Beck cover 10Vivere una vita assolutamente normale può essere frustrante, e questo il quattordicenne Yukio Tanaka lo sa bene. Sa anche che niente di questa sua piatta esistenza sarà mai degno di menzione in un’autobiografia, a meno di una radicale svolta. Una svolta, sì, ma quale?
L’occasione si presenta sotto le vesti di un cane rattoppato che il ragazzo salva da un gruppetto di bulli. Il suo padrone è infatti Ryusuke Minami, detto Rey; un giovane dall’aria poco raccomandabile cresciuto a New York e tornato da poco in Giappone, e possiede una dote interessante: Minami è un formidabile chitarrista, un talento naturale come se ne incontrano pochi in giro.
Qualcosa nel nostro protagonista scatta: potrebbero essere Ryusuke e la sua musica la svolta che cambierà per sempre la sua vita?
Nel dubbio, complice l’incontro col signor Saito - ex campione olimpico nonché istruttore di nuoto barra datore di lavoro barra insegnante di musica - Yukio prova ad imparare a suonare la chitarra. Sarà vera passione o piuttosto solo un modo per far colpo sulla senpai Izumi Ishiguro, colei che alle elementari lo soprannominò Koyuki e che gli ha fatto conoscere la musica dei celebri Dying Breed?

Intanto, sciolto il suo precedente gruppo, Ryusuke deciderà di fondarne uno nuovo, reclutandone uno dopo l'altro i membri, quasi si trattasse della formazione di un party dei giochi di ruolo, con annesse condizioni e difficoltà iniziali. Faremo quindi conoscenza di Taira Yoshiyuki, considerato uno dei migliori bassisti della città e forse di tutto il Giappone, grazie al suo stile funky decisamente poco comune in un orientale; ed in seguito del rapper dal carattere difficile ma dal gran cuore Chiba Tsunemi. Il nuovo gruppo così formato si chiamerà Beck, proprio come il cane di Ryusuke.
Solo in un secondo momento nei Beck entreranno a far parte Koyuki, voluto più per le sue straordinarie doti di cantante che di chitarrista, e Yuji “Saku” Sakurai, compagno di classe e migliore amico del protagonista, nonché batterista di talento.
Da qui in poi i Beck inizieranno la loro impegnativa scalata, fatta di piccoli grandi successi, formidabili cadute, lente risalite e innumerevoli difficoltà: ce la faranno a realizzare il loro sogno?

Presentata così, diciamolo pure, la trama in sé mostra pochi spunti originali, ma non per questo Beck è un manga che vada frettolosamente scartato a priori, anzi. Non a caso Beck è la più famosa fatica del mangaka Harold, al secolo Takahiro, Sakuishi; esordita sulle pagine di Weekly Shonen Magazine dell’editore Kodansha nel febbraio 2000 e conclusasi ben otto anni più tardi, con un totale di 102 capitoli raccolti in 34 tankobon, milioni di copie vendute e la conquista del Premio Kodansha come miglior manga nel 2002.

Ma quali sono i reali punti di forza di un manga come questo, alla luce di una trama che di originale ha poco o nulla, e che anzi ricorda molto da vicino l’impianto narrativo di innumerevoli altri manga, soprattutto sportivi, come ad esempio Slam Dunk di Takehiko Inoue?

