You Can (Not) Advance - LocandinaL’attesa per i fan giapponesi è finita sabato 27 giugno: è finalmente nelle sale nipponiche Evangelion 2.0: You Can (Not) Advance, l’attesissimo secondo capitolo della tetralogia cinematografica pensata da Hideaki Anno e dal suo Studio Khara come remake della serie animata Neon Genesis Evangelion.

L’uscita del primo film, Evangelion 1.0: You Are (Not) Alone, risale al 1° settembre 2007 e la pellicola ha recentemente goduto di una terza edizione in DVD e Blu-ray rimasterizzata in digitale più alcune scene aggiuntive.
E i fan giapponesi se la saranno sicuramente vista prima di andare a mettersi in coda per il nuovo lungometraggio, coda che ha raggiunto il numero di circa 800 persone alla prima del cinema Shinjuku Milano-za nel quartiere dei piaceri di Tokyo.

Tra i folli appassionati che si sono accampati davanti al cinema dal giorno precedente, anche Patrick W. Galbraith di Otaku2.com, che non solo ha visto la prima del film e assistito a un vero e proprio Evangelion Festival con tanto di cosplayer della SEELE a forma di monolito (una menzione anche a certi cinema che hanno messo a disposizione un set in edizione limitata di popcorn della NERV con bibita decorata da un’immagine di Asuka, e la possibilità di acquistare un tagliacarte a forma di Lancia di Longinus più simili altri gadget), ma nella stessa giornata è riuscito anche a scrivere la recensione che vi proponiamo tradotta e in anteprima di seguito, con l’avviso che contiene numerose anticipazioni su molti punti culminanti della pellicola:


“Prima di cominciare, ci tengo a precisare che sono un irriducibile fan di Kaji e Asuka. Per vedere questi due personaggi mi sono messo in fila a Shinjuku un giorno prima per assistere a Evangelion 2.0: You Can (Not) Advance (Evangelion Shin Gekijoban: Ha, in originale, tradotto, Evangelion Nuova Versione Cinematografica: Intermezzo), l’ultima versione cinematografica uscita il 27 giugno 2009 dell’immortale serie animata televisiva.
Circa 1.000 Eva-dipendenti si sono uniti a me in festa e il mattino seguente i media avevano preparato il loro personale Evangelion Festival. Ma per me, Kaji e Asuka erano la vera ragione per festeggiare, e questo per forza di cose ha influenzato la mia recensione.
In particolar modo ero preoccupato per la presenza di un nuovo personaggio, Mari, che molti temevano si sarebbe sovrapposto ad Asuka. Inoltre, mi è stato detto che parlo troppo e che la mia recensione di Evangelion 1.11: You Are (Not) Alone era ampia abbastanza da far fuggire i lettori. Quindi manterrò questa recensione entro le mille parole e parlerò solo delle mie percezioni iniziali del film.

Tanto per cominciare, questo è un assoluto banchetto visivo. Davvero, lo Studio Khara e i registi Kazuya Tsurumaki e Hideaki Anno sono riusciti in un lavoro incredibile. Ogni singolo frame è un’opera d’arte, una composizione completa ricca di simbolismo, e i densi fotogrammi si plasmano tra loro per creare delle riprese fluide da togliere il fiato.
L’azione è rovente, la carneficina è viscerale, e le scene di distruzione sono epiche e terrificanti.
Alcuni esempi dominanti sono la scena iniziale dove Mari insegue e combatte un Angelo ad alta velocità dentro i corridoi della base, oppure lo scontro decisivo tra l’Unità-01 e la 04, o anche il confronto finale con il quattordicesimo Angelo, Zeruel.
Con simili inquadrature la musica è però una vera delusione: non c’è nessuna nuova sigla (Hikaru Utada fa un’interpretazione acustica di “Beautiful World”, tema di chiusura del primo film) e la musica di sottofondo è un mix di suoni nostalgici della serie e robaccia che ti aspetteresti di trovare in un dramma televisivo giapponese degli anni 90... e queste due cose spesso non sono in sintonia.
La musica classica è rimpiazzata da canzoni antiquate cantate da dei bambini: una canzone semplice di questo tipo è usata con grande effetto quando accostata alla ritrovata brutalità della tragica fine dell’Unità-04; una lirica simile è usata in seguito, e sembra con l’intento di risparmiare.
Tuttavia, il mondo in cui ha luogo la spaventosa violenza delle battaglie tra Eva e Angeli è, nel complesso, molto più allegro (forse per alcune di quelle musiche dozzinali in sottofondo).

Le scene di vita quotidiana, come la gente che va e viene dalla città o i protagonisti in un normale ambiente scolastico, sono più frequenti e intense. L’integrazione di scenari al di fuori del Giappone e di scene semplici come Kaji che fa l’agricoltore creano una visione del mondo più equilibrata, e i personaggi sono meno contorti e disturbati. Dopo aver sostenuto Ayanami, il comandante Ikari tiene sorprendentemente conto del benessere di suo figlio Shinji e acconsente di andare a cena con lui (di fatto non succede, ma è il pensiero che conta).
Gli studenti vanno tutti a vedere un acquario dove sono tenute le creature marine risalenti a prima del Second Impact. La storia, come nel primo film, è snellita e semplificata; Ikari spiega dei punti chiave della trama, come il conflitto d’interessi con la SEELE e ciò che succederà con l’Unità-01 e Ayanami.

