Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte...insomma due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.

Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati", ci siamo detti in Redazione "Why not"?

AnimeRing!

Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!
 
Bleach

Andiamo a scoprire  il titolo su cui faremo discutere voi utenti!
 
Nato dalla penna del giovane Tite Kubo, Bleach è uno dei manga (shonen) più famosi degli ultimi 20 anni, in passato considerato, con One Piece e Naruto, uno dei "grandi tre di Jump".
Col tempo, tuttavia, il manga ha iniziato a scontentare un discreto numero dei suoi fan che col proseguire delle saghe hanno abbandonato l'opera, portando una netta flessione nelle vendite dei volumetti. Passato dall'essere la terza serie più venduta di Shonen Jump (a tratti quasi in pari con la seconda, Naruto) a una delle ultime, Bleach si è infine concluso nel 2016, a quota 686 capitoli e 74 volumi.

Oggi è giunto il momento di emettere un verdetto!

La domanda è una sola: voi da che parte state?

A FAVORE

9.0/10
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Bleach è un manga che ami oppure detesti. Non ci sono vie di mezzo con il capolavoro di Kubo, e io sono (purtroppo) tra quelli che lo adorano. Dico purtroppo perché, nonostante i millemila difetti, i momenti in cui prenderei Kubo a schiaffi ecc ecc, continuo a esserne una fedelissima ed a aspettare con trepidazione l'uscita settimanale. Ma andiamo con ordine.

La storia ormai la sappiamo: Ichigo Kurosaki è un liceale con l'abilità di vedere i fantasmi. La sua vita cambia dopo l'incontro con Rukia Kuchiki, una Shinigami (dea della morte) che ha il compito di combattere gli Hollow, mostri che cacciano le anime dei morti. Per salvare il ragazzo, Rukia rimane ferita gravemente, e non ha altra scelta che trasferire parte dei suoi poteri a Ichigo... Ma lui si frega tutti i poteri, e diventa uno Shinigami completo.
I primi volumi sono composti da un arco "scolastico"; Rukia e Ichigo vanno a scuola, sconfiggono Hollow, con lui che impara cosa vuol dire essere uno Shinigami, e i problemi bene o male sono piuttosto limitati. Le cose iniziano a farsi serie dal settimo volume in avanti; iniziamo a scoprire molto sul mondo degli Shinigami, entrano in scena decine di nuovi personaggi, e le atmosfere del manga cambiano improvvisamente, perdendo quella leggerezza tipica dei primi volumi. La trama si fa man mano più intricata, con momenti di alti e bassi, colpi di scena decisamente inaspettati, e così via. Per me la trama merita un otto pieno, quantomeno sulla fiducia, dopo aver visto come sta procedendo l'arco finale di Bleach.

I personaggi. Il protagonista indiscusso è Ichigo, un quindicenne piuttosto diverso dai normali protagonisti di shonen come Naruto o Rufy. Il suo obiettivo non è diventare un super Shinigami o simili; si limita a voler essere sufficientemente forte da poter proteggere i suoi amici. Non è particolarmente amabile, non fa battute idiote, è dotato di un minimo di cervello (cosa notevole, in quanto protagonista), ha sempre un cipiglio da incazzato nero. Insomma, il "fragolo" è un personaggio interessante, che gode di una buona caratterizzazione e di uno sviluppo lungo le diverse saghe.
La co-protagonista è Rukia Kuchiki, Shinigami appartenente alla Tredicesima Divisione. Di tutti i personaggi di Bleach, lei è la mia preferita; è coraggiosa, con un grande senso di giustizia, sa difendersi e non ama essere di peso agli altri. Fa parte dei Kuchiki, una famiglia nobile, ma non si comporta in maniera altezzosa; attorno a lei si muovono molti degli eventi principali del manga, dalla saga della Soul Society a quella dei Fullbringers.
Ichigo ha un gruppo di amici a sostenerlo: ne fanno parte Orihime Inoue, umana con dei poteri che le permettono di curare praticamente qualsiasi ferita, fino quasi a sfidare la morte, Yasutora Sado, gigantesco meticcio le cui braccia si possono trasformare in mostruosi arti capaci di sferrare colpi potentissimi, e Uryuu Ishida, un Quincy (una razza nemica giurata degli Shinigami) estremamente intelligente e orgoglioso.

