Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi dedichiamo la rubrica all'utente AkiraSakura, come premio per la sua costanza come recensore, con gli anime General Daimos e Angel Beats ed il manga Velvet Kiss
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Oggi dedichiamo la rubrica all'utente AkiraSakura, come premio per la sua costanza come recensore, con gli anime General Daimos e Angel Beats ed il manga Velvet Kiss
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
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General Daimos
10.0/10
Recensione di AkiraSakura
-
Kazuya e Erika si amano. Non è un amore dettato dalle leggi della materia, nato per qualche tornaconto personale, o stroncato dalle difficoltà della guerra. E' un amore istantaneo, assoluto e platonico, che supera la diversità, l'odio e le incomprensioni. Non può essere condizionato dal dubbio e dalla distanza, né tantomeno dall'incombente tragedia: l'amore di Kazuya, coraggioso e leale guerriero, verso Erika, la principessa del popolo contro cui egli deve combattere, non ha barriere, è più forte di qualsiasi arma, di qualsiasi ideologia.
Tra i grandi classici del robotico di tutti i tempi colloco, a tutto diritto, l'intramontabile "General Daimos", il robotico più "romantico" della quadrilogia del maestro Nagahama Tadao ("Combattler V", "Vultus V", "General Daimos", "Daltanious"). Questo anime è la prova lampante che lo schema tokusatsu, caratterizzato dal "mostro della settimana", può convivere tranquillamente con una trama solida e complessa, dal notevole intreccio, dai numerosi colpi di scena e dalla continuity serrata. Si parla della solita guerra tra Terrestri e invasori alieni, in questo caso dalle ali angeliche, tuttavia i "Baamesi" vengono dipinti come un popolo raffinato, disperato e reduce di una catastrofe. Molteplici sono le difficoltà interne del regno di "Baam", derivanti sia dai conflitti interni tra le numerose fazioni che lo compongono, sia dai complessi intrighi e tradimenti di corte, a cui il carismatico fratello di Erika, Rikiter, deve far fronte per poter governare il suo decadente popolo. Spesso i Terrestri vengono dipinti come rozzi guerrafondai, in particolare i politici e l'esercito, mentre i Baamesi sono molto più umani del popolo che si apprestano a invadere. Come accennavo nell'incipit, nascerà l'amore tra l'angelica principessa dei Baamesi, Erika, e il pilota del super robot che dà il nome all'anime, Kazuya. Sarà un amore tragico, empatico e sostanziale, ben lontano dalla concezione moderna di tale sentimento.
Prima di affrontare nei dettagli la disamina di "General Daimos", converrebbe spendere qualche parola sul suo illustre creatore. Nagahama Tadao è un grande e misconosciuto maestro del robotico, capace di utilizzare in modo sapiente i numerosi cliché che hanno fatto la fortuna del genere, senza trascurare la psicologia dei personaggi, e infondendo nelle sue opere un'elevata dose di poesia e di sentimento. Come Go Nagai, Tomino, Tezuka e tanti altri, che non cito per evitare di dilungarmi, Nagahama Tadao appartiene alla generazione dei grandi creativi giapponesi del dopoguerra. Le opere di questi maestri spesso presentano dei messaggi pacifisti, antimilitaristi, e rendono molto bene l'idea su cosa significhi versare lacrime e sangue per qualche ideale giusto, che sia esso di pace, di amore o di fratellanza universale. Nella splendida sigla di chiusura di "Daimos", una delle più belle e commuoventi di sempre, le lacrime di Erika, che alza le braccia al cielo con lo sguardo determinato e sofferente, rendono molto bene l'idea del periodo e del contesto in cui questo capolavoro è nato. Il protagonista Kazuya, come la sua amata, è disposto a sacrificarsi per la pace e per il bene comune, arrivando a dissanguarsi e a patire ogni genere di dolore fisico, esattamente come la maggior parte dei protagonisti degli anime dei gloriosi anni '70.
Insieme a Tomino, Nagahama Tadao ha diretto nel '75 il seminale "Raideen", inoltre il regista ha curato anche la prima parte di un altro grande classico, "Lady Oscar", venendo poi successivamente sostituito da Osamu Dezaki, che ne curò la seconda parte.
"General Daimos" vanta grandi personaggi, talmente ben caratterizzati che il concetto di "buono" e di "cattivo" può tranquillamente venire meno per la maggior parte di essi. A un virtuoso, romantico ed eroico protagonista viene affiancata una controparte cinica e intellettuale, il mitico Kyoshiro, un guerriero dall'improponibile acconciatura afro, munito di occhiali da sole "Ray-Ban" e di katana. Ogni personaggio stupirà lo spettatore, sopratutto i Baamesi, figure tragiche e disperate che devono affrontare sia le difficoltà interne del loro popolo che la grande difficoltà esterna del robottone che difende la Terra. Tra di loro ci saranno fazioni amiche dei Terrestri, che cercheranno di raggiungere un accordo di pace, ma anche fazioni guerrafondaie e totalitarie, capeggiate da ministri che ambiranno a diventare dittatori (non mancheranno purghe interne e squadre della morte in puro stile nazi-fascista). Anche i Terrestri sono nella stessa situazione: c'è il conflitto tra le forze armate, le Nazioni Unite e la base del professor Izumi, ci sono i Terrestri razzisti e intolleranti, e allo stesso tempo quelli aperti alla pace e al dialogo. A parte alcune ingenuità legate alla tradizione del super-robotico nagaiano tout court, sotto alcuni aspetti "General Daimos" anticipa "Gundam 0079" di un anno, sia per l'umanizzazione completa degli antagonisti che per la presenza di campi profughi (c'erano anche nel tominiano "Zambot 3"), di scenari di guerra pura (in una scena vedremo addirittura l'esercito terrestre sparare sia sui feriti baamesi che terrestri), di carismatici "cattivi" biondi che in realtà sono umanamente legati al loro popolo e ai loro ideali (Rikiter è un prototipo di Char Aznable in questo senso).
