Uomo ErbivoroLa sensibilità degli uomini New Age è finalmente arrivata nella terra dei salaryman. Ma c'è un dettaglio, una caratteristica importante in Giappone, che causa allarmismi sul calo delle nascite: l'uomo moderno giapponese non sembra interessato alle donne e al sesso.

A Tokyo, nel weekend, l'area trendy di Harajuku diventa un miscuglio di tribù urbane: le goth lolita battono le loro ciglia finte, abbagliando col loro ribellismo.
Lontani da quest'estetica ormai superata dalle imposizioni, un esercito di dolci uomini con capelli stirati e jeans aderenti. Questi giapponesi sono i cosiddetti “erbivori” (dalla frase giapponese “ragazzi mangiatori di erba”): eterosessuali, ma apparentemente poco interessati ai “piaceri della carne”.

Sono attratti dal silenzio, dalla vita meno competitiva, si concentrano sulla famiglia e gli amici, evitando i dettami del maschio macho tradizionale giapponese.
Incluso Yukihiro Yoshida, un ragazzo “ventenne-e-qualcosa”, studente di economia, che si autodefinisce erbivoro. “Non prendo l'iniziativa con le ragazze, non parlo con loro”, dice arrossendo. “Ben venga se una ragazza parla con me, ma da parte mia non faccio mai il primo passo”.

Diverse ricerche dichiarano che il 60% dei giapponesi dai vent'anni alla trentina si definisce “erbivora”. Il loro Sex and the City è uno show televisivo chiamato Otomen (ragazzo effeminato). Il protagonista è un esperto di arti marziali, il ragazzo più falso della scuola. Le sue passioni segrete sono il cucito, fare i dolci e rammendare vestiti per gli animali di pezza.
Nascondo la mia natura” dice nel primo episodio, identità che si cuce addosso segretamente nella sua stanza. “In ogni momento sarò un uomo, un vero uomo giapponese”.

Ma che vuol dire? “Non è da molto che gli uomini stanno diventando simili alle donne. E' l'idea della mascolinità che sta cambiando” dichiara Kokobun Katsuhiro. Dalla sua posizione privilegiata a Gruzzle, grazie al proprio salone di bellezza di Harajuku, Kokobun ne ha viste molte in fatto di nuove tendenze.
Negli anni ha visto sempre più persone venire nel suo salone, persone che definisce “più modeste, con meno richieste, quasi passive; loro accettano quanto gli viene detto”. Ha notato che oggigiorno domandano più trattamenti tipicamente femminili. “Facciamo sopracciglia e trattamento del viso per uomini”, dice sorridendo. “Il rimodellamento delle sopracciglia è molto in voga tra gli studenti del liceo”.

OtomenQuindi, non è una coincidenza se le sopracciglia di Sekine Yasuhito sono modellate perfettamente. Il cambiamento dei gusti è ciò che gli interessa di più in questo periodo. Lavora per un internet service provider e opera nel Sweets Club, un gruppo online per uomini a cui piacciono i dessert. Operativo da gennaio, ha già mille membri iscritti (online e di persona), che dibattono sulle virtù delle diverse merendine alla fragola. E' qualcosa che Sekine definisce impensabile fino a vent'anni fa. Folgorato dalla sua voglia, assaggia la dolce gelatina di pesche, lodandola. Non è così forte come la gelatina al caffè alla crema (un gusto da veri uomini, se mai ne è esistito uno), etichettandolo “retro”. Pensa che il suo dessert club mostri come i giovani giapponesi asseriscano la loro individualità, riflettendo il loro cambio di valori rispetto al boom giapponese degli anni 80.
Una volta (negli anni 80 appunto), gli uomini giapponesi erano più passionali e aggressivi, ma ora queste caratteristiche sono disprezzate. I nostri membri hanno una personalità mite, dicono ciò che gli piace senza pregiudizi, non sono limitati dalle aspettative” dichiara Sekine, che si autodefinisce erbivoro. “In quei tempi a molti uomini piacevano i dessert, ma era una cosa da sfigati. Agli uomini tosti piacevano l'alcol o i cibi speziati. Ho scoperto che a mio padre piacevano i dessert, ma non si è mai fatto beccare”.

La maggior esperta di erbivori, Maki Fukasawa, crede che siano nati dall'ultima disastrosa decade di economia stagnante. Ha battezzato così la tribù nel 2006 e recentemente ha scritto un libro intitolato Generazione Erbivori, in cui li suddivide in 23 sottocategorie distinte. Sostiene che siano una ribellione verso la generazione di impiegati dei loro genitori, consci di girar le spalle ai canoni vigorosi e consumistici della loro epoca.
Provano una sorta di repulsione verso le generazioni più vecchie”, dice Fukusawa. “Non vogliono avere il loro stile di vita, e il loro impatto sull'economia è molto grosso. Ora fanno molta notizia per via delle basse vendite, specialmente sui prodotti statali quali automobili e alcolici”.
Dice che il loro avvento porterà cambiamenti positivi: magari hanno meno senso competitivo, ma hanno un forte senso di comunità e di famiglia, cosa che a loro è venuta a mancare crescendo.
In un certo senso, i loro padri trascurano le loro famiglie. Erano così immersi nello stile di vita dell'impiegato giapponese, uscendo ogni notte col loro capo, che gli erbivori si chiusero nei loro famigliari e amici”, dice Fukusawa.

Ma c'è paura per la finanza e l'impatto sociale degli erbivori. Il loro basso livello di acquisto e la mancanza d'interesse per il sesso invoca due dei più grandi problemi del Giappone: l'economia senza luce e il declino delle nascite. Amano essere amici con le donne, ma per molti di loro nulla di più.
Per le strade di Harajuku, Alex Fujita spiega perché non gli interessa parlarci più: “Ormai le donne hanno molta più istruzione e si immergono nel lavoro. Le donne ora fanno paura”.

E, logicamente, c'è anche un'etichetta per il potere lavorativo economico al femminile, donne che sanno ciò che vogliono, “donne carnivore”.
Con gli uomini erbivori e le donne carnivore, sembra che la terra dei samurai, lottatori di sumo e delle geisha si affacci a uno scenario totalmente nuovo.