Riprendiamo la rubrica in cui presentare le opere più apprezzate dai recensori di AnimeClick.it di un determinato periodo, filone o genere.
In questo appuntamento raccogliamo tutti i manhwa più apprezzati, ovvero quelle opere di origine coreana che tanto sono affini alle letture nipponiche a noi ben note.
A seguire, una raccolta di recensioni di alcuni dei titoli in classifica.

Siete d'accordo con la classifica? Ci sono opere sopravvalutato oppure manca qualche titolone imperdibile?

E ricordate: le graduatorie dipendono da voi e le vostre valutazioni, quindi recensite sempre i vostri titoli preferiti!
 

1 I Fiori del Male 8.51
2 Priest 8.24
3 Le Mille e una Notte 8.13
4 Tower of God 8.11
5 The Tarot Cafe 8.07
6 Totally Captivated 8.03
7 The Summit 8.02
8 You Are So Cool 8.00
8 Ciel - The Last Autumn Story 8.00
10 Baljak 7.91
11 The One 7.84
12 La Sposa di Habaek 7.68
13 The Breaker 7.64
13 Sal Le Top 7.64
15 Maximum Ride 7.60
16 Banya - Hell’s angel Delivery Man 7.50
17 Model 7.48
18 Cronache di un guerriero 7.47
19 Redrum 327 7.43
20 Deja-vu 7.42
21 Noblesse 7.41
22 June - The Little Queen 7.40
22 Storia Color Terra 7.40
24 Veritas 7.39
24 Eternity 7.39

NB: non sono state inserite in graduatoria opere sprovviste di recensioni nella relativa scheda.


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Questo manhwa tratta il tema spinoso dell'incesto, senza però cadere in facili stereotipi ma, anzi, delineando alla perfezione la psicologia di un tipico legame morboso (infatti, l'incesto non è nient'altro che questo).
Partiamo dai personaggi.
I protagonisti sono due fratelli gemelli di sesso opposto, Sejoon e Sewa, entrambi dotati di una bellezza fuori dal comune, ma legati in modo ossessivo l'uno all'altra.
All'inizio della storia, sembra che sia Sewa a soffrirne di più, infatti tormenta in tutti i modi la fidanzata del fratello, Siyeon, e spesso si comporta in modo folle solo per ricevere tutte per sé le attenzioni di Sejoon, non dando peso al fatto che i suoi atteggiamenti la facciano vedere come una psicopatica agli occhi degli altri poiché tutto il suo mondo ruota intorno al fratello. Ma durante l'evoluzione degli eventi comincerà a chiedersi se valga davvero la pena pensarla così.
Sejoon, invece, è un personaggio dall'atteggiamento più ambiguo, in quanto all'inizio viene mostrato diviso tra l'insofferenza verso l'amore ossessivo della sorella e l'accettazione volontaria di questo e incapace di ribellarsi alle pretese di Sewa perché è un ragazzo troppo dolce e gentile;, però quando un vecchio amico d'infanzia, Kihoon, si avvicinerà sempre di più alla sorella mostrerà un lato egoistico e spietato che nessuno si sarebbe mai aspettato da lui...
Un altro personaggio interessante è Kihoon, l'amico d'infanzia dei gemelli, che a prima vista può sembrare il classico adolescente allegro e spensierato, ma man mano che la storia procederà si capirà che nasconde numerosi segreti e che ha avvicinato i gemelli per dei precisi motivi...
Invece, Siyeon, la ragazza di Sejoon, non ha niente d'interebssante se non che ad un certo punto della trama comincia a domandarsi se il suo amore per Sejoon è tale da farle sopportare tutte le angherie di Sewa e di essere sempre seconda a lei nel cuore di Sejoon.
Ma l'autrice non si è solo dimostrata brava a delineare psicologie realistiche, ma anche a creare notevole suspense e pathos senza essere patetica.
I disegni sono tipici dei fumetti per ragazze, infatti i corpi sono flessuosi e longilinei e gli sfondi vengono presentati solo quando sono assolutamente necessari, ma hanno un'aria così gotica e cupa che li rende perfetti per una storia di questo genere.
L'unica pecca per me è che in ogni volume si sottolinei come fossero identici da bambini Sejoon e Sewa, perché vi posso assicurare che i gemelli eterozigoti, di norma, non si somigliano più di due normali fratelli, e in alcuni casi possono anche non farlo. Infatti io ho un fratello gemello, ma tutti ci dicono sempre che non sembriamo neppure fratello e sorella dall'aspetto!


