In occasione della prima edizione del WonderCon, il 7 giugno 2015, presso il padiglione principale della Fiera del Levante di Bari, AnimeClick.it era presente con uno stand, dove i redattori hanno avuto modo di incontrare Salvatore Callerami, disegnatore e sceneggiatore catanese che ha presentato il primo volume di Dandelion, edito da Shockdom nel 2014. Di seguito riportiamo il resoconto dell’intervista.

IMG_0001.jpg- Un buon giorno a tutti gli utenti di AnimeClick.it, oggi abbiamo il piacere di ospitare nel nostro stand il fumettista catanese Salvatore Callerami, classe ’88, detto “Disni”. Innanzitutto grazie per aver accettato il nostro invito e benvenuto!

Grazie a voi!

- Per rompere il ghiaccio, potresti parlarci del tuo primo approccio al mondo del fumetto? Quando ti sei accostato per la prima volta a questa materia?

E’ una passione che ho sin da bambino, avevo sempre i pastelli in mano e la prima cosa che facevo era disegnare, mentre gli altri giocavano a calcio io me ne stavo a casa con la testa sul foglio e con le mie matite. Disegnavo e basta. Poi al liceo artistico ho conosciuto una ragazza, anche lei autrice per Shockdom, Alessandra Patanè, che stranamente è stata anche mia compagna di classe al liceo. Ho notato che lei faceva fumetti, quando io ancora pensavo che i fumetti si facessero al computer, invece ho scoperto appunto che si realizzavano con matite, pennini e fogli di carta. Quindi ho iniziato a emularla, a inventare storie mie copiando il suo stile. Questo è stato il mio primo approccio al mondo del fumetto come disegnatore. Da lì ho iniziato a disegnare (a copiare soprattutto) fumetti come Dragon Ball, One Piece di Eiichiro Oda, i fumetti di Topolino... E’ una passione che si è evoluta sempre più anno dopo anno, passando dal manga al fumetto francese, al fumetto belga, e traendo ispirazione dallo stile di autori come Alessandro Barbucci (Sky Doll), Stefano Tucconi, che è un grandissimo autore di fumetti Disney e che stimo tantissimo, e da lì ovviamente ho iniziato a fare anche storie mie. A quel punto avevo copiato abbastanza e mi sono messo a studiare anatomia del fumetto da autodidatta (anche perché al liceo sono sempre stato poco stimolato sul piano dei fumetti), ho cercato di capire come si sceneggia una storia, quali sono le inquadrature da utilizzare etc. E da lì ho iniziato veramente a fare fumetti per conto mio.

- Quindi sei anche sceneggiatore.

Sì, dei miei fumetti. Non faccio lo sceneggiatore per i fumetti degli altri, ma solo per i miei. In realtà non scrivo sceneggiature vere e proprie, generalmente faccio degli storyboard, delle bozze di tavola già pronte magari con delle note o degli spunti di dialogo, che mi serviranno poi come indicazione per la tavole finite in bella copia.

- Parliamo del fumetto che presenti qui a Bari, Dandelion.

Si tratta di un progetto nato inizialmente solo sul web. Ho iniziato a pubblicare prima un prologo di nove pagine in bianco e nero con uscite a cadenza settimanale, per verificare come potesse funzionare, se potesse o meno essere seguita e apprezzata dal pubblico. Quando ho visto che il fumetto piaceva ho continuato a lavorare sulle tavole creando altri episodi. A questo punto mi ha contattato Lucio Staiano, l’editor fondatore di Shockdom, e da qui è nata la collaborazione. Ha voluto che gli mandassi delle tavole, che gli mandassi il soggetto e la sinossi della storia, e lui ha apprezzato molto proponendomi una collaborazione il cui frutto è questo primo volume stampato su carta di Dandelion.
 
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- Descrivici il passaggio dal medium web all’edizione cartacea.

In pratica via web ho pubblicato l’intera storia, una tavola a settimana in bianco e nero. Tutte le tavole sono online, chiunque può entrare su Facebook, cercare Dandelion e leggere il fumetto online dall’inizio alla fine gratuitamente. Il valore aggiunto nell’edizione cartacea consiste nel prestigio del volumetto per fini di collezionismo, il collezionista apprezza il volume cartaceo perché può sfogliarlo, metterlo nella sua libreria, e poi anche per via del colore. I colori sono curati da Antonio Fassio, un colorista sardo bravissimo, i suoi colori sono fantastici, hanno donato vita ai miei disegni, che prima consideravo un po’ scialbi mentre adesso sono molto più vivi (mostra alcune tavole del volume). Il colore è un fattore in più che c’è su carta e che invece sul web si perde.

- Parlaci un po’ dei personaggi di Dandelion, abbiamo un leone bianco di tezukiana memoria.