BECK Ryusuke's fuck!Il principale punto di forza di Beck è sicuramente rappresentato dai suoi personaggi. Sakuishi possiede la rara dote di riuscire a donare con pochi tratti una profonda umanità a tutti i personaggi che rappresenta, siano essi gli appartenenti alla rosa dei protagonisti, che con l’andare dei volumi si amplierà sempre più, o l’ultima delle comparse delle folle che si accalcano esultanti sotto il palco, impazienti di ascoltare ancora una volta i loro beniamini.
La vera eccezionalità di questo manga sta infatti nel rappresentare tutti questi personaggi come ragazze e ragazzi del tutto normali, privi di superpoteri e sempre fallibili, anche e soprattutto quando possiedono una qualche dote o talento particolare; è il caso ad esempio di Ryusuke, che pur essendo un indiscusso genio della chitarra, sovente assume degli atteggiamenti alquanto discutibili, e in più occasioni sarà proprio lui la causa dei guai che coinvolgeranno l'intero gruppo.
Il fatto poi che la storia copra un arco temporale piuttosto ampio – circa cinque anni – ci consente di seguire quasi passo passo la crescita e la maturazione di tutti i personaggi, e tutto questo avviene in maniera naturale, senza forzature o improvvisi power-up tanto cari a certi shonen moderni.
Prendiamo Koyuki, ad esempio, che all’inizio del manga è un ragazzino sognatore, timido e impacciato, privo di qualunque abilità, ma che grazie alla musica ed alla profonda amicizia che lo lega a ciascuno dei suoi compagni acquisirà sicurezza e maturità, e la sua voce sarà spesso l’asso nella manica dei Beck, capace di stregare in egual misura folle affamate di musica e discografici alla ricerca dei migliori talenti da far emergere. Spesso, alla fine di un concerto, il nostro caro Yukio si stupirà di quello che è riuscito a fare e, ammirando la folla in visibilio, anche noi rabbrividiremo assieme a lui per l’emozione.
Ma i Beck sono un gruppo e, come dicevamo, senza i suoi compagni il protagonista non sarebbe andato lontano.
Impossibile dimenticare i pellegrinaggi di Taira da una band all’altra, alla continua ricerca di quel sound, quella “chimica” che lega indissolubilmente tutti i componenti, oppure le lacrime di Saku quando, dopo l’ennesimo tentativo, si renderà conto di non essere ancora abbastanza bravo da riuscire ad accompagnare come meritano i brani dell’amico Koyuki, o ancora il temperamento irruente di Chiba, che invece, unico “normale” in un gruppo di talentuosi, tenta in ogni modo di trovare la propria strada, artistica e personale, scatenando sovente conflitti, ma disposto a tutto per il bene della band; mentre Ryusuke la lezione più importante, quella che vale una vita intera, la riceverà solo alla fine della storia, dopo mille vicissitudini.
In questo manga tutti hanno qualcosa da dire, e non servono baloon zeppi di dialoghi o mille tavole per capirlo: basta un tratto, un’espressione, un solo gesto, e anche l’ultima delle comparse acquisisce una propria vita, una propria storia, una propria umanità.

Beck Mongolian Chop Squad live

Aprendo il primo volume di Beck si rimane immediatamente colpiti dallo stile decisamente insolito dell’autore: il tratto di Sakuishi è grezzo, ruvido, spesso volutamente approssimativo e sporco, uno stile che ben si presta a rappresentare le espressioni esagerate dei personaggi durante i numerosi sketch comici che caratterizzano la primissima parte della storia; addirittura, per chi legge il manga dopo aver visto l’anime, la differenza di stile tra le due opere è tale che i disegni sembrano quasi “scimmieschi”, con quei volti larghi e quelle grandi bocche dalle labbra pronunciate.
Ma, complice l’incalzare degli eventi e la personalità genuina dei protagonisti, si fa presto ad abituarsi a questo stile così poco “orientale”, ed in breve ci si renderà conto che lo stile dell’autore sta rapidamente cambiando, e dopo una fase di assestamento, attorno al quindicesimo volume esso assumerà la sua connotazione definitiva: le tavole diventano più pulite, il tratto più netto e preciso, molti dettagli che prima sporcavano soltanto le immagini vengono progressivamente eliminati, i corpi ed i visi diventano sempre più proporzionati, mentre aumenta la voglia dell’autore di spettacolarizzare i momenti in cui i suoi protagonisti si esibiscono, realizzando ad esempio degli eccezionali giochi di luce ed ombra soprattutto nelle scene in cui a cantare è Koyuki, quasi a voler con queste tavole compensare la mancanza della musica, creando così delle tavole incredibilmente coinvolgenti e comunicative, quasi come le riprese dal vivo di un concerto della propria band preferita.
Se poi, terminato l’ultimo volume, si sfoglia per curiosità il primo, i progressi compiuti da Sakuishi diventano ancora più lampanti, tanto che si fatica a credere che i due volumi siano stati disegnati dalla stessa persona.

