Grazie all'impegno di J-POP, uno degli ospiti di punta del Napoli Comicon 2015 è stato Yoshiki Tonogai, famoso per i manga Doubt e Judge. Tonogai, a Napoli per presentare Secret, il suo nuovo lavoro, è stato molto gentile nel concerderci questa intervista di cui vi presentiamo il video orginale e la trascrizione.
 
 

Per iniziare, potrebbe presentarsi al pubblico italiano?
Buongiorno, mi chiamo Tonogai, sono un mangaka giapponese sono l'autore di Doubt, Judge e Secret, piacere di conoscervi.

Una delle figure più controverse dell'editoria manga giapponese è sicuramente quella dell'editor, a volte tratteggiato anche come un dittatore che obbliga il Mangaka a disegnare quello che vuole lui. Cosa può dirci a riguardo in base alla sua esperienza?
Va specificato che nel mondo dei manga il vero professionista è l'editor e quindi ogni opera viene sempre creata insieme dandosi degli spunti a vicenda. Nel mio caso particolare lavoro con lo stesso editor da 10 anni e il rapporto è assolutamente alla pari. Può capitare che a volte le idee vengano da me, e può capitare che a volte vengano dal mio editor, quindi alla fine l'opera è un qualcosa che nasce e che cresce con il contributo di entrambi.

Le andrebbe di descriversi una sua giornata lavorativa tipo? Da quanti assistenti si fa aiutare? Come organizza il lavoro quando lavora a più di una manga alla volta?
Nel mio caso particolare le serie sono sempre state pubblicate su riviste mensili ed è quindi su questa base che calcolo il mio piano di lavoro. In genere verso la fine del mese c'è la data di scadenza per la consegna. Durante la prima settimana mi occupo della bozza e del name, nelle restanti tre settimane del disegno vero e proprio.
Lavoro con 4 assistenti.
Per quanto riguarda la singola giornata lavorativa, a ridosso della consegna si lavora tutto il tempo, mentre all'inizio del mese è possibile prendersi qualche pausa.


Entrando più sullo specifico dei suoi manga. La trama delle sue opere segue molto la classica struttura di "dieci piccoli indiani". Si è ispirato al romanzo di Agatha Christie? Quali altre fonti hanno influenzato le sue storie?
Sì, ho letto "dieci piccoli indiani" e mi è piaciuto, ma se proprio devo trovare una fonte di ispirazione delle mie opere penso più ad opere cinematografiche come "i soliti sospetti" o "seven".

Nei suoi manga ritorna spesso il tema della colpa e della punizione, c'è un motivo specifico che la lega a questa tematica?
In Doubt non era così forte, ma ne ho subito sentito la mancanza e per questo ho deciso in Judge di introdurlo come elemento portante dell'opera.

Nei suoi manga ricorre molto la maschera da coniglio, può spiegarci questa simbologia?
Nel caso di Doubt tutto è nato proprio dalla maschera del coniglio. Era già in mente ancora prima di decidere il tipo di manga da disegnare. Poi mi è stato proposto di realizzare un thriller e ho deciso di mantenerla ispirandomi un po' alla maschera di Saw l'Enigmista. In questo tipo di opere è un elemento ricorrente e quindi ho sentito la necessità di averlo nella mia opera.
Il perché proprio il coniglio è perché ho un coniglio come animale domestico. Prima ancora della storia ho mostrato all'editor la mia idea della maschera di coniglio e lui ne è stato entusiasta.

 


Ha seguito un percorso di studi specifico per diventare mangaka? E Potrebbe dare un consiglio ai disegnatori italiani che sognano di realizzare storie in stile manga?
All'università ho studiato macchinari, avevo molti amici che desideravano diventare mangaka e poi ho finito di diventarlo io. Tutto quello che ho imparato riguardo al disegno è totalmente autodidatta. Non conosco le differenze tra il mondo dei manga in Giappone e quello che è lo specifico della situazione italiana, ma quello che posso consigliare è quello di disegnare ciò che piace rispettando sempre gli altri autori.

