Riportiamo il comunicato di presentazione di Diario di una Maiko - Miyabi no Mai di Miriam Bendìa, che potrete conoscere meglio sul blog ღ occhidaorientale ¸.¤°´:
Casadei Libri Editore, collana Porte d’Oriente - Narrativa
Prezzo € 16,00
Formato cm 15,5 X 24, dorso quadro
Pagine 192 con 36 foto a colori
ISBN: 88-89466-35-3
Prima edizione in libreria dal 3 febbraio 2009
LA PROTAGONISTA:
Sotori è una maiko, una ragazza di diciotto anni che apprende l’Arte della geisha.
All’età di soli quindici anni è stata accettata in una okiya di Kyoto: sono così chiamate le boarding house che addestrano e ospitano le giovani maiko.
Sotori persegue l’arte (gei) come vita: se per una geisha il gei è lo scopo ultimo, allora è anche vero che la sua vita deve diventare arte. Levigare la propria esistenza in un’opera d’arte, per quanto possa sembrare un’ambizione elevata agli occhi degli stranieri, è l’idea che sottende alla disciplina di una vera geiko. E nulla lei vuole con più convinzione: desidera divenire l’incarnazione vivente dell’Iki.
IL ROMANZO:
La parola geisha è composta da due caratteri giapponesi: sha, persona, e gei, arte. Se maiko (舞子; 舞妓 – fanciulla danzante) vuol dire danzatrice, geisha dunque significa artista.
Tradizionalmente quella della geiko è l'unica professione che richieda un tirocinio più lungo di quello di un medico, con lo studio di materie che vanno dalla musica alla danza e al teatro, dal trucco alla poesia e ai vari argomenti di conversazione: se è sempre discreta, infatti, la più raffinata delle compagnie femminili non può permettersi nessuna lacuna culturale. Di conseguenza, non stupisce che oggi siano poche le adolescenti tentate dal seguire tale apprendistato. Tuttavia, non si può dire che fare la geisha non sia più un'ambizione!
Forse che quella della geiko, grazie anche al fascino delle giovani maiko, sia destinata a divenire la professione più ambita del terzo millennio?
Il karyukai (il Mondo del Fiore e del Salice in cui vive Sotori) è un sogno, un sogno che diviene realtà.
Il cuore di un uomo è il cuore del Giappone e finché il cuore del Giappone batterà per una geisha, entrambi sopravvivranno.
Booktrailer
Casadei Libri Editore, collana Porte d’Oriente - Narrativa
Prezzo € 16,00
Formato cm 15,5 X 24, dorso quadro
Pagine 192 con 36 foto a colori
ISBN: 88-89466-35-3
Prima edizione in libreria dal 3 febbraio 2009
LA PROTAGONISTA:
Sotori è una maiko, una ragazza di diciotto anni che apprende l’Arte della geisha.
All’età di soli quindici anni è stata accettata in una okiya di Kyoto: sono così chiamate le boarding house che addestrano e ospitano le giovani maiko.
Sotori persegue l’arte (gei) come vita: se per una geisha il gei è lo scopo ultimo, allora è anche vero che la sua vita deve diventare arte. Levigare la propria esistenza in un’opera d’arte, per quanto possa sembrare un’ambizione elevata agli occhi degli stranieri, è l’idea che sottende alla disciplina di una vera geiko. E nulla lei vuole con più convinzione: desidera divenire l’incarnazione vivente dell’Iki.
IL ROMANZO:
La parola geisha è composta da due caratteri giapponesi: sha, persona, e gei, arte. Se maiko (舞子; 舞妓 – fanciulla danzante) vuol dire danzatrice, geisha dunque significa artista.
Tradizionalmente quella della geiko è l'unica professione che richieda un tirocinio più lungo di quello di un medico, con lo studio di materie che vanno dalla musica alla danza e al teatro, dal trucco alla poesia e ai vari argomenti di conversazione: se è sempre discreta, infatti, la più raffinata delle compagnie femminili non può permettersi nessuna lacuna culturale. Di conseguenza, non stupisce che oggi siano poche le adolescenti tentate dal seguire tale apprendistato. Tuttavia, non si può dire che fare la geisha non sia più un'ambizione!
Forse che quella della geiko, grazie anche al fascino delle giovani maiko, sia destinata a divenire la professione più ambita del terzo millennio?
Il karyukai (il Mondo del Fiore e del Salice in cui vive Sotori) è un sogno, un sogno che diviene realtà.
Il cuore di un uomo è il cuore del Giappone e finché il cuore del Giappone batterà per una geisha, entrambi sopravvivranno.
inoltre ho apprezzato tantissimo questa frase:
"Il cuore di un uomo è il cuore del Giappone e finché il cuore del Giappone batterà per una geisha, entrambi sopravvivranno".
davvero un senso patriottico romantico, semplicemente meraviglioso.
Sembra quasi un lavaggio del cervello. Comunque ormai sono poche le donne che decidono di diventarlo.
Ho già letto due libri sulle geishe, uno improprio, l'altro è Memorie di Una Geisha e li ho amati moltissimo entrambi. Sebbene non siano stati scritti da autori giapponesi, sono stati in grado di aprire una reale finestra sul mondo delle geishe che fino a poco tempo fa era rimasto segreto ai più.
<i>è un sogno, un sogno che diviene realtà</I>
Comunque è quantomeno curioso che un tempo si diveniva geishe anche venendo strappate dalla famiglia contro il proprio volere, mentre oggi coloro che lo diventano sono attratte genuinamente proprio da ques'arte che va scomparendo...
@ Alucard
Vero, quella frase è bellissima e molto significativa
Per cultura personale credo proprio che lo leggerò, è un argomento davvero molto interessante.