Una menzione speciale la meritano poi gli strumenti musicali, veri co-protagonisti dell’opera, che l’autore tratteggia con perizia maniacale, riproducendo bassi, chitarre e batterie con la precisione di un catalogo specializzato.
Nel mucchio ovviamente risaltano gli strumenti del gruppo protagonista, e su tutti la chitarra di Ryusuke, la mitica Lucille, una Gibson Les Paul Standard del ’58, che nonostante i sette fori di proiettile emette un sound unico ed inimitabile.

Beck Yukio Tanaka TelecasterGiunti però a questo punto della recensione, probabilmente a molti di coloro che ancora non hanno letto l’opera di Sakuishi un dubbio sarà rimasto, e sarà più o meno questo: come fa un manga fatto di carta e inchiostro, strumenti capaci di trasmettere grandiosi messaggi e profonde emozioni ma notoriamente “muti”, a parlare di musica?
Tra le tante opzioni che l'autore avrebbe potuto adottare, Sakuishi sceglie la via più immediata e coinvolgente per tutti, musicofili e non, trasponendo su carta quella che è l’essenza pura della musica e dell’arte in genere: l’emozione. E questo lo fa da vero amante della musica: quando disegna un concerto dei nostri beniamini infonde nei loro gesti, nei loro sguardi, nelle loro espressioni tutta la sua passione per le sette note, riuscendo nella non facile impresa di riuscire a trasmettere le stesse emozioni al lettore.
Se tuttavia ciò non bastasse, allora sarebbe il caso di mettere da parte il manga, per ora, e concentrarsi sulla visione della serie animata: si potrà capire così che musica suonano i Beck, e una volta giunti al termine del ventiseiesimo episodio si verrà assaliti dal desiderio di sapere quello che accade dopo, e allora, con ancora “Brainstorm” e “Slip out” che risuonano nelle orecchie, ecco che la lettura del manga risulterà più agevole e coinvolgente di prima, anche quando ci si ritroverà a leggere di brani che non appartengono alla colonna sonora dell'anime.

Il fan service, si sa, è fondamentale per il successo di opere commerciali di stampo shounen, e nemmeno Beck è esente dall’ormai consolidata abitudine di regalare qualche gustosa chicca ai suoi aficionados. Il fan service di Beck tuttavia non consiste nello sfoggiare prorompenti co-protagoniste dalla dubbia utilità ma provviste di un qualche prosperoso davanzale che tanto piace al pubblico maschile, quanto piuttosto in una tipologia di fan service più consona ai temi e allo spirito del manga stesso, e pertanto di stampo squisitamente musicale.
La sfida è aperta sin dai frontespizi dei capitoli: dal primo all’ultimo volume l’autore darà prova della sua vastissima conoscenza musicale reinterpretando a suo modo, e con la complicità dei suoi personaggi, le copertine di un centinaio di album entrati nella storia della musica.
Vedremo quindi il sig. Saito nuotare in una piscina all’inseguimento di una banconota come nella cover del celeberrimo album Nevermind dei Nirvana, e sempre l’eccentrico ex campione olimpico sarà protagonista della rivisitazione della copertina di Californication dei californiani Red Hot Chili Peppers; altrove troveremo Koyuki col viso tatuato come nell’album dei Rolling Stones Tattoo You, e di volta in volta i Beck al completo vestiranno i panni dei Beatles, dei Queen, dei Clash, degli U2 e decine di altri miti della musica dell’ultimo mezzo secolo.
Il divertimento non si limita però solo alle copertine degli album: a più riprese durante il manga vengono citati gruppi o brani famosi, sebbene talvolta simili omaggi siano più velati.
E’ il caso dei Dying Breed, rock band fittizia di grande successo nel manga, e del loro leader Eddie Lee, amico di vecchia data del chitarrista Ryusuke. Innumerevoli sono gli indizi che fanno presupporre sin dall’inizio che questa band sia un omaggio che Sakuishi ha voluto rendere ai Nirvana, e in particolare al loro leader Kurt Cobain.
Persino i personaggi che popolano il manga fanno parte di questo sottile e stuzzicante gioco, essendo tutti ispirati più o meno palesemente a importanti componenti di alcuni famosissimi complessi.
Emblematico è inoltre il grande omaggio all’arte delle sette note che troviamo in una famosa sequenza del manga, in cui Koyuki incontra in sogno tutte le più grandi leggende della musica internazionale: un’occasione per l’autore di rendere onore, con ritratti incredibilmente simili agli originali, a stelle del calibro di John Lennon, Freddie Mercury, Sid Vicious, Kurt Cobain, Jimi Hendrix e Bob Marley.