Non ci sono gli attacchi superflui degli Angeli né le dolorose relazioni umane. Per esempio, il centro della narrazione sono chiaramente Shinji e Ayanami e lo schema della loro attrazione è semplificato ai banchi di scuola e al preparare cibo l’uno per l’altra. Asuka e Kaji, invece, non arrivano insieme in Giappone e in realtà non hanno un gran legame.
L’attrazione tra Kaji e Misato (ma anche tra Misato e Shinji) è analogamente minimizzata per focalizzarsi di più su Shinji e Ayanami (Kaji molesta sessualmente Shinji, però!).
Toji, Kensuke e Hikari rimangono presenze minori.

Asuka, nel suo solito modo di fare da tsundere, esprime dei sentimenti per Shinji, come quando si sente sola e va a dormire nella sua stanza (non è la stessa scena di quando cammina addormentata nella serie televisiva), e quando si confronta con Ayanami su quello che prova per lui (questo avviene quando chiama Rei “bambola” nella famigerata scena dell’ascensore, qui rappresentata in modo magistrale).

Asuka è un personaggio avvincente, forse anche di più che nella serie originale, e il suo impulso di primeggiare, la sua asocialità e la sua solitudine, traspaiono davvero.
La sua frase “Anta baka?!” (“Ma sei stupido?!”, rivolta a Shinji) sembra più triste, non come la ragazzina velenosa della serie televisiva, ma piuttosto come qualcuno che non sa trattare con le persone e così le zittisce.
Asuka ci regala anche dei gran momenti di fan service con le sue shimapan (mutandine a strisce) e quando scatta fuori nuda dalla doccia. Ma invece di perseguitare Shinji, si offre volontaria come pilota collaudatore dell’Unità Eva-04 degli Stati Uniti. Sì, Asuka, non Toji.

Dopo aver fatto una oltremodo commovente telefonata a Misato ed essersi infilata una nuova versione sexy della plug suit, Asuka pilota l’Eva-04, che viene infettato da un Angelo e va in avaria. Shinji si rifiuta di combatterlo e il Dummy Plug System prende il controllo dell’Eva-01, che distrugge in modo orribile l’Unità-04 e frantuma nella sua bocca l’entry plug con dentro Asuka. Davvero agghiacciante.
Fortunatamente, il dummy plug di questa versione cinematografica non costringe Shinji a vedere tutto quanto.

Non molto dopo, Mari si intrufola nel quartier generale della NERV e pilota l’Unità-02 di Asuka per combattere Zeruel.
Sono grato che Mari non sia una copia di Asuka, ma un personaggio davvero rozzo e perfino bestiale, unico a modo suo, che crea un bell’equilibrio con tutti i personaggi eterei del film.
A quanto pare, è stata pensata per essere come un “vecchio del periodo Showa”, qualcuno che non pensa e a cui piace combattere, e il regista Tsurumaki afferma che lei è l’unico personaggio che non provenga in qualche modo dalla testa di Anno.
Mari pilota l’Unità-02 in berserk e ha uno scontro travolgente, ma viene crudelmente smembrata.
Nella stessa battaglia con l’Angelo, Ayanami effettua il suo attacco suicida con la bomba N², che però fallisce e il prepotente Zeruel addenta il suo Eva e lo divora con lei dentro.

Shinji aveva lasciato la NERV dopo la morte di Asuka, ma dopo aver visto le imprese eroiche di Mari e la morte di Ayanami, nuovamente al comando della sua Unità perde il controllo e va in berserk pure lui (molto “Gurren Lagann”). Shinji ottiene un potere così grande che l’Eva-01 diventa un dio capace di squarciare l’Angelo ed estrarne Ayanami; anche se Rei gli dice che lei ha sempre “dei ricambi”, Shinji insiste nel cercare di salvarla, affermando che c’è una sola Ayanami (segnalo i violini romantici... questo mi brucia il c$/o, perché Rei è un clone e Asuka è stata certamente rimpiazzata alla svelta).
La rinata Ayanami si fonde con l’Unità-01 e dà il via al Third Impact. Fortunatamente Kaworu, che stava aspettando a torso nudo sulla superficie della Luna, discende e impala l’Unità-01, fermando il processo e dichiarando che permetterà che “solo Shinji trovi la felicità”.

Tutto sommato questo film è roba ottima, un vero animatore del pubblico. Ci sono un mare di cambiamenti, sì, ma difficilmente li noterete a questo punto.
Nel primo film io ho letteralmente preso nota di ogni singola modifica che compariva, perché era solo un riordinamento e un riraccontare la parte della serie sul “riscaldamento” di Ayanami. Questa saga di Asuka, invece, offre un’evoluzione della storia del tutto diverso, e di conseguenza è più divertente e gratificante da guardare.

E’ commovente, piacevole e scioccante allo stesso tempo; un must per i fan di Eva di tutti i tipi.

Il trailer del prossimo film mostrato alla fine della pellicola e intitolato Evangelion Shin Gekijoban: Q quickening propone molti assaggi intriganti, incluso il ritorno di tutti i personaggi, tra cui Asuka con una benda sull’occhio e l’Unità-08 e il suo pilota (forse Toji...?).
Credo che anche io, da adesso, me ne starò in coda per i prossimi due anni.”.


Evangelion 2.0: You Can (Not) Advance Trailer



Questa è stata dunque la recensione scritta da Patrick W. Galbraith di Otaku2.com, recensione sicuramente positiva, a parte quando parla delle musiche, e che ha anticipato alcune delle notevoli modifiche rispetto alla serie originale.