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Hunter x Hunter (2011) è la seconda serie televisiva tratta dell’opera omonima di Yoshihiro Togashi dopo quella del 1999, nonché reboot della storia che arriva ad adattare i primi 32 volumi del manga. Realizzata dallo studio Madhouse e diretta da Hiroshi Kōjina, si è rivelata una trasposizione piuttosto valida, ma non priva di qualche limite che a mio avviso potrebbe far storcere il naso a coloro che, viste le recensioni abbondantemente positive, potrebbero aspettarsi un prodotto esemplare per serie di questo tipo.

L’aspetto più convincente della serie è che riesce a valorizzare a pieno una trama già molto interessante ed emozionante di suo, caratteristica mai banale quando si tratta di una trasposizione. Esattamente come nel manga, anche qui le vicende di Gon e compagni sono uno spettacolo da seguire, tra personaggi memorabili, grandi battaglie e una costruzione della narrazione ben riuscita. A sorprendere però è soprattutto il lato tecnico. Le animazioni sono molto buone e nell’arco di 148 episodi mantengono un livello medio più che soddisfacente. Riuscita anche la colonna sonora e in particolare la sigla di apertura che personalmente non mi ha mai stancato malgrado sia sempre la stessa con una sola variante che viene proposta a fasi alterne. Discreto, ma non memorabile il doppiaggio giapponese, cosi come quello italiano che a mio avviso non va oltre la sufficienza a causa di troppe voci anonime e ben poco riconoscibili.

Ci sono solo due aspetti che non mi hanno convinto a pieno di questa trasposizione e ahimè non si tratta di fattori marginali. In primo luogo, lo stile grafico. Se è vero che tecnicamente la serie è buona, sul piano dell’estetica generale mi è sembrato un po’ troppo sovraccarico, con colori fin troppo accesi. È naturalmente una pura preferenza personale, ma questa scelta stilistica non mi ha fatto impazzire e la situazione col passare delle puntate non è migliorata molto. Più problematico il secondo punto che non ho gradito, ovvero il ritmo della serie. L’inizio è veramente troppo rapido e finisce per sacrificare le prime battute di una storia che a mio avviso è interessante fin da subito, offrendo quindi una prima impressione al di sotto delle potenzialità della trama. Comunque, già dopo una decina di puntate la situazione migliora, ma nella saga delle formichimere ho notato il problema opposto, dove il ritmo scende bruscamente e gli sviluppi di trama si fanno attendere maggiormente lasciando perlopiù spazio a un narratore che a volte sembra raccontare delle puntate che vanno al rallentatore. La serie poteva avvantaggiarsi del fatto che la maggior parte di queste vicende erano state disegnate anni prima, e in parte è stato cosi visto che non ci sono seri momenti di fiacca o vere e proprie puntate filler, nondimeno andava calcolato meglio il contenuto da assegnare a certi episodi, in particolare come già detto all’inizio e verso la fine.

Hunter x Hunter (2011) è una valida trasposizione, ma non differentemente da altre simili per manga dello stesso genere presenta una relativa discontinuità che non si manifesta tanto sotto il profilo tecnico che si mantiene di buona fattura, quanto sul ritmo della narrazione. Insomma, la serie mi è piaciuta abbastanza e la consiglio, ma personalmente non la vedo come un adattamento epocale e anzi, come spesso capita con queste trasposizioni, mi fanno riflettere su come certi sviluppi e colpi di scena mi fossero piaciuti di più nell’opera originale.