Martedì, 17 luglio 2007 23:35
Traduco da un interessante articolo proposto sul sito ‘ComiPress’:

Naisho no Tsubomi di Yu Yabuuchi è un manga a carattere sessuale rivolto agli studenti delle elementari, con una bambina di quinta come protagonista. Il manga è diventato estremamente popolare e ha ricevuto molti apprezzamenti.

Comunque, nonostante il suo successo, non tutti i manga sul sesso sono accolti a braccia aperte dalla società giapponese. Infatti, i lolicon e gli shoujo manga più spinti sono sempre stati nel mirino di associazioni per la tutela dell’infanzia. Alcune recenti disposizioni prese nei confronti di queste pubblicazioni ad alto contenuto sessuale sembrano inevitabilmente spianare il campo a nuove polemiche e proteste.

Di seguito, i più significativi avvenimenti che hanno portato il Giappone a riconsiderare seriamente il problema (i lettori più fedeli e attenti ricorderanno sicuramente alcuni degli episodi citati):

La legge sulle Pubblicazioni Dannose – Dove tutto è iniziato

Il 26 marzo 2006, La legge sulle Pubblicazioni Dannose entra in vigore nella prefettura di Osaka. La legge dichiara che se un manga o un magazine è individuato come “pubblicazione dannosa”, non può essere accessibile ai minori di 18 anni.

Shojo Comic della Shogakukan era uno di quei magazine sulla lista ‘nera’. Alcuni mesi dopo il direttore esecutivo di Sho-Comi fu licenziato con un provvedimento disciplinare per appropriazione indebita, e accusato di essere un “Criminale di Classe A” per la pubblicazione di “shoujo manga a contenuto pornografico”. L’editore si difese appellandosi alla “Libertà di Stampa e d’Espressione”, ma il caso ha provato che tali pubblicazioni talvolta possono perdere ogni freno morale.

Alla fine del 2006, una proposta premeva per la proibizione dei lolicon. Circa un mese dopo, in dicembre, lo stesso gruppo che faceva pressioni per vietare tali prodotti, pubblicava una ricerca che segnalava che il 30% circa dei manga seinen (manga dai contenuti adulti) riproduceva immagini di rapporti sessuali tra ragazzi, e che i minori erano facilmente in grado di acquistare tali pubblicazioni in Internet.

Novembre 2006. Il sito ‘Yu Yu Journal’ pubblicava diversi articoli in risposta ad un pezzo apparso su ‘Asahi Shimbun’. Il servizio affrontava il problema dei contenuti sessuali espliciti presenti in certi shoujo e manga magazines. Il responsabile editoriale di un importante shoujo magazine dichiarava: “I rapporti amorosi sono un tema importante negli shoujo manga odierni. E’ impossibile tenere completamente fuori da queste pubblicazioni le rappresentazioni sessuali – sono proprio il risultato delle relazioni d’amore e affettive”.

Yama Ryokichi, presidente dell’Associazione Giapponese Editori di Magazine (JMPA), aggiungeva:
Baci e rapporti sessuali sono accettabili, ma stupri e spiegazioni di tecniche sessuali no… Perfino i bambini possono capire che violenze sessuali e molestie esistono nel mondo reale”.

Scorrendo gli eventi principali

29 marzo 2007. Seiko Noda, un politico giapponese odiata e condannata da molti otaku per le sue popolari crociate contro la pedo-pornografia (anche) nei fumetti e nei cartoni animati, sostiene che la moralità nipponica in questo periodo di globalizzazione debba uniformarsi agli standard internazionali, e ha dichiarato che “La pornografia minorile dev’essere sradicata dai manga e dagli anime!”. Maggiori dettagli sulla vicenda.

16 maggio 2007. La Japanese National PTA Conference rilascia il suo rapporto 2006 sulla ”Analisi della Consapevolezza dei Ragazzi sui Media”. Da allora gli allarmi in Giappone sulle pubblicazioni dannose si sono rapidamente intensificati.

Nella relazione della JNPTAC era incluso lo shoujo magazine Sho-Comi di Shogakukan, al top della lista dei manga che non dovrebbero essere letti dai bambini. La decisione era basata su un questionario sottoposto nel novembre 2006 ai genitori di bambini e ragazzi di elementari e medie inferiori. Il risultato era che il 60% delle risposte denunciava “eccessive rappresentazioni sessuali, che avrebbero potuto incoraggiare un interesse prematuro” nei ragazzi.

Una settimana dopo, il magazine Weekly Bunshun scrive un articolo intitolato “Attenti a Incesti, Schiavismo e Sesso in pubblico nei Manga letti da scolari delle elementari! Terribili descrizioni di Sesso negli Shoujo Comic”. L’8 giugno, perfino il programma televisivo “Sukkiri!” di Nihon TV ha dedicato un servizio all’argomento…

Questa è solo la prima metà dell’articolo tradotto dal sito di ComiPress. Nella seconda parte è analizzato il problema dei Loli Manga, con uno sguardo ai movimenti che hanno portato all’approvazione e all’applicazione della famosa legge giapponese sulle Pubblicazioni Dannose.

Fonte: ComiPress.