Ora che ci faccio caso: è la prima volta che in un'opera recensita qui su AC non vedo nessuna voce sotto la colonna "contro"!
È la prima opera di tezuka a cui mi approccio, è stupendo, l'ho letto in una settimana.
Ora che ci faccio caso: è la prima volta che in un'opera recensita qui su AC non vedo nessuna voce sotto la colonna "contro"!
Esattamente. Soprattutto con questa edizione.
Ora che ci faccio caso: è la prima volta che in un'opera recensita qui su AC non vedo nessuna voce sotto la colonna "contro"!
Esattamente. Soprattutto con questa edizione.
Davvero? Beh, sono contenta di aver trovato l'edizione migliore!
Sinceramente però devo dire una cosa: nonostante provi compassione per quello che anche lui ha passato l'Adolph ebreo mi è alquanto antipatico.
L'Adolph tedescoAttenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)diventa una persona orribile e fa cose ancora più orribili, ma mi fa ancora più compassione di lui. Un po' mi spiace che l'Adolph ebreo gli sia sopravvissuto ed abbia avuto perciò tanta soddisfazione da arrivare alla vecchiaia... Fosse dipeso da me in quella scena li avrei fatti morire entrambi!
Io l'ho letto e non l'ho trovato così speciale penso che questo abbia più un valore storico come pietra miliare del manga ma credo che oggi giorno non sia qualcosa di così eccezionale lo consiglierei solamente ad appassionati del racconto storico
Se nel primo abbiamo uno scenario di una Germania che pende già dalle labbra del Fuhrer, quindi un popolo indottrinato senza spina dorsale salvo, guarda caso, gli stranieri e gli ebrei, con Mizuki, tralasciando gli anni giovanili di Hitler, la storia inizia dalla Prima Guerra Mondiale dove un giovane H già giudicato pazzo ed eccentrico, addossa tutta la colpa della sconfitta ai giudei.
Che i tedeschi consideravamo H un Idiota? Si.
Che i tedeschi consideravamo H un Idiota? Si.
Che i tedeschi consideravamo H un Idiota? Si.
All'inizio della sua carriera politica indubbiamente, ma poi...
Che i tedeschi consideravamo H un Idiota? Si.
All'inizio della sua carriera politica indubbiamente, ma poi...
Guarda che ai tedeschi fregava poco o nulla di chi fosse al comando. Era maggiore la paura per il proprio futuro, di fantomatiche minacce esterne, siano esse forti del potere economico, di quello delle armi, o di quello ben più disperato e insopprimibile della miseria. cit-
Grazie alla nuova collana di Jpop mi sto finalmente, un po' in ritardo lo so, approcciando alle opere del Dio. Bellissima recensione, non vedo l'ora di leggermi anche io questa fantastica opera!
Il popolo tedesco semplicemente correva dietro a quel leader che urlava di più, tutto qua, nonostante le condizioni economiche del paese stessero migliorando ben prima dell'arrivo di Hitler al governo.
Le minacce esterne da parte del regime comunista c'erano poi, erano tutto fuorché fantomatiche, ma non era certo l'estrema destra la soluzione per contenerle.
Non vi è alcuna prova storiografica, inoltre, a testimonianza che i tedeschi fossero favorevoli alla guerra. .
Beh scusa ma adesso le castronerie le dici tu, perché c'erano molti tedeschi più che favorevoli alla guerra, perfino tra la gente comune, chi per orgoglio nazionale (dopo la batosta della Grande Guerra), chi perché dopo vari anni di regime aveva subito ormai un lavaggio del cervello tale da appoggiare in toto (o almeno non opporsi) qualsiasi decisione dei governanti. Prova ne è che la resistenza interna di pressoché nulla (al contrario di altri paesi come Spagna ed Italia).
In ogni caso, gli oppositori interni, a onor del vero, non mancarono mai: vedasi, ad esempio, Hans e Sophie Scholl e i giovani della Rosa Bianca.