Beck citazioni album storici

Nel nostro Paese, Beck è stato pubblicato da Dynit, che ne ha curato sia il manga che l’anime.
La versione cartacea di Beck ha esordito per la prima volta nelle edicole e nelle fumetterie nostrane nella primavera del 2006, tuttavia in quell’occasione furono pubblicati soltanto i primi due volumi, per poi far ripartire la serie daccapo nel settembre dello stesso anno, in contemporanea con la trasmissione dei primi episodi dell’anime su MTV.
L’edizione italiana di Beck offertaci da Dynit è tutto sommato discreta: i volumi hanno un formato 13x18 cm e forniti di sovraccoperta, al di sotto della quale troviamo una semplice copertina a tinta unita che riporta il titolo della serie. All’interno sono presenti alcune pagine a colori che però, fatto salvo le purtroppo rare occasioni in cui l’autore abbandona il bianco e nero per il technicolor, sono spesso usate per pubblicizzare i dvd dell’anime o altri prodotti dell’editore. La rilegatura si presenta resistente, mentre la qualità della carta è il vero punto dolente dell’edizione: ruvida, porosa e con una forte tendenza all’ingiallimento (pertanto si consiglia caldamente di imbustare i volumi). La tenuta dell’inchiostro è comunque buona, così come lo è in genere la sfogliabilità dei volumi. Da segnalare che spesso e volentieri le tavole sono tagliate in corrispondenza dei bordi esterno e superiore della pagina, anche se mai in modo tale da inficiare la lettura.
Nonostante la buona accoglienza che il pubblico riservò alla serie animata, il manga verosimilmente non ottenne il successo sperato, e così, a partire dall’undicesimo volume, la sua distribuzione venne limitata alle sole fumetterie, con conseguente aumento del prezzo di copertina, che passò da 4,50€ a 6,50€.
In seguito, sempre in fumetteria, l’intera serie venne riproposta in sette box (contenenti cinque volumi i primi sei e quattro l’ultimo) ad un prezzo ridotto di circa il 20%; molto probabilmente i primi due box son stati confezionati raccogliendo i resi da edicola, tant’è che non è raro incappare in volumi abbastanza usurati o comunque non proprio "freschi di tipografia”, per usare un eufemismo.

Beck Yukio Tanaka

Cos'è Beck in definitiva? Beck è sincerità, umanità, normalità. Beck è passione, amicizia, amore, musica. E' emozione. Beck è un gioiello da amare e custodire con cura, una perla da far conoscere a coloro che più amiamo; vedrete, vi ringrazieranno.

«You look around you
And find yourself among them
It surely sooth your soul
But than there is something
Missing inside of you
Out of the hole
Out of the place
Wanting something new… »

 
["Out of the hole" - Beck Mongolian Chop Squad]

[CERCAMANGA_"Beck BOX"]