Senza dubbio i personaggi femminili hanno un ruolo centrale nelle sue opere. Forse la sua idea è quella di indicare la struttura sociale secondo uno schema che vede l'uomo come la testa e la donna come il collo. Il primo dirige, ma la seconda è il perno su cui esso gira. O magari il suo intento era anche quello di esporre un ipotetico iter del rapporto uomo/donna:
In Lamù i due sono ben distinti e in un certo senso in contrapposizione dicotomica.
In Ranma al contrario le due realtà arrivano a fondersi nella condizione del protagonista.
In Inuyasha c'è una specie di rapporto di complementarietà/dipendenza che lascia una delle due realtà incompleta senza l'altra.
Che l'autrice volesse delineare un ipotetico canone del rapporto fra i sessi secondo gli schemi della contemporaneità? Oppure più in generale la storia di questo rapporto a livello generazionale? Vero è che la Takahashi ha di sicuro l'abitudine di mescolare schemi che sembrano avere dei contorni ben delineati. Riadattati, ricombinati, cambiano formazione ma mantengono la stessa struttura di base. Forse anche questo è un iter codificato.
Faccio un po' il bastian contrario. La Takahashi mi piace (si capisce dal mio nick), ma da donna, non mi verrebbe da dire che il suo punto di forza sono i personaggi femminili. Trovo che siano tutte (esclusa Kyoko) troppo "appiattite" sul personaggio maschile, come se non avessero altro scopo nella vita se non quello di stare con/rendere felice il proprio compagno. L'unica che si salva, come ho già detto, è Kyoko. Ripeto, la Takahashi mi piace, ma se voglio dei bei personaggi femminili, li cerco altrove.
Utente70577
- 6 anni fa
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Hinako Ninomiya - Credo che sia questo "appiattimento" del loro carattere, questo loro ruotare attorno al protagonista, loro amato, a renderle come punto di forza delle loro serie. Kyoko in primis poichè la sua indecisione d'amore, il suo ruotare attorno a due amori, costituisce ciò che, effettivamente, racconta la serie Maison Ikkoku. Pertanto anche essa stessa non solo è "piatta" mo lo è anche più di tutte rendendola, per quanto possa risultar strano, la più interessante sia come personaggio sia come serie. Sono d'accordo sulla tua opinione del piattismo dei personaggi femminili ma se tu, come ho capito, consideri tale carratteristica come una sorta di debolezza io lo valuto come un punto di forza.
2247 - È quello che ho sempre pensato anch'io; il rapporto tra uomo e donna è la tematica principale delle opere della Takahashi, ed è proprio per questo che i personaggi femminili sono l'elemento fondamentale su cui ruota la storia. Infondo non sono le donne che fanno, e tengono per prime, a far funzionare un rapporto di tipo affettivo? La prima che mi viene in mente è Lamù in cui, secondo me, viene trattato il tema della libertà in tali rapporti per quanto concerne l'uomo. Cosa che più mi ha colpito di questa serie è come l'autrice riesce a inquadrare per bene la figura del "macho" che non si fa "incastrare" ma che si ritrova, contro la sua volontà, a dover essere fedele solo a una donna attraverso Ataru.
Mha....ho letto tutto le sue opere pubblicate in Italia (tranne Rinne) ma sinceramente....da Inuyasha in poi è diventata banalissima.....troppi salti/incongruenze e storie piatte....non mi capacito neanche di come sia durato così tanto Inuyasha, 56 numeri di quasi totale ripetitività ed è per questo motivo che Rinne non ho voluto neanche iniziare a leggerlo. I volumi che raccolgono storie autoconclusive, sono decisamente migliori, come anche la saga delle sirene ma dopo Ranma, sarà pure l'età mia, ma davvero non è riuscita più a colpirmi. Secondo me, ha dato tutto con Maison Ikkoku, Lamù e Ranma, raccontando storie e bizzarie adolescenziali in differenti contesti e modi, con altrettante "strane coppie" bilanciando i personaggi...anche se il sesso debole, il più delle volte (se non sempre), nei suoi manga diventa sesso troppo forte!