9.0/10
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Questo manhwa è di gran lunga una delle letture più sorprendenti degli ultimi anni. Mai quando, incuriosito dalle vivaci immagini, lessi i primi capitoli, avrei pensato che ToG mi sarebbe piaciuto tanto. Cominciamo dal principio: "Tower of God" è un webcomic, finora almeno, ovvero è pubblicato dall'autore sudcoreano (Siu) su un sito online, ma vi sono moltissimi siti che ospitano le traduzioni dell'opera.
Al momento della recensione sono usciti 130 capitoli, divisi in due atti, ma gli elementi introdotti sono tali che possiamo immaginare non si sia nemmeno a metà del cammino.
Il genere di cui stiamo parlando è lo stesso, grossomodo, di HxH, ma preso nel segmento iniziale, ovvero l'esame di hunter. Infatti la torre di cui il titolo è un altissimo edificio pieno di portali collegati a moltitudini di mondi.

Vi sono abitanti di questa torre e suoi scalatori, tutti vogliono arrivare in cima ed esaudire i propri desideri. Noi seguiamo le vicende di un "involontario" scalatore ("giocatore"? "partecipante"?) nella sua ascesa lungo i vari livelli, incontrando tanti comprimari e personaggi in generale, con una cura eccezionale per l'aspetto psicologico. Perchè ovviamente la maggior parte degli altri "scalatori" ha emozioni e ambizioni, punti di vista e affinità differenti dagli altri, e Siu è molto abile nello sfruttare i contrasti per portare avanti la storia, alternando il meccanismo del "tutti contro tutti" e del gioco di squadra. Sembra da quanto osservato che il focus sia esclusivamente sui personaggi. Questo è tendenzialmente vero, ma ho trovato nella lettura che il mondo fosse piuttosto interessante e originale (per la struttura a torre-portale, che consente infiniti margini di varietà!), e per la complessità delle spiegazioni durante i vari test cui i personaggi sono sottoposti nella scalata. Circa il tono del mahnwa, si può dire che alterni, come tanti altri, momenti scherzosi (Rak è un personaggio favoloso) e drammatici (molti personaggi sono spinti nella scalata da motivazioni tragiche). Mi ha ricordato Naruto (talvolta FMA) in più punti, ma in fondo tanti shonen si "scambiano" omaggi vicendevoli.
Come detto ToG si divide (finora) in due "stagioni", nettamente divise, anche temporalmente; al punto che iniziando la seconda ci si ritrova un po' spaesati! Ma niente paura, è un'effettiva continuazione, l'autore semplicemente ha voluto creare un po' di mistero e complicare (in senso positivo però) la storia.

In conclusione mi sento davvero di consigliare questo manhwa dal formato così particolare (non solo perché coreano, ma pubblicato in lunghe strisce verticali!), sia agli amanti degli shonen, sia a quanti appassionati di personaggi psicologicamente complessi, sperando vi sappia coinvolgere quanto ha fatto con me.


8.0/10
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Non ho letto molti Manhwa, ma questo titolo è uno dei miei preferiti, senza contare che ha veramente tanto da insegnare a diversi Manga con tema gang di teppisti a sfondo scolastico.