Sì tezukiana e anche disneyana! Molti pensano che sia Simba de Il re leone, ma non lo è. Il fumetto è un fantasy poetico. Parla di spiriti che vivono in un mondo ultraterreno, nell’introduzione si dice che quando le persone muoiono la loro coscienza non sparisce del tutto ma diventa un determinato spirito in base alla maniera in cui hanno vissuto la loro vita. Ad esempio questo personaggio, Wema, è un soffione, nella sua vita precedente ha avuto un collegamento con un soffione, con un dandelion. E’ la protagonista della nostra storia e il suo unico obbiettivo è quello di realizzare i desideri degli esseri umani. Non so se vi è mai capitato, da bambini, di prendere i soffioni, soffiare ed in quel momento esprimere un desiderio. Questo è un ricordo che ho da quando ero bambino e l’ho voluto trasportare nel mondo del fumetto. Perché la scelta del leone come compagno di viaggio di Wema? Per l’assonanza della parola dandelion, appunto dente di leone. In pratica il soffione è nato da un dente del leone Jua (i nomi derivano dalla lingua africana, "wema" significa bontà, "jua" significa sole). Sono personaggi inventati (non è Simba!) e il loro compito e quello di realizzare i desideri servendosi non della magia ma di altri spiriti. Il fumetto è interattivo, chiunque può inviarmi il proprio desiderio (dev’essere un desiderio sentito, che parte dal cuore, non materiale del tipo “voglio diventare ricco!”), e io cerco di realizzarlo sulle mie tavole. Per esempio, in questo caso, una ragazza aveva espresso il desiderio che il suo gatto vivesse per sempre, in eterno. Così, nel primo volume, Wema, il soffione, cerca in qualche modo, tramite simbologie e altre leggende, di realizzare il suo desiderio servendosi della Signora dei gatti, Kadish, colei che regge il destino dei gatti e tiene con sé delle lune, ogni luna rappresenta un gatto vivente e quando una luna diventa tutta nera vuol dire che un gatto sta per morire. Quindi in questo caso Wema cerca di salvarlo rubando una luna alla Signora dei gatti e mantenendo in vita il gatto in questione. Ma la storia non finisce qui, succedono altre cose che non svelo ma vi rimando alla lettura del fumetto, online o su carta. Io consiglio l’albo cartaceo perché trovo che comunque la carta abbia sempre il suo fascino e poi ci sono i colori che rendono l’esperienza della lettura più emozionante. Non è un fumetto solamente per ragazzini o per bambini. Molti pensano che sia un fumetto per ragazzine, perché è un fumetto molto sensibile, allora pensano che sia di nicchia, ma non è così. Anche uomini di cinquant’anni lo hanno letto e poi mi hanno scritto che hanno pianto! Quindi è un fumetto che consiglio non solo a chiunque abbia un animo sensibile, ma anche a coloro che sono un po’ più duri e che magari leggendolo possano intenerirsi, magari gli si apre il cuore.
 
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- Ho notato che un aspetto molto interessante del web comic consiste nell’interazione diretta fra il creatore di fumetti e il lettore, che nel tuo caso ha la possibilità di intervenire direttamente sulla storia.

Non è più come una volta in cui ci si metteva alla disperata ricerca dell’editore per poi farsi conoscere dai lettori. Adesso con il web avviene l’esatto contrario, prima si fa conoscere il fumetto ai lettori e quando c’è un certo apprezzamento è l’editore stesso che nota il lavoro, così anche se non si è artisti conosciuti ma si ha un certo pubblico solo sul web, il talento viene comunque premiato. Almeno questo è stato il mio caso. Lucio Staiano mi ha notato grazie ai miei lettori online che mi hanno sempre seguito e supportato. Io li ringrazio ogni giorno e li omaggio sempre con tavole gratis online. Continuare a pubblicare online è un mio modo per ringraziare chi mi ha sempre seguito e chi continua a supportarmi con passione in tutto quello che faccio.

- Scorrendo il tuo curriculum scopriamo che ti sei classificato terzo al Premio “Pietro Miccia” del Torino Comics nel 2010 e sei entrato nei quindici finalisti del Lucca Project Contest nello stesso anno. Ci puoi parlare dell’evoluzione delle tue storie e del tuo stile di disegno da quelle prime esperienze fino all’attuale esordio in campo editoriale?

L’evoluzione c’è stata. All’inizio ho provato a farmi conoscere tramite i concorsi, e sinceramente non mi aspettavo di ricevere questi riconoscimenti, ottenuti grazie anche alle sceneggiature di Mattia Sirocchi e ai colori di Federica Bentivegna. Quello è stato il mio battesimo si può dire, il momento topico in cui ho raccolto tutto il mio coraggio per “buttarmi” nel mondo del fumetto. Prima di vincere questi premi non credevo che il mio stile e il mio modo di disegnare potessero piacere, non avevo ancora questo coraggio ma lì l’ho trovato e da quel momento ho deciso di lanciarmi e di fare sul serio.

- Ci vuoi parlare dell’associazione culturale di cui fai parte, Cuori d’inchiostro, nata nell’ambito dell’Accademia di Belle Arti di Catania?

