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8.0/10
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Un giorno un produttore della Toho, parlando de Lo squalo a Nobuhiko Obayashi, gli chiese se non fosse interessato a scrivere una sceneggiatura per un film del genere indirizzato a un pubblico di giovani. OB, come spesso faceva in queste circostanze, interpellò sua figlia decenne, Chigumi, sperando di trovare una soluzione creativa. Invece di suggerire qualcosa di scontato, tipo un film su un orso assassino o formiche killer, Chigumi consigliò al padre di fare un film su una casa che fagocitava le bambine, pensando alla vecchia casa dei nonni. Folgorato, OB portò avanti l’idea creando una storia che fu trasposta in copione dallo sceneggiatore Katsura Chiho. Con quello che sarebbe stato lo script di House (Hausu, 1977), si recò alla Toho ma tutti i registi allora sotto contratto si rifiutarono categoricamente di dirigere il progetto, affermando che House avrebbe stroncato la loro carriera. Il progetto venne accantonato per due anni, ma in quel mentre Obayashi non rimase con le mani in mano e si adoperò sfruttando la sua esperienza di pubblicitario e creando quella che oggi definiremmo una promozione incrociata fra media: ci furono manga, un romanzo, un vinile, sfilate di moda nei grandi magazzini e uno sceneggiato radiofonico, tutti a tema House. Quando la Toho si decise a produrre il film, House aveva già raggiunto un certo livello di notorietà. Fu così che l’outsider Obayashi ricevette le chiavi di uno dei più grandi studi di produzione cinematografica in Giappone, dove costruì la sua personale casa stregata.

Obayashi sconvolse gli studi con i suoi metodi anticonvenzionali e con le sue intenzioni di creare un mondo deliberatamente esagerato. Il regista non considerò mai House come un horror ma piuttosto come un fantasy con un tema profondo incentrato sul gap generazionale nel Giappone moderno. Il film osserva da un lato gli adulti, che hanno vissuto gli anni della guerra, hanno sofferto e sono stati segnati da quell’esperienza, e dall’altro le ragazzine che, non toccate da tali orrori, non si rendono conto di quanto preziosa sia la pace. Infatti non resistono e vengono consumate dall’odio e dalla rabbia, residui della guerra rappresentati dalla spettrale zia rimasta sola dopo la morte del fidanzato aviatore. Un argomento difficile da digerire alla Toho, dove speravano in un film horror da botteghino, e l’insistenza di Obayashi nel voler inserire immagini della bomba atomica confuse ancora di più i produttori esecutivi.

Con il suo ritmo indiavolato e i suoi rutilanti effetti speciali, House conserva ancora oggi intatta un’eleganza gotica da favola horror, rafforzata dalla colonna sonora eclettica e da una debordante scenografia. Il ruolo dell’anziana zia fu affidato alla diva della Nikkatsu Minamida Yoko, che interpretava un personaggio molto più vecchio di lei, mentre le sette ragazze nei panni delle studentesse erano per lo più attrici dilettanti (se si esclude Ikegami Kimiko nei panni di Gorgeous). La storia è un bad trip adolescenziale che mescola scene da incubo, riferimenti ai classici dell’horror e provocazioni della controcultura, in un delirio di commedia, melodramma e musical dissimile da qualsivoglia film mai visto prima. Gli effetti speciali (un concentrato di tecniche analogiche e continue sperimentazioni visive) erano stati concepiti per conferire un senso di irrealtà e per omaggiare gli albori del cinema muto di Méliès.

Sconvolti dal risultato finale, i dirigenti della Toho relegarono il film nella seconda serata di un doppio spettacolo in cui la prima parte era un episodio di una celebre serie melodrammatica mainstream. Ma, come OB aveva immaginato, il pubblico giovanile si riversò a frotte nei cinema, saltando a piè pari il primo spettacolo per vedere House. Ben presto la Toho invertì la programmazione riabilitando House come attrazione principale. Da quel momento House si costruì una reputazione come film di culto influenzando giovani cineasti, come ad esempio Iguchi Noboru, regista di Machine Girl (Kataude Mashin Garu, 2008), e cambiando radicalmente il modo di concepire e realizzare i film di genere in Giappone.