In ogni caso, gli oppositori interni, a onor del vero, non mancarono mai: vedasi, ad esempio, Hans e Sophie Scholl e i giovani della Rosa Bianca.
Non mancarono mai dici...e mi citi giusto l'unico caso di resistenza interna (non violento tra l'altro) ad opera di un manipolo di persone, finito chiaramente molto male per i dissidenti.
Letto in poche parole: i soliti volta gabbana all'italiana che hanno visto che stava crollando tutto il castello di sabbia e hanno cambiato casacca. In primis il Re che dà l'appoggio a Mussolini e poi quando vede che le cose si mettono male se ne scappa all'estero.
Che i tedeschi consideravamo H un Idiota? Si.
All'inizio della sua carriera politica indubbiamente, ma poi...
Guarda che ai tedeschi fregava poco o nulla di chi fosse al comando. Era maggiore la paura per il proprio futuro, di fantomatiche minacce esterne, siano esse forti del potere economico, di quello delle armi, o di quello ben più disperato e insopprimibile della miseria. cit-
Il popolo tedesco semplicemente correva dietro a quel leader che urlava di più, tutto qua, nonostante le condizioni economiche del paese stessero migliorando ben prima dell'arrivo di Hitler al governo.
Le minacce esterne da parte del regime comunista c'erano poi, erano tutto fuorché fantomatiche, ma non era certo l'estrema destra la soluzione per contenerle.
Guarda che è la storiografia ufficiale attuale a riconoscere importanti attenuanti alla popolazione tedesca dell'epoca. Non giustificazioni, bensì attenuanti, che in quanto tali presuppongono una parte di responsabilità. La ricostruzione che vede il popolo tedesco quale unico e solo responsabile della deriva nazionalsocialista è, però, superata da un pezzo. Nessuno storico giustifica i crimini commessi dai nazisti, né coloro che portarono Hitler al potere. È importante, tuttavia, contestualizzare quella deriva e la contestualizzazione nell'opera di Tezuka lascia, a mio modesto avviso, a desiderare. Tutto qui.
Boh, andrò controcorrente, ma I3A l'ho trovato intriso di una retorica atta a considerare delle scimmie senza cervello il popolo tedesco. Forse perché c'è l'onnipresente sguardo ebreo che non ammette altro che condanna per quello che si è perpetrato, tralasciando però le diverse opinioni che avevano i tedeschi verso il partito nazionalsocialista.
E mi trovo inevitabilmente a fare il paragone dell opera di Tezuka con quella di Mizuki: "Hitler".
Se nel primo abbiamo uno scenario di una Germania che pende già dalle labbra del Fuhrer, quindi un popolo indottrinato senza spina dorsale salvo, guarda caso, gli stranieri e gli ebrei, con Mizuki, tralasciando gli anni giovanili di Hitler, la storia inizia dalla Prima Guerra Mondiale dove un giovane H già giudicato pazzo ed eccentrico, addossa tutta la colpa della sconfitta ai giudei.
Ma non è l'unico esempio in cui Tezuka non ammette riflessioni da parte del lettore:
qui i vari gerarca sono monoespressivi, quasi degli automa talmente lobotomizzati dal "male incarnato" che è impossibile creare empatia con essi: "sono i cattivi" dopotutto. Con Mizuki avviene l'opposto. Non intende certo rivalutarli umanamente per quello che hanno fatto, però tratteggia un profilo psicologico vero dei vari Rudolf Hess, Kubizek (memorabile la scena dell' interrogatorio) addirittura su Himmler si getta una luce diversa dalla solita figura efferata e sadica.
Anche la famiglia di H viene presa in cosidrazione mentre totalmente omessa ne i I3A (c'è il surrogato della famiglia di Adolf Kaufmann, usata perché far provare a H determinate emozioni non era nelle intenzioni di Tezuka (non si possono, non si devono e non si vogliono umanizzare i carnefici dopotutto)), inoltre i rimandi a quello che stava succedendo in Giappone richiedeva una condanna ferma da parte degli intelletuali dell epoca e Tezuka era un fervente antagonista del regime imperiale.