Dal punto di vista tecnico, per la sua epoca, "General Daimos" eccelle in tutto. Le coreografie dei combattimenti, le animazioni, la scelta del character design, chiaramente ispirato a Go Nagai, ma allo stesso tempo più raffinato, parlano da soli. Anche le musiche sono splendide, inserite sempre con maestria nella sceneggiatura in modo da evidenziare passaggi epici, tragici o melodrammatici. Altro pregio è il basso numero di filler, che sono solamente tre: le puntate 23, 33 e 24, che possono tranquillamente essere saltate, in quanto stonano con la seriosità e la tensione delle altre. Ripeto che quest'anime ha una continuity molto serrata: il lettore che concepisce lo schema tokusatsu come qualcosa di ripetitivo, scontato e fine a sé stesso, con questa visione dovrà ricredersi.
In conclusione, questo è uno dei più bei robotici che abbia mai visto. Capace di offrire combattimenti spettacolari, epica, personaggi indimenticabili e un grande messaggio finale, "General Daimos" è pura arte, un anime dall'innegabile potenza narrativa che merita di essere ricordato, rispettato ed omaggiato dai posteri.
Tra i grandi classici del robotico di tutti i tempi colloco, a tutto diritto, l'intramontabile "General Daimos", il robotico più "romantico" della quadrilogia del maestro Nagahama Tadao ("Combattler V", "Vultus V", "General Daimos", "Daltanious"). Questo anime è la prova lampante che lo schema tokusatsu, caratterizzato dal "mostro della settimana", può convivere tranquillamente con una trama solida e complessa, dal notevole intreccio, dai numerosi colpi di scena e dalla continuity serrata. Si parla della solita guerra tra Terrestri e invasori alieni, in questo caso dalle ali angeliche, tuttavia i "Baamesi" vengono dipinti come un popolo raffinato, disperato e reduce di una catastrofe. Molteplici sono le difficoltà interne del regno di "Baam", derivanti sia dai conflitti interni tra le numerose fazioni che lo compongono, sia dai complessi intrighi e tradimenti di corte, a cui il carismatico fratello di Erika, Rikiter, deve far fronte per poter governare il suo decadente popolo. Spesso i Terrestri vengono dipinti come rozzi guerrafondai, in particolare i politici e l'esercito, mentre i Baamesi sono molto più umani del popolo che si apprestano a invadere. Come accennavo nell'incipit, nascerà l'amore tra l'angelica principessa dei Baamesi, Erika, e il pilota del super robot che dà il nome all'anime, Kazuya. Sarà un amore tragico, empatico e sostanziale, ben lontano dalla concezione moderna di tale sentimento.
Prima di affrontare nei dettagli la disamina di "General Daimos", converrebbe spendere qualche parola sul suo illustre creatore. Nagahama Tadao è un grande e misconosciuto maestro del robotico, capace di utilizzare in modo sapiente i numerosi cliché che hanno fatto la fortuna del genere, senza trascurare la psicologia dei personaggi, e infondendo nelle sue opere un'elevata dose di poesia e di sentimento. Come Go Nagai, Tomino, Tezuka e tanti altri, che non cito per evitare di dilungarmi, Nagahama Tadao appartiene alla generazione dei grandi creativi giapponesi del dopoguerra. Le opere di questi maestri spesso presentano dei messaggi pacifisti, antimilitaristi, e rendono molto bene l'idea su cosa significhi versare lacrime e sangue per qualche ideale giusto, che sia esso di pace, di amore o di fratellanza universale. Nella splendida sigla di chiusura di "Daimos", una delle più belle e commuoventi di sempre, le lacrime di Erika, che alza le braccia al cielo con lo sguardo determinato e sofferente, rendono molto bene l'idea del periodo e del contesto in cui questo capolavoro è nato. Il protagonista Kazuya, come la sua amata, è disposto a sacrificarsi per la pace e per il bene comune, arrivando a dissanguarsi e a patire ogni genere di dolore fisico, esattamente come la maggior parte dei protagonisti degli anime dei gloriosi anni '70.
Insieme a Tomino, Nagahama Tadao ha diretto nel '75 il seminale "Raideen", inoltre il regista ha curato anche la prima parte di un altro grande classico, "Lady Oscar", venendo poi successivamente sostituito da Osamu Dezaki, che ne curò la seconda parte.
"General Daimos" vanta grandi personaggi, talmente ben caratterizzati che il concetto di "buono" e di "cattivo" può tranquillamente venire meno per la maggior parte di essi. A un virtuoso, romantico ed eroico protagonista viene affiancata una controparte cinica e intellettuale, il mitico Kyoshiro, un guerriero dall'improponibile acconciatura afro, munito di occhiali da sole "Ray-Ban" e di katana. Ogni personaggio stupirà lo spettatore, sopratutto i Baamesi, figure tragiche e disperate che devono affrontare sia le difficoltà interne del loro popolo che la grande difficoltà esterna del robottone che difende la Terra. Tra di loro ci saranno fazioni amiche dei Terrestri, che cercheranno di raggiungere un accordo di pace, ma anche fazioni guerrafondaie e totalitarie, capeggiate da ministri che ambiranno a diventare dittatori (non mancheranno purghe interne e squadre della morte in puro stile nazi-fascista). Anche i Terrestri sono nella stessa situazione: c'è il conflitto tra le forze armate, le Nazioni Unite e la base del professor Izumi, ci sono i Terrestri razzisti e intolleranti, e allo stesso tempo quelli aperti alla pace e al dialogo. A parte alcune ingenuità legate alla tradizione del super-robotico nagaiano tout court, sotto alcuni aspetti "General Daimos" anticipa "Gundam 0079" di un anno, sia per l'umanizzazione completa degli antagonisti che per la presenza di campi profughi (c'erano anche nel tominiano "Zambot 3"), di scenari di guerra pura (in una scena vedremo addirittura l'esercito terrestre sparare sia sui feriti baamesi che terrestri), di carismatici "cattivi" biondi che in realtà sono umanamente legati al loro popolo e ai loro ideali (Rikiter è un prototipo di Char Aznable in questo senso).
