Dopo "mamma" e "papà" una delle prime parole che imparano a dire i bambini è "pappa". E il cibo è una delle prime forme d'amore che un genitore può offrire ai figli. Attraverso la cucina, infatti, si possono trasmettere tanti tipi di sentimenti e sapersi destreggiare fra i fornelli è ormai caratteristica essenziale nel mondo di oggi. Amaama to Inazuma (甘々と稲妻, dolcezza e fulmini), anime della stagione estiva 2016 prodotto dalla TMS Entertainment e tratto dal seinen di Gido Amagakure edito da Kodansha, è una commedia slice of life che pone al centro l'evoluzione di un rapporto padre-figlia con la cucina come elemento di legame.

Amaama_to_Inazuma_rece_1.jpg
 
Mangiar bene per vivere meglio. Questa è la lezione che il professore di matematica Kōhei Inuzuka comprende all'indomani della dipartita della moglie. Rimasto solo con la figlioletta Tsumugi, il giovane papà si vede costretto a mettersi ai fornelli per soddisfare l'appetito e la curiosità della sua principessina. Ma quando sei un padre imbranato, che a stento riesce a stare dietro alla crescita della sua bambina, ai capricci che fa, alle cose che combina in giro, anche cucinare diventa un'impresa epocale. Come sempre è il fato a metterci lo zampino e le esigenze di persone che hanno bisogno l'una dell'altra per andare avanti si incontrano e si compensano: è uno scambio reciproco quello che si instaura tra Inuzuka sensei e la sua alunna Kotori Iida, dalla quale l'insegnante si fa dare lezioni di cucina. Figlia di una cuoca famosa che partecipa ai programmi culinari in TV, Kotori resta spesso da sola in casa e quindi vede di buon occhio la presenza della piccola Tsumugi e del professore, per il quale sembra essersi presa una bella cotta.

Quella di Amaama to Inazuma è una famiglia particolare. Al centro della scena c'è Tsumugi, una dolcissima birbantella a cui piace guardare i majokko in TV e sognare di avere i superpoteri, mentre si spazzola il piatto fino all'ultima briciola! Accanto a lei c'è papà Kōhei, tipico padre giapponese dedito completamente al lavoro, che non sa minimamente dove mettere mano in casa. Piagnucola, si dispera, ma ci dà dentro dall'inizio alla fine per riuscire a garantire a sua figlia la miglior infanzia possibile. Fra di loro esiste poi una grande assenza, quella della madre, venuta a mancare con Tsumugi ancora molto piccola. Quando il perno intorno al quale ruota la famiglia si spezza, gli equilibri interni si mescolano e bisogna ricostruire da capo la propria quotidianità. Anche i rapporti fra familiari vanno riscritti, i ruoli in casa vanno riassegnati, la voragine va riempita con l'amore ora dell'uno ora dell'altro che resta. Tsumugi e suo padre ricominciano dalla vita di tutti i giorni per andare avanti, cercando di darle un colore diverso. Nel mentre offrono compagnia a Kotori, una ragazza che sperimenta la solitudine in uno dei modi più comuni ai giovani d'oggi: l'abbandono fra le mura di casa. Scandendo il nuovo tempo con le lezioni di cucina a casa Iida, la vita ricomincia a scorrere per questo trio tanto particolare.



Dolcezza e fulmini, come indica il titolo Amaama to Inazuma è un misto di tenerezza e malinconia, divertimento e serietà. Una metafora pura della vita, che alle piccole gioie e ai momenti indimenticabili accompagna attimi di profonda tristezza e difficoltà dure a morire. Alla calma piatta dell'ogni giorno che si misura tra scuola, lavoro, faccende domestiche, la spesa e i programmi in TV, vengono abbinati i fulmini che a ciel sereno piombano dal cielo, come pioggia di sventura, sconvolgendo l'esistenza delle vittime. L'opera originale di Gido Amagakure rientra in quel filone narrativo del quale fanno parte titoli che hanno appassionato e commosso lettori e spettatori di tutto il mondo, come My Girl, Usagi Drop, Flat, Barakamon, e più recentemente Udon no kuni no kin'iro kemari, che pone al centro della scena i bambini e accanto a loro una figura genitoriale che se ne prende cura, ma che al contempo fa scuola di vita alla stessa scrivania di chi è più piccolo.

La serie di Amaama to Inazuma si divide in 12 episodi dalla struttura praticamente identica. Da un lato troviamo una parte slice of life, dove vengono narrate le vicende dei personaggi e ne viene approfondita la caratterizzazione; dall'altro si riscontra la presenza fissa di un segmento dedicato alla cucina di casa. Presentando una ricetta nuova in ogni episodio, nella cucina degli Iida si passa dalla classica washoku (和食, cucina giapponese) alle ricette straniere rivisitate in chiave Sol Levante, dal dolce al salato, dal fritto al bollito, sperimentando una cucina colorata e sana. Purtroppo, fra cibi precotti, microonde e surgelati, fra merendine piene di conservanti e frutta lucida nemmeno fosse plastificata, la freschezza del cibo sta andando scemando sempre più. Eppure, nonostante i piccoli vizi che ogni bambino può avere, non potranno mai non piacere le cose preparate con amore dalle mani fatate di chi con una carezza sfiora la tua fronte per la buonanotte. Quasi a voler essere da monito per i genitori di oggi, Amaama to Inazuma insegna che non sarà mai sprecato il tempo dedicato a imbastire la tavola.