Insomma, su questo argomento c'è sempre paura a descrivere l'altra faccia della medaglia. Anche in Maus non si arriva a chissà che considerazioni, trovo solo molto ironico che i detrattori del buonismo di Miyazaki si ingurgitino questa favola del dualismo bianco/nero male/bene. Eppure con la Fenice Tezuka era stato in grado di presentarci la natura umana in tutta la sua crudeltà...
Domando a Bob71, quali sarebbero secondo lui gli "Interessanti spunti di riflessione socio-politica "?
L'antisemitismo era diffuso in tutta Europa. Dobbiamo giocare a chi era più o meno?
Addirittura, in America, lo erano molto di più. Oltre che razzisti nel vero senso della parola!
Ricordiamoci chi erano i finanziatori della guerra nazista! Ford, case farmaceutiche americane, ecc.
Oggi curiamo mal di testa , per dirla in parole povere, sui disgraziati, non ebrei, ma uomini, che facevano da cavie nei campi di concentramento.
C'è tanto da discutere, ma la storia , la propaganda dei vincitori, oramai ha plagiato le masse. La storia si è nascosta .
I campi di concentramento erano ovunque. Non è un'invenzione tedesca ma inglese.
Sui numeri non sto qui a discutere. 6 milioni o un solo singolo bambino, la guerra è orribile.
Sai quanti milioni ha causato la Russia?
Sai quante ne ha causato l'America?
Approfondisci, e poi riflettiamo sul perché da 70 anni, si parla solo e sempre di questo genocidio.
Hai presente l'Inghilterra quanti milioni di vittime ha causato, che so, per esempio, in Cina?
P.s. i tedeschi, da soli, non potevano fare tutto. Non dire idiozie. Furono tutti ad essere d'accordo. Persino i vertici americani, messi al corrente, non fecero nulla. A nessuno importava degli ebrei.
Ora che ci faccio caso: è la prima volta che in un'opera recensita qui su AC non vedo nessuna voce sotto la colonna "contro"!
Boh, andrò controcorrente, ma I3A l'ho trovato intriso di una retorica atta a considerare delle scimmie senza cervello il popolo tedesco. Forse perché c'è l'onnipresente sguardo ebreo che non ammette altro che condanna per quello che si è perpetrato, tralasciando però le diverse opinioni che avevano i tedeschi verso il partito nazionalsocialista.
E mi trovo inevitabilmente a fare il paragone dell opera di Tezuka con quella di Mizuki: "Hitler".
Se nel primo abbiamo uno scenario di una Germania che pende già dalle labbra del Fuhrer, quindi un popolo indottrinato senza spina dorsale salvo, guarda caso, gli stranieri e gli ebrei, con Mizuki, tralasciando gli anni giovanili di Hitler, la storia inizia dalla Prima Guerra Mondiale dove un giovane H già giudicato pazzo ed eccentrico, addossa tutta la colpa della sconfitta ai giudei.
Ma non è l'unico esempio in cui Tezuka non ammette riflessioni da parte del lettore:
qui i vari gerarca sono monoespressivi, quasi degli automa talmente lobotomizzati dal "male incarnato" che è impossibile creare empatia con essi: "sono i cattivi" dopotutto. Con Mizuki avviene l'opposto. Non intende certo rivalutarli umanamente per quello che hanno fatto, però tratteggia un profilo psicologico vero dei vari Rudolf Hess, Kubizek (memorabile la scena dell' interrogatorio) addirittura su Himmler si getta una luce diversa dalla solita figura efferata e sadica.