Dal punto di vista tecnico, per la sua epoca, "General Daimos" eccelle in tutto. Le coreografie dei combattimenti, le animazioni, la scelta del character design, chiaramente ispirato a Go Nagai, ma allo stesso tempo più raffinato, parlano da soli. Anche le musiche sono splendide, inserite sempre con maestria nella sceneggiatura in modo da evidenziare passaggi epici, tragici o melodrammatici. Altro pregio è il basso numero di filler, che sono solamente tre: le puntate 23, 33 e 24, che possono tranquillamente essere saltate, in quanto stonano con la seriosità e la tensione delle altre. Ripeto che quest'anime ha una continuity molto serrata: il lettore che concepisce lo schema tokusatsu come qualcosa di ripetitivo, scontato e fine a sé stesso, con questa visione dovrà ricredersi.
In conclusione, questo è uno dei più bei robotici che abbia mai visto. Capace di offrire combattimenti spettacolari, epica, personaggi indimenticabili e un grande messaggio finale, "General Daimos" è pura arte, un anime dall'innegabile potenza narrativa che merita di essere ricordato, rispettato ed omaggiato dai posteri.
Velvet Kiss
8.0/10
Recensione di AkiraSakura
-
Mi sono imbattuto in questo manga per caso, attratto dal fascino e dalla sensualità dei disegni in copertina. Pensavo di trovarmi di fronte il solito hentai/ecchi, genere che di certo non apprezzo molto, e invece mi sono dovuto ricredere. Infatti penso che il vero punto di forza di "Velvet Kiss" non siano le scene di sesso esplicito, ma la storia, unita alla caratterizzazione e allo sviluppo del rapporto tra i due protagonisti.
Shin Nitta, impiegato di trent'anni, per una serie di circostanze si ritrova a dover fare da schiavo, sia materiale che sessuale, ad una bellissima e viziata ragazza di nome Konoko. Ella è una persona sola, con dei genitori assenti, e partecipa, insieme a dei rampolli borghesi come lei, a delle sfrenate orge in mezzo al lusso più totale. Inizialmente Nitta sarà indifferente, ma con il proseguire della storia cercherà di convincere Konoko che le sue amicizie sono fasulle, e che fare sesso con persone che non si amano non è proprio il massimo della libidine. Infatti, inizialmente, i rapporti sessuali tra Motoko e Nitta saranno monotoni, senza neanche i preliminari, e la ragazza sembrerà, in qualche modo, soffrire di una sorta di depressione e di tendenza all'autodistruzione. Konoko infatti si odia: la sua partecipazione alle orge e l'iniziale sfruttamento di Nitta come un mero oggetto sessuale è il modo che essa ha per sentirsi più "sporca", e quindi autodistruggersi. Lo sviluppo del rapporto con Nitta la renderà una persona migliore, e le farà ritornare il sorriso. Man mano che nascerà l'amore tra i due, le scene di sesso diventeranno molto più empatiche, con preliminari e carezze che prima non si erano mai visti. Non mancheranno comunque incomprensioni, tradimenti, giochi di potere e contrasti che ostacoleranno il rapporto tra i protagonisti. In conclusione ho trovato il finale molto bello e per nulla scontato, in perfetto stile giapponese per quanto riguarda il senso del dovere.
"Velvet Kiss" ci mostra quindi una gioventù bruciata, piena di vizi, che riesce a comunicare solo attraverso il sesso e la violenza. Questa critica sociale è molto attuale, e il fatto di trovarla persino in un manga ecchi dovrebbe far riflettere molto sulla perdita di valori e di ideali che affligge i giovani occidentali.
Passiamo agli aspetti tecnici. Il character design, per quanto riguarda le figure femminili, è molto raffinato, così come la scelta dei vestiti e gli sguardi carichi di sensualità. Ho comunque osservato, ogni tanto, delle imprecisioni nelle proporzioni dei personaggi, e dei seni eccessivamente spropositati, che rovinano, in certi casi, la finezza delle forme del corpo femminile. Siamo comunque di fronte ad un fumetto di matrice ecchi, quindi non mi aspettavo a priori una grande scenografia e una perizia registica notevole.
In conclusione, pur non essendo ai livelli di Milo Manara, impareggiabile ad unire il sesso ad aspetti più importanti dell'essere umano, come ad esempio la ricerca dell'identità nel mondo, "Velvet Kiss" segue la sua formula vincente e non delude affatto.
Shin Nitta, impiegato di trent'anni, per una serie di circostanze si ritrova a dover fare da schiavo, sia materiale che sessuale, ad una bellissima e viziata ragazza di nome Konoko. Ella è una persona sola, con dei genitori assenti, e partecipa, insieme a dei rampolli borghesi come lei, a delle sfrenate orge in mezzo al lusso più totale. Inizialmente Nitta sarà indifferente, ma con il proseguire della storia cercherà di convincere Konoko che le sue amicizie sono fasulle, e che fare sesso con persone che non si amano non è proprio il massimo della libidine. Infatti, inizialmente, i rapporti sessuali tra Motoko e Nitta saranno monotoni, senza neanche i preliminari, e la ragazza sembrerà, in qualche modo, soffrire di una sorta di depressione e di tendenza all'autodistruzione. Konoko infatti si odia: la sua partecipazione alle orge e l'iniziale sfruttamento di Nitta come un mero oggetto sessuale è il modo che essa ha per sentirsi più "sporca", e quindi autodistruggersi. Lo sviluppo del rapporto con Nitta la renderà una persona migliore, e le farà ritornare il sorriso. Man mano che nascerà l'amore tra i due, le scene di sesso diventeranno molto più empatiche, con preliminari e carezze che prima non si erano mai visti. Non mancheranno comunque incomprensioni, tradimenti, giochi di potere e contrasti che ostacoleranno il rapporto tra i protagonisti. In conclusione ho trovato il finale molto bello e per nulla scontato, in perfetto stile giapponese per quanto riguarda il senso del dovere.
