Karuta e Shoji a livello agonistico - ecco un dibattito fra le due autrici nel raffigurare teenager che scommettono la propria vita sui rispettivi sport tradizionali giapponesi! La stretta comunanza tra i due ci ha permesso di ottenere l'istruttivo dibattito che ne segue! 
 

Note: quest'intervista è stata pubblicata sulla rivista josei BE LOVE quando Chihayafuru aveva raggiunto i cento capitoli (settembre 2012). Questa è la parte del manga che segue la fine della seconda serie dell'anime, quindi se state ancora sperando per una terza serie, anziché proseguire il manga, attenzione agli spoiler, anche se non necessariamente ce ne sono. Quanto a Un marzo da Leoni, non trapela invece alcuno spoiler.

Liberatoria: la traduzione originale giunge da Karice che non ha letto Un marzo da leoni, ma rimane a disposizione per correggere la sua traduzione, in particolare i pezzi segnati con (*).

 

Karuta e Shoji: si somigliano?!


Suetsugu: siccome è la prima volta che faccio una discussione del genere, sono un po' nervosa, quindi sono nelle vostre mani.

Umino: Io invece ne ho fatta qualcuna, ma questa è la prima volta con te, anche se siamo buone amiche. Quindi anch'io sono nelle tue mani. Chihaya ha finalmente raggiunto i cento capitoli, eh? 

Suetsugu: Ora è al suo quinto anno. Il mio primo sogno era raggiungere i cento capitoli, e ora ce l'ho fatta.

Umino: Quindi il tuo prossimo obiettivo ora sono i duecento episodi!

Suetsugu: Penso di sì. Mi chiedo cosa dovrò fare da adesso in poi (ride). Sia Chihayafuru che Un marzo da leoni sono simili per quanto riguarda il Giappone tradizionale e gli sport competitivi, ma siccome non ci sono giocatori professionisti di karuta, Chihaya e i suoi amici portano avanti l'esperienza di un club. Se dentro di voi sentite di "non amarlo" allora non sarete in grado di continuare. Se non ti piace va bene smettere. Ma il mondo dei giocatori di shoji è diverso: nonostante inizino a giocare perché amano il gioco, arriveranno a pensare "perché devo fare qualcosa di così faticoso?" In Chihaya, anche quando il gioco si fa duro, c'è qualcosa di divertente circa la tensione in cui ci si ritrova coinvolti...

Umino: E tu sei riuscita a risolvere l'enigma! Ti invidio molto la scena in cui Chihaya, piangendo, conferma di amare il karuta. L'amore è ciò che da passione alle nostre storie, ma quando viene chiesto se si ama lo shoji, i miei stessi personaggi probabilmente risponderebbero "non lo so...". E ora so perché! È perché si avvicinano al gioco da qualche altro posto. Certo, devi amare ciò che fai quando si tratta delle attività del club.

Suetsugu: Giusto, devi amarlo, e in misura eccezionale. Quando intraprendo i miei viaggi, tutte le persone che incontro lo stanno facendo al di là del loro amore per il karuta. Anche un Meijin deve lavorare e occuparsi della famiglia oltre che occuparsi di questo mondo così severo. Quando li vedo dare il meglio di sé allenandosi tutti i giorni, la loro passione riesce a toccarmi. Ho sempre descritto Harada-sensei come un appassionato, e quella passione ha contagiato l'intera storia.

Umino: Leggendolo, ci sono state volte in cui l'emozione mi ha davvero travolto. I personaggi sistemano le loro carte, e poi le spostano, no? E devono memorizzare di nuovo la disposizione. Quando Chihaya pensava "non è possibile!" lo pensavo anch'io. Come "sì, è davvero impossibile!", il karuta è tremendo (ride). Una volta ho smesso di leggere Chihaya perché sentivo la somiglianza che c'è fra i nostri due lavori. Perché entrambi riguardano la competizione, pensavo saremmo finiti con l'avere scene simili, perfino le rivalità potrebbero essere le stesse. Ma poi mi sono ritrovato a pensare "eh?" quando ho ricominciato.
 



