Abbiamo visto fino ad ora ben quattro giochi targati Persona 4 nelle produzioni Atlus (cinque, se vogliamo contare l'importante espansione rappresentata da Persona 4 Golden), eppure con Persona 4 Dancing All Night abbiamo un gioco che incontra - in maniera alquanto bizzarra - la storia originale, in un rhythm game che farà impazzire i fan del genere.
 
1435649589-persona-4-dancing-all-night-illustration.jpg

La storia del nostro titolo dimostra che i temi mostrati nel primo Persona 4 non si limitano ad un solo gioco, bensì vengono mostrati sotto altre forme in ciascuna delle trame narrate fino ad ora: l'accettazione del prossimo e di noi stessi, l'incontro con gli altri e il nascere dell'amicizia o dell'amore, la crescita di un individuo ecc... sono elementi di grandissima importanza nella vita reale e anche nel gioco.
L'Investigation Team di Inaba in Persona 4 Dancing All Night è cresciuto e, mentre negli altri titoli i personaggi dovevano confrontarsi con le proprie paure e i loro sogni o desideri repressi, adesso sembra proprio che siano diventati quasi dei maestri che hanno compreso il loro animo. Toccherà perciò a loro far passare da classe ''studente'' a ''maestro'' tutti quelli che non hanno ancora accettato qualcosa della loro persona(lità).

Cala il sipario su Persona 4... ma si aprono le danze!

 
Se in Persona 4 Arena non abbiamo potuto vedere bene il cast di Inaba a causa della presenza dei protagonisti di Persona 3, ora ne abbiamo l'opportunità: la storia, cronologicamente parlando, è ambientata un mese dopo gli eventi di Persona 4 Golden e molto prima di quanto vediamo in Persona 4 Arena. A prima vista sembrerebbe un riciclo del gioco di Hatsune Miku (tra l'altro era nata una collaborazione tra i due studio che, per motivi ignoti, è finita prima che il gioco vedesse luce sugli scaffali nipponici), ma è qualcosa di più grazie all'impronta Atlus, ben conosciuta per i lunghissimi dialoghi (in inglese) tra i personaggi dei loro giochi e per aver dato un'atmosfera da visual novel ai suoi Persona. Come già detto, Dancing All Night sfoggia i suoi personaggi principali sotto nuove vesti (da ballo) più mature e ne fa di loro la figura chiave da cui gli altri dovranno quasi prendere esempio per risolvere i conflitti interiori che li attanagliano. Rise Kujikawa, la bella idol che non si lascia mai sfuggire un'opportunità per stare con il nostro protagonista (Yu Narukami, come ufficialmente ribattezzato), ha una richiesta per i suoi compagni di avventure/disavventure: accompagnarla sul palco di un nuovo festival per un ritorno in grande stile.
 

Le cose sembrano andare bene, quando - come è da prassi per la serie - si verifica un misterioso incidente che vede il gruppo Kanami Kitchen pian piano scomparire nel nulla.
 
Per chi avesse seguito i titoli di Persona 4, avrà già capito chi è il criminale che si nasconde dietro tali eventi: il Midnight Channel, qui ribattezzato come Midnight Stage, una dimensione parallela in cui Yu e compagni dovranno aiutare Rise a salvare le sue amiche.
 
Rispetto alla storia originale, tuttavia, non dovrete andare in giro per il dungeon e far fuori gli shadow che lo circondano, bensì ballare, in quanto i vostri Persona questa volta saranno del tutto inefficaci. Sembrerà ridicolo, ma a ben pensarci ha senso: non è una giornalista quella che Yu e amici dovranno salvare. Si tratta di un mondo sviluppato dalla mente delle idol che ne sono finite dentro (a proposito di ciò, gira voce che un sito internet sia in grado di catturare colui che ci naviga...), quindi la musica e il ballo sono parte estremamente fondamentale.