"Velvet Kiss" ci mostra quindi una gioventù bruciata, piena di vizi, che riesce a comunicare solo attraverso il sesso e la violenza. Questa critica sociale è molto attuale, e il fatto di trovarla persino in un manga ecchi dovrebbe far riflettere molto sulla perdita di valori e di ideali che affligge i giovani occidentali.
Passiamo agli aspetti tecnici. Il character design, per quanto riguarda le figure femminili, è molto raffinato, così come la scelta dei vestiti e gli sguardi carichi di sensualità. Ho comunque osservato, ogni tanto, delle imprecisioni nelle proporzioni dei personaggi, e dei seni eccessivamente spropositati, che rovinano, in certi casi, la finezza delle forme del corpo femminile. Siamo comunque di fronte ad un fumetto di matrice ecchi, quindi non mi aspettavo a priori una grande scenografia e una perizia registica notevole.
In conclusione, pur non essendo ai livelli di Milo Manara, impareggiabile ad unire il sesso ad aspetti più importanti dell'essere umano, come ad esempio la ricerca dell'identità nel mondo, "Velvet Kiss" segue la sua formula vincente e non delude affatto.
Angel Beats!
4.0/10
Recensione di AkiraSakura
-
"Furbetto" è la prima parola che mi viene in mente quando penso al sopravvalutato "Angel Beats!". Anime osannato dai più come un mix riuscito e scoppiettante di vitalità e di contenuti seriosi, a me invece è risultato una gran brodaglia confusionaria di fanservice otaku di bassa lega, alternato a dei momenti di tragedia umana ed esistenziale infilati a forza nel contesto demenziale, senza un background soddisfacente e in pieno contrasto con le ridondanti gag, già viste e riviste in decine di altri anime otaku-oriented da tredici episodi o giù di lì.
L'idea base del soggetto è mutuata dall'ottimo "Haibane Renmei" di Yoshitoshi Abe: dopo la loro rispettiva morte nel mondo reale, i giovani protagonisti della storia si ritrovano confinati in un "purgatorio" destinato alle anime dannate dalle atroci sofferenze ed ingiustizie della vita. Ovviamente la moda vuole che in questo purgatorio ci sia una scuola ("Haibane Renmei" è comunque ben lungi dalle trovate modaiole, essendo un prodotto di nicchia), ci siano tanti personaggi, troppi personaggi, tutti caratterizzati molto male per ragioni di spazio e di tempo, ecc... I protagonisti dovranno inizialmente vedersela con Tenshi, un angelo alle dirette dipendenze di Dio (?), che sembra in qualche modo minacciarli, in quanto, come in "Haibane Renmei", ad un certo punto le anime saranno destinate ad ascendere verso l'ignoto, forse quando si saranno quietate. I personaggi, nei pochi momenti non demenziali della serie, sembrano ricercare il conforto derivante dallo status quo dell'atipico purgatorio scolastico, dove rivivono la giovinezza perduta a causa della "cattiveria di Dio". Bisognerà quindi ribellarsi a Dio e al suo emissario (?), fondando un gruppo scolastico speciale, le SSS...
Chi è arrivato a leggere fin qui avrà dedotto autonomamente che le premesse per fare un buon anime ci sono. Il plot, per quanto non sia originale, è comunque interessante. Il fatto è che tutto viene sviluppato malamente, in modo da fare contenti tutti in poco tempo: in primis gli otaku, con siparietti demenziali da quattro soldi, con personaggi moe introdotti a caso, con i vari riferimenti a "La malinconia di Haruhi Suzumiya"; le persone sensibili, che vedendo la poveretta paralizzata si commuoveranno, anche se la vicenda spiacevole verrà annullata dalle stupidaggini che a breve la seguiranno; quelli a favore della donazione di organi, altro argomento serissimo buttato a caso dentro il nulla narrativo, senza alcun contesto e con una furba virata registica.
Togliendo tutte le insulsaggini e le trovate infantili che andrebbero bene in un demenziale tout court di basso livello, cosa resta di "Angel Beats!"? Un'ora circa di flashback riguardanti violenze domestiche, sogni infranti e tante altre sfighe, degne di qualche triste meisaku d'annata, anche se in quest'ultimo il melodramma sarebbe almeno contestualizzato e inserito in un ambiente narrativo opportuno, senza la necessità degli autori di piegarsi alle sacrosante esigenze di mercato in un modo così ipocrita e sfacciato. Passare da eventi tristissimi e difficili da affrontare, su cui non c'è nulla da scherzare, a siparietti comici da quattro soldi, pieni di fanservice, mi ha fatto letteralmente venire il voltastomaco.
A mio avviso, "Angel Beats!", dal punto di vista dei contenuti e della sostanza, è assai fasullo, finto. Il dramma non si percepisce, non si vive: c'è soltanto per acchiappare più consensi possibili. E' un dramma che cerca di ingannare lo spettatore, ingraziandosi anche altre specifiche fette di utenza. Detto questo, volendo pure ammettere che "Angel Beats!" sia solamente mal riuscito a livello di sceneggiatura e di caratterizzazione dei personaggi, in cosa si può salvare? La regia, pur essendo mediocre, fa egregiamente il suo mestiere, seppur mettendo con disinvoltura sotto i piedi gli interessanti risvolti che potrebbe offrire lo script, senza svilupparli a dovere e camuffando le palesi carenze narrative facendo gli occhioni dolci allo spettatore. Tecnicamente il character design è assai standardizzato, come tutto il resto d'altronde. Gli effetti di luce e i fondali tuttavia sono molto curati ed espressivi, come le musiche, anche se la sigla di chiusura sembra cantata da un gatto con il mal di pancia.
