Per molti appassionati di animazione giapponese, il lavoro dell'animatore rappresenta quasi un sogno, almeno fino a quando non ci si imbatte in uno dei tanti articoli sullo sfruttamento a stipendi miseri a cui sono sottoposti gli animatori.
Complice anche la difficoltà per gli occidentali di trovare lavoro in Giappone, l'industria animata nipponica è territorio quasi esclusivamente per asiatici (giapponesi, coreani, cinesi, ecc...).
Non appena abbiamo scoperto che nello staff di alcuni anime recenti era presente Mateusz Urbanowicz, un disegnatore europeo, polacco per la precisione, abbiamo quindi colto l'occasione per intervistarlo, senza le barriere linguistiche (ma anche sociali) che rendono a volte difficile avvicinare i giapponesi.

Di seguito riportiamo la nostra intervista, tradotta dall'inglese.
 
Mateusz-Urbanowicz

AnimeClick.it: Ciao Mateusz, potresti presentarti agli utenti di AnimeClick.it?

Mateusz Urbanowicz: Ciao! Mi chiamo Mateusz Urbanowicz. Sono nato e cresciuto nella regione della Slesia, in Polonia. Ho studiato ingegneria elettronica fino a quando non ho scoperto che l'arte può essere qualcosa in più di un semplice hobby. Dopo aver concluso un corso di computer grafica al Polish-Japanese Institute of Information Technology, mi sono trasferito a Tokyo grazie a una borsa di studio del governo giapponese per studiare animazione e fumetti. Mi sono laureato alla Kobe Design University,  presentando come tesi il cortometraggio animato intitolato Right Places. Dal 2013 lavoro come disegnatore di sfondi e animatore per lo studio di animazione Comix Wave Films a Tokyo. Oltre al lavoro professionale, continuo a produrre serie di illustrazioni, dipinti e altre opere personali.

Che percorso di studi hai seguito per arrivare a lavorare nel mondo dell'animazione giapponese?

Ho imparato colorazione digitale e disegno principalmente da autodidatta: anche dopo aver iniziato l'università in Giappone, passavo gran parte del mio tempo a cercare di migliorare la mia tecnica. Alla fine, è la qualità del lavoro finito che stabilisce se sarai in grado di lavorare da qualche parte oppure no.
Ho passato l'ultimo anno del mio corso di laurea magistrale a creare un cortometraggio animato, spendendo una grande quantità di energie per un'opera della durata di 5 minuti, che ho impiegato più di 8 mesi per completare. Proprio perché ho messo tutto me stesso in quest'opera, ho ottenuto un progetto rifinito in ogni dettaglio, che mi ha aperto le porte dell'industria dell'animazione.
 
Right Places, corto d'esordio, è visionabile con sottotitoli inglesi sul canale Youtube dell'autore. Di seguito il trailer.

Eri intenzionato fin dall'inizio a lavorare in questo ambiente, oppure l'hai deciso solo successivamente?

L'unica cosa che sapevo, una volta arrivato in Giappone, era che volevo guadagnarmi da vivere disegnando. Pensavo di diventare un illustratore, creando fumetti o lavori di animazione. Dopo aver passato un po' di tempo lì, mi resi conto di quanto fosse vasta e ricca la cultura visiva in Giappone, nulla a che vedere con ciò che avevo visto in Polonia. Narrazioni visive e illustrazioni qui fanno parte della vita quotidiana. Questo ha i suoi lati positivi, in quanto qui c'è molto lavoro per un artista, ma ci sono anche dei lati negativi, poiché la competizione è davvero molto accesa. Gli stili e i temi più popolari e mainstream sono più o meno affermati, e per un outsider è molto difficile far notare la propria arte. Mi resi conto che non avrei avuto molte possibilità di successo disegnando personaggi o creando storie, di conseguenza ho provato a emergere nel campo in cui mi sentivo più "forte", quello degli sfondi digitali, questo è a tutt'oggi il mio lavoro.

Esattamente, in cosa consiste il tuo lavoro?

Nello studio mi occupo principalmente di disegnare gli sfondi. Quando lavoriamo a una produzione cinematografica di rilievo prodotta in-house (come nel corso dell'ultimo anno), allora mi concentro unicamente su quello. Ricevo delle bozze dettagliate, i cosiddetti layout, a volte delle foto di riferimento, e alcuni sfondi di esempio disegnati dal direttore artistico per mostrarci che stile seguire. La maggior parte delle volte è una sola persona a occuparsi di disegnare tutti gli sfondi relativi a una singola location (per esempio la stanza del protagonista), in modo che non ci siano discrepanze tra le varie scene. Una volta colorati gli sfondi, questi vengono controllati e corretti dal direttore artistico (i disegni fatti da vari artisti devono corrispondere). Oltre agli sfondi, mi occupo anche di altro, come illustrazioni e concept art, e recentemente mi sono occupato per la prima volta degli storyboard di una serie televisiva.
 
Mottainai

In che modo ti interfacci col resto dello staff di produzione?

