Ormai è un rito che si ripete quattro volte l'anno. Si guarda la lista degli anime della nuova stagione, si addochiano quei due o tre titoli magari perché hanno una trama intrigante o magari hai già letto il manga o ne hai sentito parlare; e poi si comincia a provare un po' di tutto. È quello che è capitato a me con questa serie: messa nel calderone delle serie a cui dare un'occhiata e bollata frettolosamente come l'ennesimo clone di SAO, è subito salita al primo posto nella mia personale hit parade di anime seguiti in simulcast. Considerando che i miei generi preferiti sono il mistery e il fantasy si può ben capire quanto una serie che avesse il cardine proprio in questi due elementi fosse proprio fatta su misura per me. Così nell'entusiasmo dei primi episodi mi sono prenotato per la recensione pensando che alla fin fine mi sarei ritrovato a scrivere una recensione per far conoscere quello che ritenevo un bel fantasy ad una buona fetta di pubblico.
E invece no, mi sono ritrovato in mano la serie più discussa sulla rete, la più attesa settimana dopo settimana, quella che ha ispirato più meme, la più amata, ma anche la più criticata e la più odiata. In poche parole, qualunque sia la vostra opinione in merito, la serie dell'anno.
 
Rem & Ram


La Storia

Re:Zero kara Hajimeru Isekai Seikatsu, traducibile come "Ricomincio la vita da zero in un nuovo mondo" nasce da una web novel amatoriale scritta da Tappei Nagatsuki e raccolta poi successivamente in una serie di light novel illustrate da Shin'ichirō Ōtsuka.
 
Il protagonista della serie, Subaru Natsuki, è un giovane hikikomori che un giorno, tornando a casa da un konbini, si ritrova improvvisamente teletrasportato in un altro mondo. Per nulla impaurito dalla situazione, le sue aspettative sono quelle di essere un eroe dotato di poteri formidabili, evocato magari per salvare una bella principessa. Le aspettative si scontrano però con la dura realtà. Senza soldi e senza alcun potere, Subaru viene anche aggredito da un gruppo di banditi in un vicolo. In suo aiuto accorre Emilia, una giovane mezzaelfa dai capelli d'argento che si trova a passare nel vicolo per caso mentre si trovava sulle tracce di un ladro che le ha rubato un importante oggetto. In segno di riconoscenza verso la sua salvatrice, Subaru accetta di aiutarla, ma la missione si concluderà presto con la morte di entrambi. Subito dopo la sua morte Subaru si risveglia nell'istante in cui era arrivato in quel mondo e comincia a rivivere gli stessi eventi. Presto si renderà conto del suo potere. Ogni volta che muore, il tempo si riavvolge e lui ritorna all'inizio della storia.

ReZero Subaru e Felix

Questo è il fulcro della trama. Subaru rimane coinvolto in faccende più grandi di lui che finiscono per condurlo alla morte a volte in modo misterioso (in un caso ad esempio Subaru muore nel sonno senza neppure rendersi conto di cosa sia accaduto). Ricominciando da capo con scelte differenti, la soluzione dei vari misteri viene centellinata sapientemente nei vari loop e lo spettatore rimane sempre col fiato sospeso tra un episodio e un altro. E questa è la vera natura della storia. Se ci aggiungiamo i forti elementi emozionali, la tensione generata dai numerosi cliffhanger di fine episodio e l'uso talvolta anche un po' eccessivo di scene splatter ecco che abbiamo quello che si può tranquillamente definire come un fantasy thriller.

È vero, nessun elemento della storia è davvero innovativo, ma stiamo parlando di intrattenimento e Re:Zero intrattiene dannatamente bene. La storia è solida e non ha buchi di sceneggiatura. Come ogni buon mistery che si rispetti, ogni particolare è importante e magari un qualcosa che sembra poco significativo sul momento è invece un importantissimo indizio per il prosieguo della storia tanto che alcuni elementi si riescono a notare solamente a posteriori dopo una seconda visione.
Le sole cose che rimangono senza spiegazione purtroppo dipendono dal fatto che l'opera originale è ancora in corso e che nella trasposizione non si è ancora raggiunto il momento delle spiegazioni. E qui la produzione ha fatto una scelta furba.
Ha inserito tutti gli elementi importanti che potrebbero riallacciarsi alla serie successiva, ma ha dato comunque una conclusione alle vicende fermandosi non al termine della terza saga della novel, ma un pochino prima. Tutto sommato la conclusione è soddisfacente anche se di contro rimangono in sospeso diversi dubbi.
D'altro canto tutto ciò è giustificabile. Il materiale originale è un romanzo amatoriale e le prime tre saghe si svolgono in ben 164 capitoli (che sono circa poco meno della metà del materiale scritto finora). Le novel hanno già fatto gran parte del lavoro di revisione del materiale, ma anche l'anime ha, per forza di cose, dovuto comprimere tantissimo le vicende.

