Uno degli elementi che può rendere davvero unica e speciale una serie anime, è la musica. Capace di creare, da sola, atmosfera e impreziosire la storia raccontata, o anche legarsi indissolubilmente a sensazioni e ricordi che restano così vividi anche a distanza di anni.
La musica in fondo è un elemento essenziale anche della nostra vita.

I gusti personali la fanno ovviamente da padrone in queste classifiche che vi stiamo proponendo; estremamente soggettive e legate spesso a storie, vicende ed emozioni molto personali.
Continuiamo a condividere le nostre preferenze musicali, quindi, con questa nuova superclassifica musicale. Oggi tocca ad uno dei più giovani, si occupa di schede: Traxer!
 
Moon - Yoko Kanno (Turn A Gundam)
 


Okay, cominciamo: non stupitevi se inizio subito con la Kanno. Yoko Kanno è una delle compositrici più amate dal sottoscritto in assoluto, vero e proprio genio creativo capace di adattarsi a qualsiasi genere con una versatilità sorprendente, nonché probabilmente l'unica in grado di superare se stessa a ogni nuova opera.
Pur avendo un curriculum immenso, la prima canzone a cui la associo (oltre alla mitica opening di "Cowboy Bebop", ovviamente!) è l'assai poco conosciuta "Moon", eterea e magnetica insert song scritta per il tominiano "Turn A Gundam": caratteristica principale della canzone è un testo composto da fonemi apparentemente senza senso, ma pensati appositamente per caricare ogni singola nota di un significato nobile e antico.

 
Making of Cyborg - Kenji Kawai (Ghost in the Shell)
 


Impossibile per il sottoscritto non citare in questa top l'immortale colonna sonora composta nel 1995 da Kenji Kawai per il capolavoro di Mamoru Oshii "Ghost in the Shell": il brano più celebre dell'opera, "Making of Cyborg", è una complessa composizione dalla struttura musicale quasi minimalista, basata su di un evocativo coro in giapponese antico unito a un accompagnamento musicale che sposa armonie bulgare a distorti effetti sonori elettronici. Un brano di una profondità notevole, capace di rendere letteralmente palpabili le atmosfere cupe, stranianti e decadenti della città futuristica in cui si muove l'algida Motoko in una delle scene più emblematiche di sempre.

 
The Tree Song - Kiyoshi Yoshida (Kaiba)
 


Ah, "The Tree Song". Una delle canzoni più malinconiche che l'animazione giapponese abbia mai concepito, che mi è subito rimasta impressa nella mente. L'angelica voce di Seira Kagami interpreta un brano che si consuma brevemente, accompagnato da una tanto semplice quanto struggente melodia alle tastiere; a completare l'opera un testo meraviglioso, pura poesia traboccante di sentimento e solitudine. Molto difficile che non arrivi dritta al cuore fin dal primo ascolto.

 
Chouwa Oto: with reflections - Kokia (Origin: Spirits of the Past)
 


A mio parere, una delle canzoni esteticamente più interessanti e raffinate di cui abbia memoria all'interno delle produzioni recenti: una composizione che fonde il j-pop a sonorità neoclassiche, riportando alla mente (non solo per i vocalizzi di Kokia modellati sulla scala dodecafonica, ma anche per gli strumenti usati) le tonalità balcaniche dell'Europa dell'est. Splendidi canti armonici, percussioni arabe, cambi di ritmo/tonalità e un crescendo di strumenti perfettamente integrati tra loro donano al brano un retrogusto esotico e sognante; il film per la quale è stato utilizzato, d'altronde, annovera una delle colonne sonore più memorabili degli ultimi anni, a opera del geniale Taku Iwasaki.

 
Youkoso! Hitori Bocchi - Pearl Kyoudai (Welcome to the NHK)
 


Finalmente qualcosa di normale, direte! :D La verità è che con questo pezzo ho un legame particolare: penso che nulla meglio di "Youkoso! Hitori Bocchi" possa rappresentare la personale condizione di vuotezza insita in ognuno di noi. La canzone in sé non è nulla di speciale: una semplice ballad rock con un'intro favolosa e un testo spietato; tuttavia, al pari dell'anime di cui fa parte, ha il pregio (a mio parere incommensurabile) di condensare in sé lo spirito di un'intera generazione. Una forma di vuoto esistenziale che, a chi ha poco più di vent'anni come il sottoscritto, sarà senz'altro famigliare. "Knock knock knock/Embracing the pitch black night sky/Traveling into the boundless universe.../Welcome to loneliness."

 
Von - Yoko Kanno feat. Arnór Dan (Zankyou no Terror)
 


Inutile, Yoko Kanno ce l'ho nel sangue. Un secondo pezzo era d'obbligo, e anzi è stato pure difficile da scegliere (nel senso che avrei tranquillamente potuto fare una top solo su di lei); avrei tanto voluto inserire una canzone dalla mai troppo compianta Origa – che con la compositrice nipponica ci ha regalato uno dei connubi artistici più alti della storia dell'animazione giapponese – ma per questa lista ho deciso di andare su qualcosa di più recente e nascosto. "Von", scritta per il recente "Zankyou no Terror" di Watanabe, è un brano post-rock raffinatissimo ed etereo, onirico e delicato. Sulle malinconiche note del pianoforte e degli archi in continuo crescendo, l'islandese Arnór Dan canta di speranza; è musica che stimola la percezione emotiva, che ai più ricorderà alcune delle suggestive composizioni sperimentali dei Sigur Rós. Una canzone che ascolto volentieri in treno, immerso nei miei pensieri.

 
Requiem - Shoji Yamashiro (Akira)
 


Il "Requiem" di "Akira" ad oggi è probabilmente una delle composizioni più complesse e magnifiche dell'intera produzione cinematografica di sempre. Un brano che in poco più di 14 minuti di durata fonde innumerevoli generi e stili, partendo da un tessuto percussivo minimalista ed elevandosi lentamente, attraverso sezioni all'organo e vocalizzi quasi tribali, a un trionfo di cori e canti e dal tono oscuro, profondo e sublime. Il vero e proprio requiem di uno dei film più mastodontici dell'animazione giapponese, che infatti è stato utilizzato nell'immortale sequenza finale.

 
Blue Flow - Masumi Itou (Haibane Renmei)
 

Per chiudere in bellezza, direi che niente meglio di "Blue Flow" potrebbe essere più azzeccato! La dolce voce della Itou intona una ending rilassante e delicata, accompagnata da una strumentazione tradizionale nipponica semplice ma evocativa; un brano perfetto, che attraverso gli effetti leggermente distorti nella parte vocale riesce ad aggiungere alla limpidezza della melodia quel pizzico di mistero e di "inquietudine" presente nella stessa serie da cui è tratto, "Haibane Renmei". Una canzone che riporta alla mente un cielo azzurrissimo ma pervaso da nuvole nere all'orizzonte, che in fondo all'anima incombono sulla serenità di chi lo guarda. Finale perturbante, ma il sense of wonder che suscita è spettacolare.