Molti mangaka hanno in passato espresso il loro stupore nello scoprire il successo che le storie,  pensate per un pubblico prettamente giapponese, avevano all'estero. Lei cosa prova al riguardo? Quando crea le sue storie pensa che saranno solamente i giapponesi a leggerli?
Sono già stato in Francia e in Germania, quindi ho iniziato a prendere consapevolezza del fatto che le mie opere vengano diffuse anche all'estero e ora ne tango conto anche quando disegno mentre all'inizio pensavo soltanto al mercato giapponese. C'è comunque da considerare che far sopravvivere una serie su una rivista giapponese è già una cosa complessa di suo ed è per questo che per molti autori è difficile riuscire a pensare oltre.

Può raccontarci qualcosa del suo apprendistato da Ohkubo Atsushi? In cosa consisteva il suo ruolo? Ritiene di essere rimasto influenzato dalle sue opere?
Ho lavorato con Ohkubo dal volume 2 al volume 5 di Soul Eater occupandomi principalmente di sfondi e di retini. Okhbo lavorava solo con due assistenti, lui e Shiozawa, per cui si può dire che in quei volumi un terzo degli sfondi siano suoi.
Solitamente gli autori di manga sono persone che si chiudono in casa e non fanno altro che disegnare, invece Okhubo è una persona che riesce a dividere in maniera molto netta il lavoro, nel quale ha una capacità di concentrazione sorprendente, dal tempo libero che utilizza per uscire e andare a divertirsi. E questo suo atteggiamento è la cosa che mi ha maggiormente influenzato.


Lei ha lavorato come illustratore di Himatsubushi-hen, uno degli adattamenti manga della serie di videogiochi Higurashi no Naku Koro ni, può spiegarci la differenza tra realizzare un'opera completa in cui cura sceneggiatura e disegno rispetto a una in cui cura solamente la parte grafica?
Higurashi si compone di sette capitoli e quando lui lo ha iniziato a disegnare la saga non era ancora terminata.
Quando si disegna l'opera di qualcun altro l'unica preoccupazione è quella di disegnare bene. Quando si lavora su un soggetto originale invece si deve tenere conto di molti più fattori come il creare una storia interessante, e questo ha fatto sì ci sia voluto del tempo per riuscire a passare dai "soli disegni" ad un'opera originale. In definitiva si può proprio dire che siano due lavori totalmente diversi.


Per il futuro pensa che rimarrà sempre sul genere "thriller psicologico" o pensa di volersi cimentare su nuovi generi?
Da un lato ci sono i miei lettori affezionati che si aspettano di leggere opere di questo genere, d'altra parte mi piacerebbe molto cimentarmi con un genere del tutto diverso. Vedremo se riuscirò per il futuro a trovare un buon compromesso.

La mia ultima domanda è sull'Italia. Che ne pensa del nostro paese? Ha assaggiato la pizza a Napoli?
La mia impressione è che l'Italia sia davvero un bel paese dove la gente si diverte.
Riguardo alla cucina io penso che la cucina italiana si adatti molto al palato giapponese e ovviamente ho assaggiato la pizza ed era eccezionale.


Un saluto agli appassionati italiani?
Innanzi tutto grazie all'Italia per avermi portato qui oggi. Una volta pensavo solo al mercato giapponese, ma venire all'estero e vedere tanti lettori stranieri delle mie opere è qualcosa che mi rende molto felice.
Ce la metterò tutta per fare in modo che in futuro possa ritornare qui in Italia.
 
 

Successivamente abbiamo potuto assistere anche ad un workshop del maestro in cui (assieme al suo editor) ha risposto alle domande del pubblico presente.
Anche in questo caso vi riportiamo quanto è stato detto:

Può descriverci come trascorre le sue giornate?
Vado a dormire alle 2 e mi alzo alle 9. Tutto il resto del tempo lo passo a disegnare.

Quale ritiene siano la differenze tra i manga e il fumetto occidentale?
In Giappone tutti da bambini leggono manga, per cui è quasi un desiderio comune quello di voler diventare mangaka. In occidente invece ho trovato che il fumetto assume maggiormente una valenza artistica.

Quali strumenti usa nel suo lavoro? Fa tutto a mano o in digitale?
È raro che lavori in digitale. Preferisco fare tutto a mano anche se a volte alcune parti vengono poi ritoccate in digitale.

Quanti assistenti utilizza? E in che ruoli?
Lavoro con 3 assistenti che si occupano degli sfondi e uno che si occupa delle elaborazioni in digitale.

