Buondì amici dell'Italian Indie Comics Award! Siamo ormai alle ultime battute di questa nostra rassegna e prima di accomiatarci da voi e prepararvi alla votazione ci mancano da presentarvi ancora poche opere. Tra queste vi è Soul Labyrinth di Corvoblu.
 
Un giorno Davide si ritrova in casa due mostri. Per ragioni diverse, queste creature gli chiedono di raccontare la storia degli ultimi giorni di Noterre, il loro paese natale. Davide ha una strana connessione con Noterre e, in particolare, con un suo abitante, Ego, i cui ricordi inziano a fluire liberamente nella mente di Davide. Messo alle strette, Davide inzierà a mettere nero su bianco il racconto di Ego e del suo viaggio assieme agli amici alla ricerca di una via di fuga da Noterre...

Soul Labyrinth è una storia particolare che nasce e si sviluppa in maniera fantasiosa partendo da un presupposto alquanto atipico: "E se un fumettista non stesse scrivendo una storia per propria volontà, inventandosela, ma fosse proprio la storia stessa che vuole essere raccontata ed usa il fumettista semplicemente come tramite?". Il protagonista dell'opera, Davide, non diventa quindi fumettista per scelta, ma viene costretto dagli altri comprimari (che si divertiranno a stuzzicarlo e spronarlo nel proprio cammino) a raccontare una storia non sua che gli tornerà in mente pian piano con il procedere della narrazione. Una storia su un paese leggendario in rovina e della grande avventura che sarà necessario compiere per sfuggire alla sua distruzione. Una storia classica quindi, ma completamente rivista da un punto di vista peculiare come quello dell'autore che stuzzicherà la lettura di tutti gli appassionati del genere fantasy, e non, che non si spaventano davanti alla lingua inglese e son desiderosi di leggere per una volta qualcosa di non convenzionale.
 

Corvoblu inoltre caratterizza la propria opera intrecciando sapientemente vari livelli temporali (presente della realtà, passato di Noterre e passato remoto di Noterre) distinguendoli usando per ognuno un differente stile grafico. Avremo così alcune pagine disegnate in stile graphic novel in bianco e nero, altre in bicromia a tinte piatte rispettando una certo tipo di scuola francese, ed altre ancora in toni di colore utilizzando un'incrocio tra la scuola francese e quella inglese. Una varietà di stili che sicuramente non potrà far altro che impressionare il lettore e dimostrare la bravura dell'autore che, come potrete vedere dal suo blog, nel tempo si è cimentato con parecchie altre opere variando ogni volta il proprio stile nella continua ricerca di trovare il giusto stile per la giusta storia.

Ecco quindi l'intervista a Corvoblu:

Chi sei? Da dove vieni? Come hai iniziato a disegnare? Raccontaci la tua storia! 

Il corvo si inerpica sulla sua sedia a trespolo: "Uhrrmm, innanzitutto benvenuti. Io sono il Corvoblu, Sarà un nome poco fantasioso, forse, ma vi assicuro che è il più appropriato. Vengo da un uovo deposto in qualche foresta dell'Italia settentrionale, finito, chissà come, nelle mani del mio umano. Scuserete, quindi, se non ricorderò il nome esatto del posto e se, al contempo, mi sentirò autorizzato a non considerare la grigia città del mio umano come il mio luogo di provenienza. Ho imparato a disegnare più o meno nello stesso stesso periodo in cui ho imparato a volare.." poi fa una pausa, guarda un attimo fuori dalla finestra. Lentamente riprende: "Sto ancora imparando. Come per tante altre cose, imparare è un processo continuo, In merito al fumetto io e il mio umano condividiamo un po' l'anima delle bestie da fiera, e lui si è aggregato a diversi gruppi di teste fumettanti nel corso degli anni.. I dettagli però hanno sempre avuto poco interesse per me.".

Qual’è il tuo maggiore riferimento artistico?  Quali sono le tue opere a fumetti preferite?
 
Il corvo si volta verso gli scaffali dietro di lui. Sospira. "La lista è lunga. Considerando poi che è importante tenere presente anche l'età a cui si entra in contatto con certe opere (per via della diversa permeabilità della propria mente a certe idee ed emozioni), la lista finisce per farsi anche complicata. Mi limiterò all'essenziale e farò finta di dimenticarne una parte. Prima di tutto Nausicaa della valle del vento, di Hayao Miyazaki. Il mio umano ripete sempre che è la cosa migliore mai stata scritta ma, secondo me, così si incasina soltanto. Altri giapponesi essenziali direi sono Daisuke Igarashi, Taiyo Matsumoto e Iou Kuroda. Per la Francia direi Sfar e Vives, dal continente americano mi limiterei a Mignola, David Mack (con Kabuki, in particolare), Tony Sandoval, Paul Pope e Craig Thompson. Italiani di cui spesso sfoglio i lavori sono Gipi e Toffolo. E non posso certo esimermi dal menzionare Peeters (svizzero, se non ricordo male), ovviamente. Questa è una lista non esaustiva, ma spero di aver reso l'idea.." diverse volte il corvo sembra voler riprendere il discorso. Alla fine, scrolla le ali abbattuto.