Anche la famiglia di H viene presa in cosidrazione mentre totalmente omessa ne i I3A (c'è il surrogato della famiglia di Adolf Kaufmann, usata perché far provare a H determinate emozioni non era nelle intenzioni di Tezuka (non si possono, non si devono e non si vogliono umanizzare i carnefici dopotutto)), inoltre i rimandi a quello che stava succedendo in Giappone richiedeva una condanna ferma da parte degli intelletuali dell epoca e Tezuka era un fervente antagonista del regime imperiale.
Insomma, su questo argomento c'è sempre paura a descrivere l'altra faccia della medaglia. Anche in Maus non si arriva a chissà che considerazioni, trovo solo molto ironico che i detrattori del buonismo di Miyazaki si ingurgitino questa favola del dualismo bianco/nero male/bene. Eppure con la Fenice Tezuka era stato in grado di presentarci la natura umana in tutta la sua crudeltà...
Domando a Bob71, quali sarebbero secondo lui gli "Interessanti spunti di riflessione socio-politica "?
Debris grazie mille per il link! Verissimo quanto scrivi in merito alla situazione economica e politica della Repubblica di Weimar. La Grande Depressione, però, fu tutt'altro che un'ombra, uno spettro per la Germania. Praticamente resettò le condizioni economiche a quelle del dopoguerra. Inoltre, l'anno più acuto della crisi in Germania fu proprio il 1933.
whitestrider non offenderti, ma a mio avviso sei un tantinello esagerato. Dove hai appreso che i tedeschi fossero il popolo più antisemita d'Europa nel '900? Per quel che riguarda l'eutanasia sistematica dei disabili, ti rammento che essa, come anche lo sterminio degli ebrei, fu tenuta sotto strettissimo riserbo e assoluta segretezza. Gli stessi americani erano convinti che i nazisti non stessero realmente attuando simili piani!
Personalmente, ho imparato negli anni a cercare di essere meno drastico e severo nei miei giudizi. Lungi da me permettermi di darti dei consigli, ma ritengo ci si dovrebbe sempre sforzare di comprendere situazioni che ci sono estranee. Contestualizzare appunto. Non esistono popoli più razzisti, più crudeli, meno intelligenti. Esistono differenti culture, situazioni economiche, minacce, crisi. Il genocidio del popolo ebreo è un'onta imperdonabile che ricade sul popolo tedesco, ma non è una conseguenza dell'antisemitismo dei tedeschi. Qualunque altro capro espiatorio sarebbe stato altrettanto adeguato a fungere da agnello sacrificale sull'altare di un popolo umiliato, arrabbiato e impoverito. Le avversità ci cambiano, nel bene e nel male. D'altra parte mi sembri comprenderlo quando asserisci (opinione che condivido pienamente) che la Resistenza Italiana fu frutto "di una genuina ribellione alla dittatura nazifascista" scaturita dal malcontento dettato dalla deriva fascista. Eppure inizialmente agli italiani Mussolini non era dispiaciuto! Per il popolo tedesco (non per l'élite, questo è vero) fu lo stesso: votaro l'estrema destra perché stremati dalle condizioni vessatorie e insostenibili imposte dal Trattato di Versailles, che impedivano loro di fronteggiare la nuova gravissima crisi economica. Appoggiarono i nazisti perché poterono constatare un effettivo miglioramento delle proprie condizioni. Non si resero conto del lato oscuro del regime finché non si ritrovarono i carri armati dell'URSS su Berlino. Com'è possibile che non se ne siano accorti? Perché ognuno è concentrato sulla proprie vita, sui propri problemi, sulle proprie tragedie. A maggior ragione quando si sente tradito dal mondo. Puoi definirlo egoismo se quel qualcuno ha la pancia e la borsa piene; ma se quel qualcuno si barcamena per arrivare a fine mese e dare un tetto ai propri cari, allora si tratta di sopravvivenza.