Suetsugu: Io invece ho stretto i denti e sono andata a leggermelo Un marzo da leoni. La complessità di quei sentimenti, dove non puoi semplicemente dire "io amo lo shoji"... le scene, le linee di pensiero e i dialoghi mi hanno semplicemente attratta. Chihaya è percorsa da così tanta passione che sembra si verifichino delle esplosioni per tutto il tempo della storia. Questa sfaccettatura della tua storia è qualcosa che apprezzo davvero.

Umino: Io invece sono gelosa del modo in cui la tua storia prosegue! (ridono entrambe)

Suetsugu: Penso ai manga come qualcosa composto da due cose: atmosfera e storia. Alcuni manga si focalizzano solo su una delle due, dando ad esempio priorità all'atmosfera invece che alla storia. Ma si trova anche l'opposto: compare un nemico, il protagonista lo sconfigge, poi ne arriva un altro che viene nuovamente sconfitto... e avanti così. Ma ci sono anche storie che chiaramente hanno entrambe: Un marzo da leoni è fra questi. Ci sono capitoli che muovono la storia, capitoli che creano l'atmosfera e capitoli che fanno entrambe le cose. Vale la pena di leggerlo proprio per questo.

Umino: Secondo me invece il mio manga possiede solo l'atmosfera! (risate) È diventato così intenso che non riesco più a vederla la storia. (ridono)

Suetsugu: No, no, la vedo chiaramente che si evolve!

Umino: Onestamente, finora non ho mai descritto uno dei match di Rei-kun. Ne tiene molti, ma sono sempre tutti mostrati in forma abbreviata. È una mia brutta abitudine quella del voler fuggire dal mio stesso protagonista. Solo che non è una buona idea lasciare che il tuo protagonista giri a vuoto.

Suetsugu: Ma è pur necessario che vi siano conflitti e indecisioni!

Umino: Beh, per ora ci sto pensando troppo, penso che mi concentrerò sulla storia per ora. Dovrò davvero descrivere uno dei suoi match per intero!
 

Suetsugu: Come svolgi le ricerche per la tua storia?

Umino: Di solito scatto solo delle foto, non parlo con i giocatori. Se iniziassi a conoscerli troppo bene non riuscirei a prendere le distanze da cosa è reale e da cosa voglio che sia finzione*.

Suetsugu: Dici? A me sembra che la mente dei giocatori di shoji sia lontana, in qualche angolo dell'universo. Non dipendono dalla velocità o dalle capacità fisiche.

Umino: Quando li vedi alla televisione, certe volte non si muovono anche per due ore. Tranne forse muovere la mano destra ogni venti minuti. Credo che andrebbe bene se li disegnassi mentre tendono la mano verso l'alto, rendendoli proprio belli, ma non è quello che fanno i veri giocatori. Il fatto è che muovono il braccio solo dal gomito in giù. Com'è invece il karuta nella realtà?

Suetsugu: Il karuta è... beh, sto cercando tuttora di renderlo su una tavola manga. Nella realtà è incredibilmente veloce, molto più di quanto non si veda nel manga.

Umino: Mi ha sempre sorpreso il fatto che ci sono giocatori che percepiscono la carta ancora prima che il lettore abbia emesso un solo suono.

Suetsugu: Credi che si affidino a qualche potere divino, eh?

Umino: Quando leggo Chiyaha mi viene voglia di andare a vederli dal vivo. Voglio scoprire come fanno.

Suetsugu: Sono così veloci che puoi solo ridere. Non ho proprio idea di come facciano: del tipo "scegli la carta basandoti solo su quello?!". Ogni volta che li vedo mi chiedo come riuscirò a catturare il momento sulla carta. È proprio come se un dio scegliesse le carte.