La prima cosa di cui mi sono reso conto, una volta arrivato in Giappone, è che conoscere il giapponese è indispensabile. Qui quasi nessuno parla inglese con scioltezza (anche se la maggior parte delle volte sono in grado di leggerlo e scriverlo correttamente). Nei primi mesi della mia permanenza qui ho seguito un corso intensivo di lingua, e  ora - dopo anni vissuti tra Kobe e Tokyo - sono in grado di comunicare piuttosto bene. Tuttavia, ho ancora molta strada da fare, prima di riuscire a esprimere perfettamente a voce tutto ciò che penso.

Sei un lavoratore indipendente oppure sei affiliato ad uno studio? In che modo scegli (o vieni scelto) per lavorare a qualche progetto animato?

Faccio parte dello staff dello studio, in quanto ho bisogno di un visto lavorativo per poter restare in Giappone. Una volta finita l'università, non mi è stato permesso di lavorare come freelancer. Quando ci viene assegnato un grande progetto, tutti noi dello staff iniziamo a lavorarci (siamo uno studio piccolo). A volte vengo scelto per altri progetti, perché sono uno dei pochi ad essere abbastanza versatile per lavorare, sia sui personaggi, che sugli sfondi, a mano libera o in digitale. La maggior parte dei miei colleghi, invece, è altamente specializzata in un solo campo.

Guardando i tuoi lavori si può notare una certa differenza tra lo stile degli sfondi di Hana to Alice, rispetto a quello dei lavori in collaborazione con Makoto Shinkai. In che modo adatti / modifichi il tuo stile di disegno in funzione delle richieste del regista?

Cose come lo stile e la quantità di dettagli sono decise dallo staff principale. Di solito il direttore artistico si occupa di disegnare i primi sfondi di esempio per varie scene del film.
Il resto dello staff, a partire da quelle basi, prosegue il lavoro con lo stile, i pennelli e l'uso dei colori. Nel caso di Hana to Alice abbiamo dovuto creare gli sfondi dell'intero film utilizzando solo una manciata di persone, così abbiamo usato uno stile "acquerello", in modo da dover disegnare un minor numero di dettagli. Questa è anche una delle cose a cui dobbiamo stare attenti e rifinire: la quantità di dettagli dev'essere costante per tutto il progetto e deve far sì che gli sfondi si armonizzino bene con i disegni dei personaggi.
 
Hana to Alice

Nei tuoi sfondi ci sembra di notare un'impostazione e una sensibilità fotografica. Sei per caso un appassionato di fotografia o la utilizzi per realizzare i tuoi sfondi?

Utilizziamo delle foto di luoghi reali come materiale di riferimento o layout, ma non le usiamo quasi mai direttamente. In progetti come i film di Makoto Shinkai, il realismo è un fattore molto importante per creare l'atmosfera dell'opera. Usare delle foto per comprendere, per esempio, in che modo la luce si riflette sulle finestre di un grattacielo ci è molto d'aiuto in quel senso.
Ancor prima di iniziare a lavorare per lo studio mi fu detto che i miei disegni e le mie tavole sembravano "scattati con una fotocamera", quasi come fossero fotogrammi di un film. Questo è uno dei motivi per cui ho voluto mettermi alla prova nel campo dell'animazione, usando questa particolarità del mio stile a mio vantaggio.

Da italiani, siamo un po' curiosi. Qual è la situazione dell'animazione giapponese in Polonia?

Non molte persone conoscono l'animazione giapponese o si interessano ad essa, o a qualsiasi altro tipo di animazione in generale (beh, eccetto forse cose tipo Frozen). È qualcosa di molto triste, specialmente se consideriamo il fatto che gli studi polacchi un tempo producevano animazioni di eccellente qualità, ma dovettero cedere il passo a produzioni giapponesi acquistate per pochi spiccioli proprio attraverso l'Italia: ricordo ancora che gli anime giapponesi venivano trasmessi alla TV polacca con sigle e doppiaggio italiano (N.B. nella TV polacca spesso le trasmissioni estere non vengono doppiate, ma c'è una singola voce, detta lettore, che legge tutto il copione, quindi è possibile udire in sottofondo il doppiaggio e le voci originali). Gli studi polacchi che disegnavano ancora a mano non poterono competere a lungo, e oggi sono quasi del tutto scomparsi. Un'altra opinione comune è che l'animazione 2D, in particolar modo quella proveniente dall'Asia, sia "roba stupida per bambini". Nei nostri cinema non venivano proiettati nemmeno i film Ghibli. Oggi abbiamo una piccola, ma agguerrita comunità di fan, ma gli anime sono ancora un argomento di nicchia.
 