ReZero balena bianca


I Personaggi

Sono secondo me un altro punto di forza della storia. Il primo impatto di ogni personaggio è quello di essere fortemente stereotipato. C'è la loli, la cameriera, la tsundere, il trap... Sono tutti diversi e questo fa sì che ognuno di loro resti subito impresso in mente. Superato lo stereotipo iniziale, però, ogni personaggio dimostra di avere una propria psicologia e personalità. Per tutti i personaggi (almeno i principali) esiste un background che viene svelato a poco a poco, e mi è anche capitato di rivalutare alcuni personaggi: da una prima impressione, positiva o negativa, a quella diametralmente opposta con il passare degli episodi.
Ovviamente questo denota anche una certa criticità. Infatti non può essere concesso lo stesso spazio a tutti, e quindi a volte rimane l'impressione dello stereotipo. Però mi chiedo: è davvero necessario che ogni opera porti degli elementi di innovazione per poter essere goduta? Secondo me è un caso più soft ma molto simile a Steins;Gate. In quel caso occorre conoscere i riferimenti alla sottocultura otaku per riuscire ad entrare nella storia. Poi però, superato lo scoglio iniziale, la storia diventa estremamente intrigante. Con Re:Zero succede una cosa simile. Gli appassionati si troveranno subito a loro agio, ma per alcuni potrebbe essere frustrante il senso di deja vù, se non si fa lo sforzo di attendere che il personaggio venga sviluppato (cosa per alcuni non avviene se non più avanti e solo nella novel). E se non interessano i misteri, ecco che è facile che la critica diventi dura più per un successo giudicato immeritato, che non per gli effettivi demeriti della serie.

Subaru ed Emilia

Il protagonista Subaru è sicuramente il più controverso. È allo stesso tempo debolissimo (non ha alcun potere effettivo in combattimento e viene spesso ucciso con estrema facilità) e fortissimo (può tornare ogni volta dalla morte e ripetere le sue azioni: è quindi virtualmente invincibile). Di lui non conosciamo la sua vita nel mondo reale, ma sappiamo che è un hikikomori. Una volta consapevole del suo potere, lo sfrutta (anche suicidandosi) per atteggiarsi nella parte dell'eroe e cercare di conquistare la su bella. Quando però nella terza saga viene messo da parte, ecco che scopriamo qualcosa di più del Subaru hikikomori. Non più al centro dell'attenzione, comincia a reclamare il suo ruolo, litiga con Emilia e mostra tutte le sue insicurezze e la sua immaturità. Il ripetersi delle situazioni porta comunque Subaru a disperarsi, cercare testardamente sempre le stesse soluzioni e alla fine anche a comprendere i propri errori dimostrando una certa crescita. A volte i suoi sentimenti sono urlati in faccia allo spettatore, ma è in questo modo che riescono ad arrivare in modo più efficace oltre lo schermo. E anche il controverso episodio 18 in cui l'azione si ferma per dare solo spazio al dialogo, risulta uno dei più emozionanti e toccanti.

Gli altri personaggi sono meno approfonditi proprio perché la trama è molto densa. Specialmente la co-protagonista Emilia ne risulta un po' sacrificata rispetto a Rem, personaggio inizialmente secondario, ma che svolge poi un ruolo chiave nelle vicende, rubando anche la scena alla bella di turno tanto da entrare nel cuore dei fans.

Sebbene poi ci sia anche una parte "romance", non sono comunque presenti elementi "harem" e, specialmente nella terza saga, sono numerosi anche i personaggi maschili.

Rem
 

Realizzazione tecnica e musiche

White Fox si è certamente impegnata nel realizzare quest'opera, tanto da farla durare due stagioni quando ormai la tendenza è quella di fermarsi a 12/13 episodi. Certo non raggiunge mai i livelli di una Madhouse o di una Kyoani, ma riesce a difendersi egregiamente. Verso il finale c'è effettivamente qualche piccolo calo, ma nulla che pregiudichi la qualità. L'impegno si nota anche sugli episodi. Spesso le sigle vengono saltate e alcuni episodi (escludendo il primo da 50 minuti) arrivano a sforare i canonici 25 minuti arrivando anche a 27 o 28! Segno davvero di un grande impegno a non lasciar fuori nulla.
 

