Se i giapponesi sono davvero maestri nel riproporre la pasticceria occidentale (al ricordo dei croissant di un piccolo forno nella stazione di Fukuoka, mi vengono ancora le lacrime agli occhi) la pasticceria tradizionale nipponica è facilmente oggetto di discussioni, fra chi la ama alla follia e chi non riesce proprio a mandarla giù. Se volete iniziare a districarvi fra le molte proposte, ecco nove dolci tipici con cui potete iniziare il cammino verso l'illuminazione!

Anmitsu
 

Il nome ci svela i suoi ingredienti, infatti è composto da anko (una marmellata dolce di fagioli azuki da cui deriva l'an di anmitsu) e mitsu, uno sciroppo dolce nero di zucchero. In più c'è anche l'agar agar che serve a formare la gelatina in cui immergere l'anko e la frutta mista (ciliege, ananas, pesca, ecc...); il tutto è poi ricoperto appunto con lo sciroppo. Servito comunemente nelle sale da thé, di solito si mangia con cucchiaio e forchetta. Numerose sono le varianti, che possono comprendere mochi, gelato al thé matcha, dango.


Taiyaki
 

In questo caso il nome indica il contenitore e non il contenuto: infatti significa "orata al forno", ma del pesce ha solo la forma! Preparato usando l'impasto dei pancake o dei waffel, è solitamente ripieno di anko (vedi sopra), ma sono piuttosto comuni anche quelli con la crema pasticcera, il cioccolato e perché no, anche formaggio, salsiccia o ripieno dei gyoza (i ravioli alla piastra).
Il Taiyaki fu cucinato per la prima volta nel ristorante "Naniwaya in Azabu", a Tokyo nel 1909 ma ora si trova un po' ovunque, soprattutto come street food. Io questo l'ho assaggiato sia nella forma salata che in quella dolce e ha ottenuto la mia piena approvazione!


Mitarashi Dango
 

Di dango ne esistono moltissimi tipi, ma questi sono forse i più comuni. Consistono di boules di mochi, ricoperte di uno sciroppo molto denso fatto mescolando zucchero, amido e salsa di soia. Sono spesso serviti con il thé verde. Ammetto che questi non sono proprio riuscita ad affrontarli..... la mia compagna di stanza però li gradiva molto!


Rakugan
 

Qui si può apprezzare il gusto estetico che i giapponesi ripongono anche nel cibo. Infatti questi dolci secchi, ottenuti mescolando farina di riso, amido, zucchero in polvere (detto wasanbon, un particolare zucchero raffinato, con un elevato grado di solubilità), sono poi messi in stampi appositi per dare loro forme originali e poetiche.
Al loro interno poi è possibile trovare ripieni vari: i più comuni sono l'anko e le castagne. Essendo molto popolare, si trovano facilmente nei grandi magazzini, ma sono tipici della regione di Kanazawa e Tokushima, dove, si dice, vengano prodotti i migliori.


Konpeito
 

Il nome forse non vi dirà niente, ma se avete visto "La città incantata" (dove erano date alle palline di fuliggine) o se avete letto "I cortili del cuore" e "Paradise Kiss" (in cui erano la medicina per il mal di pancia di Miwako), sapete bene di cosa sto parlando. Sono piccolissime caramelle, il cui diametro si aggira intorno ai 5-10 millimetri, fatte totalmente di zucchero colorato. Nonostante siano così piccole, ci vogliono dai 7 ai 10 giorni per fabbricarle, facendo colare acqua zuccherata in una vasca rotante chiamata dora, tutto ancora rigorosamente a mano. Le protuberanze che le fanno somigliare a piccole stelline si formano durante il processo di cottura.
Il loro nome deriva dalla parola portoghese "confeito": furono infatti i mercanti europei a introdurle in Giappone, intorno alla metà del 1500. Pare che nel 1569, Luís Fróis, un missionario portoghese, regalò una bottiglia di kompeito ad Oda Nobunaga per ottenere il permesso di diffondere il Cristianesimo.
Anche queste le ho assaggiate e me le sono portate a casa! Unico difetto? Sono molto dure, bisogna avere pazienza perché ci mettono parecchio a sciogliersi in bocca (a meno che non abbiate dei denti di ferro...).


Ningyoyaki
 

Alcuni li trovano un po' inquietanti: questo perché l'impasto di farina, uova e zucchero è cotto in uno stampo metallico che riproduce le fattezze di un viso umano! Di solito rappresentano i Shichifukujin (le sette divinità della fortuna) ma recentemente è anche comparsa la lanterna Kaminarimon del tempio Senso-ji ad Asakusa oltre a vari personaggi di fantasia. La versione più gettonata prevede una farcitura di anko. Il nome è un omaggio alla città in cui è nato, cioè Ningyo.


Mizu Yokan
 

Paura di ingrassare? Il Mizu yokan è quello che fa per voi: gelatina a base di acqua, agar agar, anko e zucchero (ma questi ultimi in quantità davvero minime). Il suo consumo aumenta soprattutto in estate, potendo essere gustato molto freddo. Per maggiori informazioni, leggete tutto quello che c'è da sapere in questo mio precedente articolo!


Namagashi
 

Il Namagashi è talmente bello che sembra un delitto mangiarlo! È un tipo di wagashi, tipica pasticceria tradizionale usata comunemente per accompagnare la cerimonia del thé giapponese. La loro caratteristica principale è quella di variare con le stagioni, rappresentando così foglie e fiori tipici di quel particolare periodo dell'anno.
Perciò sono preparati con pochissimo anticipo, hanno circa un 30% in più di umidità rispetto ad altri wagashi e sono composti usando solo ingredienti naturali.


Oshiruko
 

Tutto invernale è invece l'Oshiruko: trattasi infatti di una zuppa calda molto cremosa di fagioli rossi dolci (azuki) su cui galleggiano mochi grigliati. Ne esiste anche una versione alternativa, detta Zenzai che viene preparato con della pasta un po' gelatinosa mescolata all'acqua per farlo diventare tipo marmellata.

Avete assaggiato qualcuno di questi dolci? Vorreste assaggiarne qualcuno? In tutti i casi: itadakimasu!

Fonte consultata:
NipponConnection