In conclusione, mi stupisce il fatto che questo anime venga fatto passare dai più per capolavoro. Sono innumerevoli gli anime di qualità che affrontano tematiche di spessore senza scadere nel ridicolo, senza contare poi quelli fatti da gente che le cose brutte le ha vissute in prima persona (mi riferisco alla generazione di autori giapponesi del dopoguerra). A mio avviso "Angel Beats!" non merita neanche la sufficienza.
L'idea base del soggetto è mutuata dall'ottimo "Haibane Renmei" di Yoshitoshi Abe: dopo la loro rispettiva morte nel mondo reale, i giovani protagonisti della storia si ritrovano confinati in un "purgatorio" destinato alle anime dannate dalle atroci sofferenze ed ingiustizie della vita. Ovviamente la moda vuole che in questo purgatorio ci sia una scuola ("Haibane Renmei" è comunque ben lungi dalle trovate modaiole, essendo un prodotto di nicchia), ci siano tanti personaggi, troppi personaggi, tutti caratterizzati molto male per ragioni di spazio e di tempo, ecc... I protagonisti dovranno inizialmente vedersela con Tenshi, un angelo alle dirette dipendenze di Dio (?), che sembra in qualche modo minacciarli, in quanto, come in "Haibane Renmei", ad un certo punto le anime saranno destinate ad ascendere verso l'ignoto, forse quando si saranno quietate. I personaggi, nei pochi momenti non demenziali della serie, sembrano ricercare il conforto derivante dallo status quo dell'atipico purgatorio scolastico, dove rivivono la giovinezza perduta a causa della "cattiveria di Dio". Bisognerà quindi ribellarsi a Dio e al suo emissario (?), fondando un gruppo scolastico speciale, le SSS...
Chi è arrivato a leggere fin qui avrà dedotto autonomamente che le premesse per fare un buon anime ci sono. Il plot, per quanto non sia originale, è comunque interessante. Il fatto è che tutto viene sviluppato malamente, in modo da fare contenti tutti in poco tempo: in primis gli otaku, con siparietti demenziali da quattro soldi, con personaggi moe introdotti a caso, con i vari riferimenti a "La malinconia di Haruhi Suzumiya"; le persone sensibili, che vedendo la poveretta paralizzata si commuoveranno, anche se la vicenda spiacevole verrà annullata dalle stupidaggini che a breve la seguiranno; quelli a favore della donazione di organi, altro argomento serissimo buttato a caso dentro il nulla narrativo, senza alcun contesto e con una furba virata registica.
Togliendo tutte le insulsaggini e le trovate infantili che andrebbero bene in un demenziale tout court di basso livello, cosa resta di "Angel Beats!"? Un'ora circa di flashback riguardanti violenze domestiche, sogni infranti e tante altre sfighe, degne di qualche triste meisaku d'annata, anche se in quest'ultimo il melodramma sarebbe almeno contestualizzato e inserito in un ambiente narrativo opportuno, senza la necessità degli autori di piegarsi alle sacrosante esigenze di mercato in un modo così ipocrita e sfacciato. Passare da eventi tristissimi e difficili da affrontare, su cui non c'è nulla da scherzare, a siparietti comici da quattro soldi, pieni di fanservice, mi ha fatto letteralmente venire il voltastomaco.
A mio avviso, "Angel Beats!", dal punto di vista dei contenuti e della sostanza, è assai fasullo, finto. Il dramma non si percepisce, non si vive: c'è soltanto per acchiappare più consensi possibili. E' un dramma che cerca di ingannare lo spettatore, ingraziandosi anche altre specifiche fette di utenza. Detto questo, volendo pure ammettere che "Angel Beats!" sia solamente mal riuscito a livello di sceneggiatura e di caratterizzazione dei personaggi, in cosa si può salvare? La regia, pur essendo mediocre, fa egregiamente il suo mestiere, seppur mettendo con disinvoltura sotto i piedi gli interessanti risvolti che potrebbe offrire lo script, senza svilupparli a dovere e camuffando le palesi carenze narrative facendo gli occhioni dolci allo spettatore. Tecnicamente il character design è assai standardizzato, come tutto il resto d'altronde. Gli effetti di luce e i fondali tuttavia sono molto curati ed espressivi, come le musiche, anche se la sigla di chiusura sembra cantata da un gatto con il mal di pancia.
In conclusione, mi stupisce il fatto che questo anime venga fatto passare dai più per capolavoro. Sono innumerevoli gli anime di qualità che affrontano tematiche di spessore senza scadere nel ridicolo, senza contare poi quelli fatti da gente che le cose brutte le ha vissute in prima persona (mi riferisco alla generazione di autori giapponesi del dopoguerra). A mio avviso "Angel Beats!" non merita neanche la sufficienza.
Di questi ho visto solo Angel Beats, e sono generalmente d'accordo con la sua analisi. Sono le troppe analogie di ambientazione e di idea generale con Haibane Renmei, opera infinitamente superiore che tratta una tematica analoga in modo ben più profondo e maturo.
Amore realistico il quale nasce dopo una tormentata storia a base di sesso e complessi psicologici di lei: 8
WTF???: 4
Sia dal punto di vista di musiche, piano sia dal lato Umano drammatico
che proponeva la visione. La comicità non sfigura anzi rende quella complicità di amicizia e affiatamento che si viene a creare all'interno del gruppo ancora più godibile. E l'accostamento con la parte drammatica pare
tutt'altro che fuori luogo. Probabilmente la tua sensibilità è sotto le scarpe se sei riuscito a farti venire il voltastomaco.
Era chiaro che fosse una storiella, ma che gran storiella visto il contenuto finale e la morale che comunque si nasconde....
Poi l'accostamento sopra con Velvet fa riflettere.
Passi per Clannad, ma questa fissa per colpire emotivamente lo spettatore con scenette strappalacrime ad ogni costo un po a rotto, fate una commedia e basta.