Grandissima nota di merito va sia alle sigle che alle BGM. Particolare la storia del compositore della colonna sonora Ken'ichirō Suehiro, un quasi debuttante per l'animazione, ma già autore di diverse musiche per vari drama. Oltre a quella di avere una colonna sonora che non sovrastasse mai l'azione, la richiesta del regista fu esplicitamente quella di utilizzare un accompagnamento fatto di vocalizzi per le scene della strega e di ritorno dalla morte in stile Ennio Morricone (cui Suehiro stesso aveva dichiarato di ispirarsi). Il risultato è stratosferico, con una colonna sonora veramente di grande effetto.
Non meno curate sono le sigle con una particolare menzione alla prima ending STYX HELIX dei MYTH & ROID che già si erano occupati della ending di Overlord.

 Karsten Kurus


Giudizio finale

L'anime è molto bello e avvincente. Amo i fantasy e le storie piene di misteri da risolvere. Quando al mistero da risolvere si unisce anche la quarta dimensione (quella temporale) impazzisco letteralmente. Per questo Re: Zero è proprio il prototipo di storia che adoro. Non c'è voluto molto per conquistarmi. Mi ha più stupito che l'anime sia diventato così popolare in breve tempo. Evidentemente non è piaciuto solo a me.
La storia è solida, i particolari ben studiati. Nonostante sia stata scritta da un dilettante, Tappei Nagatsuki si è dimostrato molto abile nel saper gestire tutti gli elementi e riuscire a creare un mondo fantastico, ma credibile.
Come ogni opera di grande successo, è molto larga anche la schiera di critici. Mi sono letto davvero tantissimi giudizi negativi, alcuni anche ragionati, ma non riesco ad essere d'accordo con loro.

Buchi nella trama non ci sono davvero. Ogni particolare non è mai messo a casaccio, anche dialoghi e indizi apparentemente banali, si rivelano importanti in un momento successivo. L'autore non da mai l'impressione di allungare il brodo: sa sempre dove andare a parare e sa come prepararsi il terreno agli scenari futuri. Quello che viene considerato "buco della trama" è in realtà riconducibile a una storia ancora in corso che se vogliamo è il problema che affligge il 90% degli anime della produzione odierna. Se questo deve far abbassare il giudizio, allora dovrebbe farlo con quasi qualsiasi altra serie. Anzi va fatto un plauso alla produzione per gli sforzi fatti per arrivare a dare una conclusione alle vicende senza precludersi la possibilità di continuare, senza inventarsi finali cambiando la storia originale e senza lasciare cliffhanger, come avrebbe dovuto invece fare se avesse portato a conclusione il terzo arco per intero.

Tanto per darvi un'idea dell'attenzione ai particolari, nascosti nell'episodio 19, quando Subaru arriva all'albero di Flugel nota inciso sull'albero "Flugel è stato qui". Non viene dato peso alla cosa, ma si tratta di una scritta in giapponese in un mondo che ha una sua propria scrittura (e lo sappiamo perché Subaru si fa dare lezioni da Rem per imparare a leggere). Inoltre Subaru stesso in una nota diversi episodi prima aveva scritto "Subaru è stato qui".
Non ci sono ulteriori spiegazioni sulla questione, ma vi da l'idea di quanto la produzione abbia curato ogni minimo dettaglio e di quanto questi (come in ogni buon mistery thriller) siano a volte ben nascosti nelle pieghe delle azioni e dei dialoghi.

Betelgeuse

Il protagonista è anni luce lontano dai vari Kirito che affollano questo tipo di produzioni. È davvero lontano dall'essere l'eroe dal cuore puro e perfetto. È insicuro, è immaturo, si atteggia a spaccone, ma crolla psicologicamente quando nonostante il suo potere non riesce ad aggiustare le cose come vorrebbe. A volte incarna proprio quello stereotipo che vorrebbe essere, a volte non si sente all'altezza.
Può piacere o non piacere, ma proprio no, non si può proprio negare che non sia finemente caratterizzato psicologicamente. Si può obiettare che non ci sia la stessa cura anche sugli altri personaggi, ma stiamo parlando di un thriller d'azione non di Lain o Kuuchuu Buranko!

Non è detto che questo anime sia adatto a tutti. Il genere è abbastanza specifico e quindi è possibile che non sia il vostro. Erased, Madoka Magica, Steins;Gate: sono questi tre gli anime di riferimento. Se vi sono piaciuti e non disdegnate i mondi fantasy, allora non c'è motivo al mondo per cui non vi piacerà Re: Zero. Ma se non avete mai amato questi tre titoli allora probabilmente resterete indifferenti anche a quest'opera.
In ogni caso è il titolo dell'anno, quello sulla bocca di tutti (anche in Italia nonostante la distribuzione solo su Crunchyroll e non su portali più popolari) e di cui si continuerà a parlare per un po'. Una possibilità vi consiglio di darla: potrebbe conquistarvi.