Credo che leggerò questo libro, sembra ben fatto.
Bellissimo anche il blog dell'autrice
@Ichimaru Garuda ho letto in rete che il "servizio" non fa parte del lavoro della geisha.
Non credo neanche che la geisha sia "istruita all'arte della seduzione".
Questa IMHO è una diceria di chi diffondeva un'immagine sbagliata in occidente decenni fa.
Ho letto che si concedeva al suo cliente solo se innamorata e comunque al di fuori dell'ambito lavorativo.
E questo cliente (ricco) la sosteneva economicamente per anni perchè aveva una relazione con lei.
Quello che hai detto tu è vero, ma solo parzialmente esatto
L'istruzione di una geisha a tutte le arti elencate sopra costava una follia, che si sommava al costo del trucco e dei kimoni; a sostenere queste spese era l'okiya, la casa che appunto le ospitava e istruiva. Nel momento in cui una geisha era pronta ad intrattenere gli ospiti attraverso le maniere così imparate, poteva finalmente iniziare a guadagnare, per rifondere l'okiya delle spese sostenute per lei per lunghi anni. Dato che le spese erano ingenti, molte geishe rimanevano una proprietà dell'okiya perché non riuscivano a guadagnare abbastanza denaro durante la loro (lunga) carriera.
Un modo per rendersi indipendenti dall'okiya era di trovare un Danna, un cliente così ricco da rifondere lui stesso tutte le spese della geisha, che da quel momento in poi avrebbe avuto una relazione anche fisica solo con lui. Ma non necessariamente la geisha era innamorata di lui, anzi; certamente lei gli doveva la libertà dall'okiya, una vita benestante e così via, ma erano poche quelle che veramente vivevano una storia d'amore con il loro danna.
Dunque molte geishe, come dici tu, si concedevano a volte al di fuori dell'ambito lavorativo al loro innamorato, ma si trattava di storie che dovevano rimanere segrete per non rovinare la reputazione della geisha in questione, in quanto suddetti innamorati non avevano il denaro sufficiente per riscattare la geisha dall'okiya.
...In tutto il mio precedente sproloquio ho dimenticato l'essenziale
E cioè che in realtà il concedersi ai clienti faceva parte eccome del lavoro di una geisha, ma doveva essere ampiamente valutato e predisposto rigorosamente da parte della geisha, dell'okiya, dell'onee-san (una sorta di geisha protettrice), e dell'uomo in questione...insomma era tutto attentamente ponderato, perché era un aspetto della carriera della geisha che poteva sistemarla a vita o rovinarla per sempre, a seconda che fosse o meno l'uomo (il cliente) giusto -_-
Sul fatto che non sempre era amore lo credo anch'io.
Dici che anche l'okiya stessa cercava di appioppare i pollastri da spennare per le proprie geisha?
Questo non lo sapevo ma non credo che tra le varie materie di studio rientrasse anche "tecniche per sedurre il pollastro da spennare" o sbaglio?
Comunque in Giappone non le chiamano geisha ma maiko oppure geiko.
<i>Dici che anche l'okiya stessa cercava di appioppare i pollastri da spennare per le proprie geisha? </i>
Esatto
In realtà essendo la geisha maestra in varie arti, doveva mostrarsi seducente in ogni minimo movimento, però era un 'seducente' chiaramente diverso dal nostro concetto occidentale
Tipo mi ricordo che addirittura mostrare o no una bella rotazione del polso durante il servizio del the era considerato 'seduzione'
Comunque sì, maiko è la quasi-geisha, geiko di preciso non so, ma non so quanto spesso si chiamino esse stesse 'geisha', anche perché a Kyoto poi (dove erano più diffuse) hanno un altro dialetto
giappone intelligente
italia...
mi vergogono di essere nato in questo paese!
per fortuna che da grande andrò a vivere in Giappone...
La frase è carica di significato, moltotoccante e poetica.
Mi sembra quasi che denigrare la propria patria stia diventando una moda e lo dico non da persona cieca ma comprende che effetivamente qualcosa si sta perdendo.
A me sembra che il giappone abbia conservato molta più tradizione rispetto a noi anche se sono d'accordo con Ichimaru sul fatto che non è bello denigrare la propria patria.
Ogni paese ha i suoi pro e i suoi contro.
E' vero che il Giappone è uno dei paesi che più si tiene strette le sue tradizioni (motivo per cui a vederne alcune sembra proprio di poter osservare un medioevo vivente), ma è altrettanto vero che nelle generazioni più giovani molto di ciò si sta inesorabilmente perdendo, e questo mi intristisce molto
Per esempio pensavo alla fabbricazione del mochi: un tempo lo facevano tutte le famiglie (a capodanno, mi sembra), oggi invece lo acquistano già bell'e pronto
Sicuramente in Italia ci sono moltissime cose che non vanno e che non starò qui ad elencare, ma anche lì hanno la loro dose di problemi, che poi vengono riportati in parte anche qui su AC con qualche notizia (hikikomori, suicidi, lavoro eccessivo...).
Poi chi ha vissuto o vive entrambe le realtà credo sia più idoneo a discorsi del genere, io comunque la vedo cosi.
In Giappone ci sono molte belle tradizioni, forse l'Italia su questo piano non è allo stesso livello, ma anch'essa delle cose che laggiù non avranno.
Semmai è triste constatare che per molte Gheishe, anche al giorno d'oggi, le prospettive di vita migliori sono quella di diventare "protettrice" oppure di divenire l'amante ufficiale di qualche "Danna" odierno, pratica ufficialmente illegale in Giappone, ma praticamente tollerata.
Insomma la realtà è sempre in chiaro-scuro
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