logo AnimeClick.it

7.0/10
-

Sono due, principalmente, i motivi che hanno fatto crollare la mia personale valutazione di "Hyouka".

In primo luogo, i personaggi e la loro caratterizzazione, strutturati e sviluppati nel complesso o in maniera grossolana, o in maniera inesistente. In entrambi i casi, scelta ripagata davvero male. Facciamo qualche esempio pratico.
Il protagonista, Oreki, viene introdotto fin dall'inizio come uomo di ferrei ed inamovibili principi di pigrizia, una sorta di inoperoso ed indolente bradipo dalla scarsissima volontà nell'affrontare gli impegni che comporta vivere. Un accidioso, per rimandare ad una puntata della serie stessa, dotato ugualmente di intelletto ed arguzia fuori dall'ordinario. Di tutto questo non mi lamento, ci si discosta almeno dalla prassi comune del protagonista dotatissimo e perfetto. Trovo invece discutibile la facilità con cui amici e parenti riescono a rigirarselo ed a incrinare la sua volontà: se infatti nei primissimi episodi la sua indolenza continuava ad persistere, anche se scemando malamente di puntata in puntata, nel finale scompare del tutto, mostrando un personaggio diametralmente opposto a quello che aveva colpito inizialmente.
La spalla, Chitanda, ha l'unico scopo di fungere da miccia per le congetture di Oreki. Lavoro non da poco, bisogna dirlo, ma per il resto è al limite dell'inutile. Sicuramente colpiscono i dettagli legati alle sue animazioni, come non rimanere colpiti dai suoi brillanti e luminosi occhi color indaco o dalla sua fluente chioma, ma non sarebbe stato male risparmiare un po' di budget sulla veste grafica per investirlo invece per dare uno spessore maggiore al personaggio ed alla sua psicologia, un po' impalpabile nel complesso.
Gli altri due membri del Club risultano leggermente un pelo più strutturati nonostante tutto: di lui si arriva a conoscere l'invidia nei confronti del fraterno amico d'infanzia e, nel finale, l'indecisione legata alla sfera amorosa; di lei invece le pene d'amore che si ripresentano costanti anno dopo anno e quelle legate all'attività del secondo club di cui fa parte. Per entrambi nulla di che, eh, va detto, ma rispetto alla ben più presente Chitanda è comunque tutto di guadagnato.

In secondo luogo, la costanza e l'intensità degli episodi. Se sono diversi i "filoni narrativi" che, all'interno della serie, risultano piacevoli ed interessanti (nonostante anche qui non si raggiungano affatto livelli di epicità assoluta), è altrettanto vero che esistono e non sono neanche pochi gli episodi ben sotto questo standard, che ai fini dell'anime risultano essere meri e mal riusciti riempitivi.
La facilità con cui si passa da trance ben riuscite come quella riguardante il "mistero del film incompiuto" a puntate in cui si studia perchè Chitanda si sia arrabbiata o cosa si nasconda dietro il mistero delle terme è spiazzante. Come può una serie capace di puntate davvero entusiasmanti essere al contempo la stessa che perde tempo con situazioni così evitabili ed inutili? Una mancanza quindi di costanza ed intensità non da poco, che a mio avviso compromette in maniera più che sensibile il voto complessivo.
Sempre rimanendo in ambito di intensità, trovo che la scelta di utilizzare di volta in volta lo stesso espediente per incominciare le "indagini" sia un po' trita: dai una, dai due, dai tre, non si possono fare ventidue puntate in cui ogni singola volta la cara spalla se ne esce con le stesse identiche parole, nella stessa identica postura. Suvvia, un poco di originalità non guasta.
Ultima recriminazione, che faccio sempre rientrare nella categoria di cui sopra, le puntate iniziali sul caso Hyouka e lo zio di Chitanda. Liquidare il tutto in maniera così frettolosa, nonostante inizialmente sembri un affaire di così grande importanza da dare addirittura il nome alla serie stessa, mi sembra davvero una scelta discutibile e tutt'altro che ben riuscita.

"Hyouka" ha anche buoni aspetti, riconosciamolo. Come dicevo, sul puro e semplice piano tecnico è davvero ben fatto: le animazioni, anche in CG, sono notevoli, il tratto mi è piaciuto e, visivamente, non si può non essere colpiti da tutto ciò; persino le musiche, con un tocco di nostalgico che vira verso i vecchi film e telefilm gialli, è riuscito, e l'aggiunta misurata delle sonate in violoncello di Bach è una chicca, seriamente.
Trovo ugualmente sia un po' poco per giustificare un voto alto, visto che comunque questi sono gli unici due comparti davvero di livello della serie.
Un vero peccato, perché con una base del genere avere anche personaggi di livello e vicende di spessore avrebbe garantito maggiori consensi.