Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento libero, con l'anime Little Busters, la novel Video Girl Ai - Video Girl You, Video Girl Yume e il manga The Lost Canvas - Il mito di Ade.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


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Saint Seiya - The Lost Canvas, di Shiori Teshirogi, nasce come prequel al manga di Saint Seiya, ed il suo scopo era quello di narrare gli eventi accaduti duecento anni prima di quelli della serie originale, ovvero la Guerra Santa tra i Saint di Atena e l'esercito di Hades, che finora erano stati solo accennati. L'intento era questo, molto interessante senza dubbio, ma poi il buon Kurumada ha realizzato Next Dimension, ed essendo lui l'autore del manga originale, The Lost Canvas ha perso valore, diventando di fatto una versione alternativa, una sorta di "what if" che non trova spazio nella cronologia della serie. Cionondimeno, il manga è abbastanza valido e gradevole da leggere.

Innanzitutto, faccio una premessa personale. Questo per me non è Saint Seiya. Ha il nome, ed è un nome pesante, ma questo è appunto The Lost Canvas. I rimandi alla serie originale sono tanti, alcuni dicono troppi, tanto che sembra una copia mal riuscita, ma non è questo il punto.
L'autrice aveva dei vincoli stretti per quel che riguarda la storia. Difatti il finale di questo manga era già scritto, e tutti sapevano qual'era, era già stato raccontato nel manga originale di Kurumada. Dunque l'autrice aveva una libertà limitata, e per quanto ha potuto ha gestito bene la storia, riuscendo alla fine ad indirizzarla sul giusto binario, con un finale che ben si riallaccia alla serie classica, come era giusto che doveva essere nella sua natura di prequel.

La storia è valida, la sceneggiatura come detto aveva binari imposti, il che ha reso il manga e l'esito dei vari combattimenti prevedibili, vedi tutti i Gold Saint che muoiono uno dopo l'altro, si sa che da dodici sarebbero rimasti in due, ma almeno gli scontri sono stati belli, con nuove tecniche inedite.
L'aspetto dei personaggi, e il loro carattere, specialmente dei Gold Saint di nuovo, ricordava fin troppo quelli della serie originale, ma è forse un modo di farli piacere ai vecchi fan (forse non riuscendoci però a giudicare dal parere di qualcuno), come anche la storia, che si, in alcuni punti sembra scopiazzata dall'originale, ma per come la vedo io, questo manga ha tentato di dare nuovo lustro al mito dei Saint, portando i suoi personaggi e le sue battaglie, in una nuova epoca, per nuovi lettori.

Lo stile grafico più accattivante e moderno, la regia più dinamica negli scontri, tutto per i nuovi lettori non avezzi allo stile statico di Kurumada, o che forse prima di Lost Canvas non avevano mai letto Saint Seiya. Quale occasione migliore dunque? Forse qualcuno si sarà incuriosito e sarà passato al manga originale, altri no, ma di certo The Lost Canvas ha contribuito alla fama di Saint Seiya, in un periodo in cui il marchio è tornato alla ribalta, con l'altro prequel "Episode G", e il sequel ufficiale del manga "Next Dimension".



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"Little Busters" è un fantastico tributo alla vera amicizia e a tutto ciò che ne potrebbe conseguire, un tipo di amicizia che non teme barriere, profonda e capace di aiutarti a superare qualsiasi ostacolo, un tipo di amicizia pulita, leale, follemente divertente, un tipo di amicizia contagiosa che, personalmente, mi sarebbe tanto piaciuto ritrovare anche nella vita reale ma... no! Direi che, soprattutto a questi livelli, si tratti di un tipo di relazione puramente fantastica, qualcosa di così "perfetto" e "buonista" da essere considerato a tutti gli effetti utopico e nulla più; tuttavia, a patto di non lasciarsi cogliere da invidia o tristezza, per non aver potuto contare, neanche lontanamente, su questo tipo di rapporti, risulterà particolarmente piacevole immergerci in questo sogno animato.

Inizialmente "Little Busters" potrebbe sembrare quel che (purtroppo?) non è. Ciò che mi spinse a seguire quest'opera fu la simpaticissima follia dei primi episodi che lo facevano apparire come un ottimo anime demenziale di quelli stile "Excel Saga" che di una vera e propria trama non hanno neanche poi tanto bisogno, ma nei piani dell'autore evidentemente c'era in mente qualcosa di diverso, tuttavia qualcosa di non ben definito e qui mi spiegherò meglio; "Little Busters" andrà ad affrontare diverse parentesi drammatiche legate ai suoi protagonisti, talune con risvolti di tipo paranormale che, a primo impatto, mi hanno fatto storcere il naso ritenendole discretamente fuori luogo, ciononostante non si dovrebbe negare che siano state gestite con particolare cura sia dal punto di vista estetico che narrativo risultando abbastanza profonde, talvolta "poetiche" talvolta un pelino bizzarre, quasi mai particolarmente originali e sorprendenti ma nel complesso più che discrete. La vena comica iniziale andrà via via affievolendosi ma, fortunosamente, non ci lascerà mai del tutto.

