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“Nightmare Before Christmas” è senza ombra di dubbio uno dei migliori lungometraggi cinematografici Disney, pur non rientrando tra i classici. Realizzato con un modesto budget di circa venti milioni di dollari, si rivelò un buon successo commerciale, incassandone cinquanta solo negli USA (a cui vanno aggiunti quelli delle riedizioni successive) e andando evidentemente meglio delle previsioni della stessa Disney che lo distribuì con il marchio-paravento della Touchstone.

Cercando di evidenziare i punti forti di quest’opera, mi rendo conto di quanto sia difficile esprimere un’opinione completa e sincera, ma che al tempo stesso non risulti troppo banale e fatta solo di elogi su aspetti sicuramente già noti e conosciuti. In fin dei conti parliamo di un film rinomato, che ha ricevuto il plauso sia della critica che del pubblico; quindi, il rischio di essere sia parziale che scontato in quello che scriverò è alto. Ma “Nightmare Before Christmas” è un film che ho sempre apprezzato molto. Nel corso della mia vita l’ho sempre visto e rivisto volentieri. Mi piaceva da bambino, così come da ragazzo, e mi piace tutt’oggi. E ogni volta per motivi diversi e con nuove interpretazioni e dettagli da notare. E questo potrebbe essere il primo grande punto di forza. Le chiavi di lettura sono molteplici, ma la narrazione è godibile anche rimanendo in superficie. In ogni caso, il piatto forte della pellicola è la caratterizzazione del suo protagonista, Jack Skellington. Anche gli altri personaggi sono ben fatti e interessanti, ma Jack svetta per carisma, determinazione e complessità. La sua è una vita tormentata dall’agitazione, dall’incomprensione e dalla difficoltà di conformarsi a una realtà immutabile, incapace di offrirgli nuovi stimoli ed esperienze. Esemplare il modo in cui il protagonista finisce per sottovalutare e ignorare la bontà di ciò che lo circonda, animato dall’irrefrenabile desiderio di scoprire una realtà alternativa tanto lontana e incomprensibile quanto affascinante. Quello di Jack è un percorso di autocomprensione che trascina dietro di sé un confronto tra due realtà prima completamente distinte e successivamente connesse, seppur in modo innaturale. Ma è anche la metafora di un sognatore che nella sua follia non si lascia frenare dai limiti apparentemente invalicabili imposti dalla sua stessa natura. Ci sarebbero tante altre cose da dire, a partire dal clamoroso livello tecnico della stop motion, alla colonna sonora meravigliosa, fino ad analizzare un’estetica splendida che si esprime brillantemente in ogni scena. Ma non voglio andare oltre, perché mi rendo conto sarebbe la definitiva fiera dell’ovvietà.

“Nightmare Before Christmas” è un film che chiunque può apprezzare e che riesce a parlare a tutti. Una gioia per gli occhi, per le orecchie e per la mente. Infine, per quanto riguarda le versioni del film, l’ho visto sia in italiano che in originale, e ammetto di averlo amato in entrambe le versioni senza differenze sostanziali. I doppiatori sono stati fantastici da ambo le parti e anche a livello di canzoni ve ne sono alcune che preferisco nell’una o nell’altra versione, ma credo che, indipendentemente da quale delle due guarderete, non vi potrete sbagliare.