 

I personaggi e il loro destino

 
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Umino: Un'altra cosa bizzarra riguardante i manga è che le cose che disegni poi accadono veramente, non pensi?

Suetsugu: Vero, vero, è successo anche a me.

Umino: Io sono il tipo che pianifica in anticipo gli avvenimenti che capitano ai personaggi, ma una volta quando ho scoperto che a qualcuno era successa la stessa cosa e ho dovuto cestinare tutto. Si trattava in quel caso di qualcosa di davvero negativo, e ho pensato che se quella persona avesse letto quella parte ne sarebbe rimasta davvero ferita. Anche se ciò che ho scritto non aveva alcun collegamento... Questa è una cosa sulla quale voglio essere più attenta.

Suetsugu: Qual è per te il modo migliore di essere attenta?

Umino: Quando disegno un personaggio tranquillo, mi tranquillizzo anch'io... Quindi credo che dovrei disegnare personaggi che non si arrendono mai.

Suetsugu: Non è come se il (loro) destino fosse prestabilito? (N.B. non si è sicuri di cosa voglia dire l'autrice qui).

Umino: In Un marzo da leoni la storia spazia per sette anni, e ho deciso che il capitolo finale riguarderà ciò che doveva essere raggiunto alla fine dei sette anni.

Suetsugu: Itendi cosa i personaggi volevano raggiungere, dove volevano andare?

Umino: Ciò che un personaggio vuole raggiungere è ciò che anch'io voglio raggiungere; così ho impostato il tutto. Così facendo ho l'impressione che anch'io continuerò a dirigermi verso quell'obiettivo.

Suetsugu: Che ne dici di non stabilire alcun obiettivo, ma di camminare invece al fianco dei personaggi? Non potrebbe anche questo permetterci di rassicurarci?

Umino: Credo sia possibile, sì.

Suetsugu: Anche se una parte di te è pessimista, non ti arrenderai. Non ti arrenderai mai all'idea di essere felice!

Umino: Oh, è vero! C'è una cosa di cui volevo parlare oggi! Qualcosa che condividi con Chihaya-chan. La scena in cui il significato di "Chihataburu" viene paragonato a una trottola. Leggendolo ho pensato che fosse proprio come te.

Suetsugu: Eeeeh?! Quello è la massima aspirazione di una persona, di un giocatore...
 

Umino: Certo, però penso che tu sia il tipo che può riuscirci. Esattamente come Chihaya-chan (questo è molto carino nel mio manga). E "Araburu", che ha il significato opposto, penso di essere io. Noi due abbiamo personalità totalmente opposte e abbiamo scritto storie totalmente opposte ma alla fine siamo arrivate tutte e due in un bel posto. Anche se le nostre strade sono diverse siamo arrivate nello stesso posto, del tipo "Sì, guardiamo entrambe al futuro!" Gli autori e i manga simili sono davvero interessanti.

 

I protagonisti e le autrici


Suetsugu: Mi hanno detto spesso che Chihaya è come me, ma credi che anche Rei-kun di Un marzo da leoni abbia alcune delle tue caratteristiche?

Umino: Ho il rimorso per Honey and Clover di non aver saputo catturare come si deve Hagu-chan sulla carta... Se mai mi fossi decisa a mettere come protagonista un ragazzo, ho pensato che allora non mi sarei di certo sentita dire "ma non sei tu, quella?", ed ecco perché ho cercato di cambiare e passare a una rivista Seinen... ma alla fine sembra ancora strano che non riesca a descrivere i suoi match... Mi sembra davvero strano. (ride)

Suetsugu: Quindi non è che non li disegni per problemi legati alla storia ma perché è "qualcosa che non puoi ancora rivelare"?

Umino: Mi chiedo come mai sia così. Per ora sono entusiasta all'idea di disegnare il match tra Ojiichan e Shimada-san... perché, perché solo con i match di Rei-kun non ci riesco? Non lo so. Okay, ma lo disegnerò la prossima volta! Assolutamente!