I personaggi secondari sono tantissimi, e perderei decenni solo a illustrarli; tra gli Shinigami, si distinguono per carisma e popolarità i Capitani Toshiro Hitsugaya (il tipico ragazzino prodigio), Kuchiki Byakuya (il fratello adottivo di Rukia), Kenpachi Zaraki (il bestiale capitano dell'Undicesima Divisione); poi abbiamo i Vizard, ex Shinigami che hanno ottenuto, non proprio volontariamente, dei poteri da Hollows; gli Espada, che saranno i nemici principali degli Shinigami, e via di seguito. Purtroppo non molti personaggi vengono esplorati come si deve, ma Kubo dimostrerà in molti casi di poter analizzare un personaggio in poche vignette, cambiando totalmente il nostro punto di vista su di lui.

Passiamo al disegno. Beh, per me nulla da dire. Molto spesso a Kubo viene fatta la lamentela degli sfondi bianchi, ma ciò è dovuto al fatto che il mangaka non utilizza assistenti. Per quel che mi riguarda, lo stile di Kubo è il migliore dei grandi tre, con disegni eccezionali, sa emozionare o esaltare con un nonnulla. Ancora oggi, sento una stretta al cuore rileggendo il capitolo 423, o il 459.

Per quel che riguarda il futuro... Beh, siamo entrati nella saga finale, che durerà diversi anni, e per il momento non c'è stato un capitolo che mi abbia delusa. Kubo sembra aver appreso da tutti gli errori fatti precedentemente (i power-up immotivati, l'imbattibilità dei buoni, il fatto che non schiatti praticamente nessuno), e sta mettendo su una saga favolosa, con una guerra vera e propria. Ho fede in Tite e nella sua capacità di emozionarmi, nonostante sia appena finito un arco che, a parte una manciata di capitoli, ho seriamente detestato.

Per concludere: questo manga lo consiglio a tutti gli amanti del genere shonen. Se saprete accettare i difetti di Bleach, e sarete abbastanza pazienti da non bruciare tutti i vostri volumetti nei momenti meno piacevoli del manga, troverete una lettura molto piacevole, con personaggi a cui vi affezionerete, capitoli talmente belli da farvi strillare (di gioia, di rabbia, come volete voi!). Nonostante le critiche, Bleach è e rimarrà uno dei grandi tre (e a mio giudizio il migliore tra essi), e chiunque si dichiari amante del genere Shonen dovrebbe leggerlo. Per me merita un 9, perché pochi manga mi hanno dato le stesse emozioni di Bleach.


CONTRO 

4.0/10
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Terminano esattamente dopo quindici anni di serializzazione - coincidenze? - le avventure dello shinigami dai capelli arancioni, una delle icone dei battle shonen moderni. Ha appassionato tantissimi fan, ma li ha anche disaffezzionati. Ha vinto il premio Shogakukan e ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, e probabilmente continuerà a farlo. Ha fatto parte della mia adolescenza sull'onda del suo successo, fino ad arrivare a quello della sua disfatta.
Dopo 74 volumi e 686 capitoli, Tite Kubo decide di appoggiare la penna sul tavolo e di chiudere i battenti.

Forse gli è stato ordinato dai piani alti o lo ha voluto lui stesso, oppure il pubblico non ne poteva più. Sta di fatto che durante il suo percorso Bleach ha regalato grandi emozioni, sia positive che negative.
Inizialmente aveva creato una brutta copia di Yu Yu Hakusho e dovettero cancellarlo. Una lettera da parte di Toriyama lo spronò a creare il Bleach che conosciamo. Il nome del titolo è un omaggio all'album dei Nirvana, ma anche all'obbiettivo di “sbiancare” o “purificare” le anime maligne, il lavoro degli Shinigami, e un rimando al titolo “WHITE” che originariamente doveva avere.

Tite Kubo realizza in totale quattro archi narrativi: con il primo lo porta all'apice del successo; col secondo lo mantiene; con il terzo crolla; con il quarto cade per terra esanime.
Se dovessi fare un'analogia, Bleach è come un calciatore giovane di un talento incredibile che col tempo scema fino a diventare irriconoscibile.
La lunghezza non gioca certo a suo favore e non c'era assolutamente bisogno di raggiungere un tale numero. Sicuramente il successo lo ha stravolto e lo ha portato a continuare con risultati orribili, fino a diventare una copia sbiadita di ciò che era. Questa involuzione è notevole sul lungo periodo, facendogli perdere quello smalto che agli albori lo aveva portato sul podio dei migliori shonen in circolazione.

