi ha bisogno di un luogo sicuro dove nascondere qualcosa a cui tiene molto. Non ci credete? Guardate e stupitevi!
 

Non so voi, ma quando è comparsa la monetina io ho fatto: "OOOHHH!". Ma cos'è esattamente l'oggetto in questione? Come si chiama?

Quello che avete visto è un Himitsu Bako, una sorta di puzzle 3D che però è anche una scatola per conservare oggetti con scomparti segreti, una sorte di cassaforte ante litteram.
La sua nascita risale al XIX secolo (alcune fonti parlano nei primi decenni, altre invece la collocano nel 1893) ad opera di alcuni artigiani residenti nella regione di Hakone che applicarono la tecnica del Yosegi-Kaiku (cioè mosaici composti da tessere di legno con colori e texture diverse, usata di solito su casse, scatole, vassoi e altri piccoli manufatti come decorazione) all'Himitsu Bako, creando un simpatico souvenir per i viaggiatori che attraversavano questa zona mentre si recavano verso la capitale.
 

La regione di Hakone è famosa per questa tecnica perchè le sue montagne sono ricoperte di alberi di molte specie differenti che possono fornire quindi la materia prima per creare infinite composizioni.
Inoltre questi disegni geometrici così complessi sono strumentali a nascondere le cuciture lungo le quali i vari pezzi della scatola si muovono e questo rende più difficile decifrare la serie di manipolazioni necessarie per aprirla!

Fondamentalmente ci sono cinque disegni base di Yosegi-Kaiku: Kikkou, Kuroasa, Ichimatsu, Akaasa e Koyosegi, tutti creati più di un secolo fa; in alternativa, alcuni lati possono essere rifiniti con lo Zougan, cioè disegnando una scena giapponese tipica (come montagne, onde, ecc) tramite l'inserimento di sottili pezzi di intarsio sulla superficie della scatola. Inutile dire che la rifinitura Zougan è più costosa della Yosegi.
 

Il fascino di queste scatole poi è duplice: se da un lato sono un'opera d'arte in sé, dall'altro colpiscono per la capacità necessaria non solo a progettare e a costruire la scatola, ma anche per il ragionamento deduttivo richiesto per risolvere il puzzle e accedere così al suo contenuto. Il grado di difficoltà è determinato dal numero di passaggi necessari ad aprire la scatola: si va da un minimo di 2 o 3 fino a un massimo di 125 (che sono più una curiosità e non sono molto pratiche).
Dieci mosse è già sufficiente per incuriosire la maggior parte delle persone, mentre se la vostra intenzione è quella di scoraggiare occhi indiscreti, il numero classico che dovrebbe fornirvi un adeguato livello di protezione si aggira sui 54-66 step, che era anche poi il più usato nei tempi antichi.
 

La dimensione della scatola è misurata con un'unità metrica giapponese, detta "sun" che è pari a circa 3 cm; le più comuni misurano da 3 a 5 sun di lunghezza,ma ovviamente si possono trovare di tutti i formati.
Molto dipende poi dall'artigiano e dalla sua abilità: oltre al senso estetico e alla bravura manuale, deve anche possedere un alto grado di abilità tecnica e di analisi per poter progettare, organizzare e realizzare tutte le manipolazioni di sblocco (in questo deve ragionare in maniera molto simile a un programmatore di computer quando lavora su un algoritmo).
 

Uno dei più famosi maestri artigiani era Yoshio Okiyama: nato ad Hakone nel 1925, aveva imparato il mestiere da suo padre che a sua volta lo aveva appreso da suo nonno. Sviluppando nuove tecniche e costruendo scatole sempre più complesse, si conquistò il titolo di miglior creatore di Himitsu Bako.
Con la sua morte nel 2003, le sue creazioni sono diventate oggetti da collezione e pezzi da museo. Fortunatamente, altri artisti di talento come Akio Kamei e il suo apprendista, Hiroshi Iwahara, stanno mantenendo viva la tradizione.

Se volete ammirare altri Himitsu Bako, godetevi questo secondo video:
 


Un ringraziamento particolare va all'utente *MARCO* per avermi segnalato quest'oggetto.

Fonti consultate:
Puzzleabout
Asianartmall
Asianartmall pagina 2