Suetsugu: Sarebbe fantastico se ci riuscissi una volta col botto. Ma Rei-kun è cresciuto parecchio grazie ai suoi incontri con un sacco di persone, no?

Umino: Volume dopo volume sto ampliando le cose che riesce a fare. Ha già un discreto successo nel suo lavoro. Il prossimo passo sarà sviluppare un po' di relazioni sociali. (*)

Suetsugu: Questo è un peso che Chihaya non deve portarsi appresso, neanche lontanamente. Lei deve solo combattere con la tristezza per il fatto che il karuta non venga capito o che non riesca a trovare nuovi membri... cose del genere (risate). Questa è solo la mia stupidità che non riesco a fermare... "Se si tratta del manga, mi ci posso focalizzare!" Non riesco ad evitare di avere la sensazione di buttare via qualcosa di importante per focalizzarmi su una sola (risate).

Umino: Rei-kun è una persona abbastanza negativa, sebbene Chihaya sia più positiva, ma entrambi sono persone che non fuggono mai, guardano sempre avanti!

Suetsugu: Giusto! Facciamo del nostro meglio.


 

Non c'è romanticismo?!

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Umino: Chihaya possiede questo misterioso equilibrio di humour che mi piace molto. Come quando Sumire-chan arriva, c'è una scena molto bella dove Kana-chan si mette a dire "ti prego, insegnami a mettere il mascara, ho solo tre ciglia". È una scena così seria, ma lei dice "ho solo tre ciglia!" e da lì tu non riesci a seguire nient'altro... (scoppiano a ridere). È proprio da te fare certe cose! Davvero incredibile. Poi quando ho pensato "aspetta un attimo..." ho guardato la copertina del settimo volume e davvero aveva solo tre ciglia! Lì me l'hai proprio fatta.

Suetsugu: All'inizio ne aveva di più, ma poi ho pensato "ma sì, tre vanno bene" (risate). Nessuno potrebbe avere tre ciglia, ma lei ha sempre avuto quelle... Ho solo pensato che potevo fare quello che volevo a quel confine fra manga e realtà (risate).
 

Umino: Adoro Sumire-chan. Il modo in cui guarda le altre ragazze e le considera come "un nemico!" è davvero forte. Ho pensato che questo facesse parte del tuo punto di vista. È pauroso girare con una ragazza del genere, e penso che mi scapperebbe un "ugh" ogni volta che la guardo, ma non posso odiarla.

Suetsugu: È l'unica ragazza del manga che parlerebbe di amore, e l'unica che vi porta un senso di realtà. È il "cadetto dell'amore" (risate).

Umino: L'aquila che appare alle sue spalle e dice "non mi taglierò le unghie (artigli)"... è stato fantastico.

Suetsugu: Siccome tutti erano in modalità "soldato karuta da combattimento" la modalità amore appariva a stento: era come se mi fossi dimenticata come si disegna! Ho come l'impressione che siano stati avanti quando erano alle elementari piuttosto che ora (risate). Anche Rei-kun è un po' più avanti, no?

Umino: È il protagonista in una rivista Seinen ma mi hanno detto che non dimostra abbastanza interesse per le ragazze (risate).

Suetsugu: Kyoko-chan ha un seno considerevole ed è a caccia di una relazione romantica, no? Col diciassettesimo volume di Chihaya ho finalmente permesso all'amore di splendere un po'... ma penso sia il massimo che si vedrà! (risate) Ho dovuto trovare il coraggio di disegnarlo. Mi sono persa un po' e ho dovuto ridisegnarlo. Ho cercato di rappresentare quei sentimenti di "amore" in modo appropriato, ma qualcosa non andava. Ho iniziato a disegnare il capitolo successivo ma in qualche modo il treno dell'amore non partiva nemmeno così. Il binario mancava, e così il treno si è fermato.