La Story Mode è essenzialmente così, dunque: un bel tot di dialoghi (alcuni abbastanza divertenti) e delle sessioni che ci vedranno provare il bel gameplay creato da Atlus. Peccato che queste ultime non siano tante a confronto delle numerose scene da leggere e qualche volta arricchite da un artwork (ce ne sono ben pochi a differenza di Persona 4 Arena e non di spiccata bellezza rispetto a quelli visti del suddetto titolo). Un'altra modalità fulcro del gioco è senz'altro la Free Dance: scegliendo le diverse difficoltà dei brani potremo cimentarci nella selezione di brani tratti dai vari Persona 4 che la Atlus ci ha messo a disposizione. Le sfide non saranno tantissime, ma le difficoltà più grandi sapranno tenerci incollati allo schermo per un po', in quanto non tutti i brani sono facili come sembrano. Una volta portato a termine un brano avremo ovviamente a disposizione dei soldi da spendere nella sezione Shopping in cui Tanaka sarà ben lieto di accoglierci con i suoi prodotti (nuovi costumi, nuovi accessori, oggetti per sbloccare nuovi personaggi tra cui Margaret e altri per aumentare o diminuire la difficoltà dei brani).
 

Gameplay


PD1.jpg
 
Il gameplay è semplice e intuitivo: durante la canzone vedremo delle stelle partire dal centro dello schermo per avvicinarsi ai suoi bordi. In base a quelle che vedremo più vicine dovremo premere con il tempismo giusto i tasti direzionali su, sinistra, giù o triangolo, cerchio e X. In cima allo schermo noteremo, oltre al nostro punteggio, anche dei mostriciattoli in miniatura che diventeranno di colore verde se la nostra performance sta andando bene. Ma cosa saranno mai le stelle presenti al lato destro, subito dopo l'indicatore che indica il successo del brano? E' presto detto: qualche volta, nel corso della canzone, apparirà un cerchio che, se allineato con quello che raggruppa i pulsanti da premere, aggiungerà una stella alla modalità Fever (il tutto si fa muovendo in su o in giù una delle due levette analogiche). 
 
Una volta arrivati a tre, un nuovo personaggio si ''intrufolerà'' nella vostra scena per ballare con voi. Nota negativa: anche se sbaglieremo qualche nota (stella), i nostri personaggi continueranno a ballare senza inciampare sui loro piedi. L'unica cosa che ci fa notare che stiamo facendo qualcosa di errato sarà il commento di un personaggio esterno, che non vedremo sulla scena... qualcosa tipo ''Aww, man, what are you doing?''.
 

Grafica e audio 

 

 
La parte 'tecnica' del gioco è splendida, poco da aggiungere. Le coreografie sono eccezionali e ogni personaggio ha il proprio stile di ballo, con modelli poligonali senza alcun difetto. 
Poiché la coreografia è particolarmente animata, però, si rischierà di non vedere una stellina passare tranquilla dal centro dello schermo e a causa di alcune tracce abbastanza frenetiche non avremo modo di osservare bene i personaggi ballare.
Le tracce audio sono bellissime (immancabilmente create da Shoji Meguro) e i remix, sebbene in quantità un po' eccessiva, sono ben fatti. Alcune OST, tuttavia, sembrano prese così come erano state proposte nel primo Persona 4, il che fa pensare ad un momento di pigrizia avuto dagli sviluppatori.
In ogni caso, i brani potremo ascoltarli tranquillamente nella sezione appositamente creata per i fan che vogliono prendersi una pausa da tutte le ore di ballo.
 

Considerazioni finali

Persona 4: Dancing All Night rappresenta uno dei migliori giochi musicali presenti sul mercato nonché un degno capitolo conclusivo per la lunga lista di titoli marchiati P4.
Il gameplay è forse la parte che più vi piacerà del gioco e la storia per quanto a tratti potrà sembrare ''strana'' è interessante da seguire. Anche questa volta Atlus ha fatto centro, perciò Get ready... to dance!