Io e Stradivarius abbiamo avuto l'onore di porre alcune domande all'entusiasta scrittrice, come potete vedere e leggere qui sotto.
Intervista a Atsuko Asano
Animeclick: Amici e amiche di Animeclick.it, siamo qui per offrirvi un'intervista alla maestra Atsuko Asano, autrice tra le altre cose di No 6 che ha anche avuto una trasposizione animata piuttosto celebre, e che è ospite di NipPop proprio per gli elementi fantascientifici della serie in questione, abbiamo delle domande per la sensei, quindi direi di cominciare con la prima: ci sono delle opere e degli autori orientali e occidentali che l'hanno influenzata nei suoi lavori?
Atsuko Asano: Certamente, io ho apprezzato, già da quando ero giovane, una studentessa, intanto col genere del mistery. Tra gli autori del genere che ho letto in quel periodo posso citare Agatha Christie, Conan Doyle e Colin Dexter.
AC: In No 6 c'è una forte componente di contrasto, ad esempio tra arte e scienza, amico e nemico, ricchezza e povertà: cosa l'ha spinta ad addentrarsi in queste tematiche?
AA: Quel che avete notato è giusto, è un'osservazione molto attenta, perché la mia opera No 6 è un'opera di forti contrasti, come avete detto voi, sicuramente tra ricchezza e povertà, ma anche tra la forza e quella che può essere vista come debolezza, ancora tra i dominatori e chi viene sottomesso, credo che questi temi emergano non solo nella nostra società (io vivo in Giappone) ma soprattutto nel mondo, e attraverso questo contrasto che si evince nell'opera si evincono anche delle caratteristiche della società giapponese ma anche internazionale.
AC: Perché ha scelto proprio l'aster tataricus per il nome di Sion, che simboleggia il ricordo, e tra l'altro è il nome di un luogo biblico?
AA: In realtà, quando io penso ai nomi dei personaggi delle mie opere, la cosa più importante è il suono che scaturisce da questi nomi, il suono riverbera nelle nostre teste, nella memoria; è vero, Sion è il nome di un fiore e di un toponimo, ma per me, l'effetto che provoca il suono della pronuncia di questi nomi è molto importante, così come la trascrizione dei caratteri giapponesi dei nomi.
AC: Nella sua opera c'è sempre un forte richiamo agli animali, come Nezumi e i ratti, oppure i cani, o l'attacco delle vespe parassite. C'è una particolare simbologia o motivo dietro a questa scelta?
AA: Innanzitutto devo dire che utilizzo gli animali perché mi piacciono, quindi utilizzo gli animali che amo di più, ad esempio voi avete citato Nezumi e quindi il topo, che sta sempre nell'ombra, quindi volevo creare un personaggio che rispecchiasse questo animale, poi i cani, dovete sapere che io amo molto i cani, dove vivo ho un grande cane, vivo insieme a lui e dorme anche con me, spesso e volentieri, e quando capita mi dà una sensazione di calore, e allo stesso modo volevo creare un personaggio che potesse amare e vivere insieme ai cani, che comprendesse queste caratteristiche, e poi le vespe, che non sono le api, e anche questo è un animale che amo particolarmente.
AC: Il rapporto tra Nezumi e Sion è qualcosa di molto complesso e fumoso, in bilico tra amicizia e qualcosa di più profondo, lei come lo definirebbe?
AA: Prima di tutto devo dire che non amo molto raccontare di relazioni facilmente definibili ed omologabili, il rapporto tra Nezumi e Sion non è facile da chiarire e non voglio chiarire, pensate ad esempio al rapporto tra un uomo e una donna: può nascere un amore, si può essere amanti, si può essere una coppia, marito e moglie, o si può sviluppare una relazione di semplice amicizia, nel caso della relazione tra Nezumi e Sion che è comunque una relazione omosociale, l'ho volutamente lasciata non definibile perché così trovo sia più intrigante ed emozionante.
AC: Passiamo ora a qualche domanda sull'autrice: come ha deciso di diventare scrittrice e cosa l'ha spinta ad intraprendere questa carriera?
AA: Devo dire che quando ero piccola non eccellevo in altri ambiti della mia vita, scrivere mi piaceva moltissimo, e mi ero accorta che era la cosa che sapevo fare meglio, e poi attraverso la scrittura il mio sogno era quello di farmi riconoscere ed essere apprezzata per quello che facevo, quindi in realtà sin da piccola volevo produrre sin dai tredici/quattordici anni delle opere leggibili e per le quali potessi essere apprezzata.
AC: Siamo all'ultima domanda: come trova l'ispirazione per realizzare le sue opere, e cosa risveglia in lei il flusso creativo?
AA: Sono varie le occasioni che ispirano la mia scrittura, situazioni di vita quotidiana, a volte quando cammino o quando sono in bagno, ma ciò che mi ispira di più è il dialogo con le persone, quando parlo con loro, le parole che spesso sfuggono anche a livello inconscio agli interlocutori hanno un riverbero importante nella mia mente e influiscono, e mi danno occasione di essere ispirata.
AC: Bene, ringraziamo la sensei Asano e il traduttore che ci ha aiutato con queste domande un po' complicate, salutiamo il pubblico di Animeclick e ci risentiamo alla prossima intervista.
PS: Posterete sul sito anche l'intervento venerdì pomeriggio che c'è stato durante la manifestazione? Mi piacerebbe davvero molto sapere cosa è stato detto su No.6 e all'autrice!
Molto interessante l'intervista, sia le domande formulate dei newser e sia le risposte dell'autrice. In particolare, lode alla prima parte in cui ci sono curiosità che non sapevo dell'opera! Apprezzo no.6, di cui ho visto l'anime, un giorno spero di poter leggere anche il romanzo e il manga qui da noi.
Concordo, prima di leggere la novel o il fumetto, ho visto l'anime e ho avuto anche io la tua stessa impressione. Dopo aver recuperato l'opera originale, mi sono resa conto di una cosa riguardo il finale o comunque alla seconda parte della serie animata:
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