Bravo Akirasakura!
Trovo abbastanza ridicole anche le critiche al fanservice che compare davvero in misura minima, ma puntare il dito contro una mezza scena di questo tipo va sempre molto "di moda". Credo che Akira abbia guardato Angel Beats con le aspettative sbagliate, vi sono elementi seriosi ma fondamentalmente non si tratta di un'opera che vuole prendersi eccessivamente sul serio.
Parole sante!
Mi trovo molto daccordo con Nyx su AB, imo le somiglianze con Haibane Renmei sono molto limitate, oltre all'ambientazione in questo "purgatorio" hanno ben poco in comune, sopratutto la parte su "atroci sofferenze" e "cattiveria di Dio" non capisco cosa abbia a che fare con AB.
Ho trovato molto più fastidiose invece le scopiazzature da Haruhi, ed effettivamente alcuni pgs potevano essere caratterizzati e sviluppati meglio.
Imho gli darei un 7/7.5
Alcune cose della recensione non mi convincono.
Il primo è che sia definito un prodotto artificioso per fare soldi. Ogni prodotto di animazione (e non solo) costa, punta ad un pubblico e cerca di fare soldi arraffandolo. Il discorso è piuttosto quanto lo fai pesare e quanto no. Anche quando un prodotto pare ben fatto spesso il lettore semplicemente coincide con il pubblico che gli autori si erano immaginati e per cui l'avevano costruito.
L'artificioso è una percezione e spesso è la percezione di chi si trova ad essere il pubblico sbagliato per quel determinato prodotto.
Un anime in buona parte dei casi è un prodotto d'industria nel vero e proprio senso della parola.
Il secondo aspetto è che mi sembra la recensione parta da una delusione generata da aspettative eccessive trovate in altre recensioni oppure da discussioni preliminari sulla positività o meno dei contenuti con appassionati fin troppo esagerati.
Nulla di straordinario, si vede anche solo la media dei voti sulla pagina delle recensioni di Angel Beats e si decide di dargli una sonora mazzata per cercare di riportare la media su standard più bassi. Creando un effetto straniante però nel momento in cui la recensione viene avulsa dal contesto e presa di per sé.
Dopo di che io non l'ho vista e quando l'avrò vista saprò dire.
mi vengono i brividi quando vedo voti alti a dei anime di 40 anni fa
Complimenti comunque ad AkiraSakura!
Ovviamente in AB il problema è proprio che la sceneggiatura è confusionaria apposta, proprio per lasciare più spazio al fanservice. Ad esempio anche Steins Gate è pieno di strizzate d'occhio agli otaku, ma almeno stanno nello sfondo e non danneggiano lo script. E infatti non l'ho segato, anzi.
Poi i voti sono soggettivi, non capisco perché la gente si lamenti di essi quando magari non legge neanche le motivazioni.
Vultus V è di fatto il remake di Combattler ed è considerato da quasi tutti gli esperti una spanna sotto Daimos. Gundam è una pietra miliare della storia dell'animazione e nel suo caso un voto numerico sarebbe restrittivo a prescindere.
Il bellobellenda dovrebbe abbassare il 10 che ha dato a LOGH, siccome è uscito più di 25 anni fa.
Poi, non capisco dove il recensore abbia visto tutto quel "fanservice otaku di bassa lega", dato che è uno dei pochi anime in circolazione senza traccia di fanservice. Boh, gradirei una spiegazione ^^
Comunque sono morto dal ridere quando ho letto "anche se la sigla di chiusura sembra cantata da un gatto con il mal di pancia", non posso che condividere la citazione!
Complimenti a tutti e tre i recensori, in accordo o in disaccordo riconosco che comunque hanno fatto un buon lavoro, anche se ho visto solo l'ultima delle tre opere recensite e quindi non posso esprimermi a riguardo delle prime due.
Nell'12° episodio, quel tizio che parla con Yurippe in stile Matrix, afferma che "se arrivasse qui una persona che ha vissuto una vita soddisfacente, perderebbe tutti i ricordi e creerebbe un bug, dando vita così al programma Angel Player".
Poi dice che il programmatore è diventato un NPC, e rimarrebbe tale fino all'incontro di una certa persona. E se ben ricordi, all'inizio della serie, Otonashi, indossa proprio la divisa scolastica degli NPC.Quindi Otonashi è effettivamente morto prima di Kanade,solo che è stato resettato.
Parli di un'ora e mezza di flashback (falso al massimo sarà una mezz'oretta in totale) e secondo te come avrebbero dovuto spiegare le motivazioni della presenza di molti personaggi?
Con tutto il rispetto ma il tuo è un banalissimo sfogo, e non una recensione, nei confronti di una serie che non hai saputo apprezzare perchè non faceva per te a prescindere. Il voto non l'ho nemmeno calcolato poichè è a discrezione dell'utente.
Non c'è alcun paragone con Haibane, ho scritto semplicemente che Beats ne prende l'idea di base. Ben lungi dal voler paragonare le due opere.
Cmq questi commenti butthurt da parte di gente imprintata a pane a moe, con tanto di spiegoni e FAQ per cavare il sangue dalla rapa me li aspettavo. Se vi piace tenetevelo, la storia deciderà il vero valore di Beats.
PS: E la modalità NPC è uno dei tanti artifici dell'anime. Perchè il tipo doveva essere in grado di diventare NPC invece che essere suibito se stesso? Perchè risvegliarsi solo in quel momento? etc etc mille altre domande che non avranno risposta. E neanche un significato metaforico di fondo, a parte la solita retorica buonista, il melodramma artificioso e i contentini ipocriti al pubblico.
E in ogni caso "l'idea di base" non c'entra una mazza perchè è come dire che Evangelion prende come idea di base Mazinga, non prendiamoci in giro.
In ogni caso non trovo che il paragone fra Haibane Renmei e Angel Beats sia del tutto campato in aria.
Sono serie con 8 anni di distanza, mica 30.