@Debris condivido in toto ciò che hai detto. L'unica cosa che vorrei aggiungere(ma penso sia cosa scontata)e che entrambe queste "ideologie" hanno trovato terreno fertile anche grazie all'ignoranza della gente,povera o ricca che sia. E questo non è accaduto solo nel periodo dei regimi ma anche nei periodi avvenire(dagli anni di piombo a oggi)
Qui vedo come al solito "Il probelma", tanto spesso mi sono trovato davanti a persone che mi dicevano "Ma Mussolini ha fatto buone cose" [...] anche la cultura Pop, tene a propagandare l'idea che il Nazismo, comunque aveva rimesso in moto la Germania.
Ed allora...il fascismo in Italia si inserisce nella crisi dello Stato Liberale, iniziata con la progressiva industrializzazione del nostro paese, a cui era mancata un'adeguata risposta in termini di diritti ( e doveri) da parte dello Stato Liberale, arroccato su idee ottocentesche riguardo ai rapporti sociali. Giolitti provò più volte a portare la baracca in un'altra direzione consapevole dei problemi del nostro paese, problemi di fondo non estemporanei, della necessità di cooptare nella società chiamiamola "affluente", operai e lavoratori agricoli - la cui situazione era davvero PESSIMA! non solo al Sud come si è portati a credere - ma i suoi tentativi furono affondati dalla prima Guerra Mondiale e dalla Crisi economica successiva.Oltre che dalla tendenza della Polizia e dell'apparato amministrativo italico, ad "Usare" i fascisti come "forza Occulta" al servizio dell'Ordine costituito ( vi risparmio il papello ma vi raccomando di leggervi M: il Figlio del Secolo, è un librone ma spiega bene la situazione e perchè Mussolini ebbe questo consenso, e non solo iniziale).
Quel che fece il fascismo in termini di investimenti, l'avrebbe ben potuto fare uno stato democratico, ben guidato...ma semplicemente mancava una classe dirigente capace di porre i problemi in modo chiaro, sereno, razionale...Non mancavano gli uomini, il Preftto Mori, inviato a Bologna, si mise di punta contro i fascisti guidati da Carpinati e ne frenò l'attivismo feroce.
E dietro il fascismo, ed i suoi famosi investimenti, c'è una storia di corruzione e di progressivo depauperamento dell eenergie del nostro stato, oltrechè di progressiva eliminazione-allontanamento, di intelligenze e capacità che po portarono Mussolini all'inevitabil caduta.
la stessa cosa vale, anzi ancor di più, per il nazismo. Non vince le elezioni, malgrado l'ottimo successo ma viene portato al potere da una commistione di fattori e dall'insipienza della classe dirigente tedesca, che davvero si lascia prendere dal panico di fronte alla nuova crisi economica...
Quel che fece il fascismo in termini di investimenti, l'avrebbe ben potuto fare uno stato democratico, ben guidato.
Comprendo quel che vuoi criticare nell'opera di Tezuka ma l'uomo aveva idee forti, potenti riflessioni sul comportamento umano e voleva comunicarle, non tanto fare un "saggio" in forma di manga, dedicato al Nazismo.
Nel delineare la psicologia dei suoi personaggi, l'autore crea uomini e donne a tutto tondo, dalla personalità complessa e sfaccettata. Mai del tutto buoni o cattivi, sono tutti accompagnati dai propri drammi e dalle proprie contraddizioni, che li fanno apparire veri e credibili
Interessanti spunti di riflessione socio-politica
L'uomo non è un animale -questo è il punto- non è "innocente" deve sempre usare il proprio raziocinio.
In effetti parlavo dell'innocenza morale, non tanto di quella psicologica
Sicuramente il regime nazista ha attirato tanti personaggi che avevano dei problemi psicologici
Perchè Kamil diventa un criminale? Ognuno di noi può diventarlo quando, per i casi della vita, o per mero accidente finisce per non ascoltare più nè ragione nè il sentimento ( sic) ma persegue solo la ricerca dell'immediata soddisfazione di una puslione, ed esaltazione delle proprie emozioni. L'uomo non è un animale -questo è il punto
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