Ho apprezzato parecchio la caratterizzazione di quasi tutti i personaggi principali ad esclusione del protagonista vero e proprio Naoe Riki che risulta essere decisamente piatto, poco interessante, il solito ragazzetto gentile, altruista, delicatino e quasi "effeminato", tipologia di personaggio già trita e ritrita che non riesce minimamente a risaltare né in quest'anime né col raffronto ad altre opere e personaggi similari. Per quanto riguarda gli altri invece nulla da eccepire, storie e caratterizzazioni curate e ben differenziate; pur non essendo affatto un amante del "moe" ho gradito moltissimo la simpatia, la dolcezza e la stranezza di tutti i personaggi femminili, personaggi che ti rimangono sicuramente impressi chi per un motivo chi per un altro.

Giudizio assolutamente positivo per quanto riguarda il comparto tecnico, certe ambientazioni risulteranno davvero suggestive. Le musiche fanno il loro dovere in modo non troppo invadente, riescono comunque ad enfatizzare diverse situazioni, molto bella la sigla d'inizio.

Difficile assegnare una valutazione completa ad un anime "incompleto" come questo, l'ultimo episodio della prima serie non porta le risposte che si andavano cercando, non conclude assolutamente nulla, viene tutto rimandato alla seconda stagione con delle piccole previews che lasciano pensare a qualcosa di buono sotto il punto di vista di sviluppi "maturi" e allo stesso tempo mi mettono in guardia sulla possibilità di ritrovare altre "sgradite" fasi sovrannaturali.
Staremo a vedere.



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Masakazu Katsura, dopo i successi ottenuti con Video Girl Ai, lascia temporaneamente i manga per dedicarsi insieme a Sukehiro Tomita - sceneggiatore conosciuto per aver curato, tra gli altri, anime come Kiss me Licia, Capricciosa Orange Road e Yu degli spettri - alla scrittura di un romanzo composto da tre racconti. L'inedita accoppiata di artisti ha dato vita a un libro che, anche se non passerà alla storia, è estremamente gradevole.
Premessa importante per chi non ha letto il manga: cosa sono le videogirl? In poche parole sono delle ragazze che si materializzano quando vengono riprodotte alcune particolari videocassette. Una videogirl ha il compito di assistere i ragazzi puri di cuore - gli unici che possono noleggiare le loro videocassette - che hanno subito una delusione d'amore e continuano a pensare al bene degli altri più che a se stessi; la sua vita è limitata alla durata del nastro (pochi giorni) e non può provare sentimenti per il suo assistito.
Dopo questa breve introduzione diamo un'occhiata ai racconti che compongono il romanzo:

Video Girl Ai Amano
Chi ha letto il manga conosce già la storia: in pratica si tratta del racconto dei primi dieci capitoli del fumetto. Yota Moteuchi, innamorato di Moemi, non riesce a dichiararsi perché sa che la ragazza è infatuata del suo migliore amico Takashi; un giorno Yota si imbatte in uno strano videonoleggio e ne esce tenendo in mano una videocassetta dal titolo "Io ti consolerò - Ai Amano". Quando Yota inserisce la cassetta nel videoregistratore, scopre che nella sua stanza si è materializzata una ragazza intenzionata a mettere in risalto i suoi lati migliori e a fare in modo che dichiari il suo amore a Moemi.
Video Girl Yu Kagetori
Shuji, innamorato di Miyuki, scopre di avere un temibile rivale in amore: il fratello Yuichi, che è molto più bello e bravo negli studi e nello sport di lui. In suo soccorso giunge la videogirl Yu, che non se la passa particolarmente bene: ha fallito la sua prima - e unica - missione non riuscendo a confortare il ragazzo che l'aveva noleggiata, e un nuovo fiasco vorrebbe dire per lei il ritiro definitivo dal noleggio e la cancellazione del suo nastro. Yu ha davanti a sé un'impresa epica, ma nonostante l'inesperienza si mette a disposizione di Shuji per infondergli sicurezza e migliorare la sua autostima.
Video Girl Yume Koyama
Yume è una veterana tra le videogirl e sta meditando di ritirarsi a vita privata. Per la sua ultima missione il gestore del Gokuraku - il videonoleggio riservato ai puri di cuore - ha preparato una sorpresa: dovrà assistere una ragazza. Yume si ritrova così in compagnia di Miho, una ragazza innamorata di Takeshi (suo amico da molto) che da quando sono iniziate le vacanze estive la tratta con freddezza e trascura lo studio per dedicarsi alle motociclette. Dopo aver assistito insieme a Miho a una spericolata gara motociclistica vinta da Takeshi, Yume trascorre una serata con il ragazzo durante la quale scopre il tormento che lo assilla e che lo ha portato ad allentare il suo impegno nello studio.