La saga della Soul Society è il punto più alto che abbia raggiunto in tutti i suoi anni di carriera e che disgraziatamente non recupererà mai. Toglietevi la speranza che ciò possa accadere.
I primi venti volumi sono i migliori in assoluto. L'infiltrazione nella Soul Society per liberare una sua compagna dà inizio a una guerra serrata contro i tredici capitani, più i loro luogotenenti. Man mano che i conflitti si fanno più aspri e intensi, Tite Kubo mostra di sapere gestire molteplici personaggi e di creare lotte ad alto tasso di adrenalina. L'idea dei poteri poi, è davvero geniale. Scoprire il nome della propria Zanpakuto e di un ulteriore sprigionamento di potenza, il Bankai, permette di ribaltare scontri che all'apparenza sembravano conclusi e di stuzzicare la fantasia del lettore nello scoprire cosa possa tirare fuori dal cilindro.

Con la saga degli Arrancar, nonostante utilizzi lo stesso escamotage, amplia la mole di personaggi sfornando ottime controparti come gli Espada, ed espande la natura degli Hollow e delle varie trasformazioni, oltre ad approfondire il mondo che li circonda. Tuttavia ci impiega ben ventotto volumi per poter mettere fine a questo arco, portando quasi allo sfinimento il lettore, posticipando così sempre di più la sua fine. Questo errore gli costerà caro perché da qui in poi non si riprenderà più, toccando il fondo con le restanti saghe del Fullbringer e dei Quincy.

La saga del Fullbringer penso sia la più inutile in termini narrativi e ha il solo scopo di allungare il brodo, includendo antagonisti noiosi e superficiali. La sua esistenza è il pretesto che serve a smettere di seguire il manga. I poteri del Fullbringer e dei Quincy sono fuori scala e appaiono poco convincenti, ci fanno domandare occasionalmente da dove tirasse fuori certe idee. Gli scontri perdono di mordente diventando frivoli, non sono più impressionanti come una volta, perde la spavalderia e aggiunge spiegazioni durante i combattimenti che non fanno altro che afflosciare il tono della disputa. Inoltre i personaggi sono troppi e chiaramente non riesce più a gestirli. Butta fuori personaggi dai nomi discutibili e dimenticabili nel giro di una pagina morendo poi in quella dopo, non si fa prendere più sul serio. Recupera quelli vecchi per strizzare l'occhiolino ai fan, ma praticamente fungono da comparse e sono poco rilevanti ai fini della storia. La velocità degli eventi prende una piega bizzarra, ha un passo frettoloso che coinvolge poco il lettore nelle vicende e si brucia velocemente nelle azioni dei protagonisti per cercare di dare a tutti il proprio spazio. Sembrava non vedesse l'ora di concludere la sua opera, e a rimetterci infatti è il finale. Un finale sbrigativo alla Naruto che non c'entra nulla e non trasmette niente al lettore che si è sorbito tutti questi capitoli negli anni. Un lasso temporale assurdo che tralascia la maggior parte dei personaggi nell'oblio.

Per chi non lo sapesse, Tite Kubo ha continuato la serie grazie a una lettera di un bambino malato terminale che lo ringraziava di aver creato Bleach e che con esso si è goduto i suoi ultimi istanti di vita grazie ad esso e, nel tempo, il povero sensei si ammalava facilmente trovandosi in condizioni pessime durante la serializzazione.

In conclusione, Bleach parte col botto spegnendosi lentamente e malamente. E' evidente che la sua debolezza è insita nella lunghezza e non ha aiutato di certo aspettare le uscite bimestrali/trimestrali che ti facevano dimenticare quello che avevi letto precedentemente, soprattutto nelle battute finali del manga. Recuperandolo in toto e leggendolo sequenzialmente senza pause, invece, potrebbe valerne la pena perché sono volumi che finisci in trenta-quaranta minuti e si potrebbe apprezzare più tranquillamente la velocità degli eventi. Di quest'opera rimarrà solo il rammarico di aver buttato via un potenziale simile.



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