Angel Beats ha, come molti anime attuali, il difetto di voler mischiare a tutti i costi tematiche serie (come il concetto della vita oltre la morte e il riscatto del proprio io) assieme a trovate piuttosto frivole. Alla fine salta fuori uno zibaldone che tenta di accontentare un po' tutti, ma difficilmente piace a che lo guarda con piglio un po' critico.
Io credo che sia piaciuto a coloro che volevano una commedia/action con setting scolastico (ed è forse migliore di altri in tal ruolo), ma comprendo anche chi (come me, del resto) lo ha mal digerito per via delle idee "seriose" abbozzate e maldisposte.
Comunque, come difetti tecnici, ci sono pure una sceneggiatura probabilmente troppo frettolosa e una regia a volte poco attenta e poco efficace.
Da guardare solo per la stupidaggine della sceneggiatura (penso che non dimenticherò mai l'omo-abbraccio salvifico), capace di far ridere più di tante altre commedie.
Il 4 mi pare un voto onesto e adeguato.
Se per voi l'animazione giapponese meritevole è Angel Beats, ben venga. Poco me frega. Io voglio le cose fatte bene, poco importa del successo che la serie ha avuto grazie alla marea di otaku che ormai hanno monopolizzato il settore.
@Eva
TE VOJO BBENE!
Scherzi a parte, posso essere d'accordo per Daimos (bella forza ho 40 anni e l'effetto nostalgia conta eccome per me!), ma ad Angel Beats un bel 7 glielo darei. (A Clannad After Story io do un bel 10 pieno, sia chiaro!)
Del resto anche io, stando ai vostri giudizi che sono oro colato (LOL), sono una 40enne otaku fissata con il fanservice.
Suvvia, suvvia! Si tratta solo di opere di intrattenimento create *solo* per far soldi! E' assurdo volerci vedere chissà cosa, sono solo opinioni personali alla fine. ^^
Di sicuro non mi faccio venire il "bruciac***" per una serie come "Angel Beats!", anzi, non me lo faccio proprio venire per criticare od osannare anime. Certo che se "Angel Beats!", come legittimamente dici, sarà probabilmente inghiottito dalla fossa nera della storia, mi permetto di dirti che anche "General Daimos", a cui viene tributato un 10 in pompa magna, a quasi 40 anni dalla sua nascita non se lo fila praticamente più nessuno, se non qualche nostalgico girellaro (ah, tanto per chiarire, lo sono pure io, ma, visto una volta in gioventù, mi è bastato e avanzato).
Essere veramente appassionato di manga e anime vuol dire avere una visione globale dell'animazione di tutti i tempi, documentarsi, conoscere le tecniche che ci sono dietro, i periodi storici, gli autori con la A maiuscola. La storia, insomma.
E' da questa visione globale del tutto che si incomincia a vedere la differenza tra meisaku, pane e robottoni.
E i girellari lasciamoli stare. Dopo il casino che hanno fatto con il doppiaggio del film di Saint Seya non sono neanche da nominare.
Sono pienamente concorde. Odio il fanservice, non sopporto gli anime che ne sono pieni (tant'è che ne ho visti solo un paio, e mi sono bastati per convincermi a non guardarne altri), e odio la piega che gli anime degli ultimi anni stanno prendendo. Ma non capisco cosa centri questo con Angel Beats.
Per quanto ricordo, quell'anime non ha neanche un secondo di fanservice, e per quanto riguarda il moe, sinceramente non l'ho visto presente in modo così accentuato.
E, per la cronaca, non sono un fanboy di Angel Beast, l'ho recensito anch'io e gli ho dato un sette, perché, se pur carino, è ben lungi da essere un capolavoro. Ma i problemi che ha sono altri, non certo il fanservice (trama "schiacciata" in dodici puntate, svolgimento a volte confusionario, ecc...).
scusa ma penso che prima di fare recensioni dovresti informati un poco di più
nulla di personale
Belle recensioni, complimenti AkiraSakura.
Fanservice non vuol dire tette e culi e stop. Significa mettere i soliti cliché che piacciono agli otaku giapponesi. Quelli che vogliono vedere la idol per comprarsi la bambolina e se ne innamorano, proprio loro.
"apparte che in haibane renmei non c'è nessun purgatorio"
Haibane è metaforico. Potrebbe essere una sorta di purgatorio come non potrebbe esserlo, sta allo spettatore interpretare. Proprio per questo sono ben lungi da paragonare Haibane a Beats. Ho detto solamente che a mio avviso ne ha preso l'idea di base, la quale è molto simile. Una mia supposizione, nulla di più. Ma da qui a dire che non mi informo quando scrivo sui generis ce ne corre.
Non da me. Per me sono piu' o meno pari.
Complimenti per la tripletta ^^
Si, ma allora se tutto ciò che piace agli otaku giapponesi è fanservice, allora Gundam è pieno di fanservice (perché è pieno di robottoni che ai jappi piacciono tanto)? Dragonball è fanservice (perché è pieno di combattimenti tipici di qualunque shonen, che piacciono tanto agli otaku)? Death Note è fanservice (perché è pieno di psicologia che agli otaku cervelloidi piace tanto)?
Qui bisogna saper distinguere fra fanservice positivo e fanservice negativo. Per me, quando un anime scade nell'ecchi/harem (99% dei casi) allora si riempie di fanservice negativo. Se in un anime c'è un personaggio femminile idol, chissene. Basta che l'anime non diventi un ecchi/harem né scada nel ridicolo. Qui sembra quasi che tu voglia dire "eh, non mi piace perché quel personaggio è uno di quelli che piace tanto alla gente, ma io voglio fare l'alternativo" (ovviamente non è quello che vuoi dire, dico solo che sembra così).
Chissene frega se alla gente piace comprarsi la bambolina con quel personaggio? C'è tantissima gente che si compra bambole, poster, e roba varia sulla protagonista di Evangelion (che non ho ancora avuto la fortuna di guardare, ma rimedierò presto), ma non mi sembra che in giro si dica "Evangelion è pieno di fanservice".