Quello che ogni tanto può sembrare sprecato è il tempo passato ad assistere a queste sessioni di cucina. Se il dualismo degli episodi è la particolarità di Amaama to Inazuma, a tratti ne rappresenta anche la sua monotonia. Con l'andare avanti delle puntate ci si affeziona ai personaggi e si vorrebbe passare più tempo nella loro vita, piuttosto che trascorrere minuti e minuti ad assistere alla preparazione dei piatti. È anche vero che, mentre cucinavano, assieme al profumino venivano fuori tante caratteristiche dei personaggi. Inoltre, viene anche sfruttata l'occasione per permettere al professor Inuzuka di insegnare qualcosa a sua figlia Tsumugi. Nonostante si comprenda con facilità che il segmento in cui vengono concretizzate le ricette protagoniste degli episodi, il cui nome è presente nei titoli degli stessi, è importante nella stessa misura in cui lo sono le parti più slice of life, resta un senso di noia stagnante, che fa venire voglia di saltarlo a piè pari.

Come ogni slice of life che si rispetti, per creare il senso di familiarità con i luoghi frequentati dai personaggi, Amaama to Inazuma presenta un'ambientazione ricorrente. Le scene si dividono tra l'asilo frequentato da Tsumugi, vivace e variopinto, affollato di bambini festanti; casa Inuzuka, piccola ma accogliente, silenziosa ma vissuta, con il disordine di un uomo solo e una bimba piccola; la cucina di Kotori, col bancone attaccato al piano cottura, che fa assaporare la ristorazione giapponese; la finestra al piano terra del liceo, dove il professore scambia confidenze e consigli con la sua alunna; la strada del ritorno che collega gli Iida e gli Inuzuka... Insomma, l'ambientazione è quella classica da commedia giapponese, con diapositive scolastiche affiancate a fotografie di quartieri residenziali.



Amaama to Inazuma si presenta come un prodotto realizzato bene tecnicamente, nella misura in cui si comprende che non è sulla grafica che l'anime ha voluto puntare quanto piuttosto sul contenuto da trasmettere. Durante la trasmissione ci sono stati i leggeri cali tecnici del caso, ma niente di così grave da fare dell'allarmismo, anzi riesce a mantenere una certa costanza nella bellezza del character design e dei luoghi. C'è molta aderenza al personaggio nella rappresentazione di Tsumugi, i cui capelli si dimenano come fruste quando si agita, nemmeno avessero vita propria! Così anche la sinuosità di Kotori le conferisce una maturità maggiore rispetto a quella che una liceale dovrebbe avere. Al contempo, quando la vedi ranicchiata a scuola con la sua tuta da ginnastica, ritorna la ragazzina di sempre. Inuzuka sensei, assieme alla figlia, resta poi il personaggio più emotivo, quindi tanto di cappello al lavoro svolto per rendere al meglio l'espressività del suo volto.

Il doppiaggio è stato di buon livello. Troviamo una Saori Hayami in ottima forma. Non è fra le voci femminili che preferisco, ma nei panni di Kotori è riuscita a fare il suo, e a farlo bene! Secondo ruolo da protagonista, invece, per la giovanissima Rina Endō, che presta la voce a quella birbantella di Tsumugi. La piccola Rina ha dimostrato di saper interpretare ruoli differenti nonostante la sua giovane età; ricordiamo, infatti, che doppiò la tenerissima Hina, l'amichetta di Naru nel già citato Barakamon. Infine, nei panni di un padre vedovo la voce calorosa di Yūichi Nakamura riscalderebbe il cuore di chiunque! Ormai non c'è ruolo che Nakamura non sappia interpretare, ma decisamente il padre imbranato gli riesce bene! Anche la colonna sonora sa ottimamente accompagnare le puntate. Frizzante l'opening della unit mimimemeMIMI, dolce ammaliante l'ending della rock band Brian the sun. Harebare fanfare (晴レ晴レファンファーレ) è graficamente un'esplosione di colori e fantasia, con una Tsumugi che cavalca morbidissimi e lanuginosi maialini rosa; Maybe, invece, sembra più una lullaby che conduce dolcemente lo spettatore alla fine dell'episodio, con i suoi colori pastello e il suo ritmo da ballata romantica.


 
Amaama to Inazuma scandisce un'ora precisa del giorno, l'ora della pappa, quando una smorfia di desiderio si delinea sul viso dei bambini, il cui stomaco brontolante mette in riga il genitore più svogliato. Su, dammi da mangiare! Su, dammi il tuo pacchetto di amore calorico! Se avete lo "stomaco" vuoto, lasciatevi imboccare dalla cucina fatta in casa da Kotori e dal professor Inuzuka. Vi consiglio di assaporare la tenerezza di questo spaccato di vita reale. Il sorriso luminoso di Tsumugi è il piatto migliore per un cuore affamato di luce.