Umino: Ah, quello mi è proprio sfuggito! (ridono entrambe) Sono andata dritta al capitolo successivo. Chihaya-chan aveva una così brutta ferita al dito che volevo sapere subito cosa le sarebbe successo. Del tipo "com'è andata l'operazione? E poi? E poi?" (guardando il volume) E ora abbiamo trovato l'amore continuando a scrivere!! Ma ero più concentrata sulla sua ferita... Riuscivo solo a pensare "cosa farà Chihaya fintanto che non potrà giocare a karuta"? E alla fine ha giocato con la mano sinistra! Ma posso intuire i suoi sentimenti per Arata-kun.

Suetsugu: Questo è presente in tutto il manga sin dall'inizio. Ma dato che Arata è bravo nel karuta, parte di quei sentimenti è anche ammirazione...

Umino: E Taichi-kun ama Chihaya, vero?

Suetsugu: Questa è una cosa che non è mai cambiata, ma quei tre sono talmente degli idioti del karuta che anche se uno di loro nutrisse un tale sentimento d'amore, verrebbero turbati da qualcosa che non vale lo sforzo... Funziona così: più amano il karuta, meno possibilità hanno questi due amori di coesistere (risate).


 

Forza e fascino

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Umino: Uno dei ragazzi che ha giocato contro Chihaya l'ha chiamata "Bellatrix". Ho pensato che fosse fantastico. Quando sei forte, le persone ti odiano, ma mi è piaciuto il fatto che lui intendesse semplicemente dire che era "così forte e così incredibile".

Suetsugu: Perché è un campo di battaglia, la forza è attraente.

Umino: Era così quando andavo ai match di shoji. Quelli davvero forti appaiono anche come quelli molto belli. Non ha nulla a che fare con il loro viso o il corpo, ma i giocatori davvero bravi sono proprio fantastici.

Suetsugu: Ora chiedo a te, chi pensi sia il più carino?

Umino: Da un bel po' penso sia Habu-san. Quando Habu-san ha ottenuto tutti e sette i titoli dello shoji lì ho appreso per la prima volta che esistono i giocatori professionisti. Sono rimasta di sasso quando ho scoperto che alcuni fanno del gioco la loro carriera: e lui è così forte!

Suetsugu: Habu-san è il modello per Souya Meijin?

Umino: Si tratta di Habu-san e Tanigawa-sensei insieme. Anche Tanigawa-sensei è davvero forte. Forte e bello!

Suetsugu: Habu-san da l'impressione di essere un tipo al quale ci si avvicina facilmente, ma Tanigawa-sensei è un po'...

Umino: Come un professore o un dottore... ma con un non so che di ultraterreno? Però anche Watanabe Ryuou è molto forte. Quando parla sembra molto sicuro di sé, ma la sua forza è reale, perciò risulta così bello. Chiunque guardi allo shoji, dai cameraman ai giornalisti e perfino lo staff, deve conoscere il gioco e giocarci. Devono, altrimenti non sarebbero in grado di scrivere un solo articolo. Lo shoji è ciò con cui ci si misura, quindi c'è anche chi si vanta, del tipo "quindi credi di potermi battere?" Sanno che la loro stessa forza è qualcosa da invidiare (Habu Yoshiharu è l'unico ad aver ottenuto tutti e sette i titoli dello shoji simultaneamente. Tanigawa Kouji è la quarta persona ad averne ottenuti quattro simultaneamente. E Watanabe Akira è il primo "Eterno Ryoou", ottenuto difendendo il titolo per quattro volte consecutive fino al 2008, alla tenera età di 24 anni...).


 

Mostri miracolosi


Umino: I mentori che appaiono in Chihaya dicono delle cose incredibilmente profonde; ad esempio, "non c'è nulla che non sia meglio che tu non sappia". Stavo annuendo mentre leggevo. Questo è qualcosa che Sakurazawa-sensei ha sperimentato di persona, ed ecco perché l'ha ripetuto a Chihaya e Taichi, giusto?
 


