Impauriti da un fenomeno che stava allargandosi a dismisura, le autorità di Tokyo hanno deciso di intervenire ed un'ordinanza comunale ha deliberato che dal 1 luglio 2017 gli individui di età inferiore ai 18 anni non potranno più lavorare nelle imprese denominate JK business o JK industry.
L'ordinanza descrive un JK business come un'impresa che soddisfa questi tre criteri: 1) il lavoratore entra in contatto con clienti esclusivamente di sesso opposto 2) è esplicitamente dichiarato che i servizi offerti sono eseguiti da un minorenne e 3) c'è un evidente rischio che il servizio offerto dal lavoratore minorenne susciti nel cliente un interesse sessuale verso il minore.
Ma cos'è esattamente un JK business? In parole povere, cosa si nasconde dietro a queste delibere comunali?
 

In Giappone con il termine "JK business" si indicano delle piccole aziende che propongono ad un clientela esclusivamente maschile vari servizi forniti da liceali; da qui nasce il nome: JK infatti è l'acronimo di joshi kôsei, termine con cui si indicano appunto le liceali.
I servizi possono essere molteplici: fare una passeggiata insieme, incontrarsi in un caffè o fare foto alle JK in tenuta da cosplay. A volte si può arrivare anche a farsi abbracciare, dormire a fianco della ragazza o farsi fare un massaggio. Tutto magari strano ai nostri occhi occidentali, ma ancora entro i confini della legalità, con i contatti ridotti comunque al minimo o quasi.
Secondo un'inchiesta della Polizia di Tokyo, un anno fa le agenzie che offrivano questi servizi erano 174; con la legge sulla protezione dell'infanzia varata recentemente, molte di queste erano state segnalate alle autorità, con il risultato che adesso tante imprese non hanno più una sede fisica e la domanda e l'offerta si sono spostate sul web.
 

Gli annunci pubblicitari promettono buoni guadagni per poche ore di lavoro (20.000 yen - più di 150 euro - per tre ore ad esempio) senza richiesta di esperienza o curriculum vitae, con in più la vaga promessa di poter entrare nel mondo della moda o dei media.
Un sondaggio condotto l'anno scorso su un campione di 515 liceali della capitale rivelava che il 63% di esse sapeva cos'è il JK business e che quasi il 10% conosceva qualcuno che vi aveva lavorato. La maggior parte poi la considerava una cosa normalissima, definendola come "una maniera nuova per le giovani studentesse di guadagnare un po' di denaro nella società di oggi".
Dietro però a tutto questo, può nascondersi un punto di partenza per la prostituzione e altre pratiche illecite.
 

Esiste infatti nell'ambiente un termine gergale: "ura opushon" spesso abbreviato in "ura opu" che significa "opzioni segrete". Sono accordi presi in privato dalle aziende con i clienti, a cui vengono promessi rapporti sessuali più o meno completi con le studentesse. Ma perché le ragazze non denunciano l'azienda? Perché molte accettano queste proposte?
Molto spesso si innesca un circolo vizioso: all'inizio le liceali sono gratificate dal lavoro, in cui spesso sono lodate dai clienti che le riempiono di complimenti. I membri dell'agenzia sono donne che fanno di tutto per mettere a loro agio le ragazze, diventando per alcune di loro delle sorelle maggiori su cui fare affidamento. Scatta il concetto tanto caro ai giapponesi del "ganbatte": impegnarsi a fare del proprio meglio, a fare sempre di più, a sforzarsi per migliorarsi. Controllate psicologicamente, le ragazze spesso non sanno come opporre un rifiuto quando si vedono proporre lavori illegali, come appunto avere rapporti sessuali con i clienti.
 

Il JK business è strettamente legato agli aspetti più oscuri della società giapponese: oltre al rischio di sruttamento sessuale delle liceali, esso riflette anche la povertà e i problemi familiari che gli adolescenti nipponici devono spesso affrontare.
Sembra assurdo ma per molte di queste ragazze l'agenzia diventa, soprattutto all'inizio, un rifugio: sono pagate per lavori facili e che non richiedono requisiti specifici, a molte è offerto un pasto caldo, altre possono nutrirsi cenando con i clienti. Se i genitori sono violenti, l'agenzia si offre anche di accoglierle per la notte; non è difficile capire che un ambiente familiare malsano può essere una delle ragioni che conducono allo sruttamento di queste ragazze. Senza parenti o amici con cui confidarsi, per molte di loro è difficile anche solo capire come e a chi segnalare gli abusi che stanno subendo.

La legge che entrerà in vigore a luglio si spera che possa essere un primo passo verso una consapevolezza maggiore e che possa essere d'aiuto per tutte le giovani liceali in difficoltà.

Fonte consultata:
EnRocketNews
Goboioano
Nippon