La storia è presto detta: Jo Pae è letteralmente un pazzo esaltato, egocentrico, scaltro come una volpe e dall'incredibile carisma. Questo basterebbe a convincere chiunque a fuggire lontano da lui, eppure, sarà proprio il suo atteggiamento a scatenare l'ira di alcuni, l'ilarità di altri nonché fascino e carisma in coloro che volenti o dolenti, diventeranno poi i suoi seguaci. Ma non si tratta di semplice rivalsa giovanile, bensì di un sogno più grande, quello che vuole portare Jo a diventare il più forte, se non il Re del Mondo intero. Questo permetterà al ragazzo di farsi due compagni che con lui non hanno assolutamente nulla da spartire, ma che tuttavia gli staranno sempre e costantemente accanto: Ho Ra, a sua volta una leggenda nella scuola che frequentava e con l'ossessione per le belle ragazze ed Han Ryu, misterioso e taciturno filosofo immerso in un mondo tutto suo concentrato di tatoo e piercing (e concedetemelo: forse un po' fatto). I tre combatteranno, perderanno, vinceranno, subiranno grosse perdite nel loro gruppo e verseranno lacrime, conquisteranno incredibili vittorie, rideranno e soprattutto cresceranno.

Cos'ha di diverso Bal Jak da altri titoli sul generis? L'incredibile verve dei protagonisti, dei comprimari e la forte caratterizzazione degli stessi sia a livello fisico che caratteriale, che catalizza il lettore nell'opera sin da subito permettendo di affezionarsi ai medesimi in maniera pressoché istantanea, cosa che non ho potuto dalla mia dire per altri titoli come QP e Worst. Ed è il disegno e la sceneggiatura dell'opera che andiamo ad analizzare nel suo svolgimento: cominciata a quattro mani dalla mente di Jeon Sang Young e dal disegno di Kim Young Oh, a metà serie prosegue e viene conclusa solo da quest'ultimo a causa di altri impegni e progetti di Young e per nessuna discrepanza tra i due, è il caso di specificarlo. Questo permette ad Oh di proseguire l'opera con più libertà mettendo le ali ai piedi dei suoi personaggi e ciò che ne verrà fuori è decisamente molto evidente, visto che l'opera stessa tocca temi un po' più profondi e sentimentali, evolvendo ulteriormente lo stile dapprima già particolareggiato e molto gradevole. Proprio nello stile di disegno di Oh è possibile incontrare diverse influenze giapponesi, la più palese parrebbe quella di Takehiko Inoue, visto che tra capigliatura ed espressioni, possiamo notare certe assonanze tra Jo e il più noto Sakuragi di Slam Dunk, sebbene nel tempo ciò vada a distaccarsi prendendo una strada tutta sua. Particolare non indifferente nella sceneggiatura, cominciata da Young e mantenuta salta da Oh, è una voce narrante non ancora ben identificata per tutto l'arco dell'opera che parla al passato, rivelando alcuni particolari inerenti ad un futuro che, ahimè, nella serie non vedremo mai.

Bal Jak sa emozionare, raccontando le vicende di una persona normale che vuole uscire dall'ordinario e per farlo non ha superpoteri del caso ne tanto meno è la reincarnazione di qualcuno o tanto più è stato scelto come predestinato da qualche antica e bizzarra leggenda. È solo un ragazzo completamente anonimo che vuole lasciare un segno nella storia, mettendoci tutto il suo impegno, carisma, entusiasmo e coraggio: questo rende Bal Jak un titolo veramente meritevole della sua lettura. Consigliato agli appassionati del genere e non solo, un buonissimo titolo.

Curiosità: Giorgio Ronchini, secondo classificato alla decima edizione del Grande Fratello, viene soprannominato Jo e nel suo account Facebook, porta il nome di Jo Pae, oltre che alcune foto in cui aveva lo stesso taglio con 'cicatrice' proprio come il protagonista di Bal Jak, a cui si aspira quale modello di vita, essendo un grande appassionato dell'opera.