Con che stile preferisci disegnare? Quali tecniche usi ?
 
"La tecnica che uso più spesso è il bianco e nero. Ho inziato usando il pennino: decisamente più semplice per chi ha una...carenza di dita, Ma con il tempo ho iniziato ad apprezzare di più il pennello ed ora, lo uso decisamente più spesso. Non ho nulla contro il colore, anzi... ma non ho ancora trovato la... uhmmm... diciamo la mia maniera di utilizzarlo, ecco." Il corvo pulisce distrattamente alcune penne delle sue ali. "Comunque" continua " apprezzo anche la bicromia. In effetti è la via di mezzo che uso più spesso. E per quanto concerne lo 'stile', direi che è una cosa più da umani che non da corvi." ci pensa un attimo sù "In effetti ritengo sarebbe più proficuo se fossi io a chiedere a voi a quale stile ritenete appartengano le mie opere..."

Cosa significa per te fare fumetti? Che cosa differenzia per te i fumetti da tutto il resto? 

"Il corvo, come tutti quelli della sua specie, non ha labbra, o guance, eppure avete la chiara sensazione che stia sorridendo. -Finalmente una domanda facile! Avete presente respirare? Ecco."
 

Cosa che ti piace del tuo lavoro come fumettista? E cosa no? Raccontaci una cosa che ami e una cosa che odi del mondo dei fumetti e del tuo lavoro. 
 
"Quello del fumettista è un lavoro spesso solitario e la cosa mi aggrada... anche se il mio umano la pensa diversamente. A lui piace collaborare con altri autori (non che gli capiti spesso eh). Comunque entrambi condividiamo la passione per le fiere, anche se per motivi diversi. Per me sono banchetti, per lui occasioni di conoscere altri autori di fumetti. Per quanto concerne gli aspetti odiosi di questo lavoro... bé per me non è un lavoro, ed essendo corvo la cosa non mi tange. Al mio umano il fatto che non possa considerarsi un fumettista per lavoro sembra pesare assai, invece. Fatti suoi, Craaa Craaa Craaa!"
 

Com’è nata la tua opera?  Quali sono i tuoi piani per essa? 

"Un giorno camminavamo nel bosco, io e il mio umano. Era da un po' che non lo vedevo, nell'ultimo periodo era stato molto preso. Di solito non si parla tantissimo, io e lui, quando si va a zonzo, ma quella volta lui ha iniziato a raccontarmi di quello che gli era capitato negli ultimi...tempi. E' da lì che è nato tutto." Il corvo sembra, di nuovo, riflettere su diverse cose. Più volte apre la bocca per dire qualcosa, ma ci ripensa prima ancora di aver pronunciato la prima sillaba. Dopo un lungo silenzio, riprende: "Esistono diversi motivi per cui un'opera viene scritta, e penso che i motivi più forti siano quelli enunciati da Arundathi Roy in 'Guerra e pace', quando parla del complesso intreccio di morale, rigore e responsabilità che l'arte, e la scrittura stessa impone a chi scrive. Ma alle volte un'opera nasce da necessità di tutt'altra natura. Non tanto dall'immersione nel mondo di fuori, ma in quello di dentro. Respirare. Forse è la forma più bassa che un'arte possa avere, quella di rivolgersi solo all'interno, e non è certo questo l'obiettivo del mio racconto." C'è una polla d'acqua vicino alla sedia a trespolo del corvo. Dopo aver pronunciato le ultime parole, quasi tra sé e sé, il corvo scende alla polla a dissetarsi. Con il becco ancora grondante d'acqua si rivolge nuovamente a voi: "Non c'è nessun piano per Soul Labyrinth. Quando ancora l'unica tavola esistente era quella della tempesta, è stato scritta un'ossatura, un racconto che andava da un'inizio ad un finale. Ma ad ogni passo intrapeso lungo questa ossatura, carne e muscoli sono cresciuti su di essa. E' qualcosa tra arte e scienza, se vogliamo, come ricostruire le fattezze di una persona dal suo scheletro. Ed è anche ad altissimo rischio di metastasi."
 

Cosa ami della tua opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award? 
 
"Amare? Uhmmm...qui e ora suona strana come domanda. Direi che, della mia opera, amo la capacità di essere una storia, con tutto quello che molte storie tentano di essere nella realtà. Per quanto riguarda il motivo per cui i lettori dovrebbero votarla credo non siano questioni da corvo."
 
Ringraziandoti per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: saluta il tuo pubblico! 

Il corvo fa un inchino, reso teatrale dal movimento delle ali che si aprono a ventaglio, come una sorta larga gonna. Vi accompagna, quindi, alla porta del suo studio e, dopo un breve momento, chiude nuovamente la porta dietro di voi.
 
 
Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti. Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!