I racconti seguono lo stesso canovaccio, ma si fanno apprezzare perché non sono ripetitivi e affrontano diverse sfaccettature del variegato mondo delle videogirl.
Il primo, dedicato ad Ai, è un omaggio all'eroina che ha - di fatto - decretato la fortuna di Katsuura; visto che era impossibile sintetizzare il manga in circa 60 pagine gli autori si sono limitati a una rapida introduzione della storia che delineasse le caratteristiche di Ai e Yota. L'inizio del racconto è ricchissimo di dettagli, Tomita è riuscito a rendere alla perfezione con le parole quello che Katsura ha rappresentato con le sue tavole nella prima pagina del manga; in seguito, per esigenze di spazio, i due sono stati costretti a fare ampi tagli alla storia che altrimenti avrebbe occupato troppo spazio. Non male, ma va visto più che altro come un invito a proseguire la lettura o - se siamo maligni - come lo specchietto per invogliare ad acquistare il romanzo sfruttando il "brand" di Ai.
La storia dedicata a Yu l'ho trovata molto simpatica: quando mai la protagonista è una pasticciona insicura che rischia di essere licenziata in caso di fallimento? Forse è proprio il fatto di avere due persone per cui fare il tifo - Shuji con i suoi problemi di cuore e Yu per la difficoltà del proprio compito - a rendere coinvolgente il racconto. Il finale, a dire il vero, mi è sembrato un po' precipitoso e il modo in cui si risolvono le cose mi è parso più vicino a un miracolo divino che a un qualcosa riconducibile all'opera di Yu; ho apprezzato molto invece le parti in cui la videogirl si tormenta per la paura di fallire la sua missione che non ammette un risultato negativo.
Il racconto di Yume è quello più atipico e coinvolgente dei tre: mai era capitato di vedere una videogirl che volesse ritirarsi dal suo lavoro o intervenire in soccorso di una ragazza. La storia raccontata, dopo un prologo che narra dei sentimenti che Miho prova per Takeshi e dopo l'adrenalinica sequenza della gara motociclistica, tratta aspetti più profondi quando vengono affrontati i motivi che sono alla base del cambiamento del ragazzo. Il lungo dialogo tra Takeshi e Yume è un'interessante riflessione sui valori imposti dalla società nipponica, sulla voglia dei giovani di sovvertirli e di voler decidere da soli il proprio futuro, sui compromessi a cui si deve scendere per esprimere le proprie ambizioni senza rovinarsi la vita. Bello il finale, in cui le difficoltà tra Miho e Takeshi sembrano risolversi quando i ragazzi decidono di fare "un passo avanti" per comprendere le idee dell'altro: questo dovrebbe essere il modo giusto per risolvere i piccoli screzi quando capitano.

All'interno del volume compaiono diversi disegni di Katsura: oltre ai piccoli riquadri dedicati ai proagonisti dei racconti riportati all'inizio del volume sono presenti varie illustrazioni - anche a pagina intera - che spiegano nel dettaglio la scena narrata in quel momento. Oltre a queste immagini sono presenti anche alcune schede dedicate alle videogirl e a Moemi già viste in buona parte nel manga; belle, anche se danno l'impressione di essere un riempitivo.
Chiude il volume un micro manga (tre pagine) che vede le videogirl protagoniste di una giornata alle terme: divertimento nel sentire le chiacchiere in libertà di quattro ragazze che si rilassano, al quale si aggiunge un po' di pepe quando Ai - completamente nuda perché così si deve stare alle terme - cerca di convincere le altre ragazze a togliersi il costume.

Un romanzo che sfrutta il successo del manga al quale è ispirato, ma che propone anche elementi di novità e che non può essere definito come un tentativo di "spillare soldi" ai fan di Ai. Le due storie inedite sono coinvolgenti e saranno sicuramente gradite a chi ama le opere di Katsura e soprattutto Video Girl Ai. Il pubblico a cui è rivolto, però, non è limitato a chi ha apprezzato il manga: anche chi ama le commedie sentimentali potrà trovare interessanti i tre racconti proposti.