Cmq parlare di inconsistenze di script e dare 10 a un anime dove a un personaggio spuntano ali dal nulla...no perché le ali dei nemici di Daimos non erano retrattili e Erika non sarebbe mai dovuta passare per terrestre.
Death Note ha anch'esso fanservice, un'esempio è la Gothic Lolita stupida.
Il punto è quando il fanservice danneggia il prodotto finale. Nel caso GAINAX no, nonostante il puro fanservice le opere dello studio sono per la maggiorparte ottime storie con dietro grandi autori (Gunbuster, Nadia e Eva in primis). Nel caso di Angel Beats invece il fanservice è capzioso, in quanto le gag stupide, i 100 personaggi-fanservice inutili che scompaiono e riappaiono a muzzo con 0 caratterizzazione, la idol tormentata buttata lì a caso che poi sparisce nel nulla dopo il suo siparietto melodrammatico, la scenetta ecchi e soft erotica buttata a caso, i vari riferimenti a Shuzumiya ecc. sono cose che reputo negative, in quanto a mio avviso rovinano la bontà del prodotto finale.
E ricordo che otaku è una terminologia NEGATIVA che in Giappone viene associata a gente asociale e ossessionata da determinate cose. Non è come in occidente, in cui questa terminologia ha un significato amichevole e positivo. Gli otaku giapponesi sono ossessionati da idol, bamboline ecc.
@Araldo
Certo, in un anime con un robottone gigante che fa secchi i mostri ci stiamo a preoccupare che le ali siano retrattili o no. Ricorda che i robotici dell'epoca erano rivolti ai bambini, e quindi tutti con ingenuità di vario tipo.
Appunto, come ho detto non è fanservice dannoso.
Ma non capisco perché le gag siano considerate fanservice dannoso, quando sono semplici siparietti comici, che a me hanno anche divertito (per carità, parere soggettivo, ma non capisco una cosa: se ti sei lamentato dell'eccessiva drammaticità della serie che a te non ha toccato neanche minimamente - lol, credo di aver trovato qualcuno con il cuore più arido del mio - allora perché anche le gag, che spezzano abbastanza bene la drammaticità, le descrivi come tediose? allora dillo che non ti va bene niente XD);
della tizia che suona, cosa ti da fastidio? Che canti? Lo inseriscono bene nella storia, dicono che avrebbe sempre voluto cantare per esprimere i suoi sentimenti. Che il dramma ti abbia o meno commosso non è importante, ma comunque la storia non mette una idol a caso. Secondo il tuo ragionamento, sembra che ora nessun anime possa mettere una tizia che canta perché se no è una idol e quindi fanservice dannoso. E si ritorna a ciò che ho detto nel messaggio precedente ["Qui sembra quasi che tu voglia dire "eh, non mi piace perché quel personaggio è uno di quelli che piace tanto alla gente, ma io voglio fare l'alternativo" (ovviamente non è quello che vuoi dire, dico solo che sembra così)."];
la scena ecchi-soft erotica proprio non l'ho notata, e lo dice uno che ne è proprio allergico. Ma avendo visto l'anime un po' di tempo fa (mi pare un annetto fa), può darsi che l'abbia dimenticata, quindi ti credo sulla parola;
i vari riferimenti a Shuzumiya. Non avendo visto la serie che hai citato, non mi metto a discutere se i riferimenti siano o meno esistenti, anche qui ti credo sulla parola. Ma non capisco perché il citazionismo della GAINAX, come hai detto tu, non è dannoso, mentre questi riferimenti si;
i 100 personaggi-fanservice inutili. Si, non hanno caratterizzazione, è vero. Questo è l'unico enorme difetto della serie. I personaggi, alla fine, "scompaiono" senza neanche dirci come, né perché, né tanto meno il loro passato. Ma non sono fanservice dannoso. Il tizio che fa karate, il tizio con la falce e l'amico del protagonista non hanno niente che li renda dannosi alla visione. T.K mi è stato anche simpatico, ma anche se a te non lo fosse stato, non vedo come possa essere stato dannoso. C'era, mi sembra, un ragazzino, ma non mi sembra sia stato dannoso.
Per il cast femminile, abbiamo la protagonista, che è stata caratterizzata bene e non mi sembra incarni nessuna qualità dannosa; la cantante, che come ho detto prima, non ho capito se consideri dannosa solo perché canti, oppure se c'è un motivo preciso; quella che diventa la seconda cantante, che viene anche approfondita (seppur non troppo, è vero), quindi non vedo dove sia il problema. L'unica che può stare antipatica, e lo dico perché stava antipatica pure a me, è proprio Tenshi, che non capisco se ci è o ci fa. Lei mi è stata antipatica, e ad onor del vero posso dire che è il peggior personaggio della serie; ma non capisco come solo lei possa giustificare la frase "i 100 personaggi-fanservice inutili".
Il tizio con la falce e compagnia, come ad esempio la stupida tipa con i capelli rosa inutile che fa le gag, sono tutti personaggi fanservice inutili. Loro, uniti ai vari riferimenti a Shuzumiya, e tanti altri elementi di fanservice sessuale abbastanza furbetti (la protagonista cade giù dal burrone e uno si aggrappa ai suoi pantaloni e si vede un po' di inguine, ad esempio), tolgono spazio ad uno sviluppo decente dello script. Il tempo che tutto il vario fanservice, fatto ANCHE da personaggi con 0 caratterizzazione messì lì a caso per far gag e far vendere gadgets, tolgono il TEMPO alla serie per sviluppare al meglio la sua storia. Ed è palese.
La tua è tutta un'opinione personale. Che i personaggi ti stiano simpatici o meno non toglie il fatto che essi sottraggano potenzialità alla serie col loro patetismo. Così come tutte le altre cose che ho citato.
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