In pratica eravamo dei ragazzi, alcuni dei quali dell’accademia di Catania, ci radunavamo in un gruppo di incontro dove si scherzava, si stava insieme e si disegnava. Dopo qualche annetto siamo diventati associazione culturale e poi abbiamo cominciato a pubblicare delle riviste autoprodotte, più che altro dei raccoglitori di fumetti, c’era un po’ di tutto: dal manga al fumetto occidentale, dallo stile belga al fumetto marvelliano, con storie di vario genere, horror, fantasy, comico etc. Una specie di albo raccoglitore di vari generi. Poi col passare del tempo ci siamo divisi, c’è chi ha seguito altre strade, c’è chi è partito a fare un corso di illustrazione di Bologna, chi studia regia, chi studia fumetto a Roma, chi a Palermo, chi già pubblica, chi sceneggia e basta. Ognuno ha trovato la propria strada, però restiamo sempre uniti nel nome dei Cuori d’inchiostro. Adesso faccio parte di un altro gruppo, si chiama Zazzamita, siamo quattro artisti siciliani, facciamo illustrazioni e fumetti sul folklore siciliano, sulle leggende e sui proverbi siciliani. Una ricerca un po’ di nicchia, però abbiamo avuto un ottimo riscontro a Etna Comics, abbiamo anche creato un gioco sui proverbi e in molti si sono divertiti a pescare il proprio proverbio per poi sentire il responso dell’oracolo del gioco.

Callerami-2.jpg- Prima di concludere, puoi svelarci qualche dettaglio sul nuovo progetto a cui stai lavorando?

Sì certo, per il momento è una cosa che pubblico solo online, non ha una casa editrice, è una cosa completamente diversa da Dandelion. Mentre qui abbiamo una cosa sensibile dove si rischia di piangere, nell’altro mio progetto si ride, almeno per chi coglierà le battute, si ride. Un cambio radicale di registro, anche come stile ha un tratto molto più lineare. Si chiama Lui e l’Orso, cercate su Facebook se volete conoscerlo. Parla di una coppia di coinquilini, entrambi ragazzi, maschi, in pratica è a tematica omosessuale, che magari per il mondo del web è un argomento abbastanza inusuale, almeno accostato al genere comico. E’ un po’ hot, quindi è consigliato ad un pubblico adulto. In questa coppia abbiamo Orso, un “orso” (chi conosce la comunità omosessuale sa che i bear sono i personaggi più apprezzati), che cerca di conquistare, con dei modi che potremmo definire non proprio romantici, l’altro coinquilino, Simone, che invece non ci sta perché è molto più all’antica e preferirebbe essere corteggiato alla vecchia maniera. Così abbiamo questa serie di gag divertenti con l’orso zozzone che ci prova in continuazione e l’altro che fa: “ah no, così… in questo modo no!” E poi ci sono altri personaggi che abbiamo inserito per rendere più ricca la storia. Per scoprirne di più vi consiglio di seguire le pagine, oltre che di Dandelion anche di Lui e l’Orso, così prima piangete con Dandelion e poi per riprendervi magari vi fate quattro risate con Lui e l’Orso. La cosa bella è che non è un fumetto rivolto solo al mondo omosessuale ma più o meno a tutti, infatti molti sono i lettori che pur non essendo omossessuali lo seguono, lo apprezzano e si ritrovano nelle situazioni del fumetto, perché le dinamiche di relazione sono le stesse, non sono diverse da quelle che si creano fra uomini e donne, così molti mi hanno scritto dicendomi che si ritrovano in queste scene, si ritrovano sia in Orso che in Simone. Questa è una cosa che io apprezzo perché credo di essere riuscito a far capire che le dinamiche di relazione tra due ragazzi sono uguali a quelle che ci sono fra un uomo e una donna, non c’è differenza. Sono contento che sia stato apprezzato. E’ una pagina che ho aperto da due mesi ed ho avuto un riscontro che non mi aspettavo, forse perché l’ho fatto senza pretese. Avevo voglia di rilassarmi, perché comunque le tavole di Dandelion sono stancanti, studiare la regia e i dialoghi è stancante, così avevo voglia di fare qualcosa di più leggero e divertente, e sono contento che abbia avuto un inaspettato riscontro positivo. Ringrazio tutti i miei lettori e tutti coloro che mi seguono, che mi supportano e che condividono le mie cose, nonostante io non sia un fumettista noto, ma piano piano sto riuscendo a far conoscere il mio nome soprattutto grazie a loro. Ringrazio anche Lucio Staiano per aver creduto in me e per aver pubblicato Dandelion. Avevo bisogno di qualcuno che credesse in me. Infine ringrazio voi di AnimeClick.it per questa intervista.

- Siamo noi che ringraziamo Salvatore "Disni" Callerami per questo piacevole colloquio e per essere stato nostro gradito ospite.

Un saluto agli utenti di AnimeClick.it, ciao!
 
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