Suetsugu: Questo è qualcosa a cui penso spesso, ma quando disegni un manga esiti tu stessa a leggere dei bei manga. Sai che è davvero molto interessante! Comunque è chiaro che ne rimarresti scossa, e lo lasci per dopo. Ma poi trovi il coraggio per leggerlo e alla fine ti senti grata di averlo fatto. È doloroso ma devi farlo. Devi gettarti a capofitto fra le pagine.

Umino: Quando incappi in un manga come quello, penso sia meglio leggerlo dall'inizio alla fine e poi incontrare il/la mangaka. Così scopri che se non riuscivano a scriverlo non è perché fossero geniali, ma perché ci hanno lavorato sodo sopra e si sono esposti in prima persona, attraverso le pagine che hanno scritto. Diventerai anche loro amica. Per togliersi il tormento bisogna diventare amici!

Suetsugu: È facile pensare che loro siano delle specie di mostri miracolosi dalla natura sconosciuta. "Esattamente, che razza di genio sei per riuscire a scrivere una cosa simile?" Ma se incontri questi mostri, scoprirai che sono umani come te da trattare con affetto (risate).

Umino: Se li vedi ora, quando leggi il loro ultimo capitolo o volume ti ritrovi a pensare "ha scritto che qualcosa di simile è successo per davvero... ma questo è incredibile! Devo mettercela tutta anch'io!" Ecco perché cerco di incontrare gli autori dei manga che trovo interessanti. Se non lo faccio rimarranno per sempre "mostri miracolosi" (risate). Se non è possibile incontrarli, perché non ci ho speso abbastanza tempo o perché ho pensato unicamente in una direzione, devo cambiare strada e riprovarci... Ma penso che semplicemente mi arrenderei dicendo "sono mostri miracolosi, dopotutto"... facciamo del nostro meglio!

 

Quelle due e le loro serie


Suetsugu: A me piacciono i personaggi di Un marzo da leoni in qualche modo simili agli yokai, che sono delle specie di demoni. Ecco perché mi interessa molto Souya Meijin. È difficile capirlo, ma anche spaventoso; è come se fosse sia un angelo che un demone. È così misterioso ed affascinante che attendo con ansia il tuo prossimo volume!
 

Umino: Quando dico alle persone che leggo Chihaya mi sento chiedere spesso se sono del Team Taichi o del Team Arata. Di solito fermo la conversazione e dico "Non potrei mai scegliere!" (risate). Voglio supportare entrambi, ma d'altro canto di Chihaya ce n'è una sola, quindi che devo fare? Ma per ora sono tutti presi dal karuta, e penso che così vada bene! Voglio che rimangano presi dal karuta per sempre, perché se lei ne sceglie uno, sarebbe straziante per l'altro.

Suetsugu: Ci sono persone che mi chiedono di dare un'accelerata per quanto riguarda il lato romantico, ma è davvero difficile riuscire a bilanciare come si deve il karuta e l'amore.

Umino: (sussurrando) Sono sicura che tutti vogliono vedere più karuta!

Suetsugu: Se è così, allora non ci sarà nessun problema! Tranne per quanto riguarda l'amore (risate). 

Umino: Vorrei che ci tenessi in sospeso per sempre! Voglio dare ad ogni capitolo lo stesso ritorno di scena: "nessun romanticismo!" (risate) Non per protestare, mi vedo più come "Cavolo!" con un ghigno sulle labbra, come sul volto di Ebisu. (Ebisu è la divinità della pesca e del commercio, e viene spesso rappresentato con un largo e sciocco sorriso sul viso).

Suetsugu: E io dirò "quindi non ce n'è davvero!" (risate). Mi chiedo come andrà a finire...

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