Quali sono le sue fonti d'ispirazione? Qualche film cinematografico in particolare?
La mia principale fonte d'ispirazione è il film "i soliti sospetti". Per quanto riguarda invece la suspance il mio film preferito è "Cube".

Cosa ne pensa dei social network?
Mi piacciono e li utilizzo. trovo che le nuove tecnologie siano comode, ma a volte mi fanno paura perché potenzialmente possono essere utilizzate in maniera criminale.

È pratico di altri tipi di disegno? Ha mai disegnato a colori o utilizzato tecniche pittoriche?
Ho sempre disegnato soltanto in stile manga e colorato solo in digitale. Non ho mai usato tecniche pittoriche.

Qual è stato il suo primo manga? Ha avuto difficoltà a farsi pubblicare?
Il mio primo manga è stato la trasposizione di uno dei capitoli di Higurashi no Naku Koro ni per il quale curavo solo i disegni. La difficoltà maggiore era il fatto che la storia era pensata per un pubblico più maturo, ma che era pubblicata invece su Gekkan Shōnen Gangan che invece aveva un target più giovane. Per questo ho dovuto adattare molto il mio stile di disegno.

Quando crea le sue sceneggiature, si sente libero di esprimersi o si sente più frustrato magari nel dover seguire le direttive del suo editor. Riesce a spuntarla con le sue idee?
Diciamo che in media degli spunti che propongo me ne vengono approvati circa un 30%.

Con quanta frequenza ci sono le riunioni tra lei e il suo editor?
Di solito ci incontriamo 1-2 volte al mese, ma ci sentiamo spesso al telefono.

Lei di solito riesce a parlare con i suoi lettori o questo tipo di contatto è mediato dalla casa editrice?
In Giappone è difficile riuscire a parlare con i lettori, ma a volte mi succede tramite facebook o twitter.

Quali sono i suoi manga preferiti e che l'hanno ispirata a diventare mangaka?
Dragon Ball, Jojo, Kinnikuman, Hunter x Hunter e Yu degli Spettri.
 
Autografo con disegno di Yoshiki Tonogai

Come mai ha scelto il genere thriller?
Semplicemente dopo Higurashi il mio editor mi ha proposto di provare a continuare sulla stessa falsariga.

Quali sono le sue impressioni sulla fiera di Napoli? Visiterà altre città italiane?
È la prima volta che vengo in Italia e sono rimasto molto colpito dalla solarità delle persone. Specialmente il cibo mi ha colpito molto positivamente. Per questa volta visiterò solo Napoli.

Quando ha capito di voler diventare un mangaka?
Solo in età adulta, influenzato da amici all'università.

Qual è stato il primo disegno della sua vita?
Vegeta di Dragon Ball alle elementari.

[domanda per il suo editor] Quante serie segue e qual è la difficoltà maggiore nel rapportarsi ai suoi autori?
Al momento sto seguendo 8 serie contemporaneamente. La difficoltà maggiore ce l'ho lavorando con autori molto giovani di 16 o 17 anni. Credo sia particolarmente difficile parlare a generazioni così distanti.

Quali sono gli aspetti del suo lavoro che vorrebbe maggiormente cambiare?
La costante mancanza di tempo e il fatto che le scadenze siano assolute. Il numero di tavole è fisso e a volte il rischio è quello di dover rinunciare alla qualità dei disegni.

Il suo personaggio preferito (sia tra quelli ideati da lei, sia in assoluto).
Il mio personaggio preferito in assoluto è Rika di Higurashi. Tra quelli ideati da me invece Rei di Doubt.

Quale delle sue opere le piacerebbe venisse trasposta in animazione? Ha mai ricevuto proposte in tal senso?
Nessuna proposta. Il tipo di tematica trattata fa sì che le mie opera siano più adatte a diventare dei live action movie, come effettivamente avvenuto nel caso di Judge, che non a diventare anime.

[domanda per il suo editor] Nel suo lavoro è più difficile mediare con i suoi autori o con la casa editrice?
Nel mio lavoro non devo mediare con la casa editrice, perché in effetti il mio ruolo è proprio quello di rappresentarla. Ciò che devo capire invece è cosa voglia il lettore e fare in modo che l'autore sia in grado di darglielo.


Di seguito vi presentiamo anche la foto delle due tavole orignali realizzate durante il workshop: