Rieccoci per il terzo appuntamento dell'Italian Indie Comics Award. Con questo articolo siamo arrivati alla conclusione della prima settimana di presentazione degli autori. Oggi abbiamo il piacere di parlare di Rogheneach opera a cura di Myriam Savini,
 
Myriam Savini è una disegnatrice di 22 anni proveniente dall’Emilia. Non ritiene che il suo amore per il fumetto provenga strettamente dalla necessità di disegnare quanto alla sua passione di creare dei mondi, non solo quindi i propri personaggi, ma qualcosa che possa essere più vivo e vasto, cercando di trasmettere emozioni ai propri lettori.

Tale grande passione nasce dal suo esser stata una "teledipendente" da bambina, capace di passare intere giornate di fronte la televisione a coltivare la propria immensa fantasia, ma non solo. Dopo l'amore per la televisione, crescendo, è difatti arrivato anche l'amore per la lettura: è il "Giornalino", la famosa rivista a fumetti della San Paolo, ad iniziarla al mondo dei fumetti e a farle vedere come attraverso di essi sia possibile trasportare i lettori in mondi di fantasia ancora più variegati e particolari di quelli televisivi.

Per Myriam il passo tra leggere fumetti e scriverli è stato breve, mentre non lo è stato il suo avvicinamento allo stile manga. Esso infatti non l'ha rapita immediatamente, considerandolo fin troppo stereotipato, e solo in un secondo momento, con la lettura di Chrono Crusade, è riuscita a cambiare idea su questa tipologia di fumetto.

I suoi gusti in fatto di disegno si dimostrano quindi molto poliedrici e variegati, spaziando da Murata e Kishimoto a Voltolini, tutti autori capaci a suo avviso di trasportare i lettori in altre dimensioni ed epoche grazie al loro stile. Per quanto riguarda la fase della sceneggiatura invece ha un unico ed incontrastato mito ovvero Leo Ortolani, storico autore di Rat-Man.

Ecco di seguito la trama di Rogheneach:
 
La protagonista della storia è Berenice, una ragazza che fa parte di un casato nobiliare nato per puro caso: La Casata del Lieto Suino. Guidata da una grande voglia di riscattare il nome della sua casata, Berenice decide di diventare un Cavaliere di Drago, entrando nell’Accademia di Sion, in Svizzera. La protagonista non sa leggere, non sa scrivere, non eccelle per intelletto ma nasconde una forza tremenda, oltre che un buon cuore.

La storia è ambientata in un mondo verosimilmente vicino al nostro, nel 1155, in un’Europa che però per certi tratti è decisamente diversa da quella che abbiamo studiato nei libri di storia: Draghi, Elfi, Nani, Gallipodi, magie, creature mistiche e bestie leggendarie sono all’ordine nel giorno nel mondo di Rogheneach, ma gli avvenimenti che si succederanno nella storia, così come i personaggi storici, sono proprio quelli che ben conosciamo dai nostri anni passati a scuola.

Al centro della storia troveremo proprio il rapporto tra Berenice ed il suo drago Rogheneach, scartato dagli altri allievi perché cieco e ritenuto incapace di parlare. Ma le cose non sono mai come sembrano...

Rogheneach è un fumetto fantasy che, come potrete notare, attinge a piene mani dalla storia medievale europea, dove il mito incontrerà la realtà. Questa storia è frutto di intensi studi da parte di Myriam, che nonostante tutto ritiene la sua creazione come qualcosa di piuttosto semplice, vedendo l’intrecciarsi tra realtà e fantasy nella propria storia come un qualcosa avvenuto in modo molto naturale. Nella narrazione saranno presenti tutti i frutti dello studio di Myriam, ovvero personaggi, usi e costumi dei popoli del dodicesimo secolo, ma verrà dato anche il giusto spazio a quella particolare “licenza poetica”, che ogni storia fantasy deve pur avere, creando così un'ambientazione ricca, variegata e caratteristica che tutti i lettori non mancheranno di apprezzare.
 

Rogheneach porta in dote una storia molto particolare, difatti l'autrice durante il suo 4° anno all’Istituto d’Arte ha iniziato a collaborare con Mangakugan, una webzine nata da pochi mesi, pubblicando il suo primo manga in assoluto: Fungus Master; successivamente viene contattata dalla Reika Manga che colpita dal suo lavoro nel sito si dimostra interessata ad averla tra le proprie file. Lei decide di mostrare alla Reika una nuova opera inedita e quest’opera è proprio Rogheneach. Sfortunatamente al contrario di molte altre la sua storia editoriale non ha però un lieto fine e Myriam decide di tornare assieme alla propria opera al mondo delle autoproduzioni finendo infine sotto la neonata etichetta Kasaobake da dove intende far ripartire di nuovo la propria carriera.
 
Ecco qui di seguito l’intervista che l’autrice ci ha rilasciato:

Ti ringrazio di essere qui con noi per questa intervista! Sei pronta a cominciare?

Ciao! Sono felicissima di essere qui con voi, e sono pronta a cominciare! Diamoci dentro!

Con che stile preferisci disegnare? Quali tecniche usi?

Il mio stile è nato selezionando da varie fonti quello che mi piaceva di più, senza badare però da cosa stavo assimilando: un po' dallo stile americano, un  po' dal manga, un po' dal franco-belga... il risultato è un ibrido della peggior specie! Però come tipo di narrazione ho scelto nettamente il manga: è più rapido degli altri nell'esecuzione, mi piace il tipo di regia ed ha meno vincoli narrativi. Lavoro con carta e china, “old school”, perché per quanto mi sforzi non riesco a disegnare bene sulla tavoletta grafica (anche se in realtà retini e dialoghi li metto a pc, il risultato è più preciso e più economico).

Cosa significa per te fare fumetti? Che cosa differenzia per te i fumetti da tutto il resto?

Per me fare fumetti significa raccontare storie e comunicare emozioni, come fanno poi anche i libri e il cinema. Il fumetto è il modo più economico per fare film, poiché come per i film la narrazione avviene per immagini, ed è realizzabile da una sola persona, il che mi ha resa in grado di lavorarci (quasi) autonomamente. Il fumetto è più immediato di un libro: da poche pagine puoi già capire se un fumetto ti può piacere o no, per lo meno nello stile grafico, mentre coi libri l'approccio è più lento e per alcune persone può essere un ostacolo. Rispetto ad altri , il fumetto è il media alla portata di chiunque, perché non servono raccomandazioni né chissà quali materiali o fondi per realizzarne uno: al giorno d'oggi un fumetto realizzato con passione può avere una diffusione immediata e capillare. E' per questo che l'ho scelto.

Cosa che ti piace del tuo lavoro come fumettista? E cosa no? Raccontaci una una cosa che ami e una cosa che odi del mondo dei fumetti e del tuo lavoro.

Quello che amo del mio essere fumettista è che posso lavorare a casa: il mio ufficio è letteralmente a un metro dal mio letto: la mattina mi sveglio, rotolo e sono a lavoro.  Un'altra cosa che adoro è che la mia creatività non ha limiti, non devo rispondere a nessuno di quello che faccio... è bello essere il boss di se' stessi.

Inoltre mi piace incontrare molte persone che condividono le mie passioni e poter raccontare, condividere con il mondo le mie storie, la mia visione della realtà e i miei sentimenti.

Ma passiamo ai piccolissimi lati negativi: non ho il tempo di frequentare le persone che incontro e conosco perché... sono tutto il giorno, dalle 9 alle 14 ore, a fare fumetti! Poi odio le scadenze, e... le scadenze! Sono un incubo, una specie di memento mori. Faccio anche fatica a sopportare i “mali del fumettista”: dolori continui alla mano, al polso, alla spalla, alla schiena.


Com’è nata la tua opera? Quali sono i tuoi piani per essa?

Rogheneach è nato quando avevo tredici anni, come uno sfogo personale: io sono nata povera, ho vissuto povera e morirò povera! Volevo raccontare la storia di come una ragazza miserabile potesse sollevare la testa e avere una rivincita su tutti quelli che avevano più di lei. Ovviamente ora non è più così. La storia è maturata ed ha preso un corso molto diverso: la ricerca di una rivalsa è diventata la ricerca di un' identità. Il mio piano per Rogheneach è... di concluderlo! Ci vorrà qualche anno, ma conto di far dieci volumi.


La tua protagonista è una donna particolare. Magari non la più sveglia, ma con una grande voglia di migliorare e con una grandissima forza d’animo: cosa pensi del ruolo dei personaggi femminili nei fumetti?

È incredibile che ce ne siano così pochi che possano essere definiti forti anche psicologicamente... per esempio Elsa (o Erza) di Fairy Tail, o Mikasa dell'Attacco dei giganti: sono i primi esempi che mi vengono in mente. Berenice è diversa da loro però: non è un genio della lotta e la sua vera forza si costruirà nel tempo. E' una sorta di fusione tra il protagonista sfigato degli shonen ed il "love interest" di turno.
 

Parliamo brevemente della tua prima opera: Fungus. È l'opera che ti aveva dato fama sul web ma che ora risulta arenata, dobbiamo considerare questo progetto come abbandonato? Di cosa trattava?

Non completamente, ho intenzione di farne almeno un capitolo all'anno. Diciamo che è attualmente a "basso consumo", ma appena finisco Rogheneach la concluderò degnamente.

Fungus è una parodia di tutte quelle storie in cui ragazzi si ritrovano a dover condividere il corpo con un demone, o un'entità superiore, che di solito dona poteri incredibili al proprio ospite. Nel caso di Fungus, il protagonista Leo scopre di poter parlare con una verruca che ha sul dito e diventa un supereroe.

Cosa ami della tua opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?

Del mio manga amo la sua personalità! Il mio modo di affrontare temi apparentemente banali è molto particolare, e ne vado abbastanza fiera. E' pervasa di umorismo demenziale, e mi hanno detto che i miei personaggi sono tutti dei soggetti... Uhm, pensandoci dovreste leggerlo prima di votarlo (per lo meno il primo capitolo su Facebook), perché tutti quelli che l'hanno letto mi hanno detto che è bello e mi stanno supplicando di far uscire il secondo volume... qualcosa dovrà pur dire! :)

Ringraziandoti per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: saluta il tuo pubblico!

Ciao a tutti ragazzi! Non vi ringrazierò mai abbastanza per il vostro sostegno e le vostre critiche! Vi auguro di perseguire i vostri sogni, perché se ce l'ho fatta io, può farcela chiunque... ma non senza l'appoggio degli amici! Provare per credere!
 

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Link Utili:
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Scheda Animeclick


Concorrenti Precedenti:
Demon's Daughter
CyberSteel
 
 
Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti . Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!