Nell'animazione giapponese non è raro che i disegnatori che si occupano degli sfondi o delle animazioni di base, acquisendo esperienza, vengano promossi a ruoli di maggior responsabilità, arrivando addirittura a curare la direzione delle animazioni o la regia di alcuni film. Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

Ho appena raggiunto uno dei miei obiettivi principali prendendo parte a Kimi no na wa, così ho iniziato a pensare a cosa fare dopo. Mi piacerebbe davvero tanto lavorare a un film animato (anche breve) basato su una mia idea. Purtroppo, al giorno d'oggi l'industria dell'animazione giapponese possiede scarsi margini di profitto, perciò è davvero difficile realizzare un progetto non legato a un'opera preesistente (come manga o videogiochi famosi). Gli studi di animazione non hanno intenzione di rischiare e finiscono per respingere molti progetti che divergono dal cosiddetto mainstream. Immagino che dovrò contare sul web e sul supporto dei miei fan (e dei fan dell'animazione in generale) per raggiungere il mio prossimo obiettivo.

Al momento stai lavorando al prossimo film di Makoto Shinkai: puoi dirci qualcosa a riguardo?

Il motivo principale per cui volevo lavorare con Makoto Shinkai è che penso che i suoi film abbiano i migliori sfondi digitali. Abbiamo lavorato duramente su questo film e, dopo averlo visto sul grande schermo, posso dire che, esteticamente parlando, è il miglior film che abbia visto negli ultimi anni. Se vi sono piaciuti i suoi precedenti film, questo lo adorerete!
 

Com'è lavorare insieme a uno dei registi d'animazione più famosi degli ultimi anni?

In poche parole: mi ci sono abituato. Quando abbiamo lavorato agli spot pubblicitari che ha diretto, ho disegnato gli sfondi sotto la sua diretta supervisione (di solito c'è un direttore artistico a fare da intermediario). È molto attento agli sfondi e al compositing, quindi siamo in contatto diretto, e ogni volta imparo molte cose da lui. È proprio nel momento in cui lo racconto ad altre persone (in particolare a degli appassionati di anime) e queste rimangono stupefatte, che mi rendo conto di quanto sia un grandissimo privilegio poter lavorare insieme a lui.

Accanto alla produzione "ufficiale", hai anche realizzato progetti personali come Rudi e Right Places. Potresti parlarci un po' di queste iniziative?

Mi considero un autore, e non voglio passare tutta la mia vita a dipingere sfondi, per cui è naturale per me ideare dei progetti personali, in quanto è la cosa che mi dà più soddisfazione. Mi piace provare continuamente nuovi temi, nuovi strumenti e nuove tecniche: è proprio questo che mi dà un vantaggio come artista. Ho ideato un po' di progetti per dei cortometraggi animati, così come storyboard, disegni e serie di illustrazioni, cimentandomi un po' perfino con il 3D. Lavorare a questi progetti mi è molto utile per migliorare ulteriormente le mie abilità e spero che alcuni di questi possano evolversi, in futuro, in qualcosa di più grande.
 
Rudi

Molti addetti ai lavori, interrogati al riguardo, dicono che uno degli ostacoli principali per gli europei è il riuscire ad adattarsi ai ritmi lavorativi e alla mentalità giapponese. Cosa puoi dirci secondo la tua esperienza?

Il modo in cui si fanno le cose qui in Giappone può essere decisamente opprimente. Ho la fortuna di lavorare per uno studio che tratta piuttosto bene i propri dipendenti (anche se, quando le scadenze si avvicinano, la pressione aumenta esponenzialmente). La maggior parte degli animatori lavora come freelancer e viene pagata sulla base della quantità di lavoro che può produrre, inoltre le paghe in quest'industria sono molto basse. Ad ogni modo, ci sono numerosi articoli che parlano del fenomeno. La mentalità a volte può essere difficile da comprendere, a causa della mancanza di una comunicazione aperta e schietta. Molte cose vengono date per scontate e di conseguenza non vengono discusse e ci sono numerose prassi, regole e metodi standard di fare le cose che non devono mai essere messi in discussione. Questo rende difficile per uno straniero iniziare a lavorare, e ancor più difficile ottenere una promozione. Sto facendo del mio meglio per adattarmi, ma allo stesso tempo cerco di restare me stesso.

Che consigli puoi dare ai giovani europei che sognano di lavorare nel mondo dell'animazione giapponese?

Oltre a fare molta pratica con disegno e colorazione, completare i propri progetti e mostrarli alle altre persone (che è scontato), consiglio fortemente di imparare l'inglese alla perfezione, che è stato ciò che mi ha permesso di andare in Giappone e poter studiare in un'università giapponese. Ovviamente, imparare il giapponese sarebbe preferibile, ma fuori dal Giappone può essere difficile.
 

Come nasce la tua mascotte d'animale? Ha un significato particolare?

L'ispirazione è arrivata da alcuni personaggi manga ideati da Hayao Miyazaki, così ho voluto cimentarmi in una serie di illustrazioni con un cane come personaggio principale, una sorta di scrittore o poeta. Fa parte della mia serie di illustrazioni ad acquerello intitolata "Cold in Yokohama". Il risultato mi è piaciuto molto, il protagonista è divertente da disegnare, quindi l'ho fatto diventare il mio avatar/mascotte. Ho intenzione di disegnare altre storie su di lui.
Per chi volesse visionare altri lavori di Mateusz Urbanowicz, rimandiamo alla pagina personale dell'autore e al suo canale Youtube.